sabato 17 febbraio 2018

Angelini, il Richelieu delle medicine...

ROMA - Era un giorno d' estate di un anno fa, il due luglio. Tramontava mestamente il sole e, nella Chiesa di San Sebastiano fuori le mura, sull' Appia antica, Sua Eminenza il cardinale Fiorenzo Angelini, arcivescovo di Messene, benediceva le nozze sfarzose di Claudia Cirino Pomicino, figlia di o' ministro, con Antonio Tropeano detto Totito. Certo non intuiva, Sua Sanità, che quello che stava celebrando era forse l' ultimo matrimonio "di regime". Il vecchio establishment era al completo: Andreotti in quarta fila con Cristofori, il presidente dell' Iri, Nobili, con moglie, l' ex ministro degli Esteri De Michelis e, sul fondo della chiesa, Gava e De Lorenzo... Scandiva monsignor Angelini le parole dell' atto penitenziale: ... Riconosciamo di essere peccatori e invochiamo con fiducia la misericordia di Dio... Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna... E loro, i politici, a sussurrare Signore pietà, Cristo pietà, Signore pietà... Son cambiati, i tempi, da allora. Anche per il cardinale Fiorenzo Angelini, questi son giorni tristi. Sua Eminenza, presidente del Pontificio consiglio della pastorale per gli operatori sanitari, ossia ministro della Sanità della Santa Sede nel mondo, ha confessato ai pochi amici fidati di essere "molto, ma molto amareggiato" per quanto è successo. Duilio Poggiolini, quello del tesoro in lingotti, l' ingrato discepolo filo-democristiano ormai finito nella polvere, l' ha tirato in ballo. Ai giudici ha detto: "Tutti avevano paura di monsignor Angelini, del suo potere immenso... Raccomandava i suoi, segnalava certi imprenditori farmaceutici, pretendeva per loro un trattamento di riguardo, condizionava, dettava legge, lo faceva attraverso i suoi referenti, nella Cuf, la Commissione unica del farmaco, e nel Cip farmaci...". Brutta immagine, ritratto poco lusinghiero, a dar retta a Poggiolini e ad alcuni industriali pentiti ("Facevamo offerte ad Angelini per i suoi congressi, per l' attività del Pontificio consiglio, pagavamo per paura di rimaner tagliati fuori, per paura di ritorsioni...". Tangenti dagli effetti miracolosi per gli accusatori, "oboli, soltanto oboli" per l' indignatissimo portavoce della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls. Saranno i giudici a dire l' ultima parola. Ma intanto, di fronte alla volgarità dello scandalo, Sua Eminenza preferisce il silenzio dei forti (Dal Vangelo secondo Matteo: "... Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia...". "Io sono solo un prete, vivo da semplice prete - va ripetendo in queste ore il settantasettenne cardinale ai fedelissimi riuniti negli uffici di via della Conciliazione - ricevo chiunque abbia bisogno, dalla donnetta con la borsa della spesa al professore della clinica universitaria...". Un prete "semplice", appartamento diviso con la sorella, "edilizia popolare", aggiungono gli amici, un prete dal potere immenso. "Soldato" senza gradi nel 1940, vescovo dal ' 56, cardinale dal ' 91, (unico, autentico cardinale romano de' Roma), fondatore dell' Associazione dei Medici Cattolici, punto di riferimento e nume tutelare dei Farmacisti Cattolici, dall' 85 alla guida di un impero immenso, quarantamila istituzioni sanitarie legate alla Chiesa, tremila solo in Italia. Soprannomi conosciuti: uno. Casereccio e lievemente irriverente: "Monsignor due stanze". Con Angelini amico, difficile non trovare posto in una clinica. Un prete "semplice" tifoso della Roma, sotto la talare i calzettoni giallorossi, pupillo dei papi, soprattutto di papa Pacelli, ma anche di Wojtyla. Oggi i giornali parlano delle confessioni pelose di Poggiolini, di maneggi poco sublimi sul prontuario farmaci, ieri riportavano l' aneddotica ufficiale, quasi vicina all' agiografia. Ecco il giovane Angelini che, fra le macerie della guerra, vede arrivare la macchina di Pio XII e la ferma, le braccia aperte, giusto in tempo per dribblare la bomba. Ecco il giovane prete farsi coraggio davanti a Pacelli che vuol distribuire aiuti in denaro direttamente ai sopravvissuti: "Santità, le vere vittime sono sotto le macerie. Qui ci potrebbe essere qualcuno che ne approfitta. E' meglio dare i soldi ai parroci, loro conoscono la povera gente da soccorrere". Ecco Angelini, assistente nazionale degli uomini di Azione Cattolica, guadagnarsi un Longines d' oro, omaggio di De Gasperi, per la sua lotta contro il "pericolo comunista". E ancora, in data più recente, si narra che il cardinale, proprio lui, abbia proibito ai Medici cattolici di fare pubblicità ai farmaci sulla loro rivista "Orizzonte medico"... Carriera fortunata, amici fedelissimi, come Giulio Andreotti, definito anche in tempi difficili "uomo giusto ed esemplare", nemici più recenti come Sbardella e certa parte di Comunione e Liberazione, come lo stesso De Lorenzo, se non proprio nemico, considerato comunque gran rompiscatole laico, geloso del suo orto. Un' attività frenetica. Ogni anno un congresso, e che congressi. Il cardinale chiamava e, per la Conferenza internazionale sulla droga e l' alcolismo, tanto per fare un esempio, ecco che arrivavano i ministri della sanità di 30 paesi, la regina Sofia di Spagna, il segretario generale dell' Onu, il presidente della Bolivia, duemila specialisti della materia di cento Paesi. Intervento del papa, tavola rotonda con 14 ambasciatori presso la Santa Sede... Manifestazioni imponenti, di grande richiamo scientifico, temi scottanti come: "L' Aids; L' umanizzazione della medicina; Longevità e qualità della vita; la mente umana...". Costi imponenti sostenuti con il contributo "volontario" degli estimatori. Macché tangenti, sussurrano i più contigui al cardinale. Sua Eminenza ha schedato tutto. Semmai ce ne sarà bisogno, tirerà fuori le carte. Tre anni fa , nel ' 90, l' Organizzazione mondiale della sanità, gli consegnò un trofeo da trentamila dollari. Come sono stati spesi? Per iniziare la costruzione di un ospedale a Mosca. Tutto scritto. Ad ogni contribuente, una letterina: "La ringraziamo per la sua donazione che è servita per...".
di ALESSANDRA LONGO




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