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sabato 29 luglio 2017

Accordo Magistratura Vaticano

Accordo Magistratura-Vaticano dal film “La verità sta in cielo”
Stralcio Agenzia Ansa del 29 marzo 2017
ANSA) – PARIGI, 29 MAR -“La verità sta in cielo“, il film di Roberto Faenza sul caso di Emanuela Orlandi, la ragazza di 15 anni figlia di un commesso pontificio, rapita a Roma il 22 giugno 1983 e mai ritrovata, è stato presentato ieri a Parigi in occasione della Giornata Internazionale per il Diritto alla Verità sulle Violazioni Flagranti di Diritti dell’Uomo e la Dignità delle Vittime. Alla serata hanno partecipato Roberto Faenza, l’attrice Greta ScaranoPietro Orlandi, il fratello di Emanuela, e il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo. Il film, interpretato da Riccardo ScamarcioMaya Sansa e Valentina Lodovini tra gli altri, è uscito in Italia a ottobre: racconta gli intrecci nascosti dietro il rapimento e ora andrà in giro per l’Europa.…” (ANSA).
emanuelaorlandi.altervista.org

mercoledì 26 luglio 2017

Schettino, Bossetti – Movente zero. E i clan ringraziano

bossetti schettino

In entrambi i casi – come ormai in talmente tante vicende giudiziarie che gli italiani ci hanno fatto l'abitudine – manca "naturalmente" il movente. Che importa? Fino a prima di Mani Pulite per un inquirente era impensabile condurre indagini, specie su vicende così clamorose ed efferate, senza riuscire a trovare uno straccio di motivazione alla base dei delitti. A noi tutti lo hanno insegnato uomini come il magistrato Ferdinando Imposimato, che in un suo libro di qualche anno fa, pubblicato a stralci dalla Voce, aveva magistralmente ricostruito casi di cronaca nera rimasti irrisolti partendo proprio dalla ricerca del movente. E ci aveva sempre azzeccato, come dimostrato poi dalle successive indagini, magari venti e passa anni più tardi.Scusate, lo so, questo titolo è un po' forte. Ma è che dopo aver scritto e documentato tante volte la presenza dei clan camorristici tanto nell'affondamento del Concordia quanto nell'omicidio della piccola Yara, non si possono trovare parole diverse. Due notizie che arrivano a poche ore di distanza: lunedì a tarda notte la condanna in appello di Massimo Bossetti, nel pomeriggio di oggi le motivazioni della Cassazione sulla condanna definitiva per Francesco Schettino, il comandante che quella notte non ne voleva sapere di salire a bordo, cazzo!
Oggi invece si fa così.
Perché un comandante di lungo corso con enorme esperienza una sera decide di mettere in pericolo la vita di migliaia di persone, giocandosi tutto per andare a sbattere a folle velocità contro scogli che conosce a menadito per aver battuto quella rotta centinaia di volte?
Boh, non si sa. Poi spunta una pista comodissima (per gli investigatori). Ecco, già, il comandante quella sera (notte fonda, isola spenta, tutti a dormire in pieno gennaio) voleva fare "l'inchino". A chi? A se stesso? Alla sua vita che stava per essere distrutta?
Non interessa. La pista dell'inchino va benissimo. Specie se da qualche parte spuntano giornalisti che non si rassegnano. Come la Voce, che a marzo 2012 portava agli inquirenti su un piatto d'argento un super testimone: l'avvocato spagnolo Jesus Bethencourt, pronto a testimoniare su quelle torce notturne lungo la costa e i possibili trasbordi di "qualcosa" in mare aperto, dove è zona franca, off limits alle autorità, e l'unico dominus è il comandante della nave, tanto che può perfino celebrare matrimoni.
Sono passati cinque e passa anni da quel nostro primo articolo. Ma, come ha confermato pochi mesi fa la brava e giovane collega Simona Zecchi, Bethencourt non è stato mai ascoltato, né tanto meno chiamato, dall'autorità giudiziaria italiana. Il suo racconto avrebbe fatto aprire capitoli che avrebbero rimesso in discussione tutto. Perché nel frattempo altre Procure avevano condotto operazioni che dimostrano come i traffici di stupefacenti a bordo di navi da crociera siano ben altro che un "inchino" qualunque.
Per Massimo Giuseppe Bossetti manca, analogamente, qualsiasi tipo di motivazione. Sono anni che lo diciamo e lo ha ripetuto anche lui in un estremo tentativo di salvarsi, due giorni fa, in aula: quella bambina poteva essere sua figlia, non esiste nessun motivo logico – o almeno, non è mai stato trovato – per il quale avrebbe dovuto orrendamente seviziarla.
C'è invece chi quelle sevizie, impresse sul corpo di innocenti con un coltellino intrecciando croci – vedi la povera Melania Rea – le conosce bene. Perché le pratica come terrificante avvertimento. I clan camorristici del napoletano, a Brembate, erano una presenza fissa ed ingombrante ben prima dei tempi di Yara. Molti conoscevano i luoghi dello spaccio. E frequentavano i party organizzati dai costruttori di riferimento, i Locatelli, cui prendevano parte grosse autorità locali, compreso qualche vertice giudiziario.
Bossetti non aveva nessun motivo? Poco importa. La pista di Ignoto uno è perfetta per evitare di mettere al corda al collo ai notabili della zona, quelli che sapevano, o almeno immaginavano. E tacevano.
Oggi funziona così, movente zero. E nessuno che dica una parola. Fino a quando in questa assurda macelleria non ci finisce in prima persona. Tutti zitti. I clan ringraziano.

19 luglio 2017 autore: Rita Pennarola

mercoledì 19 luglio 2017

È uscito PUNTOZERO #6 ! Un numero...speciale!



PUNTOZERO #6
è disponibile in edicola e nel nostro shop!
IN QUESTO NUMERO:

  • VACCINI: UN SALTO NEL BUIO
    di Gianni Lannes.
    I vaccini non servono alla salute dei bambini, ma ad annichilire grandi e piccini. I fatti esposti in questo articolo evidenziano in modo incontrovertibile come sia in atto ormai da tempo una guerra segreta volta ad acquisire totalmente il controllo dell'umanità, e come l'Italia priva di sovranità sia in prima linea nella sottomissione.

  • LO SPECCHIO DEL DRAGO: LA MAGIA DI ANGKOR WAT
    di Diego Antolini.
    La storia e la mitologia di Angkor Wat, un monumentale e straordinario complesso di templi risalente all'Impero Khmer, oggi in territorio cambogiano, rivelano sorprendenti collegamenti con la Costellazione del Draco con la quale sembra fossero allineati gli edifici principali circa 13.500 anni fa.

  • LE FAKE NEWS FANNO MALE AL RE
    di Barbara Tampieri.
    Una tagliente disamina sulla pervasività della propaganda di regime e sulle contromisure messe in atto contro il rigurgito dell'opinione pubblica, sino ad arrivare alla creazione del concetto di fake news.

  • LA MACCHINA, UN FUTURO POSSIBILE TRA SCIENZA E FILOSOFIA (Imperdibile!)
    di Roberta Rio e Francesco Alessandrini.
    La mente illuminata di Ettore Majorana, dal silenzio di un convento in cui si è volontariamente rinchiuso per decenni, ha prodotto una nuova matematica e una nuova fisica che alimentano un salto epocale nella conoscenza umana.

  • SOTTO LA LENTE
    Il futuro, quasi medioevale, della Francia di Macron - India e Nuova Zelanda: quando i fiumi (sacri) diventano "persone giuridiche" - È italiana la scoperta del "nucleare ecologico"- Le "scie chimiche" contro il "Riscaldamento Globale": un'idea di Harvard - Elon Musk nuovo re dei Borg? - Robotizzazione e immigrazione: quale futuro per gli esseri umani? - Le auto a combustibili fossili spariranno entro i prossimi otto anni? - Le batterie a base di canapa potrebbero cambiare per sempre il modo in cui immagazziniamo l'energia - Gli scienziati hanno scoperto che al momento del concepimento si verifica un lampo di luce "mozzafiato".

  • LA NUOVA VIA DELLA SETA, FRA REALTA' E OMBRE CINESI 
    di Marco Cedolin
    Il gigantesco progetto della cosiddetta "Nuova Via della Seta", promosso in primis dalla Cina e sostenuto dagli altri paesi del BRICS (Russia, Brasile, India e Sudafrica) è in procinto di rivoluzionare radicalmente l'economia dell'Eurasia, coinvolgendo almeno un centinaio di paesi, fra i quali un ruolo importante potrebbe spettare all'Italia.

  • IL MORBILLO TRA EPIDEMIE MEDIATICHE E FALSA "SCIENZA" 
    di Domenico Mastrangelo e Roberto Mastalla
    Dalla meningite al morbillo, le nuove "emergenze mediatiche" hanno assai poco di scientifico, anche in considerazione del fatto che sperimentazioni cliniche controllate contro placebo vengono fatte solo raramente e sovente per "debellare" epidemie inesistenti.

  • I MISTERI DEL B-2
    di Giorgio Iacuzzo
    Le tuttora avveniristiche tecnologie antigravitazionali implementate da molti anni nel bombardiere strategico statunitense B-2 Spirit, oltre che in campo militare, potrebbero avere enormi e benefiche ricadute anche in ambito civile, rivoluzionando letteralmente il settore del trasporto aereo.
      
  • LA MISTERIOSA VENDETTA NE IL BARILE DI AMONTILLADO
    di Sandro D. Fossemò
    Uno dei più noti racconti brevi del geniale Edgar Allan Poe contiene, nello stile e nell'ambientazione, una serie di frasi e di elementi simbolici apparentemente riconducibili alla Massoneria.
...a breve anche in formato digitale!
Via Terme, 51 - 35041 BATTAGLIA TERME (PD)

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sabato 1 luglio 2017

"Roswell Il Giorno Dopo" + Pacchetto Nexus #3 : "UFO"

NOVITA'

Nexus Edizioni e Verdechiaro Edizioni
presentano:


"Roswell Il Giorno Dopo"
del Colonnello Philip J. Corso

Il più importante libro di ufologia di tutti i tempi.
Il cover up del governo americano sugli Ufo denunciato da un alto ufficiale del Pentagono.


Offerta lancio: 15% di sconto !!


Lo sconvolgente memoriale del Colonnello che afferma di essere stato coinvolto nella gestione dei materiali raccolti dopo l'incidente UFO avvenuto nel luglio 1947 a Roswell, New Mexico. Dagli studi di retroingegneria sui reperti alieni recuperati e in possesso del Pentagono, le industrie statunitensi svilupparono ricerche e progetti di fondamentale importanza. Philip J. Corso, colonnello dell'Intelligence militare statunitense, nel 1961 gestì in totale segretezza i materiali derivati dall'incidente UFO di Roswell. Una storia destinata a restare per sempre nell'ombra se, poco prima di morire, Corso non avesse citato in giudizio l'Esercito USA, confermando in un affidavit la veridicità delle rivelazioni contenute nel suo libro. Vi si leggeva: «Nel 1961 venni in possesso del cosiddetto "Roswell File". L'archivio conteneva fascicoli inerenti ricerche sul campo, rapporti di autopsia e frammenti tecnologici derivati dallo schianto di un veicolo extraterrestre a Roswell, New Mexico, nel 1947. Ho personalmente letto i documenti autoptici inerenti l'autopsia di una creatura che vidi nel 1947 a Fort Riley, nel Kansas. Tali documenti indicavano che l'autopsia fu eseguita all'Ospedale Walter Reed, un istituto in quel periodo sotto la giurisdizione del citato in giudizio. Il suddetto referto autoptico faceva riferimento all'essere come a una "Entità Biologica Extraterrestre".» Firmato: PHILIP J. CORSO (in congedo) Il tenente colonnello Philip J. Corso, ufficiale d'Intelligence nello staff del generale Douglas MacArthur durante la Guerra di Corea, ricoprì incarichi di responsabilità al Pentagono nella divisione Tecnologia straniera del Dipartimento di ricerca e sviluppo, cui era affidato il controllo delle tecnologie belliche di potenze straniere. Il generale Arthur Trudeau volle Corso come responsabile dello sviluppo industriale dei materiali recuperati dall'astronave precipitata a Roswell, da cui sarebbero derivate scoperte quali i microcircuiti integrati, il laser, le fibre ottiche, le fibre super-tenaci. Il Colonnello Philip J. Corso è morto il 16 luglio 1998, all'età di 83 anni, a Port St. Lucie, in Florida.

PACCHETTO NEXUS #3: "UFO"

2 LIBRI A SOLI 15€ !!


L'offerta è valida fino a domenica 2 luglio
Il pacchetto Nexus#3: "UFO" è dedicato a tutti gli appassionati di ufologia, contatti con civiltà aliene, intrighi internazionali ed esopolitica. Si parte con l'ormai "classico" Contattismi di Massa dell'ingegnere Stefano Breccia, stimato professionista con numerose specializzazioni nonché autore di svariate pubblicazioni scientifiche e che nel 2006 si espose in prima persona pubblicando con Nexus Edizioni un volume che avrebbe rivoluzionato tutto quello che si riteneva di sapere sul fenomeno del contattismo. Per decenni si è pensato che il presunto contatto di determinate persone con gli occupanti dei misteriosi "dischi volanti" (com'erano conosciuti nel gergo popolare, prima che entrasse in voga l'acronimo UFO), ovvero esseri originari di altri pianeti, fosse una prerogativa di relativamente pochi individui che perlopiù interagivano con essi singolarmente. Il libro scoperchiò letteralmente un vaso di Pandora, rivelando invece che in Italia e in svariati altri paesi (Svizzera, Austria, Germania, Francia, Unione Sovietica, Australia, Argentina, etc.) gruppi composti da un gran numero di persone di ogni estrazione sociale, interagivano discretamente e positivamente con visitatori extraterrestri particolarmente benevoli nei nostri confronti, e da lungo tempo in contrapposizione con altri animati da intenzioni decisamente più inquietanti. Il secondo libro che vi proponiamo è Noi e Loro di Paolo Di Girolamo che più che concentrarsi su singoli "casi" o episodi, come il volume di Breccia, va a sviscerare il fitto programma di eventi a cui l'umanità sta da lungo tempo partecipando. Questo programma, curato fin nei minimi dettagli, è volto alla graduale preparazione fisica e psichica del genere umano all'inevitabile contatto con entità extraterrestri, così da consentire alla specie di arrivare preparata all'evento. La lettura del pacchetto Nexus #3 è un must per ogni appassionato di Ufologia dato che in soli due volumi, di massima qualità, riesce a condensare in maniera efficiente e scorrevole una mole di informazioni che altrimenti richiederebbe anni di studio per essere digerita e compresa a pieno.
Il pacchetto va ad integrare l'uscita in italiano di un volume pilastro nella storia dell'Ufologia: "Roswell il Giorno Dopo", testimonianza del Colonnello Philiph J. Corso che non lascia spazio a nessuna "credenza" riguardo al fenomeno UFO ma solo a certezze
CONTATTISMI DI MASSA 
Parallelamente a coloro che avevano osservato e talvolta documentato strani fenomeni aerei nei cieli, cominciarono a farsi avanti svariati individui che affermavano di essere entrati in contatto con gli occupanti di questi misteriosi velivoli. Questo libro apre degli scenari del tutto inusitati, documentando come in realtà vi siano stati interi gruppi di persone che per prolungati periodi di tempo hanno direttamente interagito con presunte entità extraterrestri di stanza sul nostro pianeta. Alcuni di questi gruppi annoveravano individui delle più disparate estrazioni, arrivando a includere scienziati, tecnici, politici e militari. Oltre a fornire informazioni inedite sul celeberrimo "Caso Ummo", questo straordinario volume rivela per la prima volta l'esistenza di "Amicizia" e le incredibili vicende vissute da un gran numero di persone, principalmente in Italia ma anche in Svizzera, Austria, Germania, Francia, Unione Sovietica, Australia e Argentina, direttamente coinvolte in questa gigantesca operazione di interscambio tra gente della Terra e razze aliene. Le informazioni presentate in quest'opera sono a dir poco straordinarie e aprono un capitolo completamente nuovo nel panorama ufologico internazionale, suggerendo con la forza dei fatti come alcune frange di umanità terrestre abbiano interagito con razze provenienti da altri sistemi stellari per la realizzazione di un disegno evolutivo le cui finalità ora cominciano lentamente a delinearsi.

L'autore
Ingegnere anconetano, vanta diverse specializzazioni, fra cui TLC, Computer Graphics, Company Management. Ha tenuto i corsi universitari: "Elaboratori elettronici" presso la facoltà di Ingegneria dell'Aquila, "Metodologie didattiche" presso la Luiss di Roma, "Metodi statistici per la valutazione della formazione" presso la facoltà di Scienze della formazione dell'Aquila, è stato responsabile del corso "Algoritmi per Computer Graphics" presso la facoltà di Ingegneria dell'Aquila. Ha tenuto corsi su tecnologie didattiche presso la British Telecom, su analisi frattale presso l'Università di Novosibirsk e presso l'Accademia delle Scienze di Mosca, sui cambiamenti di ruolo introdotti dall'Office Automation nell'ambito di un progetto della Diebold a Stratford upon Avon, sulle novità nei metodi CAI nell'ambito di un convegno IFTDO a Madrid, e così via.
Ha partecipato (talora come responsabile unico del progetto) alla creazione di Scuole post-universitarie per TLC a Ljubiana, Praha, Bucarest, Novosibirsk, Cordoba (Argentina). è stato direttore scientifico del Centro Studi ed Applicazioni delle TLC di Catania. Come rappresentante della STET (l'allora holding italiana per le TLC), ha partecipato al Delta Project della Comunità Europea, in qualità di responsabile per le problematiche di intelligenza artificiale. E' stato ideatore e progettista del sistema sinestetico MC4, presentato nel primo stand dell'innovazione tecnologica allo SMAU, Milano, 2000.
Una sua biografia è stata riportata nel Marqui's Who's Who in Computer Graphics (ed. 1984). Ci ha lasciati il 2 Marzo 2012, nel link che segue il ricordo di Nexus: http://www.nexusedizioni.it/it/CT/in-ricordo-di-stefano-breccia-4117.

NOI E LORO 
Questo libro nasce dal tentativo di dare una spiegazione logica a fatti che coinvolgono, assai più di quanto possa sembrare a prima vista, l'uomo della strada, l'anonimo cittadino o addirittura il semplice contadino, in un gioco delle parti di autore ignoto e con epilogo inimmaginabile. Il modo di contattare messo in opera dalle entità aliene è tra i più inafferrabili, se è visto con l'ottica della ragione umana; ma rivela invece una precisa programmazione di eventi che, se analizzati attentamente, sembrano portare inevitabilmente all'accettazione della loro presenza e alla preparazione psichica e fisica ad un contatto di massa. Tale programma, probabilmente nato dalla volontà o dalla necessità di accelerare il processo di assimilazione di una realtà di per sé sconvolgente, è stato portato avanti in fasi alterne e da un lungo tempo, il che sta a dimostrare quanto gli ufonauti siano preoccupati di non traumatizzare la psiche collettiva degli umani. Un'assimilazione graduale, attraverso le generazioni, porta ad un'accettazione inevitabile di concetti e verità rivoluzionari. Frutto di un lungo lavoro, finalmente il diario personale dell'ufologo Paolo Di Girolamo viene dato alle stampe, e non mancherà di suscitare grande interesse e curiosità all'interno dell'ambiente ufologico, ma soprattutto al di fuori di esso.

L'autore
Paolo Di Girolamo è un appassionato dell'argomento fin dal 1955, ha avuto la sua prima esperienza ufologica nel 1959. Ha creato nel 1966 il gruppo romano della ISSI (International Sky Scouts), organo della CBA giapponese di Yusuke Matsumura. In seguito ha formato il gruppo italiano della Contact International, di cui è stato il responsabile fino al 1972, anno in cui il CUN si è qualificato come Centro Unico Italiano di ricerca. Il suo primo libro, Dossier UFO, è pubblicato da edizioni Mediterranee (1980).



Via Terme, 51 - 35041 BATTAGLIA TERME (PD)




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lunedì 26 giugno 2017

Mamma Maria: “Non è un caso chiuso, è mia figlia!”

Maria Pezzano, la mamma di Emanuela, scrive una lettera al vaticano dopo le dichiarazioni di Becciu
Eccellenza,
dopo avere letto le Sue dichiarazioni, voglio condividere con Lei il dolore che pulsa nel cuore di una madre ormai anziana. Risiedo in Vaticano, stavo ancora bevendo un caffè con il mio avvocato, quando le agenzie di stampa si sono scatenate con le sue durissime parole: «Per noi il caso è chiuso». Non era passata neanche un’ora da quando la mia famiglia aveva rivolto formalmente al Segretario di Stato la richiesta di vedere il fascicolo che riguarda Emanuela e il caso era già chiuso. Io attendo da 34 lunghi anni di sapere che cosa è successo a mia figlia e la Sua risposta è giunta dopo solo una manciata di minuti. La mia bambina, il «caso chiuso», non meritava neppure qualche ora di ponderata riflessione. E tantomeno una risposta.
Le ricordo, Eccellenza, che i casi degli scomparsi si chiudono solo in due modi: o con il ritrovamento in vita di chi è sparito o con l’accertamento della sua morte. Me lo dica, allora, Eccellenza, come si è chiuso il caso di mia figlia. Perché se per Lei il caso è chiuso, allora di certo sa cosa è accaduto a Emanuela. Mi dica dove si trova mia figlia, Eccellenza, se Lei sa che è viva. Mi dica dov’è adesso, perché voglio andare subito a riabbracciarla. Attendo da troppo tempo questo momento.
Pezzano caso chiuso
Maria Pezzano mamma di Emanuela
Se invece Lei sa che Emanuela non c’è più, allora, Eccellenza, mi dica dove sono i suoi resti. Mi dica dove posso trovare la tomba della mia bambina. Sono sua madre, io l’ho partorita, l’ho allevata, l’ho vista crescere e poi sparire ancora prima che diventasse donna. Me lo dica, Eccellenza, dov’è sepolta Emanuela, vorrei portarle un fiore. Ogni giorno, vorrei ricoprirla di fiori. Ma se non ha risposte da darmi, allora, Eccellenza, il caso non è affatto chiuso; è ancora aperto. Dunque, la Sua frettolosa risposta è diplomatica? Invece, la Sua coscienza, l’abito che porta e il ruolo che riveste, dovrebbero obbligarLa ad aiutarmi a trovare Emanuela. Dovrebbero obbligarLa a confortare una madre desolata, ad asciugare le sue lacrime e a prodigarsi per lenire il vuoto immenso che ha lasciato Emanuela in questa famiglia quel pomeriggio di 34 anni fa, quando è uscita per andare a scuola di musica e non è più tornata.
Emanuela Orlandi non è un «caso chiuso», è mia figlia. E io la cercherò finché il Signore mi terrà in vita.
emanuelaorlandi.altervista.org

lunedì 20 marzo 2017

La scottante verità di Ilaria Alpi

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Ilaria Alpi
La docufiction «Ilaria Alpi – L’ultimo viaggio» (visibile sul sito di Rai Tre) [1] getta luce, soprattutto grazie a prove scoperte dal giornalista Luigi Grimaldi, sull’omicidio della giornalista e del suo operatore Miran Hrovatin il 20 marzo 1994 a Mo-gadiscio. Furono assassinati, in un agguato organizzato dalla Cia con l’aiuto di Gladio e servizi segreti italiani, perché ave-vano scoperto un traffico di armi gestito dalla Cia attraverso la flotta della società Schifco, donata dalla Cooperazione ita-liana alla Somalia ufficialmente per la pesca.
In realtà, agli inizi degli anni Novanta, le navi della Shifco erano usate, in-sieme a navi della Lettonia, per trasportare armi Usa e rifiuti tossici anche radioattivi in Somalia e per rifornire di armi la Croazia in guerra contro la Jugoslavia. Anche se nella docu-fiction non se ne parla, risulta che una nave della Shifco, la 21 Oktoobar II (poi sotto bandiera panamense col nome di Urgull), si trovava il 10 aprile 1991 nel porto di Livorno dove era in corso una operazione segreta di trasbordo di armi Usa rientrate a Camp Darby dopo la guerra all’Iraq, e dove si con-sumò la tragedia della Moby Prince in cui morirono 140 per-sone.
Sul caso Alpi, dopo otto processi (con la condanna di un somalo ritenuto innocente dagli stessi genitori di Ilaria) e quattro commissioni parlamentari, sta venendo alla luce la verità, ossia ciò che Ilaria aveva scoperto e appuntato sui tac-cuini, fatti sparire dai servizi segreti. Una verità di scottante, drammatica attualità.
L’operazione «Restore Hope», lanciata nel dicembre 1992 in Somalia (paese di grande importanza geostrategica) dal presidente Bush, con l’assenso del neo-presidente Clinton, è stata la prima missione di «ingerenza umanitaria».
Con la stessa motivazione, ossia che occorre in-tervenire militarmente quando è in pericolo la sopravvivenza di un popolo, sono state lanciate le successive guerre Usa/Nato contro la Jugoslavia, l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria e altre operazioni come quelle nello Yemen e in Ucraina. Preparate e accompagnate, sotto la veste «umanita-ria», da attività segrete. Una inchiesta del New York Times [2] ha confermato l’esistenza di una rete inter-nazionale della Cia, che con aerei qatariani, giordani e sauditi fornisce ai «ribelli» in Siria, attraverso la Turchia, armi pro-venienti anche dalla Croazia, che restituisce così alla Cia il «favore» ricevuto negli anni Novanta.
Quando il 29 maggio scorso il quotidiano turco Cumhuriyet ha pubblicato un video che mostra il transito di tali armi attraverso la Turchia, il pre-sidente Erdogan ha dichiarato che il direttore del giornale pa-gherà «un prezzo pesante».
Ventun anni fa Ilaria Alpi pagò con la vita il tentativo di dimostrare che la realtà della guerra non è solo quella che viene fatta apparire ai nostri occhi. Da allora la guerra è divenuta sempre più «coperta». Lo conferma un servizio del New York Times [3] sulla «Team 6», unità supersegreta del Comando Usa per le operazioni speciali, incaricata delle «uccisioni silenziose». I suoi specia-listi «hanno tramato azioni mortali da basi segrete sui calan-chi della Somalia, in Afghanistan si sono impegnati in com-battimenti così ravvicinati da ritornare imbevuti di sangue non loro», uccidendo anche con «primitivi tomahawks». Usando «stazioni di spionaggio in tutto il mondo», camuffan-dosi da «impiegati civili di compagnie o funzionari di amba-sciate», seguono coloro che «gli Stati uniti vogliono uccidere o catturare».
La «Team 6» è divenuta «una macchina globale di caccia all’uomo». I killer di Ilaria Alpi sono oggi ancora più potenti.
Ma la verità è dura da uccidere.

sabato 17 dicembre 2016

USA coinvolti nel caso Pelizza fin dal settembre del 1976: fu Henry Kissinger a dare l’OK - di Rino Di Stefano

Questa volta è ufficiale: è dal settembre del 1976 che il governo degli Stati Uniti è coinvolto nel caso della macchina che annichilisce la materia. Risale infatti a quel periodo il contatto che il Dipartimento di Stato di Washington ha stabilito con Rolando Pelizza, l’uomo che sostiene di gestire la macchina che avrebbe ereditato da Ettore Majorana, lo scienziato scomparso nel nulla nel 1938. I documenti segreti che provano il coinvolgimento degli USA in questa storia, sono stati diffusi dal sito WikiLeaks di Julian Assange e sono tre, tutti con oggetto “Possibile generatore ad alta energia”.
Il primo risale a venerdì 17 settembre 1976, è stato protocollato con la sigla Secret Rome 15277,  ed è stato inviato alle ore 16,26 dall’Ambasciata di Roma al Dipartimento di Stato a Washington. Il testo è firmato da Robert M. Beaudry, vice capo della missione diplomatica in Italia dal 1973 al 1977.
Il secondo messaggio, forse il più importante, è di sabato 25 settembre 1976, protocollo Secret State 239073, ed è stato spedito alle ore 14,50 dal Dipartimento di Stato di Washington all’Ambasciata di Roma. Contiene una sola nota in tre punti e la firma è di Henry Kissinger, Segretario di Stato dal 1973 al 1977.
Il logo del Dipartimento di Stato degli USAIl terzo documento, infine, è di mercoledì 29 settembre 1976, protocollo Secret Rome 15909, ed è stato inviato alle ore 15,05 dall’Ambasciata di Roma al Dipartimento di Stato. In questo caso, dovendo rispondere direttamente ad un’autorità come Kissinger, la firma del testo è di John A. Volpe, il figlio di immigrati abruzzesi che divenne ambasciatore degli Stati Uniti a Roma dal 1973 al 1977.
In effetti, si sapeva già dell’interessamento degli americani verso la misteriosa macchina di Pelizza. Nell’ampio archivio dove si trova tutta la documentazione sul controverso personaggio bresciano, c’è anche la fitta corrispondenza che venne intrattenuta nel 1976 tra il suo gruppo e i diplomatici dell’Ambasciata USA a Roma, oltre ad eminenti funzionari del Dipartimento di Stato a Washington. Fino ad oggi, però, non esisteva alcun documento segreto ufficiale inerente l’interessamento del governo degli Stati Uniti su questa questione. Né, tantomeno, si poteva ipotizzare un intervento diretto di Kissinger sul caso Pelizza. WikiLeaks, a quanto pare, ha svelato una verità che tutti, fino ad oggi, ignoravano.
Ma vediamo che cosa contengono questi documenti. Il primo, quello del 17 settembre 1976, traccia un riepilogo di quanto è accaduto, raccontando come è avvenuto il contatto tra le persone aderenti il gruppo di Pelizza e l’Ambasciata USA di via Veneto. Quello che segue è il testo, tradotto in italiano.
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R 171626Z AEP 76
FM AMEMBASSY ROME
TO SECSTATE WASHDC 0046
SEGRETO ROMA 15277
TAGS: ENRG
OGGETTO: POSSIBILE GENERATORE DI ALTA ENERGIA
  1. Massimo Pugliese, tenente colonnello del SIDSommario: Lo scopo di questo telegramma è di informarvi su un potenzialmente importante strumento energetico con Dao, Pol/Mil e Sci che è stato investigato negli ultimi due mesi.
  2. Nel luglio 1976 il consulente scientifico [Prof. John B. Louis Manniello, n.d.r.] è stato avvicinato dal Dr. Lorenzo Gorini, il quale ha dichiarato che egli conosceva un gruppo di scienziati (di nazionalità sconosciuta) che avevano inventato un metodo pratico per generare energia con una quantità maggiore di quella nucleare. Egli ha proposto che il consulente scientifico si incontri con uno dei suoi colleghi che hanno un contatto diretto con il gruppo.
  3. Il consulente scientifico ha visto un filmato video con una dimostrazione della macchina che sembra essere approssimativamente 30x18x24 pollici [75x45x60 cm, n.d.r.] con una protuberanza simile ad un obiettivo fotografico. Un solido cilindro di ferro è stato quindi posizionato, come bersaglio, di circa 2x8 pollici [5x20 cm, n.d.r.] a circa 50 piedi [circa 15 metri, n.d.r.] dalla macchina. A quel punto si è sentito un ronzio, è apparso un piccolo sbuffo di fumo bianco e istantaneamente il campione di ferro si è sciolto. La distruzione di altri materiali è stata dimostrata nello stesso modo.
SEGRETO
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  1. L’Ambasciata ha stabilito che il servizio segreto dell’USAF (AFIN) fornisse campioni che dovrebbero essere consegnati per eseguire prove controllate. Conseguentemente, la Divisione per le Tecnologie Straniere dell’Aeronautica, ha fornito campioni di vari materiali quali vetro, tegole, ferro, eccetera. Un fisico dell’Aeronautica e il consigliere scientifico hanno fatto osservare che la videocassetta dell’esame era davvero impressionante.  Il video tape, i campioni e la proposta di contratto sono stati allora inviati alla AFIN di  Washington per essere esaminati. La proposta di contratto essenzialmente chiedeva 20 milioni di dollari per un deposito in buona fede in una banca nazionale per un test controllato, un test completamente gestito da nostre specifiche che dovrebbe essere completamente soddisfacente per gli osservatori americani, essendo un catalizzatore per un coinvolgimento teso a creare una società da qualche parte tra la Svizzera e l’Italia per progettare la macchina, nell’ambito di un sistema di produzione.
  2. Un rapporto iniziale della AFIN indica che il sistema non sembra fraudolento. Recentemente, comunque, ulteriori rapporti hanno alternato entusiastico interesse e disappunto.
  3. Il consigliere scientifico ha incontrato il dr. Massimo Pugliese e il dr. Pelizza (SP) (un membro tecnico del gruppo) [nel testo il nome è stato storpiato in Pellizzia, n.d.r.] il 16 Settembre per trasmettere la richiesta urgente della AFIN del 15 Settembre, allo scopo di permettere a quattro osservatori americani di assistere ad un singolo test dal vivo con materiali forniti dagli americani stessi. Tale test, se considerato soddisfacente, avrebbe come risultato l’inizio di negoziazioni contrattuali, ma non il completo coinvolgimento del gruppo proposto nell’originale offerta contrattuale.
  4. Commento: Chiaramente la buona fede di questa macchina non è stata ancora stabilita. Ma la disponibilità espressa dal gruppo di permettere agli osservatori americani, con materiali forniti dagli americani stessi per gli esperimenti, di partecipare ad un test dal vivo, suggerisce che la questione meriti una seria considerazione. Senza il supporto di analisi spettrografiche o di esami di laboratorio di qualsiasi tipo, noi crediamo che un sistema come questo potrebbe essere basato su una tecnologia di fasci di particelle cariche come quella del fascio di idrogeno negativo che è stata sviluppata a Los Alamos, oppure il fascio di protoni generato da un acceleratore autorisonante, come quello sviluppato dalla Austin Associates. Un’altra tecnica potrebbe essere l’uso di una tecnologia derivata da un acceleratore di particelle per produrre fasci di alta energia pesantemente ionizzata. Dovrebbe essere provato in segretezza che si tratti di qualsiasi cosa di sostanzioso.
SEGRETO
Pagina 03 Roma 15277 171850Z
Le prestazioni di questa invenzione potrebbero essere ovviamente significative nelle implicazioni della politica estera (e del settore militare). OES (1) potrebbe volere, insieme con P/M, di combinare incontri appropriati attraverso il direttore dell’Intelligence dell’Aviazione americana. Beaudry
SEGRETO  
(1) Bureau of Oceans and International Enviromental and Scientific Affairs (Ufficio degli Oceani e degli Affari Ambientali e Scientifici Internazionali n.d.r.)

Margaret P. Grafeld declassified/Released US Department of State EO Systematic review 04 MAY 2006    
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Come si può notare, l’interesse degli americani verso il progetto italiano è notevole, pur con tutte le precauzioni del caso. In questo frangente, comunque, il loro interlocutore è il dottor Massimo Pugliese, tenente colonnello del SID (Servizio Informazioni Difesa, dal 1966 al 1977 il servizio segreto italiano che ha sostituito il Servizio Informazioni Forze Armate) e socio di Pelizza nella società Transpraesa, con sede a Vaduz, nel Lienchestein. Per inciso, ancora oggi Pelizza sostiene di non essere stato al corrente delle richieste economiche presentate da Pugliese agli USA.
Beaudry, il vice capo della missione diplomatica americana a Roma, in questo messaggio cerca di fornire ai suoi superiori un quadro dell’intera storia, pur riservandosi tutte le verifiche del caso. Di certo, però, non si aspettava una risposta come quella che gli arrivò alcuni giorni dopo, il 25 settembre 1976.
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Henry Kissinger, Segretario di Stato USA dal 1973 al 1977SEGRETO
Pagina 01  Stato 239073
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R 251450Z SEP 76
FM SECSTATE WASHDC
TO AMEMBASSY ROME
SECRETSTATE 239073
LIMDIS
TAGS: ENRG, IT
OGGETTO: POSSIBILE GENERATORE DI ALTA ENERGIA
Reg: F: Roma 15277
  1. Le Agenzie di Washington stanno seriamente affrontando il problema e aspettano di sviluppare una linea d’azione a breve, entro le prossime settimane, possibilmente anche prima. Manterremo l’Ambasciata informata.
  2. Per favore, ricostruite l’intera storia includendo ulteriori nomi, affiliazioni e rapporti via cavo.
  3. Per favore, trasmettete tutte le future comunicazioni almeno Limdis (1).
Kissinger
SEGRETO
(1) Limited Distribution Only (Soltanto distribuzione ristretta, n.d.r.)
Margaret P. Grafeld declassified/Released US Department of State EO Systematic review 04 MAY 2006
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Kissinger, allora potentissimo Segretario di Stato, aveva preso in mano la situazione conferendole un credito che neppure i funzionari dell’Ambasciata immaginavano. E adesso chiedeva ai suoi sottoposti di fornirgli un riassunto della storia, per valutarlo meglio. La risposta arriva  nel giro di quattro giorni, a firma dell’ambasciatore John A. Volpe.
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L'ambasciatore USA John A. VolpeSEGRETO
Pagina 01 Roma 15909 291742Z
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R 291 505Z SEP 76
FM AMEAMBASSY ROME
TO SECSTATE WASHDC 0232
SEGRETO ROMA 15909
LIMDIS
E.O. 11652: GDS
TAGS: ENRG, IT
OGGETTO: POSSIBILE GENERATORE DI ALTA ENERGIA
REF: (A) ROMA 15277; (B) STATO 239073
  1. Segue un riassunto dell’intera storia.
  2. Nel Luglio del 1976 i dottori Lorenzo Gorini e Massimo Pugliese (di nazionalità italiana) hanno avvisato il consigliere scientifico di una presunta maggiore scoperta nel generare e trasmettere energia. Il consigliere scientifico ha visto un video tape del sistema in azione. Successivamente, un video tape di un test eseguito con campioni forniti dalla AFIN, è stato visto con un fisico. Il video tape, con la proposta di un contratto e i campioni, è stato dunque inviato alla AFIN. Rapporti provenienti da Washington variavano dall’accettazione di una dirompente scoperta tecnologica fino all’asserzione di una frode. A metà settembre l’AFIN ha richiesto di poter partecipare ad un test dal vivo con la presenza di quattro osservatori americani. I dottori Gorini e Pugliese hanno dato il loro assenso, ma il protagonista dell’esperimento non lo ha fatto. Invece, essi hanno proposto, attraverso un responsabile tecnico, di avere un impegno scritto preliminare da parte dei soggetti americani, nel quale si esternasse la più completa soddisfazione circa i risultati del test da parte dei quattro osservatori. Mentre l’AF stava considerando quest’azione, i protagonisti di questa storia hanno acquisito i servizi di Matthew Tutino, in passato Vice presidente esecutivo della Exim Bank, per rappresentarli a Washington. Il signor Tutino ha ricevuto istruzioni per offrire opportunità da parte degli Stati Uniti per una dimostrazione dal vivo in segreto.

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CIRCA LA DISTRUZIONE DI UN SATELLITE, DI UN CARRO ARMATO E/O ANIMALI IN MOVIMENTO
Così come qualunque esperimento effettuato sotto controllo, nessuna risposta è stata ricevuta fino ad oggi. Il 27 Settembre due esponenti finanziari del Gruppo hanno visitato il consigliere scientifico con lo scopo di ottenere l’impegno che quel sistema non sarebbe stato usato per lo sviluppo di armi. In questo caso, i due interlocutori erano Pietro Panetta, un italiano [nel testo il nome è stato storpiato in Paretta n.d.,r.], e Silvano Lesdi, uno svizzero. Essi hanno accettato la dichiarazione da parte del consigliere scientifico che egli non potrebbe coinvolgere gli Stati Uniti in questo o qualunque altro aspetto della proposta.
  1. Commento: l’Ambasciata si prepara a continuare con il presente ruolo, eventualmente modificandolo o chiudendolo in accordo con le istruzioni che perverranno dal Dipartimento. Volpe.

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Margaret P. Grafeld declassified/Released US Department of State EO Systematic review 04 MAY 2006
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Affinché si capisca di che cosa si sta parlando, occorre sapere che gli Stati Uniti avevano chiesto a Pelizza di dimostrare il funzionamento della sua macchina abbattendo uno dei loro satelliti geostazionari che venivano meno usati. A questo proposito, gli americani avevano fornito la seguente tabella, nella quale c’erano i dati identificativi dei possibili obiettivi.

Satellite
Orbit
Status
1270 nm circularOperative
2450 nm circularOperative
3Synchronous Equatorial 85° +/– 1° WPartially operative
4Synchronous Equatorial 100° +\– 1° WOperative
5Synchronous Equatorial 23° +\– 1° WOperative

Tuttavia, Pelizza non aveva alcuna intenzione di prestarsi a questa dimostrazione, in quanto, a suo modo di vedere, una simile prova avrebbe dimostrato l’efficienza della sua macchina come arma militare. Egli, dunque, si oppose e quell’esperimento non venne mai effettuato. A prescindere da questo, le lettere in nostro possesso dimostrano come l’interesse degli Stati Uniti verso la macchina di Pelizza fosse quanto mai concreto. Vediamo, ad esempio, quanto scrisse il 18 settembre 1976 il professor John B. Louis Manniello a Massimo Pugliese.
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18 Settembre 1976
Dr. Massimo Pugliese
Via Cesare Ferrero di Cabiano, 82
Roma
Caro Dr. Pugliese,
a conclusione dell’incontro del 17 Settembre 1976, nel quale il rappresentante del Governo degli Stati Uniti, Mr. Matthew Tutino, era presente, noi confermiamo l’interesse del Governo degli Stati Uniti per l’acquisizione del sistema che voi avete proposto.
Mr. Tutino ritorna a Washington, D.C., oggi stesso e riferirà a Washington la posizione e le richieste del vostro gruppo. Egli farà del suo meglio per negoziare un accordo e facilitare le conclusioni di una comprensione per il beneficio di entrambe le parti.
Noi comprendiamo l’urgenza del progetto e procederemo con priorità e la massima urgenza.
Sinceramente,
John B. Louis Manniello
Consulente dell’Ambasciata per
gli Affari Scientifici e Tecnologici
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Ma Tutino aveva realmente l’autorità conferita dal suo governo per negoziate con gli italiani? Secondo la prossima lettera, proveniente da Robert N. Parker, Direttore del Defense Research and Engineering di Washington (Ricerca e Ingegneria della Difesa), pare proprio di sì.
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30 Settembre 1976
Dr. Matthew E. Tutino
141 Deer Ridge Road
Basing Ridge, New Yersey 07920
Caro Dr. Tutino:
Dalle nostre discussioni delle scorse settimane, noi concordiamo che il gruppo in questione possa avere qualcosa di valore. Noi siamo d’accordo sull’idea di condurre un test così come abbiamo discusso e siamo preparati a fornirvi i dati richiesti che noi crediamo possano rendere questi esami possibili.
Dopo aver fatto questo, e se il test venisse giudicato di successo, noi saremo pronti a sederci ad un tavolo e attivare trattative significative.
Sinceramente,
Robert N. Parker
Acting Director of Defense
Research and Engineering
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Le trattative con il gruppo di Pelizza continuarono, a fasi alterne, per un pezzo e, alla fine, interferirono con le elezioni presidenziali USA che il 2 Novembre 1976 videro soccombere Gerald Ford di fronte al georgiano Jimmy Carter. A quel punto, anche il rappresentante di Ford nella vicenda Pelizza dovette lasciare. Ed ecco dunque che cosa scrisse Mattew E. Tutino a Pugliese in data 26 Novembre 1976, in risposta ad una sua lettera dello stesso giorno.
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Matthew E. Tutino26 Novembre 1976
Dr. Massimo Pugliese
Via Tevere, 19
Roma, Italia
Caro Dr. Pugliese,
le scrivo in risposta alla sua lettera del 26 Novembre 1976. Dopo un’accurata valutazione della vostra proposta, vorrei informarvi che accetto la vostra proposta alla seguente condizione: come lei sa, prima del settembre 1976 io ero alle dipendenze del Governo Americano e del Presidente Ford. A causa del risultato delle recenti elezioni degli Stati Uniti, se io dovessi tornare al servizio del governo, non potrei più essere nella posizione di continuare le sopracitate negoziazioni a causa di un possibile conflitto di interesse. In questa circostanza, richiedo il suo consenso per essere sostituito dal Dr. Lorenzo Gorini – Via Ferrero di Cambiano 82, Roma, Italia, con il potere di procuratore che voi mi avete accordato, in modo che egli possa continuare la negoziazione e la rappresentanza nell’interesse della Transpraesa. Questo atto vi garantirà l’integrità del vostro progetto senza ritardi.
Per favore, firmi una copia di questa lettera, indicandomi così la vostra accettazione e accordo, e rispeditemela.
Sinceramente suo,
Matthew E. Tutino
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Il significato di questa lettera è che, dopo la caduta di Ford, Pugliese e Pelizza avevano chiesto a Tutino di rappresentare la loro società a Washington. Egli, però, pensando di rientrare al servizio del governo, e quindi di potersi trovare in una posizione conflittuale difendendo gli interessi del gruppo italiano, declina elegantemente l’invito, offrendo al suo posto Lorenzo Gorini.
Da questo momento, però, non abbiamo più traccia dell’esito che presero le trattative. Non ci sono documenti e nemmeno lettere che possano dimostrare il risultato degli eventuali accordi, sempre che ci siano stati. Tutto quello che sappiamo, quindi, è soltanto che gli Stati Uniti intervennero al loro più alto livello nel caso Pelizza fin dal settembre 1976. Non è detto, comunque, che altre nuove prove non possano saltar fuori, dimostrando quale sia stato il ruolo segreto degli Stati Uniti in questa incredibile storia nel corso degli ultimi quarant’anni.
PDF IconTELEGRAMMA DI ROBERT M. BEAUDRY DELL'AMBASCIATA USA A ROMA PER IL DIPARTIMENTO DI STATO A WASHINGTON (17 SETTEMBRE 1976) [PDF – 140 KB]
PDF IconRISPOSTA DI HENRY KISSINGER, SEGRETARIO DI STATO, ALL'AMBASCIATA DI ROMA (25 SETTEMBRE 1976) [PDF – 141 KB]
PDF IconTELEGRAMMA DI JOHN A. VOLPE, AMBASCIATORE USA A ROMA, PER IL DIPARTIMENTO DI STATO A WASHINGTON (29 SETTEMBRE 1976)[PDF – 137 KB]
PDF IconLETTERA DI JOHN B. LOUIS MANNIELLO A MASSIMO PUGLIESE (18 SETTEMBRE 1976) [PDF – 1,29 MB]
PDF IconLETTERA DI ROBERT N. PARKER A MATTHEW E. TUTINO (30 SETTEMBRE 1976) [PDF – 1,32 MB]
PDF IconLETTERA DI MATTHEW E. TUTINO A MASSIMO PUGLIESE (26 NOVEMBRE 1976) [PDF – 2,02 MB]

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Fonte: 
www.rinodistefano.com