domenica 15 agosto 2010

"Opus Dei? Una setta fondamentalista e estremamente potente"

 
 

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tramite REBUS (tv) il Blog di Maurizio Decollanz di REBUS+NAUTILUS il 06/07/10


Riprendiamo e pubblichiamo un intervento del Direttore dell'Agenzia di investigazione "La Segretissima", pubblicato sul blog omonimo:

Che cos'è l'Opus Dei? La risposta, potrebbe essere questa: è una prelatura personale, un'istituzione che opera in seno alla Chiesa Cattolica. Quella più approfondita, invece, è che l'Opus Dei può essere considerata una setta fondamentalista estremamente potente e ramificata, una sorta di massoneria cattolica che si trincera spesso dietro la segretezza. E non solo nel campo della fede.
Opus Dei ossia "Opera di Dio" fu fondata nel 1928 da Josemaría Escrivá (1902-1975), sacerdote spagnolo canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2002. A seguito del Concilio Vaticano II l'istituto della prelatura personale entrò nell'ordinamento canonico e tale status è stato acquisito dall'Opus Dei nel 1982. Oggi l'Opus Dei è l'unica prelatura personale della Chiesa cattolica. Secondo le parole del suo fondatore, la sua principale finalità è diffondere ovunque una "viva consapevolezza della chiamata universale alla santità e all'apostolato nella vita quotidiana, in particolar modo nell'esercizio del lavoro professionale e su una pratica di vita ispirata da un costante spirito di mortificazione". Si contano circa 85.000 fedeli, uomini e donne, che fanno parte dell'Opus Dei, per quanto riguarda i fini specifici della Prelatura sono guidati da un prelato eletto da un Congresso generale elettivo e successivamente confermato dal Papa (dal 1994 è monsignore Javier Echevarría, succeduto a mons. Álvaro del Portillo, morto in quell'anno, e primo successore del fondatore). Secondo il Codice di Diritto Canonico del 1983, le Prelature personali sono composte da presbiteri, diaconi e da laici.
Nonostante la pubblicità negativa durante il furoreggiare del Codice da Vinci, ad oggi in Italia dell'Opus Dei si è parlato e discusso molto poco, e le rare volte che l'argomento si è affacciato sulle pagine della stampa, si è preferito più che altro limitarsi agli aspetti più superficialmente sensazionalistici: il cilicio (da indossare almeno due ore al giorno), la disciplina (la frusta con cui i membri dell'Opera sono tenuti a flagellarsi settimanalmente) e, al limite, le ''tute antimasturbazione''. Eppure, terminando la lettura di Opus Dei segreta, l'impressione è che tali pratiche siano di gran lunga la cosa meno inquietante.
''Il male viene dall'interno della Chiesa e dai suoi vertici. Nella Chiesa c'è una autentica putredine e a volte sembra che il corpo mistico di Cristo sia un cadavere in maleodorante decomposizione''Escrivá de Balaguer, 1972.
La sua figura è al centro di un culto della personalità dagli aspetti sconcertanti e vagamente sacrileghi. Dennis Dubro, un ex numerario americano, racconta di un suo direttore spirituale che collezionava episodi e leggende sulla vita del fondatore dell'Opera''Mi disse che uno dei più anziani collaboratori di Escrivá... gli aveva confidato questa storia: Escrivá, morto ufficialmente il 26 giugno 1975, era in realtà morto una prima volta il 27 aprile 1954, durante un incidente seguito da coma diabetico; ma che era miracolosamente risorto per completare la fondazione dell'Opus Dei. Questo direttore affermava di aver toccato il corpo risorto di Escrivá''.
Padre Vladimir Feltzmann ha conosciuto bene Escrivá, avendo fatto parte per anni della ristretta cerchia dei suoi collaboratori, prima di uscire dall'Opus Dei nel 1982 con queste parole: ''Per quanto nobili e magnanime fossero in origine le idee del fondatore, con il passare del tempo l'Organizzazione venne talmente forgiata dal terrore (...) che non posso continuare a contribuire a essa reclutando nuovi membri''. I ricordi di padre Feltzmann contribuiscono a dare di Escrivá un'immagine sfaccettata, ben diversa dall'agiografia para-stalinista:
''Aveva un temperamento brioso, vivace, cosa che ufficialmente veniva negata. Quando era depresso, ufficialmente si diceva che era stanco. C'erano due personaggi, quello ufficiale e quello vero. Il personaggio autentico era un uomo che ti diceva: 'Ti prego, aiutami. Sono depresso. Tienimi la mano, tienimi sveglio, non vorrei addormentarmi'. Era molto caldo, molto schietto.
Il centro nevralgico dell'Opus Dei a livello mondiale, il cuore del sistema, è a Roma, in Viale Buozzi 73, quartiere Parioli. Non ci sono targhe o cartelli di identificazione, solo una scritta: ''cappella prelatizia''. Nei sotterranei del complesso, in una cripta, trova il sepolcro del fondatore. Le spoglie mortali di Josemaría Escrivá riposano in una teca gigantesca di metallo dorato. Naturalmente esiste la possibilità che non si tratti di oro vero. In quel luogo, secondo Pinotti, spesso i potenti manager dell'Opera assistono alla messa. In genere ''si tratta di giovani uomini vestiti con eleganza, attraenti. L'Opus Dei ritiene infatti che un aspetto gradevole sia di forte aiuto nell'apostolato. Niente gente brutta, malmessa, sofferente: facce abbronzate, denti perfetti, capelli curati''.
Non dunque il decoro semplice della sobrietà ma un'estetica edonazi da manager di Publitalia. Smalto trasparente sulle unghie, non un filo di barba, eleganza nel vestire...Ripenso a una frase di Vittorio Messori che lessi anni fa, credo sul Corriere: ''Se Cristo venisse oggi nel mondo, vestirebbe Armani''. Certo, e mica si sporcherebbe le mani con i pezzenti di tutto il mondo, scherziamo?

Gli operai di Dio
Numerari: membri celibi dell'Opus Dei. Studiano e lavorano ''nel mondo'', ma vivono nei centri e nelle case della Prelatura. Nel momento in cui vengono ammessi nell'Opera, fanno testamento in suo favore (beni mobili e immobili) e triplice voto di castità, povertà e obbedienza. Sono inoltre tenuti a versare tutto ciò che guadagnano all'Opus Dei. A causa di questa prassi, se a un certo punto un numerario volesse abbandonare l'opera, magari dopo dieci o vent'anni, si troverebbe senza alcun sostegno economico: l'Opus Dei non prevede alcuna liquidazione o pensione per i lavori svolti dai suoi membri, né la giurisprudenza ha ancora colmato questa voragine normativa.

Emanuela Provera, ex numeraria: ''Ci sono delle numerarie che lasciano l'Opus dei e non sanno dove andare; non hanno una casa, non hanno una famiglia, non hanno soldi. Per quello rimangono lì!''.

Soprannumerari: membri sposati dell'Opus Dei. Devono versare nelle casse dell'Opus Dei una parte dei propri redditi proporzionata al guadagno. Sono tenuti a rispondere settimanalmente delle loro scelte con un direttore spirituale dell'Opera e a interpellarlo anche nel caso delle scelte professionali. Pinotti: ''Questo aspetto pone dei problemi seri, relativamente alla penetrazione dell'Opus Dei nei gangli più delicati della società – finanza, magistratura, mass media, ricerca scientifica, insegnamento, sanità – perché l'adesione dei membri dell'Opus Dei ai 'diktat' comportamentali che vengono dall'Opera stessa sono totalmente interiorizzati''.

''Prima di essere ammessi all'istituto [una scuola superiore dell'Opera], era necessario un colloquio per stabilire le attitudini e le propensioni alla scelta del liceo. Amina Sostenne l''esame' con una numeraria dell'Opus Dei, Paola Binetti, una psichiatra che in seguito sarebbe divenuta famosa come presidente del Comitato Scientifico Scienza e Vita, poi eletta deputato nelle liste della Margherita alle elezioni politiche dell'aprile 2006''.

''Trattare'': il termine con cui i numerari indicano il lavorio di persuasione per convincere una persona ad avvicinarsi all'Opus Dei.

I confini tra una legittima opera di apostolato e la manipolazione psicologica sono incerti e non facilmente distinguibili; comunque sia, molto spesso il trattamento riguarda ragazzini e ragazzine di tredici, quattordici anni: persone cioè molto più indifese e malleabili degli adulti.

In molti casi, dunque, la decisione di entrare a far parte dell'Opera si forma nel soggetto ''trattato'' a quella età, dopodiché i sensi di colpa massicciamente inoculati (''Se ti tiri indietro, volti le spalle a Dio'') interverranno quasi automaticamente a cauterizzare ogni ripensamento.

La richiesta di ammissione può essere inoltrata già dai quattordici anni e mezzo, anche se per statuto non può essere formalizzata prima dei diciassette. Secondo diverse testimonianze, anche se non si è ancora membri dell'Opera, con l'inoltro della domanda l'adolescente si sente numerario e viene trattato come se già lo fosse. Ma è pensabile che un quattordicenne possa decidere in piena consapevolezza di scegliere – il più delle volte irrevocabilmente – una vita di castità, povertà, obbedienza e mortificazioni corporali (di cui viene informato solo quando ormai la sua adesione è sicura)?

Giornata tipo di una studentessa numeraria: sveglia alle sei, bacio del pavimento, preghiera, pulizie, orazione, messa, studio, due ore di cilicio, apostolato, reclutamento di possibili nuove numerarie, orazione, lettura di un libro di spiritualità, esame di coscienza.

La cravatta all'Opera
Purtroppo anche quanto potrebbe sembrare esagerato è verissimo: conosco una persona altolocata, giovane e bella che non ha mai potuto partecipare agli incontri dell'Opus Dei solo perchè non vuole usare la cravatta.
Quanto al flagello: pensate che i cultori del SM lo facciano per ascesi?
Il confessore, dopo avermelo consigliato ha dovuto proibirmelo perchè il giorno della flagellazione era sempre anche il giorno di una piacevolissima polluzione.....

Le tattiche di reclutamento dell'Opus Dei
L'Opus Dei ha creato in tutto il mondo, nei campus universitari e nelle città limitrofe, residence che fungono da centri di reclutamento. I metodi usati da alcuni sacerdoti ricordano le tattiche della Chiesa dell'Unificazione e degli adepti di Scientology. I loro obiettivi prediletti sono i giovani adolescenti che si allontanano dalla famiglia per la prima volta. Gli ex membri disillusi e i genitori amareggiati per aver "perso" i figli parlano di "controllo della mente", espressione che richiama le opere di Escriva.

L'Opera
L'Opera è un CONTROPOTERE all'interno della Chiesa. Escrivà scrisse cose di fuoco durante il Concilio Vaticano II. Ho visto il loro elenco di testi proibiti, ve ne sono alcuni anche di Ratzinger!
Insomma sono una ''setta'' molto potente. Esercitano sui numerari delle pressioni psicologiche che travalicano di parecchio la catechesi; devono comunicare ai superiori non solo atti sessuali masturbatori ma uscite al cinema, tutte le azioni della giornata, letture fatte, insomma c'è un controllo mentale totale. I fuoriusciti sono spesso persone con problemi psicopatologici gravi. Fanno un grande e diffuso uso di psicofarmaci (molti medici neurologi sono 'numerari').

fonte: LINK
Emanuela Provera, per Chiarelettere, "Dentro l'Opus Dei": LINK 
sito web ufficiale dell'Opus Dei: LINK

 
 

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