sabato 30 settembre 2017

"Vaccini: Dominio Assoluto" in formato digitale!


 VACCINI: Dominio Assoluto

da oggi anche in versione digitale!
In Europa e in Italia non sono in atto epidemie o pandemie, certifica l'Organizzazione mondiale della sanità. Allora, come ha potuto il governo Gentiloni promulgare il decreto legge 73 il 7 giugno 2017 che impone a neonati, bambini e adolescenti ben 12 vaccinazioni, se non è in atto alcuna emergenza ed urgenza? In realtà, non si tratta di una campagna di vaccinazione, ma una sperimentazione di massa sulla pelle di neonati, bambini e adolescenti sani. Chi, cosa, come, quando, perché? A un giornalista si chiede di raccontare i fatti, di spiegarli con riscontri documentali, soprattutto di controllare il potere, ogni potere. Occorre cercare la verità, quella scomoda, quella che urtica, quella che obbliga al realismo. Possiamo fare qualcosa? Ho il dovere morale di sperarlo e di essere contagioso. A questo serve la cultura, a rinvigorire l'umanità: la conoscenza ci rende liberi.

L'AUTORE
Gianni Lannes dal 1987 svolge in Italia e all'estero il mestiere del giornalista. Ha lavorato per la RAI e La7, nei settimanali L'Espresso, Panorama, Famiglia Cristiana, Io Donna, D La Repubblica delle Donne, Il Venerdì di Repubblica, Avvenire, Diario.
Ha scritto inoltre per i mensili Airone, La Nuova Ecologia, Medicina Democratica, Il Gargano Nuovo. Ha collaborato ai quotidiani Il Manifesto, Liberazione, La Repubblica, L'Indipendente, L'Unità, La Stampa, Il Corriere della Sera. Ha pubblicato i seguenti titoli di inchiesta: Nato: colpito e affondato, (2009), Il Grande Fratello. Strage del dominio (2012), Terra Muta, (2013), Nato, la strage del Francesco Padre, (2014), Italia, USA e getta, (2014), La montagna profanata, (2015), Nè vivi, né morti, (2016), Bambini a perdere, (2016).
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venerdì 29 settembre 2017

Premio Roberto Morrione Sesta Edizione: si aprono le giornate di premiazione!


"A proposito di Mauro Rostagno", il 29 settembre a Torino

"A proposito di Mauro Rostagno", il 29 settembre a Torino

L'Associazione Amici di Roberto Morrione e Libera Piemonte organizzano a Torino venerdì 29 settembre, dalle ore 20.30 presso il Centro Commensale Gruppo Abele in via Sestriere 34, una serata dedicata alla figura di Mauro Rostagno, sociologo e giornalista assassinato dalla mafia il 26 settembre 1988 a Valderice in provincia di Trapani a causa della sua attività di inchiesta giornalistica. L'incontro …
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Il Premio Morrione torna al Festival di Internazionale a Ferrara

Il Premio Morrione torna al Festival di Internazionale a Ferrara

Domenica 1° ottobre il Premio Morrione presenterà in anteprima le inchieste finaliste della sesta edizione al Festival di Internazionale di Ferrara alle 15.00 al Cinema Apollo, sala 4. Con questo evento, che segue la serata a Torino del 29 settembre "A proposito di Mauro Rostagno" organizzata con Libera Piemonte, continua l'apertura delle giornate di premiazione della sesta edizione del Premio Roberto Morrione. Il …
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mercoledì 27 settembre 2017

Premio Roberto Morrione: Save The Date: il Premio Morrione a Torino e Ferrara


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Save the date: ci vediamo a Torino e Ferrara per le giornate di premiazione 2017

Save the date: ci vediamo a Torino e Ferrara per le giornate di premiazione 2017

Le giornate di premiazione della sesta edizione del Premio Roberto Morrione  si articoleranno in un mese molto ricco di iniziative dedicate al giornalismo investigativo che inizieranno il 29 settembre a Torino, continueranno il 1 ottobre al Festival di Internazionale a Ferrara e si concluderanno con tre giorni di iniziative sempre nel capoluogo piemontese da venerdi 18 ottobre a sabato 21 ottobre.…
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L'intervista agli autori dell'inchiesta vincitrice del Premio Morrione 2015

Fondi rubati all'agricoltura: la BBC torna sull'inchiesta

Tutto è iniziato con il Premio Morrione un paio di anni fa, quando nessuno aveva mai raccontato prima questa storia. Il fiuto di due giovani giornalisti, Diego Gandolfo e Alessandro Di Nunzio, sulle tracce dei fondi europei sottratti dalle mafie all'agricoltura in Sicilia. Li incontriamo oggi, all'indomani dell'uscita su BBC World Service di reportage audio e video ai quali hanno collaborato …
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martedì 26 settembre 2017

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 21 settembre 2017


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
200.000 israeliani attesi in "Kurdistan" dopo la proclamazione del nuovo Stato indipendente
 

 
Secondo H.R. McMaster, Hezbollah non è un'organizzazione terrorista
 

 
Nel 2016 la Guida suprema della Rivoluzione ha distribuito nel mondo oltre un miliardo di dollari
 

 
Susan Rice ammette di aver fatto spiare Donald Trump
 

 
Nelle commemorazioni dell'11 settembre il presidente Trump vieta ogni riferimento alla versione di Bush
 

 
Doppio gioco USA in Siria
 

 
L'Arabia Saudita sostiene il processo di pace russo in Siria (Lavrov)
 

 
USA: la crisi degli oppiacei collegata alla perdita del lavoro
 

 
La riscrittura del massacro del Sinjar
 
Controversie

 
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domenica 24 settembre 2017

Venezuela comincia a vendere il proprio petrolio in Yuan cinese. Sempre più concreto il pericolo di una invasione statunitense

Attilio Folliero, Caracas, 15/09/2017

Vedasi anche: "Pesanti sanzioni degli Stati Uniti contro il Venezuela"

Il 15 settembre 2017 Venezuela ha cominciato a segnalare il prezzo di vendita del proprio petrolio inYuan cinese, la cui sigla internazionale è CNY. Il Ministero dell'Energia e Petrolio del Venezuela nella sua pagina web ha riportato il prezzo medio di vendita settimanale del proprio petrolio in 306,26 Yuan, in aumento rispetto alla settimana scorsa quando era stato in media 300,91 Yuan.

Prezzi del petrolio nella pagina web del Ministero dell'Energia e Petrolio del Venezuela

Per la prima volta nella sua storia il prezzo del petrolio venezuelano non è più indicato in dollari. Nella stessa pagina web, però si riporta anche il cambio Dollaro/Yuan. Per un dollaro la settimana scorsa (all'8 settembre) occorrevano 6,52 yuan, alla data odierna per un dollaro occorrono 6,55 yuan.

Si tratta di un altro segnale della decadenza del dollaro (e degli Stati Uniti).

Perché Venezuela ha cominciato a segnalare e vendere il proprio petrolio in Yuan? Lo scorso 25 agosto il Governo statunitense di Donald Trump ha emanato pesanti sanzioni contro il Venezuela e PDVSA, l'industria petrolifera statale. 

L'obiettivo di queste sanzioni è impedire al Venezuela l'approvvigionamento di dollari e l'accesso ai finanziamenti. PDVSA, attraverso CITGO, la sua filiale negli Stati Uniti, vende il petrolio venezuelano negli USA; i dollari derivanti da questa vendita, fino al giorno delle sanzioni, venivano trasferiti al Venezuela, che li utilizzava per importare i beni di cui il paese ha bisogno.

Il Venezuela vende agli USA oltre un milione di barili di petrolio al giorno, ma in virtù di queste sanzioni è materialmente impossibilitato ad incassare i dollari derivanti dalla vendita. Non solo: le sanzioni impediscono la compravendita di titoli (Bond) emessi legalmente da PDVSA e quindi viene impedito l'accesso ad ogni forma di finanziamento.

Secondo Peter Koening (1), economista ed ex funzionario della Banca Mondiale (Word Bank) si tratta delle sanzioni più dure della storia emanate dal Governo degli Stati Uniti; sono il frutto evidente di una guerra finanziaria diretta a paralizzare il paese e costituiscono, inoltre un crimine di guerra, dato che mettono in pericolo la vita di milioni di venezuelani.

In definitiva con queste sanzioni impedendo al Venezuela di accedere ai dollari, la moneta utilizzata nel commercio internazionale, si impedisce anche di poter comprare cibo e medicine nel mercato internazionale. Inoltre, le sanzioni hanno anche l'obiettivo di mandare il paese in default, in fallimento: non potendo accedere ai propri conti in dollari, il Venezuela sarebbe anche impossibilitato a pagare le rate in scadenza del proprio debito pubblico.

Queste sanzioni stanno spingendo il Venezuela ad abbandonare il dollaro ed a cercare nuovi mercati per la vendita del proprio petrolio e l'approvvigionamento dei beni di cui ha bisogno il paese.

La Cina è un paese in forte sviluppo che ha bisogno di energia, di petrolio e sta investendo fortemente in Venezuela e in tutto il continente americano; è sufficiente pensare che sta finanziando la costruzione del Nuovo Canale del Nicaragua, opera ingegneristica che permetterà il passaggio delle grandi navi cargo tra il Pacifico e l'Atlantico.

Cina, Russia, i paesi dell'Organizzazione di Shanghai (SCO) ed ora anche il Venezuela si stanno sempre più allontanando dall'egemonia del dollaro. Il commercio internazionale tra questi paesi si effettuerà attraverso le rispettive monete locali ed in particolare utilizzando sempre più le monete della Cina e della Russia (Yuan e Rublo).

Il dollaro, a cui è legato anche l'Euro, e tutto il complesso finanziario che ruota attorno ad esso (Federal Reserve, Wall Street, Bank for International Settlement, ovvero il BIS, ed il sistema SWIFT) saranno progressivamente sostituiti dal CIPS, il Sistema della Cina per i pagamenti internazionali e dal costituente Sistema per i pagamenti internazionali della Russia. Non va dimenticato che Russia e Cina in questi ultimi anni hanno acquistato grandi quantità di oro e continuano ad acquistarlo per sostenere la propria moneta. Sta dunque per terminare il monopolio del dollaro e della finanza statunitense ed occidentale. In definitiva stiamo assistendo al tramonto degli Stati Uniti.

Come reagiranno gli USA? Gli USA accetteranno di farsi pacificamente da parte? Certamente gli USA non accetteranno di farsi da parte; cercheranno in tutti i modi di mantenere il dollaro come principale moneta degli scambi commerciali internazionali.

In realtà per gli USA è una questione di vita o di morte: il giorno in cui il dollaro cesserà di essere la principale moneta del commercio internazionale, il giorno in cui il dollaro cesserà di essere la moneta di Riserva Internazionale per eccellenza sarà la fine per l'Impero statunitense. Nel momento il cui il dollaro cesserà di essere la moneta di riferimento internazionale, la grande quantità di dollari della Riserva Internazionale, la grande quantità di dollari  in circolazione, la grande quantità di dollari che la FED ha stampato per finanziare il debito pubblico USA sarà immessa nel mercato facendo letteralmente crollare il suo valore. In definitiva chi ha i dollari sarà costretto a venderli per acquistare le nuove monete internazionali. Il valore del dollaro crollerà e gli USA saranno interessati da una iperinflazione; l'Unione non reggerà e gli Stati Uniti termineranno dividendosi. Da tanti anni pensiamo e scriviamo che questo sia il futuro riservato agli Stati Uniti. Ovviamente gli USA sono ancora una grande potenza militare, anche se in declino, per cui utilizzeranno tutta la forza di cui dispongono per impedire l'abbandono del dollaro e quindi la loro fine.

Il Venezuela non aveva alternative: abbandonare il dollaro o sprofondare. La decisione di abbandonare il dollaro e vendere il proprio petrolio in Yuan inevitabilmente porterà gli Stati Uniti ad adottare provvedimenti di natura militare. Insomma non è difficile prevedere un intervento armato (diretto o indiretto) contro il Venezuela. In Venezuela tutti sono consapevoli di questo pericolo. Un anno fa circa, il Generale venezuelano Jacinto Pérez Arcay in una intervista a Russia Today, considerava "inevitabile" l'invasione statunitense del Venezuela. Oggi, dopo questa decisione di vendere il proprio petrolio in Yuan, il pericolo di una invasione statunitense diventa sempre più concreto e imminente.

Bisogna ancora aggiungere che la decisione di abbandonare il dollaro non riguarda solo il Governo, ma tutta la società venezuelana. La Banca Centrale del Venezuela ha cessato di offrire dollari al pubblico, sia imprese che privati (attraverso il Mercato cosiddetto Dicom); i cittadini e le imprese che disponevano di un conto corrente in dollari presto potranno aprire un conto corrente in Yuan, Rublo o Rupia. Insomma si va verso l'abbandono totale del dollaro.

Ovviamente il Venezuela non è isolato; Russia e Cina, le grandi potenze in ascesa che hanno grandi investimenti in Venezuela, non possono permettere una invasione del Venezuela; hanno il diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell'ONU e sicuramente lo utilizzerebbero. Tutto ciò potrebbe non essere sufficiente per dissuadere gli USA da avventure militari contro il Venezuela o contro la Russia e la stessa Cina. Per gli USA – come analizzato – è una questione di vita o di morte.

Inevitabilmente il mondo sta andando incontro ad una guerra di proporzioni inimmaginabili. O meglio chi regge i destini del mondo sa benissimo quali sarebbero le conseguenze; non dimentichiamo che gli USA e altri paesi possiedono armi atomiche il cui utilizzo mette in pericolo la vita sul nostro pianeta. Loro, coloro che reggono i destini del mondo, sanno benissimo che stiamo andando verso una guerra catastrofica che potrebbe portare all'estinzione della vita sul nostro pianeta. È per questo motivo che si sono "preoccupati" di creare il "Deposito globale di sementi delle Svalbard" (Svalbard Global Seed Vault), un bunker quasi al Polo Nord in cui si conservano le sementi di tutto il mondo. Le sementi sembrano dunque a salvo, ma rimarrebbe vivo qualcuno per poterle utilizzare?

Nota

(1) Peter Koening lo scorso 2 settembre ha inviato una lettera al Presidente Maduro in cui appunto esprime le sue considerazioni circa le sanzioni imposte da Trump al Venezuela. La lettera è leggibile all'Url: http://www.laiguana.tv/articulos/67286-carta-maduro-economista-banco-mundial 

Venezuela comincia a vendere il proprio petrolio i...