mercoledì 13 luglio 2022

Ucraina: la desinformazione del Sistema di Informazione, di Manlio Dinucci


I servizi d’intelligence italiani (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) sorvegliano l’insieme degli influencer filorussi in Italia. Non è un’idea bislacca di Roma, ma una pratica coordinata, messa in atto in tutti gli Stati membri della Nato. Come già per la rete stay-behind, il primo documento viene pubblicato in Italia. La vicenda permette di capire cosa abbia indotto il quotidiano di sinistra Il Manifesto a censurare il collega Manlio Dinucci, nonché cosa abbia spinto il provider Orange a censurare il nostro sito, Voltairenet.org, in Polonia.

Quale sia l’attendibilità del “sistema di informazione sul conflitto russo-ucraino” lo conferma quest’ultimo episodio: il senatore Bruno Tabacci, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, accredita la fake news del Corriere: “Il libro di Dinucci citato da Putin nel discorso celebrativo a Mosca”.

Il documento desecretato sulla “Disinformazione nel conflitto russo-ucraino”, redatto dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, attribuisce alle “narrative della propaganda russa” la presenza di forze neonaziste in Ucraina e la russofobia, e presenta come frutto della propaganda russa “gli attacchi all’immagine di Zelensky”. Quale sia la reale situazione emerge dalle notizie diffuse dalla stessa agenzia di stampa ucraina. Tra queste, la messa al bando del Partito socialista di Ucraina e la confisca dei suoi beni, misure adottate nei confronti di altri dieci partiti politici; l’ordine di Zelensky di distruggere 100 milioni di libri russi, compresi tutti i classici della letteratura russa, poiché “diffondono il Male”. Mentre gli atleti russi e bielorussi vengono esclusi da 125 gare internazionali, a una gara internazionale di pugilato in Ungheria una atleta ucraina esibisce la bandiera neonazista dell’Azov e si rifiuta di rimuoverla.

Il documento desecretato attribuisce alla propaganda russa anche la notizia che vi sono in Ucraina 30 biolaboratori collegati al Pentagono e a una rete di società statunitensi ed europee. Vi sono invece molte prove, provenienti da una agenzia USA di giornalismo investigativo e da altre fonti, non solo della loro esistenza ma delle loro attività consistenti nello sviluppare e testare virus patogeni per la guerra biologica. Il governo russo ha chiesto alle Nazioni Unite di inviare in Ucraina una commissione d’inchiesta, ricevendo però un netto rifiuto. Quali siano i pericoli derivanti dai biolaboratori in Ucraina per l’intera Europa e il mondo, viene denunciato anche da Tultsi Gabbard, esponente politica statunitense del Partito democratico.

Guarda il video in italiano di Manlio Dinucci

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www.voltairenet.org

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