venerdì 30 aprile 2021

JOE BIDEN / ALTRO CHE TRUMP! ECCO STRANAMORE


Solo pochi mesi fa si narrava del pazzo Trump capace di premere il pulsante della guerra atomica.

Adesso, a due mesi dal suo insediamento sulla poltronissima della Casa Bianca, Joe Biden dà di matto e fornisce performance come perfetto dottor Stranamore.

Da autentico gangster sbronzo le parole pronunciate nei confronti di Vladimir Putin, che replica con garbo, ridicolizzando l’avversario.

Da noi tutti genuflessi davanti al capo Usa che dà i numeri.

A cominciare dal super politologo d’Oltreoceano, Federico Rampini, che nel salotto serale di Barbara Palombelli trova legittime e giuridicamente corrette le espressioni da bar di periferia mafiosa griffate Biden. “Si riferiva al caso Navalny”, minimizza il bretellato.  Ovvero il pupazzo manovrato dagli Usa, miracolosamente guarito dopo il tremendo veleno somministratogli dagli 007 russi, agenti segreti che più sgarrupati non si può.

Secondo altri, quel ‘killer’ affibbiato dal capo senza capo Usa si riferiva alle super-presunte interferenze russe per le ultime presidenziali. Un Russiagatebis, ottimo e abbondante per distrarre gli americani dai crimini quotidiani perpetrati con ben maggior virulenza dalla nuova amministrazione statunitense: Yemen, Siria (festeggiano i 10 anni, gli yankee), Afghanistan (si brinda per i 20 anni) dove le truppe d’occupazione militare – secondo l’accordo firmato da Donald Trump – dovrebbero cominciare a sloggiare dal primo maggio, ma non lo faranno certo, secondo la nuova dottrina Biden. La quale sta aprendo tutti i fronti possibili di guerra, dando fuoco alle polveri, dalla Russia alla Cina e a tutto il sempre più bollente calderone mediorientale.

E ad appena 24 ore dalle vergognose parole pronunciate contro il capo del Cremlino, Biden fa subito capire quale sarà “il prezzo da pagare”, tanto per cominciare.

In tempo reale, infatti, il Dipartimento di Stato Usa minaccia di sanzioni tutte le società coinvolte nella costruzione del Nord Stream 2 a meno che non abbandonino subito il lavoro.

Una strategica infrastruttura che l’amministrazione Usa non riesce a digerire, perché attraverso la fornitura di gas consolida i rapporti economici e non solo tra Russia ed Europa, a cominciare dalla Germania.

Significative le parole del neo Segretario di Stato, Anthony Blinken: “Il Dipartimento ribadisce il suo avvertimento che qualsiasi entità coinvolta in Nord Stream 2 è a rischio di sanzioni statunitensi e deve abbandonare immediatamente i lavori sul gasdotto”.

Il Dipartimento del Tesoro ha già incluso in due elenchi di sanzioni – tanto per fare un esempio eclatante – la russa ‘Fortuna’, nave posatubi impegnata nella realizzazione del gasdotto, nonché il suo proprietario, la società KVT-RUS.

giovedì 29 aprile 2021

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 28 apr 2021



Réseau Voltaire
Focus
 
 



En bref

 
La Turquie pourrait être à nouveau dans la ligne de mire du Pentagone
 

 
Tchad : les alliés de la France se seraient entretués
 

 
Le « syndrome de La Havane » est imputable à une arme nouvelle (Pentagone)
 

 
Les corrompus au Venezuela ne sont pas ceux que l'on croit
 

 
Les 12 méga-donateurs de la politique US
 

 
L'Administration Biden finance l'enseignement du « 1619 Project »
 

 
La signification de la condamnation de Derek Chauvin
 

 
Le gouvernement britannique a tenté de voler de l'argent au Venezuela
 

 
Sortie du rapport rwandais sur le rôle de la France dans le génocide
 

 
Plus de troupes US en Syrie et de mercenaires US en Afghanistan
 

 
Londres adapte ses lois à l'espionnage moderne
 
Controverses
 
 
Fil diplomatique

 
Déclaration d'Emmanuel Macron et Félix Tshisekedi sur le Tchad
 

 
Lettre ouverte d'anciens militaires à nos gouvernants
 

 
Réaction turque à la reconnaissance US du génocide arménien
 

 
Joe Biden rend hommage aux victimes du génocide arménien
 

 
Déclaration de Josep Borrell sur des activités criminelles de la Russie
 

 
Le conflit du Tigré
 

 
 
abonnement    Réclamations
 
 

DAL MEMORANDUM 200 AI GIORNI NOSTRI. OLTRE MEZZO SECOLO DI FALLIMENTI DELL’INGEGNERIA DEMOGRAFICA


Sappiamo oramai che malthusianesimo e depopolazionismo sono state e sono ancora fra le linee guida del pensiero politico di certe élite occidentali da più di un secolo. Lo si vede nel sostegno, da parte del capostipite della dinastia petro-finanziaria Rockefeller1, all’organizzazione abortista e di controllo delle nascite denominata Planned Parenthood Federation, fondata dall’attivista M. Sanger negli anni ‘10 del Novecento. Lo si evince nell’adesione dei socialisti aristocratici della Fabian Society, ben inseriti per generazioni nei circuiti internazionali che contano e nell’industria culturale, a idee di malthusianesimo e riduzione pianificata della popolazione (Bertrand Russell, H.G. Wells, Bernard Shaw, Julian Huxley, primo segretazione dell’Unesco, perfino John M. Keynes).

Che questa linea di pensiero, risultante in un misto di malthusianesimo, darwinismo sociale e positivismo, fosse dettata da reali preoccupazioni di gestione del rapporto fra popolazione e risorse (assai poco allarmante nella seconda metà del XIX secolo, agli albori movimento fabiano) o da posizioni piuttosto ideologiche di natura elitista ed eugenetica, oltre a un sincero disprezzo razzista verso le classi inferiori tanto evidente in scrittori come H.G. Wells, e Aldous Huxley, fratello dello stesso Julian, è cosa che sicuramente meriterebbe una certa riflessione. Molto più banalmente, poteva essere la risposta alla crescita di consapevolezza, numero, e organizzazione delle classi proletarie e sottoproletarie, da parte delle centrali del potere oligarchico che nella crescita numerica delle classi sottoposte potevano vedere una minaccia sociale, politica e financo militare alla propria egemonia, fuori dalla portata della loro capacità di controllo e cooptazione del movimento operaio. Un preciso calcolo degli equilibri di forza fra alto e basso, potrebbe essere stato il nucleo pragmatico del pensiero distopico dei depopolazionisti oligarchici, la ricerca di un punto di ottimo fra la richiesta di una massa industriale di riserva (oggi sempre più inutile) e quella di un limite al numero dei sottoposti, cioè maggiore probabilità di controllo in caso di rivolte, minore richiesta di sussidi di povertà e disoccupazione. Questa marca di fabbrica utilitarista troverebbe conferma nell’ampio accoglimento che questa metafisica sociale ha riscosso specificamente in area anglosassone.

mercoledì 28 aprile 2021

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 28 apr 2021



Rete Voltaire
Focus
 
 



In breve

 
La Turchia potrebbe essere di nuovo nel mirino del Pentagono
 

 
Ciad: gli alleati della Francia si sarebbero ammazzati tra loro
 

 
La "sindrome dell'Avana" imputabile a una nuova arma (Pentagono)
 

 
In Venezuela i corrotti non sono quelli che si crede
 

 
I 12 mega-finanziatori della politica USA
 

 
L'amministrazione Biden finanzia l'insegnamento del {1619 Project}
 

 
Il significato della condanna di Derek Chauvin
 

 
Il governo britannico ha tentato di rubare denaro al Venezuela
 

 
Esce il rapporto del Ruanda sul ruolo della Francia nel genocidio
 

 
Più truppe USA in Siria e più mercenari USA in Afghanistan
 

 
Londra adatta le leggi allo spionaggio moderno
 

 
Russia: fermo di un diplomatico ucraino
 
Controversie
 
 

 
abbonamento    Reclami
 
 

SUL CONTENUTO DEL LAPTOP DI HUNTER BIDEN


Jack Maxey dice a LifeSite che il laptop fornisce una “visione oscura” della pressione che la famiglia Biden stava esercitando su Hunter per essenzialmente “monetizzare l’ufficio di Joe Biden”.

Jack Maxey, ex co-conduttore di War Room di Steve Bannon, racconta delle sue ricerche sul laptop Hunter Biden.

Nei mesi che circondano le elezioni e in seguito, mentre molti attuali ed ex leader di governo negli Stati Uniti stavano etichettando come “FALSE” le informazioni contenute nel laptop, Maxey, Rudy Guiliani e molti altri hanno spinto fuori la verità sulla corruzione nella famiglia Biden. Maxey dice che, sebbene i contenuti siano stati bollati come falsi e siano stati persino chiamati “disinformazione russa”, il laptop è stato confermato come “100% reale” da “diversi agenti della CIA… un ex appaltatore della NSA, e esperti di sicurezza informatica. “

martedì 27 aprile 2021

Perché la Nato dieci anni fa demolì la Libia, di Manlio Dinucci


Sebbene il Pentagono avesse già avviato la distruzione sistematica delle strutture statali dei Paesi del Medio Oriente Allargato, soltanto l’urgenza finanziaria spiega che sia toccato anche alla Libia, all’epoca alleata di Washington.

Dieci anni fa, il 19 marzo 2011, le forze Usa/Nato iniziano il bombardamento aeronavale della Libia. La guerra viene diretta dagli Stati Uniti, prima tramite il Comando Africa, quindi tramite la Nato sotto comando Usa. In sette mesi, l’aviazione Usa/Nato effettua 30 mila missioni, di cui 10 mila di attacco, con oltre 40 mila bombe e missili. L’Italia – con il consenso multipartisan del Parlamento (Pd in prima fila) – partecipa alla guerra con 7 basi aeree (Trapani, Gioia del Colle, Sigonella, Decimomannu, Aviano, Amendola e Pantelleria); con cacciabombardieri Tornado, Eurofighter e altri, con la portaerei Garibaldi e altre navi da guerra. Già prima dell’offensiva aeronavale, erano stati finanziati e armati in Libia settori tribali e gruppi islamici ostili al governo, e infiltrate forze speciali in particolare qatariane, per far divampare gli scontri armati all’interno del Paese.

Viene demolito in tal modo quello Stato africano che, come documentava nel 2010 la Banca Mondiale, manteneva «alti livelli di crescita economica», con un aumento del pil del 7,5% annuo, e registrava «alti indicatori di sviluppo umano» tra cui l’accesso universale all’istruzione primaria e secondaria e, per oltre il 40%, a quella universitaria. Nonostante le disparità, il tenore medio di vita era in Libia più alto che negli altri paesi africani. Vi trovavano lavoro circa due milioni di immigrati, per lo più africani. Lo Stato libico, che possedeva le maggiori riserve petrolifere dell’Africa più altre di gas naturale, lasciava limitati margini di profitto alle compagnie straniere. Grazie all’export energetico, la bilancia commerciale libica era in attivo di 27 miliardi di dollari annui.

lunedì 26 aprile 2021

ARIECCOLI / DALLA TAV AL TERZO VALICO, TUTTI I PREDONI DEGLI APPALTI MILIONARI


Maxi inchiesta della procura di Genova sulle gare d’appalto truccate per la realizzazione del Terzo Valico ferroviario, soprattutto quelle dei tunnel tra la Liguria e il Piemonte.

Il gup, accogliendo la richiesta dei pm Paola Calleri e Francesco Paolo Cardona, ha appena rinviato a giudizio 30 persone, tra cui pezzi da novanta delle costruzioni e di tutta la nomenklatura che detta legge sul fronte dei lavori pubblici.


Incredibile ma vero, si tratta di quegli stessi personaggi che ritroviamo in altre maxi inchieste a partire da inizio anni ’90, i quali l’hanno regolarmente fatta franca in tutti i procedimenti giudiziari che li hanno visti coinvolti.

La prima inchiesta della Voce dove li possiamo trovare tutti insieme appassionatamente è di novembre 1993: la bellezza di 28 anni fa, nel corso dei quali lorsignori hanno potuto tranquillamente scorazzare nelle praterie dorate degli appalti, gestendo immense quantità di danari pubblici.

Lo stesso copione va in scena oggi, con le gare per il Terzo Valico tra la Liguria e il Piemonte. Anche stavolta gare taroccate, anche stavolta una maxi inchiesta che documenta fatti e misfatti, anche stavolta concreto rischio flop per la solita, miracolosa prescrizione, grazie alla quale, come al solito, saranno tutti felici e contenti. E soprattutto impuniti e liberi di continuare ad usare i danari dello Stato per i loro sporchi comodi.

 

PROTAGONISTI IN CAMPO

Partiamo dalle news. E ricorriamo a una delle rare fonti, l’Ansa, visto che la vicenda è stata snobbata dai media, ormai allineati e coperti nella più totale disinformazione.

Ercole Incalza

“Tra i rinviati a giudizio – batte l’Ansa – Pietro SaliniAd di Webuild (accusato di turbativa d’asta); Giandomenico Monorchio (turbativa d’asta e corruzione), imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea(quest’ultimo inquisito per turbativa d’asta, avrebbe fatto da sponsor al figlio); Ettore Incalza (turbativa d’asta), storico ‘grand commis’ delle maxi opere, che si sarebbe speso per Monorchio. Tra gli altri imprenditori figurano Stefano Perotti Duccio Astaldi”.

Continua il dispaccio Ansa. “Nel mirino della procura è finito il sistema con cui venivano smistati gli appalti da parte del general contractor individuato dallo Stato per la realizzazione dell’opera (53 chilometri di cui 37 sotterranei, valore superiore ai 6 miliardi di euro). Tutto ruota intorno al ‘Cociv’, consorzio formato in origine da Salini-Impregilo, Società Condotte d’Acqua e Civ, il general contractor che ha gestito un fiume di danaro pubblico”.

domenica 25 aprile 2021

Byoblu Newsletter: DA OGGI L'INFORMAZIONE IN ITALIA È LIBERA! Leggi Subito.


Ve l'avevamo promesso a fine anno. Poi siamo stati oscurati da Youtube e abbiamo accelerato. Noi vi abbiamo chiesto, e voi ci avete dato. Mai fiducia fu meglio riposta! Non credete?

Da oggi, alle 15, inauguriamo il nostro/vostro nuovo canale nazionale sul digitale terrestre. Oggi, il 25 aprile, l'informazione è libera!

Ecco quello che dovete fare per vederlo:

1) rifate subito la sintonizzazione automatica del vostro TV
2) cercate il canale "byoblu", al numero 262
3) aspettate le 15 e intanto... Spargete la voce!
 
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venerdì 23 aprile 2021

IL PROGETTO TERRAMAR DI GHISLAINE MAXWELL



Mouthy Buddha ha creato questo pezzo agghiacciante, basato sulla ricerca di Memory Hold.

Secondo il New York Times , il Terramar Project era “un’organizzazione opaca che non aveva uffici, non dava sovvenzioni ad altre organizzazioni” e poco dopo l’arresto di Jeffrey Epstein, Terramar annunciò ufficialmente la sua chiusura.

Ma qual era il progetto Terramar? A prima vista, sembrerebbe che l’ormai famigerata Ghislaine Maxwell avesse un debole per l’ambiente. Si potrebbe benissimo concordare con il sentimento di proteggere l’ambiente ma, come stiamo per vedere, il Terramar Project di Maxwell non si limitava a “proteggere gli oceani”, ma a controllarli e possederli.

Coloro che si sono associati e che hanno finanziato il Progetto Terramar includevano molti di coloro che dal 2016 riconosciamo come collegati al traffico sessuale di minori, tra cui la Fondazione Clinton, James Alefantis della cometa Ping Pong, John Podesta e Tamera Luzzatto, insieme a molti altri appartenenti all’alta società.

giovedì 22 aprile 2021

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 22 apr 2021

Rete Voltaire
Focus
 
 
 



In breve

 
Il governo britannico ha tentato di rubare denaro al Venezuela
 

 
Esce il rapporto del Ruanda sul ruolo della Francia nel genocidio
 

 
Più truppe USA in Siria e più mercenari USA in Afghanistan
 

 
Londra adatta le leggi allo spionaggio moderno
 

 
Russia: fermo di un diplomatico ucraino
 

 
Interessi israeliani, statunitensi e turchi attaccati a Erbil
 

 
La Turchia recluta jihadisti per mandarli in Ucraina
 

 
Il presidente Biden annuncia il ritiro dei GIs dall'Afghanistan
 

 
Cuba inizia la fase tre di sperimentazione di due vaccini anti-Covid
 

 
Il Donbass in pericolo
 

 
L'associazione che vuole giudicare al-Assad è una truffa
 
Controversie
 
 

 
 
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