mercoledì 18 giugno 2025

BYOBLU: Tu chi sei? L’ultima duna…


͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌     ͏ ‌    ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ ­

L'ultima duna… e quel poter invisibile che è in noi!

image placeholder

Ci sono momenti in cui la notte sembra non finire mai. In cui le energie mancano, le risorse scarseggiano, e anche i più forti dubitano. Ma è proprio in questi momenti che si decide tutto. Non quando tutto va bene, quando le vele sono gonfie e il mare è calmo. È nell'oscurità più profonda, quando il cuore è stanco e il cammino appare insensato, che si separano gli sconfitti dai vincitori.

C'è un passaggio nel Manuale del Guerriero della Luce di Paulo Coelho che racconta di un gruppo di viaggiatori nel deserto. Dopo giorni di marcia, decidono di arrendersi davanti all'ennesima duna. Non sanno che, dietro quella duna, a pochi passi, c'è l'oasi che tanto cercavano. La notte è più buia – dice Coelho – poco prima dell'alba.

Noi siamo dietro a quella duna.

Siamo stanchi. Abbiamo vent'anni di lotta alle spalle, da un blog solitario alla creazione di una televisione nazionale libera, interamente finanziata dai cittadini, con un pubblico potenziale di milioni di telespettatori e migliaia di soci in arrivo. Ma siamo anche ad un passo da quell'oasi. Abbiamo già fatto l'impossibile. Ora la differenza però la farà una e una sola cosa: crederci!

Dietro ad ogni destino, c'è una forza invisibile. L'ostilità dell'ambiente ne è solo la manifestazione tangibile. Il mondo non vuole essere cambiato. Se resiste, significa che ci stai provando. Se resiste con molta cattiveria, significa che ci stai provando sul serio.

La storia è piena di imprese che hanno attraversato il deserto dello scetticismo e sono cresciute soltanto grazie alla fede incrollabile di pochi.

Quando Nelson Mandela uscì di prigione dopo 27 anni, c'erano ancora milioni di sudafricani convinti che l'apartheid fosse invincibile. Ma lui non aveva mai smesso di crederci. Non aveva mai lasciato morire dentro di sé quella visione.

Quando Henry Ford progettò l'automobile per tutti, fu deriso dai produttori di carrozze. Ma lui era certo che avrebbe cambiato il mondo. E lo fece.

Quando Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto sull'autobus, le conseguenze furono gravi, ma da quel gesto sarebbe nato un movimento destinato a riscrivere la storia dei diritti civili.

E perfino nella storia delle multinazionali si rintraccia questa forza invisibile: la Apple era sull'orlo del fallimento prima del ritorno di Steve Jobs. E nessuno voleva finanziare la Pixar finché non uscì Toy Story. Sarebbero tutte storie morte sul nascere se, nel momento più buio, chi poteva farle vivere avesse perso fiducia.

E infatti ci sono tante altre storie, speculari alle prime, che raccontano di imprese che avevano tutto per vincere, ma hanno fallito. Blockbuster, leader mondiale nel noleggio video, rifiutò di comprare Netflix per 50 milioni di dollari. Perché non ci credeva. Perché pensava che il suo dominio fosse eterno.

Kodak inventò la prima macchina fotografica digitale. Ma la nascose in un cassetto, temendo di perdere il business della pellicola. Sparì, mentre gli altri riuscirono.

La fiducia è tutto. Puoi avere l'idea più rivoluzionaria del mondo. Puoi avere tutti i soldi che vuoi, ma se non hai fiducia, se non sei ottimista, fallirai. Mentre puoi avere poco, essere dietro a quella duna, sofferente, acciaccato, provato, ma se hai fiducia, se sei pronto a morire provandoci, oltre ti aspetta il sole.

Non sarà un caso se a dirlo sono tutti i visionari più lungimiranti che l'umanità abbia mai avuto. Chi è imprigionato da uno spirito paralizzato dalla paura ha bisogno di 
vedere prima di credere. Chi vuole realizzare un sogno collettivo, invece, ha il dovere di credere prima di vedere.

Non c'è mai stata nel mondo una televisione finanziata dal basso, che rispondesse solo ai cittadini. Cercatela. Aprite i libri. Sfogliate i vostri browser. Non è mai esistita! L'abbiamo realizzata noi. Io e tutti voi, insieme. È nata nel 2007 come blog personale, è diventata una Srsl nel 2019 e una SpA a diffuso azionariato popolare nel 2024.

Non abbiamo mai avuto le risorse. Mai! Ogni volta eravamo dietro una duna. Ogni volta abbiamo creduto che oltre quella duna ci fosse il sole. Ogni volta c'era.

Viene da piangere. Se mi guardo indietro – lo giuro – piango. Ma non lo faccio mai. Lo farò quando tutto sarà finito. Ho sempre guardato avanti. Non importa in quali sabbie mobili ci si viene a trovare. Non bisogna mai fermarsi a guardare il passato: bisogna guardare avanti e studiare, pensare, immaginare, credere e realizzare.

Abbiamo fatto tutto. Senza soldi. Senza paperoni. Contro un sistema fatto di interessi potentissimi che si proteggono a vicenda. La gente non ci crede. Lo chiamano miracolo. Non è un miracolo. È quello che succede quando ci credi. Se solo capissimo quanto sono potenti i sogni, nel momento in cui ci si rimbocca le maniche per realizzarli.

Dopo avere attraversato un mare di squali, pirati e mostri marini, oggi stiamo per assistere all'ingresso di quasi 3.000 soci. Tremila persone che non guardano all'utile, ma che credono e si rimboccano le maniche per dare a tutti una televisione libera.

Certo, possiamo fallire, pur avendo una televisione nazionale, un marchio conosciuto dal 25% degli italiani, una redazione coraggiosa, tecnici, registi, operatori, montatori, centralinisti, amministrativi, una struttura trasparente e partecipata. Non per mancanza di valore, ma solo per 
mancanza di fiducia!

Navigo in acque tempestose, su un guscio di noce che corre veloce trasportato dalla corrente tumultuosa, mentre si avvicinano cascate enormi che si gettano dentro ad un infinito ignoto. Le conseguenze di un salto nel vuoto, a picco nello strapiombo, per me possono essere inimmaginabili.

Ma che altro ho da fare, in questa vita, se non provarci? E cos'altro ci resterà, un giorno lontano, quando ci guarderemo indietro, se non quello che siamo stati capaci di lasciare a chi verrà dopo di noi?

Churchill, nei giorni più bui della Seconda Guerra Mondiale, disse: "Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Ma vi prometto una cosa: vinceremo".

Noi non siamo in guerra. Ma la posta in gioco è alta: la libertà di parola, la trasparenza dell'informazione, la possibilità di raccontare la realtà senza padroni.

Neppure noi abbiamo molto da offrire. Se non la strenua difesa della libertà. Se non un posto dove sentirvi a casa in mezzo a centinaia di migliaia di chilometri quadrati privi di anima.

Ce l'abbiamo sempre fatta, no? Arriveremo a settembre, alla prima grande assemblea nazionale. Non ce la possiamo perdere in alcun modo. Se non altro per guardarci in faccia e dire: "L'abbiamo fatto! Caspita, l'abbiamo veramente fatto!".

Ma adesso aiutateci a superare questa duna. 
Sosteneteci, e convincete tutti quelli che stanno lì, con le mani in mano a guardare, ad aspettare sempre che altri credano al posto loro prima di arrischiarsi a fare un solo passo… convinceteli del fatto che se ci danno il loro sostengo, se ci danno fiducia, allora abbiamo già vinto.

Presto vi daremo uno strumento partecipativo dove finalmente potremo rimboccarci le maniche. Perché, dopo una lunga e desolante stagione di soprusi e angherie subite senza nessuno spirito di squadra, è venuto il momento di tornare a crederci e di unire le forze in un sol cuore.

Adesso mettici qualcosa di tuo, per favore: 
https://dona.byoblu.com.


Nessun commento: