lunedì 18 giugno 2018
domenica 17 giugno 2018
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sabato 16 giugno 2018
Il Papa con le Sette Sorelle. E manda Parolin al Bilderberg
All'incontro promosso da Bergoglio ci sarà Fink, cioè il capo del più grande fondo d'investimento del pianeta: un patrimonio gestito di 6,3 trilioni di dollari, conferma il "Corriere della Sera", pari al Pil di Francia e Spagna messe insieme, quasi tre volte il nostro debito pubblico. La "roccia nera" deve la sua fortuna alla gestione patrimoniale: fondi pensione, banche, Stati. E' anche il primo investitore straniero in Europa (e in Italia), azionista di peso in Deutsche Bank, Intesa SanPaolo, Bnp e Ing, senza contare altri settori chiave come energia, chimica, trasporti, agroalimentare, aeronautica e immobiliare. Il mega-fondo, scrive il "Fatto Quotidiano", ha messo gli occhi sul business dei sistemi pensionistici europei non ancora privatizzati: «Spinge la Commissione Ue a varare un piano di previdenza privata, poi gestisce il primo progetto pilota». Notare: BlackRock ha immediatamente dato un giudizio "negativo" sul nuovo governo italiano, provocando l'impennata dello spread favorita dalla Bce e poi subito frenata da Jp Morgan e Citigroup, colossi finanziari ritenuti più vicini a Trump, che ha schierato in Italia il fido Steve Bannon per aiutare Conte (e Savona) a superare lo "scoglio" Mattarella.
Gli altri invitati da Bergoglio nel "privato conciliabolo", aggiunge Blondet, sono Bob Dudley, numero uno della British Petroleum (fatturato, 240 miliardi di dollari) nonché Darren Woods di Exxon Mobil. «Incidentalmente, sono le due compagnie più inquinatrici della storia», scrive Blondet, avendo la Bp accettato di pagare 1,8miliardi di dollari per uno sversamento-monstre nel Golfo del Messico nel 2010, che ha distrutto l'attività della pesca in quel vasto tratto. «E della Exxon si ricorda il disastro della superpetroliera Exxon Valdez, 1989, che ha inquinato il mare dell'Alaska». Ma non è tutto: "El Papa" voleva riunirsi anche con Ben Van Beurden della Royal Dutch Shell" (che ha declinato), mentre ci sarà Eldar Sætre di Equinor, la petrolifera privatizzata parzialmente posseduta dal governo norvegese, e con lui lord John Browne, oggi presidente esecutivo della petrolifera L1 Energy. «E non mancherà – come poteva? – Ernest Moniz, già segretario all'energia sotto l'allora
Secondo Blondet, Papa Francesco – in accordo con clintoniani e obamiani – vorrebbe «depurare la Chiesa degli aspetti sacramentali e soprannaturalistici che ne impediscono la "fusione-acquisizione" col protestantesimo». Una fusione che produrrebbe «un "cristianesimo generico" funzionale all'ideologia globalista: umanitaria (nel senso degli "interventi umanitari"), moralistica (no alla "corruzione dei politici" – Mani Pulite nel Mondo, come propone il cardinal Maradiaga, braccio destro di Francesco), climatica e ambientalista». In altre parole, sempre secondo Blondet, la Chiesa verrebbe trasformata in una sorta di «super-Ong "umanitaria" dedita alla salvezza del pianeta e protettrice delle immigrazioni di massa pianificate, contro la sovranità di ogni Stato». Dalle scarne notizie filtrate, aggiunge Blondet, si apprende che a Roma i petrolieri non parleranno con Francesco solo di clima, ma anche di investimenti: «Il Papa, BlackRock e le grandi compagnie petrolifere si stanno sempre più concentrando sul cambiamento climatico», recita un comunicato ufficiale, «in quanto fonti di energia più pulite sono diventate più competitive, e la pressione del pubblico su questa tema sta crescendo».
Capito? Il primo fondo d'investimento del mondo – scrive Blondet – è pronto a saltare sulle energie alternative insieme alle Sette Sorelle, perché stanno diventando "competitive" sul piano economico, attraenti per i capitali liquidi americani. Questo richiede investimenti enormi di riconversione delle mega-infrastrutture, e un cambio di paradigma fra le popolazioni, «ossia una grande operazione di psico-propaganda che bolli l'uso del petrolio come immorale verso il pianeta». Dunque, dice ancora Blondet, gli investitori «devono assicurarsi che l'autorità morale per eccellenza faccia parte del piano, collabori con le Finestre di Overton che lorsignori apriranno, e cominci a predicare per le energie "pulite" (o sedicenti tali) e anatemizzare le "inquinanti" (o cosiddette: si veda l'improvvisa campagna occidentale conto il motore diesel)». A Francesco – chiosa Blondet,
A organizzare gli incontri è stata l'università di Notre Dame dell'Indiana, la cui "business school" sta promuovendo una "climate investing iniziative", che Blondet definisce «una iniziativa di investimento sul terrorismo climatico». Il direttore della business school, Leo Burke, non ha voluto commentare la riunione papale di cui pare essere stato il manovratore: con un'email, ha ricordato a Blondet che ogni incontro sull'energia che implica il Vaticano sarà un dialogo privato con gli invitati. «Esattamente la risposta che dà, da sempre, l'ufficio stampa del Bilderberg». Un portavoce Exxon ha invece risposto: la compagnia «spera che questo tipo di dialogo svilupperà soluzioni per la doppia sfida: gestire il rischio del cambiamento climatico e contemporaneamente soddisfare la domanda crescente di energia, che è essenziale per alleviare la povertà e migliorare gli standard di vita nel mondo in via di sviluppo». Ancora Blondet, ironico: «A tutti è nota l'ansia di Exxon per alleviare la povertà nel Terzo Mondo».
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venerdì 15 giugno 2018
Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 14 giu 2018
GIALLO PALME / IL LEADER DEL CAMBIAMENTO “DOVEVA MORIRE”
Olof Palme, un giallo mai risolto. L'assassinio del premier più 'innovativo' d'Europa resta ancora oggi un incredibile buco nero, nonostante i 32 anni trascorsi. E restano in piedi quelle piste massoniche legate ai "poteri forti" mai battute a sufficienza, nonostante la sterminata mole di lavoro – inutile – degli 007 svedesi.
Ecco cosa ha dichiarato, qualche mese fa, un criminologo di Stoccolma, Leif Gustav Willy Persson: "Probabilmente l'assassino di Olof Palme è ancora in vita e nel delitto potrebbero essere coinvolti la polizia o qualche esponente dell'esercito". Non ha mai creduto, Persson, nella colpevolezza del presunto assassino, un piccolo criminale di strada, quello che oggi definiremmo un 'balordo', Christer Pettersson.
E proprio Pettersson voleva incontrare il figlio del premeir ammazzato, Marten Palme, nel 2004, per "raccontare alcuni particolari del delitto". Ma l'incontro non potè mai avvenire, perchè due giorni dopo la conversazione telefonica il presunto assassino venne trovato con il cranio fracassato. I destini della vita.
E' invece conservato negli ormai strapolverosi faldoni giudiziari il testo di un messaggio, inviato tre giorni prima dell'assassinio del premier (28 febbraio 1986). A spedirlo nientemeno che il Venerabile Licio Gelli, il quale ragguagliava il confratello Philip Guarino su una novità: "Informa il nostro amico che la palma svedese verrà abbattuta". Più chiari di così, è il caso di dirlo, si muore.
Ma chi era mai Guarino? Un fedelissimo dell'entourage di George Bush senior e stretto collaboratore di Michael Leeden, l'eminenza grigia di tutti i servizi a stelle e strisce, negli ultimi anni anche ottimo amico di Marco Carrai, il braccio destro di Matteo Renzi.
Sul giallo Palme ha a lungo indagato il super giornalista d'inchiesta e scrittore svedese Stieg Larson, il quale aveva raccolto una montagna di documenti e con ogni probabilità si accingeva a scrivere un libro bomba: consegnò un voluminoso dossier alla polizia in grado di documentare i rapporti tra i servizi segreti e i presunti killer. Ma forse sbagliò indirizzo, visto che fu poi trovato morto, ovviamente per arresto cardiaco, in circostanze – come si suol dire – 'misteriose'.
Tutta la vicenda Palme è stata inquadrata in un contesto di conflitti tra massonerie internazionali da un esperto del tema, l'avvocato Gianfranco Carpeoro: si tratta di un cosiddetto "massone progressista", alla stregua di Gioele Magaldi, che un paio d'anni fa ha scritto una sorta di enciclopedia delle "Ur Lodges" che dominano nel mondo, espressione di quella "massoneria conservatrice" impersonata da Mario Draghi, Mario Monti & C. Tornata oggi di grande attualità, alla luce degli scontri per la nomina di Paolo Savona al ministero dell'Economia nell'esecutivo gialloverde.
Ricostruisce Carpeoro: "Olof Palme era il padre spirituale del welfare europeo, il sistema di diritti estesi su cui la sinistra moderna e riformista ha costruito il benessere dell'Unione europea nel dopoguerra: cioè quel sistema contro cui si batte strenuamente l'Unione europea del rigore e dell'austerithy".
Già impegnato nel movimento socialista europeo, Carpeoro ha partecipato in modo diretto a non pochi congressi del partito di Palme, il quale più di ogni altro rappresentava il volto del cambiamento possibile e per questo "doveva morire". Proprio come, in Italia, Aldo Moro.
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