Gli Stati Uniti, che parteciparono tardivamente alle due guerre mondiali e non subirono perdite sul proprio territorio, ne uscirono comunque vincitori. Eredi degli imperi europei, hanno elaborato un sistema di dominio attribuendosi il ruolo di “gendarmi del mondo”. Tuttavia la loro fragile egemonia non poteva resistere all’espansione delle grandi nazioni. Dal 2012 alcuni politologi cominciarono a parlare di «trappola di Tucidide», in analogia con la spiegazione dello stratega greco delle guerre fra Sparta e Atene: l’ascesa della Cina avrebbe reso inevitabile lo scontro con gli Stati Unit. Diventata la Cina la prima potenza economica mondiale e la Russia la prima potenza militare, Washington ha deciso di combatterle, prima l’una poi l’altra.
È questo il contesto in cui collocare la guerra in Ucraina. Washington presenta il conflitto come «aggressione russa», adotta sanzioni imponendole agli alleati. La prima spiegazione che viene in mente è che gli Stati Uniti, consapevoli di essere militarmente inferiori ma superiori economicamente, abbiano scelto il campo su cui combattere. L’analisi delle forze in gioco e delle misure adottate contraddice tuttavia quest’interpretazione.