venerdì 25 gennaio 2019

Caso Orlandi, perchè l'esponente della banda della Magliana De Pedis sepolto nella Chiesa di Sant'Apollinare?


Tra i misteri del caso Orlandi la sepoltura dell'esponente della banda della Magliana De Pedis nella chiesa di Sant'Apollinare, ultimo luogo in cui Emanuela fu vista.

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giovedì 24 gennaio 2019

Caso Orlandi, Avv. Sgrò: 'Fonti indicano la sepoltura del corpo di Emanuela in Vaticano'

L'Avv. Laura Sgrò afferma che alcune fonti e documenti indicano il Vaticano il luogo di sepoltura di Emanuela Orlandi

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mercoledì 23 gennaio 2019

Conflitto economico rovente: la lotta per i minerali delle terre rare


Proprio come [per] la corsa all’oro della California tra il 1848 e il 1855, il Klondike canadese dal 1896 al 1899 e quella dell’Australia occidentale degli anni ’90 del 1800, il mondo sta vivendo una frenesia per ottenere i diritti minerari alla ricerca dell’oro attuale, cioè i minerali delle terre rare. Utilizzati per componenti di batterie per veicoli elettrici, telefoni cellulari, televisori a schermo piatto, chiavette USB, macchine fotografiche, missili a guida di precisione, magneti industriali, turbine eoliche, pannelli solari e altri oggetti high-tech, i minerali delle terre rare sono diventati il tipo di materia prima ricercata, come lo erano uranio e plutonio erano durante l’inizio dell’era atomica.
I minerali delle terre rare non sono di facile pronuncia allo stesso modo dell’oro, dell’argento e del platino. Per esempio, l’ossido di ittrio e l’europio, mentre sembrano poco importanti, sono ciò che fornisce la tonalità rossa nei televisori a colori.
Le nazioni di tutto il mondo stanno lottando per garantirsi riserve contenenti minerali di terre rare. La Cina, dove attualmente si trova un terzo dei minerali di terre rate del pianeta, ha severamente limitato l’esportazione dei minerali ad alleati e competitori. Una delle più grandi riserve conosciute di terre rare è il giacimento di Bayan Obo, nella Mongolia Interna cinese.
Le restrizioni all’esportazione della Cina hanno messo in moto le nazioni in tutto il mondo per missioni di ricerca, al fine di garantirsi sia le riserve di minerali di terre rare conosciute, che quelle non sfruttate. Uno di questi filoni principali di minerali di terre rare è stato scoperto ad Est-Sud nell’Oceano Pacifico. Le stime indicano che la regione oceanica profonda contiene il doppio delle terre rare rispetto a quelle trovate in Cina.
Alcuni di questi giacimenti si trovano in zone sottomarine geologicamente attive, dove i condotti vulcanici del fondale profondo emettono minerali di terre rare dalle espulsioni di lava e gas caldi. La scoperta che la regione del Pacifico meridionale è ricca di terre rare ha condotto le nazioni europee, tra cui la Francia e la Gran Bretagna, le quali mantengono colonie nella zona, a rivendicare la loro influenza coloniale. La Francia, ad esempio, è reticente a concedere ulteriore autonomia o indipendenza alla Nuova Caledonia, dove è previsto un referendum per l’indipendenza l’8 novembre, alla Polinesia francese e a Wallis e Futuna. Allo stesso modo, la Gran Bretagna ha mostrato un rinnovato interesse per le Isole Pitcairn, dove continua a vivere una manciata di discendenti degli ammutinati dell’HMS Bounty.
Nel 2015, l’Australia ha represso l’autogoverno dell’isola di Norfolk, trasformando l’isola in una municipalità ibrida del Nuovo Galles del Sud e dell’Australian Capital Territory (n.d.T. Territorio della Capitale Australiana). La Nuova Zelanda ha posto il veto sulle ambizioni di due dei suoi “Stati associati” indipendenti – le Isole Cook e Niue – per la piena adesione alle Nazioni Unite. Per queste potenze coloniali, non importa ciò che si trova al di sopra del mare –le località insulari – ma cosa si trova sotto il mare, all’interno dei confini marittimi dei territori, e si tratta proprio dei minerali di terre rare.
Con lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, sono state scoperte riserve di terre rare in Groenlandia, un territorio “autonomo” della Danimarca. Le mosse del governo della Groenlandia per cercare l’indipendenza dalla Danimarca e permettere alle compagnie cinesi di estrarre minerali di terre rare hanno incontrato una dura opposizione da parte della Danimarca, degli Stati Uniti e della NATO.
Altri Paesi che possiedono depositi significativi di terre rare includono India, Russia, Vietnam, Malesia, Sudafrica, Australia, Canada, Brasile e Stati Uniti. Queste nazioni, così come la Cina, hanno tutte diversi livelli della necessaria forza politica, economica e militare per proteggere le loro riserve di terre rare.
Tuttavia, alcune nazioni in via di sviluppo, dove sono state scoperte terre rare, sono candidate allo sfruttamento spietato delle multinazionali, alcune sotto la direzione dei governi, per garantire i diritti esclusivi di estrazione mineraria. In effetti, la Toyota, che ha una stretta relazione con il governo giapponese, ha acquistato una miniera di terre rare in Vietnam per garantirsi tali diritti di esclusività.
Il Giappone potrebbe non doversi preoccupare del Vietnam come sua principale fonte di terre rare. All’inizio di quest’anno, un deposito di circa 16 milioni di tonnellate di ossidi minerali di terre rare è stato scoperto nei fanghi del fondale marino, situati a 1150 miglia a sud-est di Tokyo. Il deposito conteneva molte delle terre rare dalle quali dipende il settore dell’elettronica di consumo giapponese: l’ittrio, il disprosio, il terbio e l’europio.
In Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, la columbite-tantalite, un minerale utilizzato nella fabbricazione di chip semiconduttori, è un bene così richiesto, per il quale i signori della guerra rivali, alcuni agenti per conto di attori esterni, tra cui Ruanda, Uganda, Israele, Giappone, Cina e Stati Uniti si combattono l’un l’altro per il controllo dell’estrazione e dell’esportazione del minerale.
Il Rwanda Mines, Petroleum e Gas Board ha firmato un accordo nel 2017 con un’importante azienda giapponese per l’estrazione di terre rare, per la prospezione e l’estrazione di terre rare, oltre al tungsteno, in Ruanda. Tuttavia, il Presidente ruandese Paul Kagame è noto per aver sostenuto i ribelli Tutsi nella RDC (Repubblica Democratica del Congo), che sfruttano le miniere di terre rare nelle province del Kivu meridionale e settentrionale e inviano i minerali rubati in Ruanda. Ci sono stati tentativi di ridurre il commercio dei “minerali di conflitto” nella regione dei Grandi Laghi in Africa, ma è stato tutto inutile.
Attualmente, le imprese statunitensi e cinesi stanno muovendo una guerra per l’influenza politica ed economica per l’accesso alle riserve di litio, cassiterite e cobalto nella RDC.
Accanto alla RDC, nel Burundi devastato dalla guerra civile, è stata scoperta nel 2017 una “vena principale” di altissima qualità di minerali di terre rare. Il Burundi, che un tempo era una colonia tedesca, ha visto la tedesca Thyssen Krupp intervenire per sfruttare le risorse minerarie. Thyssen Krupp ha anche iniziato a costruire un impianto di lavorazione in Burundi. Il governo tedesco è stato attaccato da gruppi per i diritti umani che lo accusano di appoggiare l’impresa mineraria tedesca, nota come Progetto Gakara, anche se il Presidente del Burundi Pierre Nkurunziza è stato eletto in modo dubbio per un terzo mandato. I gruppi imprenditoriali tedeschi si sono opposti alla tesi, secondo cui se la Germania non estraesse le terre rare del Burundi, lo farebbe la Cina.
Il governo francese non sta concentrando solo le sue attività di estrazione di terre rare nella sua tradizionale sfera di influenza francofona in Africa – Marocco, Burkina Faso, Niger, Madagascar, Guinea – ma più lontano, compresa la ricerca di attività minerarie di joint venture in Kazakistan.
Negli Stati Uniti, il Pentagono ha riconosciuto l’importanza delle terre rare per scopi militari. Il Defense Logistic Agency’s Strategic Materials Department ha il compito di assicurare una fornitura continua di terre rare agli appaltatori della difesa degli Stati Uniti. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti tiene traccia delle scoperte e delle attività minerarie per le terre rare in tutto il mondo, grazie a un contributo costante di informazioni, provenienti dalla Central Intelligence Agency e dalla National Security Agency. L’amministrazione Trump si è mossa per rendere accessibili a società private le aree faunistiche federali, i parchi nazionali e altri territori degli Stati Uniti alla prospezione e all’estrazione di terre rare, con grande disappunto degli ambientalisti e delle amministrazioni tribali dei nativi americani.
Nella fretta di allentare la dipendenza dalle esportazioni di terre rare cinesi, che sono state in ogni caso limitate da Pechino, le nazioni e le aziende di tutto il mondo hanno messo in marcia una competizione spietata per acquisire una posizione dominante nel mercato delle terre rare. Ciò che sta al vertice dell’interesse dei raccoglitori di informazioni economiche, sono riferimenti in e-mail, videoconferenze, telefonate, fax e documenti finanziari a termini quali europio, terbio, disprosio, ittrio, samario e altre terre rare.
Poiché il mondo diventa più dipendente dall’high-tech e dall’ “Internet delle cose”, consistenti di computer, telefoni cellulari, elettrodomestici, televisori, sistemi di sicurezza, automobili, ecc., la guerra economica per il controllo dei minerali delle terre rare si intensificherà. Esiste l’estrema possibilità che il conflitto economico possa trasformarsi in conflitti a fuoco, come è già avvenuto nella RDC.
 Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

martedì 22 gennaio 2019

Angelo Mangano E L’Intreccio De Mauro, Mattei, Eni


Prosegue il racconto del  Questore Mangano e delle sue indagini sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro  

Al dottor Mangano, viene riferito confidenzialmente che il marchese siciliano Emanuele De Seta potrebbe essere a conoscenza di qualche fatto importante circa la vicenda del rapimento De Mauro. De Seta è spesso a Roma dove ha un'abitazione e il dottor Mangano decide di incontrarlo proprio nella capitale. Il funzionario crede che incontrandolo fuori dalla Sicilia e dal pesante clima omertoso che vi aleggia potrebbe aiutarlo nel farsi dare utili indicazioni sul rapimento del giornalista.

Prima dell'incontro, Mangano redige un appunto riservato del quale invia una copia alla Squadra Mobile di Palermo unitamente a quello successivo compilato pari data. Inoltre il 26 marzo 1971 copia dello stesso appunto fu fatto pervenire da Mangano all'onorevole Cattanei Presidente della Commissione Antimafia.- Copia del documento in questione è agli atti della Commissione Antimafia.

Roma, 10/11/1970 – "APPUNTO RISERVATO"
"Il noto avvocato Guarrasi durante la Guerra era Capitano dell'Autocentro in Libia. Rientrato in patria divenne aiutante di battaglia del generale Castellano in Sicilia, con il quale fece parte, poi della Commissione di Armistizio. Al termine della guerra divenne avvocato, consulente del principe Lanza di Trabia al quale fece fare una serie di errate operazioni.

Il Guarrasi politicamente in un primo tempo si portò con la lista di Vittorio Emanuele Orlando, poi con quella comunista, e quindi con quella del Partito Radicale. Successivamente divenne consigliere dell'On. Milazzo e fu l'artefice della nota "operazione Milazzo". Divenne molto amico di Gioia e Lima.

Al tempo dell'armistizio il Guarrasi unitamente al resto della Commissione, sostò ad Algeri per circa sei mesi e durante tale periodo ebbe la possibilità di conoscere tale Scampolino, del Servizio Segreto americano, addetto allo spionaggio militare. Lo Scampolino per tale ragione era in contatto con elementi mafiosi siciliani, i quali tramite il predetto Scampolino rimasero poi amici del Guarrasi.

Infatti quest'ultimo negli anni successivi, cioè dal 1944 al 1946, con molta frequenza riuniva nella sua abitazione i capi mafiosi siciliani tra cui il noto Genco Russo. Interruppe i rapporti con la mafia, almeno ufficialmente, soltanto negli anni in cui egli era divenuto comunista, per il cui partito fece notevoli operazioni finanziarie.

E' stato anche consocio di Guarnaschelli per il Casinò di Taormina. Fin dalla nascita dell'ENI divenne consulente di tale ente, carica che conserva tutt'ora; divenendo tra l'altro amico personale del Presidente Cefis.

E' consulente dell'Ente Minerario Siciliano, ed è naturalmente amico del Presidente Verzotto, nonché molto amico del rag. Buttafuoco. Mattei negli ultimi tempi aveva stretto amicizia con l'On.le D'Angelo, con il quale aveva preso accordi circa il programma dell'ENI in Sicilia, per cui, essendo il Guarrasi in contrasto con D'Angelo, era stato estromesso da Mattei dall'Ente. Il Guarrasi è ritornato poi in auge con L'ENI dopo che ha assunto la carica dell'Ente il dr Cefis.

E' ritenuto persona capace di commettere qualsiasi illegalità pur di raggiungere il proprio scopo. Capace anche di mettersi d'accordo con l'avversario del proprio cliente, senza scrupoli, mente tortuosa, intelligente ed opportunista. Non risulta che egli sia diventato proprietario di beni immobili dei Lanza di Trabia o che abbia fatto acquisti direttamente da questi ultimi."

Il 10 novembre 1970 Mangano incontra il Marchese De Seta a Roma; subito dopo redige il presente "appunto riservato", che unitamente al precedente sarà inviato alla Squadra Mobile di Palermo Copia del presente appunto Mangano la farà pervenire inoltre al Presidente della Commissione Antimafia Onorevole Cattanei il 26 marzo 1971. Il presente appunto così come quello sopra riportato è agli atti della Commissione Antimafia.

"Roma 10 novembre 1970 – APPUNTO RISERVATO"
"Da un colloquio odierno con il Marchese De Seta Emanuele si ha avuta la possibilità di confermare il contenuto dell'appunto precedente di pari data. Infatti il Guarrasi Consigliere d'Amministrazione del giornale L'ORA" di Palermo per circa una ventina di anni era legatissimo a Verzotto ed a La Cavera. Entrambi erano devotamente legati al primo che per la sua posizione stava al vertice del trio e manovrava a suo piacimento i primi due.

Il giorno successivo alla scomparsa del giornalista De Mauro, il sig. Giuggi Brucato telefono (segue numero utenza telefonica n. d. a) dell'abitazione e n. (segue numero utenza telefonica n. d. a.) della Galleria D'Arte di Palermo, parlando telefonicamente con il Marchese De Seta di tale sequestro alludeva al Guarrasi quale responsabile, senza però dare alcuna precisazione.

Il Verzotto era stato sistemato dal Guarrasi a presidente dell'Ente Minerario Siciliano, mentre La Cavera a Direttore generale della SOFIS, al tempo dell'Amministrazione Milazzo. (…). Il Guarrasi era anche amico del proprietario del Giornale di Sicilia Pirri, in quanto lo aveva sistemato quale Presidende della Bianchi Sicilia, società finanziata dalla SOFIS.

Il Guarrasi inoltre è socio con il Guardaschelli del Casinò di Taormina per il 10% ed è sempre stato legato al Guarcione eminentissimo mafioso, con il quale ha fatto importanti affari finanziari, tra cui una compravendita di circa trecento milioni da parte della "Meditteranea".

Il Buttafuoco era legato al Guarrasi in quanto entrambi avevano una particolare amicizia con il noto Salafia Emilio, ex campione olimpionico di scherma, che frequentemente alloggiava dal Guarrasi. Erano così stretti i legami di amicizia tra Guarrasi e Buttafuoco, che un giorno quest'ultimo ospitò nel tempo in cui era ricercata dalla Polizia la signora Ugonj cugina del Guarrasi, ospitalità sollecitata da parte di quest'ultimo. Altro legame era costituito dall'avvocato Pietro Allotta che si serviva come triburitarista di Buttafuoco e che nello stesso tempo era sostituto ed avvocato del Guarrasi. Il Guarrasi a sua volta ha sistemato il detto Allotta presso l'Ente Minerario Siciliano in qualità di consulente.

Il Guarrasi ha in atto un procedimento per bancarotta fraudolenta a Roma per il fallimento della "Mediterranea Assicurazioni"; altro procedimento pure per bancarotta fraudolenta è in corso di istruttoria a Palermo presso il giudice Chinnici in ordine al fallimento della società mineraria "La Valsasso" di Caltanissetta per un ammontare di sei miliardi di lire circa.

Il Buttafuoco tra il 1939 e il 1940 fu condannato per furto in danno di un consorzio, forse quello Agrario, alla pena di due anni di carcere che pare abbia scontato. Il La Cavera nei giorni del sequestro De Mauro se ne andò a Parigi, ufficialmente per una questione di pittura, giustificazione non ritenuta valida in quanto non è mai stato un esperto di pittura e non si è mai interessato a tale attività.

Guarrasi nella zona di Alcamo possiede la tenuta "Rapitalà", proprietà ereditata dal padre.
Tra il 1962 ed il 1966, l'ex giudice Vigneri istruì un procedimento penale a carico della zia di Guarrasi per stupefacenti, Il predetto magistrato, su vive sollecitazioni del Guarrasi ha assolto la donna affermando nella sentenza che essendo stata la predetta precedentemente intossicata, non aveva commesso il fatto con dolo. Subito dopo tale assoluzione il Guarrasi per riconoscenza ha immesso il Vigneri come socio nel "circolo della Vela". Inoltre negli anni successivi gli ha preparato su misura il concorso per L'Ente Minerario Siciliano, concorso fatto in maniera tale che il solo vincitore fosse il Vigneri. Si ritiene che detto Ente esplichi anche qualche attività poco chiara.

Come precedentemente accennato i due suddetti "rapporti"ovvero quello riguardante Vito Guarrasi e l'altro sulle dichiarazioni di De Seta furono da Mangano inviati alla Squadra Mobile di Palermo. Colpo di scena! I funzionari di Palermo asseriscono di non aver mai ricevuto quegli appunti da Mangano, oppure di non ricordare; qualcuno arrivò al punto di insinuare che Mangano si fosse inventato l'invio di quei documenti dei quali si trova solamente quello relativo a Antonino Buttafuoco inviato un mese prima e riportato nella precedente puntata.

Solo moltissimi anni dopo, ovvero nel 1988 durante le indagini sulla morte del Presidente dell'ENI Enrico Mattei e la scomparsa del Giornalista Mauro de Mauro, svolte dal sostituto Procuratore di Pavia dott. Vincenzo Calia i "rapporti" di Mangano vengono rinvenuti". Il mistero viene svelato dalla "Relazione conclusiva riguardante gli accertamenti svolti sul sequestro Mauro de Mauro avvenuto a Palermo il 16/9/1970": consegnata all'autorità giudiziaria nell'anno 2000, e che per la parte che riguarda l'argomento trattato è sotto riportata. Il contenuto completo di detta relazione trovasi nel link di cui alla nota (1).
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"Ulteriore azione depistante nell'ambito del "movente ENI/ Mattei" emerge dalle dichiarazioni rese a questa P.G. Da Angelo Mangano. Questi, nel 1970, era dirigente della Polizia Criminale del Ministero dell'Interno in servizio a Roma. Si era attivato per svolgere accertamenti sul sequestro De Mauro. L'alto dirigente ministeriale ha riferito a questa P.G. che le investigazioni da lui condotte, all'epoca del sequestro, lo avevano portato a ritenere che Mauro De Mauro era stato rapito ed ucciso per avere scoperto qualcosa di rilevante sulla morte non accidentale di Mattei. Inoltre, partendo da fonti confidenziali, aveva inviato alla Squadra Mobile di Palermo un appunto riservato, con il quale aveva attribuito la responsabilità del sequestro all' avvocato Vito Guarrasi, all'onorevole Graziano Verzotto (indicati anche quali responsabili della morte di Mattei), a Luciano Liggio e a Antonino Buttafuoco. Con tale appunto Mangano aveva sollecitato la Squadra Mobile ad eseguire degli accertamenti tendenti a verificare le confidenze ricevute su tali persone.

In merito il dott. Mangano ha riferito che "…queste ipotesi di investigazione non erano mai state prese in considerazione da Palermo. … è poi risultato che il documento, che evidentemente era scottante per le persone implicate, non era mai arrivato alla Squadra Mobile: almeno così avevano detto alla questura di Palermo. … Sul fatto che il documento era arrivato alla Squadra Mobile ne ho certezza anche perché qualche giorno dopo l'invio, avevo telefonato ad un funzionario di quel reparto, credo che fosse Bruno Contrada, ma sul punto non ho memoria certa, per chiedere se avevano provveduto ad interrogare una persona indicata nel mio appunto. Il funzionario aveva risposto evasivamente dicendomi che non avevano ancora avuto tempo e confermandomi così indirettamente che l'appunto lo avevano ricevuto. "Sulle affermazioni del questore Mangano va precisato che il documento da lui ricordato non è stato trovato nel fascicolo della Squadra Mobile, attentamente visionato presso la Questura di Palermo, ma è stato rinvenuto solo il 29/10/1998 agli atti in uno dei fascicoli dell'inchiesta parallela. Inoltre, la persona indicata nell'appunto riservato, tale Giuggi Brucato di Palermo (che aveva ricevuto delle confidenze secondo le quali Guarrasi poteva essere responsabile del sequestro De Mauro), non risulta essere mai stata effettivamente interrogata dalla polizia di Palermo".

Alla fine della relazione alla voce "conclusione" si legge:

"Il sequestro del giornalista Mauro De Mauro, alla luce del presente documento, deve essere virtualmente considerato risolto, sia sotto il profilo della causale – movente che per ciò che concerne il mandante. Non è un caso che questa polizia giudiziaria non abbia preso in considerazione le persone che materialmente hanno attuato il rapimento, pur in presenza di ampia documentazione in merito, perché non vi è alcun riscontro concreto, attendibile e utilizzabile. Del resto gli esecutori indicati dalle cronache (con qualche elemento oggettivamente valido) sono deceduti. Essi erano Luciano Leggio (detto Liggio), per i suoi collegamenti con Antonino Buttafuoco evidenziati dal questore Mangano…"

RELAZIONE CONCLUSIVA RIGUARDANTE GLI
ACCERTAMENTI SVOLTI SUL SEQUESTRO DI MAURO DE MAURO

di Carmrlo Carbone
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