giovedì 30 aprile 2020

COVID-19 - La lotta per la cura e i profitti dell'industria farmaceutica

Qualche giorno fa, il Dr. Tedros, Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha ripetuto quello che aveva detto qualche settimana fa, cioè che ci sono circa 20 aziende farmaceutiche nel mondo che stanno sviluppando un vaccino contro il nuovo coronavirus, chiamato COVID-19, noto anche come 2019-nCOV, o SARS-CoV-2. Per i profani, si tratta semplicemente di una mutazione più forte del virus della Sindrome Respiratoria Acuta Severa (SARS), scoppiata nel 2002/2003, anch'essa in Cina. Si tratta, ovviamente, di una mutazione di laboratorio. In un laboratorio di guerra biologica statunitense ad alta sicurezza. In altre parole, la SARS e il COVID-19 - tra molti altri agenti di guerra biologica - sono stati prodotti negli Stati Uniti.

E ora è iniziata la caotica corsa all'occidentale per un vaccino da parte di aziende private che vogliono superarsi a vicenda.

Chi sarà il primo a sviluppare un vaccino? - È un'agguerrita concorrenza per stabilire un brevetto, un monopolio - per un'azienda che potrebbe costare diversi trilioni di dollari. Il capitalismo neoliberale occidentale è al suo peggio - o al suo meglio, a seconda dell'angolo di osservazione.

Non ci sono parole per descrivere questa febbre caotica del profitto sul benessere umano. Non ha nulla a che fare con la salute, con la guarigione dei malati e dei sofferenti, o anche dei moribondi. Si tratta di soldi. Centinaia di miliardi, se non trilioni di profitti per l'oligarca farmaceutico e per i laboratori di ricerca e le aziende ad esso associate. E ancora di più, se la "pandemia" (sic) dichiarata dall'OMS provoca una campagna di vaccinazione forzata, rafforzata da una sorveglianza militare e di polizia.

Collochiamo il COVID-19 nel nel contesto. Al 23 marzo 2020 (18:33 GMT), e secondo le statistiche dell'OMS, il numero di casi segnalati a livello mondiale è di 372.572; il numero di decessi è di 16.313; il numero di persone guarite è di 101.373 - un tasso di mortalità del 4,37%. Tuttavia, queste cifre devono essere considerate con cautela. In molti paesi, soprattutto nelle economie in via di sviluppo, l'accuratezza dei test può essere problematica. I kit di prova spesso non sono disponibili o sono inaffidabili. Di conseguenza, le persone che si recano dal medico con sintomi influenzali possono essere erroneamente diagnosticate come vittime del COVID-19, in quanto questo serve al servizio mediatico.

Errori di calcolo e dichiarazioni errate possono anche verificarsi negli Stai Uniti. Robert Redfield, CEO dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), ha detto al Congresso che il CDC non conduce più test regolari, che vengono effettuati a livello statale e solo in casi estremi. Riferimento citato anche nel LA Times of California Measures and Guidelines.

A titolo di paragone, il CDC statunitense stima che nella sola stagione influenzale 2019/2020 negli Stati Uniti, circa 38-54 milioni di persone potrebbero contrarre l'influenza ordinaria e 23.000-59.000 potrebbero morirne. La stragrande maggioranza di questi decessi saranno persone di età superiore ai 70 anni, molte delle quali avranno problemi di salute e/o respiratori preesistenti. Si tratta dello stesso schema di malattia e di morte del VIDOC-19. Un'estensione lineare di queste cifre per l'influenza comune in tutto il mondo provocherebbe centinaia di migliaia di morti per influenza. Durante la stagione influenzale particolarmente grave del 2017-2018, si stima che 60.000 persone siano morte a causa dell'influenza solo negli Stati Uniti. Il lettore può giudicare da solo se l'OMS era giustificata nel dichiarare il COVID-19 una "pandemia" - o se dietro questa affermazione ci fosse un altro programma?

Il vaccino, che potrebbe essere sviluppato per il COVID-19, potrebbe molto probabilmente non essere più valido per il prossimo focolaio di coronavirus. Il virus successivo potrebbe molto probabilmente essere mutato. E' abbastanza simile al normale virus dell'influenza. Infatti, il normale virus dell'influenza, che si ripete ogni anno, contiene il 10-15% (a volte più) di coronavirus.

Il vaccino antinfluenzale annuale è in media meno del 50% efficace, per non parlare di tutti i potenziali effetti collaterali dannosi. Il COVID-19 è molto simile all'influenza. Un vaccino contro il coronavirus sarà altrettanto inefficace nel proteggere un potenziale paziente da future infezioni?

In Occidente non esiste la cooperazione piuttosto che la concorrenza. È tutta una questione di profitto. Con una serie di vaccini diversi che arrivano sul mercato da diversi giganti dell'industria farmaceutica, chi dirà al paziente qual è il migliore, il più adatto alla sua condizione? Sa di frode totale e caotica.

La vera domanda è: i vaccini - o un vaccino - sono necessari?  Forse - forse no. La produzione di vaccini viene promossa a scopo di lucro e per un'importante agenda politica per un nuovo ordine mondiale - un ordine che è stato pianificato per cambiare la vita umana come la conosciamo, o come pensavamo di conoscerla.

I vaccini non curano, possono impedire che il virus colpisca con la stessa forza che altrimenti, o non colpisca affatto, a seconda dell'età, della condizione fisica e dello stato di salute di una persona. Le statistiche mondiali mostrano che, in generale, una persona infettata da COVID-19 fino ai 40 o 50 anni di età non mostra alcun sintomo o solo sintomi lievi, il che non è motivo di preoccupazione.

Se i sintomi si manifestano, basta stare a casa, riposare e usare la medicina tradizionale, antica e tradizionale, la stessa che si potrebbe usare per l'influenza ordinaria, per eliminare il virus. La malattia potrebbe poi scomparire nel giro di una settimana o due. Poi la persona sarà naturalmente "vaccinata" contro questo tipo di coronavirus. Le persone di età superiore ai 65 o 70 anni possono essere più a rischio e può essere necessaria un'attenzione particolare: separazione dalla folla, isolamento per una quarantena di due settimane (il periodo di incubazione), mentre il resto della società continua a vivere il più normalmente possibile, riducendo così l'enorme costo per la società.

La Cina ha controllato la pandemia COVID-19 senza vaccino, ma usando il buon senso e farmaci tradizionali relativamente poco costosi. Quali sono questi farmaci tradizionali che sono efficaci e aiutano a controllare il COVID-19 in Cina senza vaccino?

Il Children's Health Defense Fund (CDF), una ONG americana fondata nel 1973 da Robert F. Kennedy, Jr., descrive l'attuale lotta di potere in Francia tra i funzionari della sanità e i maggiori esperti di virologia del paese, in quanto rappresenta la lotta globale tra le aziende farmaceutiche sostenute dai governi (acquistati) e le organizzazioni internazionali, come l'OMS - e i principali scienziati. Se esposta, è un'occasione per aprire gli occhi. Vedi lo studio completo della CDF.

Il professore francese Didier Raoult, uno dei primi cinque scienziati al mondo nel campo delle malattie trasmissibili, ha sostenuto che l'approccio della quarantena di massa è inefficiente e superato e che i test su larga scala e il trattamento dei casi sospetti producono risultati molto migliori.

Fin dall'inizio, il dottor Raoult ha suggerito l'uso dell'idrossiclorochina (Clorochina o Plaquenil), un farmaco noto, semplice ed economico, utilizzato anche per combattere la malaria, che ha dimostrato la sua efficacia con i precedenti coronavirus come la SARS.  A metà febbraio 2020, gli studi clinici presso il suo istituto e in Cina avevano già confermato che il farmaco poteva ridurre la carica virale e portare a un netto miglioramento. Gli scienziati cinesi hanno pubblicato i loro primi studi su più di 100 pazienti e hanno annunciato che la Commissione sanitaria nazionale cinese raccomanderà la clorochina nelle sue nuove linee guida per il trattamento di Covid-19.

Inoltre, Cina e Cuba stanno lavorando insieme sull'uso dell'interferone Alpha 2B, un farmaco antivirale altamente efficace sviluppato a Cuba quasi 39 anni fa, ma poco conosciuto in tutto il mondo a causa dell'embargo statunitense su tutto ciò che proviene da Cuba.  L'interferone si è dimostrato molto efficace anche nella lotta contro il COVID-19 ed è ora prodotto in una joint venture in Cina.

Anche i ricercatori cinesi, in collaborazione con gli scienziati cubani, stanno sviluppando un vaccino che potrebbe presto essere pronto per essere testato. A differenza dell'Occidente, che lavora esclusivamente a scopo di lucro, il vaccino cinese-cubano verrebbe messo a disposizione del mondo a basso costo.

Altri rimedi semplici ma efficaci includono l'uso di alte dosi di vitamina C, così come di vitamina D3, o più in generale l'uso di micronutrienti essenziali per combattere le infezioni, tra cui le vitamine A, B, C, D ed E.

I prodotti in argento colloidale sono un altro rimedio che è stato utilizzato per migliaia di anni da antichi cinesi, romani ed egiziani. Si presentano sotto forma di liquido da somministrare per via orale, da iniettare o da applicare sulla pelle. Prodotti a base di argento rinforzano il sistema immunitario, combattono batteri e virus, e sono stati utilizzati per il trattamento di cancro, HIV/AIDS, herpes zoster, herpes, malattie degli occhi, prostatiti - e COVID19.

Un altro rimedio semplice ed economico, da usare in combinazione con altri, è il "Mentholatum" a base di mentolo. Viene usato per i comuni sintomi del raffreddore e dell'influenza. Applicato sul naso e intorno al naso, agisce come disinfettante e impedisce ai germi di entrare nelle vie respiratorie.

Il Nord Italia e New Orleans riferiscono che un numero insolito di pazienti ha dovuto essere ricoverato in terapia intensiva con un ventilatore al 90% 24 ore su 24, 7 giorni su 7, alcuni dei quali non hanno risposto, fino all'insufficienza respiratoria. Il tasso di mortalità riportato è di circa il 40%. Questa condizione è chiamata sindrome da distress respiratorio acuto, ARDS. Significa che i polmoni sono pieni di liquido. Quando si applica questa descrizione degli episodi di ARDS, il Dr. Raoult e altri colleghi medici raccomandano ai pazienti del COVID-19 di "dormire seduti" fino alla guarigione. Questo permette di drenare il fluido dai polmoni. Questo metodo è noto per essere efficace da quando è stato documentato per la prima volta durante l'epidemia di influenza spagnola del 1918.

Come ci si potrebbe aspettare, se si cerca uno di questi rimedi alternativi su Internet - la rete controllata da Google e dalle grandi aziende, compresi i prodotti farmaceutici, vi sconsiglierà logicamente di utilizzarli. Nella migliore delle ipotesi, vi diranno che questi prodotti o metodi non si sono dimostrati efficaci e, nella peggiore delle ipotesi, che possono essere dannosi. Non crederci. Nessuno di questi prodotti o metodi è dannoso. Ricordate che alcuni di essi sono stati usati come rimedi naturali per migliaia di anni. E non dimentichiamo che la Cina ha controllato con successo il COVID-19, utilizzando alcuni di questi farmaci relativamente semplici ed economici.

Purtroppo, pochi medici sono a conoscenza di questi rimedi pratici, semplici ed economici. Sono sicuri e, il più delle volte, efficaci. I media, sotto la pressione dei giganti farmaceutici e delle agenzie governative che si conformano, sono stati invitati a censurare queste preziose informazioni. Trascurare o non rendere questi rimedi prontamente disponibili al pubblico sta uccidendo le persone.

Passiamo ora all'essenza, a ciò che c'è dietro tutto questo - dietro lo straordinario e mostruoso clamore propagandistico che sta facendo crollare il sistema socio-economico di tutto il mondo (occidentale), creando indicibili miserie, carestie e morte. Una miseria le cui sofferenze sono potenzialmente di un ordine di grandezza peggiore della Grande Depressione del 1928 / 1929 e degli anni successivi.

Se qualcuno fino ad ora aveva dubbi sull'origine del virus, la verità è stata rivelata discretamente, per un lapsus o volontariamente, dal Segretario di Stato Mike Pompeo, quando si è rivolto alla nazione il 21 marzo sul COVID-19, ha detto: "Questa non è una punizione, siamo qui in una vera esercitazione...", che significa un'esercitazione militare, o un gioco di guerra.

Il presidente Trump, insieme a Pompeo, ha sussurrato: "Avresti dovuto farcelo sapere. Qualunque cosa significhi. È difficile credere che il signor Trump non lo sapesse. Ma questi sono i capricci della politica americana, anche su qualcosa di così grave come l'epidemia di coronavirus. Vedi qui un breve video.

Questo esercizio (militare) in diretta ha implicazioni globali inimmaginabili che possono trasformare completamente la nostra vita. È una guerra economica. Quasi tutti i paesi del mondo sono sotto una specie di isolamento, una specie di quarantena per un periodo di tempo ancora indeterminato, con aziende chiuse, negozi e ristoranti chiusi a chiave, cantieri fermati, persone che lavorano da casa se possono, persone a cui è proibito stare in strada, in molti paesi sotto sorveglianza militare e di polizia, con casi di persone picchiate e ammanettate, se non hanno buone spiegazioni.

La polizia francese, ispirata dal presidente Macron, è nota soprattutto per la sua incontrollata brutalità nella lotta contro i gilet gialli. Hanno già mostrato lo stesso disprezzo per i loro concittadini, quando sono per strada, anche quando sono fuori a fare shopping, senza un permesso speciale.

Le frontiere sono chiuse, gli aerei delle compagnie aeree sono bloccati a terra, il turismo subisce una brusca battuta d'arresto, essenzialmente da un giorno all'altro, bloccato in tutto il mondo. Con poche eccezioni, la Germania e la Francia sono casi rari, organizzano voli di ritorno per i loro cittadini all'estero. Altrimenti, con partenze incerte, voli sovraffollati e sovraffollati, i turisti bloccati hanno poche possibilità di tornare rapidamente a casa.

Il costo socio-economico è astronomico. Nel multiquadrilione, o quintilione; cifre con così tanti zeri che ti fanno girare la testa. Questa calamità può essere valutata solo in parte con i numeri, e non ora, visto che il blocco del mondo continua - con un costo sociale che non può essere valutato. Il crollo del mercato azionario di circa il 30% - è un tipico colpo di fortuna per gli speculatori di futures e Big Finance, Big Banking, con perdite di diverse migliaia di miliardi di dollari per i piccoli investitori.

Milioni, se non centinaia di milioni, di piccole e medie imprese vanno in bancarotta, la disoccupazione endemica, a centinaia di milioni, in tutto il mondo, e i più poveri tra i poveri, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, che sono disoccupati o vivono in piccoli lavori pagati a ore o al giorno - non hanno reddito, non possono comprare i beni di prima necessità per sopravvivere - alcuni di loro possono morire di fame, altri possono suicidarsi, altri sono coinvolti in attività criminali. Questa è la Grecia moltiplicata per mille, o anche peggio.

Poi c'è un crollo morale e sociale dovuto alla quarantena forzata, di cui non si vede la fine. Questo crea paura e ansia, frustrazione e rabbia.  Per molti è come l'isolamento: fa male alla salute e indebolisce il sistema immunitario. E' esattamente quello che vogliono quelli che tirano i fili.

Allora, per chi è questa esercitazione (militare) dal vivo? - Si potrebbe prima supporre che sia destinata a distruggere la Cina, dato che la Cina è la potenza economica in ascesa. È vero che l'economia cinese ha sofferto enormemente, con circa il 60-70% di tutta la produzione interrotta nei primi due mesi di quest'anno, al momento dell'epidemia e del picco del COVID-19, il che significa un calo significativo del PIL cinese, forse fino al 40% per i mesi di gennaio e febbraio 2020.

Tuttavia, la Cina ha ora saldamente contenuto il virus Covid-19. E la Cina essendo la Cina, la sua economia si sta riprendendo rapidamente e potrebbe presto tornare a quello che era nel dicembre 2019. Infatti, nonostante l'impatto significativo del Covid-19, l'economia cinese potrebbe presto superare quella dell'autoproclamato impero, gli Stati Uniti d'America. La moneta cinese, lo yuan, è solidamente sostenuta da un'economia forte e dall'oro, e si prevede che diventerà la principale valuta di riserva del mondo, sostituendo il dollaro USA, che ha svolto questo ruolo negli ultimi 100 anni. In questo caso, l'egemonia degli Stati Uniti sarebbe condannata.

E' più di questo. Questo attacco degli Stati Uniti contro la Cina si sta di fatto rivoltando contro di loro. La Cina è la catena di approvvigionamento occidentale per quasi tutto. Per aumentare i profitti aziendali, gli Stati Uniti e altri paesi occidentali hanno esternalizzato quasi tutto in Cina, per una manodopera a basso costo. Ciò comprende non solo l'elettronica ad alta tecnologia, ma anche medicinali e attrezzature mediche. Circa l'80% e gli ingredienti per produrre medicinali provengono dalla Cina. Per gli antibiotici, la percentuale è di circa il 90%.
Poiché gran parte della produzione cinese è ferma da quasi due mesi, il ritardo di consegna è enorme.

Vaccinazione universale

Prima di tutto, c'è un grande movimento verso la vaccinazione universale, perché la vaccinazione sarà la pietra angolare di tutto ciò che seguirà, cioè un'identificazione elettronica universalmente imposta di ogni persona sul pianeta. E cosa c'è di più adatto ad imporre un programma di vaccinazione? - Una pandemia, naturalmente, con persone che si spaventano ogni giorno di più. Il fattore paura è essenziale. Rafforzata da una quarantena determinata nel tempo e da un costante indottrinamento, goccia a goccia, di cattive notizie sul fronte COVID-19. Ogni giorno, il tasso di aumento del numero di persone infette e di quelle che sono morte accelera, aumentando la paura e l'ansia.

Verrà il momento in cui la gente chiederà letteralmente aiuto. Vorrà uno Stato di polizia e uno Stato militare che li protegga - dal virus, suppongo - e vorrà essere vaccinata. Non si preoccupano e non chiedono quale cocktail viene iniettato nel loro corpo e quali possono essere le implicazioni a lungo termine. Ad esempio, il cocktail di vaccinazione potrebbe essere usato per ridurre la fertilità di donne e uomini, oppure potrebbe essere usato per causare anomalie neurologiche a lungo termine che potrebbero anche essere trasmesse alle generazioni successive. Le persone che hanno paura vogliono solo dormire tranquillamente mentre vengono vaccinate. A loro non importa - e non vogliono sapere - che con il vaccino si possa iniettare un nano-chip che contenga tutti i loro dati personali, dalle cartelle cliniche ai conti bancari - e che possa essere controllato a distanza con mezzi elettronici.

Va da sé che il nostro sistema monetario è destinato ad essere interamente elettronico - il denaro contante è veleno - o, come ha recentemente avvertito il direttore generale dell'OMS, non parola per parola, ma in questo senso il denaro contante è pericoloso per le infezioni, la carta moneta e le monete possono portare virus mortali - aprendo così la strada ad una completa digitalizzazione del nostro sistema monetario. Questo è stato peraltro già testato negli ultimi anni, soprattutto nei paesi scandinavi, dove interi grandi magazzini si rifiutano di accettare contanti. In risposta alla raccomandazione della DG OMS, alcuni negozi e ristoranti in Germania si rifiutano di accettare contanti.

La vaccinazione universale e la carta d'identità elettronica vanno di pari passo e verranno prima testate in alcuni paesi in via di sviluppo. Il Bangladesh è uno di questi. Il programma di vaccinazione è la piattaforma per i mega-cambiamenti che il Nuovo Ordine Mondiale (NWO), vuole realizzare. Questo, oltre all'enorme guadagno finanziario.

Dietro a tutto questo c'è un'agenzia quasi sconosciuta, chiamata Agenda ID2020, che controlla, dirige e regola l'attuazione dei vari programmi - che dovrebbero portare al dominio totale dello spettro. Per maggiori dettagli, si veda anche il recente articolo: La pandemia del coronavirus COVID-19: Il vero pericolo è "Agenda ID2020.

Dietro questa elaborata e complessa rete di cose, un nome di spicco appare di volta in volta: Bill Gates, la Fondazione Bill e Melinda Gate. Bill Gates finanzia da decenni programmi di immunizzazione in Africa. E Bill Gates e i Rockefeller non fanno mistero del fatto che uno dei loro obiettivi finali per il pianeta Terra è una drastica riduzione della popolazione.

Sintesi dell'Agenda ID2020

L'Agenda ID2020 - è un'alleanza di partner pubblico-privati, comprese le agenzie delle Nazioni Unite e la società civile. Si tratta di un programma di identificazione elettronica che utilizza la vaccinazione di massa come piattaforma per l'identità digitale. Il programma sfrutta le operazioni di registrazione delle nascite e di immunizzazione esistenti per fornire ai neonati un'identità digitale portatile e persistente legata alla biometria.

GAVI, l'Alleanza Globale per i Vaccini e le Immunizzazioni, si identifica sul suo sito web come una partnership globale per la salute di organizzazioni del settore pubblico e privato dedicate alla "vaccinazione per tutti". GAVI è supportata dall'OMS, e naturalmente i suoi principali partner e sponsor sono l'industria farmaceutica.

L'Alleanza ID2020, nel suo summit del 2019, intitolato "Rising to the Good ID Challenge", nel settembre 2019 a New York, ha deciso di lanciare il suo programma nel 2020, decisione confermata dal WEF nel gennaio 2020 a Davos. Il loro programma di identità digitale sarà testato con il governo del Bangladesh. GAVI, l'Alleanza dei vaccini, e "partner nel mondo accademico e nell'aiuto umanitario" (come lo chiamano), sono tra i pionieri.

È una coincidenza che l'ID2020 sia stato creato all'inizio di quella che l'OMS chiama pandemia? - O ci vuole una pandemia per "lanciare" i molteplici e devastanti programmi dell'ID2020?

Come dovrebbero funzionare la ricerca e la produzione di vaccini

Come funzionerà questa complessa ed elaborata impresa di sviluppo del vaccino e di attuazione della campagna? Poiché la maggior parte delle attività ufficiali, che sono principalmente di competenza del governo, vengono privatizzate ed esternalizzate, a volte diventano complesse, caotiche e inefficienti. Nel caso dell'Occidente, gli Stati Uniti affermano di essere all'avanguardia, ma attribuiranno anche responsabilità alle aziende farmaceutiche europee.

L'Istituto Nazionale della Salute (NIH) ha la responsabilità generale della ricerca sanitaria nazionale e dell'attuazione del programma. Il direttore del NIH (Istituto Nazionale della Salute) è Anthony Fauci. L'Istituto è stato fondato nel 1955. Sotto l'egida del NIH, il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), uno dei 27 istituti sotto l'egida del NIH, è responsabile dei programmi di vaccinazione. La missione di NIAID è di condurre una ricerca di base e applicata per comprendere, trattare e prevenire meglio le malattie infettive, immunologiche e allergiche. NIAID ha esternalizzato il programma di immunizzazione alla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI).

Il CEPI è stato istituito dal World Economic Forum (WEF) di Davos nel gennaio 2017. È stato fondato dalla Bill and Melinda Gates Foundation (BMGF) e dalla Welcome Trust con sede a Londra, fondata nel 1936 ma che oggi comprende diversi paesi europei e l'Unione Europea (UE). BMGF ha effettuato un'infusione iniziale di 460 milioni di dollari al CEPI. CEPI riceve finanziamenti anche dalla Norvegia e dall'India ed è fortemente sostenuta dall'industria farmaceutica.

Secondo il suo sito web, il CEPI ha lanciato un appello da 2 miliardi di dollari per sostenere lo sviluppo di un vaccino per il COVID-19 e per aumentare il numero di candidati vaccini per aumentare le possibilità di successo e per finanziare i test clinici di questi candidati vaccini. L'ambizione del CEPI è di avere almeno tre vaccini candidati che potrebbero essere presentati alle autorità di regolamentazione per l'approvazione per uso generale o in caso di epidemia.

"I governi di tutto il mondo dovranno investire miliardi di euro supplementari nello sviluppo di vaccini contro il coronavirus per far avanzare alcuni dei promettenti candidati che stanno emergendo.  - È un'impresa molto rischiosa - si fa tutto in parallelo, non ci si affida alle competenze altrui - ma stiamo facendo buoni progressi", ha detto Melanie Saville, direttore della ricerca e sviluppo dei vaccini del CEPI.

CEPI ha già prequalificato le aziende farmaceutiche internazionali per la ricerca e il lavoro su un vaccino COVID-19. Tra queste, la società di biotecnologie "Moderna" di Seattle, non lontano dalla sede centrale di Microsoft - anch'essa creata da Bill Gates -, il laboratorio di biotecnologie Inovio, l'Università del Queensland, Australia, e le società tedesche BioNTech e CureVac.

Fin dall'inizio, sembra che Moderna, CureVac e BioNTech siano nella posizione migliore per produrre un vaccino in tempi brevi, perché secondo un rapporto di Salute e Scienza pubblicato il 17 marzo 2020, "tutte e tre le aziende sono specializzate in terapie di RNA messaggero (mRNA). Queste molecole di mRNA sono utilizzate per istruire il corpo a produrre la propria risposta immunitaria per combattere una serie di diverse malattie. Questo tipo di vaccino può essere potenzialmente sviluppato e prodotto più rapidamente dei vaccini tradizionali.

Da allora ad oggi, GAVI - l'Alleanza globale per i vaccini e le vaccinazioni - è stata creata anche dalla Bill and Melinda Gates Foundation. Si tratta di un partenariato sanitario globale di organizzazioni del settore pubblico e privato che si dedica alla "vaccinazione per tutti". GAVI è supportata dall'OMS, e naturalmente i suoi principali partner e sponsor sono l'industria farmaceutica. GAVI ha già annunciato che ha bisogno di miliardi di dollari per sostenere il suo programma di vaccinazione contro il COVID-19. Nel giugno 2020, il governo britannico sponsorizzerà una conferenza dei donatori per sostenere il programma di vaccinazione COVID-19 di GAVI, che dovrebbe raccogliere 7,3 miliardi di dollari.

In questo labirinto di organizzazioni, attività e responsabilità che si sovrappongono, è probabile che il flusso di denaro sia una rete ad incastro di cui nessuno sarà in grado di tenere traccia. La responsabilità su larga scala andrà persa.

Per quanto riguarda il risultato - un vaccino, si spera - o diversi vaccini, per il profano e il potenziale paziente sarà una questione di fortuna (o di sfortuna) quale cocktail di sostanze biologiche sarà iniettato nel suo corpo. In ogni caso, l'esito a lungo termine è imprevedibile. Tenete presente che Bill Gates ha perseguito il suo programma molto specifico negli ultimi quindici o vent'anni. E' improbabile che lo abbandoni ora. Piuttosto, è il COVID-19 e il successivo programma di vaccinazione che gli permetterà di migliorarlo.

In conclusione, è chiaro che si tratta di una proposta dell'industria farmaceutica che sta facendo un sacco di soldi e che è soggetta a revoca pubblica. Ciò che rende questa truffa multimiliardaria ancora peggiore è che è ufficialmente approvata dai governi occidentali e dalle organizzazioni internazionali, in primo luogo l'OMS, l'UNICEF e la Banca Mondiale.

Questa può essere l'ultima opportunità per l'élite, lo 0,1%, di mescolare il capitale sociale e le attività finanziate dai lavoratori dal basso verso l'alto, prima di entrare in un'era di controllo totale da parte dei campi elettromagnetici (CEM), gestiti dai tirapiedi dello 0,1% e con la tecnologia 5G / 6G, dove noi, gli esseri umani rimanenti, potremmo essere diventati semplici robot telecomandati.

È ormai un sogno illusorio credere che il mondo possa continuare così fino alla fine dell'ultimo decennio. Sarebbe una coincidenza troppo grande se l'Agenda ID2020 iniziasse ad attivare i suoi programmi malvagi proprio all'inizio del decennio 2020. Sfortunatamente, è anche un sogno lontano che la Cina e Cuba possano aprire la strada alla ricerca di una cura per il coronavirus che più probabilmente si ripresenterà in una mutazione o in un'altra - incluso, ma non solo, l'uso di metodi e rimedi tradizionali che hanno dimostrato il loro valore nell'attuale battaglia per il controllo del COVID-19

Si stanno sviluppando misure draconiane, e possiamo solo pregare che falliscano, o che noi, il popolo, ci risvegliamo in tempo e in numero sufficiente - una massa critica - e troviamo nella nostra voce e nell'anima più profonda la solidarietà reciproca che ci dà la forza di combattere questo mostro luciferiano.

Peter Koenig

https://www.mondialisation.ca/covid-19-la-lutte-pour-la-guerison-une-gigantesque-razzia-pharmaceutique-occidentale/5643388

mercoledì 29 aprile 2020

Blog Emanuela Orlandi: Eventi di Giugno 1983





Pubblicato un nuovo articolo nel Blog di Emanuela Orlandi 

Continua il diario degli eventi che hanno caratterizzato il 1983 relativamente alla sparizione di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori:

GIUGNO 1983




Buona lettura

martedì 28 aprile 2020

Covid-19: Testimonianze dal mondo - 25 SVEZIA (Stoccolma)

L’Istat: nel marzo 2019, morti di polmonite 15.000 italiani

Gian Carlo Blangiardo Numeri alla mano, nello stesso periodo di tempo, l’anno scorso, sono morte più persone per malattie respiratorie che quest’anno per Covid-19. La parte sommersa dell’iceberg è formata anche dai morti che nessuno ha mai censito, questo ormai lo ammette anche l’Istituto Superiore di Sanità. Riusciremo a capire quanti sono? Noi ci esprimiamo con i numeri che riusciamo a raccogliere e a validare. Quando affermiamo che nei primi 21 giorni di marzo al Nord i decessi sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-19 non è una impressione, ma un dato. Quando scriviamo che a Bergamo i decessi sono quasi quadruplicati passando da una media di 91 casi nel 2015-2019 a 398 nel 2020, riferiamo delle evidenze. Idem quando denunciamo «situazioni particolarmente allarmanti» nel Bresciano oppure un maggiore incremento dei decessi degli uomini e delle persone maggiori di 74 anni di età. Lavoriamo per ampliare queste conoscenza, ma dobbiamo tenere conto del fatto che la trasmissione dei dati è più lenta e complicata di quel che si vorrebbe in condizioni ordinarie, figuriamoci in un’emergenza sanitaria. Quando l’Istat fornisce un valore, quello è stato trattato secondo standard europei.
Quanti morti erano già malati? Abbiamo tre tipi di morti: quelli che ricollegabili soprattutto al Covid, con o senza altre patologie; coloro che non muoiono di Covid ma per Covid, cioè ad esempio infartuati che in condizioni normali si salverebbero; i morti che non hanno contratto Covid. Noi siamo in grado di dare elementi sui decessi, distinguerli per 21 fasce d’età e farlo estraendo questi numeri dall’anagrafe centralizzata, in modo da dare ai decisori preziosi elementi di valutazione. Per l’approfondimento delle schede di morte c’è l’Istituto Superiore di Sanità. Questo, comunque, è un virus per vecchi. I dati che stanno emergendo circa la mortalità dicono chiaramente che colpisce in maniera molto prevalente persone anziane: è quasi un terribile processo di selezione naturale che elimina i soggetti deboli. Terribile. Ma ancor più terribile perché appare in qualche modo facilitato dalla nostra capacità di curarli. La chiamo “la maledizione degli anni pari”. Il 2019, come tutti gli anni dispari, ha visto una regressione dei decessi. L’anno pari inizia bene, ma poi arriva marzo, con un virus che falcia coloro che la morte aveva risparmiato.
Dal 21 febbraio al 31 marzo sono morte 12.428 persone per Covid-19. Quanti sono i morti di influenza nel mese di marzo (nel quale, quest’anno, si sono concentrati i decessi di coronavirus) degli anni scorsi? Più che i morti per influenza, che è più difficile da attribuire come effettiva causa di morte, conviene ricordare i dati sui certificati di morte per malattie respiratorie. Nel marzo 2019 sono state 15.189 e l’anno prima erano state 16.220. Incidentalmente si rileva che sono più del corrispondente numero di decessi per Covid (12.352) dichiarati nel marzo 2020. Quale impatto economico stimiamo per il lockdown? Stiamo valutandolo. I dati economici relativi ai settori che hanno subito la sospensione delle attività mostrano come il lockdown coinvolga 2,2 milioni di imprese (il 48,8% del totale), oltre 7 milioni di addetti (il 42,8%), con un valore aggiunto annuo di poco meno di 300 miliardi. È ancora presto per definire scenari, anche se c’è poco da stare allegri, visto che, come abbiamo comunicato in questi giorni, l’epidemia Covid-19 è intervenuta in un momento in cui in Italia la fase di ripresa ciclica perdeva vigore, per via della Brexit, dei dazi statunitensi e del rallentamento della domanda tedesca.
(Gian Carlo Blangiardo, dichiarazioni rilasciate a Paolo Viana per l’intervista “Nel 2019 a marzo 15mila morti per polmoniti varie”, pubblicata da “Avvenire” il 2 aprile 2020. Blangiardo è il presidente dell’Istat, istituto nazionale di statistica).

lunedì 27 aprile 2020

Pepe Escobar ricorda Giulietto Chiesa


E’ con immensa tristezza che apprendo della morte di Giulietto Chiesa.
Il nostro  amico comune, Roberto Quaglia, mi ha informato che è morto alle 3 di questa mattina per infarto.
Giulietto è stato uno degli ultimi GRANDI nella vecchia scuola del giornalismo mondiale. Giornalista, autore, broadcaster, ex membro del Parlamento europeo – e anima bella.
Questo è uno dei suoi ultimi interventi – estremamente nitidi – trasmesso su Pandora TV:
L’ultima volta che l’ho visto eravamo  insieme Giulietto, Roberto ed io, in visita al nuovo santuario dell’Imam Reza a Mashhad, era il tramonto e tutti e tre restammo incantati.  Accarezzo quel ricordo come la memoria più bella di un grande uomo.
Ai miei amici italiani: FORZA.
Pepe Escobar

Trump e il suo ‘riposizionamento’ delle truppe: abbiate almeno il coraggio di chiamarla ‘ritirata’


Pochi riescono dimenticare le parole di una collaboratrice laburista di Tony Blair, poche ore dopo la distruzione del World Trade Center l’11 settembre. “Oggi è il giorno buono per liberarci di tutto ciò che vogliamo seppellire, aveva scritto Jo Moore.
Donald Trump, ovviamente, la pensa allo stesso modo.
Mentre la pandemia di coronavirus imperversa in lungo e in largo per l’America, ha ordinato alle truppe statunitensi di abbandonare tre importanti basi militari in Iraq, per risparmiare loro ulteriori attacchi da parte dei combattenti iracheni sciiti sostenuti dall’Iran.
Trump si è sempre vantato della necessità di un ripiegamento, ma questa è una ritirata bella e buona. La versione ufficiale, secondo la quale gli Stati Uniti stanno “riposizionando [sic] le truppe da alcune basi minori,” è quasi altrettanto ridicola quanto quella dell’abbandono definitivo di Beirut da parte degli Stati Uniti nel 1984, dopo che, per mesi, erano rimasti sotto il fuoco delle milizie sciite. Poco meno di quarant’anni fa, gli Americani avevano detto che stavano “riposizionando le navi in mare aperto.”
Come il “riposizionamento” di Napoleone da Mosca. O il “riposizionamento” britannico da Dunkerque. Ora le forze statunitensi si “riposizioneranno” dalle loro basi di al-Qaim, Qayyarah e dalla base K-1 vicino a Kirkuk, in Iraq. Come nel “riposizionamento” di George Washington da Brooklyn Heights nel 1776, suppongo, o nel “riposizionamento” britannico da Kabul nel 1842.
Nel 1984, il presidente Reagan aveva detto che gli Americani non avrebbero “tagliato la corda” dal Libano. Ma lo avevano fatto. Nel gennaio di quest’anno, Trump aveva detto, parlando dell’Iraq: “Se partiamo, ciò significherebbe che l’Iran avrebbe un punto d’appoggio molto più grande [sic].” Stava cercando di minimizzare una lettera scritta dal Generale di Brigata del Corpo dei Marines, William Seely, che aveva appena detto la verità sulla strategia degli Stati Uniti al vicecomandante del Comando iracheno per le operazioni congiunte, il maggiore generale Abdul Amir. La coalizione guidata dagli Stati Uniti, aveva scritto Seely alla sua controparte irachena, “riposizionerà le truppe nel corso dei prossimi giorni e settimane per prepararsi all’operazione successiva.”
Oops! I generali non dovrebbero dire sempre la verità. Seely, ovviamente un tipo onesto, non aveva usato perifrasi. Ma il Pentagono l’aveva fatto. Il capo dello Stato Maggiore Congiunto, Mark Milley, aveva definito la lettera di Seely un “errore.” E’, aveva detto, “mal formulata” e “implica un ritiro,” cosa che, secondo lui, non stava accadendo. Ora sappiamo che sta davvero accadendo.
Un ritiro è esattamente ciò che intendeva Seely. Lungi dall’essere mal formulata, la lettera di Seely era fin troppo precisa. Ma questa, immagino, è la vita del soldato sotto Trump. Di’ la verità, e il bugiardo alla Casa Bianca ti farà schiaffeggiare, prima ancora che tu possa dimostrare di essere sempre stato onesto.
Il ritiro da al-Qaim, come si vede in un filmato francese, è un’operazione abbastaza caotica, con i soldati americani che ripiegano tende impolverate accanto a vagoni merci delle ferrovie irachene dimenticati da tempo e deragliati durante i combattimenti di quindici anni fa. Qui, appena tre anni fa, le truppe statunitensi (e gli Iracheni schierati con loro) combattevano contro l’apocalittica ISIS. All’esterno, le forze di mobilitazione popolari sciite (PMF) (i cui alleati, Kataib Hezbollah e le brigate al-Totof, si erano battuti contro gli stessi Jihadisti), si coordinavano, tramite l’esercito iracheno, con gli Americani nella loro lotta contro l’Isis.
Erano ovviamente supportati dal Corpo di Guardia Rivoluzionaria Iraniana. Un reporter del canale della BBC che trasmette in persiano aveva visitato al-Qaim 15 mesi fa e aveva notato come la campagna circostante fosse decorata con le bandiere del PMF.
C’erano stati attacchi occasionali contro gli Americani, e poi, follia delle follie da parte dell’esercito americano in Iraq (perchè il suo compito era quello di addestrare l’esercito iracheno, che ora comprendeva anche il PMF), Trump, il grande comandante in capo che non si sarebbe mai ritirato dall’Iraq, aveva deciso di assassinare il comandante iraniano Qassem Soleimani e, cosa ancora più stupida, di spazzar via, insieme a Soleimani, il vice capo del PMF, Abu Mahdi al-Muhandis.
Così il Pentagono aveva ucciso, o assassinato, visto che i droni sono ora i liquidatori preferiti quando viene decretata la morte dei nemici dell’America, il leader della più importante milizia dell’esercito iracheno, i cui uomini, in quel momento, circondavano le basi statunitensi.
Tutti gli attacchi successivi contro gli Americani devono essere valutati in base alla morte di questi due uomini. Era stato ucciso un mercenario americano. Poi due soldati americani ed uno britannico alla base di Taji (non ancora nella lista dei ritiri). Gli Americani avevano quindi lanciato attacchi aerei contro Kataib Hezbollah, uccidendo più di una ventina dei loro uomini. Un attacco missilistico aveva poi ferito gravemente 34 Americani (tutti avevano subito “traumi cranici,” secondo il Pentagono) ma Trump aveva assicurato che nessun soldato era rimasto ferito. “Ho sentito dire che avevano mal di testa,” aveva osservato in seguito. Se un presidente degli Stati Uniti riesce ad ignorare così allegramente le ferite dei suoi stessi uomini, è ovvio che possa chiudere altrettanto facilmente una o due basi. O magari anche tre.
Per aggiungere ulteriori ferite, e morte, all’insulto, gli Americani avevano poi attaccato l’aeroporto di Kerbala, in costruzione per i futuri pellegrini in visita al santuario sciita [della città] e ad altri luoghi in tutto l’Iraq, uccidendo tre soldati governativi della 19a Divisione Commando dell’esercito iracheno, due poliziotti ed un civile. Gli stessi curatori del santuario, sacro agli imam Hussein e Abbas, avevano condannato l’attacco e il ministero degli esteri iracheno aveva presentato una denuncia al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Gli Americani avevano affermato che l’aereoporto era un deposito di armi della milizia sciita.
Mike Pompeo, il Segretario di Stato, aveva minacciato che “l’America non avrebbe tollerato altri attacchi,” ma, a quanto pare, sono state le milizie sciite a non aver tollerato ulteriori attacchi. Loro non si “riposizionano.” Sono gli Americani a farlo. E, quando un funzionario del dipartimento della difesa degli Stati Uniti aveva detto alla BBC che la vicinanza alla base di al-Qaim della principale milizia sciita era stato “un fattore chiave nella decisione di spostare le forze altrove,” avevamo saputo che gli Americani avevano perso.
Ma, nel mondo capovolto di Trumplandia, questa è un’altra vittoria. Come l’accordo Usa-Talebani di questo mese per il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan, 8.500 di loro entro 135 giorni, in cambio di una promessa da parte dei loro nemici guerriglieri da 19 anni di tenere al-Qaeda, l’Isis e gli altri Jihadisti fuori dal paese. Gli Americani, ci viene detto, avranno ancora forze sufficienti per condurre “operazioni antiterrorismo” contro questi ultimi. Nel linguaggio del Pentagono, una lingua da sempre separata dalla vita reale (una cosa comune nel cimitero degli imperi): “USFOR-A [US Forces Afghanistan] è a buon punto per soddisfare i livelli di forza diretta mantenendo le capacità necessarie.” Bene, come si diceva una volta, andatelo a dire ai Marines.
Certo, se i Talebani manterranno la parola gli Americani ritireranno il resto delle loro truppe entro 14 mesi. E tutto questo, dobbiamo ricordarlo, in una nazione talmente divisa che i due presidenti rivali hanno tenuto a Kabul cerimonie di giuramento separate, proprio alla maniera degli imperatori romani, sebbene il paese possa a malapena contenere sia Roma che Bisanzio, beffando in questo modo tutte le pretese americane di creare la democrazia in Afghanistan.
Ricordo ancora il funzionario americano che, già nel 2002, dopo che i Talebani erano appena stati “distrutti“, ricordiamolo, aveva detto che questa nuova democrazia afgana avrebbe potuto anche essere “non-Jeffersoniana.” Ciò che quel particolare padre fondatore avrebbe fatto dell’accordo USA-Talebani è ancora da vedere. Avrebbe anche potuto manifestare la propria approvazione per le ragioni dei Talebani.
Ma il nocciolo della questione è mantenere l'”impronta” americana in Medio Oriente. Un momento lo si vede, un altro no. Dopotutto, non sono passate molte settimane da quando Trump aveva detto che non avrebbe abbandonato i Curdi siriani, e poi aveva abbandonato i Curdi siriani subito dopo che avevano finito di combattere e di morire per l’America nella campagna contro l’Isis. Poveri vecchi Curdi. Poveri vecchi Afgani. E poveri Iracheni. Non meritavano davvero gli Americani.
Gli Stati Uniti, in ogni caso, non hanno tempo per preoccuparsi di loro. Hanno un’altra guerra per le mani, contro un virus abbastanza fastidioso, pare. E non puoi “riposizionarti” lontano da quello.
Robert Fisk

domenica 26 aprile 2020

ESCLUSIVO (doppiato ITA) Dottor Rashid Buttar espone Bill Gates, Fauci e il COVID-19

Il massone Bob Dylan, Kennedy e i golpisti del coronavirus

Vide il corpo di Kennedy sobbalzare in avanti, e capì che Chuck Nicoletti lo aveva colpito alla schiena, sparando dal palazzo accanto a quello in cui era appostato il futuro capro espiatorio Lee Oswald. Il presidente era ferito, ma in modo non mortale. Un’intuizione millimetrica, lo spazio di un secondo: poi la limousine si sarebbe allontanata dalla fatale collinetta dell’agguato. Fu in quel preciso istante che il secondo killer sparò a sua volta, con il suo Fireball, facendogli saltare il cervello e ribaltando all’indietro il corpo di Jfk. «Sono stato, io a esplodere il colpo mortale», dice James Files – detenuto negli Usa per altri reati – nel documentario (mai distribuito nel circuito televisivo) che svela la vera storia dell’omicidio, realizzato in mondovisione il 22 novembre 1963 a Dallas. Versione confermata in punto di morte da Howard Hunt, allora numero due della Cia. Per l’assassinio del secolo, gli 007 reclutarono la mafia di Chicago. Se ne accorse Zack Shelton, agente dell’Fbi, subito messo a tacere. Altra fonte, un “pentito”: il criminale Chaucey Holt. Un pilota della Cia, Tosh Plumlee, conferma di aver trasportato a Dallas i gangster incaricati di eliminare Jfk.
Alla vigilia, in un drammatico summit nella città texana, il piano venne convalidato dal Deep State: con lo stesso Howard Hunt, nella villa del petroliere Clint Murchinson c’era Edgar Hoover (Fbi) insieme al vice di Kennedy, Lyndon Johnson, e ad Kennedyaltri due futuri presidenti degli Stati Uniti, Richard Nixon e George Bush. Potere criminale: ma perché riparlarne oggi, come fa Bob Dylan, suggerendo un collegamento tra quell’atroce mattanza e il coronavirus? «State attenti e mettetevi al riparo», ha scritto Dylan sul suo sito, il 27 marzo, presentando l’esplosiva “Murder Most Foul”, regalata al pubblico “worldwide”, in modo sorprendente e spettacolare. Una strepitosa ballad lunga 1016 secondi (quasi 17 minuti) che ripercorre “l’omicidio più ignominioso”, facendo di Kennedy il simbolo di un’America che si stava svegliando, anche sulle ali della musica, per uscire dall’incubo della guerra fredda e della segregazione razziale, del terrore nucleare, del Vietnam.
Perché farlo proprio adesso? Perché diventa così loquace, un solitario come Dylan, sempre ultra-reticente con la stampa? Probabilmente, la domanda contiene già la risposta: era indispensabile lanciare un avvertimento, sia pure filtrato dall’eleganza del linguaggio artistico. Un messaggio però anche esplicito, con indizi messi lì apposta per lasciarsi decodificare: l’invito a “suonare il numero 9, il numero 6″, cioè la perfezione dell’armonia. Roba da esoteristi: come il massonico 33, evocato a proposito dei “fratelli” che avrebbero organizzato “l’inferno”, a Dallas. «Nessun mistero: Bob Dylan è, da sempre, un massone radicalmente ultra-progressista», afferma – clamorosamente – Gioele Magaldi, evidentemente autorizzato a dare ufficialmente la notizia. «Dylan milita nei medesimi circuiti massonici progressisti ai quali appartengo anch’io», aggiunge Magaldi, che nel 2014 – nel saggio “Massoni”, edito da Chiarelettere – ha denunciato le trame anche golpiste e terroristiche della supermassoneria reazionaria.
L’accusa: è stata la superloggia “Hathor Pentalpha”, fondata dai Bush, ad architettare l’11 Settembre e il crollo delle Torri Gemelle, per poi inventarsi anche l’Isis. Se qualche sprovveduto crede ancora alla storiella degli aerei che avrebbero abbattuto le Twin Towers (cadute per “demolizione controllata”, come ormai dimostrato da oltre tremila architetti e ingegneri americani), proprio l’omicidio Kennedy – giudiziariamente irrisolto, dopo oltre mezzo secolo – sta lì a ricordare a tutti che, a volte, “l’impossibile” diventa possibilissimo. Tant’è vero che qualcuno ci lascia la pelle: anche in modo inimmaginabile, Magaldipersino se si tratta di un intoccabile come il presidente degli Stati Uniti. Magaldi mette in fila gli eventi: la stessa élite reazionaria, che nel 1975 usò la Trilaterale di Kissinger per dichiarare guerra alla democrazia sociale, oggi sovragestisce la crisi planetaria della pandemia secondo il modulo Wuhan, fondato sulla sospensione della libertà costituzionale.
Attenti, avverte Magaldi: fu proprio il club di Kissinger a sdoganare la Cina, aprendola al mercato globale, per farne una specie di Frankenstein: formidabile efficienza economica, ma niente democrazia. Un modello perfetto da trapiantare in un futuro Occidente distopico, raggelante, oggi con il pretesto psico-sanitario del coronavirus, il coprifuoco imposto a tutti (provvisorio, ma con la prospettiva che le libertà di ieri non tornino mai più). Ed ecco, allora, Bob Dylan. «La sua uscita – sottolinea Magaldi – è perfettamente sincronizzata con l’altrettanto clamorosa lettera di Mario Draghi al “Financial Times”, in cui l’ex presidente della Bce (fino a ieri massone neoaristocratico, e oggi tornato ai lidi keynesiani delle origini) dichiara guerra alla “teologia” del rigore neoliberista, evocando addirittura il New Deal rooseveltiano: cioè la necessità di ricorrere a massicci aiuti di Stato per svincolare l’economia dal ricatto della finanza speculativa. Un regime che tuttora strangola l’Italia nella morsa dell’Ue, proprio adesso che il paese ha un bisogno drammatico di fondi che non si trasformino in debito».
Draghi e Dylan, strano tandem: in modo diverso paiono dire la stessa cosa. Ovvero: siamo ormai giunti a un bivio esiziale, messi di fronte – con l’accelerazione planetaria della pandemia – a una scelta di campo che si è fatta ineludibile: se la globalizzazione solo finanziaria porta dritti a Wuhan, l’alternativa sta nel riscrivere da zero le regole del mondo. E chi, meglio di John Kennedy, riuscì a esplicitare questo concetto? Era il sogno della New Frontier: un mondo unito, pacificato e libero. Di recente, s’è scoperto un carteggio segreto con Nikita Krushev: i due leader impegnavano Usa e Urss a mettere fine alla guerra fredda Bizzientro il 1970. Ma a costare la vita a Kennedy, probabilmente, fu altro: per esempio, la decisione di stampare direttamente banconote di Stato, svincolate dal sistema bancario. Ed ecco che Jfk, riletto oggi, sembra parlare direttamente a noi, alle prese con le maschere dell’euro-rigore “tedesco”. Ma chi era, veramente, Kennedy?
«Tra le altre cose, il presidente assassinato a Dallas era un inziato eleusino», rivela lo storico fiorentino Nicola Bizzi, che nel sorprendente libro “Da Eleusi a Firenze” mette a fuoco l’ascendenza “eleusina” del Rinascimento italiano. Ovvero: la regia occulta, nel potere della signoria medicea, della tradizione misterica risalente al 1300 avanti Cristo, quando – secondo la narrazione – la dea Demetra avrebbe rivelato ai fedeli di Eleusi, alle porte di Atene, l’origine “atlantidea” della nostra specie, “creata” dagli dei Titani come Poseidone, signore dei mari. Kennedy eleusino? «Di più: era anche un templare, direttamente collegato a Dante Alighieri». Lo sostiene Luca Monti, autore del volume “Firenze, città santa dei templari”, pubblicato da Aurora Boreale, editrice di cui è titolare lo stesso Bizzi. Inserito nella rete odierna del templarismo, Monti spiega: l’autore della Divina Commedia ereditò la guida segreta dell’Ordine del Tempio dopo il rogo in cui fu arso vivo l’ultimo Montigran maestro ufficiale, Jacques de Molay. E il legame con il presidente assassinato a Dallas? «Il successore dell’Alighieri-templare fu Gherarduccio dei Gherardini, antenato di John Fitzgerald Kennedy», nientemeno.
Stupefacente? Be’, sì. Ma questo aiuta a leggere un po’ meglio tra le righe, persino nei riferimenti simbolico-esoterici di cui è gremito l’amletico testo del massone Dylan, “Murder Most Foul”. Va preso sul serio, Luca Monti? Fate voi. Nel 2016, intervistato da Paolo Franceschetti, si sbilanciò con questa previsione: «Nel 2020 succederà qualcosa di inaudito, a livello mondiale». La fonte? Numeri, ancora: nella Commedia di Dante, ricorre il 515. Le profezie contenute nel poema sono intervallate dal medesimo numero di versi, “centodieci e quinque”. «Io penso che questo 515 arriverà verso il 2020», disse Monti, spiegando: «Questo numero rappresenta anche la riunificazione; noi siamo tutti in potenza parti di Dio, particelle divine, e il 515 rappresenta la riunione di noi stessi col divino». Suggestioni da brividi? Certo, si tratta di materiale con cui Bob Dylan ha sempre dimostrato un’estrema confidenza: nessuno come lui ha saputo maneggiare – e con uno slang “pop”, per giunta – la stessa Bibbia e i simboli pescati nei territori dell’alchimia, dell’astrologia, dei tarocchi, della mitologia. Se Kennedy era anche un neo-templare e un iniziato “eleusino”, oltre che un celebrato campione della democrazia, suona sempre meno strano l’omaggio che il grande cantautore gli tributa, in mezzo al panico da coronavirus, come se “Murder Most Foul” fosse anche una dichiarazione di guerra, oltre che un esercizio di pietà.
Cade dall’alto, il guanto di sfida lanciato dall’ex ragazzo di Duluth, con alle spalle sessant’anni di carriera, oltre 50 dischi e anche l’Oscar cinematografico per “Things have changed”, nella colonna sonora di “Wonder boys”. Il prestigio culturale di Bob Dylan è già scritto nella storia: Premio Pulitzer, Nobel per la Letteratura, Legion d’Onore francese, 8 Grammy, Premio Principe delle Asturie. Risale al ‘97 il riconoscimento dei Kennedy Center Honors, e al 2012 la Medaglia Presidenziale della Libertà (massimo “award” civile, negli Stati Uniti). Neppure il Dylan politico è una sorpresa, dai tempi di “Blowin’ in the wind” e “Masters of war”. Suo il primo atto d’accusa, frontale, contro la globalizzazione: “Union Sundown”, nel 1983, anticipa profeticamente la tragedia delle delocalizzazioni, in un mondo che sarebbe stato devastato dallo strapotere delle multinazionali. Forte l’attitudine a scendere in campo direttamente, in modo anche spericolato: l’affarista William Zantzinger dichiarò di essere stato rovinato, da Dylan, per
Bob Dylanla canzone “The lonesome death of Hettie Carroll”, domestica nera uccisa a bastonate. Il pugile afroamericano Rubin Carter, vittima di un caso giudiziario condizionato dal razzismo, fu letteralmente scarcerato in seguito alla campagna per la sua liberazione lanciata da Dylan con il brano “Hurricane”.
«Siamo un paese costruito sulla schiena degli schiavi», disse, in prossimità dell’uscita dell’album “Tempest”, pubblicato nel 2012, in cui riecheggia la guerra civile americana nell’interpretazione del poeta Herny Timrod. Sempre rarissime, le interviste, ma quasi tutte memorabili. «Come spiegare la mia longevità artistica? Be’, da giovane ho fatto un patto con il “comandante in capo”». Tradotto: consacro la mia arte alla maggiore delle cause. Obiettivo: far fermentare il talento, alchemicamente, al servizio dell’umanità. Un modo per “tendere al divino”, per citare il 515 dantesco? Più esplicitamente: «Pensate alla trasfigurazione di Cristo, nel Getzemani». Simboli, certo. Positivi e negativi: «Ha vinto Walt Disney», sentenziò anni fa: «Quindi abbiamo perso tutti». Prigioneri della Matrix, in un mondo di plastica? Ecco, forse il velo potrebbe squarciarsi, oggi, di fronte al dramma del coronavirus che sembra distruggere ogni certezza. A patto però – e qui è il “templare” kennedyano che riemerge, il “massone progressista” – che si abbia il coraggio di metterci la faccia. Per esempio regalando ai senzatetto milioni di dollari, ricavati dal disco natalizio “Christmas in the heart” pensato nel 2009 per sfamare gli homeless d’America (gesto di liberalità squisitamente massonico, se non addirittura rosacrociano).
A proposito: tra i leggendari Rosa+Croce, elusiva confraternita iniziatica capitanata nel secondo ‘900 dal pittore Salvador Dalì, un simbologo italiano come Gianfranco Carpeoro include il grande Freddie Mercury. E il suo gruppo – i Queen – è l’unico (non statunitense) citato da Dylan nella sequenza finale di “Murder Most Foul”, in cui si dispiega lo splendore della colonna sonora “made in Usa” degli irripetibili anni Sessanta. Un indizio rivelatore: siamo di fronte a una stretta parentela, non solo artistica? In recenti conferenze, insieme allo stesso Magaldi, Carpeoro ha svelato la cifra massonica di artisti come David Bowie e, in particolare, l’identità anche rosacrociana del massone progressista Michael Jackson, cresciuto nella Prince Hall Freemasonry, l’obbedienza dei neri Il simbolo che negli ultimi anni accompagna i concerti di Dylanamericani. A costargli la vita, a quanto pare, sarebbe stata la canzone “They don’t care about us”, contro gli abusi del grande potere globalista. Un verso recita: «Tutto questo non succederebbe, se Roosevelt fosse ancora qui». Alla moglie di Franklin Delano, Eleanor, madrina della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il giovanissimo Bob Dylan dedicò “Dear Mrs. Roosevelt”, scritta dal suo antico maestro Woody Guthrie.
Sempre Dylan fu tra le star che risposero all’appello di Michael Jackson, autore con Lionel Richie del brano corale “We are the World”, destinato a raccogliere fondi (campagna “Usa for Africa”) per assistere la popolazione dell’Etiopia colpita dalla spaventosa carestia del 1985. Oggi, a quanto sembra, siamo all’ennesimo appuntamento con la storia: si tratta di disseppellire John Kennedy, per aiutare il mondo a ritrovare il suo stesso coraggio. Cambiare tutto, senza paura: né del coronavirus, né dei suoi ipotetici “sovragestori”, che probabilmente sognano un pianeta di neo-sudditi, schiavizzati dal terrore dei virus (oggi il “corona”, domani chissà), e sottoposti alla dittatura orwelliana di una polizia sanitaria capace di imporre vaccini e microchip, azzerando la privacy e la libertà. Messaggio: il momento è cruciale. La sfida è lanciata: “Murder Most Foul” è nell’aria, ne sta parlando il mondo intero. «State al riparo, e state attenti», si congeda il quasi ottantenne Dylan. «E che Dio sia con voi».
(Giorgio Cattaneo, 5 aprile 2020).