mercoledì 30 giugno 2021

L’incubo della caduta di Saigon tornerà a Kabul?


Molti di noi hanno avuto un incubo ricorrente. Sai quello. In una nebbia tra il sonno e il risveglio, stai cercando disperatamente di fuggire da qualcosa di orribile, una minaccia incombente, ma ti senti paralizzato. Poi, con grande sollievo, ti svegli improvvisamente, coperto di sudore. La notte successiva, o la settimana successiva, però, ritorna lo stesso sogno.

Per i politici della generazione di Joe Biden quell’incubo ricorrente era Saigon, 1975. Carri armati comunisti che dilaniavano le strade mentre le forze amiche fuggivano. Migliaia di alleati vietnamiti terrorizzati martellano alle porte dell’ambasciata degli Stati Uniti. Elicotteri che strappano americani e vietnamiti dai tetti e li sboccano sulle navi della Marina. Marinai su quelle navi, ora piene di profughi, che spingono in mare quegli elicotteri da un milione di dollari. Il più grande potere sulla Terra mandato nella più lugubre delle sconfitte.

Allora tutti nella Washington ufficiale cercarono di evitare quell’incubo. La Casa Bianca aveva già negoziato un trattato di pace con i vietnamiti del Nord nel 1973 per fornire un “intervallo decente” tra il ritiro di Washington e la caduta della capitale sudvietnamita. Mentre la sconfitta incombeva nell’aprile 1975, il Congresso si rifiutò di finanziare altri combattimenti. Un senatore di primo mandato quindi, lo stesso Biden ha detto : “Gli Stati Uniti non hanno l’obbligo di evacuare uno, o 100.001, sud vietnamiti”. Eppure è successo comunque. In poche settimane Saigon cadde e circa 135.000 vietnamiti fuggirono, producendo scene di disperazione impresse nella coscienza di una generazione.

Ora, come presidente, ordinando un ritiro di cinque mesi di tutte le truppe statunitensi dall’Afghanistan entro l’11 settembre, Biden sembra desideroso di evitare il ritorno di una versione afghana di quello stesso incubo. Eppure quel “decente intervallo” tra la ritirata dell’America e il futuro trionfo dei talebani potrebbe benissimo dimostrarsi indecentemente breve.

I combattenti dei talebani hanno già conquistato gran parte delle campagne, il controllo del governo afghano sostenuto dagli americani a Kabul, la capitale, un meno di un terzo  di tutti i distretti rurali. Da febbraio, quei guerriglieri hanno minacciato i principali capoluoghi della provincia del paese – Kandahar, Kunduz, Helmand e Baghlan – stringendo sempre più il cappio attorno a quei bastioni governativi chiave. In molte province, come ha riportato di recente il New York Times , la presenza della polizia è già crollata e l’esercito afghano sembra a ridosso.

martedì 29 giugno 2021

L’Apocalisse è vicina


L’Apocalisse deve essere vicina. Sono d’accordo con Henry Kissinger – Sulla guerra fredda con la Cina. Il vecchio reprobo non ha torto su questo, tranne che in enfasi.

 

La fine deve essere vicina, perché sono d’accordo con Henry Kissinger su qualcosa. In effetti, “la fine” è esattamente ciò su cui sono d’accordo con Kissinger. L’ex segretario di stato, in una video apparizione con l’altrettanto esecrabile ex senatore Joe Lieberman, ha detto questo sulle relazioni USA / Cina:

“È il problema più grande per l’America; è il problema più grande per il mondo. Perché se non riusciamo a risolverlo, il rischio è che in tutto il mondo si sviluppi una sorta di guerra fredda tra Cina e Stati Uniti “.

 

Kissinger ha aggiunto:

“Abbiamo sviluppato la tecnologia di un potere che è al di là di ciò che chiunque immaginava anche 70 anni fa. E ora, alla questione nucleare si aggiunge la questione hi-tech, che nel campo dell’intelligenza artificiale, nella sua essenza si basa sul fatto che l’uomo diventa partner delle macchine e che le macchine possono sviluppare il proprio giudizio ”.

lunedì 28 giugno 2021

Byoblu Newsletter: PRONTI A VINCERE LA BATTAGLIA DELL'INFORMAZIONE, IN 3 MOSSE (importante da leggere condividere).



CI SONO TRE COSE CHE PUOI FARE

Ecco quello che stiamo facendo tra un servizio e un'intervista

clicca sull'immagine per guarda il video, o clicca qui.

Due mesi fa abbiamo iniziato una nuova avventura, mai tentata prima da cittadini semplici privi di capitali ma ricchi di entusiasmo, onestà e amore per la libertà. E per questo abbiamo fatto i salti mortali per inaugurarla il 25 aprile, il giorno della liberazione, sul canale 262 del digitale terrestre. Anche se non eravamo pronti. Ma si è mai davvero pronti? È stata una grande festa per tutti: è nata "Byoblu Tv", la prima TV al mondo interamente finanziata dai cittadini. Sapevamo di doverci rimboccare le maniche, consapevoli di aver posto solamente il primo mattone di una grande casa ancora tutta da costruire.

Arrivano i nuovi studi!

Da quel giorno non ci siamo fermati un attimo. Quello che si vede da fuori, tutti i video e i servizi che produciamo, è solo la punta dell'iceberg di quello che stiamo facendo dietro le quinte. Si tratta della quiete prima della tempesta. Dietro alla ristretta inquadratura delle telecamere ci sono uomini e donne che ogni giorno danno il massimo, fino allo stremo, per consegnarvi in tempo le chiavi della casa che abbiamo comprato, prima che arrivi un inverno ormai alle porte.

Nei prossimi giorni vedrete il primo TG registrato finalmente nei nuovi studi di Byoblu. Poi arriveranno i talk show, gli speciali, i confronti che nessuno ha mai osato fare… Noi non scendiamo da quel ring, finché voi sarete lì in piedi, tutti intorno, a sostenerci con la nostra stessa determinazione e con la stessa grinta. Vogliamo una cosa sola: restituirvi la voce in un mondo che non fa altro che cercare di togliervela.

Una televisione che sarebbe piaciuta a San Francesco

E mentre i cittadini gridano forte il loro incoraggiamento, intorno al ring, cosa fanno i cronisti, la federazione, i grandi sponsor? Da loro non una parola su questo epico incontro. Se non di denigrazione. La nostra colpa? Non abbiamo chiesto un centesimo alla politica, non abbiamo chiesto prestiti alle banche, non abbiamo chiesto i soldi alle Ong, né finanziamenti ai filantropi o fondi all'Unione Europea. Se non chiedi i loro soldi, non possono controllarti, ecco il peccato originale che non possono perdonarci. Ma noi non crediamo che un'ennesima televisione controllata serva alla democrazia più di quanto una nuova catena serva a rendere uno schiavo libero. Per questo crediamo nel finanziamento popolare, per questo viviamo di donazioni. Cittadini tra i cittadini. Solo così possiamo pensare solo a voi, quando scriviamo i nostri servizi. Solo così possiamo meritare la vostra fiducia.

Bisogna essere disposti a perdere tutto, per vincere tutto.

Io però mica lo so, quando vi chiedo un'offerta, se quest'offerta me la darete o no. Magari vi abbiamo stufato. Forse non siamo all'altezza. Oppure siamo troppo lenti, o troppo pochi… Quando si lancia una sfida bisogna essere disposti anche a perderla. Per perdere bisogna prima almeno essersi battuti e, se c'è una certezza, è che tutti – noi e voi – ci stiamo battendo. Non basta criticare il sistema: bisogna essere disposti ad ergersi e guardarlo dritto negli occhi, a incassare ogni sorta di accusa e di minacce e restare lì, in piedi, senza arretrare. "Siam pronti alla morte" non è solo uno slogan da gridare con la mano sul petto sopra a un campo da calcio. Bisogna essere pronti davvero a perdere. Perché solo se costringi il sistema a salire su quel ring con te, e non scappi mai, fino alla fine, allora neanche lui sarà poi così sicuro di vincere. Saprà, per la prima volta, di non essere invulnerabile, di non essere immortale. E diventerà ancora più cattivo. Quello sarà il momento in cui lui sarà più debole, e noi più forti.

Costi e ricavi

Adesso vi dico come possiamo continuare a stare in piedi, su quel ring. Innanzitutto facciamo un po' di conti.

Da quanto siamo diventati una Tv nazionale, le spese vive sono passate da cento ad oltre duecentomila euro al mese. Questo mese volge ormai al termine: dal primo di giugno ad oggi abbiamo speso 125.787 euro. Ma oggi si pagano gli stipendi (41 mila euro per 16 dipendenti) e le fatture di collaboratori e fornitori (altri 50 mila euro almeno). Subito dopo arriveranno i costi anticipati di trasmissione per luglio (altri 50 mila euro) e così via… Poi, entro due settimane, conosceremo l'esito definitivo dei due ricorsi d'urgenza contro la chiusura, da parte di Google/Youtube, dei nostri due canali, Byoblu (con oltre mezzo milione di iscritti) e Byoblu24. Ci sono già costati 15 mila euro, ma se soccomberemo diventeranno 40 mila. Anche senza queste uscite extra, in totale a giugno siamo già a 217.121 euro di spese.

Vediamo i ricavi adesso. Dalle donazioni finora a giugno sono arrivati 61 mila euro, dagli abbonamenti 24 mila. La vendita dei libri ha fruttato eccezionalmente 25 mila euro (vecchie fatture del mese di febbraio), e dunque, insieme a qualche banner pubblicitario, siamo a circa centoventimila euro di ricavi.

Questo mese siamo ancora sotto di centomila euro.

Atteggiamento mentale e concentrazione

Non vi spaventate: è normale per una nuova attività. All'inizio i costi sono tanti, e i ricavi ancora pochi. In realtà, per una azienda appena nata, già così seguita e con questa mole di transazioni, se la Tv dei cittadini fosse una delle tante avventure dei famosi angeli dell'investimento (le scommesse dei venture capitalist) tutti starebbero gridando al trionfo e starebbero riversando un enorme mole di quattrini in quella che evidentemente è una televisione che funziona, capace di generare ricavi, senza debiti e che in prospettiva non può che crescere, se consideriamo che questo risultato viene conseguito senza che nessuno dei circuiti economici tradizionali ci aiuti, ma che anzi ci mettono i bastoni tra le ruote. Come Google, che dopo avere rimosso il nostro canale da Youtube perché aveva troppo successo, in maniera del tutto sleale, immotivata e contro le norme sulla libera concorrenza ci impedisce di fare pubblicità sul sito.

Sappiamo perché lo fanno e non ci interessano le scuse: non si va in giro con il dito puntato ad accusare il mondo cattivo, così come non si può invocare il fair play in battaglia. I vigliacchi cercano scuse e noi non lo siamo. Se vogliamo essere i migliori lo dobbiamo dimostrare. E i migliori lo saremo solo se andremo avanti senza arrenderci, a testa alta, accettando la sfida e lavorando per costruire un nuovo modello in grado di sostituire quello vecchio, che non ci piace. Come in Jurassic Park, non importa quanto gli scienziati brutti e cattivi tentino di controllare la natura: la vita vince sempre. E la verità alla fine trionfa.

Tre modi concreti per ribaltare il tavolo e vincere

La buona notizia è che abbiamo dimostrato al mondo che tutti insieme, uniti, non abbiamo bisogno di nessuno. E allora ecco cosa fare. Se credete che in Italia ci sia bisogno di una televisione diversa, e se credete che noi possiamo realizzarla e che ce la stiamo mettendo veramente tutta, avete tre modi per aiutare la Tv dei cittadini. Non vi resta che scegliere il vostro.

1. Con una donazione

Questa è la strada maestra. Byoblu vive di donazioni da 14 anni. È l'economia del dono, la filosofia secondo la quale a dare si riceve molto di più che a prendere. È così che abbiamo comprato, tutti insieme, la televisione dei cittadini, ed è così che possiamo andare avanti nell'immediato, facendola crescere, fino a quando non sarà autonoma. Se potete, per favore, non pensateci su due volte, e donate. Questo è il link per donare con carta di credito: https://www.byoblu.com/sostienibyoblu/ Oppure, se volete fare un bonifico, usate queste coordinate:

CONTO INTESTATO A: BYOBLU EDIZIONI SRL SEMPLIFICATA
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BIC/SWIFT: SELBIT2BXXX
CAUSALE: Donazione libera alla Tv dei Cittadini

E se non avete niente da donare, la TV dei cittadini sarà sempre libera per voi e potrete guardarla gratuitamente, perché l'informazione deve essere di tutti. Vi chiediamo solo di condividere questo appello a tutti i parenti, gli amici e i conoscenti che avete. Più siete a darci una mano, e più il cambiamento avverrà in fretta.

2. Acquistando spazi pubblicitari

In aggiunta a una tv che raggiungesse tutti gli italiani, a fine 2020 vi avevamo promesso anche una concessionaria di pubblicità etica. Ricordate? Oggi abbiamo una televisione nazionale. Seguitissima. Non sappiamo esattamente da quante persone, ma sappiamo che sono tante. Ovunque andiamo c'è chi ci saluta, chi ci stringe la mano, chi ci ringrazia e chi ci chiede di non scendere dal ring. Per contarli l'Auditel non va bene, non ancora, perché il nostro pubblico non fa zapping e non è composto da quel genere di persone che installano scatoline per fare le rilevazioni automatiche dei canali sintonizzati. Il nostro pubblico la televisione l'aveva buttata, e l'ha ricomprata solo per noi.

Sul canale 262 trasmettiamo tutto il giorno. Abbiamo un palinsesto che diventerà sempre più ricco (con il vostro aiuto) e possiamo offrire spazi pubblicitari alle aziende italiane che non delocalizzano, che non sfruttano i lavoratori, che hanno prodotti sani, che fanno bene, convenienti. Queste aziende su Byoblu possono trovare un mercato immenso, fatto da cittadini (e non consumatori) motivati a sostenere una nuova economia, premiando chi la incentiva. Se hai un'azienda che si qualifica per il rispetto di questi principi, non pensarci due volte: scrivici e acquista il tuo spazio. I prezzi? È la tv dei cittadini, quindi sono popolari! Fare la nostra parte, oggi, è un imperativo morale categorico, se vogliamo che le cose cambino. Quindi se hai un'attività anche piccola e puoi permetterti un piccolo budget, non esitare, chiamaci o scrivici: 02 28187533adv@byoblu.com. E se non ti rispondiamo subito chiamaci di nuovo. Abbiamo anche due offerte immediate su contenuti di valore che potresti trovare molto interessanti.

3. Vendendo e acquistando sul nuovo marketplace

E poi c'è la terza novità. L'ultima promessa per il 2021 era il marketplace, cioè un mercato digitale dove vendere e comprare beni sostenibili, alimentando un circuito fatto di economia buona e di prossimità. Ecco, anche la terza promessa sta per essere soddisfatta. A giorni debutterà la piattaforma di commercio elettronico di Byoblu. Se non vi piace Amazon, è qui che dovrete venire per vendere e comprare.

Se siete produttori, se vi fate in quattro per essere corretti, per non sfruttare nessuno, per non violare la legge, per pagare le tasse prima di tutti gli altri, se fate ogni sforzo per essere in regola e offrire beni di valore, puliti, anche migliori dei vostri concorrenti, se volete essere i primi a imbarcarvi in un'avventura potenzialmente esplosiva, mettendo in vetrina i vostri prodotti nel grande mercato di Byoblu, cosa state aspettando? Inviate immediatamente una email a venditori@byoblu.com, indicando il nome della vostra azienda, la vostra categoria merceologica, un link ai vostri prodotti, un catalogo, un listino di esempio e un modo per essere ricontattati. Se corrisponderete ai requisiti di idoneità per essere protagonisti di un'economia buona, che sia basata sul lavoro, sul territorio e non sulla finanza speculativa – ad esempio – potrete essere tra i primi a beneficiare della domanda e dell'offerta che il grande pubblico di Byoblu saprà alimentare, premiando le aziende e i produttori che non si tirano indietro e hanno il coraggio di osare. Come noi. Insieme a noi.

E tutti gli altri, a casa: fate la spesa su Byoblu!

Il mondo può cambiare, se sapremo immaginarne uno migliore.

Sogniamo un futuro prossimo dove la nuova pubblicità etica e la nuova piazza del mercato ormai al debutto possano alimentare da soli l'informazione indipendente, liberando risorse da destinare a sostenere tutti quelli che si stanno impegnando per rompere il muro del conformismo e della paralisi delle idee, congelate da un'oligarchia di potere che impedisce le buone trasformazioni sociali per preservare i suoi privilegi.

Queste – le donazioni, la pubblicità e il marketplace – sono le tre chiavi che renderanno possibile, tutti insieme, spalancare la porta dietro alla quale ci attende una società nuova, che non può che passare da una televisione libera e indipendente. Quella che metterà in soffitta le tv e i giornali che non ci piacciono, staccando per tutti noi un biglietto verso un mondo nuovo, a misura d'uomo e non di macchina, governato dalle idee e non dagli algoritmi.

Scegliete di donare, di portare la vostra pubblicità su Byoblu e di scambiare i vostri beni sulla nuova piattaforma in arrivo, e tutti insieme continueremo a combattere per il nostro diritto di esistere ed esprimere un mondo a nostra immagine e somiglianza. Non è il momento di arrendersi. ma quello di stringere i denti e sostenere la sfida.

Fino alla fine.

Come sempre, grazie.
Claudio Messora

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p.s. le decisioni dei giudici sui due ricorsi contro la chiusura di Byoblu e di Byoblu24 verranno prese dopo l'udienza del 30 giugno per quanto riguarda il canale Byoblu24, e dopo l'8 luglio per quanto riguarda il canale storico con oltre mezzo milione di iscritti: Byoblu. Quando avremo in mano le ordinanze, vi relazioneremo dettagliatamente. Non mollate.

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LA PIRAMIDE DI MASLOW. LA MAPPA PER IL CONTROLLO DEI POPOLI


Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una gerarchia di bisogni, disposti a piramide, in base al quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è condizione necessaria per fare emergere quelli di ordine superiore.
I bisogni fondamentali, una volta soddisfatti, tendono a non ripresentarsi, mentre i bisogni sociali e relazionali rinascono con nuovi e più ambiziosi obiettivi da raggiungere.
Ne consegue che l’insoddisfazione, sia sul lavoro, sia nella vita pubblica e privata, è un fenomeno molto diffuso che può trovare una sua causa nella mancata realizzazione delle proprie potenzialità.

Per Maslow, infatti, l’autorealizzazione richiede una serie di caratteristiche di personalità, competenze sociali e capacità tecniche, ovvero una di una vita degnamente vissuta. Alla base della piramide ci sono i bisogni essenziali come la sopravvivenza, mentre salendo verso il vertice si incontrano i bisogni più immateriali.

sabato 26 giugno 2021

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 25 giugno 2021



Focus
 
 



In breve

 
Yalta II − Washington dovrebbe rinunciare alla "Guerra senza fine"
 

 
Yalta II – Gli Stati Uniti ritirano i missili Patriot dal Medio Oriente
 

 
L'ITIF analizza la strategia economica cinese
 

 
Alla vigilia di Yalta II, Putin riafferma l'alleanza russo-cinese
 

 
Yalta II: Israele senza i discepoli di Jabotinsky
 

 
Yalta II: quale destino per Taiwan
 

 
Yalta II - il Libano in area russa
 
Controversie
 
 

 
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venerdì 25 giugno 2021

L '"Agenda Segreta" della cosiddetta Elite e il vaccino mRNA COVID

Articolo importante e tempestivo, pubblicato per la prima volta il 10 aprile 2020

"The International" è il canto di battaglia famoso in tutto il mondo del movimento operaio socialista. La versione inglese del testo originale francese recita:

"Svegliati, dannati di questa terra, che sono ancora costretti a morire di fame! (…) Esercito di schiavi, svegliati! (…) Popoli, ascoltate i segnali! Alla battaglia finale! Non c'è nessun essere supremo, nessun Dio, nessun imperatore o tribuno a salvarci. Per farci uscire dalla nostra miseria, questo è qualcosa che possiamo fare solo da soli ".

Questo appello fu rivolto al movimento operaio internazionale dopo la violenta repressione della Comune di Parigi nel maggio 1871. Non fu emesso alla sentenza "Elite" degli sfruttatori e degli oppressori.

Tuttavia, è proprio questa cosiddetta élite che sembra soffiare oggi all'ultima battaglia, in quanto sta cercando di ridurre la popolazione (spopolamento) attraverso una "vaccinazione protettiva di massa" obbligatoria. La composizione patogena o addirittura mortale di questo vaccino, che conterrà anche Nano-chip per controllare l'umanità , è stata certamente già mescolata nei laboratori segreti del mondo.

Anche l'eutanasia attiva di concittadini anziani e malati per mezzo di sonniferi forti e oppiacei ha già messo in cammino queste figure oscure.

Allo stesso modo una ridistribuzione mondiale della ricchezza generale dal basso verso l'alto, dai poveri ai super ricchi. Dovremmo noi cittadini di questo mondo, ricordando questi piani della cabala, non ricordare a chi fu effettivamente rivolta la chiamata per la battaglia finale?

Due di questi "cittadini del mondo" che sono coinvolti in tali piani sinistri sono l'ex Segretario di Stato americano e vincitore del Premio Nobel per la Pace Henry Kissinger e il ricco imprenditore e mecenate americano Bill Gates.

Più di 50 anni fa, Kissinger era Segretario di Stato e capo del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti e autore del, 

" Secondo il memorandum, lo spopolamento dovrebbe essere" la massima priorità nella politica estera degli Stati Uniti verso il Terzo Mondo ", (...) perché" l'economia degli Stati Uniti ha bisogno di grandi e crescenti quantità di materie prime dall'estero, specialmente dai paesi meno sviluppati "( Eggert, W. (2003). Le epidemie pianificate AIDS - SARS e ricerca genetica militare. Monaco, p. 64)

In un articolo di opinione per il "Wall Street Journal", Kissinger ha chiesto

"Un primo passo per sviluppare 'nuove tecniche e tecnologie per il controllo delle infezioni e vaccini appropriati per grandi popolazioni'. (…) In una seconda fase, l'attenzione dovrebbe ora concentrarsi sulla "guarigione delle ferite dell'economia globale". (citato in RT Deutsch )

I cittadini del mondo dovrebbero quindi - che lo vogliano o no - essere vaccinati e, inoltre, dovrebbe essere verificato se hanno rispettato questo obbligo di vaccinazione.

Nell'articolo di RT appena citato, il vincitore del premio Nobel per la pace Kissinger viene anche definito un criminale di guerra perché, in quanto artefice dell'aggressione degli Stati Uniti contro il Vietnam e altre operazioni segrete segrete della CIA, è responsabile della morte di milioni di persone.

Vaccinazione

Kissinger e la The Bill and Melinda Gates Foundation sembrano concordare sulla questione della "vaccinazione di protezione di massa". Il 31 marzo 2020, il "Washington Post" ha pubblicato un articolo di opinione di Gates in cui descrive la sua visione di vaccinare le persone in tutto il mondo:

"Per porre fine alla malattia, avremo bisogno di un vaccino sicuro ed efficace. Se facciamo tutto bene, potremmo averne uno in meno di 18 mesi - il più veloce che un vaccino sia mai stato sviluppato .

Ma creare un vaccino è solo metà della battaglia. Per proteggere gli americani e le persone in tutto il mondo, dovremo produrre miliardi di dosi. (Senza un vaccino, i paesi in via di sviluppo corrono un rischio ancora maggiore di quelli ricchi, perché è ancora più difficile per loro fare le distanze fisiche e le chiusure.)

Possiamo iniziare ora costruendo le strutture in cui verranno prodotti questi vaccini. Poiché molti dei migliori candidati sono realizzati utilizzando attrezzature uniche, dovremo costruire strutture per ciascuno di essi, sapendo che alcuni non verranno utilizzati. Le società private non possono assumersi questo tipo di rischio, ma il governo federale sì. È un grande segno che l'amministrazione abbia stretto accordi questa settimana con almeno due aziende per prepararsi alla produzione di vaccini. Spero che seguiranno altri accordi.

Nel 2015, in un discorso TED , ho esortato i leader mondiali a prepararsi a una pandemia nello stesso modo in cui si preparano per la guerra - eseguendo simulazioni per trovare le crepe nel sistema. Come abbiamo visto quest'anno, abbiamo ancora molta strada da fare. Ma continuo a credere che se prendiamo le decisioni giuste ora, informati dalla scienza, dai dati e dall'esperienza dei professionisti medici, possiamo salvare vite umane e riportare il paese al lavoro.

Il programma di vaccinazione è correlato all'obiettivo di ridurre la popolazione mondiale?

In questo contesto, ricordiamo il motto illuminista di Kant " Sapere aude!":  "Abbi il coraggio di usare il tuo intelletto!"

*

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Il Dr. Rudolf Hänsel è uno psicologo laureato e pedagogista.

Global Research 10 aprile 2020

giovedì 24 giugno 2021

Lettera aperta di ex militari: un complotto contro la Repubblica? di Thierry Meyssan


Negli ultimi tre anni la Francia ha attraversato due grandi crisi, cui non è stata data risposta: la messa in discussione della globalizzazione da parte dei Gilet Gialli e la denuncia da parte dei sindacati di polizia del disgregamento dello Stato. Entrambe non hanno ricevuto risposte adeguate alla sostanza dei problemi sollevati. Sebbene le ragioni di coloro che hanno suonato l’allarme siano condivise da tutti, è impossibile discuterne pubblicamente. Così la democrazia muore, non già per mancanza di confronto, ma perché si ergono tabù.

I Gilet Gialli contro la globalizzazione

Nel 2018 la Francia è stata scossa da un vasto movimento popolare, i Gilet Gialli. Nato da una protesta contro il rialzo delle imposte sulla benzina, molto presto si è palesato come contestazione degli effetti sociologici della globalizzazione degli scambi: scomparsa delle classi medie occidentali, emarginazione in zone rurali malservite [1].

Due settimane dopo l’inizio delle manifestazioni, gruppi non identificati si sono infiltrati nel movimento e l’hanno sabotato dall’interno. Così, dopo 15 giorni in cui tutti i manifestanti brandivano con fierezza la bandiera francese e cantavano la Marsigliese – cosa che da cinquant’anni non accadeva nelle manifestazioni popolari – teppisti incappucciati e vestiti di nero vandalizzavano l’Arco di Trionfo, in particolare la scultura della Marsigliese. Al processo che seguì si dimostrò come questo gruppo di provocatori non avesse alcun rapporto con i Gilet Gialli, che però furono gli unici a venire arrestati.

In mancanza di un leader che denunciasse l’infiltrazione, nel giro di un anno il movimento dei Gilet Gialli si smorzò progressivamente. Tuttavia, i problemi che erano all’origine permangono.

mercoledì 23 giugno 2021

Operazione Corona: i golpisti vorrebbero farla franca

Conte

Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.

In altre parole, anche il finale dovrà avere il sapore della farsa: avremo “sconfitto il virus” – si dirà – grazie ai sacrifici imposti con i lockdown, e poi soprattutto grazie alla vaccinazione di massa (imposta col ricatto, nonostante la Costituzione vieti di disporre Tso sulla base di farmaci ancora sperimentali). Tra tante voci eretiche, quella di Nicola Bizzi – storico e fondatore delle Edizioni Aurora Boreale – spicca per la precisione delle denunce solitarie, il tempismo delle previsioni e la lucidità delle analisi. Il saggio “Operazione Corona”, che oggi è il libro più censurato d’Italia, parla di un “colpo di Stato globale”: un golpe «finalizzato innanzitutto a un Grande Reset economico, finanziario e sociale, e in secondo luogo anche a una drastica riduzione delle libertà civili e democratiche, su scala planetaria». Secondo alcuni indizi doveva essere attuato solo nel 2022, ma a bruciare i tempi – nel settembre 2019 – sarebbe stata la crisi dei Repo, le compensazioni interbancarie tra banche centrali: non c’era più denaro per garantire i prestiti, e l’unica soluzione consisteva nell’arresto improvviso dell’economia, trovando un espediente adatto (il provvidenziale virus mediatico).

martedì 22 giugno 2021

Terrorismo e strage: Covid, la denuncia ai Pm di Roma

Franco Trinca

Associazione a delinquere, omicidio, strage e terrorismo: sono alcuni del capi di imputazione ipotizzati nel voluminoso dossier inoltrato alla Procura di Roma dal biologo Franco Trinca, assistito dagli avvocati Alessandro Fusillo e Francesco Scifo, quest’ultimo presidente dell’associazione European Consumers. Covid a mano armata: un’operazione criminale, deliberatamente pianificata e attuata per ottenere il massimo disastro possibile, facendo esattamente il contrario di quanto occorreva fare? Su questo i denuncianti non hanno dubbi, come anticipato il 21 aprile nella conferenza stampa alla Camera, su iniziativa di Sara Cunial. Il professor Trinca esibisce un faldone gigantesco: 80 pagine di prove, dove ogni affermazione è accuratamente documentata. «Lo sottoponiamo all’autorità giudiziaria – afferma – invitando il magistrato a valutarne i gravissimi profili penali». Un invito anche ai cittadini: basta scaricare il dossier dal sito di Trinca, stamparlo in due copie a presentarlo alla prima caserma dei carabinieri, perché sia inoltrato alla magistratura inquirente.

Prima accusa: il Sars-Cov-2, agente della malattia Covid-19, «non è affatto arrivato in Italia come un “fulmine a ciel sereno”: il pericolo imminente di una pandemia da coronavirus diffusivo e potenzialmente pericoloso (se non curato tempestivamente e opportunamente) era stato ampiamente previsto e denunciato dall’Oms e dalla comunità scientifica internazionale». Non solo: «Le autorità sanitarie e governative italiane – questa l’accusa – non hanno compiuto le azioni dovute per preparare il paese e il sistema sanitario nazionale all’impatto con l’ondata pandemica». Come? «Specialmente con la medicina di territorio, come raccomandato dall’Oms». Per esempio: «Non è stato adeguato il piano pandemico risalente al 2006». Su questo, la Procura di Bergamo ha già aperto un’inchiesta giudiziaria, che fra l’altro ha messo sotto accusa Ranieri Guerra, ex dirigente del ministero della salute e poi direttore aggiunto dell’Oms. Peggio ancora: «Non è stato applicato nemmeno uno dei punti-chiave comunque previsti nel vecchio piano del 2006, che prescriveva la somministrazione tempestiva di farmaci antivirali e cure di supporto: non è stato fatto assolutamente nulla».

lunedì 21 giugno 2021

Borsa, il Vaticano ha scommesso e lucrato sul Covid

Enrico Crasso

E’ ufficiale: il Vaticano ha incassato un bel po’ di soldi, dalla pandemia, speculando in Borsa e giocando d’anticipo sugli eventi. «Abbiamo investito in un fondo che prevedeva dei rischi ambientali, di guerra: non avremmo mai pensato a una pandemia», dice il broker Enrico Crasso, nell’intervista video rilasciata a “Report” nella puntata in onda il 17 maggio e anticipata sul profilo twitter del programma televisivo di RaiTre. «Abbiamo investito circa l’8% del patrimonio, cioè 4 milioni, proprio in uno strumento di questo genere, e credo veramente che sia stata un’ottima strategia», spiega Crasso. «Poi purtroppo è scoppiata la pandemia, e questo fondo ha cominciato a salire tantissimo». Con le sue dichiarazioni, Crasso spiega come avrebbe investito alcuni capitali della Segreteria di Stato vaticana che – secondo la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci – negli anni si sarebbero stati affidati proprio a lui e al suo fondo d’investimenti “Centurion”, che avrebbe ricevuto circa 400 milioni di euro da gestire.

Dalla sua villa sul lago di Lugano, in Svizzera, rispondendo alla domanda se tutti gli investimenti siano stati fatti d’accordo con la Segreteria di Stato vaticana, Crasso non ha esitazioni: «Nulla è stato fatto di nascosto». Il fondo in questione, che garantiva profitti altissimi in caso di crisi geopolitiche o pandemiche grazie alla speculazione sulle valute internazionali – ricorda “La Nuova Padania” – è il Geo-Risk gestito dalla banca d’affari Merrill Lynch, che dopo i primi mesi di pandemia (con i rendimenti schizzati alle stelle) ha poi dovuto addirittura chiuderlo. «Dovranno rispondere di questo – protesta Crasso – perché a febbraio, quando la pandemia scoppiò, il fondo fece un salto, facendo quasi il 20% in un solo giorno». Aggiunge il manager finanziario di fiducia del Vaticano: «Nel periodo successivo, non dico che avrebbe triplicato il valore, ma lo avrebbe almeno raddoppiato».

domenica 20 giugno 2021

Blog Emanuela Orlandi: Nuovo articolo e Sit-In per Emanuela





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Continua la narrazione degli eventi che hanno caratterizzato la vicenda della scomparsa:
 
GENNAIO - LUGLIO 1984

Come di consueto ricorderemo il giorno della scomparsa di Emanuela con un Sit-in che si terrà a Roma il 22 giugno in Largo Giovanni XXIII dalle 18,00 alle 20,00.