venerdì 27 novembre 2020

Apocalisse Fake, l’imbroglio universale: grande spettacolo

Il candidato democratico Biden La credibilità elettorale delle presidenziali americane, inquinate da quello che ha l’aria di essere un mare di brogli sfacciatamente negato a priori dal sistema-media, si avvicina in modo quasi surreale all’attendibilità dell’informazione ufficiale sul coronavirus e sulla propaganda governativa sul distanziamento, con l’immunologa padovana Antonella Viola che se ne esce annunciando che il lockdown-coprifuoco, decisivo per distruggere l’economia, è perfettamente inutile per arginare il virus che sta facendo impazzire il mondo. Chi ha gettato il malocchio virale l’avrebbe fatto innanzitutto per sfrattare Donald Trump dalla Casa Bianca, sabotando il boom economico (piena occupazione) che il presidente era riuscito a ottere in soli tre anni, tagliando le tasse e aumentando il deficit in modo squisitamente keynesiano, proprio come avrebbe fatto un leader socialdemocratico d’altri tempi. Proprio per questo, sui grandi media, Trump è diventato il demonio, e andava abbattuto ad ogni costo: anche con “la più grande frode elettorale della storia”, come s’è lasciato scappare l’anziano e scalcinato Joe Biden, che un giornalista di peso internazionale come Pepe Escobar definisce ormai afflitto da demenza senile.

Biden? E’ l’ometto che non riesce più a contenere, nemmeno in pubblico, la pulsione irrefrenabile che lo spinge a sbaciucchiare, in modo preoccupante, le bambine che gli capitano a tiro. Un autentico veterano dell’establishment, molto logoro: iper-controllabile e ricattabilissimo in quanto debitamente corrotto. Una simulazione del cosiddetto Deep State – riferisce sempre Escobar – lo chiama con un nome in codice poco lusinghiero (”Cadavere”), presentando la “rivoluzione colorata” che l’avrebbe opposto a Trump (a sua volta ribattezzato, graziosamente, “Buffone”). Sarebbe stata la “fase due” dell’Operazione Corona. Primo round, stroncare l’economia statunitense con la sovragestione di un virus “scappato” alla Cina. Secondo round, abbattere Trump e sostituirlo (attraverso l’imbroglio) con un presidente “amico” del sistema oligarchico mondiale che usa la Cina come cavallo di Troia per restringere la libertà e la democrazia in Occidente, oggi grazie al pretesto dell’emergenza sanitaria.

Peccato che non abbia funzionato: prima ancora di capire come andrà a finire davvero, negli Usa, dove incombe la seria minaccia trumpiana di ricorrere anche alla Corte Suprema, il risultato delle elezioni più “fake” della storia sarebbe stato “neutralizzato” comunque, a monte, da una sorta di patto massonico segreto. Il patto, peraltro, ha smesso di essere segreto quando ne ha parlato apertamente Gioele Magaldi, rappresentante di una delle fazioni contraenti. Il succo è presto detto: Joe Biden, insieme agli uomini che in realtà lo guidano, si sarebbe formalmente impegnato a co-gestire la politica della Casa Bianca attraverso una cabina di regia che vede presenti gli stessi sostenitori (massonici) di Trump. Chiaro l’obiettivo: proseguire sulla linea di Trump nello sbarrare la strada al “partito cinese”, in realtà anche euro-atlantico, che avrebbe concepito l’Operazione Corona e, prima ancora, la promozione della Cina come player oligarchico planetario, con la missione di mettere nei guai l’industria occidentale e, a ruota, il modello democratico fondato su diritti democratici.

mercoledì 25 novembre 2020

I grandi media USA abrogano il 1° emendamento


I grandi media statunitensi, che sin dall’elezione a sorpresa di Donald Trump, e ancor prima che assumesse la presidenza, hanno continuato a deriderlo, persino a insultarlo e a esortarne l’assassinio, ora tentano di soffocarne la voce.

Le principali reti televisive nazionali, ABC, CBS e NBC, hanno interrotto la conferenza stampa post-elettorale di Trump quando ha affrontato il problema della validità dello scrutinio: secondo loro il presidente in carica stava dicendo una sequela di menzogne.

lunedì 23 novembre 2020

IL LOCKDOWN SERVE? NON CI SONO PROVE SCIENTIFICHE E LA SVEZIA LO DIMOSTRA

IL LOCKDOWN SERVE? NON CI SONO PROVE SCIENTIFICHE E LA SVEZIA LO DIMOSTRA

Lockdown. Sembra che l’Italia si stia avviando nuovamente verso questa strada. Una chiusura generalizzata su scala nazionale prima di Natale per poter poi riaprire in tranquillità. Così ci viene riferito dalle istituzioni. Il nesso causa effetto tra lockdown e calo dei contagi e dei decessi sembra assodato, dato per scontato e incontestabile.

Quegli Stati che non credono nel lockdown

E allora come mai esistono Paesi nel mondo che hanno agito e continuano ad agire in maniera diversa, senza applicare le durissime restrizioni a cui noi siamo di nuovo costretti? I media mainstream risponderebbero che si tratta di Paesi irresponsabili che alla lunga pagheranno caro il prezzo delle loro scelte. Ma è realmente così? Esiste davvero una correlazione scientifica tra lockdown generalizzato e calo della diffusione del Covid? Andiamo a dare un’occhiata fuori dall’Italia.

La Svezia è in Europa sicuramente il caso più conosciuto tra i Paesi che hanno deciso di non applicare una chiusura generalizzata sia nella scorsa primavera che adesso. E i dati cosa ci dicono? Il 5 novembre in Svezia, senza le mascherine obbligatorie, sono morte 2 persone di Covid, il giorno prima 4. Nelle stesse date in Italia morivano rispettivamente 428 e 352 persone. Nonostante la già evidente differenza, i dati assoluti sono poco rilevanti per effettuare un’analisi comparata.