mercoledì 10 novembre 2010

Cartello petrolchimico - 4° Parte: Monsanto

La Monsanto nasce nel 1901 a St. Louis, Missouri, come produttrice di saccarina diventando ben presto un grosso produttore di acido solforico. Negli anni ‘30 mentre milioni di americani senza lavoro non riescono a mangiare, si accorpa la ditta che ha messo a punto un nuovo composto: i policlorobifenili, detti PCB. Sono inerti, resistenti al calore, utili alle industrie come lubrificanti, liquidi idraulici, da taglio e refrigeranti, sigillanti e sono potenti agenti cancerogeni che causano anomalie al sistema riproduttivo ed immunitario.
Il maggiore impianto di produzione di PCB è alla periferia di East St.Louis, Illinois, che presenta il non invidiabile record di morti prenatali e nascite premature di quello Stato. Nel 1982 la vicina Times Beach, Missouri, fu così pesantemente inquinata da diossina (un sottoprodotto del PCB), che fu fatta evacuare. Nonostante gli studi dimostrino tali nocività la Monsanto va avanti pressoché indisturbata. [1][2] I danni della diossina li conoscono bene gli abitanti di Seveso. Da esperta di diossine comincia a fabbricare l’erbicida noto come 245T, il cui nome deriva dal numero di atomi di cloro del famigerato composto. L’Agent Orange (una miscela di 245T e 24D della Dow Chemical, prodotto ad altissima concentrazione di diossine) viene usato dall’esercito americano come defoliante in Vietnam. Ne spargerà milioni di litri, 3181 villaggi furono irrorati e tra i 2,1 e i 4,8 milioni di persone “sarebbero state presenti durante le irrorazioni”[3].Si stima che siano 500.000 i bambini vietnamiti nati con deformità a causa dell’Agent Orange.
E’ poi poco conosciuto il fatto che la Monsanto avesse attivamente collaborato con il Progetto Manhattan (Oppenheimer e la creazione dell’atomica che porterà alla distruzione di Hiroshima e Nagasaki) grazie alla sua facility di Dayton, Ohio, dove si produssero i detonatori di polonio che servivano ad iniziare la reazione nucleare a catena. Lo stabilimento Monsanto di Dayton creò per la prima volta il polonio puro. La Monsanto si apre anche alla collaborazione con la IG Farben: non facciamoci mancare nulla, per carità. Nasce così nel dopoguerra la Chemagrow corporation con sede a Kansas City, Missouri con personale qualificato misto tedesco e americano e specializzata in chemical warfare agents. Dr. Otto Bayer era il direttore delle settore ricerche della I.G. Farben. Assieme al Dr. Gerhard Schrader sviluppò e testò degli agenti per la guerra chimica. [4]
Negli anni ‘70 inizia a produrre Roundup. Il Roundup è un pesticida potente e conveniente, venduto come prodotto sicuro tanto per uso industriale che personale, anche se il principale componente, il glifosfato, è una sostanza altamente tossica. E’ talmente sicuro che nel 1977 la Procura di New York obbliga la Monsanto a smetterla di chiamare il Roundup “biodegradabile” ed “ecocompatibile”. Negli anni ‘80 la Monsanto comincia a produrre e promuovere ormoni per i bovini (Prosilac), nonostante le molte preoccupazioni sulla sicurezza del prodotto. Si vede prima costretta a fare un’intensa campagna negli USA per evitare l’etichetta “hormone-free” sulle confezioni del latte della concorrenza e, dopo il fallimento della campagna, a vendere alla Eli Lilly il brevetto. Alla diffusione del Roundup segue la creazione di sementi ibride resistenti al glifosfato, con il chiaro scopo di monopolizzare la vendita del ciclo completo di semina e controllo.
Dal 1997 la Monsanto comincia a vendere soia, mais e colza transgenici, cioè con un gene che li fa resistenti al Roundup. Nel 1998 una delle nuove aziende Biotech, la Delta e Pine Land, brevetta una tecnica che permette, tramite modifica genetica alla pianta, di renderla sterile. Seminare una pianta sterile vuol dire non potere avere sementi per l’anno dopo, ma essere costretti a ricomprarle anno dopo anno dalla Monsanto. Il brevetto prende il significativo nome di Terminator. La Monsanto, a distanza di due mesi dal brevetto, si compra la Delta & Pine Land. Tutti i semi transgenici esistenti sono controllati da sei imprese: Monsanto, Syngenta, DuPont, Dow, Bayer e Basf (queste due ultime facevano parte della IG Farben).
Sono multinazionali del settore chimico che si impadroniscono delle compagnie di grani per controllare il mercato agricolo, vendendo semi che si legano ai pesticidi che esse producono (erbicidi, insetticidi, ecc.). Queste politiche criminali di assoggettamento del mercato agricolo agli interessi delle multinazionali petrolchimiche ha causato e sta tuttora causando un’ondata di suicidi nel mondo. I piccoli proprietari terrieri vengono dapprima invogliati all’acquisto del pacchetto semi transgenici e chimica di controllo e poi si trovano obbligati a ricomprare lo stesso pacchetto anno dopo anno, senza riuscire mai più a riseminare le piante autoctone originali e ritrovandosi con debiti crescenti nei confronti delle multinazionali.
In India in modo particolare l’ondata di suicidi legati alle difficoltà degli agricoltori ha assunto dimensioni impressionanti: 17060 suicidi in un anno….dal 2002 un contadino si suicida ogni 30 minuti…Si suicidano per sfuggire al debito contratto e l’unica via di uscita è quella di bersi i pesticidi killer.[5] The Ecologist, inglese, fa un numero speciale sul transgenico attaccando pesantemente la Monsanto, e fa i nomi della gente delle lobbies che hanno fatto passare le leggi sui brevetti. Sono spesso quelli che poco prima erano nel biotech: era così e lo è ancora nel farmaceutico come negli armamenti, la chiamano la «revolving door». Entrano nelle multinazionali e escono dalle lobbies o dalle burocrazie ministeriali che decidono, e viceversa, da sempre.
Cioè controllori e controllati sono sempre le stesse persone, che da quella porta girevole passano, ogni due o tre anni. Nel nostro caso, è una ricercatrice della Monsanto, chiamata dalla FDA a controllare le sue stesse ricerche. Lo stesso per una certa Ann Foster, passata da direttrice dello Scottish Consumer Council alla Monsanto, ed ancora membro di diverse commissioni di consulenza britanniche, tra cui quella degli aspetti medici degli alimenti.
I 14.000 esemplari dell’edizione speciale sull’ingegneria genetica e Monsanto vengono distrutti senza alcun avviso dalla tipografia Penwells, che per 29 anni aveva stampato The Ecologist. Come informò il quotidiano britannico The Guardian: la tipografia non vuole commentare, si crede che tema di esporsi a una denuncia per calunnia di Monsanto. La rivista mette in risalto la storia di irresponsabilità sociale ed ecologica dell’impresa e dimostra la sua disposizione ad intimidire e schiacciare le idee contrarie ai suoi interessi immediati. “Solo per mezzo della sua reputazione,” dice il co-editore Zac Goldsmith, ” Monsanto ha potuto, un’altra volta, portare a termine quello che è di fatto una politica di censura. In più occasioni la sua possenza e la sua storia di aggressione ha troncato ciò che è incontestabilmente un legittimo e importantissimo dibattito. Credono nell’informazione, ma solo in quella che assicura una risposta favorevole per i suoi prodotti da parte del pubblico, i quali risultano pericolosi.”[6]
Nel 1992 George H.W. Bush tenne una riunione confidenziale con la Monsanto alla Casa Bianca a seguito della quale firmò una direttiva in cui si affermava che le piante geneticamente modificate erano sostanzialmente equivalenti a quelle naturali. Con tale atto veniva affermata l’infame teoria della equivalenza sostanziale secondo la quale le varianti OGM erano equivalenti al grano, alla soia e al mais naturale; quindi, non c’era bisogno di particolari controlli scientifici sulla loro sicurezza, né c’era bisogno di sottoporli a test scientifici indipendenti. Questa contraddizione rispecchia la terribile storia della Monsanto e della sua collusione col governo, volta a eliminare ogni regolamentazione e forma di controllo, sulla catena alimentare umana, a riguardo degli organismi geneticamente modificati. Di fatto, non esistono controlli. Ci sono stati fino al 1992, ma dopo questa data non li effettua la Food and Drug Administration, né il governo, né il Dipartimento dell’Agricoltura.[7]
Ed è di poco tempo fa la decisione di Barack Obama di affidare a Michael Taylor, un avvocato della Monsanto, appunto, il compito di dirigere il nuovo «Food Safety Working Group» – Gruppo di Lavoro per l’Igiene degli Alimenti. Taylor, oltre ad essere un avvocato del colosso biotech della famiglia Shapiro (e un mago del conflitto d’interessi), è anche periodicamente un consulente della Food and Drug Administration (FDA), l’ente che negli Stati Uniti autorizza i farmaci. Nel 1991, come vice-commissario per le politiche della FDA, Taylor fu tra quelli che più efficacemente indussero l’ente federale ad autorizzare l’uso dell’ormone della crescita geneticamente modificato (dalla Monsanto) per le vacche da latte e i vitelli da carne.
In particolare, Taylor fu l’estensore dei regolamenti della FDA sulle etichette alimentari: quelli che vietano in USA di segnalare la presenza di ormone della crescita nelle etichette sulle confezioni di latte, yogurt e formaggi freschi. Nel 1994 Taylor era al ministero americano dell’Agricoltura (USDA) come amministratore del servizio ministeriale di Igiene ed Ispezioni Alimentari. Nel 1998, invece, Taylor è tornato alla Monsanto come vice-presidente delle «politiche pubbliche», ossia della potente attività di lobby della multinazionale”.[8]
Abbiamo già detto della Searle di Rumsfeld e dell’aspartame, no? Altro esempio di revolving door, gente che entra ed esce a suo piacere dalle porte delle multinazionali e del potere politico. Come si vede anche da questa scheda purtroppo esiste una distinzione nettissima tra interessi delle multinazionali ed interessi delle popolazioni, usate nè più nè meno come ad Auschwitz per mantenere lo strapotere dei vari Rudolph Höss. L’intento delle multinazionali è di mettere nei posti di potere e controllo dei loro fiduciari, cosa che ovviamente instaura un regime di monopolio che non farà mai gli interessi dei cittadini. Si creano così i presupposti per un’imposizione top-down di modelli di sviluppo dove i cittadini non hanno nessuna voce in capitolo, ma diventano delle semplici cavie da laboratorio. Paganti, per giunta. Per finire voglio qui citare H.Kissinger (ebbene sì, premio Nobel per la Pace…la stessa di Obama, ça va sans dire): ” se controllate il petrolio, sarete in grado di controllare intere nazioni; ma, se controllate il cibo, allora controllerete le popolazioni.” Ecco spiegato l’interesse del vecchio cartello petrolchimico per il comparto alimentare. Non c’è limite al peggio…..


di Tonguessy
http://www.appelloalpopolo.it/
[8]http://www.affaritaliani.it/politica/usa-Obama-barack-presidente150509.htm

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