domenica 7 novembre 2010

Cartello Petrolchimico - 1° Parte : La IG Farben


Ho deciso di scrivere alcuni articoli sul cartello petrolchimico, su come si insinui pesantemente dentro la vita sociale e personale di ognuno di noi, su come operi condizionando la notra vita e la nostra salute. La tesi che sostengo è che questo cartello operi ancora sotto l'egida nazista, e per dimostrarlo inizierò parlando dei nazisti e della IG Farben.
 di Tonguessy

La IG Farben fu l'unico grande finanziatore della campagna per l'elezione di Adolf Hitler. Un anno prima che Hitler prendesse il potere nel 1933, la IG Farben donò 400.000 marchi a lui e al suo partito nazista. Di conseguenza, quando il partito nazista andò al potere, la IG Farben fu l'unica a trarre profitti dalla Seconda Guerra Mondiale (SGM) e dal saccheggio dell'Europa da parte dei nazisti. Il cento per cento di tutti gli esplosivi e della benzina sintetica proveniva dalle fabbriche della IG Farben.

Il Tribunale di Norimberga divise la IG Farben in Bayer, Hoechst e BASF. Oggi, ognuna delle tre società figlie della IG Farben è 20 volte più grande di quanto la IG Farben madre fosse al massimo del suo sviluppo nel 1944, ultimo anno della seconda guerra mondiale. Cosa più importante, per quasi trent'anni dopo la seconda guerra mondiale i presidenti del consiglio di amministrazione, la carica più alta, di BASF, Bayer e Hoechst, furono ex membri del partito nazista.[1] 
Ma chi finanziò la IG Farben?
Scrive Antony C. Sutton nel suo "Wall Street and the Rise of Hitler" che "senza i capitali offerti da Wall Street non ci sarebbe stata nessuna IG Farben in primo luogo, e quasi sicuramente nessun Hitler nè Seconda Guerra Mondiale". La IG Farben iniziò la sua attività nel 1924 quando il banchiere
Americano Charles Dawes accordò una serie di prestiti esteri per un
totale di 800 milioni di dollari (di allora) per consolidare i produttori della chimica e dell'acciaio in cartelli, uno dei quali fu la IG Farben, nata dalla fusione di diverse aziende. Tutto ciò è secondo Carroll Quigley, professore di Realazioni Internazionali alla Georgetown University, "ampiamente una produzione J.P. Morgan"
La IG Farben fu finanziata dalle seguenti società di Wall Street: Dillon, Read & Co., Harris, Forbes & Co., e National City.[2] 

Più recentemente si è pronunciato in favore di questa tesi anche il regista Oliver Stone: "Adolf Hitler era uno psicopatico ed un mostro ma andò al potere grazie ad amministratori di grosse compagnie e ad altri sostenitori che apprezzavano il suo voto di distruggere il comunismo e controllare i lavoratori"[3] 
Il pubblico ministero americano del Tribunale per i crimini di guerra di Norimberga prefigurò questo scenario contro la IG Farben dicendo: 
  • "Questi esponenti della IG Farben e non i pazzi fanatici nazisti sono i principali criminali di guerra. Se i loro crimini non verranno portati alla luce e puniti, rappresenteranno una minaccia per la futura pace del mondo ancora più grande che se Hiltler fosse ancora vivo".[1] 
Purtoppo per tutti noi le cose andarono diversamente. Non solo tutti gli impianti della IG Farben uscirono illesi dai bombardamenti della SGM, ma la società continuò indisturbata ad operare nonostante fosse stata ufficiamente liquidata nel 1952, al punto che nel 1967 operò una joint-venture con un altro colosso chimico: la Monsanto (quella dell'Agent Orange, dell'aspartame di Rumsfield su cui tornerò in un altro articolo). Da questa fusione nascerà la Chemagrow corporation, con personale qualificato misto tedesco e americano e specializzata in chemical warfare agents.
Con buona pace del Tribunale di Norimberga, tutti i 24 consiglieri della IG Farben, sebbene ritenuti colpevoli di genocidio, di schiavitù ed altri crimini, furono quasi subito liberati grazie alla mediazione dell'ex-ministro delle Finanze Schacht, e rientrarono a pieno titolo nei vertici dell'economia tedesca. 

Viene da chiedersi come mai ci fu un accanimento tale contro i civili ammassati a Dresda (dai resoconti dei piloti Inglesi sembra che fosse stato detto loro che lì c'era un grosso bersaglio militare ed industriale, cosa assolutamente falsa) e non ci fu nessuna azione contro gli stabilimenti che avevano in qualche modo "inventato" il nazismo e la SGM per profitti societari. Trovo inverosimile che i
Servizi Segreti della nazioni coinvolte nella SGM non fossero al corrente di dove veniva prodotta la benzina sintetica e tutta la chimica necessaria per far progredire l'occupazione nazista in Europa. 

Una menzione particolare merita Auschwitz che non era, come molti credono, un campo di concentramento ma un campo di lavoro interamente finanziato dalla IG Farben. La struttura era il più grosso complesso industriale del mondo per la produzione di benzina sintetica e gomma. Impegnarono oltre 900 milioni di marchi per costruirlo, e non volevano rischi. Occorrevano quindi delle solide garanzie da parte dei nazisti. Carl Krauch era il membro del consiglio di amministrazione della IG Farben (piccolo inciso: fondò con la Standard Oil la Joint American Study Company -Jasco- nel 1930…c'è da scrivere un altro lungo articolo sui rapporti tra petrolieri USA e nazisti) incaricato di tessere le relazioni necessarie al buon esito dell'operazione con le gerarchie naziste.[4] 

Incassò prima l'appoggio di Goering, e nel Febbraio del 1941 l'assicurazione di Himmler (il capo delle SS) a fornire "il più ampio numero possibile di lavoratori edili" per l'impianto in costruzione.
La IG Farben avrebbe pagato 3 marchi al giorno per ogni lavoratore inesperto e 4 marchi per ogni lavoratore esperto. In seguito le SS offrirono bambini per 1,5 marchi. Ovviamente i reclusi non ricevevano mai nulla, se non qualche bonus tipo sigarette. Tanto le SS che la IG Farben calcolarono che in quella situazione la produzione avrebbe avuto un'efficienza pari al 75% paragonata a quella di lavoratori Tedeschi ben nutriti.[5]  

Qui stiamo parlando del cartello che ha imposto le regole dello sviluppo in tutto il mondo, un cartello di intoccabili superprotetti che nonostante le belle parole del Tribunale di Norimberga alla fine della SGM si è ritrovata con stabilimenti e vertici perfettamente inseriti nel sistema produttivo. Invece di radere al suolo le fabbriche e fucilare gli inventori di Auschwitz (il più proficuo laboratorio chimico mai messo in piedi), alla fine della SGM le fabbriche IG Farben ne uscivano illese per continuare a produrre più di prima ed i vertici venivano reimmessi nei loro posti dirigenziali poco dopo.
Questi signori rappresentano il nazismo con la sua anima capitalista ed imperialista, il suo imporre modelli di crescita e sviluppo che non tiene in nessun conto la salute e la dignità delle persone.

Arbeit Macht Frei.  


 
 

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