mercoledì 23 marzo 2011

Egitto: luoghi comuni e slogan vuoti per il sogno di un popolo

La dinamica della disintegrazione economica mondiale ha scatenato una serie di avvenimenti che hanno lasciato perplessi molti osservatori politici. O, almeno, questo è quanto vogliono far credere i principali mass media. Ma, la realtà è piuttosto diversa.

Una reazione popolare contro le dittature e i dittatori sostenuti dagli Stati Uniti è stata prevista dall'11 settembre, ha dichiarato Zbigniew Brzezinski, fondatore della Commissione Trilaterale e membro del Bilderberg Club, durante una conferenza alla MIT University (Massachusetts Institute of Technology, N.d.E.) qualche mese fa. Si tratta di un "risveglio politico globale, nel quale le masse del mondo (principalmente i giovani educati, sfruttati e impoveriti del Terzo Mondo) si sono accorte della loro sottomissione, disuguaglianza, sfruttamento e oppressione". Questo "risveglio" è in gran parte determinato dalla rivoluzione dell'informazione, la tecnologia e la comunicazione, ma principalmente dall'influenza di internet e le reti sociali. Brzezinski aveva individuato proprio questo "risveglio" come la più grande minaccia per gli interessi delle élite globali.
Così come l'impatto economico va in profondità e che gli effetti collaterali della crisi si diventano evidenti in vista del collasso della civiltà, il mondo dei bianchi dovrà rinegoziare i suoi diritti per portare avanti un modello di vita che ormai non può permettersi.


Vi posso assicurare che più del 90% di ciò che sta avvenendo in Africa non viene raccontato sui mass media occidentali, nemmeno si sa. L'Africa, così some raccontavo quattro anni fa nel mio libro I Signori delle Ombre, sarà lo scenario principale e il punto scatenante del seguente atto. E' semplicemente inevitabile. Nel mio periodo in Africa, a metà degli anni 90, 32 dei 53 paesi africani hanno subito conflitti bellici violenti. Oggi i conflitti bellici colpiscono il Ruanda, Sierra Leone, Sudan, Gabon, Nigeria, Etiopia, Eritrea, Somalia, Uganda, Burundi, Mali, Congo, Repubblica Democratica del Congo, Mauritana, Angola, Guinea Equatoriale, Liberia, Santo Tomè e Principe, Ciad, Zimbabwe, e adesso Tunisia, Egitto, Algeria e prossimamente Marocco e Libia. I segnali sono chiari.

Mubarak è caduto e le potenze occidentali- Stati Uniti, Francia e Regno Unito ci sono dentro fino alla testa nelle operazioni clandestine in Egitto. Inoltre, si stanno posizionando per prendere ilcontrollo, o meglio, per la nuova sfera d' influenza nel paese. Miliardi di dollari in aiuti umanitari sono destinati all'Egitto e altri paesi del Nord Africa attraverso le agenzie non governative, principalmente statunitensi per "preparare la strada verso la democrazia ed il governo legittimo eletto dal popolo". Luoghi comuni e slogan vuoti.

In Egitto, l'organizzazione che opera come facciata e nel nome del Dipartimento di Stato nordamericano, 'è la National Endowment for Democracy ed il suo progetto di punta- il Project Democracy. Sono il volto visibile e gentile dei cambiamenti nel paese. "Il popolo lo desidera", è il titolo di tutti i mass media. Quante atrocità i dittatori hanno commesso nel corso degli anni nel nome del popolo? Quanti milioni sono spariti nei GULAG sovietici nell'epoca di Stalin, nel nome del sacro popolo?

Il Fondo Nazionale per la Democrazia (NED) è creato attraverso finanziamenti dal Congresso statunitense per il "Project Democracy", un progetto Top Secret con un obiettivo ben definito: indebolire qualunque e tutti i governi del mondo i cui interessi non coincidono con gli interessi a lungo termine dichiarati pubblicamente dal governo degli Stati Uniti. La NED partecipa attivamente in Tunisia, Egitto e Algeria. 

La NED è stata creata dall'amministrazione Reagan dopo che vennero alla luce le prove del ruolo della CIA nel finanziamento illegale per rovesciare i governi stranieri. Il ruolo della NED è quello di aiutare a rovesciare i regimi ostili agli interessi statunitensi, ma in modo aperto e sotto il logo di "promozione della democrazia".

Non vi confondente. Il pericolo maggiore per un futuro migliore in Egitto è adesso, proprio con la caduta di Mubarak. Quella che popolarmente viene chiamata "fase di transizione" in Tunisia e in Egitto viene utilizzata per guadagnare tempo con lo scopo di fare tre cose. Il primo obiettivo è di spezzare ed eventualmente rompere le rivendicazioni della massa sociale. Il secondo obiettivo è di lavorare per preservare le politiche economiche neo-liberali, che vengono usate per sovvertire il sistema politico, e per stringere la corda del debito estero. Per ultimo, il terzo motivo ed obiettivo è la preparazione della controrivoluzione.

I rischi sono sempre maggiori. Il popolo tunisino ed egiziano dovrebbero essere consci che il governo degli USA e dell'UE giocano su due fronti. Così come il Bilderberg, scommettendo sempre su due candidati. Sostengono la controrivoluzione del vecchio regime, ma stanno anche lavorando per controllare dall'interno il legittimo movimento rivoluzionario. Negli anni 60, il governo nordamericano ha usato l'Institute for Policy Studies (IPS) capeggiato dallo spregevole Noam Chomsky per cooptare e rompere il movimento dei diritti civili che si era unito a Martin Luther King Jr. (mi sa che qui hai dato un salto sulla sedia…..)

Detto questo, la crisi in Egitto non può essere compresa, almeno che non si contestualizzi all'interno della disintegrazione del sistema finanziario globale. L'unica salvezza del mondo è la riorganizzazione del sistema finanziario mondiale. Altrimenti, quello che ci aspetta è la nuova età delle tenebre, l'età media del 1345, e la caduta delle banche Bardi e Peruzzi che ci ha portato come regalo la Peste Bubbonica che spazzò via un terzo della popolazione europea. 

La prima condizione per la salvezza è implementare negli USA la Glass-Streagall, eliminando nel percorso i 17 mila miliardi di dollari di debito speculativo e affondando la grande parte delle banche parassitarie come la Citibank, Chase Manhattan, Bank of America e JPMorgan. La seconda necessità è di ritornare al sistema di credito nazionale invece di continuare con l'idiozia del sistema monetario attuale che ci porta all'inferno.

Se sei sveglio non vuoi che il mondo sia governato da un sistema monetario. T'interessa avere Nazioni Stato che funzionano con un proprio sistema di credito, che sarà un sistema basato sulla propria moneta. Va sottolineato qui che la possibilità della creazione del debito produttivo, non inflazionistico, da parte dello Stato, è un punto che è espressamente dichiarato dalla Costituzione Statunitense e che fu escluso da Maastricht come metodo per determinare la politica economica e finanziaria.

Come ho spiegato al Presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, nel mio discorso a Praga lo scorso 8 gennaio, affinchè un paese sia forte esistono due condizioni:
  • 1-La concezione delle Repubbliche moderne Stato-Nazione sotto il Governo del Diritto Naturale 
  • 2-Il ruolo centrale nella promozione del progresso scientifico e tecnologico come obbligo per la Repubblica.
Il Diritto assoluto di una Repubblica sovrana Stato-Nazione a riaffermare la sua sovranità, sfidare le macchinazioni smisurate degli organismi sovranazionali, deriva dall'impegno di efficienza da parte dello Stato per promuovere il benessere generale. Nessun'altra istituzione concepita dall'uomo potrebbe sostituire funzioni speciali che  possono essere eseguite soltanto da uno Stato, sotto forma di leggi o fatti. Agire per cercare di annullare uno Stato di questo tipo è in se un crimine contro l'umanità. Cioè, annullare il Principio di Sovranità è spogliare le persone da tutti i loro vantaggi, di quella protezione che nessun'altra agenzia potrebbe dare, un atto indispensabile per assicurare a tutti i suoi cittadini il Diritto ad agire e vivere secondo la natura umana, non come quella di un gregge.

La superiorità dello stato-nazione su qualsiasi altra composizione sociale è stato l'impatto causato dalla lotta del sovrano dello stato-nazione basata sul principio di benessere generale. Questo fenomeno ha creato quelle condizioni sociali e fisiche che sono indispensabili per dare impulso alle scoperte scientifiche ed al progresso tecnologico. L'aumento della popolazione dai livelli visti nel XIV secolo fino ai livelli attuali non sarebbe stato possibile senza l' impatto prodotto da un mondo in libertà creato dall'apparizione di Stati Nazione, in almeno parecchi casi.

Guardate l'Egitto
Fino al 1982 l'Egitto era uno dei principali produttori mondiali di cereali. Adesso è uno degli ultimi! La maggior area di produzione di cereali in tutta l'Africa è il Sudan. Il Sudan, è sul punto di spaccarsi in due, a causa della politica britannica del dividi et impera. Ne abbiamo parlato qualche settimana fa.
Il potenziale africano è immenso. So che è difficile da credere, soprattutto quando il mondo africano si vede attraverso il cannocchiale dei mass media occidentali. Come si sviluppa il continente africano? Usando energia nucleare, unendo il continente attraverso i treni ad alta velocità. Si chiama sviluppo e progresso. Oggi, esistono vari progetti in atto: Congo /Ciad, Congo/Zaire/Ciad concentrandosi sulla rinascita del lago Ciad, con varie altre nazioni come l'Egitto che forniscono denaro e conoscenza. Il piano è di unire l'Africa con il Medio Oriente e l'Asia attraverso treni ad alta velocità. Con questi progetti di sviluppo, cambierà il volto del continente, ottenendo la libertà per tutti gli stati africani e rompendo l'egemonia degli europei nel continente nero.

Quello che stiamo vedendo in Egitto  non si risolve cambiando il presidente. Perché l'Egitto è semplicemente un barometro della crisi finanziaria mondiale per quanto i media e i governi occidentali dicano il contrario.
Quindi non si può parlare di crisi egiziana perché non esiste una crisi egiziana. 
Il problema e la crisi sono europei.

Ciò che è certo è che l'intero Maghreb, completo senza eccezioni è in un processo di disintegrazione. L'Africa, il Medio Oriente, l'Europa e la zona trans-atlantica è in caduta libera. Non è l'Egitto. E' la zona transatlantica completa.

Ripeto. La crisi non si risolve cambiando Mubarak. Così come quando il Titanic urta contro l'iceberg, cambiando il capitano, non si salva la nave. Sono problemi strutturali. Nel caso dell'Egitto, i problemi finanziari sono del mondo intero. Stiamo vivendo una disintegrazione finanziaria mondiale con il Magreb, che è semplicemente la scintilla. E' un problema della società moderna e degli sforzi da parte dell'Impero di mantenere gran parte dell'umanità sotto la soglia della povertà. I fortunati stomaci inservibili di David Rockefeller e Henry Kissinger. La fortunata massa sporca. Tu ed io. 

La crisi monetaria è un riflesso dell'insana imposizione di un processo di distruzione dell'economia fisica. Il motivo per il quale abbiamo una crisi di decomposizione non è la fluttuazione dei mercati finanziari. Il problema è che siamo in fase di iperinflazione: questo vuole dire che se si considera la quantità totale del denaro in circolazione e tolta la percentuale di quel denaro che corrisponde ad una realtà fisica si nota che la seconda (cioè il contante) si è ridotta quasi a zero. Ma questa non è la crisi! La crisi è la produzione fisica pro capite. Le risorse dalle quali dipende quella produzione stanno esaurendo.
Lo stiamo vedendo in Egitto. Ma ancora di più lo stiamo vedendo in Europa e negli USA.

Di Daniel Estulin
http://www.danielestulin.com/

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA 

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