Ci avevano abituato che applicare pacchetti di sanzioni fosse una cosa da poco e che tira qui, spingi di là, alla fine l'unanimità si ottiene sempre. Almeno è quanto accade con la Russia da oltre 3 anni. Con Israele, però, è tutto più difficile. Difficile condannare, difficile dissociarsi, difficile applicare un sanzionamento persino ridicolo tanto è grave la situazione umanitaria a Gaza. L'Italia, come al solito, fa la parte del leone con i deboli e del coniglio con i forti. Se non è collusione allora è paura, e in entrambi i casi c'è qualcosa che non va. La società civile non è più propensa ad accettare lo status quo e l'occasione quindi è scioperare. Lunedì venturo si preannuncia una giornata calda nelle piazze di gran parte d'Italia. Sotto accusa soprattutto l'invio di armi, business intoccato dalle predette sanzioni. E mentre il Governo tenta di salvare la faccia, all'orizzonte si apre un'altra finestra di Overton. Quella della guerra contro la Russia, a cui poco a poco ci stiamo abituando. Gli ospedali si preparino, si addestrino le truppe alpine! Armiamoci e poi partite. Che avvolti nella bandiera tricolore ci tornerete voi, mica loro. Buona lettura.
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