venerdì 24 aprile 2020

COVID-19: propaganda e manipolazione , di Thierry Meyssan


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Il 27 gennaio 2020 il primo ministro cinese, Li Keqiang, a Wuhan per dirigere le operazioni e ristabilire il “mandato celeste”.

Ritornando sull’epidemia COVID-19 e sulle reazioni dei governi, Thierry Meyssan sottolinea come le decisioni autoritarie d’Italia e Francia non abbiano alcun fondamento scientifico. Sono anzi in contraddizione con i pareri degli infettivologhi più quotati, nonché con le istruzioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La comparsa dell’epidemia in Cina

Il 17 novembre 2019 in Cina, nella provincia di Hubei, è stato diagnosticato il primo caso di contagio da COVID-19. I medici hanno immediatamente cercato di divulgare la serietà della malattia, ma si sono scontrati con le autorità regionali. Il governo centrale è intervenuto solo dopo che i casi hanno cominciato a moltiplicarsi e la popolazione a rendersi conto della gravità dell’infezione.
Si tratta di un’epidemia senza significativa rilevanza statistica. Causa pochissimi decessi, anche se la morte avviene per atroce crisi respiratoria.
Sin dall’antichità, la cultura cinese crede che l’imperatore governi per mandato del Cielo [1]. Quando il Cielo glielo revoca, sul Paese si abbatte una catastrofe: epidemia o terremoto o via dicendo. Benché viviamo in epoca moderna, il presidente Xi, nella negligenza del governo regionale di Hubei, ha percepito una minaccia. Il Consiglio di Stato ha perciò preso le redini della situazione, costringendo la popolazione della capitale dell’Hubei, Wuhan, a rimanere in casa. In pochi giorni ha costruito ospedali; ha mandato équipe mediche per rilevare a domicilio la temperatura di ogni abitante; ha portato tutti i contagiati sospetti in ospedale, dove li ha sottoposti a test; ha curato i contagiati con il fosfato di clorochina e rispedito a casa gli altri; infine, ha curato i malati gravi in rianimazione con interferone Alfa 2B ricombinante (IFNrec). Un’operazione non motivata da ragioni di salute pubblica, ma dalla necessità di dimostrare che il Partito Comunista è ancora titolare del mandato celeste.
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Durante una conferenza stampa sul COVID-19, il viceministro della Salute iraniano, Iraj Harirchi, manifesta sintomi di contaminazione.

Propagazione in Iran

A metà febbraio 2020 l’epidemia si propaga dalla Cina all’Iran: due Paesi strettamente legati sin dall’antichità, con molti elementi culturali comuni. Ma, sul piano polmonare, la popolazione iraniana è la più fragile al mondo. Pressoché tutti gli uomini di oltre sessant’anni subiscono le conseguenze dei gas da guerra USA, utilizzati dall’esercito iracheno durante la guerra del Golfo (1980-1988), così come accadde a francesi e tedeschi dopo la prima guerra mondiale. Chiunque abbia viaggiato in Iran non può non essere stato sorpreso dal numero di persone che soffrono di malattie polmonari gravi. A Teheran, quando l’inquinamento supera la soglia che questi malati possono tollerare, vengono chiusi scuole e uffici amministrativi, mentre metà delle famiglie porta le persone anziane in campagna. Questo accade da 35 anni, più volte l’anno, e ormai fa parte della normalità. I membri del governo e del parlamento sono quasi tutti ex combattenti della guerra Iraq-Iran, quindi estremamente fragili di fronte al COVID-19. Quando il contagio è apparso in questa categoria di persone, numerose personalità politiche hanno contratto la malattia.
A causa delle sanzioni USA, nessuna banca occidentale copre i trasporti di medicinali. L’Iran non ha perciò potuto trattare le persone infette e curare quelle malate finché gli Emirati Arabi Uniti, violando l’embargo, hanno mandato due aerei di materiale sanitario. Persone che in altri Paesi non soffrirebbero, in Iran muoiono sin dai primi sintomi di tosse, a causa dei polmoni lesionati. Come di consueto, il governo ha chiuso le scuole, nonché annullato diverse manifestazioni culturali e sportive, ma non ha vietato i pellegrinaggi. Alcune regioni hanno chiuso gli alberghi per evitare vi si insediassero i malati che non hanno trovato posto negli ospedali vicini a dove vivono.
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CNN aumenta l’audience grazie alla Diamond Princess.

Quarantena in Giappone

Il 4 febbraio 2020 è stato diagnosticato il COVID-19 a un passeggero della nave da crociera USA Diamond Princess; in seguito altri dieci passeggeri sono risultati positivi al coronavirus. Il ministro della Salute giapponese, Katsonobu Kato, ha imposto alla nave una quarantena di due settimane a Yokohama, per evitare l’importazione del contagio nel proprio Paese. Alla fine, su 3.711 persone a bordo, in stragrande maggioranza di età superiore a 70 anni, ci sono stati sette morti.
La Diamond Princess è israeliana-statunitense, di proprietà di Micky Arison, fratello di Shari Arison, la donna più ricca d’Israele. Gli Arison hanno trasformato la vicenda della nave in operazione di marketing. L’amministrazione Trump e molti altri Paesi hanno organizzato il trasferimento aereo dei connazionali e li hanno messi in quarantena in patria. La stampa internazionale ha dedicato a questo fatto di cronaca le prime pagine. Evocando l’epidemia dell’influenza spagnola degli anni 1918-1919, ha ipotizzato che l’epidemia dilaghi in tutto il mondo, trasformandosi in potenziale minaccia di estinzione della razza umana [2]. Una prospettiva apocalittica, senza alcun fondamento, eppure diventata Vangelo.
Ci si ricordi che nel 1898, per aumentare le vendite dei loro quotidiani, William Hearst e Joseph Pulitzer pubblicarono false informazioni per provocare deliberatamente una guerra tra gli Stati Uniti e la colonia spagnola di Cuba. Fu l’inizio dello yellow journalism (giornalismo giallo), ossia il pubblicare qualunque cosa pur di far soldi. Oggi lo chiamiamo fake news (notizie ingannevoli).
Per il momento non sappiano se dei magnati abbiano volontariamente seminato il panico del COVID-19, facendo passare una comune epidemia per la “fine del mondo”. In ogni caso, un’informazione fuorviante dopo l’altra, i governi se ne sono alla fine occupati. Ora la posta non è farsi pubblicità impaurendo, ma sfruttare la paura per dominare i popoli.
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Per il direttore dell’OMS, dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Cina e Corea del Sud hanno dato l’esempio, generalizzando i test di depistaggio: un modo implicito per dire che i metodi italiano e francese sono, dal punto di vista medico, delle assurdità.

Intervento dell’OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che seguiva sin dall’inizio la vicenda, ha preso atto della diffusione della malattia al di fuori della Cina e l’11 e 12 febbraio scorsi ha organizzato, a Ginevra, un forum mondiale sulle ricerche e le innovazioni relative alla nuova epidemia. Con l’occasione, il direttore generale, dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha invitato, con parole estremamente misurate, alla collaborazione mondiale [3]:
In tutti i suoi messaggi l’OMS ha sottolineato:
- il flebile impatto demografico dell’epidemia;
- l’inutilità della chiusura delle frontiere;
- l’inefficacia di guanti, mascherine (eccetto che per il personale sanitario), nonché di alcune “misure barriera” (per esempio, se tenersi a un metro di distanza dalle persone infette ha senso, non ce l’ha nel caso di persone sane);
- la necessità di alzare il livello d’igiene, soprattutto lavandosi le mani, disinfettando l’acqua e aerando gli spazi chiusi; infine, di utilizzare fazzoletti usa e getta o, in mancanza, di starnutire nell’incavo del gomito.
Ma l’OMS non è un’organizzazione sanitaria, bensì un’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di problemi relativi alla salute. I suoi funzionari, benché medici, sono anche, e innanzitutto, politici. L’OMS non può quindi denunciare gli abusi compiuti da alcuni Stati.
Per di più, sin dai tempi dell’epidemia H1N1, l’OMS deve giustificare pubblicamente le proprie raccomandazioni. Nel 2009 fu infatti accusata di essere coinvolta negli interessi di grandi aziende farmaceutiche e di aver lanciato l’allarme frettolosamente e in modo sproporzionato [4]. Nel caso del COVID-19, invece, l’OMS ha usato il termine “pandemia” come ultima carta e soltanto il 12 marzo, dopo quattro mesi dall’inizio dell’epidemia.
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Il 27 febbraio 2020, durante il vertice franco-italiano di Napoli, Emmanuel Macron e Giuseppe Conte annunciano che reagiranno insieme all’epidemia.

Strumentazione in Italia e in Francia

Nella propaganda moderna non ci si deve limitare alla pubblicazione di notizie false, come fece il Regno Unito per convincere gl’inglesi a entrare nella prima guerra mondiale; si deve irreggimentare il popolo, come fece la Germania per convincere i tedeschi a scatenare la seconda guerra mondiale. La ricetta è sempre la stessa: esercitare pressioni psicologiche per indurre il popolo a compiere volontariamente atti ch’egli sa inutili, ma che servono a istradarlo sulla via della menzogna [5]. Per esempio, nel 2011 tutti sapevano che le persone accusate di aver dirottato gli aerei l’11 Settembre non erano nella lista d’imbarco. Tuttavia, la maggior parte delle persone, sotto shock, ha accettato senza fiatare le stupide accuse del direttore dell’FBI, Robert Muller, contro i «19 pirati dell’aria». Altro esempio: tutti sanno che i lanciamissili posseduti dall’Iraq del presidente Hussein erano vecchi Scud sovietici di gittata non superiore a 700 chilometri; eppure, molti statunitensi tapparono porte e finestre per proteggersi dai gas mortali con cui il malvagio dittatore avrebbe attaccato l’America [da oltre diecimila chilometri]. Nel caso del COVID-19 è il confinamento volontario nella propria dimora che costringe chi l’accetta a convincersi della veridicità della minaccia.
Ricordiamoci che mai nella storia si è fatto uso dell’isolamento di un’intera popolazione sana per lottare contro una malattia. E, soprattutto, ricordiamo che l’epidemia non avrà conseguenze significative in termini di mortalità.
In Italia, per il principio di quarantena, dapprima sono state isolate le regioni contaminate, poi si sono isolati tutti i cittadini l’uno dall’altro, secondo una logica diversa.
Secondo il presidente del consiglio italiano, Giuseppe Conte, e il presidente francese, Emmanuel Macron, il confinamento di un’intera popolazione a domicilio non ha l’obiettivo di vincere l’epidemia, ma di diluirla, per evitare che gli ammalati arrivino tutti insieme negli ospedali, saturandoli. In altre parole, non è una misura sanitaria, bensì esclusivamente amministrativa. Non ridurrà il numero delle persone contagiate, ma le scaglionerà nel tempo.
Per convincere italiani e francesi della fondatezza della decisione, Conte e Macron dapprima hanno addotto il parere dei comitati scientifici. Certamente questi comitati non hanno obiezioni sul confinamento delle persone in casa, ma non ne avrebbero nemmeno se alla gente fosse consentito di attendere alle proprie occupazioni. Indi, i presidenti Conte e Macron hanno imposto l’obbligo, per muoversi, di una dichiarazione ufficiale. Il documento, con l’intestazione dei rispettivi ministeri degli Interni, è un’autocertificazione non soggetta a verifiche né sanzioni. [TRADUTTRICE PROPONE: oggetto, quantomeno in Italia, di verifiche e sanzioni piuttosto blande].
I due governi suscitano anche il panico con istruzioni inutili, smentite dagli infettivologhi: inducono a portare guanti e mascherine in ogni situazione e a tenersi ad almeno a un metro di distanza l’uno dall’altro.
 Video del 25 febbraio 2020 censurato dal ministero della Sanità francese.
Il “quotidiano di riferimento” francese (sic) Le Monde, Facebook France e il ministero della Sanità francese hanno avviato la censura di un video del professor Didier Raoult, un infettivologo fra i più reputati al mondo, perché, annunciando l’esistenza di un medicinale testato in Cina contro il COVID-19 [e confermando di averlo testato con successo egli stesso in Francia, ndt], metteva in risalto l’infondatezza scientifica delle misure adottate dal presidente Macron [6].
 Relazione del professor Didier Raoult all’Assemblea Generale degli Ospedali Universitari di Marsiglia, il 16 marzo 2020.
È troppo presto per capire quale sia il vero obiettivo dei governi Conte e Macron. L’unica cosa sicura è che il loro scopo non è combattere il COVID-19.

giovedì 23 aprile 2020

Andrea Marcucci / Primo Firmatario Dell’Emendamento Killer


Un vero golpe bianco.
Il governo sta cercando in tutti i modi di far fuori il gravissimo reato di epidemia colposa, per mantenere solo quello di epidemia dolosa. Una autentica picconata ai principi costituzionali e alla tutela della salute pubblica.
Tutto ciò profittando degli emendamenti al “Cura Italia”, facendo passare tra le omertà e i silenzi mediatici una normativa che stravolge gli elementari canoni del diritto e della legge, anche la più elementare.

Il senatore Andrea Marcucci
Ci pare opportuno pubblicare, su questo delicatissimo tema, un articolo scritto da Francesca Nava per TPI
In basso trovate un link nel quale si parla della strage per il sangue infetto.

Un processo nato a Trento e abortito a Napoli dopo vent’anni. Passando, tra l’altro, dalle prime piste giudiziarie di strage, poi a quelle di epidemia dolosa, quindi colposa ed infine di omicidio colposo plurimo.
Tutto finito in gloria, con l’assoluzione finale per tutti gli imputati, perché – ha sentenziato il presidente della sesta sezione penale del tribunale di Napoli, Antonio Palumbo – “il fatto non sussiste”. Tra gli imputati oggi santi e beati c’erano il re mida della sanità ministeriale Duilio Poggiolini ed alcuni funzionari delle aziende del gruppo Marcucci.
Guarda caso, il primo firmatario dell’emendamento killer, oggi, è il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, figlio del padre-padrone-patriarca del gruppo Marcucci Guelfo, fratello di Paolo, al timone della corazzata di famiglia Kedrion, e di Marilina, in sella al Carnevale di Viareggio.



L’ingresso dell’ospedale di Alzano

Uno scudo penale per il Coronavirus: nel decreto Cura Italia spunta l’emendamento PD per sanare le responsabilità politiche


DI FRANCESCA NAVA
Mentre in Italia – e soprattutto in Lombardia – si continua  a morire di Coronavirus, mentre emergono i numeri reali di questa catastrofe sanitaria, che solo a Bergamo e provincia ha fatto 4.500 morti (concentrati tutti nel mese di marzo), mentre continua incessante il flusso di testimonianze di persone che hanno perso i propri famigliari in modo traumatico e impietoso – chi dentro casa e chi in ospedali come quello di Alzano Lombardo in Val Seriana, dove tutto è iniziato il 23 febbraio – a Roma c’è già chi si sta mobilitando per mettere in campo uno scudo penale, non solo a difesa dei medici, ma anche dei responsabili gestionali di questa crisi. Si sta cercando, in pratica, di eliminare il reato di epidemia colposa per mantenere solo quello di epidemia dolosa.
I partiti di maggioranza e opposizione hanno infatti depositato emendamenti al decreto ‘Cura Italia’ per ridefinire, per il periodo di emergenza da Covid19, il perimetro della responsabilità per medici e operatori del settore. Si va da richieste di esonero totale, che cancellerebbero la responsabilità penale, civile, amministrativa ed erariale di tutti i protagonisti di questa vicenda, a richieste di rendere perseguibili penalmente le sole colpe gravi, fino alle richieste di chiedere il patrocinio gratuito dello Stato a chi sarà accusato di presunti errori. Il decreto ‘Cura Italia’ è da ieri all’esame della Commissione Bilancio del Senato, che vaglierà gli emendamenti prima della discussione in Aula, prevista per la settimana prossima.

L’avvocato Roberto Trussardi
L’emendamento a prima firma Marcucci (Partito Democratico) – che ha ricevuto il parere favorevole del Governo – chiede ad esempio di limitare la punibilità penale per “le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie – professionali – tecniche amministrative del Servizio sanitario” alle sole violazioni “macroscopiche” di “colpa grave”. Secondo il testo, tuttavia, la protezione riguarda non solo le “condotte professionali”, ma anche “le condotte gestionali o amministrative” purché non “sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione”.
“Lo trovo inaccettabile – sottolinea a TPI l’avvocato bergamasco Roberto Trussardi, che segue da vicino il caso di Alzano Lombardo – approvare un emendamento del genere significa dare un colpo di spugna ai tre quarti degli eventi che si sono verificati in questo periodo, tranne i casi gravissimi. Se le condotte gestionali o amministrative, anche se eclatanti, non potranno essere perseguite se non c’è dolo, significa che non si potranno perseguire mai”

Questo significa, dunque, che la vera novità di questa modifica che potrebbe essere inserita nel decreto “Cura Italia” è la protezione fornita ai burocrati e ai dirigenti amministrativi, il che potrebbe far sorgere il ragionevole dubbio che il vero scopo della norma sia quello di tutelare la direzione politica e gestionale dell’emergenza Covid19, anche perché – come primo effetto immediato – faciliterebbe la difesa dei futuri imputati. E proprio sulla vicenda dell’Ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo, nei cui confronti l’ipotesi di reato potrebbe essere quella di epidemia colposa, l’avvocato Trussardi ci spiega che se passasse questo emendamento “ci sarà da discutere se si tratta di un caso macroscopico, eclatante oppure solo di colpa grave e in questo caso il reato non sarebbe perseguibile”.
Raggiunto telefonicamente da TPI per commentare questi emendamenti al decreto “Cura Italia”, il senatore Gregorio De Falco (del gruppo misto) ha così commentato: “Qui si sta cercando di precostituire una assoluzione per le responsabilità che in realtà non hanno carattere sanitario e medico, ma manageriale, probabilmente politico. Mi è stato detto che in questo momento sarebbe opportuno proteggere quei ragazzi, quei volontari che sono buttati al fronte, senza che abbiano una esperienza adeguata, magari non specializzati, ma qui non stanno proteggendo quelle specifiche categorie, qui si sta proteggendo tutto il sistema sanitario. Perché? E da che cosa? Forse dalle responsabilità che hanno assunto per aver messo medici e infermieri nelle condizioni di lavorare con quella carta straccia che hanno indosso al posto delle mascherine? Questo è gravissimo. Penso che si sia scritta una cosa che va ben oltre le intenzioni.”

Il senatore De Falco è un fiume in piena: “La responsabilità dei medici è già coperta da una recente legge – aggiunge – quindi non capisco quale sia la necessità di un emendamento di questo tipo. Tutti gli operatori sanitari stanno dando un contributo enorme, se però vengono mandati al fronte con quelle mascherine swifter che non servono a niente, bisogna stabilire chi ha certificato che quei dispositivi fossero ritenuti idonei. Qualcuno ne dovrà rispondere. Perché poi le persone muoiono”.


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mercoledì 22 aprile 2020

FIRMA IL MANIFESTO DEL PATTO PER LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE

Casi De Mauro E Giuliano / Dopo 50 Anni Carte Desecretate


Ci sono voluti quasi 50 anni per conoscere il contenuto di quattro bollenti informative firmate nel 1971 dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e dal commissario di polizia Boris Giuliano, trucidati poi dalla “mafia”.
In quei documenti erano rappresentate le convinzioni, di tutta evidenza suffragate anche da prove, che dietro ai grandi omicidi di mafia ci fossero ben altre menti e, soprattutto, ben altri mandanti. Rimasti per mezzo secolo a volto coperto.
Adesso la verità viene a galla tramite quei rapporti, che la Commissione Antimafia solo ora rende noti.
Sorge subito spontanea la domanda. Perché tanto stupore? Non era noto a tutti, se non da 50 almeno da 30 anni, che la mafia è sempre stata la manovalanza, il braccio armato di certo potere politico? Che omicidi e stragi dei quali in alcuni casi sono stati trovati solo gli esecutori materiali, siano state in realtà volute a ben altri, e alti, livelli?

Mauro De Mauro. Sopra, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
I rapporti, in particolare, riguardano gli omicidi del giornalista dell’Ora di Palermo Mauro De Mauro e del procuratore della repubblica Pietro Scaglione.
Il primo (che era a conoscenza di elementi strategici sull’assassinio del presidente dell’Eni Enrico Mattei) venne ucciso da Leoluca Bagarella il 21 luglio 1979; mentre il secondo da un commando di Cosa nostra il 3 settembre 1982, quando ricopriva la carica di prefetto a Palermo.

Nelle carte fanno capolino anche gli atti dinamitardi che si verificarono a Palermo nella notte del Capodanno 1971.
Ecco viene scritto in un dossier: “Fatti che non hanno precedenti nelle manifestazioni criminose dell’isola, perché paiono talmente aberranti da far ritenere che si agitino o si occultino a monte degli esecutori materiali grossissimi interessi ai quali non sarebbero estranei ambienti e personaggi legati al mondo politico ed economico-finanziario e che, in forma più o meno occultata, hanno fatto ricorso, dal dopoguerra in poi, a sodalizi di mafia per conseguire iniziali affermazioni nei più svariati settori, per garantire quanto via via acquisito, per speculare sugli ulteriori locupletamenti”.
Sorge spontaneo il gigantesco interrogativo: come mai la magistratura è stata solo (nel migliore dei casi) a guardare, ben conoscendo anch’essa quanto denunciato 50 anni fa da Dalla Chiesa e Giuliano?
Perché sono dovuti morire (fino ad oggi) invano due eroi come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone?
Perché un muro di gomma lungo mezzo secolo?

martedì 21 aprile 2020

Torre di controllo a Planet Lockdown: questo è solo un test


Accertato che il Covid-19 è un bastone fra le ruote dell’economia, una bomba ad orologeria ed una vera e propria arma di distruzione di massa (WMD), in tutto il mondo infuria un feroce dibattito sulla correttezza di una quarantena generalizzata imposta ad intere città, stati e nazioni.
Chi è contrario sostiene che il Planet Lockdown non solo non sta impedendo la diffusione del Covid-19, ma sta portando l’economia globale in uno stato criogenico, con esiti imprevisti e terribili. Di conseguenza, la quarantena dovrebbe applicarsi essenzialmente alla popolazione con il più alto rischio di mortalità: gli anziani.
Con il Planet Lockdown folgorato da rapporti strazianti provenienti dalla linea del fronte del Covid-19, non c’è dubbio che questa sia un’affermazione incendiaria.
Parallelamente, un’informazione totalmente controllata dai media mainstream fa capire che, se le percentuali di contagio non diminuiranno in modo significativo, il Planet Lockdown, un eufemismo per gli arresti domiciliari, rimarrà a tempo indefinito.
Michael Levitt, premio Nobel 2013 per la chimica e biofisico a Stanford, aveva colto nel segno quando aveva previsto che la Cina avrebbe superato il peggio del Covid-19 molto prima di quanto credesse la moltitudine degli esperti e che “quello di cui abbiamo bisogno è controllare il panico.”
Aggiungiamo a tutto questo alcuni fatti ed opinioni dissidenti, giusto per amore di discussione.
Il rapporto Covid-19 – Navigating the Uncharted [Covid-19 – Navigare in acque sconosciute] è stato scritto dal Dr. Anthony Fauci, il rappresentante della Casa Bianca per la lotta [al coronavirus], da H. Clifford Lane e dal direttore del CDC, Robert R. Redfield. Viene quindi dal cuore stesso della struttura sanitaria statunitense.
L’articolo afferma esplicitamente che “le conseguenze cliniche generali del Covid-19 potrebbero, in definitiva, essere più simili a quelle di una influenza stagionale grave (che ha un tasso di mortalità di circa lo 0,1%) o di un’influenza pandemica (simile a quelle del 1957 e del 1968) piuttosto che a quelle di una patologia simile alla SARS o alla MERS, che avevano avuto, rispettivamente, tassi di mortalità tra il 9 e il 10% e del 36%.
Il 19 marzo, quattro giorni prima che Downing Street ordinasse il blocco britannico, il Covid-19 era stato declassato dallo stato di “malattia infettiva ad alta mortalità.”
John Lee, professore di patologia da poco in pensione ed ex patologo consulente del sistema sanitario nazionale [statunitense], ha recentemente sostenuto che “i 18.944 morti di coronavirus in tutto il mondo rappresentano lo 0,14% del totale [degli infetti]. Queste cifre potrebbero aumentare, ma, in questo momento, sono inferiori rispetto ad altre malattie infettive con cui conviviamo (come l’influenza).”
Raccomanda che “un certo grado di distanziamento sociale dovrebbe essere mantenuto per un po’, specialmente per gli anziani e gli immunodepressi. Ma quando si introducono misure drastiche, queste dovrebbero essere basate su prove chiare. Nel caso del Covid-19, le prove non sono chiare.
Questo è essenzialmente lo stesso punto di vista sviluppato da un analista di informazioni militari russo.
Più di 22 scienziati, qui e qui, spiegano i loro dubbi sulla strategia occidentale.
Il dott. Sucharit Bhakdi, professore emerito di microbiologia medica presso l’Università Johannes Gutenberg di Magonza, ha scatenato numerose controversie con la sua lettera aperta alla cancelliera Merkel, sottolineando le “conseguenze assolutamente imprevedibili delle drastiche misure di contenimento che sono attualmente applicate soprattutto dall’Europa.
Persino il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha ammesso pubblicamente l’errore di mettere in quarantena le persone anziane e malate insieme ai giovani in buona salute.
La questione fondamentale è come mai l’Occidente sia stato colto completamente impreparato dalla diffusione del Covid-19, anche dopo che gli era stato dato un vantaggio di due mesi dalla Cina e dopo che aveva avuto il tempo di studiare le diverse strategie di successo applicate in tutta l’Asia.
Non ci sono segreti nel successo del modello sudcoreano.
La Corea del Sud produceva i kit di test già all’inizio di gennaio e, a marzo, testava 100.000 persone al giorno, dopo aver stabilito un rigoroso controllo su tutta la popolazione, nonostante le grida occidentali di “nessuna protezione della vita privata.” Questo accadeva prima che l’Occidente si mettesse in modalità Planet Lockdown.
La Corea del Sud si è concentrata su test precoci, frequenti e sicuri, insieme ad una rapida e completa tracciabilità dei contatti, isolamento e sorveglianza.
I portatori di Covid-19 vengono monitorati con l’ausilio delle telecamere di videosorveglianza, degli acquisti con le carte di credito, con il tracciamento degli smartphone. In più vengono inviati SMS collettivi quando viene rilevato un nuovo caso vicino a loro o al loro luogo di lavoro. Coloro che si auto isolano devono scaricare un’app per essere monitorati in continuazione; la non conformità comporta un’ammenda pari a 2,800 dollari.
Una demolizione controllata in atto
All’inizio di marzo, il Chinese Journal of Infectious Diseases, l’organo della Shanghai Medical Association, aveva pre-pubblicato un consenso di esperti sul trattamento completo del coronavirus a Shanghai. Le raccomandazioni terapeutiche includevano “alte dosi di vitamina C… iniettate per via endovenosa al dosaggio di 100-200 mg/kg al giorno. La somministrazione continua serve a migliorare significativamente la percentuale di saturazione dell’ossigeno.”
Questo è il motivo per cui, all’inizio di febbraio, 50 tonnellate di vitamina C erano state spedite nella provincia di Hubei. È un chiaro esempio di una semplice soluzione di “mitigazione,” in grado di ridurre al minimo la catastrofe economica.
Al contrario, sembra proprio che il brutale contrattacco della “guerra popolare” cinese contro il Covid-19 abbia colto Washington completamente di sorpresa. Sempre più informazioni sul web cinese fanno capire che Pechino ha già analizzato tutti gli indizi plausibili sull’origine del virus Sars-Cov-2, informazioni vitali che saranno sicuramente utilizzate come arma, in stile Sun Tzu, al momento opportuno.
Allo stato attuale delle cose, la sostenibilità del complesso progetto di integrazione eurasiatica non sembra sostanzialmente compromessa. Mentre l’UE dava a tutto il pianeta la prova evidente della sua incapacità ed impotenza, il partenariato strategico russo-cinese si rafforzava ogni giorno di più, investendo nel soft power e promuovendo un dialogo pan-Eurasiatico che comprende, soprattutto, assistenza medica.
Di fronte a questo processo, un importante diplomatico dell’UE, Joseph Borrell, sembra davvero impotente: “E’ in corso una battaglia globale di narrative, in cui il tempismo è un fattore cruciale. […] La Cina ha portato la percentuale delle nuove infezioni locali a cifra singola, ed ora sta inviando attrezzature e medici in Europa, come fanno anche altri. La Cina sta spingendo in modo aggressivo il messaggio che, a differenza degli Stati Uniti, è un partner responsabile ed affidabile. Nello scontro di narrative abbiamo anche assistito a tentativi di screditare l’UE (…). Dobbiamo essere consapevoli che esiste una componente geo-politica che include una lotta per l’influenza attraverso la manipolazione e la ‘politica della generosità.’ Armati di fatti, dobbiamo difendere l’Europa dai suoi detrattori.”
Questo ci porta in un territorio davvero esplosivo. Una critica alla strategia del Planet Lockdown solleva inevitabilmente una serie di ipotesi, che punterebbero verso una demolizione controllata dell’economia globale. Ad essere già pienamente operative sono le innumerevoli varianti della legge marziale, il bavaglio poliziesco sui social media in modalità Ministero della Verità e il ritorno di severi controlli alle frontiere.
Questi sono segni inequivocabili di un massiccio progetto di reingegnerizzazione sociale, completo di monitoraggio, controllo della popolazione e distanziamento sociale promossi come la nuova normalità.
Questo sarebbe portare al limite l’affermazione, pubblica, del Segretario di Stato Mike “mentiamo, imbrogliamo, rubiamo” Pompeo, secondo cui il Covid-19 sarebbe una vera  e propria esercitazione militare: “Questa faccenda sta andando avanti, ci stiamo esercitando per risolverla nel migliore dei modi. ”
Tutti osannano BlackRock
Quindi, mentre affrontiamo una nuova Grande Depressione, i passi che ci portano verso un Brave New World sono già riconoscibili. Si va ben oltre una semplice Bretton Woods 2.0, ce lo fa capire il modo con cui Pam e Russ Martens hanno superbamente smontato il recente stimolo da 2 trilioni di dollari all’economia degli Stati Uniti approvato da Capitol Hill.
Fondamentalmente, la Fed “userà la propria leva per portare il fondo nero di salvataggio di 454 milioni di dollari a 4,5 trilioni.” E non sono ammesse domande su chi otterrà i soldi, perché il disegno di legge annulla semplicemente il Freedom of Information Act (FOIA) per la Fed.
L’appaltatore privato privilegiato per il fondo nero non è altro che BlackRock. Ecco la versione corta dell’intero, sorprendente schema, magistralmente dettagliata qui.
Wall Street ha trasformato la Fed in un hedge fund. La Fed sarà proprietaria di almeno i due terzi di tutti i buoni del tesoro statunitensi che arriveranno sul mercato prima della fine dell’anno.
Il Tesoro degli Stati Uniti acquisterà tutti i titoli e i prestiti esistenti, mentre la Fed farà da banchiere, finanziando l’intero sistema.
Quindi, in sostanza, si tratta di una fusione Fed/Tesoro. Un colosso che distribuirà enormi quantitativi di helicopter money, con BlackRock indiscusso vincitore.
BlackRock è da tutti conosciuto come il più grande agente finanziario del pianeta. I suoi tentacoli sono ovunque. Possiede il 5% di Apple, il 5% di Exxon Mobil, il 6% di Google, è il secondo maggiore azionista di AT&T (Turner, HBO, CNN, Warner Brothers), questi sono solo alcuni esempi.
Comprerà tutti questi titoli e gestirà quei dubbi veicoli a scopo speciale (SPV) per conto del Tesoro.
BlackRock non è solo il principale investitore in Goldman Sachs. Meglio ancora: Blackrock è più grande di Goldman Sachs, JP Morgan e Deutsche Bank messi insieme. BlackRock è un importante sponsor di Trump. Ora, per tutti gli scopi pratici, sarà il sistema operativo, Chrome, Firefox, Safari, della Fed/Tesoro.
Questo è la fusione finale tra Fed e Wall Street, senza alcuna prova che possa portare ad un miglioramento delle condizioni di vita dell’Americano medio.
I media mainstream occidentali, in massa, hanno praticamente ignorato la miriade di devastanti conseguenze economiche del Planet Lockdown. La copertura mediatica menziona a malapena il sorprendente disastro economico umano già in atto, specialmente per quelle masse che, finora, sono a malapena sopravvissute nell’economia sommersa.
A tutti gli effetti pratici, la Guerra Globale al Terrorismo (GWOT) è stata sostituita dalla Guerra Globale al Virus (GWOV).
Ma quella che non viene seriamente analizzata è la Tempesta Tossica Perfetta: un’economia completamente distrutta; la madre di tutti i crolli finanziari, a malapena mascherata dai trilioni di dollari dell’helicopter money della Fed e della BCE; le decine di milioni di disoccupati generati dalla Nuova Grande Depressione; i milioni di piccole imprese che semplicemente spariranno; una globale e diffusa crisi di salute mentale. Per non parlare delle masse di anziani, in particolare negli Stati Uniti, che riceveranno la comunicazione non scritta di morte imminente.
Al di là di ogni retorica sul “disaccoppiamento,” l’economia globale è già, di fatto, spaccata in due. Da un lato, abbiamo l’Eurasia, l’Africa e alcune aree dell’America Latina, quelle che la Cina meticolosamente collegherà e ricollegherà tramite le Nuove Vie della Seta. Dall’altro, abbiamo il Nord America e una selezione di vassalli occidentali. Una perplessa Europa si trova nel mezzo.
Un’economia globale artificialmente congelata facilita sicuramente un riavvio. Il trumpismo è il nuovo eccezionalismo e questo implica un MAGA isolazionista alla massima potenza. Al contrario, la Cina farà scrupolosamente ripartire la sua base di mercato lungo le Nuove Vie della Seta, Africa e America Latina comprese, per sostituire quel 20% di scambi/esportazioni persi con gli Stati Uniti.
I magri assegni da 1.200 dollati promessi agli Americani sono, di fatto, precursori del tanto acclamato Universal Basic Income (UBI). Potranno diventare permanenti, visto che decine di milioni di persone si troveranno disoccupate in permanenza. Ciò faciliterà la transizione verso un’economia totalmente automatizzata, attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, gestita dall’intelligenza artificiale, di qui l’importanza del 5G.
Ed è qui che entra in gioco ID2020.
IA e ID2020
La Commissione Europea è coinvolta in un progetto cruciale ma praticamente sconosciuto, il CREMA (Cloud Based Rapid Elastic Manufacturing) che mira a facilitare la più ampia implementazione possibile dell’IA in concomitanza con l’avvento di un sistema mondiale senza contanti.
La fine del denaro contante implica necessariamente un unico governo mondiale in grado di erogare (e controllare) l’UBI; di fatto la traduzione in realtà degli studi di Foucault sulla biopolitica. Chiunque può essere cancellato dal sistema se un algoritmo identifica questo individuo come dissidente.
Diventa ancora più sexy quando il controllo sociale assoluto viene mascherato da innocuo vaccino.
ID2020 si auto-definisce una benigna alleanza di “partner pubblici e privati.” In sostanza, si tratta di una piattaforma di identificazione elettronica basata sulla vaccinazione di massa. E inizia dalla nascita; ai neonati verrà fornita una “identità digitale portatile e persistente collegata ai dati biometrici.
GAVI, la Global Alliance for Vaccines and Immunization, si impegna a “proteggere la salute delle persone” e a fornire “immunità per tutti.” I migliori partner e sponsor, oltre all’OMS, comprendono, prevedibilmente, Big Pharma.
Al vertice ID2020 Alliance dello scorso settembre a New York era stato deciso che il programma “Rising to the Good ID Challenge” [raccogliere la sfida per un buon sistema di identificazione personale] sarebbe stato lanciato nel 2020. Questo era stato anche confermato al World Economic Forum (WEF) a Davos, lo scorso gennaio. L’identità digitale sarà messa alla prova dal governo del Bangladesh.
Questo comporta una domanda importante: ID2020 è stato programmato per coincidere con quello che uno sponsor cruciale come l’OMS ha qualificato come pandemia? O una pandemia era assolutamente necessaria per giustificare il lancio di ID2020?
Mentre vanno avanti queste grandi prove generali, nulla, ovviamente, batte Event 201, che aveva avuto luogo meno di un mese dopo ID2020.
Il Johns Hopkins Center for Health Security in collaborazione con, ancora una volta, il WEF, così come la Bill and Melinda Gates Foundation, ha descritto Event 201 come “un esercizio di pandemia di alto livello.” La simulazione “ha messo in evidenza le aree in cui sarà necessario un partenariato pubblico/privato durante la risposta ad una grave pandemia, al fine di ridurre le conseguenze economiche e sociali su larga scala.”
Con il Covid-19 considerato a tutti gli effetti una pandemia, la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health è stata costretta a rilasciare una dichiarazione, dicendo in pratica che avevano semplicemente “modellato una pandemia immaginaria di coronavirus, puntualizzando esplicitamente che non si trattava di una una previsione.”
Non c’è dubbio, “una grave pandemia che si trasformi in ‘Event 201’ richiederebbe una cooperazione affidabile tra diversi settori, governi nazionali ed importanti istituzioni internazionali,” come affermano gli sponsor. Il Covid-19 sta suscitando esattamente questo tipo di “cooperazione.” Che poi sia anche “affidabile” potremmo discuterne all’infinito.
Il fatto è che, in tutto il Planet Lockdown, una fetta sempre più consistente dell’opinione pubblica tende a considerare l’attuale stato di cose come una psyop mondiale: un deliberato crollo globale, la Nuova Grande Depressione, imposta di proposito ad ignari cittadini.
I poteri forti, prendendo spunto dal comprovato e pluridecennale copione della CIA, gridano ovviamente alla “teoria della cospirazione.” Tuttavia, quello che vaste aree dell’opinione pubblica globale vedono è un (pericoloso) virus utilizzato come copertura per l’avvento di un nuovo sistema finanziario digitale, comprensivo di vaccino obbligatorio fornito di nanochip, in grado di creare un’identità digitale completa ed individuale.
Lo scenario più plausibile per il nostro prossimo futuro si presenta come gruppi di città intelligenti collegate tra loro dall’intelligenza artificiale, con le persone monitorate a tempo pieno e debitamente microcippate, che utilizzano per le loro necessità una moneta digitale unificata, sul modello (a grande scala) del panottico di Bentham e di Foucault.
Quindi, se questo è davvero il nostro futuro, l’attuale sistema mondiale deve sparire. Questo è un test, questo è solo un test.
Pepe Escobar
Fonte: www.strategic-culture.org
02.04.2020