Riceviamo e pubblichiamo dall'Ufficio Stampa del Comune di Napoli.
La Giunta comunale, su proposta dell'Assessore alla toponomastica Alessandra Clemente, ha approvato l'attribuzione di tre nuovi toponimi.
Nello specifico: intitolazione dell'area di circolazione attualmente denominata "Vicoletto Pietro Colletta", nel quartiere San Lorenzo, a Rita Atria, testimone di Giustizia, mediante l'istituzione del nuovo toponimo "Via Rita Atria" su proposta della Consigliera della Municipalità 4 Simona Riso.
Sempre nel quartiere San Lorenzo l'intitolazione dell'area di circolazione attualmente denominata "Via Nuova San Ferdinando" a Titina de Filippo, proposta sempre dalla 4 Municipalità.
Nel quartiere Chiaiano l'intitolazione dell'area di circolazione attualmente denominata "Traversa Giovanni Antonio Campano" a "Giorgio Ambrosoli", mediante l'istituzione del nuovo toponimo "Via Giorgio Ambrosoli".
Fonte: Napoli, Giunta approva tre nuovi toponimi |
lunedì 23 aprile 2018
Via Rita Atria - Napoli, Giunta approva tre nuovi toponimi
domenica 22 aprile 2018
PARLA GIULIO TARRO / SOS METALLI TOSSICI, NEL 2050 UN BIMBO AUTISTICO SU DUE
Bomba autismo. Se il trend di crescita della patologia non verrà frenato, corriamo un rischio gigantesco: fra 30 anni un bimbo su due potrà essere autistico. Ma c'è un'altra percentuale da brividi diertro l'angolo, se non si interverrà in tempo e in modo efficace: un bimbo su sei potrà accusare dei disturbi nello sviluppo.
Non solo fattori genetici, alla base, ma soprattutto il fortissimo e crescente inquinamento ambientale per la sempre più massiccia presenza di Metalli Tossici. Che si ritrovano dappertutto, dall'aria all'acqua alla terra. E anche in strumenti sanitari d'uso di massa – ora resi perfino obbligatori – come i vaccini.
Non solo fattori genetici, alla base, ma soprattutto il fortissimo e crescente inquinamento ambientale per la sempre più massiccia presenza di Metalli Tossici. Che si ritrovano dappertutto, dall'aria all'acqua alla terra. E anche in strumenti sanitari d'uso di massa – ora resi perfino obbligatori – come i vaccini.
"Tutto ciò rappresenta un allarme assoluto per la nostra specie". Sono le parole del virologo Giulio Tarro, due volte candidato al Nobel per la Medicina e allievo di Albert Sabin, lo scienziato che scoprì il vaccino antipolio. Tarro ha appena scritto un illuminante eBook messo in rete da Newton Compton, "10 cose da sapere sui vaccini" di cui la Voce ha pubblicato alcuni estratti significativi (potete leggere dal link in basso).
Qualche mese prima Tarro aveva redatto uno studio, "Toxic Metals and autism" di enorme importanza per comprendere fino in fondo questa patologia che si sta trasformando in una incredibile epidemia. Lo studio è stato tradotto in inglese e anche in cinese. C'è da augurarsi che tanti italiani, tante famiglie e tanti 'soloni' che discutono di autismo e vaccini, senza i giusti strumenti interpretativi e le conoscenze ad hoc, possano leggerlo. Ne riportiamo, a seguire, alcuni stralci. Ma prima una breve intervista al professor Tarro.
PARLA TARRO, L'ALLIEVO DI ALBERT SABIN
Sono realistiche le drammatiche cifre sull'autismo nel 2050, il 50 per cento dei bambini affetti da questa patologia?
Se non vengono presi drastici provvedimenti soprattutto sul fronte ambientale e alimentare, quindi se lo scenario non cambia, il trend è quello.
Uno scenario davvero apocalittico.
Siamo sull'orlo del precipizio e non ce ne accorgiamo. Si stiamo imbarcando sul Titanic e non ce ne rendiamo conto.
Ma i tempi sono brevissimi, non come per certe previsioni a lungo termine. Qui parliamo di un paio di generazioni…
Sì, ma nessuno se ne accorge. Anche per via dell'informazione che non arriva. E del grande potere dell'industria farmaceutica, di Big Pharma, che ha interesse a che nulla si modifichi. E ben poco si sappia.

Sì. Occorre una base genetica, sulla quale però può succedere tutto o niente. E' il fattore ambientale esterno che provoca lo scatenamento, come ad esempio un'infezione. Il vaccino può essere il detonatore, anche per una piccola infezione cutanea che può intervenire. C'è poi la concausa dei metalli, come l'alluminio, contenuti nei vaccini. Quindi i fattori ambientali di ogni giorno. Per fare un esempio alla portata di tutti, potremmo dire che è proprio come può succedere nella vita di un ragazzo: se frequenta cattive compagnie, come spesso accade, poi succede il guaio. Se unisci un fattore all'altro, si provoca la reazione. Non dimentichiamo inoltre, sotto il profilo scientifico, che con i vaccini possono prodursi appunto delle infezioni, possono introdursi nell'organismo dei virus che modificano la cellula, la rivoluzionano in modo negativo e da qui poi si scatenano ulteriori reazioni gravi.
Occorre quindi usare cautela massima nella somministrazione dei vaccini.
E' ovvio. Il principio di precauzione viene prima di tutto. Per ottenere quei benefici auspicati dai vaccini, dobbiamo riuscire ad evitare il più possibile i rischi che si possono correre. E' una questione, appunto, di rischi e benefici.
Ma la qualità dei vaccini può incidere?
Certo. Mi ricordo che quando ero studente universitario negli Usa, compravo lì l'aspirina perchè dicevano che l'aspirina americana era più efficace.
Per evitare il prevalere costante degli interessi di Big Pharma e poter esercitare un controllo pubblico, potrebbe essere valida l'idea dar vita ad un'azienda nazionale pubblica in grado di produrre vaccini di qualità, super controllati e a costi contenuti? Ad esempio potrebbe intervenire la Cassa Depositi e Prestiti che si occupa ormai di tutto e potrebbe dire la sua in un settore strategico come questo.
Certo, un intervento pubblico sarebbe auspicabile per garantite il controllo massimo di qualità.
E la ricerca in grandi paesi come la Cina potrà dare contributi in futuro?
E' proprio per questo che abbiamo fatto tradurre subito lo studio anche in cinese. Le dico un piccolo aneddoto. Nella versione originale, e forse c'è ancora adesso, quando si è trattato di tradurre la parola 'stagno', ossia il metallo, l'hanno tradotta come 'piccolo lago'…
Eccoci adesso ad alcuni passaggi della ricerca, firmata da Giulio Tarro, e alla quale hanno collaborato Renato Minguzzi (per il Comune di Bologna, dal momento che ragazze e ragazzi sui quali è stato condotto il test sono bolognesi) e Franco Verzella, ricercatore di "Medicina Funzionale" a Zola Pedrosa.
SOS METALLI TOSSICI
Ecco l'incipit del saggio. "I metalli tossici (MT) costituiscono il primo inquinante dei terreni (37,3 per cento in Europa), vengono prodotti dalla attività industriale, entrano a far parte del nostro ciclo biologico, attraverso la cute, la respirazione, l'ingestione degli alimenti e dell'acqua. A soffrirne sono soprattutto le fasce biologicamente più fragili, in particolare i bambini nei primi tre anni di vita. La diffusione epidemica dell'Autismo e dei distrubi dello sviluppo, che è stata registrata negli ultimi 20 anni, costituisce un termometro sensibile dell'attuale inquinamento".
Poi i primi numeri della ricerca: "Abbiamo svolto un test su 20 MT in un gruppo di 73 soggetti con diagnosi di autismo, di età media da 1 a 8 anni. Tutti i 73 pazienti risultano soprasoglia per almeno un metallo. Sette metalli (mercurio, piombo, antimonio, stagno, arsenico, tallio, cesio) presentano valori soprasoglia in oltre il 50 per cento (37 pazienti)".
Ecco i pericoli. "La ricerca tossicologica ha recentemente dimostrato l'estrema pericolosità della esposizione cronica a bassi dosaggi, perchì i MT si accumulano lentamente all'interno dei nostri tessuti, non partecipano ad alcuna attività funzionale biologica e la loro azione consiste nel bloccare l'attività di numerosi complessi enzimatici".
In estrema sintesi, "i MT entrano nel nostro metabolismo e lo alterano profondamente. Nel cervello, fegato, rene, sistema immunitario, ossa, polmoni, i MT creano reazioni localizzate di tipo infiammatorio e reazioni generalizzate, con genesi tossica e/o immunitaria, che ci predispongono ad una lunga serie di disturbi e malattie".
QUELLA TASSA PERMANENTE SULLA SALUTE
Si è appena svolta la giornata mondiale dell'autismo, sono stati forniti dati e cifre, anche di 'aumenti' e 'crescite' nelle patologie. Ma senza entrare nel vivo, senza fornire informazioni nuove o utili alla maggior comprensione del fenomeno. E soprattutto sul "che fare" per arginare la prossima epidemia, alla quale – ovvio – non s'è minimamente accennato. I Tg di casa nostra hanno trasmesso più volte l'intervista ad uno psichiatra romano, Paolo Curatolo, che come in una cantilena ripeteva il gingle: "per l'autismo ci sono alla base fattori genetici e poi anche ambientali". Niente di nuovo.

Ancora: "L'ipotesi attuale è che nell'autismo siano implicati non meno di tre geni e non più di quindici-venti geni. Ognuno di questi agisce come fattore di rischio, ossia causa l'insorgenza della malattia, solo se sono presenti altri fattori di rischio. Secondo questa teoria, nella popolazione generale esisterebbero molti soggetti normali, portatori di geni che predispongono all'autismo, i quali non hanno sviluppato l'autismo perchè non sono intervenuti altri fattori 'precipitanti'".
Ma eccoci al punto focale, descritto con grande perizia scientifica e estrema lucidità da Giulio Tarro: "I Metalli Tossici costituiscono il primo inquinante dell'ambiente in cui viviamo, sono il risultato dell'attività industriale e del mercato, condizionano ogni aspetto della nostra quotidianità, come una tassa permanente sulla salute a partire dal concepimento. Termometro sensibile di questa condizione è la popolazione infantile, con particolare riguardo ai primi tre anni, in rapporto alla fragilità, complessità, dinamicità che caratterizzano questa fase di sviluppo. MT e disturbi dello sviluppo sono due marker sensibili della qualità antibiologica dell'ambiente in cui viviamo".
Continua il report: "In Italia e in Europa la Sanità è in grave ritardo su entrambi i fronti. I MT vengono trattati da qualche decina di medici 'alternativi' in attività privata ed i bambini autistici sono affidati alle cure di una Neuropsichiatria che pronuncia il verdetto di incurabilità e contemporaneamente si nega al dialogo multidisciplinare con la medicina biologica incentrata sulla persona".
UN APPROCCIO SCIENTIFICO E UMANO

"In conclusione, metalli tossici e autismo promuovono una nuova strategia dell'approccio medico, perchè non la diagnosi ma il paziente venga posto al centro della indagine, come unica vera evidenza, che scienza e conoscenza sono chiamate a indagare, secondo un approccio autenticamente multidisciplinare".
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sabato 21 aprile 2018
Siria: le “fake news” sulle armi chimiche per creare il casus belli?

Ci sono infatti molte ragioni per esprimere scetticismo di fronte alla denuncia dell'ennesimo attacco chimico contro i civili siriani attribuito al regime di Damasco nell'area di Douma, ultima roccaforte delle milizie jihadiste filo saudite di Jaysh al-Islam nei sobborghi di Damasco.
Innanzitutto perchè già in passato attacchi simili sono stati attribuiti ai governativi senza che emergessero prove concrete mentre notizie e immagini diffuse oggi dai "media center" di Douma come ieri da quelli di Idlib, Aleppo e altre località in mano ai ribelli sono evidentemente propagandistiche e palesemente costruite.

Lo schema si è già ripetuto più volte fin dalla guerra in Libia del 2011 e poi in Siria: fonti "umanitarie" strettamente legate alle milizie jihadiste e ai loro alleati arabi diffondono notizie non verificabili per l'assenza di osservatori neutrali.
Notizie e immagini di attacchi chimici vengono subito diffuse dalle tv arabe appartenenti alle monarchie del Golfo, cioè agli sponsor dei ribelli, per poi rimbalzare quasi sempre in modo acritico in Occidente.
Basti pensare che in sette anni di guerra la fonte da cui tutti i media occidentali attingono è quell'Osservatorio siriano per i diritti umani che ha sede a Londra, vanta una vasta rete di contatti in tutto il paese di cui nessuno ha mai verificato l'attendibilità, è schierato con i ribelli cosiddetti "moderati" ed è sospettato di godere del supporto dei servizi segreti anglo-americani.
Anche per questo non bastano i cadaveri dei bambini o dei sopravvissuti con mascherine collegate a supposte bombole ad ossigeno per dimostrare l'esito di un attacco chimico e la sua paternità.
Meglio ricordare le immagini diffuse l'anno scorso dei ribelli di Idlib (qaedisti dell'ex Fronte al-Nusra) che mostravano improbabili soccorritori con abiti estivi e privi di protezioni occuparsi di supposte vittime del gas nervino di Assad. Se così fosse stato gli stessi soccorritori sarebbero morti in pochissimi minuti poiché quell'agente chimico viene assorbito anche attraverso la pelle.

A suggerire prudenza prima di attribuire agli uomini di Assad l'attacco chimico a Douma contribuiscono inoltre altre valutazioni. Jaysh al-Islam è una milizia salafita nota per aver impiegato i civili come scudi umani e per aver utilizzato il cloro nelle battaglie contro i curdi dell'aprile 2016.
Il cloro non è un'arma ma un prodotto chimico che può essere letale in forti concentrazioni e in ambienti chiusi, facilmente reperibile e già utilizzato nel conflitto siriano anche dallo Stato Islamico.
I miliziani dispongono quindi da tempo dello stesso aggressivo chimico e non è difficile ipotizzare, a Douma come in tanti altri casi incluso quello di Khan Sheykoun l'anno scorso, che siano stati gli stessi ribelli a liberare cloro ad alta concentrazione per uccidere civili e attribuirne la colpa a Damasco puntando così a incoraggiare una reazione internazionale contro il regime di Assad.
Del resto fu il presidente Barack Obama, nel 2013, a indicare nell'uso di armi chimiche da parte delle forze di Assad, quel "filo rosso" che avrebbe scatenato un intervento americano e non a caso ieri Trump ha accusato il suo predecessore di non aver chiuso i conti allora con Assad, definito "un animale".
Il presidente siriano è certo uomo senza scrupoli ma non ha alcun interesse a usare armi chimiche che sono, giova ricordarlo, armi di distruzione di massa idonee a eliminare migliaia di persone in pochi minuti non a ucciderne qualche decina: per stragi così "limitate" bastano proiettili d'artiglieria e bombe d'aereo convenzionali.

Assad sta ripulendo le ultime sacche di resistenza in mano ai ribelli jihadisti e sta evacuando i civili dalle zone di combattimento: perché dovrebbe scatenare la riprovazione internazionale proprio mentre sta per cacciare i ribelli anche da Douma? Perché dovrebbe colpire quei civili che i suoi uomini stanno evacuando, per giunta dopo un accordo raggiunto con i miliziani di Jaysh al-Islam che consentirà il loro trasferimento forse in un'area vicina a Jarablus, al confine con la Turchia?
Il fatto che ieri Israele abbia invocato un attacco militare statunitense contro Damasco (conducendo poi un raid aereo contro la base T-4, vicina a Palmyra, con missili lanciati dallo spazio aereo libanese) e Trump abbia accusato anche Russia e Iran in nome di un attacco chimico che nessuna fonte neutrale ha potuto finora verificare, induce a ritenere che ci troviamo di fronte all'ennesima operazione propagandistica messa a punto usando lo spauracchio delle armi chimiche.
Washington infatti non ha escluso azioni militari contro Damasco caldeggiate anche da Parigi (che potrebbe partecipare a eventuali raid punitivi) mentre la Russia ha messo in guardia gli Usa contro un "intervento militare per pretesti inventati" in Siria, che potrebbe "portare a conseguenze più pesanti".

La cautela dovrebbe quindi essere d'obbligo, specie dopo la figuraccia rimediata dal ministro degli Esteri britannico Boris Johnson che sulla responsabilità russa nel "caso Skripal" è stato smentito dal direttore dei laboratori militari di Sua Maestà.
Tra l'altro la denuncia dell'attacco chimico a Douma sembra cadere a proposito per scoraggiare il ritiro delle forze americane dalla Siria settentrionale e orientale, annunciato da Trump dopo il fallimento del proposito della Casa Bianca di far pagare ai sauditi qualche miliardo di petrodollari per finanziare le operazioni dei militari americani.
Il ritiro dei 2mila americani rischia però di lasciare carta bianca alle truppe turche nel nord del Paese e a quelle di Damasco nell'est, per questo oltre agli arabi e agli israeliani anche il Pentagono si oppone alla decisione annunciata da Trump.
Forse il presidente potrebbe essere costretto a cambiare idea di fronte all'indignazione dell'opinione pubblica e della comunità internazionale per i bambini uccisi dal cloro di Assad, "l'animale" alleato di russi e iraniani per il quale Trump minaccia una punizione esemplare.
Foto: AP, Die Welt, Douma Media Center e SANA
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