Esistono analogia tra la leggenda di Horus e la storia di Gesù narrata dai Vangeli? Cosa devono suggerirci. I rotoli del mar morto e gli ultimi ritrovamenti che arricchiscono le testimonianze sulla vita del Cristo potrebbero cambiare anche la Storia dell’Umanità? Le tante analogie che esistono tra religioni passate e presenti devono portarci a pensare che esiste un comun denominatore? Quale?
Le risposte in questa puntata di Rebus.
in studio:
CLAUDIO BONVECCHIO, doc. Filosofia delle scienze sociali all’Universita dell’Insubria, simbolista
GIANFRANCO PECORARO, direttore di HERA, esoterista
VITTORIO DI CESARE, docente in Intelligence
REBUS SEQUEL, andato in onda su Odeon e Odeon24 (SKY827) lunedì 23 febbraio alle 21.40.
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sabato 14 marzo 2009
REBUS SEQUEL - La Storia delle Storie
lunedì 9 marzo 2009
domenica 1 febbraio 2009
Il 2009 sarà l'anno di Gdrive
Della possibilità che Google decida di offrire (prima o poi) uno spazio di archiviazione on-line tanto capiente da poter soppiantare il disco fisso locale si mormora ormai da almeno un lustro.
Il servizio/idea è noto agli osservatori della rete come Google Drive, abbreviato spesso con un ipotetico Gdrive che fa chiaramente il verso alle mailbox firmate Gmail. Quali siano le vere intenzioni Google al riguardo è comunque ancora tutto da capire, e, per il momento, Gdrive rimane una bella idea non supportata da alcuna dichiarazione ufficiale.
Ciò nonostatne, negli ultimi giorni sono spuntati in rete una serie di indizi piuttosto interessanti, sapientemente riportati in un articolo particolarmente "fantascientifico" apparso su TG Daily.
Innanzitutto, si segnala l'indirizzo www10.google.com, che consente di accedere ad un non meglio specificato servizio WWW10 ma identificato in passato da Google Apps appunto come Gdrive.
L'autore nota anche che vi sono tracce di Gdrive anche nei record DNS associati a Google: webdrive-client.l.google.com ed un inequivocabile googlewebdrive.com (che, comunque, potrebbe essere stato registrato preventivamente solo per evitare la creazione di siti-trappola gestiti da terzi).
Ma c'è di più: un utente ha riportato su MacRumors uno screenshot, acquisito da Picasa per Mac, che mostra chiaramente una voce di menu dedicata ad un fantomatico Google Web Drive
Secondo TG Daily, tutti questi indizi portano alcune non meglio specificate "fonti" a non avere dubbi circa la concretezza di Gdrive: il prodotto arriverà entro l'anno corrente.
Cosa aspettarsi
L'idea di un servizio di storage remoto non è niente di innovativo: Microsoft con il suo SkyDrive, Apple con MobileMe, RapidShare ed i suoi tanti emuli, offrono qualcosa del genere ormai da molto tempo, per non parlare di strumenti non-ufficiali come Gmail Drive, grazie ai quali è possibile sfruttare lo spazio offerto da Gmail a mo' di disco remoto.
Ad ogni modo, chiunque abbia provato ad utilizzare un web-drive come quelli elencati ben sa che che vi sono ancora ampi margini di miglioramento. Tutti i servizi attualmente attivi sono infatti vessati da pesanti limiti quali la dimensione dei singoli file (difficilmente si supera i 250 MB) o inerenti lo spazio totale, solitamente inferiore ai 5-10 GB per utente.
La speranza dei sognatori è che Gdrive possa ripetere il piccolo miracolo compiuto da Gmail prima di lui, offrendo spazio gratuito nell'ordine delle centinaia di gigabyte per singolo utente e senza vincoli significativi circa la dimensione di quanto caricato.
Certo, anche se Google decidesse di procedere (eventualità tutt'altro che certa) ci si potrebbe scontrare concretamente con problemi di diverso tipo.
Da un lato, vi sono sicuramente complicazioni dal punto di vista tecnologico ad offire ad ogni utente registrato, centinaia di gigabyte di spazio: sebbene sia indubbio che le risorse a disposizione di Google siano significative, la sostenibilità del servizio (sia in termini di archiviazione, sia di banda) sarebbe ancora tutta da discutere, anche per un gigante di questo calibro.
In seconda battuta, vi sono le delicate questioni relative alla privacy: gli utenti sarebbero davvero disposti a consegnare la maggior parte dei propri dati nelle mani di Google? Personalmente, avrei qualche remora al riguardo, sopratutto ricordando che l'unico modo di rendere profittevole un servizio di questa portata ed erogato gratuitamente all'utente finale sarebbe quello di condire il tutto da abbondanti dosi di pubblicità contestuale: e quale modo migliore di estrapolare il giusto contesto se non analizzare meticolosamente tutte le informazioni archiviate?
Fonte:
www.megalab.it