I ROTOLI DEI FIGLI DELLA LUCE:
Intervista esclusiva a Emile Puech, autorità mondiale nello studio dei Rotoli di Qumran. Le sue affermazioni pungenti attaccano studi alternativi e affermazioni ufficiali, rimettendo in discussione anche le relazioni tra il frammento 7Q5 e il Vangelo di Marco. L'intervista è stata realizzata il giorno 5 aprile 2002
di Francesco Garufi
I manoscritti del Mar Morto sono, a fasi alterne, sotto i riflettori scandalistici di molti giornali. Non passa mese senza che qualche testata, più o meno conosciuta, non pubblichi delle notizie su come i famosi manoscritti di Qumràn siano in procinto di rivelare nuove, sconvolgenti realtà su Gesù e sul primo periodo cristiano. Oramai abbiamo fatto l’abitudine a leggere anche su grandi quotidiani pagine complete in cui dai titoli si promettono “scottanti rivelazioni”, “congiure vaticane”, “intrighi internazionali” e, come se non bastasse, s’infarciscono gli articoli in questione con il presunto avallo di “teologi vaticani”, quando non sono piuttosto “eminenti personalità nel campo biblico”. Risulta evidente che qualsiasi lettore non addentro alla materia, percepisca e prenda come oro colato quello che il giornalista del momento ha inteso proporgli. Si badi bene, non vogliamo qui colpevolizzare gli ignari lettori, rei, se vogliamo, di aver dato fiducia a giornali di tutto rispetto, ma, piuttosto, constatare che i suddetti lettori non hanno nessuna colpa nel fatto di non essere a conoscenza di una materia quale quella degli studi biblici che, francamente, non è certo così “leggera”. Vogliamo, al limite, dare una “tirata d’orecchi”, a tutti quegli scrittori, autori e a quant’altri, che nello scrivere di argomenti così “pericolosi” si vedono autorizzati a fare del giornalismo sensazionalistico ma con scarsi risultati dal punto di vista della realtà della notizia. Abbiamo definito gli argomenti come quelli che trattano dei manoscritti di Qumràn “pericolosi”, in quanto crediamo che possano andare a colpire in modo errato le credenze religiose di quanti, pur essendo cattolici praticanti, non hanno al loro attivo degli studi specifici. Con questo non vogliamo dire che per leggere e parlare di argomenti religiosi, serva un “dottorato”. Vogliamo solo affermare che per dare una sana informazione, c’è bisogno di quelle che sono le basi giuste affinchè la notizia o il fatto che si riporta sul giornale, possano considerarsi affidabili e veritiere. Con ciò intendiamo sostenere che per fare buona informazione abbiamo bisogno innanzi tutto di ottime fonti. E’ questo un compito certamente non facile, in quanto districarsi tra le centinaia di pubblicazioni più o meno serie sull’argomento, richiede una preparazione specifica e molto tempo a disposizione. Cercheremo, quindi, di fare un punto della situazione sui Manoscritti del Mar Morto, ascoltando uno dei diretti interessati: Emile Puech, Professore e ricercatore presso l’Ecole Biblique di Gerusalemme. Egli è uno dei tre editori ufficiali dei testi di Qumràn. E’ la persona che da venti anni restaura, studia e traduce i rotoli e frammenti di essi con particolare riguardo a quelli trovati nella grotta 4Q. Dottore in Storia delle Religioni alla prestigiosa Università della Sorbona di Parigi, epigrafista di fama mondiale, direttore della importante Revue de Qumràn, specialista in Aramaico, Ebraico e Nabateo, ha continuato l’opera dello studioso Starcky nella pubblicazione dei manoscritti a lui affidati da padre Roland de Vaux. Relatore in numerosissimi congressi, di passaggio nel nostro paese, siamo riusciti a farci concedere in esclusiva l’intervista che vi riportiamo in maniera integrale.