Mentre si moltiplicano le rivelazioni sulle esazioni commesse negli
ultimi otto anni dai banderisti ucraini, gli Occidentali insistono a
vedere solo la sofferenza della popolazione civile ucraina. In Occidente
le opinioni pubbliche ignorano le cause profonde della guerra, nonché i
fatti che hanno indotto il Cremlino a scatenarla. Poco importa, i
banderisti stanno per essere sconfitti e le grandi potenze preparano la
pace.
Le operazioni militari in Ucraina vanno avanti: i media occidentali e
quelli russi le raccontano in modi radicalmente differenti. Due
resoconti che divergono non soltanto nella descrizione della guerra, ma
anche, e soprattutto, nella descrizione dei suoi obiettivi.
In Occidente la gente è convinta che l’esercito russo abbia problemi
logistici enormi e che gli manchi il carburante per i carrarmati; che
gli aerei colpiscano indiscriminatamente obiettivi militari e civili,
distruggendo intere città; che il dittatore Putin non desisterà finché
non avrà schiacciato Kiev e ucciso il presidente Zelensky. In Occidente
sono altresì convinti che il presidente russo voglia punire l’Ucraina
per aver scelto nel 2014 la democrazia invece della ricostituzione
dell’Unione Sovietica. Per questa ragione semina morte e desolazione fra
la popolazione civile, mentre i suoi soldati vengono uccisi in gran
numero.
In Russia si crede invece che i combattimenti siano limitati a zone
precise: il Donbass, la costa del Mar di Azov, nonché obiettivi militari
sparsi sull’intero territorio; ovviamente si crede ci siano perdite, ma
che non si tratti di un’ecatombe. La gente constata con stupore che gli
ex alleati della Grande Guerra Patriottica (la seconda guerra mondiale)
sostengono i banderisti, ossia i neonazisti ucraini. Ed è anche
consapevole che il ripristino della pace è subordinato alla completa
neutralizzazione di costoro.