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venerdì 20 ottobre 2017

Emanuela Orlandi: Istituzione di una Commissione parlamentare dinchiesta

Per la vicenda di Emanuela Orlandi il Senatore Maurizio Santangelo (M5S) presenta il testo del Disegno di legge.
Una Commissione parlamentare d’inchiesta su Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana scomparsa 34 anni fa, per «verificare se la verità su questa sparizione non sia stata deliberatamente celata, al fine di proteggere personalità di vario livello e ambito». A chiederla è stato il Movimento Cinque Stelle con disegno di legge a prima firma di Maurizio Santangelo, che ha presentato la proposta a palazzo Madama, con il sostegno della famiglia Orlandi nel pomeriggio del 17 ottobre. Presenti alla conferenza stampa, Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella Gregori, e come conferenzieri i legali degli Orlandi Annamaria Bernardini de PaceLaura Sgrò, la conduttrice del programma “Chi l’ha visto?” Federica Sciarelli e Pietro Orlandi.
commissione
Nel documento si legge che  “il caso Orlandi deve essere oggetto di indagine di una Commissione parlamentare per verificare se la verità su questa sparizione non sia stata deliberatamente celata, al fine di proteggere personalità di vario livello e ambito. E’ necessario che quest’organo individui le responsabilità di chi doveva o poteva pervenire almeno ad una verità processuale. La stessa si ritiene necessaria per comprendere dove il sistema fallisce, dove si blocca l’ingranaggio e capirlo appare fondamentale, non solo per Emanuela Orlandi, ma per tutti gli scomparsi che lo Stato ha il dovere di rintracciare”.
La Commissione bicamerale concluderà i lavori entro nove mesi dalla sua composizione (venti senatori e venti deputati) e potrà chiedere, tra l’altro, al Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, di promuovere opportune iniziative diplomatiche presso gli organi competenti dello Stato della Città del Vaticano, al fine di acquisire informazioni, documenti e testimonianze, incluse le modalità dell’attività investigativa delle autorità italiane e vaticane.
Nel frattempo l’avvocato Annamaria Bernardini De Pace chiederà alla famiglia di Emanuela Orlandi di presentare una denuncia di scomparsa presso la gendarmeria dello Stato Vaticano in quanto Emanuela rimane una cittadina vaticana ancora iscritta al registro dell’anagrafe. “Il Vaticano vorrà rispondere? Ci sarà una risposta da parte di uno Stato estero che finora si è trincerato?”. Ad oggi, continua l’avvocato, «ci è stato risposto non in maniera ufficiale, ma da un convegno, che “il caso è chiuso‘”.
Visualizza e scarica il DISEGNO DI LEGGE
emanuelaorlandi.altervista.org

giovedì 19 ottobre 2017

PROGETTO GIUSTIZIA E MEMORIA - LA VOCE DELLE VOCI - DONA E DIFFONDI!




Ilaria Alpi, Marco Pantani, David Rossi, la strage di Ustica, quella del Moby Prince, la scia di morti per sangue infetto…
Abissi di verità negate, la dannazione degli insabbiamenti lungo l'arco dei ventenni, la disperazione dei familiari ed un Paese che, nonostante tutto, attende ancora

Giustizia
oltre ogni cortina di nebbia giudiziaria o istituzionale
E Memoria
perché non siano dimenticati uomini e donne di questo Paese
che hanno sacrificato la propria vita in nome della verità.


Il progetto di Crowdfunding Giustizia e Memoria  promosso dalla onlus Voce delle Voci che da oltre 30 anni edita l'omonimo mensile d'inchiesta, nasce per dar voce a quelle storie che non hanno mai ricevuto giustizia da alcun tribunale italiano e che rischiano di finire nel buio dell'oblio, dimenticate dai media, sepolte tra gli oscuri faldoni degli archivi giudiziari.

NOI NON VOGLIAMO CHE VENGANO UCCISI DUE VOLTE, TRE VOLTE, DIECI VOLTE
FINENDO NELL'OBLIO DEI SENZA GIUSTIZIA!

Sostenere con una donazione il Progetto Giustizia e Memoria significa non arrendersi, continuare a lottare perché in Italia trovino spazio verità e giustizia attraverso l'esercizio della memoria e del rispetto. 
La Voce delle Voci aprirà una sezione d'inchiesta dedicata a fare luce su queste ed altre oscure vicende della storia italiana, mantenendo viva la sete di verità e la possibilità di arrivarci.
Lanciato sulla piattaforma MERIDONARE, il progetto aspetta ora le vostre donazioni.


Se vuoi portare avanti la battaglia per ottenere verità, giustizia e memoria

unisciti a noi diffondendo e sostenendo il Progetto Giustizia e Memoria


DONA ORA!  


sabato 14 ottobre 2017

Snowden Full Movie | HD | English | 2016



This movie is only for support Snowden.

Snowden is a 2016 American-German biographical political thriller film directed by Oliver Stone and written by Stone and Kieran Fitzgerald, based on the books The Snowden Files by Luke Harding and Time of the Octopus by Anatoly Kucherena. The cast includes Joseph Gordon-Levitt as the title character, Edward Snowden, with Shailene Woodley, Melissa Leo, Zachary Quinto, Tom Wilkinson, Scott Eastwood, Logan Marshall-Green, Timothy Olyphant, Ben Schnetzer, LaKeith Lee Stanfield, Rhys Ifans and Nicolas Cage also starring. Filming began on February 16, 2015 in Munich, Germany.

Snowden screened at Comic-Con on July 21, 2016, before premiering at the 2016 Toronto International Film Festival on September 9, 2016. The film was theatrically released in the United States on September 16, 2016, by Open Road Films and on September 22 in Germany. It received mixed reviews and was a box office disappointment, grossing $37.3 million worldwide against its $40 million budget.

GUYS, IF YOU LOVE SNOWDEN PLEASE... LIKE, COMMENT, SHARE & SUBSCRIBE

Sean Emi Production
www.youtube.com

sabato 7 ottobre 2017

venerdì 6 ottobre 2017

Fittipaldi: “Ho trovato un documento uscito dal Vaticano”

Dossier Vaticano Emanuela Orlandi

Nuovo articolo pubblicato nel Blog di Emanuela Orlandi, buona lettura.

Fittipaldi: "Ho trovato un documento uscito dal Vaticano"
Documento di cinque fogli: Resoconto sommario delle spese sostenute dallo Stato Città del Vaticano per le attività relative alla cittadina Emanuela Orlandi (Roma 14 gennaio 1968)
Alle 02,06 del 18 settembre 2017 sulla bacheca del giornalista Emiliano FITTIPALDI compare il seguente post:
 Ho trovato un documento uscito dal Vaticano. Ci ho lavorato mesi, e ho pubblicato un libro, "Gli impostori", che uscirà tra qualche giorno.
Il documento choc è un riassunto di tutte le note spese per un presunto "allontanamento domiciliare" di Emanuela Orlandi. La ragazzina che viveva nella Santa Sede scomparsa nel 1983. Leggendo il resoconto e seguendo le tracce delle uscite della nota, che l'estensore attribuisce al cardinale Lorenzo Antonetti, sembra che il Vaticano abbia trovato la piccola rapita chissà da chi, e che abbia deciso di «trasferila» in Inghilterra, a Londra. In ostelli femminili. Per 14 anni le avrebbe pagato «rette, vitto e alloggio», «spese mediche», «spostamenti». Almeno fino al 1997, quando l'ultima voce parla di un ultimo trasferimento in Vaticano e «il disbrigo delle pratiche finali».
Delle due l'una: o il documento è vero, e apre squarci clamorosi e impensabili sulla storia della Orlandi. O è un falso, un apocrifo che segna una nuova violenta guerra di potere tra le sacre mura. Ma chi può aver costruito un simile resoconto? La mia inchiesta, anticipata da 
Repubblica e L'Espresso.
Il giornalista, sulle pagine dei quotidiani, continua:
Il documento, che esce certamente dal Vaticano, anche se non protocollato e privo di firma del suo estensore, pare verosimile. Ma quasi incredibile nel suo contenuto. Dunque, delle due l'una: o è vero, e allora apre per la prima volta squarci impensabili e clamorosi su una delle vicende più oscure della Santa Sede. O è un falso, un documento apocrifo, che mischia con grande abilità tra loro elementi veritieri che inducono il lettore ad arrivare a conclusioni errate.
In entrambi i casi, il pezzo di carta che ho in mano è inquietante. Perché, fosse un documento non genuino, significherebbe che gira da almeno tre anni un dossier devastante fabbricato ad arte per aprire una nuova stagione di ricatti e di veleni in Vaticano. Chi e quando avrebbe costruito un simile documento, che come vedremo contiene dettagli, indirizzi, nomi e circostanze molto particolari che solo un soggetto "interno" alla Città Santa poteva conoscere così bene? Se non è davvero stato scritto dal cardinale Antonetti, chi l'ha redatto con tale maestria, e chi l'ha poi messo, anni fa, nella cassaforte della Prefettura?
Difficile rispondere ora a queste domande. Ma è chiaro che, se il documento fosse falso, la Gendarmeria guidata da Domenico Giani avrà parecchio da lavorare. Il report fasullo potrebbe essere rimasto nascosto per anni in qualche cassetto, mai usato (almeno fino ad ora) e infine dimenticato. O potrebbe essere stato costruito ad hoc più di recente, dopo il furto del marzo del 2014, e restituito dai ladri insieme ad altri documenti certamente veritieri. Ma se è così, perché monsignor Abbondi non ha detto davanti ai magistrati di papa Francesco che lo interrogavano sul contenuto del plico anonimo con i documenti rubati che era tornato, tra gli altri, anche un dossier sulla Orlandi che non aveva mai visto, e quindi forse fasullo? Perché ha parlato genericamente di carte "sgradevoli"?
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È pure evidente, però, che il report non spiega chiaramente cosa sia accaduto alla ragazzina che amava le canzoni di Gino Paoli, né accusa con nome e cognome qualcuno di responsabilità specifiche sul rapimento e sulla fine di Emanuela. Per quanto incredibile, cerco di costringermi a pensare che il documento possa essere anche una lettera autentica. Il report di un burocrate, il cardinale Antonetti appunto, che rendiconta minuziosamente ai due destinatari tutte le spese sostenute per "l'allontanamento domiciliare" della Orlandi, spese divise per quattro archi temporali definiti. Una pratica obbligatoria nei servizi segreti di ogni Stato del pianeta: alla fine di un'operazione, anche quelle in cui vengono usati fondi neri, i responsabili devono presentare il consuntivo di ogni spesa effettuata ai superiori.
La missiva è "presentata in triplice copia", come si usa fare da sempre in Vaticano anche per i documenti riservati (uno va ai destinatari dei vari dicasteri coinvolti, un altro resta nell'archivio dell'Apsa). Stavolta una copia è finita anche negli archivi della Prefettura degli affari economici, cioè il ministero della Santa Sede che aveva il compito di supervisionare le uscite dei vari enti vaticani. Non è una stranezza: nell'enorme armadio blindato che i ladri hanno aperto nel marzo del 2014 ci sono migliaia di documenti provenienti anche da altri enti vaticani. Tra cui, per esempio, le lettere di Michele Sindona spedite non in Prefettura, ma ai cardinali presidenti di pontifice commissioni.
Fosse veritiero, dunque, il rendiconto datato marzo 1998, pur in assenza delle 197 pagine di fatture, darebbe indicazioni e notizie sbalorditive che potrebbero aiutare a dipanare la matassa di un mistero irrisolto dal 1983. Perché dimostrerebbe, in primis, l'esistenza di un dossier sulla Orlandi mandato alla segreteria di Stato, mai consegnato né discusso con le autorità italiane che hanno investigato per decenni senza successo sulla scomparsa della ragazzina. Perché evidenzierebbe come la chiesa di Giovanni Paolo II abbia fatto investimenti economici importanti su un'attività investigativa propria, sia in Italia sia all'estero, i cui risultati sono a oggi del tutto sconosciuti. Perché il dossier citerebbe un fantomatico "Commando1" guidato direttamente da Agostino Casaroli, potente segretario di Stato della Santa Sede, forse un gruppo di persone composto da pezzi dei servizi segreti vaticani (il corpo della Gendarmeria ha funzioni di ordine pubblico e di polizia giudiziaria, ma svolge anche lavoro di intelligence per la sicurezza dello stato) che ha preso parte alle attività successive alla scomparsa della ragazza.
Ma, soprattutto, il resoconto diventa clamoroso quando mostra come tra il 1983 e la fine del 1984 il Vaticano, dopo indagini autonome, avrebbe investe in un primo "spostamento" la bellezza di 4 milioni di lire.
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Video "askanews" del 18 set 2017
Il dossier sintetizza gli esborsi sostenuti dal Vaticano dal 1983 al 1997. La somma totale investita nella vicenda Orlandi è ingente: oltre 483 milioni, quasi mezzo miliardo di lire.
L'elenco riempie pagina due, tre, quattro e, in parte, cinque del rendiconto. La prima voce riguarda il pagamento di una "fonte investigativa presso Atelier di moda Sorelle Fontana". La Orlandi, nell'ultima telefonata alla famiglia prima della sparizione, aveva in effetti detto che qualcuno le aveva proposto di pubblicizzare i prodotti di una marca di cosmetici, la Avon, durante una sfilata delle stiliste Fontana. Per la fonte, la Santa Sede aveva sborsato 450.000 lire. C'era un'altra spesa per la "preparazione all'attività investigativa estera" costata altre 450.000 lire, uno "spostamento" da ben 4 milioni di lire e, soprattutto, le "rette vitto e alloggio 176 Chapman Road Londra".
Chi ha scritto il documento, come vedremo, aveva digitato male l'indirizzo: a quello giusto c'è la sede londinese dei padri scalabriniani, la congregazione dei missionari di San Carlo fondata nel 1887 da Giovanni Battista Scalabrini. Dagli anni sessanta gestiscono un ostello della gioventù destinato esclusivamente a ragazze e studentesse. Nel periodo 1983-1985, per le rette, erano stati versati 8 milioni di lire. Il prezzo giusto, mi dico, per ospitare una persona in quell'arco temporale (per dare un ordine di misura, nel 1983, secondo i dati storici della Banca d'Italia, lo stipendio medio di operai e impiegati era di circa 500.000, 600.000 lire nette al mese).
La prima pagina si chiude con i costi per l'"indagine formale in collaborazione con Roma" (23 milioni) e con la misteriosa "attività di indagine riservata extra 'Commando 1', direzione diretta Cardinale Casaroli", per una cifra di 50 milioni di lire. Agostino Casaroli era il segretario di Stato che nella vicenda Orlandi ha avuto un ruolo importante, soprattutto all'inizio.
La nota, nella seconda e nella terza pagina, racconta i costi sostenuti per l'"allontanamento domiciliare" di Emanuela nel periodo "febbraio 1985-febbraio 1988". Si elencano dispendiosi viaggi a Londra di esponenti vaticani di altissimo livello, soldi investiti per la "attività investigativa relativa al depistaggio", spese mediche in ospedali e fatture per specialisti in "ginecologia". Si parla di "un secondo" e di "un terzo trasferimento", di decine di milioni di lire per "rette omnicomprensive" di vitto e alloggio.
Gli anni scorrono. Arrivo all'ultima pagina. Il documento segnala che il resoconto dei costi per le attività relative alla cittadina Orlandi e al suo "allontanamento domiciliare" si riferisce stavolta al periodo "aprile 1993-luglio 1997". Le voci del quadriennio sono solo tre: oltre alle solite rette (con "il dettaglio mensile e annuale in allegato 22") e ad altre "spese sanitarie forfettarie", figura il capitolato finale. Mi si gela il sangue: "Attività generale e trasferimento presso Stato Città del Vaticano, con relativo disbrigo pratiche finali: L. 21.000.000".
La lista finisce qui, ma in fondo alla quinta pagina il mittente aggiunge una postilla. "Il presente documento è presentato in triplice copia, per dovuta conoscenza ad entrambi i destinatari, si rimanda a documentazione allegata sulle modalità di redazione. Non si espleta funzione di protocollazione come da richiesta. APSA è sollevata dalla custodia della documentazione allegata presentata in originale. In fede, Lorenzo Cardinale Antonetti. Stato Città del Vaticano, A.D. 1998, mese di marzo giorno 28."
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giovedì 21 settembre 2017

Francesca Immacolata Chaouqui: c’è il file Emanuela Orlandi

Non volendo, ho letto molte cose: C'è il file di Emanuela Orlandi e capisco il finale di una storia che deve rimanere sepolta, parlo solo di ciò che è di mia competenza anche perché non ero tenuta a vedere quei documenti sul caso Orlandi

Libro Francesca Immacolata Chaouqui

Francesca Immacolata Chaouqui, laureatasi in Giurisprudenza all'Università Sapienza di Roma, sposa un informatico, Corrado Lanino, che ha una lunga esperienza di lavoro in Vaticano. Lavora per Ernst&Young Italia e per lo studio legale Orrick, Herrington & Sutcliffe Italia.
La svolta per lei arriva quando Papa Francesco la chiama, nel luglio del 2013, a far parte della Cosea, la Commissione referente di studio e indirizzo sull'organizzazione delle strutture economiche e amministrative della Santa Sede, guidata dal monsignore spagnolo Lucio Angel Vallejo Balda. Tutti e due vengono arrestati in Vaticano per la fuga di notizie e la divulgazione di documenti riservati, anche se la Chaouqui viene poi rilasciata per la sua collaborazione alle indagini.
In rete, su Linkedin, la Chaouqui così descrive il proprio ruolo all'interno della commissione vaticana: "Sono membro della Pontificia Commissione Referente di studio e di indirizzo sulla struttura degli enti economici e amministrativi della Santa Sede. Sono parte attiva di un team composto da 8 esperti di materie giuridiche, economiche, finanziarie e organizzative con la responsabilità di raccogliere informazioni per introdurre riforme nelle istituzioni della Santa Sede, finalizzate ad un'ottimizzazione degli organismi esistenti e ad una più attenta programmazione delle attività economiche di tutte le Amministrazioni vaticane. La posizione, creata tramite Chirografo da Sua Santità Papa Francesco, è coperta da segreto di Stato e riporta esclusivamente al Pontefice. Sono l'unica donna, l'unica under 55 e l'unica italiana del team composto da sette laici e un prelato".
«Dossier scottanti in una cassaforte della mia camera da letto? In realtà, è un caveau in
un'azienda specializzata». È quanto afferma al Fatto Quotidiano «Io ho iniziato la mia carriera grazie a Giulio Andreotti, da lui ho imparato l'importanza degli archivi».
Esce il suo libro "Nel nome di Pietro"
Nel giorno di uscita del suo nuovo libro, Nel nome di Pietro edito da Sperling & Kupfer, sottotitolo: "Ricchezze, affari, intrighi e scandali dalla carte segrete della commissione del Papa", Chaouqui spiega di aver «messo nel libro quello che era importante per smontare certe ricostruzioni. Il resto lo userò solo se sarà necessario per il bene della Chiesa: ho già iniziato un secondo libro…».    Per la prima volta, viene alla luce «per intero la storia dei lavori della Commissione pontificia sulle finanze vaticane. Una ricostruzione dall'interno – forte di corrispondenze e documenti esclusivi mai resi pubblici – di sprechi, ricchezza, affari e intrighi. E soprattutto un duro j'accuse alle lobby internazionali che all'interno del Vaticano vorrebbero compromettere la missione di rinnovamento di Papa Francesco».
Nel dialogo-intervista con lo scrittore Andrea Di ConsoliFrancesca Immacolata Chaouqui, tra l'altro, risponde:
E allora proviamo a dire qualche verità. A un certo punto lei fa un riferimento alla lobby dei gay in Vaticano. Dunque esiste, questa lobby? 
"Non lo dico solo io, lo ha detto anche Papa Benedetto XVI. Purtroppo ci sono delle correnti e dei gruppi che hanno come obiettivo quello di proteggersi tra di loro, perché magari condividono qualcosa, hanno dei segreti che li accomunano".
C'è un passaggio nel libro che è molto forte. Lei sostiene che alla Cosea arrivavano continuamente dossier anonimi, anche fotografici, su abitudini e comportamenti di uomini di Chiesa. Perché non ne parla più dettagliatamente?
"Se io raccontassi queste cose non farei il bene della Chiesa. Ho fatto riferimento a questi dossier per far capire come dall'esterno si tentasse di utilizzare e strumentalizzare Cosea per cose interne. Io e Balda queste cose le vedevamo per primi perché eravamo gli unici due componenti della commissione che vivevano a Roma. In alcuni casi abbiamo avvisato il Pontefice, in altri abbiamo deciso di non dire niente".
Ma dove si trovano ora questi materiali? Sono stati distrutti? 
"No, no. Questi materiali li ho io".
Ho capito. Nel libro fa anche un riferimento al caso Orlandi. Cito testualmente: "C'è il file di Emanuela Orlandi e capisco il finale di una storia che deve rimanere sepolta". Cosa significa questa frase ermetica e sibillina? 
"Nel libro ci sono delle cose che aiutano a ricostruire la mia verità, e ce ne sono altre che ho inserito solo per far capire il contesto nel quale ho lavorato. Se rivelassi alcune cose non aiuterei nessuno, non farei il bene della Chiesa. Ma non è il mio ruolo. Non sono io a dover dire certe cose".
Sì, però lei dimostra di sapere la verità sul caso Orlandi. Perché non la dice? 
"Non volendo, ho letto delle cose. Ho letto molte cose, sì. E se fossi io a decidere se rivelarle o no, parlerei. Ma è una mia precisa impostazione: parlo solo di ciò che è di mia competenza. Anche perché non ero tenuta a vedere quei documenti sul caso Orlandi".

lunedì 18 settembre 2017

Giallo Emanuela Orlandi / Il Vaticano sapeva, ecco le prove - Inchiesta esclusiva su la Voce delle Voci


comunicato stampa 

                                       

 GIALLO EMANUELA ORLANDI / IL VATICANO SAPEVA, ECCO LE PROVE

in esclusiva  l'inchiesta della Voce sul caso di Emanuela Orlandi



Il Vaticano sapeva. Il caso di Emanuela Orlandi è tra i documenti segreti custoditi nella cassaforte della "Prefettura della Casa Pontificia", con tanto di cifre e dati. 
Lo rivela il sito di controinformazione "La Voce delle Voci", che fornisce una serie di particolari del tutto inediti. 
Tra le carte racchiuse nella cassaforte vaticana ci sono documenti top secret che dettagliano una serie di spese e uscite "nere", che vanno dai trasferimenti  dallo IOR alle banche del Lussemburgo, a quelle per la sicurezza, fino al caso Orlandi. 
In particolare - scrive la Voce - tra i documeti scottanti c'è una contabilità amministrativa che concerne le spese per una permanenza a Londra di Emanuela Orlandi, all'interno di una clinica privata.
Un fatto gravissimo, che palesa quanto il Vaticano fosse a conoscenze di tutte le trame che riguardano il rapimento di Emanuela Orlandi. 

Ecco il link  del servizio esclusivo della Voce.   

17 settembre 2017

La Voce delle Voci
contatti: 349.1115090

mercoledì 13 settembre 2017

De Mauro, Mattei e i ''dubbi insuperabili''

de mauro mattei 610Su genesi ed individuazione degli autori degli omicidi nessuna certezza

di AMDuemila
La causale dell'omicidio De Mauro? Sarebbe "individuabile nelle informazioni riservate di cui la vittima era entrata in possesso in relazione alla sua attività professionale (verosimilmente - anche se non certamente - riconducibili, secondo le risultante del processo di merito, al coinvolgimento di esponenti mafiosi nella morte di Enrico Mattei").
E' così che la Suprema Corte di Cassazione si è espressa nelle motivazioni della sentenza che nel giugno 2015 ha portato all'assoluzione del Capo dei Capi, Totò Riina, accusato di essere il mandante dell'omicidio del cronista siciliano rigettando il ricorso del pg di Palermo.
I giudici evidenziavano come "gli elementi di prova raccolti sia di natura storico-dichiarativa che di natura logico-indiziaria, che sono stati puntualmente e congruamente analizzati e valutati, nella loro valenza singola e complessiva, da entrambe le sentenze di merito (anche in primo grado, nel 2011, Riina era stato assolto da tale accusa, ndr), all'esito di una disamina scrupolosa che costituisce il risultato congiunto delle ampie argomentazioni spese dalle Corti territoriali di primo e di secondo grado, non hanno tuttavia permesso di accertare un ruolo diretto o indiretto dell'imputato nel delitto", e la conseguente conclusione assolutoria (per non aver commesso il fatto) "risulta coerente a una corretta lettura delle emergenze processuali ed è perciò incensurabile in sede di legittimità".
Inoltre, a differenza di quanto contenuto nella sentenza di primo grado, è stato confermato il giudizio dei giudici d'appello che, con la sentenza del 27 giugno 2014, scrivevano: "Peraltro, anche con riguardo ai rilievi concernenti la ricostruzione degli ultmi giorni di vita del De Mauro e l'urgenza di eliminare il predetto giornalista, può condividersi l'assunto del pm appellante. (…) Tuttavia, la fondatezza di tali rilievi non pare che possa comunque giovare alla tesi accusatoria, solo rafforzando il convincimento che- soprattutto in considerazione del lunghissimo lasso di tempo trascorso dai fatti, del relativo atteggiamento di riserbo tenuto dal De Mauro sulla natura della scoperta fatta, degli svariati campi di indagine che il suo lavoro in quegli ultimi tempi poteva avere riguardato; dell'opera di sistematico depistaggio compiuta da soggetti interessati a dissolvere nel nulla ogni elemento utile a ricostruire la vicenda -, risulti particolarmente difficile se non impossibile distinguere con certezza i fatti come realmente accaduti". Ciò significa che a differenza di quanto scritto dai giudici in primo grado sull'eventuale coinvolgimento di Graziano Verzotto, ex dirigente dell'Eni e all'epoca segretario regionale della Dc, morto il 12 giugno 2010, nelle vicende De Mauro e Mattei, non è affatto da ritenersi certo o "centrale". Tant'è che il Verzotto non è mai stato imputato in un processo per tali fatti di cronaca.

lunedì 11 settembre 2017

Il mistero Pelizza-Majorana svelato al mondo accademico in un congresso scientifico internazionale in California

Gli studiosi Franco Alessandrini, ingegnere e docente universitario, e Roberta Rio, storica austriaca, hanno partecipato al convegno “Scienza e Coscienza” dal 5 al 10 Giugno 2017 a San Diego, con la relazione “La Fisica del Terzo Millennio, Il ponte tra la scienza e l’Oltre”. Rivelati i segreti della macchina “che annichilisce la materia, produce energia, trasmuta i metalli e trasferisce cose e esseri viventi in altre dimensioni”


(RinoDiStefano.com, Sabato 1 Luglio 2017)
Il logo del congresso di San DiegoIl mondo accademico internazionale comincia a porsi domande sull’incredibile storia di Rolando Pelizza circa la vita e le scoperte scientifiche di Ettore Majorana, dopo la sua scomparsa nel 1938. A esporre pubblicamente quella che è stata definita la Fisica del Terzo Millennio, sono stati Francesco Alessandrini, ingegnere civile e docente di materie geotecniche presso l’Università di Udine, e Roberta Rio, storica austriaca di origini italiane, specializzata in Paleografia, Archivistica e Diplomatica, nonché membro dell’Associazione degli Storici della Germania. La presentazione pubblica della storia Pelizza-Majorana è avvenuta durante il convegno mondiale “The science of consciousness” (La scienza della coscienza), svoltosi a San Diego, in California, dal 5 al 10 giugno 2017. La relazione “Third Millennium Physics – The bridge between science and the Beyond” (La Fisica del terzo Millennio – Il ponte tra la scienza e l’Oltre) è stata presentata nel pomeriggio di giovedì 7 giugno nell’ambito della sessione C15 “Consciousness and Models of Reality” (Coscienza e Modelli della Realtà) direttamente dall’ingegner Alessandrini. In contemporanea con questo evento, in Italia e nel mondo usciva in autopubblicazione (Edizioni Il Mio Libro) un volume in due versioni: “La macchina – Il ponte tra la scienza e l’Oltre” nell’edizione italiana, e “The Machine – The bridge between science and the Beyond”, nell’edizione inglese, sempre degli autori Roberta Rio e Francesco Alessandrini.
Ma cosa c’è di tanto inusuale nella presentazione della relazione al convegno scientifico mondiale di San Diego e nella pubblicazione di quel volume? La risposta è semplice: per la prima volta due studiosi accademici italiani hanno parlato in un contesto internazionale della storia di Rolando Pelizza e della famosa macchina, attribuita a Ettore Majorana, in grado di annichilire la materia trasformandola in energia pura, e non solo. Tra l’altro, questa relazione, L'ing. Francesco AlessandriniLa dott.ssa Roberta Riosempre in inglese, è stata pubblicata sul sito scientifico mondiale ACADEMIA.EDU, che conta 53.084.680 accademici iscritti in tutto il mondo. Basterebbe questo numero per rendersi conto di quale sia stata la divulgazione della notizia a livello internazionale. L’evento, inoltre, è rilevante anche perché in Italia, nonostante la documentazione, le foto, le perizie e le prove inerenti l’esistenza e l’operatività della famosa macchina, la scienza ufficiale ignora volutamente la storia di Rolando Pelizza e non prende in alcuna considerazione l’ipotesi che, effettivamente, Ettore Majorana potrebbe davvero essersi nascosto in un convento di clausura quel 27 marzo del lontano 1938, appena sbarcato nel porto di Napoli dal traghetto Tirrenia proveniente da Palermo. Così come, vent’anni dopo, nel 1958, potrebbe aver conosciuto casualmente un giovane bresciano, rispondente al nome di Rolando Pelizza, e potrebbe averlo fatto diventare il suo discepolo insegnandogli le nozioni di una nuova e rivoluzionaria fisica. Quella stessa fisica che negli anni Settanta sarebbe poi diventata una macchina in grado di compiere operazioni che, alla luce di quanto sappiamo fino ad oggi, non può che apparire assolutamente fantascientifica. Il condizionale è d’obbligo, ovviamente, non essendoci alcun atto ufficiale o giudiziario che certifichi tale presunta realtà. Ma è pur vero che esiste una tale valanga di prove e indizi da far nascere il ragionevole dubbio che, se questa storia non è stata ancora ufficialmente indagata, forse è perché qualcuno non vuole che si conosca. Ma limitiamoci a prendere atto di quanto è accaduto e vediamo che cosa c’è scritto nella relazione presentata a San Diego. Con una premessa: quel documento altro non è che la sintesi di quanto c’è scritto nel libro del duo Rio-Alessandrini. Il volume, in pratica, costituisce un ulteriore approfondimento del messaggio che i due autori hanno voluto lanciare al mondo, cogliendo l’occasione del convegno scientifico californiano.
La copertina dell'edizione italiana del libro "La Macchina"Già dal titolo, La Fisica del Terzo Millennio, si capisce che la relazione presenta un contenuto alternativo rispetto alla realtà attuale. E la premessa non è sbagliata, visto che fin dalla sinossi, viene spiegato che “La mente illuminata di Ettore Majorana, dal silenzio di un convento in cui si è volontariamente rinchiuso per decenni, ha prodotto una nuova matematica e una nuova fisica che alimentano un salto epocale nella conoscenza umana.
Qui si richiamano la sua teoria e alcuni aspetti salienti della costruzione di una macchina, realizzata da Rolando Pelizza, che ha dimostrato quanto esatte e reali fossero le ipotesi di Ettore.
Il mondo ha ora nuove grandiose possibilità: può annichilire la materia, può produrre energia infinita a costo zero, può trasmutare la materia e può spostarsi in altre dimensioni.
Ma questa conoscenza, da noi definita la Fisica del Terzo Millennio, non sarà subito disponibile all’umanità … è prima necessario un percorso di graduale presa di coscienza e di cambiamento degli atteggiamenti umani.”
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E’ così, con questa presentazione che sposa in pieno la storia di Rolando Pelizza e il suo racconto su Ettore Majorana, che Rio e Alessandrini preparano il lettore a quanto di sconvolgente stanno per dire.
Secondo i due autori, la grande innovazione portata dalla scienza di Majorana consiste nell’interpretazione delle leggi della materia attraverso un nuovo modo di concepirle. “Ma, soprattutto, è una fisica che ‘fa pace’ tra Scienza e Spiritualità, riuscendo a colmare quell’enorme iato che l’uomo moderno, piuttosto scioccamente, ha aperto fra i due principali modi di percepire la realtà. La Scienza ha finalmente accesso alla comprensione di ciò che sta Oltre quel che è avvezza a considerare come mondo fisico, per penetrare un ambito dove è posizionato il vero ‘centro decisionale e organizzatore’ della vita nella Materia”.
Questo posto, aggiungono gli autori, avrebbe poco a che fare con la dimensione fisica alla quale siamo abituati, in quanto sarebbe sempre stato nascosto al nostro mondo puramente razionale. Ma che cosa avrebbe scoperto, di preciso, Majorana? “Una conoscenza grandiosa e nel contempo infinitamente semplice – risponde Pelizza – Oggi stiamo spendendo somme enormi di denaro negli acceleratori di particelle e nelle ricerche sulla fusione nucleare, tutti tentativi che cercano di violentare l’atomo per estrargli in modo estremamente forzato la grande energia che gli è stata racchiusa dentro”.
A quanto pare, invece, la fisica di Majorana seguirebbe il cammino della comprensione e della non violenza, per dirla alla maniera di Gandhi. “Ettore è entrato in contatto con ‘l’intimità’ della Materia – si legge nel documento – e a questo livello di ‘rapporto’, la Materia, se adeguatamente e pacatamente assecondata, è in grado di dare tutta sé stessa”.

segue su:



giovedì 24 agosto 2017

Dino Marafioti

L'ultimo lavoro di Dino Marafioti trovato morto nel suo appartamento all'età di 53 anni il 17 agosto 2013. Per 22 anni giornalista e redattore di Radio Radicale. Questo era il suo primo servizio video che raccoglie in modo critico e analitico i fatti e le informazioni sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Ne andava così fiero tanto da auspicarne la sua diffusione anche attraverso altri canali, comprese le televisioni.
Grazie Dino.
Timeline Video: (capitoli automatici in "Descrizione – Mostra altro")
– Prologo [00:01:28]
– Pietro Orlandi [00:04:54]
– Natalina Orlandi [00:09:25]
– Telefonata Amerikano [00:10:25]
– Primo appello Papa Giovanni II [00:12:33]
– La pista internazionale Alì Agca [00:12:47]
– Marco Beltrandi – ex Parlamentare Radicale [00:13:44]
– Fabrizio Peronaci – Corriere della Sera [00:15:27 – 00:27:56]
– Marco Accetti – Indagato [00:18:15 – 00:36:10]
– "Emanuela e le altre" – Panorama- Mirella Gregori [00:24:11]
– Appello Papa Giovanni II per Emanuela e Mirella [00:24:57]
– Giuseppe Nicotri[00:30:23]
– Banda della Magliana [00:31:42]
– Giuseppe Nicotri pista via Monte del Gallo [00:48:48]
emanuelaorlandi.altervista.org

lunedì 14 agosto 2017

Una Commissione d’inchiesta parlamentare per Emanuela Orlandi

A settembre 2017 l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare per Emanuela Orlandi.
Lo ha dichiarato il Senatore Vincenzo Santangelo, portavoce del Movimento 5 Stelle, dalla sua pagina Facebook:
CASO ORLANDI: 34 anni di indagine senza verità.
"Oggi voglio ricordare il caso di Emanuela Orlandi, nonostante si faccia molto per dimenticarlo. 
Emanuela Orlandi era (è? era? ancora non è dato saperlo) una ragazza, quindicenne, cittadina vaticana, scomparsa nel nulla trentaquattro anni fa, divenuta, suo malgrado, il caso emblematico di come si possa essere sottratti alla propria vita, e, con ampi margini possibilità, cancellati dalla terra, senza che nessuno acceda alla verità sulla propria sorte.
Per lei, infatti, nessuna verità, né storica, né processuale. Lo Stato non è riuscito a dare risposte alla sua famiglia nonostante 34 anni indagini, terminate con l'archiviazione.
Uno Stato può spendere tanti soldi pubblici per 34 anni di indagini senza scoprire nulla? A settembre chiederemo l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare per capirlo.
Il caso Orlandi è un simbolo di malagiustizia. Comprendere perché il sistema si sia così gravemente inceppato in questa vicenda giudiziaria, dai contorni paradossali, vuol dire dare una speranza anche a tutti gli scomparsi, tantissimi in Italia, che attendono di essere ritrovati, anche solo nella verità circa i loro destino."

sabato 12 agosto 2017

La Storia Siamo Noi La Tragedia Del Kursk


Il mondo intero assiste impotente alla tragedia dei 118 membri dell’equipaggio, intrappolati nel relitto, in attesa di soccorsi che non arriveranno mai. Ma come è affondato il Kursk? È stato davvero un incidente? E perché non è stato possibile salvare nessuno? Giovanni Minoli ripercorre la storia del sommergibile diventato una trappola mortale.

martedì 1 agosto 2017

Il volo delle farfalle. La scomparsa di Emanuela Orlandi

L’attrice vincitrice del premio FERSEN per la drammaturgia VI edizione 2010 asostegno della petizione per la verità su Emanuela.
Continua ad occupare grandi spazi nel mondo dell’informazione la scomparsa “misteriosa” di Emanuela Orlandi ad una fermata d’autobus il 22 giugno 1983. Per questo motivo e per il grande successo di pubblico e di critica, riscosso nel mese scorso, la compagnia ed il Teatro dell’Orologio hanno deciso di riproporre lo spettacolo dal 18 al 30 maggio.
I tanti fili interrotti che compongono la trama della scomparsa di Emanuela Orlandi trovano solamente muri di silenzio. Le telefonate dei ”rapitori”, le dichiarazioni di Papa Giovanni Paolo II, le possibili connessioni con Ali Agca, il Fronte Turco…, quasi 27 anni di buio, fino alle rivelazioni di Sabrina Minardi, la superteste compagna di uno dei Boss della Banda Della Magliana che continua ad aprire scenari sui mandanti di questo insolito rapimento…
Tante tessere che danno vita a un giallo che non sembra trovare soluzione.
il volo delle farfalle
“Nostra figlia” ha dichiarato il padre, Ercole Orlandi, “è stata rapita da un’organizzazione così potente, così efficiente, che non aveva nessun timore degli inquirenti italiani. È un intrigo internazionale. Dietro la scomparsa di Emanuela si sono mossi grossi apparati. Servizi segreti, centrali di spionaggio straniere, ben organizzate, ben protette, con infinita libertà di movimento.”
Nello spettacolo che Federica Festa e Matteo Festa hanno dedicato a uno dei più oscuri misteri degli anni Ottanta, tre personaggi femminili danno voce e corpo alla storia: una venditrice di souvenir del Colonnato di San Pietro, una suora, la sorella della Orlandi. Tutte e tre toccate in modo diverso da questa scomparsa. La ricostruzione dell’intricato destino di Emanuela diventa una grande sfida al silenzio, all’omertà, ai depistaggi che hanno lasciato la famiglia Orlandi sola, accanto all’ombra di un’assenza.
“Lo spettacolo nasce da un commistione di sensi del dovere: di donna, di romana, di italiana, di attrice, di coetanea” è così che Federica Festa presenta il suo nuovo spettacolo, diretto e interpretato come di consueto da lei stessa.
“Io avrei la stessa età di Emanuela “dice” se lei non fosse stata sottratta all’attesa di quell’autobus. Come lei, da adolescente passeggiavo spesso tra san Pietro e Largo Argentina, come lei suonavo il flauto, indossavo jeans e scarpe da ginnastica. Mio zio era Monsignore, viveva nella Canonica del Vaticano e ho respirato a lungo nelle domeniche in visita a Zio Don Mario l’aria mista di Talco Roberts e mirra di quelle sale silenziose e vuote, dove si poteva parlare solo sottovoce e camminare a testa bassa.
Sono cresciuta con la storia della scomparsa di Emanuela e i primi giorni dopo quel 22 giugno 1983 i miei genitori mi dissero che non volevano che uscissi più da sola.”
Oggi questo mistero Federica e Matteo Festa lo vogliono guardare in faccia. Per conoscerlo meglio, per averne meno paura, mostrando dall’inizio alla fine e attraverso una puntuale analisi delle diverse sentenze della Procura di Roma e delle interviste ai protagonisti, ai testimoni, ai familiari, lo scenario completo di questa insoluta tragedia.
18 E 19 MAGGIO 2012 ORE 21.30
DOMENICA 20 MAGGIO ORE 18.30
TEATRO DELL’OROLOGIO SALA ORFEO
VIA DEI FILIPPINI 17-A WWW.TEATROROLOGIO.IT
TEL 066875550 BIGLIETTO 10 EURO
 Supervisione Marco Delle Fratte
LA voce di Emanuela è di Francesca La Scala
Tecnico Raffaele Cannavacciuolo
Foto di scena di Enzo Maniccia
il volo delle farfalle
Il volo delle farfalle

“Il volo delle falfalle”: semplicemente grazie, Federica.

Definire “Il volo delle farfalle” una rappresentazione teatrale è davvero riduttivo: non è una semplice sequenza di battute. È difficile da spiegare a chi non l’abbia visto, ma ci voglio ugualmente provare. Federica e Matteo Festa, autori di questa meraviglia, hanno raccolto in poco più di un’ora 29 anni di storia. Una storia fatta però non di cronaca asettica ma di sentimenti vivi.
Federica, unica e sublime attrice di questo spettacolo, interpreta diversi personaggi, dando vita a momenti leggeri e a momenti di profonda sofferenza, alternati a voci fuori campo che riportano le novità, che in questi anni si sono susseguite. La vediamo quindi interpretare una suora, l’insegnante di  canto corale di Emanuela che si prende cura della basilica di Sant’Apollinare prima, poi Natalina Orlandi e infine Imma, una simpatica venditrice ambulante che ha perso i suoi risparmi con lo scandalo del Banco Ambrosiano. Attraverso questi personaggi veniamo dunque a conoscenza delle varie piste che si sono seguite in questi anni: la banda della Magliana, il terrorismo internazionale, la fuga volontaria… Ma tutto avviene in maniera blanda senza puntare il dito contro questo piuttosto che quell’altro personaggio. I protagonisti, infatti, non sono le accuse ma i sentimenti: quelli di Natalina, quelli di Ercole, quelli di mamma Maria, quelli di tutti coloro che hanno conosciuto Emanuela. Chi ha letto il libro “Mia sorella Emanuela” a stento può riuscire a trattenere le lacrime quando viene riportato l’episodio della convocazione in caserma dei carabinieri, quando ad Ercole veniva offerto whisky mentre i militari setacciavano la zona, alla ricerca del corpo di Emanuela (in seguito al ritrovamento di una busta contenente dei sassolini, simbolo della via crucis, ndr). Difficile non sorridere amaramente alla lettura del diario di Emanuela: “ho 15 anni, frequento il liceo scientifico e forse mi daranno due materie a fine anno”… Eccoli i pensieri semplici e genuini di un’adolescente come tante a cui sono state strappate le ali della libertà. Come non provare rabbia alla lettura del passo biblico “la verità vi renderà liberi”. Come non provare tenerezza alle parole della suora “Ah, Emanuela… Aveva un sorriso così dolce che non potevi non contraccambiare!”. E il pensiero vola inevitabile a quella foto della sorridente ragazza con la fascetta.
Ieri, al Teatro dell’Orologio, prima dello spettacolo, tra il pubblico in attesa eccoli lì i soliti discorsi da bar, le fastidiose teorie da Cluedo. Dopo la rappresentazione, invece, solo il silenzio, un silenzio che sa di riflessione. Il primo aggettivo che mi è venuto in mente per descrivere “Il volo delle farfalle” è stato “catartico”. Federica Festa con la sua incredibile interpretazione tocca i cuori di ogni singolo spettatore che non può più rimanere un algido inquisitore. Viene trascinato dentro ai fatti, dentro al turbinio di emozioni, che, ovviamente, non possono essere le stesse che la famiglia Orlandi patisce da 29 anni, ma che fanno comunque star male, fanno smuovere le coscienze. Sono contenta che queste repliche siano coincise con il weekend che precede la marcia del prossimo 27 maggio perché, a mio avviso, gli spettatori non potranno non sentirsi coinvolti, non potranno non scendere in piazza. Grazie quindi a Federica e Matteo Festa che in questo lavoro hanno messo cuore e passione. In ogni singola scena, in ogni singola battuta si sentiva la convinzione di quello che si stava pronunciando. Tutto ciò fa bene alla “causa Orlandi”, ma fa bene anche a tutti noi, membri di una società in cui l’individualismo e l’egoismo sono “valori” che cercano di farsi strada sempre più. Grazie, Federica, per il tuo lavoro, per la tua interpretazione e per averci dimostrato che è ancora possibile dedicarsi al prossimo con abnegazione.
Mel
Hanno già scritto:
Lo spettacolo molto toccante è, forte della licenza poetica, un duro attacco al silenzio del Vaticano, parte questa particolarmente apprezzata dai familiari della vittima    Laura Landolfi, Il Riformista
Il volo delle farfalle è una vertigine che ci fa ridere amaramente ed indignare, un bell’esempio di teatro civile per non perdere del tutto la memoria, mai come oggi, destinata all’oblio. Gabriella Gallozzi, L’Unità
C’è l’intenzione di utilizzare il teatro per guardare in faccia un mistero, per conoscerlo meglio, per averne meno paura, mostrando dall’inizio alla fine e attraverso una puntigliosa analisi delle sentenze della Procura di Roma e delle interviste ai protagonisti, ai testimoni, ai familiari, lo scenario completo di questa mai risolta tragedia umana. Emilia Costantini, Corriere della sera
Un atto unico sconvolgente e lucido, in cui lo spettatore è coinvolto fino all’ osso, Tania Croce, Culturanet
La venditrice di souvenir, assolutamente il carattere più riuscito, che guarda la storia dall’esterno. Paola Polidori, Il Messaggero
Uno spettacolo che merita di essere visito perché realizzato con garbo; col garbo di chi vuol raccontare una storia senza sfruttarne i lati più oscuri ed inquietanti soltanto per rendere più appetibile la messa in scena.Camilla Barbieri, Recensito.net
Soffermarsi sul mestiere, sul talento innegabile di quest’attrice e della sua regia, è praticamente superfluo; basta assistere a questi sessanta minuti coinvolgenti, che non disdegnano neanche di suscitare sorrisi e commenti divertiti, senza mai perdere di vista quel filo rosso, accorato, legato al viso dolce di una ragazza scomparsa nel nulla, e al dolore e al ricordo di chi l’ha conosciuta. Un volo di farfalle lieve come il loro battito d’ali sottolinea i passaggi d’animo e d’intenzione delle molteplici interpretazioni della Festa, aiutata dalla sua fisionomia intensa e attenta. Luisa Monnet, Teatro.org
Questo è il vero teatro civile. Valentino de Luca, FUORI LE MURA. COM
Gli autori ringraziano Natalina Orlandi e Pietro Orlandi per il sostegno e il prezioso aiuto dato allo spettacolo.

emanuelaorlandi.altervista.org