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mercoledì 29 dicembre 2021

ANTHONY FAUCI / BAMBINI COME CAVIE, DENUNCIAVA LA BBC 17 ANNI FA


Nel 2004 la BBC realizzò un docufilm choc sugli esperimenti condotti dal NIAID, il ‘National Institute of Allergy and Infectious Deseases’ presieduto praticamente a vita dal più celebre virologo statunitense, Anthony Fauci.

Venivano documentati atroci test non solo sugli animali, ma anche su tanti bambini poveri delle minoranze etniche. Insomma, ottime e abbondanti carni da macello per i trials della specie più varia.

Si intitolava ‘Guinea Pig Kids’ ma venne ben presto ritirato, perché troppo ‘pericoloso’, puntando i riflettori su un organismo ‘prestigioso’ come il NIAID e un personaggio in rampa di lancio, come Fauci, il quale ha spalleggiato ben sei presidenti Usa come super consulente sul fronte sanitario e, of course, per le infezioni di massa.

Pochi giorni fa, il 16 novembre, è uscito l’imperdibile “Anthony Fauci – Bill Gates, The War for Democracy and Public Health”, firmato da Robert Kennedy junior, nipote di John Fitzgerald e figlio di Robert. Torna quindi di grande attualità il contenuto di quel docufilm prodotto e realizzato dalla BBC e presto finito sotto montagne di naftalina.

Ne scrive il sito, fondato e animato da Robert Kennedy, ‘Children’s Health Defence’, da anni impegnato per la tutela della salute dei minori, soprattutto sul fronte dei vaccini.

Ecco il report, nella versione pubblicata da ‘Renovatio 21’.

mercoledì 22 dicembre 2021

MOBY PRINCE / ORA ARRIVANO TRASMISSIONI RADIO E IMMAGINI SATELLITARI


Forse, dopo tanti decenni di inutile attesa, si apre uno spiraglio di luce sulla tragedia del Moby Prince, che provocò la morte di 140 passeggeri innocenti.

A quanto pare, infatti, per la prima volta si stanno decrittando su una gigantesca bobina da 11 piste tutte le trasmissioni radio che vennero effettuate nella rada livornese la notte del disastro.

Fino ad oggi, inspiegabilmente, ne erano state decrittate e ascoltate solo due. Perché?

Ma c’è un altro elemento che alimenta le speranze. Sono state recuperate tutte le immagini satellitari dell’area riguardanti quella notte.

domenica 19 dicembre 2021

MARCO PANTANI / MIRACOLO! CASO RIAPERTO, LA PISTA E’ ‘OMICIDIO’


Forse qualcuno oggi, miracolosamente, si accorge che Marco Pantani è stato ammazzato. Dopo la bellezza di 17 anni da quel tragico 14 febbraio 2004, giorni di San Valentino, quando il suo corpo venne trovato privo di vita nel residence ‘Le Rose’ di Rimini.

Tante volte ammazzato, il mitico ‘Pirata’, oltre che dai suoi killer e dai relativi mandanti.

La prima volta a Madonna di Campiglio, quando vennero taroccate le provette e il suo ematocrito schizzò alle stelle, per estrometterlo da quel maledetto Giro del 1999. Poi il 19 settembre 2017, San Gennaro, quando la Cassazione archiviò il giallo della morte, nonostante una mole di prove schiaccianti.

Quindi ancora con le altre archiviazioni. Compresa quella decretata dalla   Direzione Antimafia di Napoli, secondo cui non c’erano prove sufficienti per dimostrare che quel Giro era stato comprato dalla camorra, nonostante, anche stavolta, la mole di prove e testimonianze di ‘pentiti’ che lo avevano riferito (anche se ‘de relato’, rammentando cioè quanto detto da altri camorristi).

giovedì 9 dicembre 2021

FDA / VUOLE SECRETARE I DATI SUL VACCINO PFIZER FINO AL 2076!


Negli Stati Uniti la potente ‘Food and Drug Administration’ (FDA) ha chiesto al giudice federale di secretare i dati e le informazioni sul vaccino Pfizer fino al 2076.

Avete letto bene, la bellezza di 55 anni!

Ciò in barba alla ‘piena trasparenza’ sempre promessa e sbandierata dalla FDA. Come, ad esempio, quando ha concesso la licenza a Pfizer per il suo vaccino anti covid, quel famigerato 23 agosto 2021.

Una data storica, in negativo, perché la solitamente rigida e intransigente FDA s’è sciolta come neve al sole dopo le pressioni ricevute dalla Casa Bianca, a sua volta ‘premuta’ da Pfizer e Moderna, ansiose di ottenere il tanto agognato Ok definitivo ai loro vaccini, bruciando i tempi e le tappe previste, al di fuori di ogni regola e di ogni principio scientifico. I test, gli esperimenti, i basilari trials, infatti, sarebbero dovuti durare per mesi e mesi, almeno fino a dicembre 2023. Ed invece, ecco uscire dal magico cilindro di FDA il disco verde, che decreta la fine dell’uso ‘in emergenza’ di quei vaccini.

Ai confini della realtà.

Dopo quella approvazione farlocca succede un po’ di tutto: fatti che, of course, vengono totalmente oscurati dai media di casa nostra, genuflessi davanti alle politiche tutto Green pass & vaccini del governo Draghi.

Dopo neanche una settimana negli Stati Uniti si dimettono due vertici storici della stessa FDAMarion Gruber, in servizio da oltre trent’anni e da un decennio a capo dello strategico ‘Office of Vaccine Research & review’.  Fa le valigie anche il suo vice, Phil Kraus. Un autentico tsunami, del tutto anomalo per gli States e ancor più per una realtà fino a quel momento tanto granitica come la FDA.

Ma restano allibiti, per la repentina decisione della FDA, anche molti    scienziati e accademici di fama. Una trentina, in particolare, prendono carta e penna e chiedono formalmente alla stessa FDA di fornire dati, documenti e informazioni di carattere prettamente scientifico presentate da Pfizer a FDA per ottenere l’autorizzazione.

martedì 7 dicembre 2021

L’ASSALTO A TIM / COSA SI MUOVE DENTRO E DIETRO AL COLOSSO AMERICANO ‘KKR’?


Cosa ci sarà mai dentro lo scrigno griffato KKR, il colosso statunitense che vuol fare un sol boccone – anche se in via del tutto amichevole, come ha subito precisato al momento della sua offerta d’acquisto – della nostra ammiraglia delle telecomunicazioni, TIM?

Pochi se lo sono chiesto, riducendo il tutto ad un’offerta quasi di prassi per una big del firmamento societario a stelle e strisce.

Ma vediamo di capirci qualcosa. E partiamo dal variegato azionariato di KKR, dall’elenco dei soci eccellenti.

In pole position, tra gli ‘investitori istituzionali’, troviamo i due giganti della finanza americana e internazionale.

 

I DUE GIGANTI MONDIALI DEI “FONDI

Si tratta di ‘BlackRock’ e ‘Vanguard’, che detengono, rispettivamente, il 5,76 e il 5,62 per cento delle azioni KKR.

Seguono a ruota ‘Capital International Investors’ (4,65 per cento), ‘ValueAct Holdings’(4,11 per cento), ‘Principal Financial Group’ (3,79 per cento).

Vanguard e BlackRoch, poi, fanno capolino, da protagonisti, anche in qualità di ‘investitori fondi comuni’.

venerdì 26 novembre 2021

COVID / IL REALE NUMERO DEI MORTI DOPO IL VACCINO

Il mistero sul numero dei morti da vaccino.

Secondo alcuni ricercatori statunitensi – in prima fila Steve Kirsch Jessica Rose – negli Usa i casi di decessi in seguito all’inoculazione del vaccino non sono meno di 150 mila. Anche se le cifre ufficiali sono molto inferiori, pari cioè a circa 15 mila casi. Ma tutti gli esperti americani sanno   bene che i dati elaborati dai ‘Centers for Desease Control and Prevention’ (CDC), rilevano e rivelano non più del 10 per cento dei casi, nella migliore delle ipotesi. I ‘pessimisti’, addirittura, parlano di poco più dell’1 per cento.

Ma veniamo a quanto succede nel nostro Paese.

E sentiamo un illuminante parere, quello espresso da Paolo Bellavite, specializzato in ematologia, un diploma di perfezionamento in statistica sanitaria ed epidemiologia medica all’Università di Verona, dove oggi è docente di patologia generale, nonché un master in Biotecnologia alla ‘Cranfield University’, in Inghilterra.

 

Paolo Bellavite

Sostiene Bellavite: “I morti dopo il vaccino finora segnalati in Italia sono 600, quindi 10 per milione di abitanti, circa 2-3 al giorno: ma si tratta di farmacovigilanza ‘spontanea’, vale a dire che si segnalano solo i decessi che si ha tempo e voglia di segnalare. La farmacovigilanza si fonda sulle segnalazioni ‘spontanee’ e non su studi rigorosi basati sui follow-up dei vaccinati. Io e altri abbiamo stimato che di tutti gli eventi gravi che si verificano nei giorni e settimane seguenti l’inoculo, meno di 1 su 100 viene effettivamente segnalato. Questo problema si verifica anche ai vaccini anti-Covid 19, se si pensa solo al fatto che AIFA riferisce di circa 16 eventi avversi gravi ogni 100.000 dosi, mentre gli studi sperimentali per la registrazione, quelli pubblicati, hanno riportato un’incidenza di circa 4.000 reazioni avverse gravi ogni 100.000 dosi”.

“Perché tali discrepanze? Le ragioni sono molteplici, a partire dallo scarso interesse di approfondire l’argomento da cui potrebbero derivare messaggi di allarme per la popolazione. In Europa, dove i sistemi di segnalazione funzionano un po’ meglio (anche se prevalentemente basati sempre sulla spontaneità), si tratta di 25.000 morti finora registrati, quindi 50 decessi per milione di abitanti. Prendendo per buona questa cifra, comunque sottostimata, si avrebbero in Italia 300 decessi ogni 6 milioni di abitanti”.

giovedì 25 novembre 2021

ANTHONY FAUCI / LO STERMINIO DI BIMBI NERI, ISPANICI E POVERI


Migliaia di bambini adottivi, per la maggior parte neri, ispanici e poveri, sono stati sottoposti negli Usa alla somministrazione di farmaci tossici nel corso di esperimenti approvati dal più noto virologo statunitense, Anthony Fauci.

E’ una delle sconvolgenti rivelazioni, tra le tante, contenute nel fresco di stampa e dal 16 novembre in tutte le librerie americane, “The Real Anthony Fauci – Bill Gates, Big Pharma, and the Global War of Democracy and Public Health”, firmato da Robert Kennedy junior, in queste ore a Milano per una manifestazione contro l’uso di questi vaccini anti covid e contro la dittatura sanitaria che vede l’Italia in pole position a livello internazionale.

Ma vediamo la raccapricciante storia dei test su tanti poveri bimbi americani che si sono svolti anni fa con la benedizione di un Fauci in rampa di lancio.

Leggiamo cosa scrive per il sito di controinformazione ‘LifeSiteNews’ la reporter americana Celeste McGovern.

“Ben 14 mila neonati e bambini, in almeno sette stati degli Usa, sono stati arruolati da Pfizer, GalxoSmithKline, Genentech e altre società, e costretti a prendere farmaci antiretrovirali mortali durante una ricerca sull’AIDS supervisionata da Fauci come direttore del ‘National Institute of Allergies and Infectuos Deseases’ (NIAID). Molti di loro sono morti”.

sabato 30 ottobre 2021

GOVERNI / CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ PER AVER VIETATO LE CURE ANTI COVID


Un fortissimo atto d’accusa.

Lo ha lanciato un gruppo internazionale di medici, ricercatori e scienziati che ha appena firmato una dichiarazione in cui si accusano i responsabili politici di tutti i paesi coinvolti nella pandemia da Covid-19 di “crimini contro l’umanità” per aver impedito l’uso di trattamenti salvavita sui pazienti.

Ne dà notizia il sito ‘Children’s Health Defence’, fondato e animato da Robert Kennedy junior, figlio di Robert e nipote di John Fitzgerald,  avvocato per l’ambiente (‘environmental lawyer’, negli States), una vita per difendere soprattutto la vita dei bambini dalle aggressioni della sanità predatoria rappresentata da Big Pharma e, in particolare, dai vaccini da essa prodotti.

martedì 12 ottobre 2021

HIV, TBC E MALARIA / UN SOS LANCIATO DA ‘NATURE’


La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto “devastante” sulla lotta contro altre malattie infettive mortali, secondo un rapporto che confronta i dati del 2019 e del 2020 su HIV, tubercolosi e malaria in più di 100 paesi a reddito medio-basso.

E’ la drammatica conclusione che balza agli occhi con evidenza da un articolo della prestigiosa rivista scientifica ‘Nature’, firmato da Leslie Roberts.

Per la precisione – dettaglia Roberts – la valutazione è stata condotta dal ‘Fondo Globale’, un’organizzazione internazionale che finanzia gli sforzi per affrontare queste tre sfide sanitarie.

Scrive infatti il direttore esecutivo dell’organizzazione, Peter Sands, nell’introduzione al suo ‘Rapporto sui risultati 2021’: “Il Covid-19 è stata la battuta d’arresto più significativa nella lotta contro l’HIV, la tubercolosi e la malaria, che abbiamo incontrato in due decenni dall’istituzione del Fondo Globale”. E aggiunge: “Quando i paesi sono entrati in isolamento e le risorse sono state dirottate per combattere la pandemia, i servizi di prevenzione, test e trattamento per tutte e tre le malattie sono diminuiti precipitosamente, sebbene gli impatti varino per ciascuno. In alcuni paesi gli effetti a catena su HIV, tubercolosi e malaria potrebbero superare l’impatto diretto del Covid-19”, è l’amara conclusione di Sands.

Per la cura dell’Aids, ad esempio, il numero di persone raggiunte da programmi di prevenzione che forniscono preservativi oppure aghi e siringhe puliti è diminuito dell’11 per cento. I test dell’HIV sono crollati del 22 per cento, ritardando tutti i trattamenti e contribuendo – scrive Nature – alla trasmissione continua del virus.

venerdì 8 ottobre 2021

GOVERNO / COME COMPRO LE TIVVU’ PRIVATE CON 50 MILIONI DI “PUBBLICITA’” PER LA CAMPAGNA COVID

Come compro l’informazione tivvù sparsa a macchia di leopardo in tutta Italia. In che modo acquisisco il consenso per orientare l’opinione pubblica a favore dei vaccini.

E’ questo il senso autentico di un decreto emanato a fine 2020 dal Ministero dello Sviluppo Economico per elargire la bellezza di 50 milioni di euro a circa 120 emittenti locali, dalle più grandi fino a quelle quasi parrocchiali.

Il ministro Giancarlo Giorgetti

Una pioggia di danari come neanche mamma DC, ai suoi gloriosi tempi, si sarebbe mai sognata di erogare, pena l’essere tacciata di bassa corruzione.

A festeggiare, come detto, sono tantissime antenne private, che in quelle palate milionarie trovano un nuovo propellente, dopo anni di vacche magre.

Si stropicciano le mani soprattutto due gruppi leader, da tempo, nel settore: largamente in testa nella special hit dei fondi allegramente erogati, infatti, troviamo il gruppo pugliese ‘Telenorba’, riconducibile alla famiglia Montrone, che fa un colpo da quasi 4 milioni di euro; seguito da quello griffato ‘Telelombardia’, che fa capo alla dinasty capitanata da Sandro Parenzo, il cui figlio Davìd spadroneggia tutte le sere sugli schermi de La 7, ora in compagnia della fascinosa Concita De Gregorio.

Non manca chi, nel mondo dell’informazione, storce il naso. E così commenta: “Un autentico golpe, un’operazione vergognosa. Il governo ha letteralmente comprato tutto il settore televisivo privato regionale, mettendo sul piatto una bella torta da 50 milioni di euro. Un settore che fino a quel momento vivacchiava con la pubblicità che riusciva a raccogliere sul territorio, a parte i successi ormai consolidati di Telenorba e Telelombardia. Ora la manna dal cielo, grazie al covid che i signori e signorini delle antenne non finiranno di benedire”.

Sandro Parenzo

E ancora: “Un’operazione sporca e basta vedere i notiziari d’informazioni che queste tivvù irradiano nell’etere per rendersene conto. Notiziari letteralmente genuflessi di fronte alle politiche governative per i vaccini, omettendo regolarmente le notizie ‘negative’ oppure una qualsiasi informazione sulle cure domiciliari, ad esempio. Il copione non cambia, anzi peggiora, con le reti di Stato, che forniscono un’informazione del tutto taroccata: ma è nella logica del controllo totale dei partiti sulla Rai. Nel caso delle tivvù private il discorso è diverso: perché qui si compra, nel senso più concreto del termine, il consenso”.

Evidentemente le cifre sono erogate per acquistare i rituali spazi di ‘pubblicità-progresso’. Ma basta, appunto, sentire un notiziario per rendersi conto della autentica sceneggiata – è proprio il caso di dire – messa in onda.

Sorge a questo punto spontanea una domanda. Come mai la sempre solerte Corte dei Conti non alza un dito? Non ha proprio nulla da obiettare su una simile operazione che tira in ballo ingenti cifre delle casse pubbliche per acrobazie del genere?

E la stessa magistratura, pur così incerottata dal ‘Palamaragate’ in poi, non ha ugualmente nulla da obiettare?

mercoledì 6 ottobre 2021

Ha fatto più danni il lockdown che la pandemia


Il covid e i lockdown: la catastrofe che cercano di nascondere. Nuovi studi avvertono che, lungi dal proteggere la popolazione, erano associati a un maggiore eccesso di mortalità. I danni collaterali di queste misure includono la salute, l’istruzione, l’economia e persino la sicurezza. Sebbene i governi non ne parlino, sono sempre più evidenti. Quando la “soluzione” è il problema.

 

La metà della popolazione mondiale in più di 90 paesi è rimasta intrappolata in una qualche forma di isolamento nell’aprile 2020 . La misura è stata imposta dai governi come politica per far fronte a un virus che provoca un’infezione che – secondo quanto confermato – sopravvive tra il 99,998% e il 94,5% , a seconda della fascia di età in questione. Ora un nuovo studio avverte che, lungi dal proteggere le popolazioni, le quarantene sono associate a un aumento della mortalità in eccesso. 

L’eccesso di mortalità viene calcolato confrontando il numero di decessi per tutte le cause in una data area geografica, in un dato momento, con i decessi previsti per tutte le cause sulla base di dati storici.

Dall’inizio dell’attuazione delle quarantene, ci sono stati scienziati prestigiosi con una lunga storia che hanno avvertito dei profondi danni che queste quarantene avrebbero causato. Tuttavia, non solo non sono stati ascoltati, ma si è cercato di screditare con tutti i mezzi. Nel frattempo, le misure si sono trascinate anche se gli effetti collaterali erano prevedibili e sono diventati sempre più evidenti.

Tra i lavori più recenti che hanno analizzato le conseguenze dei confinamenti c’è quello svolto da Virat Agrawal, Jonathan H. Cantor, Neeraj Sood e Christopher M. Whaley, pubblicato dallo United States National Bureau of Economic Research, con il titolo “The impatto della pandemia di covid-19 e risposte politiche sull’eccesso di mortalità”.

Lo studio ha utilizzato i dati di 43 paesi che hanno applicato politiche di contenimento e dei 50 stati degli Stati Uniti. “Utilizzare i decessi in eccesso come risultato chiave cattura sia la potenziale riduzione dei decessi per COVID-19 sia il potenziale aumento dei decessi non correlati al COVID. Inoltre, l’utilizzo di decessi in eccesso, invece di decessi confermati per COVID-19, elimina anche le preoccupazioni sulla classificazione precisa dei decessi per COVID-19″ , spiegano gli autori.

venerdì 1 ottobre 2021

INFEZIONE NATURALE / PROTEGGE 13 VOLTE DI PIU’ DEI VACCINI


Clamorosi risultati di uno studio condotto da un’equipe di scienziati israeliani. La ricerca, infatti, dimostra che l’infezione naturale offre una protezione molto più efficace (ben 13 volte superiore) rispetto ai vaccini.

Ciò ribalta completamente quanto sostenuto dai leader dei governi occidentali – Joe Biden in pole position – e da condazzi di ‘scienziati’ (sic) troppo spesso molto ‘teneri’ nei confronti delle grandi aziende produttrici di vaccini, le star di Big Pharma. L’attuale leit motiv, infatti, suonava così: i vaccini sono l’unica soluzione al problema, e la protezione che deriva dall’infezione naturale serve a ben poco (in sostanza, chi ha già avuto il Covid è ben poco protetto).

Lo studio è stato descritto da ‘Bloomberg’ come “la più grande analisi del mondo reale che confronta l’immunità naturale – ottenuta da un’infezione precedente – con la protezione fornita da uno dei vaccini più importanti attualmente in uso”.

Dalla ricerca emerge che i vaccinati hanno 13 volte in più la probabilità di essere infettati rispetto a coloro i quali sono stati infettati in precedenza, e 27 volte in più la probabilità di risultare asintomatici.

Di seguito pubblichiamo un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista ‘Science’ che commenta i risultati della ricerca israeliana.

Vi forniamo sia la versione originale in inglese del testo, che la sua traduzione in italiano.

 

martedì 28 settembre 2021

VACCINO AI RAGAZZI / COSA SCRIVE IL ‘BRITISH MEDICAL JOURNAL’


I virologi italiani, soprattutto quelli che amano frequentare i salotti tivvù, continuano a premere sull’acceleratore per i vaccini.

Da somministrare subito anche a tutti gli adolescenti compresi trai 12 e i 15 anni.

Ultimo, in ordine di tempo, a rincarare la dose è Fabrizio Pregliasco. Vediamo cosa dichiara all’ADN Kronos. “Ai genitori dubbiosi consiglio, vista la situazione epidemiologica e con la variante Delta predominante, di fare il vaccino ai propri figli nella fascia 12-15 anni”.

Scrive l’agenzia: “Lo rimarca all’AdnKrosons Salute il virologo dell’Università di Miliano, Fabrizio Pregliasco, commentando la scelta della Gran Bretagna di non optare per la vaccinazione di massa per i ragazzi tra i 12 i i 15 anni. Quella inglese ‘è una scelta che va a privilegiare l’aspetto della sicurezza – prosegue Pregliasco – rispetto a valutazioni sull’utilità per la comunità. Ma i dati degli eventi avversi, le miocarditi, evidenziano un dato bassissimo di episodi che poi sono stati lievi e autorisolventi. Mentre la variante Delta – continua – aumenta di 10 volte la contagiosità e le ospedalizzazioni anche tra i giovani’”.

lunedì 27 settembre 2021

Le disastrose conseguenze del regno di Fauci nel nuovo libro di Robert Kennedy Jr.


Nel mio ultimo libro – “The Real Anthony Fauci: Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health” – esamino in modo approfondito le disastrose conseguenze dei 50 anni di regno del Dr. Anthony Fauci come membro dell’America zar della sanità pubblica. Il libro, che uscirà il 9 novembre, è ora disponibile per il pre-ordine.

 

 

 

In qualità di direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (NIAID), il dott. Anthony Fauci dispensa $ 6,1 miliardi di finanziamenti annuali forniti dai contribuenti per la ricerca scientifica.

La ricerca che ho condotto per il mio nuovo libro mostra come i giganteschi esborsi annuali di Fauci gli permettano di dettare l’argomento, il contenuto e i risultati della ricerca scientifica sulla salute in tutto il mondo.

venerdì 24 settembre 2021

John Pilger: il grande gioco di distruggere i Paesi


John Pilger

Mentre uno tsunami di lacrime di coccodrillo travolge i politici occidentali, la storia viene soppressa. La libertà che l’Afghanistan ha conquistato oltre una generazione fa è stata distrutta dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e i loro “alleati”.

Nel 1978, il movimento di liberazione nazionale guidato dal Partito Democratico Popolare dell’Afghanistan (PDPA) rovesciava la dittatura di Mohammad Daud, il cugino del re Zahir Shar. Fu una rivoluzione immensamente popolare che colse di sorpresa gli inglesi e gli americani.

I giornalisti stranieri a Kabul, riferiva il New York Times, rimasero sorpresi nello scoprire che “quasi tutti gli afghani che hanno intervistato hanno dichiarato [di essere] felici del colpo di stato“. Il Wall Street Journal riportava che “150.000 persone… hanno marciato per onorare la nuova bandiera… i partecipanti sono apparsi sinceramente entusiasti“.

Il Washington Post scriveva che “la lealtà afgana al governo non può essere messa in discussione“. Laico, modernista e, in misura considerevole, socialista, il governo presentò un programma di riforme visionarie che includeva la parità di diritti per le donne e le minoranze.

I prigionieri politici furono liberati e gli archivi della polizia pubblicamente bruciati.

Sotto la monarchia, l’aspettativa di vita era di 35 anni; un bambino su tre moriva durante l’infanzia. Circa il 90% della popolazione era analfabeta. Il nuovo governo introdusse l’assistenza medica gratuita. Fu lanciata una campagna di alfabetizzazione di massa.

Per le donne, i guadagni non avevano precedenti; alla fine degli anni ’80, metà degli studenti universitari erano donne, e le donne costituivano il 40% dei medici dell’Afghanistan, il 70% dei suoi insegnanti e il 30% dei suoi dipendenti pubblici.

I cambiamenti furono così radicali che rimangono vividi nei ricordi di coloro che ne beneficiarono.

Saira Noorani, una donna chirurgo fuggita dall’Afghanistan nel 2001, ha ricordato:

Ogni ragazza potrebbe andare al liceo e all’università. Potevamo andare dove volevamo e indossare quello che ci piaceva… Andavamo nei bar e al cinema per vedere gli ultimi film indiani il venerdì… tutto ha cominciato ad andare storto quando i mujahedin hanno iniziato a vincere… queste erano le persone che l’occidente ha supportato.”

Per gli Stati Uniti, il problema con il governo PDPA era che fosse sostenuto dall’Unione Sovietica.

Eppure non è mai stato il “fantoccio” deriso in Occidente, né il colpo di stato contro la monarchia è stato “sostenuto dai sovietici”, come sostenevano all’epoca la stampa americana e britannica.

Il segretario di Stato del presidente Jimmy Carter, Cyrus Vance, scrisse in seguito nelle sue memorie: “Non avevamo prove di alcuna complicità sovietica nel colpo di stato.”

mercoledì 22 settembre 2021

La disfatta in Afghanistan e “The Great Reset”


Gran parte del mondo è scioccato dall’apparente incompetenza dell’amministrazione Biden nella catastrofe umana e geopolitica che si sta verificando in Afghanistan. Mentre Biden parla da entrambi i lati della sua bocca prescritta, affermando che tutti gli altri sono da biasimare rispetto alle sue decisioni, quindi affermando che “il dollaro si ferma qui”, non fa che aumentare l’impressione che l’unica superpotenza sia in un collasso terminale. Potrebbe essere che tutto questo faccia parte di una strategia a lungo termine per porre fine allo stato nazionale in preparazione del modello totale a volte chiamato il Grande Reset dalla cabala di Davos? La storia di 40 anni della guerra afghana degli Stati Uniti e dei pashtun afghani che hanno plasmato la politica fino ad oggi è rivelatrice.

Le onde radio dei principali media di tutto il mondo sono piene di domande sull’incompetenza militare o sul fallimento dell’intelligence o su entrambi. Vale la pena esamina il ruolo del rappresentante speciale di Biden per la riconciliazione dell’Afghanistan presso il Dipartimento di Stato, Zalmay Khalilzad, nato afghano . Per l’unica figura che ha plasmato la politica estera strategica degli Stati Uniti dal 1984 nell’amministrazione di Bush Sr., ed è stata ambasciatore degli Stati Uniti sia in Afghanistan che in Iraq in momenti chiave durante le guerre statunitensi lì, così come la figura chiave nel presente debacle, sorprendentemente poca attenzione da parte dei media è stata data al settantenne operativo afghano.

martedì 21 settembre 2021

USTICA, MOBY PRINCE, ROSSI, PANTANI – CALPESTATA LA MEMORIA DELLE VITTIME


Stragi di Stato. Sono trascorsi più di 40 e 30 anni dalle tragedie di Ustica e del Moby Prince e le vittime non hanno ancora avuto uno straccio di giustizia.

Uccise due volte, una memoria calpestata ad ogni hanno che passa, tra le solite litanie commemorative, intonate anche da quelle autorità istituzionali che hanno coperto e continuano a coprire i responsabili, in un vergognoso groviglio di collusioni & complicità.

 

USTICA, LA PISTA FRANCESE MAI BATTUTA

Parzialmente risarciti i familiari delle vittime di Ustica, fino ad oggi, e risarcita anche la compagnia ‘Itavia’, che comunque poco tempo dopo quel tragico 27 giugno 1980 era anche fallita. Magra consolazione per tutti, visto che non ci sono responsabili per l’eccidio: nessuno è stato mai condannato da una sentenza, nessuno ha scontato un giorno di galera, nessuno paga il fio per quella atrocità.

Generali, ammiragli, militari e politici liberi come fringuelli.

Eppure la ricostruzione storica di quella tragica notte è sotto gli occhi di tutti: almeno di chi vuol vedere. Mentre la giustizia, of course, è regolarmente cieca.

La tragica verità venne rivelata, poco prima di morire, dall’ex capo dello Stato Francesco Cossiga, che di stragi & misteri di Stato era ben a conoscenza. E nel 2007 raccontò che il missile assassino era partito da una portaerei francese, quella notte nelle acque del Tirreno.

Una ricostruzione che combaciava perfettamente con quella effettuata da una super documentata inchiesta prodotta dal transalpino ‘Canal Plus’.

E incredibilmente raccontata molti anni prima, nel ’91, da Franco Piro alla Voce. L’allora sottosegretario del Psi alla Difesa descrisse nei dettagli quello scenario di guerra nelle acque del Mediterraneo: era stata la portaerei ‘Clemenceau’ – disse – a lanciare il missile.

Sorge spontaneo un interrogativo alto come un grattacielo: come mai la magistratura, che pure ha puntato i riflettori sulla tragedia del tutto inutilmente per decenni, non ha mai voluto battere, neanche per un millimetro, la ‘pista francese’? Era così difficile ottenere, attraverso apposite rogatorie internazionali, tutti i tracciati radar in possesso dei transalpini in grado di documentare il posizionamento e i movimenti delle portaerei in quella tragica notte?

Giancarlo Dettori. Nel montaggio di apertura David Rossi, al centro l’incendio del Moby Prince e, sulla destra, la ricostruzione del DC9 di Uscita e un disegno che ritrae Marco Pantani

Giallo nel giallo, eccoci al caso Dettori. Stiamo parlando del maresciallo dell’aeronautica Alberto Dettori che quella notte era in servizio alla stazione radar di Poggio Ballone.

Sette anni dopo il suo corpo è stato trovato appeso ad un albero.

Dopo lunghissime, estenuanti ricerche, la famiglia cinque anni fa ha chiesto alla magistratura di Grosseto di riaprire il caso, subito archiviato in fretta e furia come il solito ‘suicidio’ da stress (un po’ postumo…).

Ebbene, quella richiesta è stata condannata, pochi mesi fa, allo stesso destino: archiviata, sepolta senza lo straccio di una motivazione plausibile.

E infatti la famiglia non si arrende. Alberto – gridano con forza – è una vittima collaterale di Ustica, perché quella notte ha visto quel che non doveva vedere. E, soprattutto, non doveva raccontare.

E guarda caso – come di recente la Voce ha documentato in due inchieste che potete leggere cliccando sui link in basso – pochi mesi prima di morire il maresciallo Dettori aveva ricevuto una stranissima visita, durata alcuni giorni, di un ‘collega’ francese, con ogni probabilità un uomo dei Servizi, conosciuto un anno prima nel corso di una missione a Nizza.

Incredibile ma vero, l’identità di quel militare francese non è stata mai appurata dai nostri inquirenti. Né hanno fatto il minimo sforzo per accertarla. Ai confini della realtà.

Chiara la volontà di coprire, insabbiare, depistare. Come è successo per 41 lunghissimi e drammatici anni da quel 27 giugno.

venerdì 17 settembre 2021

John Pilger: Assange, un giorno nella morte della giustizia britannica


Il noto giornalista pluripremiato John Pilger commenta l’ultima vicenda di Julian Assange. Infatti,  mercoledì scorso si è consumata una pagina vergognosa della giustizia britannica che ha accolto le obiezioni degli Stati Uniti d’America in merito alla sentenza di un tribunale inglese, dello corso gennaio, che impediva al fondatore di WikiLeaks di essere estradato in quanto il suo stato di salute mentale lo avrebbe indotto al suicidio non reggendo il sistema carcerario statunitense.

 

Ieri mi sono seduto alla Corte 4 della Royal Courts of Justice di Londra con Stella Moris, la compagna di Julian Assange. Conosco Stella da quando conosco Julian. Anche lei è una voce di libertà, proveniente da una famiglia che ha combattuto il fascismo dell’Apartheid. Oggi, il suo nome è stato pronunciato in tribunale da un avvocato e un giudice, persone dimenticabili se non fosse per il potere dotato del loro privilegio.

L’avvocato, Clair Dobbin, è al soldo del regime di Washington, prima di Trump poi di Biden. Lei è il mercenario d’America. Il suo obiettivo è Julian Assange, che non ha commesso alcun crimine e ha svolto un servizio pubblico storico esponendo le azioni criminali e i segreti su cui i governi, in particolare quelli che affermano di essere democrazie, basano la loro autorità.

Per chi lo avesse dimenticato, WikiLeaks, di cui Assange è fondatore ed editore, ha svelato i segreti e le bugie che hanno portato all’invasione di Iraq, Siria e Yemen, il ruolo omicida del Pentagono in dozzine di paesi, il progetto catastrofico di 20 anno in Afghanistan, i tentativi di Washington di rovesciare governi eletti, come quello del Venezuela, la collusione tra oppositori politici nominali (Bush e Obama) per soffocare un’indagine sulla tortura e la campagna Vault 7 della CIA che ha trasformato il tuo cellulare, persino la tua TV, in una spia a casa tua.

WikiLeaks ha pubblicato quasi un milione di documenti dalla Russia che hanno permesso ai cittadini russi di difendere i propri diritti. Ha rivelato che il governo australiano era in collusione con gli Stati Uniti contro il proprio cittadino, Assange. Ha creato il collegamento tra la Fondazione Clinton e l’ascesa del jihadismo negli stati armati americani nel Golfo.

C’è di più: WikiLeaks ha rivelato la campagna degli Stati Uniti per sopprimere i salari in paesi sfruttatori come Haiti, la campagna di tortura dell’India in Kashmir, l’accordo segreto del governo britannico per proteggere gli ” interessi statunitensi ” nella sua inchiesta ufficiale sull’Iraq e il piano del Ministero degli Esteri britannico per creare un finta “ zona di protezione marina ” nell’Oceano Indiano per defraudare gli isolani di Chagos del loro diritto al ritorno.

In altre parole, WikiLeaks ci ha dato notizie reali su chi ci governa e ci porta in guerra, non il giro preordinato e ripetitivo che riempie i giornali e gli schermi televisivi. Questo è vero giornalismo; e per il crimine del vero giornalismo, Assange ha trascorso la maggior parte dell’ultimo decennio in una forma di incarcerazione o nell’altra, inclusa la prigione di Belmarsh, un posto orribile.

Gli è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, è un visionario gentile, un intellettuale guidato dalla sua convinzione che una democrazia non è una democrazia a meno che non sia trasparente e responsabile.

sabato 11 settembre 2021

11 SETTEMBRE / CIA, FBI & CASA BIANCA, (STATI) UNITI NEL TERRORE


20 anni da quel tragico 11 settembre.

Il capo della Casa Bianca, Joe Biden, promette di rendere pubblici atti & documenti fino ad oggi top secret. “Desecreto tutto”, sbandiera.

Altro fumo negli occhi degli americani, dopo i freschissimi, tragici scivoloni sul fronte dell’Afghanistan e su quello dei vaccini, per far approvare in modo illegale dalla ‘Food and Drug Administration’ il prodotto Pfizer e con il diktat per la terza dose.

Perché la verità sull’attentato alle Torri Gemelle e i 3000 morti è già consegnata alla storia ed è ben nota, non solo agli americani. Ma è stata regolarmente nascosta dal mainstream, dalla stampa sempre più omologata e cloroformizzata.

Una verità che parla di precise, chiare, inequivocabili responsabilità dei servizi segreti e d’intelligence a stelle e strisce, FBI e CIA in cima alla lista: le cui azioni, di tutta evidenza, erano orchestrate nelle alte sfere, vale a dire la Casa Bianca e il Pentagono.

Le prime verità risalgono ai risultati del lavoro svolto dalla ‘Commissione nazionale sugli attacchi terroristici dell’11 settembre’, nota anche come ‘Commissione sull’11 settembre’, venuti alla luce il 27 maggio 2004.

Sul fronte italiano, spicca il grande lavoro investigativo svolto da Giulietto Chiesa e da Ferdinando Imposimato, due grandi amici della ‘Voce’, due colonne che hanno firmato per il nostro magazine decine e decine di inchieste al calor bianco: ed anche sui misteri (ormai non più tanto) che avvolgono le Twin Towers.

domenica 5 settembre 2021

PAOLO BORSELLINO E ILARIA ALPI / IL DEPISTAGGIO DI STATO CONTINUA


I due più clamorosi “Depistaggi di Stato”, per la strage di via D’Amelio e per l’omicidio di Ilaria Alpi Miran Hrovatin, dopo tanti anni ancora avvolti nel mistero, esecutori e soprattutto mandanti sempre ‘a volto coperto’.

Due ‘suicidi’ che hanno la rituale impronta dell’omicidio perfetto (o quasi), ossia quelli del capo-comunicazioni al Monte dei Paschi di SienaDavid Rossi, e del campione di ciclismo Marco Pantani, sepolti sotto una lapide che si chiama ‘archiviazione’.

Due stragi, sempre di Stato, quelle di Ustica e del Moby Prince, ugualmente senza risposta, gli autori liberi come fringuelli, le vittime uccise due volte, i familiari privati anche di uno straccio di verità giudiziaria.

E’ questa la giustizia di casa nostra. Capace di calpestare la memoria, di massacrare l’elementare diritto a conoscere i nomi dei colpevoli, di veder passare il tempo senza che una foglia si muova.

E la politica? Tace, in modo sempre più complice e omertoso. In grado solo di prodursi in vomitevoli commemorazioni che hanno sempre più il sapore di una beffa. E al massimo (come nel caso Moby Prince) nella creazione delle consuete, inutili commissioni parlamentari d’inchiesta.

Poco più d’un anno fa, a maggio 2020, abbiamo effettuato una ricognizione su quei gialli, su quei buchi neri nella storia del nostro martoriato Paese. Solo la punta dell’iceberg, casi emblematici di fronte ad una montagna di gialli irrisolti, di morti senza giustizia, famiglie destinate a soffrire per il resto delle loro esistenze.

Aggiorniamo qui di seguito quella ricognizione. Che si fa sempre più desolante e umiliante, perché è trascorso – inutilmente – un altro anno.

Pesante come un macigno.