Minacce Omicidi e Finzione Cinematografica.
https://www.youtube.com/watch?v=1YiM9BB7WNc
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Dopo l’emergenza covid, l’informazione si è concentrata sulla crisi energetica in atto, le azioni delle istituzioni e i rapporti geopolitici ed economici fra Stati. È possibile che esista un’altra verità oltre a quella raccontata dalle istituzioni e che viene taciuta? Ci sono soluzioni possibili alla crisi energetica in atto?
Byoblu si è recato in Libia, nella zona di Bengasi, per realizzare un documentario sulla situazione politica ed economica di quella parte di Paese con il documentarista Michelangelo Severgnini.
Nel documentario sono contenute interviste esclusive a membri del Governo di Bengasi e ad esponenti delle principali aziende energetiche.
Il lavoro di inchiesta fa emergere in maniera evidente come l’Italia avrebbe l’opportunità di ottenere petrolio e altre fonti energetiche a basso costo dalla Libia, qualora riallacciasse i rapporti con il Governo di Bengasi, risolvendo così buona parte dei problemi derivati dalla crisi energetica.
“Ho acquistato 5 litri di benzina a Bengasi e li ho pagati 15 centesimi di euro. Benzina che però non posso portare in Italia per via di una risoluzione la numero 2362 delle Nazioni Unite” Accade questo nell’est della Libia, a Bengasi – spiega Severgnini – che l’Europa e il resto del mondo non riconoscono come Paese a tutti gli effetti e per questo non è autorizzato alla vendita del petrolio sul mercato internazionale.
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RIFLETTORI PUNTATI SU SEVERGNINI, RICEVUTO ANCHE DAL PRESIDENTE DEL SENATO LA RUSSA
Lo scorso 25 novembre a Napoli si è tenuta la proiezione del suo film “L’Urlo” in programma all’interno del Festival dei diritti umani. La proiezione è stata interrotta dopo soli 20 minuti (su 80 di lunghezza) per l’intervento di alcuni personaggi attivi nelle ONG, i quali hanno imposto ai tecnici la sospensione e, afferrato un microfono hanno preso ad accusare i contenuti del film, che riportavano le testimonianze dei migranti-schiavi in Libia, e il regista Severgnini.
Ad intervenire contro questo grave episodio di censura il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha voluto parlare direttamente con Severgnini.
Il registra, infatti, è stato ricevuto a Palazzo Madama in segno di solidarietà per lo spiacevole episodio. Prosegue intanto un silenzio assordante da parte della sinistra, “terrorizzata dalla rappresaglia delle ONG qualora rompessero il patto di omertà che ormai li lega” ha affermato il regista. 12 Dicembre 2022
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La Crociata è passata, Montségur è in rovina, ma tu sei vivo: sei sopravvissuto, sei sfuggito al gran carnaio. E sei a casa, tornato alla tua vita quotidiana. E cerchi di dimenticarli, qui giorni bui. Ma quella sera è alla tua porta, che battono. La tua porta viene sfondata. Ti prendono, ti trascinano, ti spingono. Hai un bel gridare, protestare, dire che non hai fatto niente. Ti portano nelle prigioni dell’Inquisizione. Ogni sforzo di immaginazione è vano: la prigione, la miseria, la puzza. Non quella degli escrementi, dei topi, della paglia marcia. No: la puzza della paura. Perché si marcisce in dieci, in venti, in cinquanta per cella. Ogni tanto la porta si apre, allora protesti: non ho fatto nulla, sono innocente! E ne portano via uno, due… Tu no. Poi ti rendi conto che chi viene portato via non lo rivedi più. Ecco da dove viene, l’odore della paura. A un certo punto immagini il peggio: non desideri più essere chiamato, oltrepassare quella porta. Vorresti rimanere lì, nella paglia. Ma quando non si vuole più qualcosa, ecco che accade. La porta si apre, e ti chiamano. Ti trascinano, tra due soldati, lungo un corridoio buio.
Già senti, intimamente, che ti uccideranno (non importa come: con la corda, con il ferro, con il fuoco). E invece no: o almeno, non subito. Ti portano davanti a Monsignore l’Inquisitore, un monaco domenicano dalla triste figura. Non osi guardarlo in faccia, perché conosci il potere di quell’uomo. Lui può tutto: può mandarti in prigione, toglierti le tue proprietà. Può distruggere la tua casa e trasformarla in un porcile, in una discarica di immondizia, se per caso hai ospitato un eretico. Può condannarti al rogo, o alla prigione a vita. E allora ti metti in ginocchio, protesti la tua innocenza. E quell’uomo – che avevi immaginato duro, come di pietra e ferro – si mostra empatico: ti tende la mano. Ti dice: «Ragazzo mio, se davvero non hai fatto niente sono desolato, evidentemente c’è stato un errore». E tu, che avevi così tanta paura, ora all’improvviso pensi alla porta che si riapre. Pensi alla tua casa, al tuo bestiame, alla tua pace. Ecco: scampare all’inferno. L’inquisitore intanto ti chiede come ti chiami. Tu rispondi: «Mi chiamo Guilhelm, sono zoccolaio, vivo a…». E lui: «Ah, vivi là? Allora dimmi, amico mio: non è che per caso hai visto, ascoltato, creduto, protetto, guidato, ospitato quei maledetti eretici che, come mele marce, guastano quelle buone?».