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Questo articolo è il seguito di:
“Perché una Yalta II?”, 15 giugno 2021.
“Biden-Putin, una Yalta II piuttosto che un nuovo Berlino”, 22 giugno 2021.
“L’architettura politica del nuovo Medio Oriente”, 7 settembre 2021.
Le conseguenze degli accordi di Ginevra − la cosiddetta Yalta II (16 giugno 2021) − sul Medio Oriente Allargato stanno per entrare in una nuova fase: il ritiro delle forze straniere che occupano porzioni della Siria. Dopo 12 anni di massacri, termina la guerra contro la Repubblica Araba Siriana.
Il presidente Bashar al-Assad è stato ricevuto al Cremlino. Nulla è trapelato del colloquio con l’omologo russo. Sembra tuttavia che, dopo le elezioni legislative libanesi di maggio 2022, la Russia vigilerà sul Libano, nonché sulla Siria. Se Washington non manterrà gli impegni, la Siria potrebbe essere ammessa nell’Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva (OTSC), l’alleanza militare che si raccoglie attorno alla Russia. In tal caso, il sostegno di Mosca a Damasco s’intensificherebbe notevolmente, giacché la Siria passerebbe dallo status di Paese amico a quello di Paese alleato: ogni minaccia alla sicurezza della Siria sarebbe una minaccia alla Russia.
Sta accadendo qualcosa di inaudito: stiamo assistendo a ripetuti atti di coraggio, da parte di giornalisti che hanno cominciato ad aprire gli occhi e non ne possono più, della narrazione corrente. Il primo a rompere il silenzio è stato Mario Giordano, su Rete4, che ha messo in dubbio la verità ufficiale sul Covid. Ebbene, Giordano è stato ferocemente attaccato dai vertici Mediaset. Attraverso “Dagospia”, ha anche fatto trapelare spezzoni di conversazioni avute con Fedele Confalonieri, che lo ha minacciato nei modi più inimmaginabili. Eppure, nonostante questo, c’è chi demonizza Giordano come finto eroe, come “gatekeeper”. Un osservatore indipendente come Cesare Sacchetti oggi arriva scrivere che Carlo Freccero, protagonista dell’inaudito exploit dalla Palombelli, sarebbe l’ennesimo “falso buono”. Invito Sacchetti, che stimo, a tornare coi piedi per terra. Faccio una premessa: se parlassi del contenuto di tutte le informative che ricevo, rischierei di compromettere alcune operazioni che sono in itinere. Ebbene: oltre un mese fa mi avevano anticipato che diversi giornalisti e personaggi televisivi, fra cui Paolo Mieli, Marco Travaglio, Barbara Palombelli (e altri nomi, che per ora non faccio) avrebbero cominciato a uscire dal coro.
C’è stato un accordo trasversale, fra giornalisti, per iniziare a dire la verità e fare pressione sul governo Draghi. Mi avevano detto, ribadisco, che anche la Palombelli era pronta a uscire allo scoperto. Io però non ci avevo creduto. E lei cosa ha fatto, invece? Il 22 settembre a “Italia Sera”, in prima serata su Rete4, ha permesso a Carlo Freccero di dire quello che voleva. Insisto: quello che è avvenuto in quello studio televisivo è qualcosa di epocale. Nonostante ciò, Sacchetti scrive che Freccero è un massone. E con questo? Perché, Paolo Mieli che cos’è? E Travaglio che cos’è? Certo, Freccero è un fratello massone: e allora? E’ anche un “illuminato”? Ma gli Illuminati di Baviera non sono quelli di Hollywood, a cui oggi Madonna strizza l’occhio. Badate bene: quella di Freccero e Palombelli non è un’operazione di “gatekeeping”. Tant’è vero che il grande Enrico Montesano (al quale nessuno si sogna di dare del “gatekeeper”) l’ha apprezzato molto, la loro sortita: «E’ stata appena detta tutta la verità», ha scritto in un comunicato.
La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto “devastante” sulla lotta contro altre malattie infettive mortali, secondo un rapporto che confronta i dati del 2019 e del 2020 su HIV, tubercolosi e malaria in più di 100 paesi a reddito medio-basso.
E’ la drammatica conclusione che balza agli occhi con evidenza da un articolo della prestigiosa rivista scientifica ‘Nature’, firmato da Leslie Roberts.
Per la precisione – dettaglia Roberts – la valutazione è stata condotta dal ‘Fondo Globale’, un’organizzazione internazionale che finanzia gli sforzi per affrontare queste tre sfide sanitarie.
Scrive infatti il direttore esecutivo dell’organizzazione, Peter Sands, nell’introduzione al suo ‘Rapporto sui risultati 2021’: “Il Covid-19 è stata la battuta d’arresto più significativa nella lotta contro l’HIV, la tubercolosi e la malaria, che abbiamo incontrato in due decenni dall’istituzione del Fondo Globale”. E aggiunge: “Quando i paesi sono entrati in isolamento e le risorse sono state dirottate per combattere la pandemia, i servizi di prevenzione, test e trattamento per tutte e tre le malattie sono diminuiti precipitosamente, sebbene gli impatti varino per ciascuno. In alcuni paesi gli effetti a catena su HIV, tubercolosi e malaria potrebbero superare l’impatto diretto del Covid-19”, è l’amara conclusione di Sands.
Per la cura dell’Aids, ad esempio, il numero di persone raggiunte da programmi di prevenzione che forniscono preservativi oppure aghi e siringhe puliti è diminuito dell’11 per cento. I test dell’HIV sono crollati del 22 per cento, ritardando tutti i trattamenti e contribuendo – scrive Nature – alla trasmissione continua del virus.