sabato 20 ottobre 2012

BAPHOMETTO. La Testa D'Oro

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Gran maestro templare, androgino di Notre Dame de Paris e e la croce del XII secolo davanti alla piccola basilica gotica d Notre Dame de Grace a Senas (Provenza, Francia)
Il processo ai Templari portò alla luce l’adorazione di un enigmatico idolo chiamato Baphometto. Considerato dagli inquisitori la prova della degenerazione dell’Ordine e l’infiltrazione al suo interno di un culto satanico, era al contrario il legame con una Tradizione Alchemico-mistica di origine egizia.

Di Mike Plato

Nella città di Sidone ho più volte sentito raccontare quanto segue: un nobile di questa città aveva amato una nobildonna armena; da viva non la conobbe mai carnalmente, da morta la violò in segreto nella tomba, la notte seguente il seppellimento. Fatto ciò udì una voce che gli diceva ‘ritorna quando sarà giunto il momento del parto, perché allora troverai una testa figlia del tuo atto’. Giunto quel giorno, il cavaliere tornò alla tomba e trovò una testa umana tra le gambe della donna sepolta. La voce si fece di nuovo sentire e gli disse ‘conserva con cura questa testa, perché da essa ti verrà ogni bene’ ”.
Questa deposizione fù registrata il 1° marzo 1311 al processo dei Templari da un notaio italiano, tale Antonio Sicci di Vercelli, che per quarant'anni aveva prestato servizio presso i Templari di Siria, senza aver capito neanche una virgola dei segreti insegnamenti del Tempio e delle sue complesse simbologie. Viene messo in evidenza quello che sarà considerato forse il più grande capo d'accusa che incombeva sui Poveri Cavalieri del Tempio, e cioé l'adorazione del Baphometto, una testa barbuta posta in primo piano rispetto ad un velo. Quest’idolo venne chiamato Maometto da alcuni inquisitori, poiché si diceva che i Templari si fossero segretamente convertiti all'Islam, storpiando il nome del suo profeta in quello di Baphometto. Ismael Shah sostiene che il termine proviene dall'arabo Abufihamat o Bufihamat, cioè Padre della Comprensione. Questo interppretazione è accettabile poiché, cabalisticamente, la testa é la sede del padre, del fuoco creatore delle idee. Nella terminologia sufi (i mistici arabi che ebbero notevole influenza sull’ideologia spirituale dei primi cavalieri del tempio) la parola Ra-El Fahmat (testa della Conoscenza) si riferisce al processo mentale dell'iniziazione. L'orientalista tedesco Hammer-Purstal sostiene che Baphometto derivi dal termine arabo Bahoumid (vitello) e si associerebbe al culto del “vitello d'oro” menzionato nel racconto biblico dell’Esodo. Chi scrive tuttavia discorda con Purstal poiché il vitello d'oro edificato dagli israeliti nel deserto rappresentava il tentativo di un ritorno al culto di “Api”, antico culto egizio che aveva la sua ragion d'essere nell'era zodiacale del Toro, ma non certamente nell'era dell'Ariete, quella cioé in cui Mosé, in qualche modo legato alla figura Akhenaton, custodì e portò fuori dall'Egitto la “Tradizione”. Peraltro il simbolo che i Templari avrebbero dovuto venerare nella loro era zodiacale era quello dei Pesci, considerando che anche il simbolo del Cristo era proprio il Pesce.
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 La testa d'oro a cappella San Severo (Napoli)
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Statua di San Nicosia che sorregge la sua testa a Notre Dame de Reims
Una testa, una mente
Al di là di tutte le interpretazioni più o meno valide del Baphometto, riteniamo che le interpretazioni di questa fondamentale reliquia dei templari possano essere in linea di massima tre. Cominciamo dalla prima. Risulta ormai evidente a tutti che l’elite dei Poveri Cavalieri del Tempio, il Gran Maestro e gli alti gradi di comando (non l’intero corpo), era custode per eccellenza, nella loro epoca, della tradizione del Graal, e pertanto era una vera comunità iniziatica erede dei misteri egizio-sumeri (per alcuni ricercatori addirittura riportabili ad Atlantide) per tramite di quelli sufi, israelitici e celtici. Erano pertanto gli eredi ideali della comunità Juda di Qumran (gli Esseni), custodi della primordiale tradizione di Heliopoli, chiamata dagli egizi "On" (Heliopoli è un nome greco). Essi stessi, nei loro riti segreti, si professano veri seguaci di Manu o Manete, ed in tal senso si considerano Manichei. Ma in realtà Manete é una figura simbolica; essa rappresenta il grande iniziatore per eccellenza, il Sanat Khumara dei tibetani, l'Ahura Mazda dello Zend Avesta di Zoroastro, e che gli antichi conoscevano come “il supremo maestro”, il logos planetario, che i templari conoscevano con il nome di “Melchitzedeq”, il “Re del Mondo”, la cui nascita all'interno dell'uomo era dagli antichi Egizi codificata nel mito di “Iside” che da alla luce il figlio Horus dopo la morte di Osiride, fatto che anticipa il concetto della “concezione senza peccato” di Gesù. Peraltro Manete non é nient'altro che la Mente, l'intelligenza universale, l'intelletto trascendentale contenuto proprio nel microcosmo cranico, che il Baphometto rappresenterebbe, vera riproduzione in scala del "Cranio Macrocosmico" cioé "La Mente di Dio". Non é un caso che nel rituale egizio della rinascita che si svolgeva ad Abydo (Papiro T 32 di Leida), il postulante, ricevuta la luce, diventava un "giusto di voce", vale a dire un Maakheru (termine fin troppo simile a Michael o Michele, che é un'altro modo di chiamare Melquisedek); egli doveva raggiungere il sacro luogo di Osiride, lavarsi e purificarsi nell'acqua della rinascita, e vedersi spalancate le porte dell'Orizzonte dell'altro mondo, dove l'iniziato vedeva il Dio, il suo dio interiore. A quel punto gli era concesso di ammirare l'INSU, un reliquiario trovato spesso anche raffigurato sui monumenti. Si trattava di un cesto fissato all'estremità di un'asta e circondato da una fascia regale con lunghi lembi fluttuanti, sormontata da due piume, similarmente al caduceo mercuriale. Il reliquiario secondo la tradizione conteneva il gioiello più prezioso della mistica egizia, l'augusta testa osiridea conservata in un vaso rivestito d'oro ad Abydos. Quindi le reliquie più sacre per gli egizi erano la testa ed il volto di Osiride, e si dice che il massimo obiettivo per un iniziato ai misteri fosse quello di arrivare a vedere la testa ed il volto del proprio Dio.

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 Portale Nord Cattedrale di Chartres. Melkizedek
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L'INSU, reliquiario che conservava la testa di Osiride ad Abydos
I Cedri del Libano
Apuleio, iniziato ai misteri di Iside-Osiride afferma nel suo "Asino d'oro" (cap XI) "Alfine, dopo pochissimi giorni mi apparve nel sonno il dio che tra i grandi déi é il migliore, tra i migliori é il più alto, tra i più alti il più potente, tra i più potenti il sovrano supremo, Osiride".
Anche la testa-Baphometto era rivestita d'oro, non foss'altro perché l'oro é sempre stato un simbolo regale. Infatti la testa nella Cabalah é il Kether, cioé la “Corona del Re”. É il 7° cielo, il chakra della testa, la chioma del Cedro (Kether), albero che più di ogni altro simboleggia l'Albero della Vita (soprattutto per i Sumeri), o anche lo Djed (colonna dorsale di Osiride), tutte rappresentazioni del sistema cerebro spinale dell’Uomo. Spesso nella Bibbia sono menzionati i Cedri del Libano. Poiché il Monte Libano é uno dei nomi di Dio, i Cedri del Libano sono, in senso generale “i sacerdoti iniziati”, coloro che hanno attivato la “Ram” (o Rama), la “consapevolezza” chiamata anche Shiddé (affine a Djed) in lingua celtica e sanscrita. I Cedri del Libano sono chiamati “Erin” termine che nel “Libro di Enoch” viene impiegato per indicare i “Giganti” o “Vigilanti” (descritti “alti come cedri”). Si tratta degli appartenenti alla stirpe del SangReàl o Graal che arriverà a comprendere la linea genealogica di Re Davide. Tra i suoi custodi vi saranno proprio gli originari Cavalieri Templari e i Catari di Linguadoca (cfr HERA n°16). Particolare rilevante é che il termine "Cedro" é analogo proprio al termine cabalistico Kether ed al grande Dio verde El Kdhir, “l'Antico dei Giorni”, colui che sarà giovane per sempre grazie all'acqua della vita. Cabalisticamente, peraltro, ”, il grande volto, o la grande testa, chiamata “Arik Anpin”, è considerata la suprema divinità. La testa simboleggia in generale l'ardore e l'autorità di chi governa, del comando, dell'illuminazione. Secondo gli esoteristi è la sede dello spirito superiore, in rapporto al corpo che é la manifestazione della materia. Per Platone, vista la sua forma sferica, é paragonabile ad un universo, ad un utero, l'utero delle idee, della forza invisibile alla base della creazione dell'universo materiale. É cioé un microcosmo, il simbolo dell'unità, della perfezione e della divinità. Spesso le teste venivano raffigurate sulle tombe oppure usate come monumenti commemorativi rappresentanti la forza vitale o il genio della persona racchiusi nella sua testa; da ciò deriva l’uso dei busti. Tra i celti c'era l'usanza di riporre le teste su colonne così simboleggiando il potere del sistema cerebro-spinale che ha la testa come terminale fondamentale. La parola francese per testa é "Tete", e ricorda molto “Thot” il dio egizio della conoscenza, quest’ultima chiamata, come già accennato, “Rama”, termine che riporta al nome greco di Thot, cioè “Ermete”. La Piramide é esotericamente il simbolo dell'evoluzione umana che si basa sul sistema cerebro-spinale, con il “piramydion” che ne configura la testa. Inoltre simile a Toth (Tete, la testa) é il termine italiano "Tetto", e proprio il cranio costituisce il tetto del corpo. Il Cranio é il ricettacolo dei poteri divini e spirituali dell'uomo. Con la testa dei volenterosi, un tempo, si facevano preziose coppe nelle quali si beveva il vino durante le grandi solennità. E d'altronde il termine “coppa” (inglese Cup) é simile al termine “Capo”. Cranio é simile ai termini celtici “Karn”, cielo, e "Cairn” "il Monte Santo", equivalente al Monte Meru, la cui vetta rappresenta in senso esoterico proprio il cranio. E non é un caso che Gesù fu crocifisso (morì a se stesso) sul Golgota, il luogo del Cranio. Interessante notare che, identificando il Golgota come una sfera, la croce su di essa configura lo stemma, secondo Laurence Gardner, dei Re Cainiti, cioé la croce sopra il cerchio, il Re del Mondo, la "RosiCrucis", spesso rilevabile in dipinti ed opere alchemiche. Che l'intera simbologia derivi dall'Egitto e dai faraoni risulta dal termine egizio per "Giza". Giza era chiamata in lingua originale "Rostau" che significa letteralmente "Rosacroce" (Ros é la Rosa - Tau é la croce).
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 Illustrazione da La Kabbalah Denudata di Von Rosenroot (1684). Notasi l'enfasi sul cranio, corrispondente alla triade superiore Kether-Hokmah-Binah. E' probabile che i Templari conoscessero la cabala ebraica
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La testa della conoscenza sovrasta lo Djed, la spina dorsale di Osiride
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La testa del Green Man nella cappella templare di Rosslyn (Scozia)

Sophia Universale
Ma c'é un altro particolare interessante. Osiride (gli egizi lo chiamavano anche “Onnos”), aveva il corrispettivo tra i Sumeri e Babilonesi, come Ea-Oannes, il dio pesce. Il Baphometto é da molti considerato come rappresentazione della testa tagliata del Giovanni Battista, (il “Patrono” della Massoneria insieme a Giovanni l’Evangelista). Il nome Giovanni deriva dall’originale “Juana” o “Oannes” Il Baphometto potrebbe essere quindi la testa di Giovanni, cioé dell'Oannes-Osiride, riproponendo in tal modo il culto della reliquia più preziosa per gli egizi. Il famoso studioso del Nuovo testamento, Hugh Schonfield, sosteneva che i Templari adottassero un codice denominato Atbash Cipher, pare usato anche dai redattori dei testi esseni di Qumran un migliaio di anni prima. Utilizzato questo codice per il termine Baphometto, si trasforma nella parola greca Sophia. Sophia simboleggia la Iside egizia ed i suoi misteri. Maria Maddalena, che ripropone la figura della sacerdotessa di Iside in seno alla comunità Juda di Qumran, era considerata in tal senso Sophia, "colei che tutto conosce", analogia che si ritrova nei testi di Nag Hammadi ove la "Pistis Sophia" é strettamente associata a Maria Maddalena. Pare che i Templari avessero una venerazione profonda per Iside, considerata come l'aspetto femminile ed acqueo della divinità, e di riflesso per Maria Maddalena, depositaria, attraverso Gesù, del Dna mitocondriale del Sang Reàl o Graal, la stirpe davidica, e di converso la stirpe di Ea-Oannes (se diamo credito alle teorie di Laurence Gardner, descritte nella sua ultima opera "La genesi dei re del Graal”, ove lo stesso opportunamente sottolinea il fatto che Genesis proviene da “gene-isis” il gene di Iside). L’elite templare doveva conoscere molto bene i poteri della Dea, cioé dell'energia femminile insita in ogni essere umano, avendo richiesto l’erezione di Charters proprio sopra un antichissimo sito ad essa dedicato. Non é un caso che il termine “Siddhé” (la “Consapevolezza) ricorda molto “Iside”, così come “Ram”, (ancora “la Consapevolezza”) letto al contrario é Mar, Maria, Myriam.
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 La quinta ora del Duat ove una testa sovrasta la piramide. E' il simbolo dello spirito che si posa in cima alla materia che sorge dal Caos
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Il portale della Chiesa della Maddalena a Saint Maximin en Provence. accanto allla Maddalena il teschio-testa, simbolo di morte-rinascita e conseguimento della GNOSI PERFETTA
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Il Cranio simbolo del Golgota (Luogo del Teschio)
L’Angelo della Faccia
A parte la simbologia del Baphometto come testa, vale la pena accennare anche al livello simbolico del Baphometto come "Volto". o "Faccia". Melchitzedeq era conosciuto sotto il duplice aspetto di "Metatron", Primo Ministro di Dio, e "Mikhael" “capo delle milizie celesti”. Ebbene, Michele é strettamente associato al Sole, ed il Sole al Volto (tanto più che il Baphometto era dorato). Metatron é chiamato "l'Angelo della Faccia" o "Principe del Mondo", colui nel quale é insito sia il principio del potere regale che quello sacerdotale; ma anche i due volti, uno quello dello spirito e l'altro quello delle tenebre (la materia). Per questo i templari identificavano il volto con la luce, poiché essa nasce dall'unione dello spirito con la materia, creando in tal modo l'uomo perfetto e giusto. In Apocalisse 22:4 infatti é riportato che quando ci sarà l'avvento del nuovo cielo e della nuova terra e Dio sarà in mezzo agli uomini, questi "vedranno la sua faccia". E pare proprio che i Cavalieri Templari quella faccia l'avessero vista a suo tempo. Quel volto é stato messo in evidenza anche sulla Sacra Sindone, dal momento che per uno scherzo del destino all'altezza del collo del presunto Cristo risulta evidente una linea di demarcazione che pare decollare la figura impressa sul telo (cfr HERA n° 17).

Il Battesimo del Fuoco
Senza negare le interpretazioni già esposte Baphometto, a parere di chi scrive, sta per "Battesimo del Fuoco", ed é il simbolo più rappresentativo dei cd. "Figli del Fuoco” o “Figli di Prometeo". Lo stesso Prometeo, colui che rubò il fuoco agli déi, può essere descritto come "Il dio che svela o che si svela" (dal greco Promo-svelare e teo-dio) o come "il maestro iniziatore del fuoco" (da “piro” fuoco e “meteo” iniziare). Il significato di "Battesimo del Fuoco" con Baphometto verrebbe dal greco “Bapto”, battezzare, e “Metu” vino, sangue, fuoco. Quindi il Baphometto era il simbolo della via alchemica alla trasmutazione dell'uomo, cioé dell'Arte Reale. Per Fulcanelli era "l'emblema compiuto delle tradizioni dell'ordine templare, usato come paradigma esoterico, sigillo della cavalleria e segno di riconoscimento; geroglifico completo della scienza rappresentato dal resto della personalità dell'antico Pan, immagine mitica della natura in piena attività". Il “Battesimo del Fuoco”, icona assoluta del processo alchemico iniziatico, é annunciato ad esempio da Giovanni Battista in Matteo 3:11 “Io vi battezzo con acqua... egli vi battezzerà in spirito santo e fuoco”, parimenti in Marco 1:8, Luca 3:16 e Giovanni 1:33.  Anche nell'apocrifo e meraviglioso Vangelo di Tommaso, al passo 10 é detto "Ecco, ho gettato il fuoco sul mondo e veglio affinché esso arda". Concluderei citando un passo tratto dal testo "I Templari, custodi di un mistero" di Jean Merkale (Sperling e Kupfer 2001): “proprio esplorando i sotterranei, quelli della nostra nascita, scopriremo forse la galleria che porta alla luce; lì si troverà la testa libera dal corpo con gli occhi puntati verso l'infinito”.
BAPHOMETTO. LA TESTA D'ORO

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