lunedì 24 ottobre 2022

“Vatican Girl”: Netflix riapre il caso Emanuela Orlandi con la serie-choc

Dal Kgb alla banda della Magliana, passando per le molestie sessuali: la docuserie che indaga su uno dei grandi misteri d'Italia

E’ tuttora irrisolto il caso di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno del 1983 dalla Città del Vaticano, dove viveva con la famiglia, e mai più ritrovata. ll “cold case” è il tema della nuova docu-serie di Netlfix, “Vatican Girl – La scomparsa di Emanuela Orlandi”, realizzata dalla società di produzione inglese RAW con il contributo di testimoni dell’epoca e giornalisti che hanno seguito il caso, come Andrea Purgatori.

Vatican Girl – le testimonianze choc di Pietro Orlandi e dei familiari

Un altro volto noto è quello di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che non si è mai arreso e continua a cercare la sorella. O almeno, come ribadisce in maniera straziante, di un corpo sul quale la famiglia possa piangere. La docu-serie ripropone tutti i documenti accumulati negli anni, comprese le misteriose telefonate del misterioso “americano” e dei nastri agghiaccianti, con le comunicazioni dei rapitori, la voce della giovane Emanuela e quello che sembra essere l’audio di una tortura.

giovedì 20 ottobre 2022

‘THE GUARDIAN’ / L’OCCIDENTE STA FLIRTANDO COL DISASTRO”


A Taiwan, come in Ucraina, l’Occidente sta flirtando con il disastro”.

Più chiari di così è difficile esserlo, soprattutto nella compassata Gran Bretagna.

Dove l’autorevole ‘The Guardian’ ha il coraggio di pubblicare l’editoriale di una delle sue firme più prestigiose, Simon Jenkins, titolato appunto “In Taiwan, as in Ukraine, the West is flirting with disaster”, che a seguire vi proponiamo sia nella traduzione in italiano, che nella sua versione originale.

Una lunga, prestigiosa carriera, quella del giornalista-editore Jenkins. Ha infatti pubblicato ‘The Evening Standard’ dal 1976 al 1978 e ‘The Times’ dal 1990 al 1992. Oggi è columnist per ‘The Guardian’.

Di seguito, quindi, vi proponiamo la lettura dell’editoriale pubblicato il 3 agosto.

lunedì 17 ottobre 2022

ANGELO VASSALLO / DOPO 12 ANNI SPIRAGLI DI GIUSTIZIA

Finalmente spiragli di luce sull’omicidio di Angelo Vassallo, ammazzato 12 anni fa.

Alla base dell’assassinio, la ferma volontà del sindaco-pescatore di Pollica di voler fermare i traffici di droga che ruotavano intorno al porto di Acciaroli.

Nove gli indagati nel fresco fascicolo processuale della procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli. Tra gli indagati con pesantissimi capi d’accusa anche nomi eccellenti dei carabinieri, primo fra tutti il tenente colonnello Fabio Cagnazzo, figlio del generale della Benemerita Domenico, implicato in svariate storie di mafia.

Per anni e anni le indagini hanno brancolato nel buio, contrassegnate anche da depistaggi in piena regola: soprattutto quelle che hanno puntato i riflettori – ispirate proprio da Fabio Cagnazzo – su uno spacciatore di origini brasiliane, Bruno Humberto Damiano, la cui posizione è stata poi per ben due volte archiviata. Ma tutto è stato funzionale a ‘depistare’, far perdere tempo prezioso, indagare su personaggi che non c’entravano niente con il caso e invece ‘dimenticare’ di cercare i veri responsabili dell’efferato assassinio nonché dei traffici di droga.

giovedì 13 ottobre 2022

Giulietto Chiesa: comunista, anticomunista e complottista!


Giulietto Chiesa, spirito libero, non disposto, in nessun modo, a salire sul carro dei vincitori per tesserne le lodi, offre un magnifico esempio: una vita spesa contro corrente, in difesa della verità, anche al costo di vedersi ostracizzato dai palcoscenici del giornalismo che conta.

Non è facile scrivere di Giulietto Chiesa, giornalista, scrittore e politico, specialmente per chi, come lo scrivente, non ha familiarità né nutre simpatia verso quella parte di giornalismo che, a torto o a ragione, per l’opinione pubblica e per i più (ingenui, da una diversa prospettiva) rappresenta una sorta di galassia complottista. “Complottista”, difatti, è l’aggettivo cui si è ricorso maggiormente per descrivere, e pertanto etichettare, Giulietto Chiesa. A poco più di due anni dalla sua dipartita (26 aprile 2020), questo aggettivo – nella storia spessissimo utilizzato come una spada – sembra aver fagocitato tutta l’esistenza e l’eredità di Chiesa. Eppure, se ci si allontana dai pregiudizi del caso – perché di questo si tratta, fondamentalmente – e ci si decide a confrontarsi pazientemente con i suoi scritti e ad andare a rivedere i suoi interventi in occasione di qualche intervista o convegno, ci si accorge che in molti casi le analisi condotte, così come i ragionamenti su alcuni eventi storici, non sono affatto il frutto di un pazzo complottista, bensì di una lucidissima mente che in diversi casi anticipa significativamente gli esiti dei giochi geopolitici mondiali. A ben vedere, difficilmente potrebbe essere altrimenti, vista la rilevante esperienza maturata sul campo (è stato corrispondente da Mosca per “L’Unità” e “La Stampa”, oltre che per il TG5, il TG1 e il TG3), su cui troppo spesso si tace, e un certo rigore di pensiero, che, certamente, trova pochissimi eguali nel giornalismo odierno. Allora, per amore della verità – che dovrebbe rappresentare l’unico punto di riferimento per quanti decidono di intraprendere la strada del giornalismo –, occorre restituire a Chiesa qualche merito e, al tempo stesso, rinviare ai vari mittenti un po’ del fango che, per anni, hanno riversato su di lui.

lunedì 10 ottobre 2022

Propagandisti d'Italia



La rete è complessa e variegata. Coinvolge i social network, le tv, i giornali e ha come obiettivo principale il condizionamento dell'opinione pubblica. Si attiva nei momenti chiave dell'azione governativa, attaccando chiunque dubiti o dissenta dalla narrazione dominante in merito a qualunque argomento scottante, dalla Pandemia alla guerra in Ucraina, e sostenendo coloro che portano avanti le tesi promosse dall'esecutivo. La rete filo-governo è ormai una realtà ben radicata in Italia, si tratta però di una realtà che non allarma minimamente gli apparati di sicurezza malgrado tenti ossessivamente di orientare, o peggio boicottare, il dibattito pubblico, facendo largo uso della calunnia, della diffamazione e della menzogna, e potendo contare su parlamentari e influencer, lobbisti e giornalisti. L'indagine silenziosa avviata dai liberi cittadini di questo paese sopra il comportamento dei media mainstream negli ultimi due anni è entrata nella fase cruciale. Il materiale raccolto individua i canali usati per la propaganda di Stato, ricostruisce i contatti tra gruppi e singoli personaggi e soprattutto la scelta dei momenti in cui la rete, usando tutti i mezzi di informazione insieme – dalle emittenti televisive e radiofoniche più ricche e importanti come la Rai, Mediaset, La7 e le frequenze radio  riconducibili agli stessi gruppi editoriali — alle pagine dei maggiori quotidiani nazionali come LaRepubblica, il Corriere della Sera e La Stampa – fino alle piattaforme sociali più conosciute come Telegram, Twitter, Facebook, Tik Tok e Instagram, — fa partire la disinformazione... segue