mercoledì 6 aprile 2011

Peak oil, cambiamenti climatici, disordini politici: la lezione dell'Egitto

   
    E'possibile che il popolo egiziano che è coraggiosamente sceso in strada per rovesciare il regime tirannico abbia preso parte alla prima rivoluzione del picco del petrolio?

Sembra una vera iperbole, in un primo momento. Hosni Mubarek ha gestito il paese sotto un costante stato di emergenza in cui ha bloccato la libertà di parola, intimidito ogni persona percepita come una minaccia e gestito un sistema sfacciatamente corrotto che ha lasciato milioni di Egiziani in povertà. I tiranni sono stati rovesciati alla fine e i manifestanti nelle strade dell'Egitto stavano chiaramente esercitando il loro diritto a fare una scelta politica – rimuovere Mubarak. Dopo tutto, è una così romantica storia che vogliamo leggerci: la gioventù diseredata che ha superato in astuzia le spie del governo, twittando su Facebook per organizzare la sommossa, una ribellione eccezionalmente pacifica.

Ora, con il paese saldamente nelle mani dell'esercito, che si è impegnato ad indire elezioni nel giro di sei mesi, i commentatori dei media parlano di lieto fine – dipende comunque da quanto siate lieti riguardo la legge marziale. Ma se ci fosse qualcosa in più di questo?
E se i problemi dell'Egitto andassero ancora più in profondità?

sabato 2 aprile 2011

La crisi planetaria come preludio all'instaurazione del Nuovo ordine mondiale

Daniel Taylor, nel corposo e documentato articolo che pubblichiamo, si addentra nei meandri di una rivoluzione scientifica e tecnologica in grado di rimodellare la stessa concezione di umanità. Digitalizzazione, smaterializzazione dei processi comunicativi, omologazione culturale… sono gli aspetti di una metamorfosi antropologica che, lungi dall'essere naturale, adombra gli obiettivi di apparati tecnocratici sempre più disumanizzanti. La crisi planetaria, per lo più indotta, è insieme il pretesto e lo strumento per imporre un sistema in cui l'individuo è assorbito in una rete di relazioni elettroniche. Nanotecnologia, biotecnologia, scienze dell'informazione e scienze cognitive, concorrono, con le loro formidabili acquisizioni, a costruire la "civiltà" del futuro, una "civiltà" fondata sull'annichilimento dell'uomo, sostituito da un suo surrogato virtuale. La resistenza contro la pianificazione del "nuovo ordine" è bollata dai portavoce dell'establishment come attaccamento nostalgico ad un mondo ormai antiquato. La difesa delle identità nazionali e dell'humanitas è la sfida di un'età di transizione, il cui sbocco potrebbe essere la definitiva eclissi della Coscienza.


mercoledì 30 marzo 2011

La balcanizzazione del Sudan: un nuovo disegno per il Medio Oriente e il Magreb

Il Sudan è una nazione diversa e un paese che rappresenta la pluralità dell'Africa attraverso le sue tribù, clan, etnie e gruppi religiosi.Ma l'unità del Sudan è ora in discussione mentre si parla di unificare le nazioni e di creare un giorno gli Stati Uniti d'Africa attraverso l'Unione Africana. Il punto caldo ruota qui intorno al referendum che si terrà questo mese di gennaio 2011 nel Sud Sudan. L' amministrazione Obama ha annunciato formalmente il suo sostegno per la separazione del Sudan meridionale dal resto del Sudan. Quello che è veramente in gioco è la balcanizzazione del Sudan. Gli USA e l'UE da anni sostengono i leaders e le milizie del sud del Sudan.
di Mahdi Darius Nazemroaya

LA DEMONIZZAZIONE DEL SUDAN, UN BERSAGLIO POLITICO
Si sta sponsorizzando una vasta campagna di demonizzazione contro il Sudan ed il suo governo. Si, è vero che il governo sudanese di Khartum ha uno storico pessimo rispetto dei diritti umani e la corruzione del governo  non può giustificare questo fatto. Ma si sta orchestrando contro questo paese una condanna molto parziale o specifica. Tuttavia, bisognerebbe chiedersi perché gli Stati Uniti e l'UE hanno nel mirino solo il Sudan mentre casualmente ignorano tutta la storia sui diritti umani di vari stati clienti degli USA, come, l'Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Etiopia.


sabato 26 marzo 2011

Daniel Estulin: Il discorso a Praga

Questo è il mio discorso a Praga. Una sala piena dei più alti dignitari del paese. Ho parlato dello stato-nazione, l'immortalità e la dignità umana. In totale, circa 90 minuti di discorso. Credo che in questo discorso resta totalmente chiaro il ruolo del Bilderberg nell'organigramma del potere. Non sono cospirazioni-paranoie, sono ideali per i quali vale la pena perfino morire.

Nel mondo delle finanze internazionali ci sono quelli che dirigono gli avvenimenti e quelli che reagiscono di fronte agli stessi. Mentre questi ultimi li conosciamo di più, sono più numerosi e apparentemente sono anche più influenti, il vero potere giace nelle mani dei primi. Occupando il centro del sistema finanziario globale è l'oligarchia rappresentata oggi dal Club Bilderberg.
L'organizzazione Bilderberg è dinamica, in quanto cambia con il trascorrere del tempo assorbendo e creando nuovi elementi mentre elimina i pezzi superflui e in decomposizione. I suoi membri vanno e vengono, ma il meccanismo in sé stesso non è cambiato. E' un sistema che si perpetua a se stesso, una ragnatela virtuale di interessi finanziari, politici, economici ed industriali allacciati intorno al suo unico nucleo, il modello Fondi ultramontano veneziano.
Ma questa non è una società segreta. Non abbiamo qui un occhio malvagio che tutto vede o una cospirazione giudaico-massonica.
Non c'è una cospirazione per quanto la gente possa pensarlo così come nelle sue fantasie infantili. Non esiste nessun gruppo di persone, per quanto sia potente, che si siede intorno ad un tavolo in una stanza buia,  tenendosi per mano, guardando in una sfera di cristallo e pianificando il nostro futuro.

mercoledì 23 marzo 2011

Egitto: luoghi comuni e slogan vuoti per il sogno di un popolo

La dinamica della disintegrazione economica mondiale ha scatenato una serie di avvenimenti che hanno lasciato perplessi molti osservatori politici. O, almeno, questo è quanto vogliono far credere i principali mass media. Ma, la realtà è piuttosto diversa.

Una reazione popolare contro le dittature e i dittatori sostenuti dagli Stati Uniti è stata prevista dall'11 settembre, ha dichiarato Zbigniew Brzezinski, fondatore della Commissione Trilaterale e membro del Bilderberg Club, durante una conferenza alla MIT University (Massachusetts Institute of Technology, N.d.E.) qualche mese fa. Si tratta di un "risveglio politico globale, nel quale le masse del mondo (principalmente i giovani educati, sfruttati e impoveriti del Terzo Mondo) si sono accorte della loro sottomissione, disuguaglianza, sfruttamento e oppressione". Questo "risveglio" è in gran parte determinato dalla rivoluzione dell'informazione, la tecnologia e la comunicazione, ma principalmente dall'influenza di internet e le reti sociali. Brzezinski aveva individuato proprio questo "risveglio" come la più grande minaccia per gli interessi delle élite globali.
Così come l'impatto economico va in profondità e che gli effetti collaterali della crisi si diventano evidenti in vista del collasso della civiltà, il mondo dei bianchi dovrà rinegoziare i suoi diritti per portare avanti un modello di vita che ormai non può permettersi.