giovedì 14 marzo 2019

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 13 mar 2019


Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
Mehdi Nemmouche condamné à perpétuité
 

 
La dénomination de la Macédoine n'est toujours pas réglée
 

 
Sabotage du réseau électrique du Venezuela
 

 
Le Hezbollah, troisième victime de la guerre financière US
 

 
Pence a proposé de provoquer militairement la Russie
 

 
La chute d'al-Baghouz ne sera pas celle du terrorisme islamique
 

 
Israël impliqué aux côtés de l'Inde et du Pakistan
 

 
L'UE sanctionne 7 ministres syriens
 

 
Possible hausse du cours du pétrole
 

 
Juan Guaidó est accompagné par la sous-secrétaire d'État US
 

 
L'Onu assiste des mercenaires en Colombie contre le Venezuela
 

 
L'OIAC n'a pas observé d'usage d'armes prohibées par la Syrie
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Point de presse de Mike Pompeo sur le Venezuela
 

 
Message attribué à Abdelaziz Bouteflika prolongeant son mandat
 

 
« Sortez des traités, stupides ! »
 

 
« Faisons l'Europe comme il faut »
 

 
Commentaire US du rapport de l'OIAC sur l'utilisation d'armes chimiques à Douma
 

 
« Pour une Renaissance européenne »
 

 

« Horizons et débats », n°5, 4 mars 2019
La Conférence sur la sécurité de Munich 2019
Partenaires, 5 mars 2019

« Horizons et débats », n°4, 18 février 2019
Le projet d'accord UE-Suisse
Partenaires, 5 mars 2019
abonnement    Réclamations


SANGUE INFETTO / CHIESTO IL SEQUESTRO DEI BENI PER DUILIO POGGIOLINI


Condanna per gli imputati, ossia ex dirigenti delle aziende del gruppo Marcucci e l'ex re Mida della sanità Duilio Poggiolini, di cui viene anche chiesto il sequestro dei beni per risarcire vittime e parenti.
Questa la richiesta dei due principali avvocati delle parti civili, Stefano Bertone ed Ermanno Zancla, al processo per la strage del sangue infetto cominciato quasi tre anni fa a Napoli, con una sentenza prevista per il 25 marzo.
Un processo "storico", con le prime indagini delle fiamme gialle di Trento quasi 40 anni fa, poi il processo cominciato proprio a Trento nel 1999 con l'imputazione di epidemia colposa (inizialmente si è parlato, e a ragione, di "strage", visto l'altissimo numero di vittime che oggi si calcola, oltre 5 mila). Il processo viene trasferito a Napoli per competenza territoriale nel 2003. E inizia l'eterno letargo giudiziario, con le carte accumulate (oltre 1000 fascicoli di cui parecchi persi) negli scantinati del tribunale di Napoli a far la muffa. Il via, dopo 13 anni, solo ad aprile 2016, per arrivare oggi alle battute finali.
Nell'udienza del 21 gennaio il pm, Lucio Giugliano, ha chiesto l'assoluzione piena per tutti gli imputati, perchè il "fatto non sussiste": a suo parere, infatti, i legali delle parti civili non sarebbero stati in grado di dimostrare quel fondamentale nesso causale che lega le infusioni di  emoderivati infetti all'insorgenza delle patologie che nella gran parte dei casi poi conducono ad una vita di sofferenze e quindi alla morte.

Nel corso delle lunghe udienze del 18 e 19 febbraio hanno preso la parola Bertone e Zancla.
L'intervento del primo, durato circa 9 ore, ha teso a documentare quello strategico nesso causale. E soprattutto a legare l'insorgenza delle patologie non tanto alla "prima infusione" ma come in tutti i casi anche alle successive e moltissime inoculazioni effettuate dopo la prima, le cosiddete "reinfezioni" o "sovrainfezioni": sovente anni e anni di terapie peggiori del male, e avvenute con una forte sottovalutazione dei rischi connessi. Secondo molti terapeuti dell'epoca, infatti, occorreva correre dei rischi perchè altrimenti si moriva. Circostanza falsa, perchè è stato dimostrato in molti paesi che la non-somministrazione di quegli emoderivati killer "prolungava" la vita, seguendo terapie alternative.


Duilio Poggiolini

Bertone ha fatto subito un esempio: "come se ad un bimbo sulla spiaggia qualcuno sparasse un colpo. Poi un altro, un altro e un altro ancora. E' molto difficile stabilire quale sia stato il colpo letale, ma il bimbo è morto e tutti i colpi sono stati, anche sotto il profilo giudiziario, responsabili di quella fine". Come le pugnalate inferte a Cesare o il celebre "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie dove tutti sono allo stesso modo colpevoli di quell'omicidio.
Analogamente ciascuna infusione di emoderivati killer ha contribuito ad aggravare la situazione e ad accelerare la patologia fino a renderla senza ritorno.
Sul fronte dei test sugli emoderivati, sulla loro "sicurezza", Bertone è stato molto chiaro. Esistevano anche all'epoca delle norme che non sono state rispettate. Se quel sangue arrivava ad esempio dagli Usa (anche dalle carceri dell'Arkansas) senza che in quel Paese fossero stati effettuati degli adeguati controlli, non per questo nel nostro Paese non potevano essere fatti. Cosa che invece non è successa, consentendo a dei prodotti infetti di entrare nei circuiti di lavorazione e distribuzione (come nel caso del gruppo Marcucci) senza i controlli adeguati.
Il processo di Trento – ha sostenuto Bertone – prendeva in esame situazioni che si sono verificate dopo il 1994, per questo è subito terminato; mentre l'odierno processo prende in considerazione un arco temporale molto più ampio, dalla metà degli anni '70 a fine anni '80 (fino al 1991).
Circa il sangue proveniente della carceri americane, sia le cronache che molti ricercatori e quindi la letteratura scientifica ne parlano fin dagli anni '60. Il primo segnale risale al 1963, le notizie sul carcere di Cummings (in Arkansas) sono di fine anni '60, come del resto ha dettagliato il docufilm Fattore VIII di Kelly Duda, che ha verbalizzato al processo di Napoli un anno e mezzo fa.
Nella sua arringa Bertone ha più volte fatto riferimento alla prima verbalizzazione di questo processo, quella resa dall'ematologo Piermannuccio Mannucci, rilevando le tante incongruenze e i conflitti d'interesse. Per questo ha chiesto che la sua posizione, così come quella di un ex dipendente del gruppo Marcucci, Riccardo Vanni, venga attentamente vagliata per aver reso "falsa testimonianza".


Piermannuccio Mannucci

Nella sua arringa Zancla ha parlato in particolare a nome dei fratelli Scalvenzi, tutti e tre emofilici e che hanno ricevuto somministrazioni di emoderivati, così come il padre. Uno dei fratelli sopravvissuti ha testimoniato al processo e ricostruito per filo e per segno quella odissea, addirittura individuando il farmaco killer e la data della prima infusione per suo fratello. "La pistola fumante – ha sottolineato Zancla – perchè è difficilissmo precisare con tanta precisione sia l'uno che l'altra". Il farmaco killer, ossia l'Human Crai, era all'epoca prodotto da un'azienda del gruppo Marcucci.
Zancla ha poi sottolineato come in tutte le vicende che hanno tragicamente caratterizzato sia i casi del processo che la strage del sangue infetto, si possa parlare a pieno titolo di "responsabilità concausale delle infusioni successive", di "causalità addizionale". Il che rende molto chiare le responsabilità di chi ha messo sul mercato quei prodotti letali.
Alle prossime due udienze (la prima il 26 febbraio) prenderanno la parola i legali della difesa, tra cui due big del foro, Alfonso Stile e Massimo Dinoia. Per il 25 marzo, appunto, è prevista la sentenza del giudice monocratico e presidente della sesta sezione penale, Antonio Palumbo.

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mercoledì 13 marzo 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 13 mar 2019


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Mehdi Nemmouche condannato all'ergastolo
 

 
Denominazione della Macedonia, questione ancora irrisolta
 

 
Sabotaggio della rete elettrica del Venezuela
 

 
Hezbollah, terza vittima della guerra finanziaria USA
 

 
Pence ha proposto di provocare militarmente la Russia
 

 
La caduta di al-Baghouz non sarà la caduta del terrorismo islamico
 

 
Israele coinvolto a fianco di India e Pakistan
 

 
L'UE sanziona sette ministri siriani
 

 
Possibile rialzo del prezzo del petrolio
 

 
Juan Guaidó è accompagnato dalla sottosegretaria di Stato USA
 

 
L'ONU assiste mercenari in Colombia contro il Venezuela
 

 
Pubblicazione di «Sotto i nostri occhi» in inglese
 

 
L'OPAC non ha riscontrato l'uso di armi chimiche in Siria
 
Controversie

 
abbonamento    Reclami


Vaccini: arriva l’Azione Civile Nazionale – Luca Scantamburlo


Sarego, il Comune contro l'obbligo vaccinale

C'è un piccolo comune che si affaccia sull'Agno e sul Brendola, Sarego, in provincia di Vicenza, che ha approvato una delibera per dire "No a misure coercitive per imporre le vaccinazioni sui minori". Con 7 voti favorevoli, un astenuto e 5 consiglieri usciti dall'aula, questo piccolo avamposto di esseri umani pensanti ha sfidato l'incantesimo lanciato sugli italiani dalla propaganda mediatica orchestrata dalla politica e dalle lobby farmaceutiche, che attraverso l'invenzione a tavolino di epidemie che non esistono ha creato i presupposti per convincere i tele-addormentati che tra tutti i problemi sanitari, che fanno vittime a decine di migliaia tutti gli anni, il morbillo fosse il più temibile. Sulla base di fake news colossali, credute solo perché a diramarle sono televisioni e giornali, è stata varata una legge contraria alla Costituzione italiana (la Costituzione ammette la coercizione sanitaria solo in caso di gravi epidemie) che he messo le famiglie le une contro le altre e ha diviso i bambini in soggetti conformi (da includere) e non conformi (da allontanare).
Se fosse un film di fantascienza sarebbe considerato distopico e nutrirebbe la penna di schiere di critici letterari. Siccome invece è la realtà, tutti si guardano bene dal manifestare il più piccolo disappunto, minacciati anche loro di esclusione, come i moltissimi medici che hanno dovuto subire un processo medioevale di radiazione solo perché – in ossequio alla metodologia scientifica – hanno osato esprimere critiche e perplessità in ordine alla misura abnorme emanata dal Governo Pd di Beatrice Lorenzin. Curiosamente, chiunque si esprima nel merito, se non è un Premio Nobel della medicina viene lapidato, mentre a un ex Ministro che non è neppure laureato è stato concesso non solo di girare tutti gli studi televisivi a spergiurare su un argomento che evidentemente non aveva le competenze per affrontare, ma addirittura di scrivere una legge coercitiva le cui ricadute si applicano a 60 milioni di persone. E soprattutto ai loro bambini.
In questo contesto, il consigliere Mauro Roviaro ha presentato una mozione in cui chiedeva al sindaco, Roberto Castiglion, "fatto salvo accertate emergenze epidemiche" (condizione che se applicata al DDL Lorenzin avrebbe tagliato la testa al toro), di far esprimere i consiglieri sul "consenso alla libertà di scelta terapeutica in tema di vaccinazioni ai minori". E i consiglieri hanno scelto. La mozione, inoltre, è stata inviata anche al Ministro della Salute, carica oggi ricoperta da quella Giulia Grillo che in precedenza si era espressa fermamente contro l'obbligo vaccinale e che ha spesse volte dichiarato pubblicamente di voler superare il DDL Lorenzin con un'altra legge ispirata a un "obbligo flessibile", al Ministro della Pubblica Istruzione, all'Assessore alla Sanità della Regione Veneto, alla Provincia di Vicenza e tutti i comuni di sua appartenenza. Si attende di sapere se l'Ordine dei Medici abbia intenzione di radiare anche le istituzioni comunali di Sarego.

Vaccini: Arriva l'Azione Civile Nazionale

Nel frattempo, un gruppo di cittadini, guidati da Luca Scantamburlo, saggista e soprattuto genitore, ha avviato un'azione civile nazionale chiamata "Istanza ai Ministri", ovvero la richiesta al Governo di una deliberazione, in seno al Consiglio dei Ministri, con il parere del Consiglio di Stato, del Consiglio Superiore della Sanità e del Ministero della Salute, per portare all'attenzione del Presidente della Repubblica la richiesta di emanare un decreto: un regolamento analogo a quello già firmato dal suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro, che nel 1999 emanò il DPR 355, che consentiva anche ai bambini non in regola con il certificato vaccinale di frequentare la scuola dell'obbligo e accedere alla sessione d'esame.
La legittimità di questa istanza ai ministri si basa sul principio di sussidiarietà, disposto dall'ultimo comma dell'articolo 118, titolo V, della Costituzione italiana, riguardante la collaborazione tra enti locali e Stato, con la cosiddetta decentralizzazione. La sussidiarietà si può intendere anche in senso orizzontale: i cittadini privati, in forma singola o associata, possono operare con l'amministrazione dello Stato, dei Comuni o della Città Metropolitana, diventando possibili fonti di diritto.
Si potrebbe ritenere che il Consiglio Superiore della Sanità possa esprimere un parere non favorevole, ma questa azione civile nazionale porta sul tavolo del decisore politico e anche dell'esecutivo di carriera (i dirigenti dei ministeri) la cosiddetta "notizia di reato". In questo caso, consiste nell'imposizione alla popolazione infantile e adolescenziale di una serie di farmaci mentre la magistratura inquirente sta raccogliendo informazioni per possibili illeciti penali colposi e per valutare la possibilità che questi stessi farmaci possano essere guasti o imperfetti.
Per chi volesse partecipare a questa azione civile nazionale, qui il link con le istruzioni e per scaricare i documenti da inviare: http://bit.ly/Istanzavaccini.

martedì 12 marzo 2019

Perchè Tesla vale più di quel che merita


Perchè Tesla vale più di quel che merita  Startmag Web magazine

Tesla vale 50 miliardi di dollari, il 50% in più rispetto a inizio anno. Ma i numeri reali (ed Elon Musk) invitano alla prudenza.

Tesla, la casa automobilistica americana fondata da Elon Musk, che punta solo sulle auto elettriche, nelle ultime settimane ha conquistato il mercato, acquistando sempre più valore. Ora vale oltre 50 miliardi di dollari. Tesla vale il 50% di più rispetto a inizio anno e, per qualche giorno, ha superato anche la capitalizzazione di Ford, General Mortors e Bmw.
Una scalata, però, che non si spiega con i fatti: lo stesso Elon Musk invita alla prudenza. Ma approfondiamo insieme.

Tesla: dalla nascita ad oggi

TeslaLa casa automobilistica Tesla Motors è stata fondata nel 2003, su iniziativa di Martin Eberhard e Marc Tarpenning, e deve il nome dal fisico e inventore statunitense, di origine serba Nikola Tesla. I due imprenditori trovano subito un importante alleato, Elon Musk, che accumula capitali per oltre 180 milioni di dollari in meno di cinque anni. La società scommette esclusivamente sulle auto a batteria.
L’idea potrebbe anche essere buona, ma all’inizio ingranare sembra difficile. L’azienda tanto amata da Elon Musk vede le luci della ribalta solo a fine 2008, grazie al lancio della Tesla Roadster, la prima auto sportiva ad essere alimentata solamente da energia elettrica. La vettura sfrutta la potenza erogata dal motore a corrente alternata, progettato nei laboratori di Palo Alto: ne sono state vendute , tra il 2008 e il 2012, oltre 2.000 modelli, in 31 Paesi. Il prezzo base di una Tesla Roadster è di 108 mila dollari, poco più di 80mila euro. Sempre in quegli anni, la forza lavoro passa dalle 3.000 unità del 2012 alle circa 6.000 di quest’anno.
Il 2009 è un anno importante perché, Elon Musk, che torna a ricoprire il ruolo di CEO nell’azienda, riesce ad ottenere un importante investimento da parte della Daimler: 50 milioni di dollari per il 10% del capitale della società. A giugno 2009, Tesla Motors riceve un finanziamento agevolato dal Governo statunitense per circa 500 milioni di dollari, necessari per lo sviluppo e la produzione iniziale della Tesla Model S. ll 29 giugno 2010 la società sbarca a Wall Street raccogliendo oltre 200 milioni di dollari di finanziamenti. Nonostante il calo delle quotazioni a fine 2013, causato dall’incendio di una Model S, la società di Elon Musk si aggiudica la palma di miglior titolo del Nasdaq 100 per il 2013.
Negli anni la tecnologia evolve con l’arrivo sul mercato della Model S, l’erede della Roadster: le batterie, anziché essere alloggiate dietro i sedili come succedeva nel primo modello, sono disposte sul pianale dell’auto, riducendo al minimo l’ingombro. In questo modo le batterie sono di fatto “invisibili” e non vanno a sottrarre spazio al portabagagli o all’abitacolo. Per evitare che un sasso o un oggetto che sporge dal manto stradale possa danneggiarle, le batterie agli ioni di litio montate sulla Model S sono protette da un’armatura di alluminio spessa 6 mm.
Per aiutare la diffusione delle auto elettriche , Tesla investe anche sul fronte ricarica. La casa automobilistica elettrica dà vita ad una rete di “distributori elettrici” ultraveloci: il Supercharger Network è composto da distributori a 480 volt eroganti corrente continua e capaci di caricare le batterie della Model S in circa mezz’ora.
La vera rivoluzione del mercato auto, potrebbe arrivare quest’anno, con il lancio della Tesla Model 3, che ha conquistato il pubblico fin da subito, facendo registrare un boom di prenotazioni. La vettura è una “low cost”. Una delle novità più importanti del nuovo modello elettrico di Tesla è, infatti, il prezzo: il listino partirà da 35.000 dollari (circa 31.000 euro), un costo davvero ‘ridotto’ per una Tesla, se si pensa che la Model S più economica costa 80.000 euro.

La capitalizzazione

Nelle ultime settimane, dicevamo, Tesla ha conquistato il mercato aumentando il suo valore in Borsa. Il titolo Tesla, che ha aperto il 2017 a 217 dollari (valore dieci volte superiore del prezzo del collocamento nel 2010), ad Aprile 2017 ha toccato un massimo di 383, superando la capitalizzazione di Ford, prima, e poi quella di General Motors e portando il valore sopra i 50 miliardi di dollari di capitalizzazione. La casa automobilistuca vale il 50% di più rispetto a inizio anno.

Tesla vale troppo?

Una capitalizzazione forse troppo alta rispetto ai numeri reali dell’azienda. Anche lo stesso  Elon Musk, alla chiusura di Borsa di venerdi, avrebbe affermato che il valore (327 dollari ad azione) “è più alto di quanto ci meritiamo”. “A volte le attese vanno fuori controllo”.
Il fondatore e amministratore delegato, prova a portare tutti con i piedi per terra. E in effetti, Tesla deve ancora dimostrare tanto al settore automobilistico. Non parliamo di qualità, ma di quantità. E se è vero che in questi giorni sono iniziate le prime consegne delle Model 3, è vero anche che la società deve ancora dimostrare di riuscire a scalare la produzione a decine di migliaia di esemplari la settimana: Tesla è ancora lontana dai numeri dei suoi concorrenti, che producono vetture a trazione tradizionale.
Non solo. Tesla Model 3 deve fare ancora i conti con il mercato reale: al boom di preordini seguirà na commericializzazione di successo? O il boom è l’inizio e la fine del tutto?
Concentrandoci solo sui numeri, invece, possiamo dire che se da un lato, nel primo trimestre 2017, è raddoppiato il fatturato (vendite più 64%) e sono stati stabiliti il record di produzione e dei ricavi, dall’altro sono aumentate le perdite nette (del 17%), fino a un valore di 330 milioni di dollari. L’azienda di Elon Musk è sì in crescita, ma sta sostenendo anche grandissime spese. Forse, troppo grandi.

Le previsioni di Goldmn Sachs

Non solo Elon Musk. Ad aver qualche dubbio sulla capitalizzazione, forse troppo alta, di Tesla è anche Goldmn Sachs, che dubita sulle capacità dell’azienda di raggiungere i target di produzione, abbassando il prezzo delle azioni a 200 dollari.

La questione SolarCity

E poi c’è la questione SolarCity. Elon Musk ha messo sul piatto circa due miliardi di dollari per acquisire SolarCity, azienda specializzata nell’energia solare, i cui conti però erano in rosso.

Il Ceo di Tesla vuole dar vita ad un sistema integrato in cui le batterie delle auto potranno essere ricaricate e potranno ricaricare la casa. La casa sarà alimentata grazie ai pannelli fotovoltaici posizionati sul tetto. Saranno sempre i pannelli a fornire energia per ricaricare le auto. Tutto green, rinnovabile e pulito. Ma i sogni devono anche fare i conti con il mercato.

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