lunedì 31 agosto 2020

Dylan, Draghi e l’inferno Covid. Magaldi: presto la verità

Bob Dylan «Forse gli italiani se lo meritano, un governo che li chiude in casa per un allarme gonfiato, poi li rovina economicamente lasciandoli senza soldi e li prende in giro fino alla fine, con promesse favolose, fino al miracolo (inesistente) dei mitici aiuti dell’Unione Europea: poche briciole che costeranno un prezzo salatissimo, e che arriveranno – forse – tra un anno, a piccole rate, quando ormai il peggio ci sarà crollato addosso, a partire dalle prossime settimane». Tanta amarezza, da parte di Gioele Magaldi, viene dall’impietosa fotografia degli ultimi mesi, che si prolunga nel cuore dell’estate: «Vedo ancora in giro gente con indosso la mascherina: c’è chi se la mette per passeggiare all’aperto, e chi la tiene sul viso mentre guida l’auto, da solo». Follia? E’ il risultato della micidiale manipolazione messa in atto, a tambur battente, dallo scorso febbraio. La paura di un virus ormai spento e debellato dai medici con terapie efficaci, ma tuttora presentato come minaccia invincibile. «C’è chi insiste nell’evocare “seconde ondate”, anche se persino il telegiornale di “Sky” ha ammesso che l’epidemia è praticamente finita». Gli italiani? «In maggioranza, hanno accettato di subire restrizioni spesso assurde, non motivate da alcuna ragione medica».

giovedì 27 agosto 2020

Covid 19 / Il Video “Pandemic” Che Spopola Negli Stati Uniti


Spopola negli Stati Uniti il video sulla pandemia di una biologa controcorrente e sul piede di guerra contro Big Pharma.
Si tratta di Judy Mikovits, protagonista di un cortometraggio bomba (30 minuti) titolato “Pandemic” e dal quale è stato estrapolato uno spezzone messo su YouTube. Nel giro di qualche giorno ha totalizzato la bellezza di 80 milioni di visualizzazioni; poi è stato rimosso, perché ritenuto “pericoloso”. E lo stesso hanno fatto Facebook e Twitter, ormai d’accordo nel censurare tutto quanto possa far conoscere ai cittadini la vera storia del coronavirus.

mercoledì 26 agosto 2020

Pedofilia: "Un culto satanico diffuso nei centri di potere"


«Migliaia di bambini vengono rapiti, abusati, uccisi e sacrificati al diavolo per ragioni di potere. Lo dicono le vittime, le prove». «Abbiamo raccolto testimonianze che parlano del legame fra pedofilia e satanismo». «Il fenomeno sfugge al controllo della polizia». «La guerra fra bene e male è giocata sugli innocenti». A parlare alla Nuova Bussola Quotidiana è Robert David Steele, consulente capo della Commissione giudiziaria d’inchiesta sul Traffico di esseri umani e abuso sessuale di minori, ex ufficiale dei Marines ed ex membro della CIA. Quello che ci racconta è frutto dei racconti di persone coinvolte negli abusi o di vittime i cui predatori sono stati accusati di pedofilia e finiti in carcere.


«Migliaia di bambini vengono rapiti, abusati, uccisi e sacrificati al diavolo per ragioni di potere. Lo dicono le vittime, i testimoni, le prove». A parlare a La Nuova Bussola Quotidiana è Robert David Steele, ex ufficiale dei Marines, ex membro della CIA e candidato al premio Nobel per la pace nel 2017. Steele ha formato oltre 8000 rappresentanti dell’Intelligence e delle forze dell’ordine ed è stato chiamato dal Tribunale Internazionale per la Giustizia Naturale (Associazione con sede a Londra che ha riunito esperti di tutto il mondo) come consigliere e consulente capo della Commissione giudiziaria d’inchiesta sul Traffico di esseri umani e abuso sessuale di minori. Quello che ci racconta è frutto delle numerose testimonianze (in parte simili a quella di Michela nel libro "Fuggita da satana" in cui si parla di violenze e bambini sacrificati) di persone coinvolte negli abusi o di vittime i cui predatori sono stati accusati di pedofilia e finiti in carcere. 
Steele, per quanto tempo ha lavorato per la Cia e cosa ha scoperto durante gli anni del suo operato riguardo alla pedofilia?
Ho lavorato per la Cia nell’ufficio delle Operazioni Clandestine dal 1979 al 1988, ma non ho scoperto la piena estensione della pedofilia finché non è esploso lo scandalo del “PizzaGate", con il mio successivo sostegno al libro “Pedophilia & Empire: Satan, Sodomy, & the Deep State” (“Pedofilia e Impero: Satana, la sodomia e lo Stato Profondo”), per cui ho scritto la prefazione e il cui titolo è stato da me suggerito, e fino a quando non sono stato invitato a diventare commissario e consulente capo della Judicial Commission of Inquiry into Human Trafficking and Child Sex Abuse.

martedì 25 agosto 2020

Svezia: l’unico grafico che conta

Numero di persone morte giornalmente dal 12/3 al 18/7 in Svezia con Covid-19 confermato. (Fonte: Servizio sanitario nazionale svedese)

Mentre l’epidemia di Covid-19 continua a protrarsi negli Stati Uniti, è ampiamente finita in Svezia dove i decessi sono scesi a non più di 2 al giorno nell’ultima settimana. La Svezia è stata duramente criticata dai media per non aver imposto chiusure draconiane come negli Stati Uniti e negli altri Paesi europei e per aver  invece attuato una politica insieme convenzionale e sensata. Ha raccomandato di mantenere una distanza di sicurezza tra persone e ha vietato gli assembramenti di 50 o più persone. È  anche stato chiesto ai cittadini anziani di isolarsi e di evitare il più possibile di interagire con altre persone. A parte questo, gli svedesi sono stati incoraggiati a lavorare, fare esercizio fisico e andare avanti con la propria vita come avrebbero fatto normalmente, anche se il mondo era ancora in piena pandemia globale.
Il segreto del successo della Svezia è che i suoi esperti hanno adottato una strategia realistica, sostenibile e basata sulla scienza. L’intenzione non è mai stata quella di “combattere” il virus che è tra le infezioni più contagiose dell’ultimo secolo, ma di proteggere gli anziani e le persone vulnerabili, consentendo al tempo stesso ai giovani, meno soggetti a rischi, di circolare, di contrarre il virus e di sviluppare gli anticorpi di cui avranno  bisogno in futuro per combattere agenti patogeni simili. Ora è chiaro che questo era l’approccio migliore. E mentre la Svezia potrebbe ancora sperimentare epidemie occasionali che potrebbero uccidere altre 2-300 persone, eventuali recidive dell’infezione in autunno o in inverno non saranno una temuta “seconda ondata”, ma un evento influenzale molto più debole che non travolgerà il sistema sanitario pubblico o ucciderà migliaia di persone.

lunedì 24 agosto 2020

Adrenocromo, nota anche come adrenalina rosa, è il santo Graal dell’Immortalità o la nuova mania dei culti esoterici?


“La pedofilia sfugge al controllo della polizia, inclusa Scotland Yard e la Gendarmeria di tutti i paesi, perché è un privilegio dei nobili, dei partiti al potere, dei miliardari e delle celebrità. È una forma di cocaina, anche perché oltre all’eccitazione che deriva dall’abusare di un bambino impunemente, c’è anche l’adrenocromo, il sangue intriso di adrenalina (per la paura,ndr) che si ricava dalla tortura di un bambino prima che il suo sangue venga raccolto. Quindi l’adrenocromo dei bambini usato come droga non è una fantasia.
È reale e può essere congelato per il trasporto. … Inoltre, c’è anche un effetto anti-età, per cui molte celebrità sembrano essere dipendenti dall’adrenocromo. … La pedofilia è un “segreto di pulcinella” che attraversa tutte le società mondane. Ciò che è meno noto è che la pedofilia è solo la parte iniziale: da qui si passa alla tortura, alla produzione di adrenocromo e agli abusi di rito satanico che includono la raccolta di feti e anche il consumo della carne dei bambini subito dopo la nascita (qui una testimonianza). Ancora una volta rimando al libro di cui ho parlato sopra.” https://www.maurizioblondet.it/pedofilia-un-culto-satanico-diffuso-nei-centri-di-potere/
“Come detto precedentemente l’adrenocromo prodotto chimicamente è un farmaco che non ha nulla a che vedere con la sostanza endogena naturale prodotta da un essere umano in pericolo!
La cosiddetta “droga dell’immortalità” deve venire estratta direttamente dall’organismo, meglio se giovane e fresco come quello di un bambino perché con l’età la sua produzione cala.

venerdì 21 agosto 2020

Trump: in autunno battaglia finale contro il nuovo ordine mondiale?


L’ultimo annuncio di Donald Trump su Twitter lascia presagire che presto saranno sganciate delle bombe devastanti sul caso spygate.
Il presidente americano ha parlato di imminenti rivelazioni sulla vicenda di spionaggio internazionale che lo ha visto vittima di un elaborato complotto per sabotare la sua campagna elettorale da candidato repubblicano prima, e successivamente il suo mandato da presidente degli Stati Uniti.
Trump non poteva essere più esplicito. Il tentativo di colpo di Stato ai suoi danni è partito direttamente dalla Casa Bianca, orchestrato sin dal primo momento da Barack Obama, all’epoca presidente, e dal suo vice, quel Joe Biden attuale candidato dem alle prossime presidenziali e già coinvolto in un altro scandalo in Ucraina per via delle sue indebite pressioni sulla magistratura locale dirette a salvare suo figlio Hunter Biden dall’inchiesta sugli enormi e anomali compensi ricevuti dallo stesso Hunter quando lavorava per Burisma, una società ucraina attiva nel settore petrolifero.
Quello che potrebbe arrivare il prossimo autunno potrebbe avere una rilevanza così devastante da pregiudicare definitivamente le già precarie chance di Joe Biden di spodestare Trump dalla Casa Bianca.
Allo stesso tempo, spygate vuol dire necessariamente Italia. E’ questo Paese infatti che ha avuto un ruolo determinate, come già spiegato in altre occasioni, nel tentativo di incastrate illegalmente Trump.
E’ a Roma che tutto iniziò, quando l’allora consigliere della campagna di Trump, George Papadopoulos, si recò nella capitale nel marzo del 2016 per incontrare il professor Joseph Mifsud, misteriosa e criptica figura già docente della Link Campus University, presieduta da Vincenzo Scotti, noto ai tempi della Prima Repubblica per essere stato ministro dell’Interno ai tempi dell’attentato a Falcone.

giovedì 20 agosto 2020

Pedofilia, sette e deep web, un fenomeno incontrollabile e globale


Una chat degli orrori in cui minori si scambiavano materiale pedo-pornografico, una setta che adescava ragazzine, anche minorenni, per ridurle a schiave sessuali di un guru: due sconcertante inchieste a distanza di pochi giorni, rivelatori delle preoccupanti dimensioni della pedofilia.
Questi episodi mostrano come la pedofilia sia un fenomeno sommerso ma diffuso che si “contagia” attraverso sette e soprattutto nel deep web. Sputnik Italia ha intervistato Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione Meter, che da oltre trent'anni è in prima linea nella lotta alla pedo-pornografia sul web e agli abusi su minorenni,collaborando con la polizia postale italiana e internazionale.
— Don Fortunato, in pochi giorni due inquietanti episodi di pedofilia hanno scosso l'Italia, per la crudeltà e il coinvolgimento di minori nel ruolo di consumatori e carnefici. Si tratta del primo caso o è un fenomeno diffuso?
— Per chi è addetto ai lavori non è niente di nuovo sotto il sole. Certo è inquietante il fatto che i minorenni strutturano una piattaforma su cui scambiare persino guadagnare del denaro con lo scambio e alla produzione di questo materiale.
Evidentemente il fenomeno, che l'associazione Meter denuncia da trent'anni, è diventato quasi incontrollabile, esteso e così profondamente globale, perché che il materiale può essere non soltanto usufruito sulla piattaforma ma anche diffuso in tutto il mondo.
— Che ruolo ha avuto internet della diffusione di questo "contagio" che è il crimine pedopornografico?

venerdì 7 agosto 2020

Rete Voltaire: Israele distrugge Beirut Est con una nuova arma 7 ago 2020


Rete Voltaire
Israele distrugge Beirut Est con una nuova arma
di Thierry Meyssan
Il primo ministro israeliano ha ordinato la distruzione di un deposito d'armi dello Hezbollah a Beirut con una nuova arma che, non ancora ben sperimentata, ha causato ingenti danni, ha ucciso più di un centinaio di persone, ne ha ferite 5.000 e ha distrutto molti edifici. Questa volta Benjamin Netanyahu difficilmente potrà negare.
Rete Voltaire | Damasco (Siria) | 7 agosto 2020
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Il 27 settembre 2018, alla tribuna delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu mostra il deposito che esploderà il 4 agosto 2020, indicandolo come deposito di armi dello Hezbollah.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha autorizzato un'offensiva contro un deposito d'armi dello Hezbollah per mezzo di una nuova arma, testata sette mesi fa in Siria. S'ignora se l'operazione sia avvenuta con il consenso del secondo primo ministro, Benny Gantz.
L'offensiva del 4 agosto 2020 ha colpito esattamente il luogo indicato da Benjamin Netanyahu nel discorso tenuto alle Nazioni Unite il 27 settembre 2018 [1].
Non si sa che tipo di arma sia stata usata. È stata però testata in Siria a gennaio scorso. Si tratta di un missile la cui testata contiene un componente nucleare tattico, che provoca il fungo caratteristico delle armi nucleari. Non si tratta evidentemente di una bomba atomica in senso strategico.
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Test israeliano in Siria
Quest'arma è stata testata in Siria, in pianura e in aperta campagna, poi nelle acque del Golfo Persico, contro imbarcazioni militari iraniane. Il 4 agosto è stata utilizzata per la prima volta in un'area urbana, in un ambiente particolare che ha fatto ripercuotere sull'acqua e sull'altura lo spostamento d'aria e le vibrazioni. Non solo ha distrutto il porto di Beirut, ha ucciso anche un centinaio di persone, ne ha ferite almeno altre 5.000 e ha distrutto la parte Est della città (la parte Ovest è stata in gran parte protetta dall'alto edificio che contiene silos per cereali).
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Mettendo a confronto queste due foto satellitari, su quella di sinistra si vede la distruzione del deposito dello Hezbollah e di parte del porto.
Israele ha immediatamente attivato le entrature nei media internazionali per nascondere il proprio crimine e accreditare l'ipotesi dell'esplosione accidentale di uno stock di fertilizzante. Come spesso accade, si trovano colpevoli fasulli e la macchina mediatica internazionale ripete fino alla nausea la menzogna, sebbene in assenza d'inchiesta. Eppure tutti hanno potuto vedere il fumo a forma di fungo, incompatibile con la tesi dell'esplosione di fertilizzanti.
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Il fumo a forma di fungo osservato a Beirut non ha niente a che vedere con quello che avrebbe causato un esplosivo convenzionale.
Così come né Siria né Iran hanno reagito dopo essere stati colpiti da questa nuova arma, anche i partiti politici libanesi hanno immediatamente concluso un accordo affinché la verità venga tenuta nascosta al fine di non demoralizzare la popolazione. È stata aperta un'inchiesta per indagare non già sulla causa dell'esplosione, ma sulla responsabilità del personale portuale nello stoccaggio dei fertilizzanti, spacciati come causa dell'esplosione. Questa menzogna si è però presto ritorta contro i partiti politici che l'hanno architettata.
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Il Tribunale delle Nazioni Unite per il Libano ha deciso di rinviare di qualche giorno il verdetto sull'affare dell'assassinio nel 2005 del primo ministro Rafic Hariri, che avrebbe dovuto emettere a breve. Nella vicenda dell'assassinio di Hariri, l'esplosione di un furgone mascherò il tiro di un missile caricato con una nuova arma, così come l'esplosione di nitrato ha mascherato il tiro sul deposito di armi dello Hezbollah.
Cinque anni dopo – cinque anni troppo tardi! – ho rivelato su una rivista russa come fu ucciso Rafic Hariri [2]; lo Hezbollah diffusse invece un video che dimostrava l'implicazione di Israele.
È importante rilevare che l'assassinio del 2005 colpì un primo ministro sunnita, mentre l'attacco del 2020 non colpisce lo Hezbollah sciita, ma l'insieme della Resistenza libanese.
Oggi diverse ambasciate hanno fatto rilevamenti, in particolare hanno prelevato campioni di cereali e filtri ad aria delle ambulanze che si sono immediatamente recate sul posto, materiale che già viene analizzato nei rispettivi Paesi.
Thierry Meyssan
[1] "Remarks by Benjamin Netanyahu to the 73rd Session of the United Nations General Assembly", by Benjamin Netanyahu, Voltaire Network, 27 September 2018.
[2] "Rivelazioni sull'assassinio di Rafiq Hariri", di Thierry Meyssan, Оdnako (Russia) , Rete Voltaire, 29 novembre 2010.
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Giulio Occhionero: "Roma è il cuore del complotto contro Donald Trump"

giovedì 6 agosto 2020

L’indice di riproduzione del virus e la sua attuale contagiosità



Giulio Tarro
Ai primi di marzo Angela Merkel dichiarava che il virus avrebbe infettato il 70% dei tedeschi. Per questo era necessario rallentare il contagio (per “spalmare il “picco epidemico”, scongiurare, cioè, il contemporaneo riversarsi sulle strutture sanitarie di un enorme numero di malati) sospendendo tutti quegli eventi che lo avrebbero accelerato (come partite, concerti…) e invitando ad usare Ia mascherina e a rispettare Ia distanza di biosicurezza.
Questa gestione dell’emergenza, (resa possibile da una attenta pianificazione e dalla disponibilità di posti in terapia d’urgenza che sono cinque volte quelli italiani) ha garantito, tra l’altro, il rapido ripristino di quasi tutte le attività che ora si svolgono come sempre.
In Italia, dove nulla era stato pianificato per fronteggiare una epidemia ritenuta, addirittura, impossibile: (vedi #milanononsiferma), di fronte ai primi casi di positivi a tampone, la folle decisione del Governo è stata pretendere di bloccare il contagio costringendo tutta la popolazione a stare chiusa a casa.
E, per fare questo, si è ricorso — oltre ad una terroristica informazione – ad una evidente falsità: considerare contagiati solo coloro che risultavano positivi ai pochi tamponi disseminati qua e là dalle Regioni e considerare come “morti per Covid” TUTTI coloro che, prima o dopo Ia morte, risultavano positivi al tampone.
Si è istituzionalizzato, così, in Italia un “tasso di letalità” (morti su contagiati) del virus SARS-CoV-2 elevatissimo (28 volte superiore a quello della Germania) che, certamente, convinceva tutte a restare a casa ma che, impedendo visite al domicilio di persone che mostravano qualche sintomo sospetto (medicina territoriale), mandava queste a morire negli ospedali (dove già si registrano ogni anno 50.000 morti per infezioni ospedaliere.

Hanno trasformato milioni di italiani in ipocondriaci che, pur di non subire un altro lockdown, per scongiurare un ormai impossibile contagio di massa, sono disposti a subire le più umilianti vessazioni e a additare come “untore” chiunque non indossi la mascherina o sta davanti un bar con amici.
Hanno paura della nostra rabbia, dei tanti ridotti in miseria, che — finalmente — stanno aprendo gli occhi davanti alle tante menzogne dette dagli “esperti” in TV.
Hanno paura che si scopra che i contagiati in Italia (tutti asintomatici) sono stati decine di milioni; e, per questo oggi moltiplicano i tamponi che risultano quasi tutti negativi. Ma questo non significa affatto che tante persone non siano mai state contagiate, ma che le persone sono guarite. E questo potrebbe essere documentato solo se si facessero capillari indagini sierologiche di massa. Non come quella in atto (alla quale solo il 2% delle persone contattate hanno aderito) dove, se vi trovano gli anticorpi andate in quarantena, in attesa di un tampone che potrebbe arrivare anche dopo un mese.
Intanto invece che puntare su un rapido ripristino della normalità (come si sta facendo in altri paesi), farneticando di un “catastrofico ritorno dell’epidemia” – dopo gli ombrelloni aperti distanziati quattro metri e mezzo e la chiusura delle spiagge pubbliche – hanno già deciso nuove “misure profilattiche”, ovviamente, insensate dal punto di vista sanitario, come l’obbligo della vaccinazione antiinfluenzale o della mascherina a scuola.
Come al solito, non vediamo oltre la punta del nostro naso e non ci accorgiamo di quello che accade al di fuori dei confini. Altri paesi già sono in fase inoltrata con riaperture significative. Noi, invece, proibiamo ancora tante, troppe cose. Pare the si debba ad ogni costo metterci con le spalle al muro al punto dal non essere più in grado di alcuna ripresa economica. Stanno davvero esagerando. Stanno rovinando tutto.

È notizia risaputa che in Germania, immediatamente dopo l’inizio della fase 2, il famoso fattore RO era salito a 1. Si tratta di un valore basso. Teniamo presente che quanto ci hanno comunicato dalla Cina, relativamente al Sars CoV2, il fattore RO è compreso fra 2 e 3, mentre per la prima SARS era compreso, fra 3 e 4. II fatto che RO sia 1, vuol dire che una persona ne contagia un’altra. Ma, badiamo bene, questo è un discorso che vale nel momento di massima diffusività del virus.
In Spagna la fase 2 procedeva per gradi, ciascuno dei quali ha avuto una durata di due settimane. Così facendo il premier spagnolo ha fatto sapere che è riuscito a gestire bene la pandemia come previsto, entro il 30 giugno si è tornati alla normalità.
È un metodo di buon senso, logico direi. Calcolando anche che il periodo di quarantena del Sars CoV2 che è di due settimane. Quindi va benissimo così. Fanno bene gli spagnoli e facciamo male noi.
Parliamo dei test sierologici. A breve saranno disponibili, ma già a stato già detto che anche chi ha le immunoglobuline G (gli anticorpi) non può considerarsi immune.
Affermare questa cosa sulla carta è una stupidaggine. Chi sviluppa gli anticorpi per il Sars CoV2 è ormai protetto.
Come si fa a verificare che l’immunoglobulina G e specifica per il Sars Cov2.
I kit della Abbot che sono a disposizione hanno un’affidabilità del 90%.

GIULIO TARRO

mercoledì 5 agosto 2020

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 4 ago 2020


Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
La CIA exploite illégalement le pétrole au Nord-Est de la Syrie
 

 
Le réchauffement climatique particulier d'Iraq
 

 
Erdogan nouveau Mehmet II
 

 
Le passé esclavagiste du Parti démocrate US
 
Controverses

 
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Universita’ Private & Affari / Dalla Link Alla Unint, E’ Raffica Di Inchieste

Venti di bufera sulle università private.
Fari puntati sulla Link Campus University, la creatura dell’ex ministro degli Interni Vincenzo Scotti. Da mesi è sotto i riflettori per via di alcune spy story, come è successo con il giallo del docente maltese Joseph Mifsud.

Vincenzo Scotti
Adesso è la volta di progetti taroccati per godere di crediti fiscali. Le Fiamme Gialle di Roma, infatti, hanno appena sequestrato carte e documenti bollenti che si riferiscono ad una serie di progetti fantasma, messi su dalla Link e dal “Consortium for Research on Intelligence and Security services” proprio allo scopo di ricevere consistenti benefici fiscali. 14 persone sono indagate.
Un paio d’anni fa la Link salì alla ribalta delle cronache come una sorta di “scuola di formazione” per la dirigenza 5 Stelle, scatenando non poche (e giustificate) polemiche.
Non solo l’università maltese, comunque, si trova in brutte acque...

martedì 4 agosto 2020

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 4 ago 2020


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
La CIA sfrutta illegalmente il petrolio nel Nordest della Siria
 

 
Il particolare riscaldamento climatico dell'Iraq
 

 
Erdogan, il nuovo Mehmet II
 

 
I trascorsi schiavisti del Partito Democratico USA
 
Controversie

 
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Coronavirus, alta mortalità in Lombardia? Un falso mito, lo dice uno studio


Ponderando la mortalità della regione Lombardia con l'età dei pazienti, l'indice di decessi non è superiore alla media degli altri Paesi europei colpiti dal Covid-19. Lo rivela uno studio del San Raffaele di Milano.
La mortalità per Covid-19 in Lombardia, durante la fase acuta dell'epidemia non solo non è superiore  al resto d'Europa, ma è inferiore rispetto ad altre aeree colpite dal Sars-Cov-2. E' quanto emerge dalla ricerca effettuata da un team di scienziati dell'università Vita-Salute San Raffaele, tenendo conto di alcuni parametri come la densità, il pendolarismo e l'età media dei contagiati. 
Lo studio, realizzato nell'ambito del progetto europeo Horizon 2020 e pubblicato sulla rivista scientifica 'Acta Biomedica', prende in considerazione la diffusione dell'epidemia COVID-19 in 6 regioni metropolitane con caratteristiche demografiche simili, quali: 
  • l'area metropolitana di New York,
  • la regione dell'Île-de-France,
  • la contea di Londra,
  • Bruxelles-Capitale,
  • la Comunidad di Madrid,
  • la regione Lombardia.
La presenza di anziani in nord Italia, doppia rispetto alle altre regioni d'Europa, sarebbe la ragione dell'alta mortalità in Lombardia. Standardizzando il numero di decessi per età il valore registrato nella regione rientra nella norma europea.
"In Lombardia gli over 70 sono il 17%, contro il 6,9% in Catalogna, il 7,9% di Londra e il 9,5% della regione di Bruxelles-Capital", scrivono gli autori della ricerca, secondo cui la maggiore letalità nelle fasce d'età oltre i 70 anni spiega il dato lombardo in valore assoluto.
A 30 giorni dall'inizio dell'epidemia, più alti tassi di mortalità sono stati registrati a New York (81,2 x 100.000) e Madrid (77,1 x 100.000). Il tasso di mortalità in Lombardia è inferiore alla media (41,4 per 100.000). Inoltre il caso lombardo è l'unico in cui la capitale della regione, Milano, non sia stata pesantemente colpita dall'ondata epidemica.
Lo studio si sofferma sulla situazione interna in Italia, mostrando come la mortalità lombarda per Covid-19  sia cresciuta più che nelle altre regioni e sia decresciuta più lentamente rispetto agli altri ambiti metropolitani. Un fenomeno simile a quanto si è verificato a Stoccolma. Tali dati, dicono gli autori, richiedono un ulteriore approfondimento, per comprendere il ruolo dei focolai nelle Rsa.
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