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sabato 27 gennaio 2024

Night Will Fall (Perché non scenda la notte)




"Alla fine della guerra ho fatto un film che doveva mostrare la realtà dei fatti avvenuti nei campi di concentramento nazisti. Atroce. Era ancora più atroce del peggior film d'orrore. Nessuno lo ha voluto vedere. Ma quel film non mi ha più abbandonato".
Alfred Hitchcock

Night Will Fall, prodotto dal regista Stephen Frears e diretto da André Singer, documentarista, docente universitario, nonché presidente del Royal Anthropological Institute, è un'operazione unica nel suo genere. Il film è basato su materiale interamente inedito. Raccoglie le prime testimonianze visive degli orrori filmati dai cineoperatori all'interno dei campi di concentramento (in particolare, dal campo tedesco di Bergen-Belsen) all'indomani della loro liberazione. Si tratta di immagini girate dalle forze inglesi, russe e americane, che l'allora Ministro delle Comunicazioni britannico e successivamente fondatore della Granada Television, Sydney Bernstein, incaricò di riunire, assieme a numerose interviste ai sopravvissuti allo sterminio, in un documentario che testimoniasse, in modo inequivoco e una volta per tutte, l'indicibile vastità dei crimini perpetrati dal regime nazista ai danni delle comunità ebraiche e di tutta l'umanità. Furono allora chiamati a partecipare grossi nomi dell'Intellighenzia britannica, quali i cineasti Alfred Hitchcock e Stewart McAllister ed il futuro Capo di Gabinetto Richard Crossman. Dopo aver visionato le immagini riprese dai soldati britannici e russi nel '45 a Bergen-Belsen, Hitchcock rimase lontano dai Pinewood Studios per una settimana, traumatizzato e sotto shock. Nelle intenzioni degli Alleati, il film avrebbe dovuto essere proiettato al popolo tedesco per mostrare di cosa fosse stato corresponsabile, ma si ritenne poi che fosse meglio non colpevolizzare e scioccare troppo i Tedeschi per avviare una fruttuosa collaborazione con la Germania post-nazista.

Il film, che contiene immagini particolarmente crude - rimase così dimenticato negli archivi di stato britannici per decenni, fino a quando, nel 1985, fu riscoperto da un ricercatore nell'Imperial War Museum e poi trasmesso dal canale tv britannico PBS Frontline. Adesso è stato restaurato integralmente in digitale ed arricchito di ulteriore materiale inedito e di interviste ai sopravvissuti del campo e ai cinegiornalisti che girarono quell'orrore.

Regia di André Singer

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giovedì 21 dicembre 2023

Delitto in Vaticano




E' la sera del 4 maggio 1998. Nel cuore del Vaticano, in un elegante appartamento a pochi passi dalle stanze del Santo Padre, vengono scoperti tre cadaveri. Sono quelli di Alois Estermann, nominato quello stesso giorno comandante delle Guardie Svizzere, di sua moglie Gladys Meza Romero, e del vice-caporale Cedric Tornay.
Il più piccolo Stato del mondo si scopre improvvisamente vulnerabile.

La versione ufficiale è rapidissima e lapidaria: Cedric Tornay ha ucciso i coniugi e poi si è tolto la vita.

Ma le cose andarono proprio così? Quale sarebbe il movente del delitto? Perché il Vaticano chiude tanto rapidamente l'inchiesta? E chi sono davvero Alois Estermann, Gladys Meza Romero e Cedric Tornay?

Enigma prova a far luce sui tanti misteri che a undici anni di distanza avvolgono ancora quei delitti.

In studio, con Corrado Augias, Muguette Baudat, madre di Cedric Tornay, Luc Brossollet, avvocato di Parigi, Marco Politi, vaticanista de la Repubblica, Giuseppe De Carli, direttore Rai Vaticano, Giorgio Faletti, scrittore giallista, Chiara Casadio, medico anatomopatologo, Manlio Averna, perito balistico, Roberta Tacconi, perito grafico.

web.archive.org/web/20090615073224/http://www.enigma.rai.it/category/0,1067207,1067002-1085691,00.html

lunedì 27 novembre 2023

Caso Kennedy: 60 anni di bugie



Nonostante siano emerse dozzine di prove a favore del complotto, e nonostante alcuni degli assassini abbiano confessato la loro partecipazione all'attentato di Dallas, le nostre televisioni continuano a raccontarci che fu Lee Harvey Oswald ad uccidere il presidente Kennedy.

www.youtube.com/watch?v=mLd96M-X71c

venerdì 24 novembre 2023

L'INTERVISTA SENZA FILTRI A OLIVER STONE ▷ DAL MISTERO JFK AI SIERI: "SPINTI DALLA SETE DI SOLDI"




Regista poliedrico e spirito libero, #OliverStone è diventato negli anni un simbolo del libero pensiero. L'autore, tra gli altri film, della pellicola "#JFK" (1991) che racconta - tra le altre cose - una realtà ora nota a tutti ma ancora tabù, sta contribuendo anche negli ultimi anni a farci capire le crepe dell'impero USA.
Un impero nel quale perfino il presidente è soggetto a poteri più invasivi. Nel film di Stone, per esempio, si mise in discussione la tesi dell'unico assassino di JFK: troppe cose non tornano, molte delle quali si era preso l'impegno Donald #Trump di rendere alla luce. Cosa che, alla fine, non viene fatta.

"Ovviamente gli ho chiesto anche questo", riferisce la giornalista Martina Pastorelli, che lo ha intervistato. Il resoconto è che dopo aver annunciato in pompa magna la pubblicazione di quei file, Trump fa improvvisamente marcia indietro "per aver subìto pressioni".
Oggi Biden continua a pubblicare documenti minori, mantenendo le altre carte secretate.

Ma Stone non si è occupato solo di JFK: "Ukraine on Fire è un film uscito nel 2016, ben prima dello scoppio della guerra tra Ucraina e #Russia. Lui lì mostra come è stato costruito il nemico, come si sono mistificati i fatti prima che l'#Ucraina diventasse un campo di battaglia funzionale agli interessi americani".

E Stone è fuori dal coro anche sull'ultimo triennio: "Sono vaccinato tre volte", dice a Pastorelli, "chiunque valuti la questione dei vaccini è del covid deve ammettere che è confusa. I rimedi casalinghi non funzionali al governo sono stati rinnegati, ma con me l'ivermectina ad esempio ha funzionato. E' questo il problema è diventato illegale dubitare".

Ascoltate le sue parole ai microfoni di #MartinaPastorelli.

www.youtube.com/watch?v=gxOJUFgfZ1U

lunedì 24 ottobre 2022

“Vatican Girl”: Netflix riapre il caso Emanuela Orlandi con la serie-choc

Dal Kgb alla banda della Magliana, passando per le molestie sessuali: la docuserie che indaga su uno dei grandi misteri d'Italia

E’ tuttora irrisolto il caso di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno del 1983 dalla Città del Vaticano, dove viveva con la famiglia, e mai più ritrovata. ll “cold case” è il tema della nuova docu-serie di Netlfix, “Vatican Girl – La scomparsa di Emanuela Orlandi”, realizzata dalla società di produzione inglese RAW con il contributo di testimoni dell’epoca e giornalisti che hanno seguito il caso, come Andrea Purgatori.

Vatican Girl – le testimonianze choc di Pietro Orlandi e dei familiari

Un altro volto noto è quello di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che non si è mai arreso e continua a cercare la sorella. O almeno, come ribadisce in maniera straziante, di un corpo sul quale la famiglia possa piangere. La docu-serie ripropone tutti i documenti accumulati negli anni, comprese le misteriose telefonate del misterioso “americano” e dei nastri agghiaccianti, con le comunicazioni dei rapitori, la voce della giovane Emanuela e quello che sembra essere l’audio di una tortura.

venerdì 12 agosto 2022

Kursk Trappola mortale



Il mondo intero assiste impotente alla tragedia dei 118 membri dell'equipaggio, intrappolati nel relitto, in attesa di soccorsi che non arriveranno mai. Ma come è affondato il Kursk? È stato davvero un incidente? E perché non è stato possibile salvare nessuno? Giovanni Minoli ripercorre la storia del sommergibile diventato una trappola mortale.

mercoledì 20 luglio 2022

USTICA 42 ANNI DOPO / IN ARRIVO I DOCUMENTI “DESECRETATI” DA USA E FRANCIA. E’ LA SVOLTA?


A 42 anni dalla strage di Ustica siamo arrivati al paradosso.

Da un lato la verità, finalmente, può essere più vicina, perché a quanto pare sono stati una buona volta ‘desecretati’ tutti i documenti francesi e americani ottenuti dopo estenuanti rogatorie internazionali. Documenti – se integrali e autentici, ma soprattutto non taroccati – che provano quanto è successo nei  cieli e nei mari di Ustica: cosa cioè ha causato l’esplosione del DC 9 Itaviaprovocando la morte di 81 passeggeri.

Ma c’è un secondo, clamoroso fronte che si sta aprendo.

Una fantomatica ‘Associazione per la Verità sul Disastro di Ustica’, promossa dall’ex Dc Carlo Giovanardi e dall’ex generale Leonardo Tricarico, ha appena presentato un esposto alla Procura di Bologna chiedendo che venga aperta una nuova inchiesta. E hanno presentato un dossier che riprende la vecchia (e depistante) pista della ‘bomba’ a bordo dell’Itavia e di due misteriose piste che portano al ‘terrorismo’.

Come mai salta fuori proprio adesso questo ‘esposto’ che rischia di gettar molto fumo in un contesto in cui finalmente pare si possa arrivare a delle conclusioni, cioè alla procura di Roma dove    si trova il fascicolo processuale aperto da quasi 15 anni, cioè dal 2008?


ABBIAMO LE CARTE! ESULTA DARIA BONFIETTI

Non ha dubbi Daria Bonfietti, la storica presidente della altrettanto storica ‘Associazione dei familiari delle vittime di Ustica’, che adesso vede spuntare questa fantomatica neo sigla per la Verità su Ustica: “L’iniziativa di presentare un nuovo esposto a Bologna – spara forte Bonfietti – è una autentica provocazione, una chiara manovra di depistaggio, e contiene una serie di menzogne, a cominciare dalla bomba a bordo, una storia trita e ritrita che ha fatto perdere anni ed è servita solo a sviare le indagini”.

domenica 20 marzo 2022

UCCISI DUE VOLTE / 42 ANNI FA L’OMICIDIO DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN


Ventidue anni dal tragico assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, massacrati a Mogadiscio il 20 marzo 1994.

Uccisi due volte, non solo da quei killer e soprattutto dai mandanti ‘eccellenti’ rimasti regolarmente a volto coperto: ma anche da una giustizia che ha solo depistato in modo clamoroso e, soprattutto, vergognoso.

La Voce ha dedicato decine di inchieste al caso. Potete rileggerne alcune cliccando sui link in basso.

 

SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA

Trascorrono anni e anni di indagini ‘scientificamente’ a vuoto, con decine di inquirenti che si rimbalzano, in modo macabro, i fascicoli bollenti.

Solo il primo magistrato incaricato delle indagini, Giuseppe Pititto, aveva visto giusto e cominciato a percorrere le piste ad hoc: molto pericolose, perché arrivavano a toccare ambienti istituzionali. Quella toga, perciò, andava subito rimossa: ed è così che, per incanto, Pititto diventa ‘ambientalmente incompatibile’ e viene trasferito in un altro distretto giudiziario.

lunedì 9 agosto 2021

Il nuovo documentario sull’assassinio di JFK di Oliver Stone


I media dell’establishment stanno celebrando strani film sessualmente carichi al Festival di Cannes, ma non riconosceranno nemmeno l’incursione di Oliver Stone nel caso dell’omicidio del presidente John F. Kennedy. Mi chiedo perché?

La scorsa settimana, Oliver Stone ha presentato in anteprima il suo nuovo documentario sull’assassinio di Kennedy dal titolo ‘ JFK Revisited: Attraverso il looking glass’ , al festival di Cannes.  

Penseresti che Stone , il polarizzante due volte vincitore del premio Oscar per la miglior regia, il cui film JFK ha creato un tale furore da portare il governo degli Stati Uniti ad approvare il JFK Assassination Records Collection Act del 1992, la presentazione in anteprima di un controverso documentario sull’assassinio di JFK a Cannes sarebbe stata una grande notizia. Ti sbaglieresti. 

venerdì 6 agosto 2021

Rumor: restiamo uomini, non subiamo questa dittatura

Negli ultimi decenni, l’Europa è stata effettivamente unita, anche se non sul piano politico. Cos’è avvenuto, dagli anni ‘70 in poi? Il piano europeista iniziale, sia quello dei fondatori nascosti (occulti), sia quello dei realizzatori ufficiali, è stato considerevolmente modificato. Lo stesso politologo Giorgio Galli, che ha scritto insieme a me e a Loris Bagnara il libro “L’altra Europa”, ha offerto una serie di opinioni per interpretare le variazioni di percorso, svolte da quella “struttura interna” dell’Unione, negli ultimi tratti del secolo scorso e nei primi di quello attuale. Io stesso non ho mai smesso di pormi domande, ben sapendo che ci troviamo a che fare con qualcosa di molto elusivo, e a mio parere anche pericoloso, per la civiltà odierna. Sintetizzo: il piano politico di riorganizzazione dell’Occidente, che è la parte centrale della Struttura descritta da Maurice Schumann, sembra aver subito uno spostamento. Vi sono molti motivi per ritenere che quel piano sia stato revisionato, dopo che ha prevalso, nella Struttura, quel cosiddetto Contingente Americano. Il riferimento non è alla nazione statunitense, ma ai fautori dei liberismo.

Il liberismo proviene da una certa mentalità anglosassone: è piuttosto aggressivo, pervasivo. Questo ha ampliato e anche trasformato il progetto originario, realizzandone uno più vasto, che chiamerei “l’occidentalizzazione del mondo”. Un obiettivo raggiunto utilizzando il Paolo Rumorfattore dell’accentramento economico. Il progetto unionista autentico, che mirava solo all’area del Mediterraneo e voleva riprodurre una situazione arcaica, ha fatto un salto di livello: ha abbandonato l’Unione a se stessa. Attualmente non si rivolge più alle nazioni o alla politica: le scavalca, facendo leva espressamente sugli organismi finanziari globali. Il traguardo finale sembra essere una sorta di dittatura planetaria, condotta anche mediante computer “intelligenti”. In questa visione, gli Stati perdono influenza, e ne acquistano invece i super-Stati trasversali, ossia le alleanze capitalistiche mondiali. E’ quel processo che è stato chiamato Quarta Rivoluzione Industriale: consiste nel ridimensionamento della vita politica e sociale, nella centralizzazione del controllo del potere, nello svuotamento della mediazione politica e dei partiti.

lunedì 14 giugno 2021

“SUICIDIO” DETTORI / IL GIALLO DELL’“AGENTE” FRANCESE SPARITO


Il giallo del “suicidio” di Mario Alberto Dettori, il maresciallo dell’Aeronautica trovato impiccato ad un albero sette anni dopo la tragedia di Ustica.

Giorni fa il gip del tribunale di Grosseto, Marco Mezzaluna, ha archiviato il caso, nato cinque anni fa, nel 2016, in seguito alla denuncia “contro ignoti” dei familiari della vittima, che hanno sempre parlato di omicidio, escludendo con forza e con convinzione che il maresciallo abbia mai potuto pensare di togliersi la vita.

Giancarlo Dettori. Sopra, il gip Marco Mezzaluna

Taglia corto adesso il gip toscano: “Ritiene questo giudicante che il decesso del Dettori sia da attribuire ad un gesto suicidiario, senza responsabilità alcuna di terze persone, non esistendo agli atti alcun elemento che possa anche solo lontanamente portare a ritenere che la morte sia stata dovuta ad un omicidio o comunque ad un intervento di terze persone, così come già escluso dal Giudice Istruttore che ebbe ad indagare sul disastro di Ustica”.

Niente di nuovo, nessun passo avanti, nessun elemento interessante venuto a galla in tutti questi anni, vale a dire dalle prime indagini del giudice istruttore Rosario Priore degli anni ’80 fino ad oggi. E’ questa la realtà giudiziaria (non) emersa.

Ma la famiglia non si arrende, e replica a muro duro, come abbiamo riportato nell’inchiesta di pochi giorni fa. Non vuole più la Verità, perché ormai acclarata, e tale da non esser vista solo da chi non vuol vedere; ma la Giustizia, mai affiorata, e soprattutto per onorare la memoria di un eroe, fino ad oggi poco celebrato, perché la sua storia non ha mai avuto la ribalta delle cronache, quasi dimenticata dai media.

martedì 18 maggio 2021

Non furono i partigiani a decidere la fine di Mussolini

Mussolini

Giustiziato dai partigiani, il 28 aprile 1945? A correggere la “vulgata” sulla fine del Duce provvedono ormai in tanti. Tra questi, un giornalista come Luciano Garibaldi, autore di veri e propri “scoop”, negli anni Novanta. La sua ricostruzione: Mussolini (già condannato a morte due anni prima da Roosevelt e Churchill, secondo Enrico Montermini, come conferma un’intercettazione telefonica della Gestapo) fu “venduto” ai partigiani dal generale Wolff delle SS, ormai accerchiato dagli alleati. A loro volta, i partigiani – che catturarono il dittatore a Dongo, senza che la scorta militare tedesca opponesse resistenza – fu assassinato poco dopo su ordine di 007 inglesi, accorsi sul Lago di Como per far tacere per sempre il Duce e far sparire i documenti che aveva con sé: provavano il complotto ordito con Churchill, fino all’ultimo, per convincere Hitler a deporre le armi in Europa, per poi fare fronte comune contro l’Urss. Doveva morire anche Claretta Petacci – dice Garibaldi – perché era al corrente di tutto. Bisognava impedire che Mussolini e la donna parlassero, con gli americani o anche solo coi giornalisti che stavano affluendo da mezzo mondo per tentare di intervistarlo, dopo la notizia della sua cattura. La celebre fucilazione partigiana a Giulino di Mezzegra? Sarebbe stata soltanto una macabra messinscena: Mussolini era già morto, da ore.

In un documentario televisivo trasmesso una decina di anni fa, il partigiano Roberto Remund ricorda: nel sollevare il cadavere di Mussolini si accorse che era assolutamente rigido. Sarebbe stato impossibile, se fosse stato davvero fucilato appena un’ora prima, alle ore 17, davanti al cancello di Villa Belmonte, a Giulino di Mezzegra. Significa che era stato fucilato almeno 10 ore prima, ovvero in mattinata. Altra contraddizione clamorosa nel racconto di Lia De Maria, la contadina a casa della quale, dal “capitano Neri” (il partigiano Luigi Canali), erano stati condotti Benito Mussolini e Claretta Petacci. La donna dichiarò che i due prigionieri, a pranzo, avevano mangiato polenta, latte, pane, salame e frutta. L’autopsia sul cadavere di Mussolini, condotta da Caio Mario Cattabeni, stabilì che Mussolini aveva lo stomaco vuoto. Questo sarebbe verosimile se Mussolini fosse stato ucciso, appunto, in mattinata (non nel pomeriggio). Ancora più clamorose le contraddizioni in cui sono caduti i tre protagonisti della presunta fucilazione: Walter Audisio (il famoso “colonnello Valerio”, che avrebbe sparato la raffica di mitra contro Mussolini), Michele Moretti (il partigiano “Pietro”) e Aldo Lampredi (”Guido”, uno dei massimi esponenti del Cln).

lunedì 14 settembre 2020

GIALLO ALPI / SEMPRE SEGRETO IL NOME DELL’AGENTE SISDE CHE SA TUTTO. PERCHE’?



Giancarlo Marocchino. In apertura Ilaria Alpi
Spuntano documenti inediti della CIA sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Li rivela l’Espresso con un’inchiesta firmata da Andrea Palladino. In un dossier dell’agosto 1993, in particolare, i servizi segreti a stelle e strisce segnalano un aumento dei flussi di armi diretti alle fazioni islamiste. E dettagliano il ruolo svolto dagli italiani in quei traffici illegali. Dalle carte emerge anche il nome dell’imprenditore Giancarlo Marocchino.
La Federazione Nazionale della Stampa chiede “alla Procura di Roma di acquisire ed esaminare i documenti della CIA”. Quella Procura di Roma che ha cercato di archiviare l’inchiesta, per volontà del pubblico ministero Elisabetta Ceniccola e del procuratore capo Giuseppe Pignatone.
Il gip capitolino Andrea Fanelli, però, si è opposto all’archiviazione e ha chiesto ulteriori indagini per far luce su 12 punti ancora oscuri. Un punto riguarda proprio la figura di Marocchino.
La prima richiesta di Fanelli è datata ottobre 2019. Se ne doveva sapere qualcosa dopo sei mesi di proroga delle indagini. Ma ad aprile nessuna novità. Il silenzio più totale, grazie forse anche al Covid.
Fanelli ha chiesto altri sei mesi? O cosa?

lunedì 27 gennaio 2020

Benzina sintetica e terzo reich



Il terzo reich non aveva una indipendenza energetica, ma era in grado di produrre la benzina sintetica! È stato questo il reale motivo della persecuzione degli ebrei? Per usarli come manodopera a costo zero e senza tutele per la salute in modo da ridurre i costi di produzione della benzina?

martedì 25 giugno 2019

Blog Emanuela Orlandi: Sit-in per Emanuela a 36 anni dalla sparizione

New article "Sit-in 2019"


Pubblicato un nuovo articolo nel Blog di Emanuela Orlandi 

Sit-in per ricordare Emanuela Orlandi nel giorno della scomparsa con foto e video dell'intervento di Pietro Orlandi.
Sit-in per Emanuela a 36 anni dalla sparizione



Buona lettura
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giovedì 2 agosto 2018

Stazione di Bologna e Ustica: due stragi collegate: tutti hanno visto tutti hanno taciuto

Franco Di Carlo - Riccardo Castagneri -  2 agosto 1980, una data che purtroppo evoca nell'immaginario collettivo una tragedia immane: la strage alla stazione di Bologna.
Anche quest'anno le solite passerelle, personalità delle istituzioni, della politica, le solite liturgie trite e ritrite "Si deve conoscere la verità". Naturalmente le promesse che, come sempre, si arriverà a conoscere i motivi, il perché di questa strage, senza però che nessuno ufficialmente ponga l'accento sui depistaggi che hanno contrassegnato questa, così come le altre stragi, soprattutto una: strettamente collegata.
Poco si è anche parlato del depistaggio in merito all'aereo militare libico, precipitato sulle alture della Sila, in Calabria. Aereo caduto la stessa sera della strage di Ustica, il 27 giugno 1980, e opportunamente ritrovato o meglio, fatto ritrovare il 18 luglio successivo, tre settimane dopo, con un cadavere evidentemente deceduto da tempo, mentre ne volevano far figurare la morte e la caduta del caccia, lo stesso giorno del ritrovamento.
Questo quale maldestro tentativo di depistaggio atto ad evitare collegamenti con quanto accaduto il 27 giugno precedente nei cieli di Ustica.
Il 2 agosto la strage alla stazione di Bologna, conseguenza della tragedia di quaranta giorni prima.
Tutti hanno visto, tutti hanno taciuto, e coloro che non hanno taciuto, uno ad uno sono morti in circostanze anomale, misteriose, omicidi irrisolti, incidenti stradali o aerei, suicidi, infarti improvvisi.
Continuando a depistare, raccontando inverosimili favole all'opinione pubblica, parlando di attentati terroristici. Fino ad arrivare per la strage del 2 agosto alla condanna di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, i quali pur essendosi autoaccusati di altri omicidi e scontando i relativi ergastoli , non hanno mai accettato di essere ritenuti i responsabili della strage di Bologna, dichiarandosi sempre del tutto estranei e innocenti.
Singolare, in merito a questa strage, la circostanza che il presidente dell'associazione familiari delle vittime, abbia fatto carriera politica perseveri nel sostenere l'insostenibile tesi del terrorismo di destra nostrano, senza capire o voler sentir parlare dei depistaggi di Stato che avvolgono la mattanza della stazione di Bologna.
Teoremi, sull'affaire Ustica, da quel 27 giugno 1980 ne sono stati elaborati un'infinità.
Le danze, macabre  hanno inizio a pochi giorni dalla tragedia, con la favola che il Dc9 fosse un aereo molto vecchio e quindi si era verificato un cedimento strutturale dovuto a pessima manutenzione: bugia grossolana.
Poi si inizia a parlare di atto terroristico con una bomba piazzata a bordo, precisamente nel bagno dell'aereo.
Ma come avviene nel caso di menzogne esagerate, certe verità cominciano ad emergere-
Gli inquirenti cominciano a sentire le persone che quella sera erano impegnate in attività di controllo, le indagini procedono ed emerge che nei primi anni 80 in Italia esisteva una loggia massonica segreta denominata P2 che faceva capo a Licio Gelli.
Loggia con una lista di nomi eccellenti: vi appartenevano generali di tutte le Forze Armate, Carabinieri, Guardia di Finanza, esercito, marina, aviazione, questori, qualche prefetto, uomini politici e imprenditori di chiara fama.
E ci si domanda ancora se nel Bel Paese ci sia la volontà di fare luce sulle stragi? Ecco la necessità di assemblare i depistaggi, per dare in pasto all'opinione pubblica fatti anni luce lontani dalla realtà.
Va ricordato che l'allora Capo dello Stato, Francesco Cossiga, dopo aver fatto visita a terroristi rossi e neri, in un'intervista aveva ammesso che a Bologna si erano attuati depistaggi, ma che in quel preciso contesto storico non si sarebbe potuto agire diversamente.
Questa l'Italia di allora, non così dissimile dall'Italia di adesso
Anche il giudice istruttore Rosario Priore, l'ultimo magistrato ad indagare sulle stragi del 1980, arrivò ad un passo dalla verità sulla strage di Ustica.
Priore si trovò di fronte a muri di gomma: militari estremamente riottosi a collaborare, Stati che si rifugiavano in sdegnati silenzi. Priore, tetragono e imperturbabile, ha continuato ad indagare fino al 1996, sino a quando da Londra rientrò in Italia un detenuto, per terminare di scontare una condanna subita in Gran Bretagna.
Il giudice Priore e il pm Giovanni Salvi lo sentirono e da quel momento si intravide uno spiraglio di verità sulle stragi di Ustica e Bologna, grazie ad un lungo e circostanziato racconto.
Considerata la gravità delle affermazioni, i due magistrati predisposero che il detenuto arrivato da Londra fosse trasferito in una struttura di massima sicurezza, temendo per la sua incolumità.
Quel detenuto era Franco Di Carlo, che dopo aver scontato 12 anni nelle carceri inglesi, aveva voluto tornare in Italia per il residuo di pena. Di Carlo cominciò a raccontare ai magistrati quanto aveva saputo sulle stragi di Ustica e Bologna.
L'ex boss di Altofonte per molti anni era stato ospite di diversi istituti di pena inglesi, dove aveva incontrato un arabo palestinese, Nizar Hindawi, che proveniva dai campi di addestramento libanesi, fino ad essere ammesso tra i ranghi dei servizi segreti siriani.
L'agente siriano ha condiviso con Franco Di Carlo i propri segreti e i mille misteri. Good Father, come rispettosamente lo chiamavano, intervenne perché Hindawi fosse lasciato in pace dalle guardie  e questi, si legò a lui riconoscente, raccontandogli la sua vita.
L'arabo fu una miniera di notizie sulle pagine più fosche della nostra Repubblica, la strage di Bologna e il mistero di Ustica.Hindawi svelò che i motivi dell'eccidio della stazione erano da ricercarsi nella strage dell'aereo Itavia  esploso in volo un mese prima.
La sera del 27 giugno i servizi di mezza Europa e la Cia avevano saputo che la Libia aveva preparato un piano di volo per il presidente Gheddafi, un viaggio segretissimo, che tanto segreto però non si rivelò e venne progettata l'eliminazione del Raìs.
I servizi italiani, americani e francesi pensarono di mettere un caccia sulla scia del velivolo sul quale volava Gheddafi e il volo Itavia avrebbe garantito l'invisibilità ai radar, ma qualcosa non funzionò a dovere, in quanto i servizi libici vennero avvisati e allertati.
Quella sera sul Mediterraneo si scatenò una battaglia, l'aereo americano venne intercettato dai libici, intervenne un secondo aereo che colpito, precipitò in mare, sino all'epilogo: il disastro di Ustica.
Lo stesso colonnello Gheddafi ammise, anni dopo, che Ustica aveva a che fare con un attentato alla sua persona.
Racconta Di Carlo "Ai libici non era andato giù che i servizi italiani e alcuni politici avessero complottato con gli americani per uccidere il colonnello. Programmarono un attentato per farcela pagare. Bologna non fu scelta a caso, era la città dal quale era partito l'aereo Itavia".
Depistaggi, trattative e mentalità mafiosa esistono e sempre sono esistite nel nostro Paese, verità emerse in tutta la loro evidenza, continuano ad essere negate e, nel contempo, si attacca coloro che lottano per la legalità, per affossare ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti.

giovedì 19 luglio 2018

Diario Civile - Paolo Borsellino Essendo Stato



Per la prima volta sullo schermo, le parole pronunciate da Paolo Borsellino davanti al C.S.M. che gli italiani non hanno mai ascoltato, raccontate da Ruggero Cappuccio.
Il 31 luglio del 1988 il giudice viene convocato davanti al C.S.M. a causa delle interviste rilasciate ai quotidiani "La Repubblica" e "L'Unità", nelle quali denunciava il preoccupante stato di smobilitazione del pool antimafia di Palermo. Borsellino, minacciato dall'ombra di imminenti provvedimenti disciplinari, parla per oltre quattro ore, dalle dieci alle quattordici, davanti al Consiglio Superiore, con straordinaria  lucidità, condannando con forza l'inadeguatezza dei mezzi di contrasto attivati dallo Stato contro la Mafia. Il pomeriggio dello stesso giorno verrà ascoltato il giudice Falcone.
Brani di queste audizioni tesissime, mai rese pubbliche integralmente, sono raccontate in "Paolo Borsellino Essendo Stato", il film documentario di Ruggero Cappuccio, in onda martedì 19 luglio alle 21.30 su Rai Storia. La puntata di "Diario Civile" si articola anche attraverso immagini di repertorio RAI ed interventi del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti.
Davanti al C.S.M. i due magistrati affrontano con chiarezza i delicatissimi temi inerenti l'assegnazione delle indagini, l'inserimento nel pool di nuovi giudici senza l'adozione di criteri di sicurezza, l'affidamento di procedimenti sulla criminalità mafiosa a magistrati estranei al pool. Dalle loro parole appassionate emergono i complessi scenari che fanno da sfondo alle indagini sul fenomeno mafioso, ma anche lo spirito di sacrificio di chi, pur accerchiato e consapevole delle occulte relazioni tra criminalità organizzata e Stato deviato, ha deciso di non arretrare.
Giovanni Falcone sarà ucciso quattro anni dopo quel 31 luglio, il 23 maggio 1992, nell'attentato di Capaci. Paolo Borsellino 57 giorni dopo di lui, in via D'Amelio, a Palermo. Proprio su via D'Amelio, sull'ultimo secondo di vita di Paolo Borsellino, il 19 luglio del 1992, e sulle dichiarazioni al C.S.M., si concentra il lavoro di Cappuccio, che dilata questo singolare residuo di tempo in un intenso film documentario, attraverso anche il contributo di alcuni filmati della Rai.
"Paolo Borsellino Essendo Stato" offre ai telespettatori anche uno spaccato della vita del giudice palermitano sospeso tra la realtà urbana e l'armonia perduta della Sicilia. Il tritolo e l'infanzia, il palazzo di giustizia e la spiaggia, il campo di calcio dove giocava da ragazzo con Giovanni Falcone, costituiscono la narrazione visiva di Paolo Borsellino che ricostruisce la propria vita di uomo e di magistrato sul confine tra la vita e la morte.

Diario Civile – Paolo Borsellino essendo stato
scritto, diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio
con l'introduzione del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti