mercoledì 30 settembre 2020

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 30 set 2020



Réseau Voltaire
Focus
 
 



En bref

 
Selon la Turquie, l'Azerbaïdjan a légitimement déclenché le conflit
 

 
4 000 jihadistes au Haut-Karabagh
 

 
Macron « médiateur » de la crise biélorusse
 

 
Un slogan dont on ne se lasse pas : « Il doit partir »
 
Controverses
 
Fil diplomatique

 
Déclaration commune des États-Unis d'Amérique et de la Grèce
 

 
Déclaration de la France, de la Lituanie et de la Lettonie sur la protection des démocraties
 

 
« L'autonomie stratégique européenne est l'objectif de notre génération »
 

 
Hami Aksoy à propos des attaques arméniennes contre l'Azerbaïdjan
 

 
Vladimir Poutine sur un programme de mesures pour le rétablissement de la coopération russo-américaine dans le domaine de la sécurité internationale de l'information
 

 
Déclaration conjointe du Groupe international de soutien au Liban
 

 
Intervention d'Emmanuel Macron devant la 75e séance de l'Assemblée générale des Nations unies
 

 
abonnement    Réclamations
 
 

Nuove note esplosive dell’FBI confermano che l’operazione anti-Flynn é stata diretta da Obama


Note scritte a mano dall’ex agente dell’FBI licenziato Peter Strzok mostrano che lo stesso Obama ha diretto aspetti chiave della campagna per prendere di mira Flynn durante una riunione del 5 gennaio 2017 nello Studio Ovale.


Le note appena rilasciate confermano il ruolo chiave del presidente Barack Obama nella sorveglianza e nelle operazioni di fuga di notizie contro Michael Flynn, il consigliere per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump in arrivo. Gli appunti scritti a mano, che sono stati divulgati per la prima volta in un deposito del tribunale federale fatto martedì dal Dipartimento di giustizia, mostrano che lo stesso presidente Obama ha diretto personalmente l’ex direttore dell’FBI James Comey e l’ex vice procuratore generale Sally Yates per indagare su Flynn per avere telefonate di routine con una Controparte russa. Suggerisce anche di nascondere le informazioni al presidente Trump e alle sue figure chiave della sicurezza nazionale.
Gli appunti scritti a mano dell’ex agente dell’FBI Peter Strzok, licenziato, sembrano descrivere un incontro dello studio ovale del 5 gennaio 2017 tra Obama, il vicepresidente Joe Biden, Comey, Yates e l’allora consigliere per la sicurezza nazionale Susan Rice. L’incontro e la sua sostanza sono stati confermati in una bizzarra email del giorno dell’inaugurazione in cui Rice ha scritto a se stessa.
È stato in questo incontro, che è stato confermato dalla testimonianza di Comey e Yates, Obama ha fornito indicazioni ai funzionari chiave che avrebbero avuto il compito di proteggere l’utilizzo da parte della sua amministrazione dell’ indagine che presumeva Trump fosse coinvolto in un complotto traditore di collusione con la Russia, per essere scoperto o fermato dall’amministrazione entrante.
Yates ha detto al consigliere speciale che Obama ha dato la notizia delle telefonate di Flynn con l’ambasciatore russo Sergey Kislyak durante l’incontro del 5 gennaio. Rice ha dettagliato un ulteriore coinvolgimento di Obama. “Il presidente Obama ha detto che vuole essere sicuro che, mentre ci impegniamo con il team in arrivo, siamo consapevoli di accertare se c’è qualche motivo per cui non possiamo condividere completamente le informazioni in relazione alla Russia”, ha scritto nella sua e-mail.
Le nuove note , che registrano il resoconto di Comey a Strzok sulla sostanza dell’incontro, costituiscono la prova definitiva che lo stesso Obama stava dirigendo personalmente aspetti significativi di un’indagine penale sul massimo consigliere di politica estera del suo nemico politico. Di seguito è riprodotta un’immagine delle note. Questa è una trascrizione approssimativa della parte non modificata delle note:
“Assicurati di guardare le cose e di avere le persone giuste”, ha detto Obama.

martedì 29 settembre 2020

Newsletter Thomas Torelli: Come raggiungere la felicità?


"La vita non è aspettare che passi la tempesta,
ma imparare a ballare sotto la pioggia".

- MAHATMA GANDHI -

Ho il piacere di comunicarti che sto lavorando ad un nuovo ed emozionante documentario, per adesso voglio svelarti solo il titolo "IL SENTIERO DELLA GIOIA" e dirti che questo film è dedicato a persone come te, persone che hanno scelto un modo diverso di combattere le avversità che la vita gli ha posto davanti e che con il loro esempio ci dimostrano che il lavoro su sé stessi, la fiducia in sé stessi e soprattutto la voglia di trasformare le difficoltà in sfide, e le sfide in successi, rappresentano il motore più potente per trasformare ciò che ci appare grigio e spento, quando pensiamo che tutto è perduto, in un percorso entusiasmante, fatto di infinite piccole conquiste di cui essere fieri e da accogliere con gioia.

Tra pochissimi giorni inizierà la campagna di crowdfunding e, come per gli altri film, il vostro contributo, è importante e determinante per aiutarci a realizzare un prodotto capace emozionare e coinvolgere il maggior numero di persone.

Contiamo sul vostro supporto, numerosi ed entusiasti come sempre, il sentiero della gioia ci aspetta!
 

Grazie per essere al nostro fianco e di credere e realizzare, attraverso le tue scelte di ogni giorno, Un Altro Mondo


Thomas e tutto lo staff di unaltromondo.net
Facebook
Twitter
Website
YouTube
Instagram
Copyright © 2020 Un altro mondo TV, Tutti i diritti riservati.
 

COME CONTATTARCI / CONTACT
Se hai domande o suggerimenti per noi ti preghiamo di non rispondere a questa email.
Per maggiori informazioni / For more info:
Organizza una proiezione: proiezioni.unaltromondo@gmail.com
Email: info@unaltromondo.net
THOMAS TORELLI:
Facebook   /   Twitter   /   www.thomastorelli.com
FOOD RELOVUTION:
Facebook   /   Twitter
UN ALTRO MONDO:
Facebook  /  Twitter /  www.unaltromondo.net

CHOOSE LOVE:
Facebook 

IL SENTIERO DELLA GIOIA
Facebook 

UAM.TV:
website 

SEDE LEGALE / ADDRESS
UAM.TV società benefit S.r.l. - Via Aurelia 2849/G ,  00054 Fiumicino (RM)



lunedì 28 settembre 2020

NOME IN CODICE: Operation Virus Identification 2019; il piano elitario per il rimodellamento della società


Tutto quello che ci era stato inizialmente detto sul Coronavirus si è rivelato sbagliato. In effetti, non è affatto un’infezione “nuova” e unica nel suo genere, ma fa parte di una famiglia più ampia di cui, nel recente passato, si erano avute altre varianti. Inoltre, non è il virus più contagioso o più letale che abbiamo mai visto, ma un’infezione abbastanza lieve, che non ha alcun effetto sulla maggior parte delle persone e che uccide solo da 1/200 a 1/1.000 persone. (CDC-IFR- 0,26%) Inoltre, non c’era alcun reale pericolo che il nostro sistema sanitario pubblico fosse sul punto di collassare, perché il numero reale dei decessi non si è mai avvicinato alle stime dei modelli informatici difettosi che erano stati utilizzati per le decisioni di tipo politico (da 1 a 2 milioni di morti negli Stati Uniti). In breve, quasi tutto ciò che ci è stato detto fin dall’inizio si è rivelato palesemente sbagliato. Come mai? Perché pensate che le persone che ci hanno fornito i dati, molte di loro presumibilmente “esperte” nel loro campo, si siano sbagliate su tutto? E perché non hanno fatto alcuno sforzo per correggere pubblicamente i loro errori, quando avevano visto tutta la confusione che avevano creato?
È la politica, giusto? Quale altra spiegazione potrebbe esserci? I nostri leader e i loro burattinai dietro le quinte usano la scienza come veicolo per raggiungere i propri obiettivi politici particolari. In altre parole, il COVID-19 o, dovremmo dire, NOME IN CODICE: Operation Virus Identification 2019, è il piano per manipolare l’isteria da virus “per cambiare drasticamente e irrevocabilmente” la “struttura fondamentale della società” e per instaurare un ordine mondiale totalitario. (Tanto per rifarmi a CJ Hopkins). Questo è ciò che sta accadendo, i Democratici, i media e i numerosi esperti di malattie infettive stanno giocando un ruolo chiave in questa operazione, destinata a continuare fino a quando i suoi obiettivi non saranno stati raggiunti.
Ma, per ora, rinunciamo all’analisi politica e passiamo in rassegna ciò che sappiamo effettivamente del virus vero e proprio. Questo, ovviamente, non sarebbe necessario se i media avessero svolto il proprio lavoro e avessero offerto informazioni accurate, invece di alimentare l’isteria pubblica. Purtroppo, la maggior parte delle persone è altrettanto disinformata quanto lo era sei mesi fa, quando era iniziata l’epidemia. Perchè siamo arrivati ad una situazione del genere, se i media stavano effettivamente facendo il loro lavoro? Perchè non lo hanno mai fatto.
Quello che sappiamo per certo è che gli scenari apocalittici previsti non si sono mai materializzati. Due milioni di Americani non sono morti e il mondo non è finito di colpo. Sappiamo anche che le previsioni del modello computerizzato dell’Imperial College erano false, così come sappiamo che i paesi che hanno ignorato quegli assurdi modelli hanno fatto meglio degli altri. Come sottolinea il vincitore del premio Nobel [per la chimica, nel 2003], Michael Levitt, in un articolo su Haaretz:   (“Countering the Second Wave with Facts, not Misconceptions” [Contrastare la seconda ondata con fatti, non con idee sbagliate])
Lo stesso tipo di modelli prevedeva che in Svezia, il numero di morti per il COVID-19 avrebbe raggiunto le 100.000 unità entro il mese di giugno, se il governo svedese avesse continuato a rifiutarsi di imporre misure di blocco. La Svezia ha rifiutato questi modelli e ha coraggiosamente adottato … una politica democratica che ha ampiamente consentito una vita normale. In Svezia, nonostante le numerose case di cura, … il numero di morti è risultato essere il 6% di quelli previsti, circa 6.000 persone, con un’età media di 81 anni. La metà delle vittime erano residenti in case di cura e, in Svezia, in queste strutture l’aspettativa di vita dopo il ricovero è, in media, di 9 mesi.”
Lo ripeto: il bilancio delle vittime svedesi è risultato essere solo il 6% della stima originale. In confronto, il bilancio delle vittime negli Stati Uniti (167.000) non arriva al 10% della stima originale (dell’Imperial College). Entrambe le previsioni erano catastroficamente sbagliate, eppure abbiamo chiuso l’economia, portato la disoccupazione a livelli mai visti dalla Grande Depressione e condannato il paese ad anni di strazianti ristrutturazioni. E per che cosa?
Beh, per promuovere un’agenda politica agghiacciante e autoritaria, ecco perché. E questo ci fa capire a cosa serva veramente il Covid-19. È la politica mascherata da scienza.
L’articolo di Haaretz chiarisce anche la questione dell'”immunità di gregge,” abitualmente fraintesa dai media come il punto in cui il 60% (o più) della popolazione è stato infettato e quindi ha sviluppato anticorpi contro il virus. Questo è sbagliato, infatti la soglia per l’immunità di gregge è molto più bassa, probabilmente dal 5 al 15% della popolazione.
Ma come può essere una cosa del genere? Dopotutto, ci era stato detto che si trattava di un virus “nuovo,” completamente nuovo, che la nostra specie non aveva mai sperimentato prima e per il quale non avevamo sufficienti difese immunitarie.
Quella era stata un’altra bugia. Ecco di nuovo Michael Levitt:
“Non è necessario che l’infezione sia diffusa per fermare l’epidemia. La tesi secondo cui il 60% della popolazione deve essere infettato e diventare immune prima che la diffusione dell’infezione si arresti si basa su un calcolo matematico errato… L’evidenza più significativa, che smentisce decisamente la necessità di un tasso di infezione del 60%, è la pre-immunità. Ad esempio, il COVID-19 ha diversi ‘parenti’ (altri coronavirus) a cui la popolazione è già stata esposta e questa precedente esposizione può dare immunità ad un segmento significativo della popolazione. Lo scorso aprile, due di noi avevano scritto un articolo sulla natura postulata di questa immunità e sulle prove statistiche che ne indicavano l’esistenza. Avevamo notato che in diverse comunità chiuse sottoposte al test, il tasso di infezione era sempre limitato al 20%, percentuale che statisticamente si allineava con il tasso di infezione massimo in queste comunità, piuttosto che con coincidenze ricorrenti. Circa un mese dopo, un gruppo di ricercatori aveva pubblicato ulteriori prove a conferma di questa ipotesi su Cell, una delle riviste più prestigiose nel campo delle scienze biologiche. In California, circa il 60% delle persone che non erano mai state esposte al COVID-19, aveva cellule con memoria immunitaria in grado di riconoscere il virus e quindi di fornire una risposta immunitaria.
Inoltre, uno studio tedesco ha dimostrato che un’immunità del genere potrebbe interessare anche l’81% della popolazione. … Questo tasso di pre-immunità al COVID-19 è evidente anche nei tassi globali di infezione. Il virus ha iniziato ad infettare gli esseri umani più di otto mesi fa e l’epidemia si è già diffusa in gran parte del mondo. Tuttavia, nei vari paesi, il tasso di infezione rimane al di sotto del 20% della popolazione globale. Questo tasso limitato di infezione è rimasto invariato, indipendentemente dalle misure di allontanamento sociale (se presenti), come quarantene, blocchi locali o nazionali, uso di mascherine e così via. In Svezia, ad esempio, il tasso di infezione non ha superato il 20% e la percentuale di persone sopravvissute all’epidemia supera il 99,9% (!) della popolazione. È il caso anche del Belgio, il paese con il più alto tasso di mortalità, dove meno del 20% è stato infettato e più del 99,9% della popolazione è sopravvissuta all’epidemia… Le implicazioni di questi risultati sono della massima importanza. In base ad essi bisognerebbe rimuovere immediatamente la maggior parte delle restrizioni all’economia, permettere un rapido ritorno alla vita normale alla popolazione a basso rischio e aiutare i gruppi ad alto rischio a ridurre la frequenza dei contatti sociali.”
Questo non è un aspetto di secondaria importanza. La nostra politica e le politiche adottate dai paesi di tutto il mondo si basano su presupposti falsi e non scientifici. Pensate davvero che i responsabili di queste politiche non conoscano la scienza o non siano informati sulla “pre-immunità” o non sappiano che “la pre-esposizione può dare immunità” o che “il tasso di infezione è sempre stato limitato al 20% in tutti i paesi” (il che significa che solo 1 persona su 5 contrarrà l’infezione, indipendentemente dalla loro esposizione) o che in tutti i casi e in tutti i paesi “più del 99,9% della popolazione è sopravvissuta all’epidemia?
Ammettetelo, la maggior parte dei lettori non ne sa nulla, perché niente di tutto questo è mai comparso sui media mainstream. Come mai? Quali forze maligne e malvagie sono all’opera? Perché i nostri leader e i nostri media vogliono tenerci all’oscuro di questioni critiche per il nostro processo decisionale, fondamentali per i nostri mezzi di sussistenza ed essenziali per la nostra stessa sopravvivenza? Perché?
Lo ripeto, pensate davvero che i nostri leader e gli esperti di malattie infettive, come il bonario Anthony Fauci, non siano a conoscenza di questi fatti? Pensate che li abbiano liquidati come troppo banali o troppo superficiali per essere comunicati al pubblico o pensate che stiano deliberatamente nascondendo qualsiasi informazione che potrebbe mitigare la diffusa atmosfera di isteria che sta tenendo il popolo americano spaventato, isolato e sottomesso alle manipolazioni di oscuri mandanti?
Questo è quello che si dice un “gioco da ragazzi.” Siamo entrati in un periodo in cui ricchi oligarchi globalisti usano la falsa scienza, amplificata dai loro scagnozzi nei media e nel Partito Democratico, per ristrutturare radicalmente la società, in  modo che amplifichi i loro interessi materiali, rafforzando allo stesso tempo la loro presa sul potere. È chiaro come la luce del sole.
E c’è anche di più, perché la censura, la manipolazione e la politica hanno costi reali e i costi possono essere calcolati in termini di vite perse a causa dell’imposizione di una politica spietata e del tutto controproducente: il lockdown. Ecco cosa scrive Levitt:
“Anche la terza ipotesi, quella secondo cui rimuovere i lockdown comporterebbe una mortalità più elevata rispetto ad una politica di blocchi e restrizioni, non è corretta. Un virus si diffonde nella popolazione fino a quando un numero sufficiente di persone viene infettato e diventa immune o fino a quando non è disponibile un vaccino. I blocchi e le restrizioni possono solo rallentare la diffusione (“appiattire la curva”) ma non abbassano il numero totale di infezioni o la mortalità complessiva. Se esiste il rischio di sovraffollare gli ospedali, potrebbe essere necessario rallentare la diffusione dell’infezione. In caso contrario, l’appiattimento della curva può solo essere dannoso perché, una volta rimosse le restrizioni, l’infezione ritorna. Inoltre, una protezione efficace dei gruppi ad alto rischio è possibile solo per un periodo di tempo limitato: più si va avanti, più è difficile prevenire la loro esposizione al virus. Pertanto, paradossalmente, sono proprio i blocchi e le restrizioni a rallentare la costruzione dell’immunità di gregge, che, a sua volta, è necessaria per fermare l’epidemia e proteggere i gruppi ad alto rischio. A lungo termine, una politica del genere può portare ad un eccesso di mortalità.
In altre parole, i blocchi possono ritardare le infezioni ma non sono in grado di prevenirle. Un virus farà quello che deve fare un virus. Punto. Imporre blocchi non serve a niente, è come stare in riva al mare e ordinare alla marea di smettere di salire. È una misura inutile, che non porta a nulla. Infatti, secondo Levitt, i blocchi sono una minaccia per le persone anziane e vulnerabili perché, più a lungo permangono, “più è difficile prevenire la loro esposizione al virus.” In poche parole, i blocchi, in realtà, uccidono le persone che dovrebbero salvare.
Pensate che i nostri leader non lo sappiano? Certo che lo sanno. Levitt non è l’unico scienziato in grado di pensare in modo chiaro e razionale. Gli altri hanno semplicemente modellato il loro approccio in base alle richieste dei loro datori di lavoro. Il nome “Bill Gates” vi dice qualcosa?
Ecco di nuovo Levitt:
In Svezia … non c’è una “seconda ondata” perché non c’è stato alcun blocco. Pertanto, la politica di imporre e allentare le restrizioni non fa altro che prolungare la crisi, distruggere l’economia e, alla fine, portare ad un maggior numero di vittime. [Questa situazione] può anche continuare per anni, fino a quando non è disponibile un vaccino. Un’alternativa ai blocchi e alle restrizioni deve essere presa seriamente in considerazione.”
In effetti, i blocchi costano vite umane, i blocchi costano denaro e i blocchi sono la politica sbagliata. Ecco Levitt per l’ultima volta:
“Si può presumere che la gestione della crisi del COVID-19 sarà esaminata attentamente, sia in termini di aspetti sanitari, ma anche alla luce dell’indignazione pubblica per lo stato dell’economia. Un numero enorme di persone in tutto il mondo ha perso fonti di reddito, mezzi di sussistenza, dignità e futuro. La povertà è un fattore di rischio di mortalità molto più grave del COVID-19 e colpisce i bambini tanto quanto gli adulti. Una delle domande chiave che sicuramente verrà posta è se la leadership dei vari paese abbia mai preso seriamente in considerazione una valida alternativa alla risoluzione della crisi, un’alternativa che non comporti la perdita di così tante vite umane o la distruzione dell’economia. Paesi come Norvegia, Irlanda e Belgio hanno già dichiarato che non imporranno ulteriori blocchi, in quanto il danno palese supera di gran lunga un incerto beneficio.”
In ogni caso, gli Stati Uniti sono in condizioni assai peggiori. Abbiamo distrutto l’economia, chiuso le scuole, cancellato le piccole e medie imprese, aumentato i suicidi, la depressione, gli abusi domestici, la povertà, i senzatetto, l’alienazione e la miseria. Il popolo americano è stato sprofondato in uno strano mondo di continua paura e di incessanti manipolazioni da parte di élite intriganti e risolutamente impegnate a ricostruire completamente la società. Il COVID-19 è semplicemente il mezzo che hanno scelto per raggiungere il loro nefando obiettivo.

L’Idrossiclorochina funziona? Decidete voi.


Mike Whitney
comedonchisciotte.org

venerdì 25 settembre 2020

Coronavirus: una mutazione antropologica


Conosciamo bene il concetto di stato di emergenza. Fa parte della nostra vita da una ventina d'anni, sia che lo stato d'emergenza sia stato dichiarato, come in Francia, sia che sia semplicemente il risultato di una costante trasformazione del diritto penale che distrugge, in nome della "lotta al terrorismo", l'essenza delle libertà collettive e individuali. Questo processo, il cui scopo è la soppressione dello stato di diritto, è stato definito "stato di emergenza permanente".

A questa trasformazione, a livello giuridico, si è ora aggiunta la nozione di "stato di emergenza sanitaria". Qui, in uno stato di emergenza sanitaria, la legge non è sospesa o addirittura abolita, non ha più motivo di esserlo. Il potere non è più diretto ai cittadini, ma solo ai malati o ai potenziali portatori di virus.

Quando il diritto è sospeso in stato di emergenza o soppresso in una dittatura, il suo posto rimane, anche se non è occupato. Nello "stato di emergenza sanitaria", è proprio il suo posto che scompare. Il diritto non è più semplicemente sospeso o soppresso, ma espulso. Chiuso, è semplicemente posto al di fuori del discorso, come se non fosse mai esistito. 

Rinunciare alle nostre libertà...

mercoledì 23 settembre 2020

La Svezia vince il “Grande Slam” COVID-19: nessun isolamento, bassi tassi di mortalità e pochissimi danni economici


Forse il più grande esempio di pregiudizi intrinseci dei media occidentali circa l’approccio svedese nella gestione del COVID-19. Molti media hanno criticato il “disastroso” tasso di mortalità del paese rispetto ai suoi vicini che applicavano le politiche di isolamento, ma non hanno considerato il contesto necessario per capire che la differenza era solo di un paio di migliaia di morti e che il tasso di mortalità della Svezia era ancora più basso di quello della Gran Bretagna e di altri paesi che favorivano l’isolamento.
Quando Anders Tegnell (nella foto), artefice della strategia  svedese, durante un‘intervista ha detto che avrebbe fatto le cose “diversamente” se gli fosse stata data una seconda possibilità, la stampa occidentale, compreso il NYT, si è affrettata a inquadrarla come un’ammissione di colpa per non aver disposto le restrizioni applicate in altri paesi europei. Tegnell ha poi chiarito che questo non è affatto ciò che intendeva.
Oltretutto, in Svezia i decessi sono scesi quasi a zero. E poiché l’economia del Paese è rimasta sempre attiva, il rischio di una ricomparsa è minimo quando le poche restrizioni ancora in vigore saranno finalmente abolite.

martedì 22 settembre 2020

Kennedy: finisce all’ospedale chi fa il vaccino anti-Covid

Robert Kennedy Jr Vaccini-spazzatura, che mandano all’ospedale il 25% delle persone che li assumono: altro che protezione dal Covid. E’ la scioccante denuncia firmata da Robert Fitzgerald Kennedy Junior, figlio del senatore Robert Kennedy, fratello del presidente John. Bob Kennedy fu assassinato nel 1968, quand’era il candidato democratico alle presidenziali americane. Robert Junior è quindi uno degli ultimi sopravvissuti di una stirpe a suo modo gloriosa, anche se molto sfortunata, ricorda Guido da Landriano su “Scenari Economici“. Robert Kennedy anche un noto avvocato ambientalista, oltre che autore di bestseller e conduttore radiofonico. Proprio alla radio, scrive Landriano, in un recente dibattito si è lanciato duramente contro il vaccino della Moderna, uno dei 5 vaccini anti Covid-19 in via di sperimentazione. Quello della Moderna dovrebbe passare alla terza fase di test, su decine di migliaia di persone, proprio in questi giorni. Inequivocabili le parole di Kennedy: quel vaccino, che è il più probabile candidato per l’adozione di massa, compromette seriamente la salute di chi lo assume, e rischia di essere messo in campo senza un’adeguata fase di collaudo: «Il vaccino Moderna ha saltato del tutto il test sugli animali, ed è stato testato solo su 45 persone». Un campione davvero esiguo, che peraltro ha già mostrato come il vaccino non sia per nulla sicuro.
«Avevano un gruppo ad alto dosaggio di 15 persone, un gruppo a medio dosaggio di 15 persone e un gruppo a bassa crescita di 15 persone», ha spiegato Kennedy. «Nel gruppo a basso dosaggio, una delle persone si è ammalata così gravemente, a causa del vaccino, da dover essere ricoverata in ospedale». Statisticamente: il vaccino costringe a ricoverare il 6% delle cavie “a basso dosaggio”. Quanto al gruppo “ad alto dosaggio”, «tre persone si sono ammalate così tanto da dover essere ricoverate in ospedale: e rappresentano il 20% del campione». Robert Kennedy, aggiunge “Scenari Economici”, ha attaccato duramente anche i criteri di esclusione utilizzati nella selezione dei candidati alla sperimentazione: «Stanno dando questi vaccini solo alle persone più sane». Ancora: per essere ammesso ai test «non puoi essere incinta e non puoi essere in sovrappeso, non devi mai aver fumato una sigaretta, non devi mai “svapare”, non devi avere problemi respiratori nella tua famiglia e non puoi soffrire di asma». Non è tutto: «Non puoi avere il diabete, l’artrite reumatoide o qualsiasi malattia autoimmune. E non ci deve essere nessuna storia di convulsioni, in famiglia».
Queste, ha aggiunto Kennedy, sono le persone su cui stanno testando il vaccino. «Cosa succederà quando lo daranno all’americano tipico? Sapete, a Sally con la pancetta e a Joe “Sacco di Donut”», termini che indicano lo statunitense comune, che tende all’obesità. Kennedy è in prima linea, da anni, nel denunciare la pessima fattura industriale dei vaccini recenti, che sospetta siano concausa di effetti collaterali anche gravi. Non a caso, per le vaccinazioni, Big Pharma gode della più completa immunità giuridica: gli Usa hanno finora speso 4 miliardi di dollari per risarcire persone che hanno dimostrato di esser state danneggiate dai vaccini. Kennedy ha un figlio autistico, ed è convinto che i vaccini contribuiscano alla nascita di bambini autistici: insieme all’attore Robert De Niro, ha messo in palio (inutilmente, finora) una ingente somma, centomila dollari, per il primo medico che riuscisse a dimostrare di poter escludere scientificamente la correlazione tra vaccini e autismo. Sul problema Covid, poi, la situazione è complicata dalla fretta. «Anche in Europa ci sono stati dei casi preoccupanti sul test del vaccino Astra Zeneca», scrive “Scenari Economici”: «Eppure, incredibilmente, si punta solo su questo tipo di terapia in modo massiccio: possibile che si mettano tutte le uova in un solo paniere?».