martedì 28 agosto 2018

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 23 08 2018


Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
Les Iraniens choqués par le niveau de vie de leurs dirigeants
 

 
Facebook et Twitter se vantent de censurer des informations
 

 
Le Moyen-Orient se prépare au plan Trump-Kushner
 

 
Le Royaume-Uni se retire lentement d'Idleb
 

 
Pour Lavrov, Guterres ne serait qu'un homme de paille à la tête de l'Onu
 

 
Les 18 000 Ouïghours d'Al-Qaïda en Syrie
 

 
Le Guide de la Révolution iranienne rectifie son point de vue
 

 
Censure d'Internet : après Alex Jones, TeleSur
 

 
Donald Trump retire l'habilitation Secret-Défense à un de ses opposants
 

 
Washington réarme des Kurdes en Syrie
 

 
La Turquie contraint les Églises juives et chrétiennes turques à signer une déclaration
 

 
L'Inde ne participera pas au plan du Pentagone contre la Chine
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Déclaration des États-Unis, du Royaume-Uni et de la France à l'occasion du cinquième anniversaire de l'attaque à l'arme chimique de la Ghouta
 

 
Lettre du pape François au Peuple de Dieu
 

 
abonnement    Réclamations 

 

lunedì 27 agosto 2018

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 23 ago 2018


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Gli iraniani scioccati dal livello di vita dei loro dirigenti
 

 
Facebook e Twitter si vantano di censurare informazioni
 

 
Il Medio Oriente si prepara al piano Trump-Kushner
 

 
Il Regno Unito si ritira lentamente da Idleb
 

 
Secondo Lavrov, il capo dell'ONU, Guterres, non sarebbe che un uomo di paglia
 

 
I 18.000 uiguri di Al Qaeda in Siria
 

 
La Guida della Rivoluzione iraniana rettifica il proprio punto di vista
 

 
Censura in internet: dopo Alex Jones, TeleSur
 

 
Donald Trump revoca il diritto d'accesso al Segreto di Stato a uno dei suoi oppositori
 

 
Washington riarma i kurdi nel nord della Siria
 

 
La Turchia costringe le chiese ebraiche e cristiane turche a firmare una dichiarazione
 
Controversie

 
abbonamento    Reclami

 

domenica 26 agosto 2018

Il capitalismo ci sta uccidendo?


Alcuni economisti ad indirizzo ecologista, come Herman E. Daly, sostengono che i costi esterni correlati all’inquinamento e al depauperamento delle risorse mondiali non vengono presi in considerazione dal prodotto interno lordo, per cui  non possiamo sapere se un aumento del PIL è, in realtà, un guadagno o una perdita.
I costi esterni sono enormi ed in crescita costante. Da che mondo è mondo, le multinazionali manifatturiere e industriali, quelle del comparto agroalimentare, i sistemi fognari cittadini, ed altri colpevoli hanno fatto pagare ai terzi i costi delle loro attività nocive per l’ambiente. Recentemente ci sono state numerossime segnalazioni, molte delle quali centrate sul Roundup della Monsanto, il cui principale componente, il glifosato, è ritenuto cancerogeno.
Un’organizzazione volta alla salvaguardia della salute pubblica, l’Environmental Working Group, ha riferito di recente che i suoi test hanno evidenziato la presenza di glifosato in 43 su 45 tipi di alimenti per la prima colazione dei bambini, comprendenti muesli, fiocchi d’avena e merendine prodotte da Quake, Kellog e General Mills. LINK.
In Brasile si è scoperto che l’83% del latte materno contiene glifosato. LINK.
L’Istituto per l’Ambiente di Monaco ((Umweltinstitut München) ha riferito che 14 delle marche di birra tedesche più vendute contengono glifosato. LINK.
Il glifosato è stato trovato nelle urine dei contadini messicani e nelle falde acquifere messicane. LINK.
Secondo Scientific American, “anche i composti inerti del Roundup sono in grado di uccidere le cellule umane, in modo particolare quelle embrionali, placentari e del cordone ombelicale.” LINK.
Un tossicologo tedesco ha accusato di frode scientifica l’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione del Rischio (Bundesinstitut für Risikobewertung) e l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority – EFSA) per aver accettato la tesi di un gruppo di lavoro gestito dalla Monsanto sulla non-cancerogenicità del glifosato. LINK.
La controversia su queste scoperte deriva dal fatto che i ricercatori finanziati dalle aziende non trovano nessuna correlazione fra glifosato e cancro, mentre quelli indipendenti le scoprono. Questo non è affatto sorprendente, visto che uno scienziato a libro paga delle aziende non ha indipendenza ed è improbabile che possa arrivare a conclusioni che contrastano con quelle a cui è pagato per arrivare.
C’è poi la controversia su quali siano i livelli di contaminazione necessari per considerare pericolosi i prodotti contenenti tracce di glifosato. Sembra però che queste concentrazioni aumentino con l’uso e con il tempo. Prima o poi saranno sufficienti a produrre danni.
La tesi di questo articolo è che, se il glifofato è cancerogeno, i costi correlati alle vite perse e alle spese sanitarie non vengono pagati dalla Monsanto/Bayer. Se questi costi non fossero esterni alla Monsanto, se cioè la multinazionale dovesse rifondere queste spese, il prezzo del prodotto non sarebbe abbastanza remunerativo da permetterne la produzione. I costi supererebbero di gran lunga i guadagni.
E’ molto difficile arrivare alla verità, perché i politici e le autorità preposte ai controlli sono corruttibili e tendono a favorire i loro sodali in affari. In Brasile, in questo momento, i legislatori stanno tentando di liberalizzare l’uso dei pesticidi e di vietare la vendita dei prodotti biologici nei supermercati. LINK.
Nel caso del glifosato, il vento potrebbe cambiare e mettersi a spirare contro Monsanto/Bayer. La Corte Suprema della California ha accolto la richiesta dell’autorità nazionale di includere l’erbicida glifosato nell’elenco delle sostanze cancerogene riportate dalla Proposition 65LINK.
La settimana scorsa, a San Francisco, una giuria ha riconosciuto ad un ex-giardiniere scolastico un indennizzo di 289 milioni di dollari per i danni di un tumore causato dal Roundup. Non ci sono dubbi che la Monsanto si appellerà alla sentenza e che il caso verrà dibattuto nei tribunali fino alla morte del giardiniere. Ma questo costituisce un precedente, e fa capire che i giurati stanno iniziando a diffidare della scienza su ordinazione. Ci sono all’incirca altre 1000 cause pendenti simili a questa. LINK.
Quello che è importante tenere a mente è che, se il Roundup è cancerogeno, è però un solo prodotto di una sola azienda. Questo ci dà un’idea di quanto grandi possano essere i costi esterni. Di certo, i deleteri effetti del glifosato vanno ben oltre quelli descritti da questo articolo. LINK.
Anche i cibi OGM stanno avendo ripercussioni sul patrimonio zootecnico. LINK
Considerate ora l’impatto negativo sull’aria, sull’acqua e sui terreni dove si pratica l’agricoltura chimica. La Florida sta subendo un’invasione di alghe a causa dei fertilizzanti chimici drenati dai terreni coltivati e l’industria saccarifera è riuscita a distruggere il Lago Okeechobee. LINK.
Il dilavamento dei fertilizzanti causa la proliferazione dei cianobatteri, che uccidono la fauna marina e sono pericolosi per gli esseri umani. Attualmente, la acque del fiume Santa Lucia, in Florida, raggiungono un livello di tossicità 10 volte il normale e non si possono neanche toccare. LINK.
Le maree rosse (la caratteristica colorazione assunta dalle acque marino-costiere in seguito alla rapida crescita di dinoflagellati o diatomee NdT) può avere origini naturali, ma il dilavamento dei fertilizzanti contribuisce alla loro crescita e alla loro persistenza. Inoltre, anche l’aumento delle temperature dovuto all’inquinamento favorisce le maree rosse, così come il drenaggio delle zone umide per gli insedimenti abitativi, che causa un più rapido movimento delle masse idriche, non più sottoposte a filtraggio naturale.  LINKLINK.
Di fronte al peggioramento delle sue risorse idriche e alla proliferazione delle alghe, la risposta della Florida è stata quella di tagliare il suo programma di monitoraggio delle acque. LINK.
Se prendiamo in considerazione gli enormi costi esterni dell’agricoltura industriale, è evidente che le cifre che nel calcolo del PIL vengono attribuite allo zucchero e agli altri prodotti agricoli sono esagerate. I prezzi pagati dai consumatori sono troppo bassi e i profitti garantiti all’agricoltura industriale sono troppo alti, perché non comprendono i costi della scomparsa della fauna marina, della perdita degli introiti del turismo e i danni alla salute umana dovuti alla proliferazione delle alghe, causata a sua volta dal dilavamento dei fertilizzanti.
In questo articolo ho appena grattato la superficie del problema dei costi esterni. Il Michigan ha scoperto che la sua acqua potabile non è sicura. I prodotti chimici usati da decenni nelle basi militari [presenti sul territorio] e nella produzione di migliaia di beni di consumo si trovano ormai nelle falde idriche. LINK.
Come esercizio, scegliete una qualsiasi attività e pensate ai suoi costi esterni. Prendete, per esempio, le multinazionali statunitensi che hanno esternalizzato in Asia i posti di lavoro americani. I loro profitti sono aumentati, ma la base imponibile, a livello federale, statale e locale, è diminuita. Le imposte sui salari destinate alla previdenza sociale (Social Security) e al sistema sanitario (Medicaid) sono calate, mettendo in pericolo questi importanti pilastri della stabilità politica e sociale degli Stati Uniti. Si è abbassata anche la base imponibile dei fondi pensione degli insegnanti e degli altri impiegati statali. Se le multinazionali che hanno delocalizzato i posti di lavoro all’estero dovessero farsi carico di questi costi non avrebbero più profitti. In altre parole, poche persone ne hanno tratto un vantaggio, scaricandone gli enormi costi sulla collettività
O prendete in considerazione qualcosa di semplice come un negozio di animali. I proprietari che vendono e i clienti che acquistano coloratissimi pitoni da 30/40 cm., boa constrictor e anaconda non pensano affatto alle considerevoli dimensioni che raggiungeranno questi rettili e neanche lo fanno gli organi di controllo che ne permettono l’importazione. Queste creature, in grado di divorare gli animali domestici, i bambini e capaci di soffocare degli adulti grandi e grossi, vengono alla fine scaricate nelle Everglades, dove hanno devastato la fauna naturale e sono diventate troppo numerose per essere tenute sotto controllo. I costi esterni hanno ormai superato di molti ordini di grandezza il prezzo totale di tutti i serpenti venduti nei negozi di animali.
Gli economisti ad indirizzo ecologista sottolineano come il capitalismo possa funzionare in una “economia vuota”, dove la pressione umana sulle risorse naturali è blanda. Ma il capitalismo non può funzionare in una “economia totale,” dove le risorse naturali sono al punto di esaurimento. I costi esterni correlati alla crescita economica, così come viene calcolata dal PIL, possono superare il valore del prodotto stesso.
Possiamo essere praticamente certi che questa è la situazione che ci troviamo attualmente a dover affrontare. La scomparsa di intere specie, la scoperta di tossine nel cibo, nelle bevande, nell’acqua, nel latte materno, nell’aria, nella terra, il tentativo disperato di ottenere energia con il fracking (che distrugge le falde freatiche e causa  terremoti) sono tutti segnali di un pianeta ormai in difficoltà. Quando si arriva al dunque, si vede come tutti i profitti che il capitalismo ha generato nel corso dei secoli sono probabilmente dovuti al fatto che i capitalisti non hanno mai coperto i costi totali dei loro prodotti. Li hanno trasferiti all’ambiente e alle terze parti e si sono intascati i risparmi, come se fossero guadagni.
Aggiornamento: Herman Daly nota che, secondo un articolo apparso l’anno scorso sulla rivista medica inglese The Lancet, il costo stimato annuale dell’inquinamento è valutabile al 6% del PIL mondiale, mentre il tasso di crescita annuale [del PIL mondiale] è solo del 2%, con una diminuzione effettiva del 4% del benessere globale, non un aumento del 2% [come sembrerebbe]. In altre parole, potremmo già trovarci nella situazione in cui la crescita economica è antieconomica. LINK.
Paul Craig Roberts
Tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

sabato 25 agosto 2018

Inchiesta su pedofilia e complicità nella Chiesa della Pennsylvania


C'è una notizia esplosiva che sta rimbalzando su tutti i media mondiali, ma che da noi rischia di essere messa in secondo piano dal giusto clamore del crollo del ponte di Genova: essa riguarda i ripetuti e sistematici casi di pedofilia nella Chiesa Cattolica statunitense della Pennsylvania, lo stato che si trova a 100 km a nord di Washington e a 100 km ad ovest di New York, nel cuore pulsante degli Stati Uniti d'America.
Lo scorso 14 agosto la Corte Suprema della Pennsylvania ha pubblicato infatti un corposo Report di 1300 pagine che descrive in dettaglio gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica, accusando per nome oltre 300 sacerdoti.
Il gran giurì della Pennsylvania, che si è riunito nel 2016, ha intervistato decine di testimoni e ha esaminato più di 500.000 pagine di documenti interni da ogni diocesi dello stato eccetto Philadelphia e Altoona-Johnstown, che erano già stati indagati.
Questa storica inchiesta ha rilevato che più di 1.000 bambini sono stati abusati dai membri di sei diocesi nello stato della Pennsylvania negli ultimi 70 anni.

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venerdì 24 agosto 2018

Caso Orlandi, il fratello Pietro: 'C'è un fascicolo su Emanuela dove c'è la verità'

Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, afferma che esiste un fascicolo in cui viene svelata la verità sulla sorte della sorella

giovedì 23 agosto 2018

Anche i Caschi Bianchi sono stati evacuati dalla Siria. Stiamo per assistere alla battaglia finale?


Sarà l’ultima battaglia? Per tre anni, Idlib è stata la discarica di tutte le milizie islamiche in ritirata dalla Siria, l’ultima ridotta di tutti quei combattenti che avevano preferito continuare a combattere piuttosto che arrendersi all’esercito siriano, alle forze aerospaziali russe, agli Hezbollah e , in misura minore, agli Iraniani.
Il Brigadiere Generale Suheil al-Hassan, la “Tigre” dei miti e delle leggende militari siriane, che sa recitare memoria i versi del poeta Mutanabi, ma che preferisce essere paragonato a Erwin Rommel piuttosto che a Bernard Montgomery, porterà sicuramente con sé la “Forza Tigre” per la resa dei conti finale fra il regime di Damasco e gli Islamisti di ispirazione salafita, armati dall’Occidente, che avevano tentato, per poi miseramente fallire, di abbattere il governo di Bashar al-Assad.
Grazie a Donald Trump, ora per i “ribelli” siriani è tutto finito, dal momento che sono stati traditi dagli Americani, sicuramente e definitivamente dallo stesso Trump nei famosicolloqui segreti con Vladimir Putin di Helsinki, forse le più importanti delle discussioni “in incognito,” quelle che si svolgono alla presenza dei soli interpreti.
Tre settimane prima, gli Americani avevano comunicato ai ribelli della Siria sud-occidentale, ai piedi delle Alture del Golan occupate da Israele, che avrebbero dovuto cavarsela da soli e di non aspettarsi più assistenza militare. Anche i Caschi Bianchi, eroici soccorritori o propagandisti di guerra dei ribelli (scegliete voi, ma sicuramente verranno presto presentati come “controversi”), sono stati esfiltrati dalle aree occupate dai ribelli, insieme alle loro famiglie, con l’aiuto degli Israeliani e portati in salvo in Giordania.
Gli Israeliani sono un po’ seccati per non essere stati ringraziati dalle unità di difesa civile dei Caschi Bianchi per la loro assistenza umanitaria, ma che cosa si aspettavano, dopo aver passato tutto il tempo ad attaccare durante la guerra gli Iraniani, gli Hezbollah e i Siriani, dopo aver fornito assistenza medica ai combattenti islamici di al-Nusra che erano passati dietro le loro linee, senza mai, ma proprio mai, bombardare l’ISIS? Credono forse che i Caschi Bianchi vogliano essere associati ad Israele proprio adesso?
Ma gli Israeliani hanno ottenuto quello che veramente volevano: la promessa russa che gli Iraniani si terranno lontani dalle Alture del Golan siriane occupate da Israele. La cosa è assai strana, perché in Siria le truppe iraniane sono poche e preziose (dimenticatevi le frottole che raccontano gli “esperti” di Washington), ma combacia alla perfezione con la convinzione macabra e teatrale di Benjamin Netanyahu che l’Iran è un “cappio di terrore” attorno al collo di Israele. In ogni caso, qualcosa sulla guerra in Siria la conosce anche Putin: le bombe sono importanti, ma anche i soldi.
Per quale altro motivo allora Putin avrebbe annunciato investimenti per 50 miliardi di dollari nel settore energetico iraniano? E’ semplicemente un anticipo per gli investimenti fatti dall’Iran nella guerra siriana? Un regalo del genere “grazie, ma ora potete andare” di Mosca per poter avere in cambio una parata a Teheran, senza dubbio trionfale, delle forze iraniane che ritornano “vincitrici” dai loro doveri islamico-rivoluzionari in Siria?
Dopo aver incontrato Putin al Kremlino meno di due settimane fa, Ali Akbar Velayati, consigliere anziano per gli affari esteri del “Leader Supremo” Khamenei, ha ammesso che i loro colloqui “si erano concentrati sulla cooperazione russo-iraniana… ma anche sulla situazione nella regione, compresi gli ultimi sviluppi in Siria.” E questo è quanto. L’economia iraniana è sistemata, ma gli ordini di marcia per la Siria li prende da Putin.
Mai troppo presto per gli Iraniani, senza dubbio. E’ stato abbastanza scioccante per me vedere, il mese scorso, i più ricchi e benestanti iraniani del ceto medio arrivare in massa a Belgrado, portando contanti e gioielli in Occidente tramite una delle poche nazioni occidentali che ancora consentono l’ingresso senza visto agli Iraniani colpiti dalle sanzioni. Voli low-cost da Teheran e da altre città iraniane atterrano tutti i giorni in Serbia e gli hotel di Belgrado sono stipati di clienti che parlano Farsi, pronti, presumibilmente, ad iniziare una nuova vita in Occidente. L’Unione Europea, non c’è bisogno di ribadirlo, sta minacciando Belgrado di abolire il regime visa-free di cui godono i cittadini serbi nel resto d’Europa, se non bloccherà l’afflusso dei remunerativi “turisti” iraniani.
Nel frattempo, l’esercito siriano, che sta combattendo contro gli ultimi, irriducibili, gruppuscoli di Islamisti vicino a Daraa, si riporterà ai bordi della zona smilitarizzata controllata dalle Nazioni Unite, dove si trovava già prima dello scoppio della guerra civile nel 2011. In altre parole, il problema del “Fronte Sud” sarà risolto e rimarrà solo la ridotta di Idlib, insieme  alla città di Raqqa, nelle mani delle milizie ancora fedeli (non certo ancora per molto, dato che Trump li sta tradendo) agli Stati Uniti. Putin, probabilmente, è in grado di risolvere questo problema, se non lo ha già fatto durante il suo incontro con Trump.
Ma Idlib è più importante. Senza dubbio, assisteremo ad ulteriori colloqui di “riconciliazione” fra le autorità siriane e le formazioni ribelli all’interno della provincia. Ci saranno accordi, pubblici e privati, in base ai quali tutti quelli che vorranno ritornare nel territorio controllato dalle forze governative potranno farlo. Ma, dal momento che a Idlib ci sono quegli Islamisti, con le loro famiglie, che avevano già rifiutato simili offerte in altre città (molti di loro erano arrivati con gli autobus dalla zona di Ghouta e Yarmouk, presso Damasco, da Homs e dalle altre città dove si erano arresi, direttamente nella provincia di Idlib), il loro futuro sembra abbastanza fosco.
Naturalmente a tutti piacciono le guerre con una “battaglia finale”. Strano a dirsi, Gerusalemme e Baghdad erano state le uniche capitali nemiche ad essere invase dagli Alleati durante la Prima Guerra Mondiale. E sappiamo che la presa di Berlino da parte dei Russi aveva posto termine alla parte europea della Seconda Guerra Mondiale. Lasciamo perdere, per ovvie ragioni, la caduta di Saigon (aveva vinto la parte sbagliata) e le varie “capitali” conquistate in Medio Oriente (Gerusalemme nel 1967, Beirut nel 1982, Kuwait City nel 1990 e Bagdad nel 2003), perché hanno lasciato retaggi di sangue che si trascinano fino al giorno d’oggi.
Ma dobbiamo ricordare una cosa. L’esercito siriano è abituato a combattere. La stessa cosa vale per l’aviazione russa. E’ sicuro che, quando comincerà l’ultima battaglia, difficilmente verrà dimenticato l’assedio di al-Nusra all’ospedale militare governativo Jisr al-Shugour di Idlib e il massacro di molti dei suoi difensori e delle loro famiglie, tre anni or sono. Mosca non darà il benvenuto a casa, in Cecenia, agli Islamisti. E Ankara non vuole sparpagliare i veterani di Idlib nelle pianure dell’Anatolia, visto che Erdogan è ancora ossessionato dal tentato colpo di stato “islamico” di due anni fa, con decine di migliaia di presunti fiancheggiatori che ancora marciscono nelle sontuose galere turche.
L’Occidente non darà certamente una mano. C’è il vecchio mulo dell’ONU che, credo, potrebbe farsi coinvolgere in una “temporanea” missione di pace a Idlib, ma non avrà certo il sostegno di un presidente siriano che intende riportare ogni chilometro quadrato della nazione sotto il controllo esclusivo del governo. Potrebbe rendersi disponibile una discarica ancora più piccola, se i ribelli di Idlib venissero trasferiti più a nord, nell’enclave di Afrin, già ampiamente popolata e controllata dai vecchi amici della Turchia, provenienti dalle file dell’ISIS. E’ certo che l’Occidente non vorrà i rimasugli di quella armata islamica che aveva contribuito ad armare.
Presumibilmente, l’asilo politico concesso ai Caschi Bianchi sarà il massimo della sua generosità, insieme al normale aiuto ai rifugiati.
Ma dobbiamo anche ricordare che quelle nazioni che per così tanto tempo avevano cercato di rovesciare Assad, ora cercheranno, anche se lentamente, di ristabilire relazioni di qualche genere con il governo di Damasco. Diplomatici francesi, manco a dirlo, stanno facendo i turisti in Siria dal Libano da almeno un anno. La stessa cosa hanno fatto, in maniera discreta, inviati di altre nazioni europee. Gli Americani vorranno la loro particina, per quanto strano (o trumpiano) possa sembrare, e, in quel momento cruciale, Putin sarà a disposizione.
Ma, che cosa sarà dei cinque milioni di rifugiati siriani le cui nazioni ospitanti, Europa, naturalmente, ma anche Turchia, Libano, Giordania, Iraq, Kuwait, Egitto, non vedono l’ora che  tornino a “casa?” E qui, forse, si trova la chiave per interpretare questa “fine della guerra.”
I Russi sono pronti a garantire ai rifugiati la possibilità di ritornare sani e salvi alle loro case (che cosa valgano queste promesse è un’incognita, visto che migliaia di senzatetto temono il regime) e sembra che inviati di Mosca siano già arrivati in Libano, che ospita un milione e mezzo di Siriani, per parlare di logistica. Gli Stati Arabi del Golfo, in modo particolare il Qatar, sembra siano interessati a finanziare la ricostruzione della Siria. Perciò, se non sarà possibile far arrendere con le armi i “ribelli” di Idlib, si potrà almeno corromperli? Tra l’altro facendolo fare alle nazioni arabe che li hanno sostenuti fin dall’inizio. E’ ancora presto. Ma tutte le guerre arrivano alla fine. Ed è da qui che ricomincia la storia.
Robert Fisk
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

mercoledì 22 agosto 2018

Julia Reda: il 26 agosto Copyright Action Day

Julia Reda: il 26 agosto Copyright Action Day

Un mese fa abbiamo fatto la storia: abbiamo stoppato una legge che avrebbe massicciamente ristretto la nostra libertà di espressione, e abbiamo inflitto a potenti lobby una "sconfitta senza precedenti". Grazie per aver contribuito a rendere tutto ciò possibile!

Abbiamo fermato il treno, ma il lavoro non è ancora finito: ora dobbiamo rimetterlo sui binari giusti.

Il giorno della decisione: 12 settembre
Il 12 di settembre il Parlamento deciderà su come procedere con la direttiva sul copyright. Le proposte possono essere inviate fino al 5 settembre.

Il nostro obiettivo è chiaro: il Parlamento deve adottare delle alternative per l'Articolo 11 e l'Articolo 13. Non si devono costringere le piattaforme ad installare filtri in upload e non si deve mettere il copyright sui link e gli snippet.

E bisogna anche ribaltare la pessima decisione della Commissione Affari Legali: con un singolo voto, la Commissione ha deciso di non adottare eccezioni per i contenuti generati dagli utenti (remix, doppiaggi o fan fiction), e non ha espressamente chiarito che linkare non è un'infrazione al copyright. Al contrario, ha richiamato gli organizzatori di eventi sportivi a garantire protezione al copyright, cosa che potrebbe rendere illegale anche le foto postate dai tifosi durante le partite (Emendamento 76). È stato anche proposto di richiedere ai motori di ricerca per immagini di acquistare costose licenze per permetterci di trovare immagini sul web (Emendamento 79).

Io lavorerò per raggiungere questi obiettivi nel Parlamento Europeo, con i nostri alleati. Nel frattempo, le persone là fuori possono comunque supportarci.

Il giorno dell'azione: 26 agosto
Non abbiamo ancora vinto. Dopo lo shock iniziale di aver perso nella votazione di Luglio, i proponenti dei filtri in upload e della tassa sui link sono tornati alla carica con una narrazione più accattivante per sgonfiare l'opposizione di massa che hanno dovuto fronteggiare.


Sostengono che la campagna era un fake, generato da bot e orchestrato dalle grandi aziende di Internet. Secondo loro, agli europei non interessa davvero la libertà d'espressione. Le leggi europee non ci interessano abbastanza da far sentire le nostre voci. Resteremo semplicemente immobili mentre il nostro Internet viene ristretto per salvaguardare interessi di parte.

Ma le persone in tutta Europa sono pronte a dimostrare il contrario: porteranno la protesta nelle strade. Se arriveremo ad 1 milione di firme online contro i filtri in upload e la tassa sui link, non potranno più ignorare l'opposizione. Questo il messaggio:

1 milione

Unisciti a noi Domenica 26 agosto in una città vicino a te. Vari gruppi (partiti locali, associazioni e individui) si stanno organizzando in tutta Europa.

Se sei a conoscenza di una protesta nella tua città o sei in grado di organizzare una, avverti il mio team, e aggiungeremo l'evento alla mappa. E non dimenticare di chiamare i politici tuoi connazionali che hanno votato contro la riforma, così come i media locali!

Io condividerò via Facebook e Twitter le località e i momenti della protesta, appena ne verrò a conoscenza.

Io sarò a protestare a Berlino. E tu?


See full screen

Fonte: www.partito-pirata.it

martedì 21 agosto 2018

VACCINI / IL MAGO DEI PRO VAX BURIONI ORA COME ALDO MORO…


Siamo alle comiche – o alle tragiche – finali. Un'intera pagina dedicata da Repubblica al Mago Pro  Vax, Roberto Burioni, l'Eroe dei due mondi che sta propalando al popolo bue il Verbo sull'uso super obbligatorio e super miracoloso dei vaccini.
Stavolta la paginata del quotidiano diretto da Mario Calabresi – ormai da quasi due anni genuflessa davanti ai desiderata di Big Pharma – dedica un'intervistona al Mago dei Vaccini, con una foto emblematica: lui, il Vate, con una nastro adesivo sulla bocca, ad indicare che non ha il diritto di parola; sullo sfondo il simbolo delle Brigate Rosse. Come se si trattasse di Aldo Moro, un martire che ha dato la sua vita per il Paese. Un oltraggio. Una vergogna.
Se non ci fosse da piangere per tutti i bambini che muoiono per effetti da vaccini sbagliati – perchè non nelle giuste condizioni di salute, perchè le dosi erano troppo massicce, perchè la qualità dei prodotti era scarsa e via di questo passo – ci sarebbe solo da ridere per una fake photo che cerca solo di portare un po' di pubblicità al Mago Silvan di sieri & provette, il cui ultimo volume è dedicato a tutti i "Somari" che in questa materia non ne capiscono niente, mentre è solo lui il Mago Merlino, con tanto di cappucci e grembiulini al seguito, visto che è iscritto al Grande Oriente d'Italia, la prima loggia nel nostro paese che a questo punto farebbe bene a prendere una netta posizione sul delicato tema: Roberto Burioni risulta iscritto al Goi con tanto di numero di tessera, luogo di nascita e data nascita? Lui, il Vate, smentisce. Ci sono due gemelli addirittura con lo stesso nome al mondo? Prodigi della genetica?
Perchè il Gran Maestro del Grande Oriente, Stefano Bisi, che si proclama in tutte le occasioni pubbliche a favore della trasparenza, una buona volta non scioglie l'angosciante dilemma? Burioni è massone oppure no? Non può essere, di tutta evidenza, un mezzo incappucciato: esistono solo gli "assonnati" che però restano massoni per tutta la vita, come abbiamo chiarito più e più volte. Perchè – ribadiamo – il trasparente Bisi non fa una buona volta chiarezza?


Stefano Bisi, Sopra, Burioni nel travestimento di Aldo Moro

E poi, come mai un Vate di grande spessore scientifico come Burioni, che esibisce un pedigree chilometrico, si vergogna di ammetterlo, anche davanti ai confratelli? Quale male c'è? Quale vergogna provare? E' peggio negarlo, facendo la magra figura di un povero vigliacco.
Ma torniamo all'intervista kolossall di Repubblica che nutre una particolare simpatia per lo scienziato massone, interpellato praticamente tutte le settimane e stavolta dissimulato sotto le sembianze di uno statista del calibro di Aldo Moro, che a questo punto su rivolterà nella sua povera tomba.
Esordisce Burioni nell'intervista strappalacrime: "Mi hanno paragonato a Hitler e a Goebbels, ai satanisti e agli alieni. Ma questo fotomontaggio come prigioniero delle Br con il bavaglio e la stella a cinque stelle punte mi inquieta particolarmente".
E ancora, mostra il villoso petto: "Paura di questi attacchi? No, non esageriamo, non ho bisogno di una scorta, ma queste minacce squadriste generano violenza".
Gli domanda, genuflessa, Maria Novella De Luca di Repubblica: "Il suo libro più famoso è 'La congiura dei Somari'. Lei afferma che la scienza non può essere democratica".
E il Vate: "Di scienza e di vaccini può parlare soltanto chi ne sa. Non chi si informa per un quarto d'ora su Google e poi vuol dire la sua. Facendo danni pazzeschi".
Riteniamo che il premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier e il due volte candidato al Nobel Giulio Tarro, allievo di Albert Sabin, lo scienziato che ha scoperto il vaccino antipolio, non si siano formati via Google. E abbiano diritto ad un confronto con il Mago Burioni, che giudica tutti quelli i quali non la pensano una virgola come lui dei "Somari". Ne hanno diritto, ad un simile confronto chiarificatore, soprattutto le famiglie, i genitori.
Ora perchè il Genio Burioni non si concede, dall'alto della sua inarrivabile Scienza, ad un confronto con Montagnier e Tarro?
Perchè non mostra il suo Sapere davanti a scienziati che la pensano in modo diametralmente opposto rispetto ad un così drammatico problema, quello dei vaccini che coinvolge tutti gli italiani?
Ha paura di qualcosa, Burioni? Ha qualche altarino da nascondere o conflitti d'interesse da tenere ben celati? Oppure cosa? Siamo in attesa di concrete risposte.   

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lunedì 20 agosto 2018

Il vaccino può causare autismo. Lo dice il bugiardino.

Una delle reazioni avverse ai vaccini può essere l'autismo. Non lo dice Giorgio Tremante, non lo dice il complottista di turno, lo dice direttamente il bugiardino di un vaccino trivalente prodotto dalla Sanofi-Pasteur. Sta lì, nella lista delle reazioni avverse, infilato distrattamente fra le convulsioni e la cellulite.
Dal bugiardino del vaccino Tripedia, che potete scaricare direttamente dal sito della FDA (* vedi sotto) americana, leggiamo:
"Adverse events reported during post-approval use of Tripedia vaccine include idiopathic thrombocytopenic purpura, SIDS, anaphylactic reaction, cellulitis, autism, convulsion/grand mal convulsion, encephalopathy, hypotonia, neuropathy, somnolence and apnea."

Traduzione: "Reazioni avverse denunciate durante l'utilizzo post-approvazione del vaccino Tripedia includono: purpura trombocitopenica idiopatica, sindrome da morte improvvisa del lattante, reazione anafilattica, cellulite, autismo, convulsioni/epilessia, encefalopatia, ipotonicità, neuropatie, sonnolenza, interruzione del respiro." [...]
Il bugiardino fa poi seguire una frase molto ambigua: "Events were included in this list because of the seriousness or frequency of reporting. Because these events are reported voluntarily from a population of uncertain size, it is not always possible to reliably estimate their frequencies or to establish a causal relationship to components of Tripedia vaccine."
Traduzione: "Questi casi sono stati inclusi nella lista per la loro gravità o per la frequenza delle denunce. Poichè questi episodi sono stati riferiti volontariamente da un numero imprecisato di persone, non è sempre possibile stimare in modo affidabile la loro frequenza o stabilire una relazione causale con i componenti del vaccino Tripedia."
In altre parole: arrivano queste denunce, ma noi le mettiamo semplicemente in un cassetto, senza contarle nè verificarle. Inoltre, anche se questi disturbi sono elencati fra le "reazioni avverse" al nostro vaccino, non è possibile dimostrare che il vaccino ne sia la causa. Quindi noi continueremo a produrlo. Però intanto ci pariamo il culo, e se per caso vuoi denunciarci per aver causato l'autismo a tuo figlio, noi potremo sempre dire che ti avevamo avvisato.
Massimo Mazzucco
PS: Il bugiardino dice anche: "The vaccine is formulated without preservatives, but contains a trace amount of thimerosal." Traduz.: "Il vaccino è preparato senza conservanti, ma contiene quantità tracciabili di Thimerosal." Ricordate, i famosi "trace amounts" del Thimerosal "scomparso"?
* AGGIORNAMENTO 23/5/17: Il documento è stranamente scomparso dal sito della FDA. Ora lo si può trovare su Wayback Machine