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Il sito Wikileaks ha consegnato una serie di documenti militari riservati a tre mezzi di comunicazione (il New York Times, The Guardian e Der Spiegle) affinchè li esaminassero prima di pubblicarli.
Liberamente ispirato dal video The story of cosmetics (vedi a fondo articolo)
Aldo Agutoli
ROMA. Dopo il grande successo del video di come "vanno le cose", il progetto didattico e di denuncia "the stuff of things" raccontato da Annie Leonard per conto della Tides foundation & Funders workgroup for sustainable production and consumption, è la volta adesso della storia dei cosmetici, di quei prodotti cioè di cui nessuno può ormai fare a meno (non a caso sono sempre più venduti anche i prodotti "for men"). Ecco la nostra traduzione:
Questa è la storia del mondo ossessionato dalle cose. È la storia di un sistema in crisi. Stiamo buttando il pianeta nella spazzatura. Stiamo buttando noi stessi nella spazzatura e non ci stiamo neanche divertendo. La cosa buona è che quando iniziamo a capire il sistema iniziamo a trovare vari modi per intervenire e trasformare i problemi in soluzioni. Ma iniziamo dal principio. Posso dirvelo? Adoro il mio shampoo Panten Pro V. Di circa una dozzina di prodotti per la cura personale che uso ogni giorno è quello senza il quale non potrei vivere. Dice di dare ai miei capelli opachi "i riflessi per splendere".
Si parla di IPv6 da tanto tempo, eppure nel mondo occidentale assistiamo all'immobilismo più intransigente nonostante il mondo del software libero sia pronto già da molti anni alla transizione in maniera indolore.
Secondo stime recenti e dati alla mano, la IANA dovrebbe rimanere senza blocchi di indirizza da allocare nel marzo del 2011. I vari registri continentali andranno in esaurimento nel corso dell'anno o del successivo. Cosa ci resta, quindi? Secondo le stime migliori poco più di un anno prima dell'esaurimento completo degli indirizzi IPv4.