sabato 29 giugno 2019

Nexus Edizioni: GLI APPUNTAMENTI ESTIVI DI NEXUS!


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In collaborazione con Nexus Edizioni
presenta

EVENTO DI FINE STAGIONE 2018/2019 DI BORDER NIGHTS RADIO


Domenica 30 giugno alle 15.00, Via Cal della Veia 30 (TV)

Tra gli ospiti della conferenza Tom Bosco e Tiziana Chiarion, rispettivamente direttore editoriale di Nexus New Times e direttrice editoriale di Nexus Edizioni.
Prenotazione obbligatoria al 347/7022919 (Sonia)
All'ingresso è richiesto un contributo di 10 € per sostenere l'evento
In serata buffet a cura di Mozzarisella e Siqut
in collaborazione con Nexus Edizioni
presenta

VIAGGIO IN... aperitivi con l'autore!

Aperitivo e conferenza con TOMMASO FURLAN

Mercoledì 3 LUGLIO 2019 ore 19.30
Golf Hotel, Vicenza.

VeraClasse in collaborazione con il Golf Hotel di Vicenza e Nexus Edizioni presenta una serie di serate incentrate su civiltà del mondo, archeologia, viaggi e misteri. 
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COME PARTECIPARE?
Serata con aperitivo e conferenza: quota di partecipazione 15 Euro
E' gradita la prenotazione.
Per informazioni 3475276046
eventi@veraclasse.it
E' uscito il numero 137 di Nexus New Times, approfittane per abbonarti alla rivista! 
E-Mail Facebook Twitter LinkedIn Google+
Per essere costantemente aggiornati sulle iniziative Nexus:
www.nexusedizioni.it - shop.nexusedizioni.it



TC, Nexus Edizioni srl Via Terme 51, Battaglia Terme, 35041 Padova IT
www.nexusedizioni.it

venerdì 28 giugno 2019

La verità raccontata da Andrew Wakefield – Diretta Byoblu da Padova



In esclusiva su Byoblu, arriva la diretta streaming di un evento molto atteso: per la prima volta in Italia, Andrew Wakefield, il dottore londinese che nel 1998, con uno studio scientifico pubblicato su The Lancet, osò mettere in dubbio la pratica delle vaccinazioni di massa. Il suo articolo gli costò la radiazione dall’Ordine dei medici e la gogna mediatica dell’informazione mainstream, ma le sue ragioni, raccontate in prima persona, sono in pochi a conoscerle.
Grazie all’impegno dell’associazione Corvelva potremo ascoltare direttamente dalla voce dell’uomo più odiato dall’establishment farmaceutico e scientifico internazionale, il dottor Andrew Wakefield, quale sia la sua versione di questo lungo, triste capitolo di una storia che riguarda da vicino la salute dei nostri bambini, ed avere così un quadro più obiettivo su quello che si nasconde dietro a uno dei più grossi scandali del XX secolo.

mercoledì 26 giugno 2019

VACCINI E AUTISMO / LE RICERCHE ALLA KEELE UNIVERSITY


Ricordate le feroci polemiche ad inizio gennaio per una ricerca su alcuni lotti di vaccini parzialmente finanziata dall’Ordine Nazionale dei Biologi? Si scatenò un putiferio perché i risultati iniziali erano da brividi, un autentico polverone sollevato da un gruppo di ricercatori capitanato dal padre di tutti i Pro Vax, Roberto Burioni.
In quei lotti venne trovato di tutto e di più, compresi addirittura i nocivi glifosati.
Alla Keele University, invece, proseguono in tutta tranquillità gli studi di una equipe coordinata dal professor Chris Exley, docente in chimica bio-organica. Si tratta di una delle più prestigiose università britanniche, a pochi chilometri da Newcastle.
Nel 2017 l’equipe ha pubblicato uno studio sull’alluminio trovato nei tessuti cerebrali di cinque piccoli pazienti affetti da autismo. Le conclusioni della ricerca sottolineavano come anche piccole quantità di alluminio contenute in alcuni vaccini inattivati – ad esempio quello per l’HPV, vale a dire il papilloma virus – possono causare “le più severe e disabilitanti forme di autismo”.
E’ uno dei nodi sui quali la comunità scientifica internazionale dibatte da anni. L’equipe del professor Exley, dopo quella ricerca, ha deciso di continuare ad approfondire la delicatissima materia.
Per questo motivo alla Keele Universityhanno attivato una piattaforma destinata alle donazioni su questi fronti avanzati della ricerca, una sorta di crowdfundingper contribuire a finanziare quegli studi.
Ma alla Keele– come risulta da un ampio reportage effettuato dal Guardian– tengono a sottolineare l’alto profilo scientifico delle ricerche che possono attivarsi attraverso il portale. “Siamo convinti della necessità e grande utilità sociale dei vaccini oggi – sottolineano – ma altrettanto convinti che su questo terreno vadano promosse le più ampie ricerche. E noi intendiamo garantire la qualità scientifica degli studi che possono essere aiutati dalle donazioni”.
La ricerca di Exley ha ricevuto una sorta di marchio di garanzia assegnato dal “Children’s Medical Safety Research Institute” statunitense, un alto organismo americano che si occupa della sicurezza nei vaccini.
“I danari che riceviamo – osserva Exley – servono per supportare i costi di base e far funzionare i nostri laboratori, a prescindere dal tipo di ricerca da svolgere”.
Le ultime donazioni ammontano ad un totale di circa 22 mila sterline. La gran parte di importo inferiore alle 100 sterline ciascuna.
Il nuovo sistema di donazioni brevettato alla Keeleè finalizzato – sottolineano i promotori universitari – a garantire “il massimo grado possibile di trasparenza”.

martedì 25 giugno 2019

Blog Emanuela Orlandi: Sit-in per Emanuela a 36 anni dalla sparizione

New article "Sit-in 2019"


Pubblicato un nuovo articolo nel Blog di Emanuela Orlandi 

Sit-in per ricordare Emanuela Orlandi nel giorno della scomparsa con foto e video dell'intervento di Pietro Orlandi.
Sit-in per Emanuela a 36 anni dalla sparizione



Buona lettura
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lunedì 24 giugno 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 21 giu 2019


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Il dittatore Mohamed Morsi è morto
 
Controversie

 
abbonamento    Reclami


La punizione finale di Julian Assange ricorda ai giornalisti che il loro lavoro è scoprire quello che lo stato tiene nascosto


Se faremo il nostro lavoro, renderemo pubblica quella stessa, vile menzogna dei nostri governanti che ha causato questo rigurgito di odio verso Assange, Manning e Snowden.
Comincio ad essere un po’ stanco dello US Spionage Act. Del resto, è  molto tempo che sono anche abbastanza stufo della saga di Julian Assange e di Chelsea Manning. Nessuno vuole parlare delle loro personalità perché sembra che a nessuno vadano molto a genio queste due persone, anche a chi aveva giornalisticamente tratto vantaggio dalle loro rivelazioni.
Sin dall’inizio, ero preoccupato dell’effetto Wikileaks, non sui brutali governi occidentali, le cui attività aveva rivelato con precisione sconvolgente (specialmente in Medio Oriente) ma sulla pratica del giornalismo. Quando Wikileaks aveva offerto a noi scribi questo piatto di minestra, ci eravamo saltati dentro, avevamo remato e schizzato le pareti del racconto con le nostre grida di orrore. E avevamo dimenticato che il vero giornalismo investigativo riguarda la costante ricerca della verità attraverso le proprie fonti personali, piuttosto che scodellare davanti ai lettori una vagonata di segreti, segreti che Assange e gli altri (e non noi) avevano scelto di rendere pubblici.
Come mai, ricordo di essermi chiesto quasi 10 anni fa, potevamo leggere le indiscrezioni su tanti Arabi o Americani, ma su così pochi Israeliani? Chi stava in realtà mescolando la zuppa che avremmo dovuto mangiare? Che cosa era stato lasciato fuori dal pastone?
Ma gli ultimi giorni mi hanno convinto che c’è qualcosa di molto più ovvio riguardo l’arresto di Assange e la nuova incarcerazione della Manning. E non ha nulla a che fare con il tradimento,  l’infedeltà o con qualsiasi altra presunta catastrofica minaccia alla nostra sicurezza.
Sul Washington Post di questa settimana, c’è un pezzo di Marc Theissen, un’ex scrittore di discorsi della Casa Bianca che aveva difeso l’uso della tortura da parte della CIA come “legale e moralmente giusta,” che ci informa che Assange “non è un giornalista. È una spia … Si è impegnato nello spionaggio contro gli Stati Uniti. E non ha rimorsi per il male che ha fatto.” Così facendo dimentica che la pazzia di Trump ha già fatto diventare un passatempo la tortura e le relazioni segrete con i nemici dell’America.
No, non penso che tutto questo abbia qualcosa a che fare con l’uso dello Spionage Act (per quanto gravi siano le sue implicazioni per i normali giornalisti) o i “rispettabili organismi di informazione,” come Thiessen stucchevolmente ci definisce. Né ha molto a che fare con i pericoli che queste rivelazioni avrebbero fatto correre agli agenti assoldati localmente in America e in Medio Oriente. Ricordo bene quanto spesso gli interpreti iracheni [che lavoravano] per le forze statunitensi ci dicessero di aver richiesto i visti [di espatrio] per loro e le loro famiglie quando erano stati minacciati in Iraq, e come alla maggior parte di loro fosse stato risposto che la cosa era impossibile. Noi Inglesi abbiamo trattato molti dei nostri traduttori iracheni con la stessa indifferenza.
Perciò dimentichiamo, solo per un momento, il massacro dei civili, la letale crudeltà dei mercenari statunitensi (alcuni coinvolti in traffici di bambini), l’uccisione dello staff della Reuters da parte delle truppe americane a Baghdad, l’esercito di innocenti detenuto a Guantanamo, la tortura, le bugie ufficiali, le false cifre delle vittime, le menzogne ​​dell’ambasciata, l’addestramento americano dei torturatori egiziani e tutti gli altri crimini scoperti dal lavoro di Assange e Manning.
Supponiamo che ciò che avevano rivelato fossero state cose buone, piuttosto che cattive, che i documenti diplomatici e militari fornissero un fulgido esempio di una nazione grande e specchiata e fossero la prova di quegli ideali nobilissimi e risplendenti che la terra dei liberi ha sempre fatto suoi. Facciamo finta che le forze statunitensi in Iraq avessero ripetutamente rischiato la vita per proteggere i civili, che avessero denunciato le torture dei loro alleati, che avessero trattato i detenuti di Abu Ghraib (molti di loro completamente innocenti) non con crudeltà sessuale ma con rispetto e gentilezza; che avessero privato del potere i mercenari e li avessero riportati in catene negli Stati Uniti; che si sentissero in debito, anche solo per scusarsi, per tutti quegli uomini, donne e bambini che avevano fatto una fine prematura nella guerra in Iraq.
Meglio ancora, pensiamo per un momento a come avremmo potuto reagire alla rivelazione che gli Americani non avevano ucciso quelle decine di migliaia di persone, che non avevano mai torturato neanche un’anima, che i detenuti di Guantanamo, tutti quanti, erano senza ombra di dubbio pluriomicidi razzisti, sadici, codardi, xenofobi, e le prove dei loro crimini contro l’umanità validate di fronte ai tribunali più imparziali del mondo. Immaginiamo persino per un momento che l’equipaggio dell’elicottero americano che aveva falciato 12 civili in una strada di Baghdad non li avesse “eliminati” con le sue mitragliatrici. Immaginiamo che la voce alla radio dell’elicottero avesse detto: “Aspetta, penso che quei ragazzi siano dei civili, e quel fucile potrebbe essere solo una telecamera. Non sparare!
Come tutti sappiamo, questa è una fuga dalla realtà. Perchè quello che rappresentavano queste centinaia di migliaia di documenti era la vergogna dell’America, dei suoi uomini politici, dei suoi soldati, dei suoi torturatori, dei suoi diplomatici.
C’era persino un elemento di farsa che, sospetto, aveva fatto infuriare tutti i Thiess di questo mondo ancor più delle rivelazioni più terribili. Ricorderò sempre lo sdegno espresso da Hillary Clinton quando era stato rivelato che aveva mandato i suoi scagnozzi a spiare all’interno delle Nazioni Unite; i suoi schiavi al Dipartimento di Stato avevano dovuto studiarsi i dettagli della crittografia usata dai vari delegati, le transazioni con carte di credito, persino le tessere dei frequent flyer. Ma chi, al mondo, vorrebbe sprecare il proprio tempo a studiare tutte le sciocchezze dell’assolutamente incompetente staff delle Nazioni Unite? O, per quel che importa, chi alla CIA aveva sprecato il suo tempo ascoltando le conversazioni telefoniche private di Angela Merkel con Ban Ki Moon?
Uno dei cablogrammi divulgati da Assange risale alla rivoluzione iraniana del 1979 e riguarda l’opinione di Bruce Laingen sul fatto che “la psicologia persiana è prioritariamente egocentrica.” Interessante, ma gli studenti iraniani avevano faticosamente rimesso insieme tutti i trucioli dei documenti triturati dell’ambasciata americana a Teheran negli anni successivi al 1979, e avevano già pubblicato le parole di Laingen decenni prima che Wikileaks ce le facesse avere. Talmente enorme era stato il primo rilascio da 250.000 documenti (che Hillary  aveva denunciato come “un attacco alla comunità internazionale,” mentre ancora oggi li chiama “documenti presunti,” come se fossero dei falsi) che pochi avevano potuto verificare cosa ci fosse di nuovo e cosa di vecchio. Così il New York Times si era affrettato a sottolineare la citazione di Laingen come se fosse stato di uno scoop straordinario.
Parte del materiale non era così ovvio prima [della sua divulgazione], il suggerimento che la Siria avesse permesso ai ribelli antiamericani provenienti dal Libano di attraversare il suo territorio, per esempio, era assolutamente corretto, ma le “prove” degli attentati dinamitardi iraniani nel sud dell’Iraq erano molto più dubbiose. Questa storia era già stata felicemente passata al New York Times dai funzionari del Pentagono nel febbraio 2007, per essere poi riproposta in anni più recenti, ma erano quasi tutte stupidaggini. Di equipaggiamento militare iraniano ce n’era in giro in tutto l’Iraq fin dalla guerra Iran-Iraq del 1980-88 e la maggior parte degli attentatori che ne avevano fatto uso erano musulmani sunniti iracheni.
Ma questo è andare a cercare il pelo nell’uovo in quella montagna di carte. Una simile stupidaggine è insignificante in confronto alle mostruose rivelazioni sulla crudeltà americana; il resoconto, ad esempio, di come le truppe statunitensi avessero ucciso quasi 700 civili, tra cui donne incinte e malati di mente, solo per essersi avvicinati troppo ai loro posti di blocco. E le istruzioni alle forze statunitensi (questo frammento di narrativa è di Chelsea Manning) di non indagare quando i loro alleati militari iracheni frustavano i prigionieri con grossi cavi, li lasciavano appesi a ganci pendenti dal soffitto, gli bucavano le gambe con trapani elettrici e li violentavano. Nella valutazione segreta da parte degli USA su 109.000 morti in Iraq e Afghanistan (una grossolana sottostima), 66.081 erano stati ufficialmente classificati come non combattenti. Quale, mi chiedo, sarebbe stata la reazione americana di fronte all’uccisione di 66.000 cittadini statunitensi, 20 volte più delle vittime dell’11 settembre?
Naturalmente, noi non avremmo dovuto sapere niente di tutto questo. E si può capire perché no. Il peggio di questo materiale era segreto non perché fosse scivolato accidentalmente in una cartellina di un’amministrazione militare contrassegnata con “riservato” o “strettamente confidenziale,” ma perché rappresentava la copertura di un crimine di stato su vasta scala.
I responsabili di queste atrocità dovrebbero ora essere processati, estradati da qualunque luogo si nascondano e imprigionati per i loro crimini contro l’umanità. Ma no, noi stiamo punendo chi queste notizie le aveva divulgate, per quanto commoventi, a nostro avviso, fossero le loro motivazioni.
Certo, noi giornalisti, noi gente delle “rispettabili agenzie di informazione,” possiamo preoccuparci delle implicazioni di tutto questo perché riguarda la nostra professione. Ma, molto meglio, potremmo dare la caccia ad altre verità, ugualmente spaventose per l’autorità. Perché non scoprire, per esempio, cosa ha detto Mike Pompeo in privato a Mohammed bin Salman? Quali velenose promesse potrebbe aver fatto Donald Trump a Netanyahu? Quali relazioni segrete gli Stati Uniti intrattengono ancora con l’Iran, perché hanno persino mantenuto importanti contatti, saltuari, silenziosi e riservati, con elementi del governo siriano?
Perché aspettare 10 anni per il prossimo Assange che ci scaricherà un’altra camionata di segreti di stato?
Ma c’è il solito campanello d’allarme: quello che scopriremo attraverso i metodi del vecchio giornalismo convenzionale delle suole consumate a forza di camminare, delle storie che vengono fuori da gole profonde o da contatti fidati, rivelerà, se faremo il nostro lavoro, la stessa vile menzogna dei nostri padroni che ha provocato questo rigurgito di odio verso Assange e Manning e, indubbiamente, Edward Snowden. Non verremo chiamati in giudizio perché l’incriminazione di questi tre costituisce un pericoloso precedente legale. Ma saremo perseguitati per le stesse ragioni: perché ciò che riveleremo dimostrerà oltre ogni dubbio che i nostri governi e quelli dei nostri alleati commettono crimini di guerra e i responsabili di queste iniquità cercheranno di farcela pagare per questa indiscrezione con una vita dietro le sbarre.
La vergogna e la paura di dover condividere la responsabilità di ciò che era stato fatto dalle nostre autorità preposte alla “sicurezza,” non il fatto che chi aveva divulgato le notizie avesse violato la legge, ecco di che cosa si tratta.
Robert Fisk
Fonte: www.independent.co.uk

Tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

domenica 23 giugno 2019

Movimento Roosevelt: LA VOCE rooseveltiana N° 10 di Sabato, 22 Giugno 2019


La Voce Rooseveltiana


D(i)RITTI VERSO LA LIBERTÀ DAL BISOGNO
 
Siamo una comunità di cittadini che sognano il Rinascimento democratico
di cui la società ha bisogno




Editoriale
 
GIALLOVERDI DELUDENTI, MA I LORO AVVERSARI SONO RIDICOLI

di Giorgio Cattaneo



Patrizia Scanu
Se c'è qualcosa di più penoso della velleitaria barzelletta gialloverde sono i politici che sparano a man salva sui gialloverdi. Peggiore in campo, tanto per cambiare, il Pd: buono solo a demonizzare l'orco Salvini, anche se proprio il vituperato capo della Lega è stato l'unico, nel precario zoo italico, a scommettere sul ruolo di economisti sinceramente progressisti come Bagnai e Rinaldi.

Viene da domandarsi cosa mai frulli nella testa degli elettori di Zingaretti, che incredibilmente indugiano nella curiosa abitudine, davvero stravagante, di considerarsi ancora "di sinistra". Scopriranno, un giorno, che proprio la sedicente sinistra, in questi decenni, ha puntellato in modo decisivo il regime neoliberista che ha messo in croce il paese?



 
LEGGI TUTTO


TragiComix
di Mirko Bonini

TragiComix by Mirco Bonini 10
 



Secondo Noi
   
MM MOISO: ATTENTI ALLA LIBRA, CRIPTOVALUTA PRIVATA. DELEGHIAMO A FACEBOOK IL FUTURO DELLA DEMOCRAZIA?

Allarme sulla Libra, minacciosa criptovaluta lanciata da Facebook (2,4 miliardi di iscritti) e appoggiata da colossi finanziari come Visa, Mastercard, Paypal e eBay. Per Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, c'è il rischio che la nuova "cryptocurrency" risulti più appetibile delle valute emesse dalle banche centrali, diventando addirittura una riserva monetaria internazionale (in mani private). Vogliamo forse delegare a Zuckerberg l'economia dei governi, il finanziamento degli Stati e il welfare mondiale?
(Intervento sul blog MR).
GALLONI: INUTILE ACCORDARSI CON L'UE, MEGLIO
LO SCONTRO. TANTO VALE TRATTARE DIRETTAMENTE CON PARIGI E BERLINO


Tanto vale accordarsi con Francia e Germania, scavalcando l'Ue, dopo aver portato la comunità sull'orlo di una crisi monetaria e di nervi. Lo afferma l'economista Nino Galloni, vicepresidente MR, scettico rispetto al dialogo con l'Unione Europea: la linea moderata verso la Commissione, infatti, non considera che l'obiettivo dell'Ue consiste nella sottomissione dell'Italia. Bruxelles vuole una resa totale e incondizionata, quindi le trattative sono inutili: o si china la testa o si alza il tiro, preparandosi allo scontro (più deficit, o varo di una moneta parallela). Paradossalmente, osserva Galloni, sarebbe meglio trattare direttamente con tedeschi e francesi: oggi il comparto metalmeccanico della Germania sta entrando in crisi, e le tensioni sociali – soprattutto in Francia – stanno aumentando.
(Intervento su Scenari Economici).
NG
GC CATTANEO: CON CHE FACCIA ATTACCA FELTRI (PER LA BATTUTA
SU MONTALBANO) IL GIORNALISMO SORDOMUTO SULLA CRISI ITALIANA?


Sandro Ruotolo e Paolo Borrometi si "autosospendono" dall'Ordine dei giornalisti in polemica con Vittorio Feltri, che ha osato criticare il personaggio Montalbano mentre il suo autore Camilleri è all'ospedale? Con che coraggio si permette di attaccare Feltri – si domanda Giorgio Cattaneo – il mainstream giornalistico che in questi anni non ha mai cercato la verità dietro alla crisi globale che sta devastando anche il nostro paese?
(Intervento sul blog MR, ripreso da Libreidee).
 
SONCINI: LE TRADIZIONI? INVENTATE O RECENTI. QUELLE ANTICHE, PER NON MORIRE, SI SONO TRASFORMATE

Attenti alle tradizioni: il più delle volte sono recenti o inventate di sana pianta. Lo afferma Gerardo Soncini, esponente milanese del Movimento Roosevelt, anche sulla scorta del saggio "The invention of tradition" di Hobsbawm e Ranger. Meglio tenerne conto, di fronte a politici e demagoghi tradizionalisti: le uniche vere tradizioni sopravvissute fino a noi hanno potuto evitare di estinguersi solo perché si sono evolute nel tempo, contaminandosi e trasformandosi incessantemente.
(Intervento sul blog MR).
GS
GM MAGALDI: L'ITALIA PERDE PERCHÉ LA PAURA PARALIZZA
I GIALLOVERDI, INUTILE SPERARE CHE CI SALVI TRUMP


Si illudono, Salvini e Di Maio, se sperano che Trump – sostanzialmente isolazionista – possa difendere il governo gialloverde dall'aggressività di Bruxelles. Per Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, il problema numero uno dei politici italiani è la loro stessa paura: se trovassero il coraggio di opporsi davvero ai signori dell'austerity, sostiene Magaldi, scoprirebbero che l'avversario è assai meno forte di quanto si possa immaginare
(Intervento su YouTube, ripreso dal blog MR e su Libreidee).
CARPEORO: LOTTI-PALAMARA, IPOCRITA CHI SI SCANDALIZZA SE TROPPI GIUDICI (PURTROPPO) FANNO POLITICA

In Italia possono anche crollare ponti come a Genova, ma un politico cade solo se viene colpito dalla magistratura. Lo afferma Gianfranco Carpeoro, dirigente MR, di fronte allo scandalo che coinvolge Lotti (Pd) e il magistrato Palamara. Ipocrita scandalizzarsi, protesta Carpeoro, come se non fosse a tutti noto il deplorevole interventismo politico di troppi magistrati: a Roma era Andreotti a designare il capo della Procura, e a Milano lo stesso Craxi protestò inutilmente per il sostegno politico alla nomina di Borrelli, che l'avrebbe distrutto con Mani Pulite.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
GC
MM MOISO: BENE CHE RADIO RADICALE SIA STATA SALVATA,
GRAZIE ANCHE ALLA LEGA. MAI TAGLIARE L'INFORMAZIONE


Radio Radicale? Ha sempre svolto un prezioso servizio di informazione pluralistica. Per questo, Marco Moiso (vicepresidente MR) esprime la sua soddisfazione per il fatto che la storica radio stia stata salvata dalla chiusura, anche se solo per un anno, grazie al voto di Salvini. Il principio da seguire, aggiunge Moiso, è quello di rompere con le politiche dell'austerity neoliberista: bisogna quindi finanziare politica, cultura e informazione, e non tagliare servizi come quelli offerti dall'emittente dei radicali.
(Intervento sul blog MR).
MAGALDI DIFFIDA IL MASSONE TRIA E AVVERTE CONTE:
SEMBRATE GIÀ IN VENDITA PER IL DOPO-SALVINI


Gioele Magaldi diffida il ministro dell'economia, Giovanni Tria, dal continuare a ostacolare il governo in carica cedendo alle pressioni dell'oligarchia neoliberista. Come massone, sostiene il presidente del Movimento Roosevelt, Tria aveva promesso di attenersi a una linea progressista. Analoghe critiche al premier, Giuseppe Conte: lui e Tria sembrano quasi due politici già "in vendita", a disposizione – in cambio di poltrone – del potere europeo che già pensa al dopo-Salvini.
(Intervento su YouTube, ripreso dal blog MR e su Libreidee).
GM
Davide Montefiori MONTEFIORI: SANI IN UN MONDO MALATO?
L'INCREDIBILE ILLUSIONE CHE LA SALUTE PRESCINDA DALL'AMBIENTE


Ce ne fosse bisogno, studiosi dell'epigenetica come il dottor Ernesto Burgio dimostrano quanto sia elevato l'impatto dell'habitat sulla nostra salute. Lo afferma Davide Montefiori, coordinatore ligure del Movimento Roosevelt impegnato anche nel Dipartimento Ambiente: è impossibile restare sani in un mondo malato. Pensare che la salute possa prescindere dalle condizioni ambientali rappresenta un'illusione, che la medicina sta infatti smentendo.
(Intervento sul blog MR in due tempi, prima parte e seconda parte).
CARPEORO: OLANDA CRIMINALE, CI RUBA LE AZIENDE
COL DUMPING FISCALE (E LA PIENA COMPLICITÀ DELL'UE)


Non c'è un'ombra di solidarietà tra i paesi Ue: e i primi a pretendere che all'Italia sia inflitta la massima dose di rigore sono proprio i paesi come l'Olanda, che in questi anni si sono distinti per scorrettezza. Lo afferma Gianfranco Carpeoro, dirigente MR. L'Olanda, sottolinea Carpeoro, ha introdotto un legislazione fiscale "criminale", attirando le nostre maggiori aziende e sottraendo in tal mondo risorse preziose all'Italia. Si domanda Carpeoro: a livello europeo è possibile dover essere governati, di fatto, da veri e propri criminali?
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
GC
NG GALLONI: MA I MINIBOT NON SONO NÉ DEBITO NÉ VALUTA.
COSÌ L'ECONOMISTA "SMONTA" MARIO DRAGHI


I minibot ipotizzati dal governo non rappresentano nuovo debito, servono a pagare vecchi debiti della pubblica amministrazione. E non sarebbero "valuta" (illegale) neppure se scambiati tra aziende come "moneta" per pagare le tasse, perché non convertibili in euro e non spendibili fuori dall'Italia – nonché accettabili solo su base volontaria. Così l'economista post-keynesiano Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, "smonta" le illazioni di Mario Draghi sul nuovo possibile sistema escogitato per saldare le aziende che ancora attendono soldi dallo Stato.
(Intervento su YouTube, ripreso dal blog MR e da Libreidee).
ALICE: SERVE UN'ETICA 2.0 PER POTERSI CONFRONTARE COI NUOVI ABITANTI DELLA TERRA, CIOÈ I NUOVISSIMI ROBOT?

Ci vorranno i robot di ultima generazione per far rinascere dalla cenere l'umanesimo che la stessa umanità sembra aver irrimediabilmente perduto? L'autore della riflessione è il torinese Roberto Alice, dirigente del Movimento Roosevelt. Tema: la necessità di rispolverare l'intera storia del nostro pensiero filosofico, di fronte all'emergere dell'intelligenza artificiale: un nuovo straordinario attore, con il quale confrontarsi.
(Intervento sul blog MR).
RA
 
GM MAGALDI: SILENZIO, PARLA VISCO (E LA POLITICA TACE).
È COSÌ CHE AVANZA QUESTA APOCALISSE STRISCIANTE


Il governatore di Bankitalia si permette di bocciare l'idea dei minibot? Ma il peggio è che la politica tace, subendo lo strapotere dell'élite finanziaria. In questo modo – sostiene Gioele Magaldi, presidente MR – avanza incontrastata l'apocalisse strisciante di cui il paese è vittima, giorno per giorno, per via della pervasività del neoliberismo che ha imposto il pensiero unico: come se esistesse un solo modo, post-democratico, di gestire la governance.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
 
MOISO: LE EUROPEE SECONDO LUCIA ANNUNZIATA.
OVVERO: GLI INUTILI STEREOTIPI DEL MAINSTREAM


Democrazia, welfare e Stato di diritto, schiacciati dal neoliberismo, non sono né di destra né di sinistra: in un mondo che non è mai stato così ricco di risorse disponibili, c'è bisogno di nuovi modelli politici ed economici. Così Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, commenta un'analisi post-elettorale di Lucia Annunziata dopo le europee, che risente in modo deludente di tutti i preconcetti e gli stereotipi della stampa mainstream, ostile al governo gialloverde e in particolare a Salvini.
(Intervento sul blog MR).
MM


 
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MR News
 
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CON CARPEORO
IL MR RIPARTE
DALLA LOMBARDIA


Sarà Gianfranco Carpeoro (all'anagrafe, Pecoraro) a rilanciare il Movimento Roosevelt in un'area strategica come la Lombardia, in veste di commissario straordinario. Coadiuvato dal vicecommissario Gilberto Fumagalli (e dal segretario Marco Ludovico), Carpeoro guiderà una Direzione regionale composta da dirigenti MR come Felice Besostri, Paolo Mosca, Giovanni Smaldone, Michele Petrocelli e Roberto Luogo, nonché alcuni soci prescelti in virtù di precise competenze (Fiorella Rustici, Zvetan Lilov, Alberto Allas, Daniele Poli, Lorenzo Pernetti, Simona Valesi e Marco Zanandrea). Prima assemblea per la presentazione del nuovo team, venerdì 21 giugno. Obiettivo della squadra: rilanciare il MR in Lombardia con un nuovo approccio ai temi territoriali, impegnando il movimento verso un preciso protagonismo territoriale.

leggi tutto

 

Agenda MR

 

23 GIUGNO

Giugno 26
FESTA ROOSEVELTIANA
(LONDRA - h 15-18 )
 
La sezione rooseveltiana di Londra, intitolata a William Beveridge, organizza il 23 giugno una festa, con raccolta fondi per sostenere il movimento. Oltre al rinfresco che sarà offerto, verrà anche proposto un "quiz politico" mirato a socializzare e contribuire all'autofinanziamento del gruppo londinese. L'appuntamento è presso l'Inca Cgil Italian Advice Centre

(Adesioni via email a info@rooseveltmovement.co.uk).
ASSEMBLEA MR UMBRIA
(PONTE FELICINO - h 18-21)
 
Mercoledì 26 giugno 2019, ore 18-21, importante incontro regionale del Movimento Roosevelt Umbria. Temi: trasporto regionale, agricoltura, turismo, sanità e infrastrutture. L'impegno: aprire un vero dibattito democratico, in prospettiva delle prossime elezioni regionali. Appuntamento a Ponte Felcino (Perugia), presso la biblioteca Altrementi, via Puccini 86.

(Info: Simone Casagrande, simone.casagrande@movimentoroosevelt.com).



luglio 12

luglio 14
ASSEMBLEA MR PIEMONTE
(TORINO - h 19)
 
Venerdì 12 luglio assemblea piemontese dei soci rooseveltiani, come di consueto organizzata al Caffè Basaglia di Torino, via Mantova 34. All'ordine del giorno, il profondo riassetto organizzativo territoriale del Movimento Roosevelt, in vista dell'assemblea romana del 21 settembre e sulla scorta del nuovo programma intrapreso a Milano dai militanti lombardi.
ppuntamento alle 19 per apericena, riunione dalle ore 21.

(Info: Daniele Gervasoni, daniele.gervasoni@movimentoroosevelt.com).
IL PARTITO CHE SERVE ALL'ITALIA
(ROMA - h 9)
 
Si svolgerà domenica 14 luglio a a Roma (Istituto Sant'Orsola, via Livorno 50, ore 9.00) l'assemblea fondativa del "Partito che serve all'Italia", cantiere politico progressista che vede tra i suoi promotori Gioele Magaldi, Nino Galloni e Marco Moiso, insieme ad altri esponenti rooseveltiani, in collaborazione con soggetti che provengono da diverse esperienze, tutti decisi a offrire al paese un'adeguata rappresentanza politica per recuperare la sovranità democratica dell'Italia di fronte all'attuale gestione dell'Unione Europea.

www.ilpartitocheserveallitalia.it



settembre 21
ASSEMBLEA GENERALE MR
(ROMA - h 9)
 
La presidenza del Movimento Roosevelt ha fissato per sabato 21 settembre, all'Istituto Sant'Orsola di via Livorno 50 a Roma, alle ore 9.00 – la prossima assemblea generale del movimento. L'ordine del giorno, in via di definizione, potrebbe proporre tra gli altri temi la rielezione del presidente (carica attualmente rivestita da Gioele Magaldi) e le possibili migliorie da apportare allo statuto MR, migliorando la sua funzionalità.



 
   



 
Movimento Roosevelt / Democrazia contro oligarchia
 
Il mondo non è mai stato così ricco, eppure la società è colpita da diseguaglianze inaudite:
senza giustizia sociale non si possono garantire né diritti né pari opportunità.
Grazie all'opposizione artificiosa tra destra e sinistra, l'élite neoliberista ha potuto privatizzare il mondo, minando, dagli anni '70, il futuro delle istituzioni democratiche.
Oggi la vera contrapposizione politica non è più tra destra e sinistra, ma tra democrazia e oligarchia. 
Il Movimento Roosevelt è un soggetto politico meta-partitico ispirato da Gioele Magaldi
e istituito da 500 soci fondatori a Perugia  il 21 marzo del 2015.
Il nostro movimento è impegnato a smascherare la pretesa scientificità economicistica
del rigore nei bilanci pubblici, contribuendo al risveglio democratico della politica italiana, europea e mondiale.
Dobbiamo utilizzare indicatori economici che siano accurati nel misurare il benessere della collettività e ricominciare a costruire ricchezza con le politiche economiche proprie del modello post-keynesiano,
fondato sull'investimento pubblico strategico per rilanciare il settore privato.
Si tratta di una sfida culturale per la quale il Movimento Roosevelt si rivolge a tutte le persone di animo sinceramente progressista, disposte a contribuire a far crescere una nuova consapevolezza.
Per ridiventare cittadini e smettere di essere "sudditi" di anonimi tecnocrati, al servizio di potentati economici privatistici, abbiamo bisogno della consapevolezza, del supporto e dell'impegno del popolo.
L'orizzonte per il quale lavoriamo è squisitamente democratico: vogliamo restituire alla collettività
un futuro prospero e degno di essere vissuto appieno.


 
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