Gioele Magaldi oscurato da Facebook: «Da qualche giorno non posso più accedere alla mia pagina, da cui peraltro sono spariti tutti i contenuti. Nel caso ci fosse del dolo, a Facebook farò una causa coi fiocchi», avverte il presidente del Movimento Roosevelt, in web-streaming su YouTube il 13 maggio con Fabio Frabetti di "Border Nigths". E aggiunge: «Mi auguro che sia solo un problema tecnico momentaneo, perché i miei contenuti (politico-culturali) non sono certo considerabili "inappropriati", da Facebook». Magaldi è un personaggio pubblico piuttosto noto. «Anche nel caso si trattasse solo di un inconveniente – dice – resta comunque il danno: lo conferma una sentenza del tribunale di Pordenone, che – come ricorda l'Associazione Forense Emilio Conte – il 10 dicembre 2018 ha condannato Facebook a ripristinare il profilo di un utente arbitrariamente chiuso, infliggendo anche il pagamento di una penalità per ogni giorno di ritardo». Magaldi è perfettamente consapevole dell'occhiuta "sorveglianza" di Facebook alla vigilia delle elezioni europee: il social network ha appena chiuso 23 pagine italiane, con 2,4 milioni di follower, accusate di diffondere "fake news".
«Ricordo a Facebook che, in base alla legge italiana, non può fare tutto quello che vuole», sostiene Magaldi. «Tre giorni fa ho inviato loro una mia foto, peraltro pubblica, richiestami per verificare la mia identità, teoricamente a tutela della mia sicurezza, per
«Se Facebook rimedia subito al disguido, la cosa finisce qui. Se invece passerà ancora qualche ora – annuncia Magaldi – i miei avvocati faranno causa a Facebook. Una censura ai miei danni – ancorché subdolamente motivata col pretesto di problemi tecnici – sarebbe uno scandalo, di cui renderei conto in ogni sede». Il suo potrebbe ovviamente non essere un caso isolato: «Di fronte a episodi che venissero valutati scorretti dall'autorità giudiziaria – conclude Magaldi – immagino che Facebook verrebbe inondato di richieste di risarcimento come quella che mi appresto a formulare io, se l'incidente non verrà immediatamente chiarito e risolto». Citando la sentenza emessa dal tribunale di Pordenone lo scorso anno, l'associazione Emilio Conte ricorda che i giudici, in quel caso, hanno ravvisato «la sussistenza di un vero e proprio contratto tra utente e
Secondo il giudicante, Facebook, cancellando arbitrariamente un profilo individuale «pur in assenza di una chiara, seria e reiterata violazione dell'utente delle condizioni contrattuali o della normativa», adotterebbe «un rimedio del tutto sproporzionato rispetto agli addebiti mossi», in questo modo calpestando «non solo le regole contrattuali» stabilite dal social network stesso, «ma anche il diritto di libera espressione del pensiero come tutelato dalla Costituzione». Può dare così fastidio, il presidente del Movimento Roosevelt, al punto da spingere qualcuno a forzare le regole e infrangere la legge? Nata nel 2015, l'associazione (meta-partitica) si propone di "risvegliare" la politica italiana, per recuperare la perduta sovranità democratica. A marzo, ha condotto a Londra un importante convegno economico sul New Deal di cui l'Europa avrebbe bisogno, per porre fine all'austerity. Tra i relatori Nino Galloni, Danilo Broggi,
Dai media mainstream, silenzio di tomba sulla denuncia di Cabras, saggista e storico collaboratore di Giulietto Chiesa. Spesso, Magaldi fa notizia indicando l'appartenenza massonica degli uomini di potere: Monti, Draghi, Napolitano, D'Alema. Recente l'accusa a Luigi Di Maio: «Si è "genuflesso" davanti alla Merkel perché spera di essere accolto, prima o poi, in superlogge come la Goldem Eurasia, in cui milita la Cancelliera: per il vicepremier sarebbe un modo per sopravvivere all'eventuale naufragio dei 5 Stelle». Reiterata, la polemica di Magaldi contro «l'ipocrita massonofobia, solo di facciata», ostentata dai grillini, violando la Costituzione che proibisce la discriminazione dei cittadini in base alla loro appartenenza. «Senza contare che era massone lo stesso Gianroberto Casaleggio». Il figlio, Davide Casaleggio, smentisce: sostiene che il padre fosse estraneo alle logge. La replica di Magaldi, a stretto giro: «Si confronti con me in un pubblico dibattito, e a Davide Casaleggio spiegherò perché suo padre non intendeva ammettere la sua identità massonica». Dopo il recente convegno a Milano sulla crisi della democrazia in Europa, prendendo spunto dal socialismo liberale di Carlo Rosselli e dall'esempio di Olof Palme e Thomas Sankara (tra i relatori, anche Paolo Becchi), Magaldi è ora proiettato verso il 14 luglio, quando – a Roma – sarà varato il "Partito che serve all'Italia", laboratorio politico che intende lanciare una contestazione frontale dell'austerity Ue (Facebook permettendo, naturalmente).
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