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domenica 1 aprile 2018

"PYRAMIDION: Il Vertice del Potere"



PYRAMIDION
Il Vertice del Potere

Anonimo

DISPONIBILE DA APRILE

Chi si nasconde dietro al vertice della piramide dei poteri forti? Sono i nuovi tecnocrati, le secolari famiglie o vi sono ancor più oscure e celate eminenze al di sopra di questi?
Questo saggio smaschera le forze oscure operanti all'ombra del Pyramidion, il vertice del potere che domina sulla razza umana, sua inconsapevole prigioniera e schiava. Fin dai tempi antichi gli gnostici attribuivano a tali forze, a cui davano il nome di Arconti, una natura extradimensionale e fisica, attributi tipici di molte divinità adorate sotto diversi nomi da cristiani, ebrei, islamici, pagani, satanisti, ecc.
La trattazione storica si concentra quindi sul fenomeno più mistificato e secretato della storia: la presenza aliena-extradimensionale sul pianeta Terra, subliminalmente e sublimamente narrata dai testi sacri e dalle tradizioni di tutte le culture del globo. L'autore investiga anche sul legame tra le antiche famiglie e l'apparato religioso, militare e d'Intelligence che controlla il nostro pianeta e sull'ancora poco compreso fenomeno dell'interferenza aliena. Si espone così la millenaria operazione di controllo mentale remoto — dai culti secolari come le religioni abramitiche o pagane fino alle moderne sette e società segrete, circoli magici, neosciamanesimo, culti ufologici/new age e channeling — tutti mezzi tramite i quali gli occulti burattinai manipolano la mente umana.

A CHI SI RIVOLGE
Questo monumentale saggio non può mancare nella libreria di tutti coloro che si interessano a temi legati al cospirazionismo, all'ufologia, alla mitologia, alle religioni comparate, all'angelologia, alla magia e alla stregoneria.


sabato 24 marzo 2018

Roberto Burioni / Il mago dei vaccini contro il Nobel – somaro Luc Montagnier


Proprio nei giorni in cui scade l'ultimatum governativo per i vaccini obbligatori con multe e sanzioni che neanche nelle peggiori dittature, arrivano – come una bomba – le fresche dichiarazioni del premio Nobel Luc Montagnier che documenta tutti i rischi e i pericoli connessi ai vaccini, soprattutto sul fronte di una somministrazione di massa, e ne chiede con forza 'scientifica' un uso razionale, consapevole e super controllato.
Bufale o fake news, come sostiene il Super Vax Roberto Burioni? Secondo cui anche Montagnier, di tutta evidenza – è un somaro, come quelli che ha descritto nel suo ultimo 'capolavoro', "La congiura dei somani – Perchè la scienza non puo essere democratica": solo lui ha diritto-dovere di parola, per propalare il suo Verbo. Si è scagliato a testa bassa, Burioni, contro il convegno indetto per il 2 marzo dall'Ordine Nazionale dei Biologi e contro le tesi del Nobel che ha scoperto l'Hiv: Ordine che ha subito provveduto a querelarlo, promettendo di tirar fuori, in tribunale, carte e documenti sugli interessi economici e commerciali di Vate Burioni nel settore dei vaccini.
Partiamo dall'intervento di Montagnier sui "Fattori tossici nel nostro ambiente", un fuoco di fila, 33 minuti zeppi di dati, analisi, vicende e notizie da novanta. Perfette per far pizza pulita dalle fake news, quelle autentiche, le bufale che pascolano tranquillamente nei salotti e nelle accademie, foraggiate da Big Pharma, capace di costruire, anche sui vaccini, fortune colossali.

QUELL'ALLUMINIO PERICOLOSO
Montagnier ha aperto con uno sguardo sul presente. "Stiamo vivendo profondi cambiamenti, non siamo certo più ai tempi di Pasteur. Sono entrati in campo una serie di fattori che rendono tutto più complicato e difficile da combattere. Una volta facevi quel vaccino per proteggerti contro quella malattia. Oggi non è più così".
"Come ho titolato il mio intervento, siamo in presenza di una molteplicità di fattori tossici. Che riguardano l'alimentazione, il modo di produrre i cibi, l'inquinamento, l'utilizzo degli erbicidi, di nuove sostanze chimiche, come ad esempio i glifosati di cui per fortuna si comincia a parlare. Si sviluppano nuove epidemie, insorgono nuove malattie, si moltiplicano gli agenti infettivi. Le risposte quindi non possono essere univoche, ma devono essere articolate, studiate a fondo, non fornite in modo spesso semplicistico e rischioso per la stessa salute umana. Come attraverso i vaccini".
Eccoci al nodo, i vaccini.
Parte dall'alluminio presente nei vaccini, una circostanza sempre minimizzata dagli scienziati di Palazzo. "Molti sostengono che ingeriamo alluminio anche mangiando. Ma una cosa è ingerire e poi eliminare attraverso l'intestino, altra cosa è iniettare nelle vene, quindi introdurre subito quella sostanza in circolo. Resta per parecchio tempo nel sito, ma poi viene trasportata dai microfagi e arriva fino al cervello. L'alluminio nei muscoli può essere causa di malattie. Per questo l'alluminio deve essere assolutamente eliminato dai vaccini. Faccio un esempio: già esistono vaccini somministrati ai cani che non contengono alluminio e chi lo produce tiene a sottolineare, nella pubblicità, tale circostanza".
Prosegue lo scienziato francese: "quando si parla di vaccini troppo spesso la salute dei bambini diventa un fatto secondario, mentre predominano gli aspetti finanziari". Parole pesanti come macigni".
E pesano come macigni altri esempi e tragiche cifre. "Un'azienda francese ha promosso un vaccino chiamato 'anti dengue' per combattere la febbre gialla, che si trasmette attraverso le punture delle zanzare. E' stato utilizzato in modo massiccio, praticamente una campagna di vaccinazioni di massa, per i bambini delle Filippine. Lo hanno somministrato in 100 mila dosi e si sono registrate moltissime morti". Morti, quei bambini, come le mosche: per combattere le zanzare.
"Il governo filippino ha poi intrapreso una battaglia legale contro l'azienda francese. In quel caso il vaccino è risultato ben più pericoloso della malattia che voleva combattere".
"Si parla molto di morbillo, ne avete parlato anche parecchio in Italia. Ebbene, bisogna conoscere a fondo le reazioni che avvengono nei corpi dei bambini, reazioni che possono variare da soggetto a soggetto".
"Quando in Francia è stato varato l'obbligo per alcuni vaccini, sono stato contrario, la vaccinazione di massa può essere molto, molto pericolosa. Prima di somministrare qualsiasi vaccino vanno effettuati accurati, più che approfonditi esami su chi lo riceve, occorre misurare con attenzione gli anticorpi, valutare appunto le possibili reazioni. Insomma, andare moto cauti, con i piedi di piombo". Invece la vaccinazione di massa semplifica tutto, livellando in modo assolutamente non scientifico, anzi del tutto anti scientifico le condizioni di salute di chi quel vaccino lo riceve, creature indifese di pochi mesi o anche di poche settimane.
Continua il Nobel nel suo intervento all'Ordine Nazionale dei Biologi: "Dicevo della Francia, la campagna di vaccinazioni ha prodotto molti effetti collaterali, perchè le industrie pensavano solo ai loro profitti. Sono aumentate in modo sensibile non poche patologie".

VACCINAZIONI OBBLIGATORIE, UN ERRORE SCIENTIFICO E POLITICO
"Ricordo di passaggio un'altra tragedia che ha colpito la Francia, ma anche altri Paesi. La campagna di vaccini contro l'epatite B ha causato moltissimi decessi di emofiliaci, per via degli emoderivati somministrati, a cominciare dal fattore VIII e dal fattore IX". Quella stessa strage che in Italia ha provocato oltre 5 mila morti, una strage di innocenti che mai hanno avuto giustizia: a Napoli è alle battute finali il processo, nato 20 anni fa, per 9 decessi, una goccia d'acqua in quel mare, ma emblema della lotta contro i killer di Big Pharma, impegnati a fare montagne di profitti col sangue della gente e sulla pelle dei malati.


Un laboratorio indiano. In alto, Luc Montagnier a destra Roberto Burioni

"Una scienza, una medicina che non sappiano vedere e far vedere i fatti negativi che succedono, le reazioni che un farmaco può scatenare, ma guardino solo agli aspetti positivi e li esaltino in modo acritico, non è una scienza, non è una medicina".
Per chi non abbia ben capito, e per illustrare meglio la "dittatura dei vaccini", Montagnier rincara la dose: "In Francia abbiamo avuto una campagna di vaccinazioni obbligatorie per una somministrazione entro i due anni. E' stato un grande errore medico, scientifico e politico".
E precisa: "I vaccini, va ribadito una volta per tutte, vanno somministrati con saggezza, senza abusi, dopo una serie di controlli, rispettando e attuando il principio numero uno, quello di Precauzione, adottato per la prima volta a Rio De Janeiro nel 1992 dalle Nazioni Unite e ribadito dalla stessa Unione europea nel 2000 per i problemi della salute. Sono, siamo tutti coinvolti in questa vicenda. A cominciare proprio da chi ha sottoscritto il giuramento di Ippocrate".
Le parole finali: "Dobbiamo rispettare la salute, non gli interessi economici".
Baggianate? Fake news? Bufale quelle di Montagnier? A quanto pare per Burioni sì, vista la reazione al dibattito promosso dall'Ordine dei Biologi e alle osservazioni scientifiche del 'somaro' premio Nobel.

ORDINE IN RIVOLTA
E' riuscito nell'ardua impresa di far incavolare i vertici di quell'Ordine, in genere asettici come quelli di tutte le categorie professionali. Ecco quanto diramato in un comunicato: "Il professor Roberto Burioni, noto alle cronache per l'insolenza con cui si rivolge a chi non concorda con le sue opinabilissime tesi più che per essersi distinto nel mondo della scienza, attacca proditoriamente l'Ordine Nazionale dei Biologi, reo di aver celebrato il convegno del 2 marzo con la presenza di eminenti scienziati ai quali il professor Burioni, per valenza scientifica, non arriva neanche ai garretti".
Così prosegue la nota al curaro: "Il professor Burioni risponderà delle offese gratuite all'Ordine Nazionale dei Biologi nelle sedi giudiziarie, con la speranza che sarà chiamato a risarcire danni morali e materiali ai Biologi italiani che guardano alla scienza non per interessi commerciali ai quali, come dimostreremo nelle opportune sedi, è soggetto il professor Burioni, ma con il solo desiderio di apprendere e scoprire".

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18 aprile 2017

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sabato 17 marzo 2018

Il parroco di Damasco: i "ribelli" bombardano noi e uccidono i civili di Ghouta


Nell'enclave in mano ai ribelli a pochi chilometri da Damasco, la zona di Goutha, i civili sono vittime dei bombardamenti ma anche degli stessi ribelli. Ce ne parla MUNIR HANASHY

A comando, l'indignazione del mondo occidentale si alza. Da quando l'astuta menzogna della politica estera di Barack Obama ha dipinto il presidente siriano Assad come un dittatore da eliminare come già fatto con Gheddafi, basta un colpo di bacchetta e la scena si ripete. Foto di bambini morti, gente travolta dalle macerie di case bombardate, gas chimici che avrebbero fatto addirittura una vittima (un bombardamento con gas chimici, se veramente fosse stato tale, di vittime ne avrebbe fatte a migliaia), titoli a lettere giganti del tipo "L'inferno di Goutha, duemila morti nel silenzio del mondo". Nessuno nega che nell'enclave di Goutha, a pochi chilometri da Damasco, una delle ultime zone rimaste in mano ai ribelli anti-Assad tra cui la gran parte sono miliziani di al Qaeda, sostenuti e armati da sempre dagli Stati Uniti, ci siano vittime civili; ma forse, come ci ha detto padre Munir Hanashy, parroco a Damasco (raggiunto al telefono dopo ore di bombardamenti sulla capitale siriana da parte dei "ribelli") sarebbe ora di ammettere che ci sono due facce alla medaglia dipinta da Obama e dal suo successore Trump, il cui unico interesse è sempre stato eliminare Assad in quanto alleato di russi e iraniani. 
Padre Munir, ci giungono notizie di stragi immani tra i civili che si trovano nella zona di Goutha, massacrati dai bombardamenti dell'esercito governativo, che cosa ci può dire della situazione?
Io vorrei pregare voi giornalisti occidentali di smettere di dipingere quello che accade in Siria da anni e anche adesso come una strage di innocenti voluta dal governo siriano.
Perché, invece di cosa si tratta?
Date tutte e due le facce della medaglia, per favore. Fate lo sforzo di conoscere la nostra realtà e dipingetela senza menzogne.
Ci spieghi.
Non c'è solo Goutha dove la gente muore. Di quello che succede qui a Damasco non parla nessuno ma sono settimane che siamo sotto alle bombe dei ribelli. Le scuole sono chiuse, la vita sociale ed economica è paralizzata, siamo stati fino a pochi minuti fa sotto ai colpi di mortaio provenienti da Goutha, dai ribelli.
Staranno cercando di difendersi dagli attacchi.
Ma noi a Damasco sono anni che siamo attaccati, lei pensa che un governo che ha a cuore i suoi cittadini possa non reagire e cercare di spazzare via questi cosiddetti ribelli e cercare di difenderci? Non sono neanche più colpi di mortai, hanno imparato a fabbricare missili e ci colpiscono con quelli.
Di mezzo ci vanno i civili di entrambe le parti, no?
Purtroppo, ma nessuno dice che appena è cominciata la tregua proposta da Putin e sono stati aperti i corridoi umanitari, i civili di Goutha che cercavano di fuggire sono stati presi di mira dai cecchini ribelli. O che molti civili sono siriani rapiti che vengono rinchiusi in gabbie messe lungo il confine così che il nostro esercito non possa bombardare. Loro usano scudi umani, lo hanno sempre fatto in questa guerra, anche ad Aleppo.
Dunque lei, anche da sacerdote cristiano, non ritiene che l'esercito governativo stia esagerando in questa offensiva?
In questo esercito ci sono i nostri figli, ci sono i ragazzi della mia parrocchia. Purtroppo dove ci sono gruppi terroristici, questi vanno bombardati. Il governo siriano ha proposto più volte a questa gente di lasciar andar via i civili, ma non vogliono. Da anni soffriamo morte e distruzioni da parte di questi gruppi, è ora che finisca.
Certo le sue parole danno una visione diversa di quello che scrive la stampa occidentale…
Io sono direttore delle scuole salesiane di Damasco, quante volte ho dovuto dire ai ragazzi andate a nascondervi, chiudiamo la scuola perché ci bombardano. Ma questo nessuno di voi lo ha mai scritto, Damasco è una città di otto milioni di persone che vivono nel terrore. Scrivete la verità: i cattivi non siamo noi, il nostro esercito cerca solo di difenderci. Il sangue degli innocenti ricade sulle milizie dei ribelli.
 (Paolo Vites)

venerdì 9 marzo 2018

Il conflitto nella Ghouta e la memoria corta dell’Occidente

Spesso si afferma che in guerra la prima vittima è la verità, resa parziale da ogni parte e resa quasi del tutto strumentale dagli attori presenti sul campo; ma in realtà, ciò che ancor prima della verità viene tolto di mezzo da un determinato conflitto è la stessa memoria: tutto viene resettato, anche la stessa storia viene resa funzionale al racconto ed alla narrativa imposta da chi vince o da chi, invece, spera di vincere. La memoria corta è una delle piaghe che affligge l'informazione inerente il conflitto siriano; è vero che fanno male le bombe russe, così come quelle americane ed è altrettanto vero che a causare vittime civili spesso sono sia i kamikaze delle sigle jihadiste così come i raid dei governativi, pur tuttavia dimenticare cosa accaduto e come si è arrivati al fatidico numero sette nel conteggio degli anni di guerra siriana, appare operazione scellerata e, nella migliore delle ipotesi, frutto di disonestà intellettuale. A prescindere da ogni considerazione politica che si possa avere su Assad e sul suo governo, dimenticare che la Siria non è stata attraversata da una vera 'rivoluzione' ma invasa da orde di jihadisti, stranieri e non, fa perdere di vista ogni giudizio obiettivo sul conflitto.

Cosa è accaduto nel Ghouta Est tra il 2012 ed il 2013

Proprio come accaduto nella zona est di Aleppo, non appena il legittimo governo siriano si prepara a strappare un determinato territorio alle sigle jihadiste, si scopre che il paese arabo ha un numero di ospedali per abitanti tra i più alti al mondo ed una quantità di edifici scolastici da fare invidia anche ai paesi più industrializzati; nel Ghouta l'operazione volta a strappare dalle mani takfire gli ultimi brandelli di una Damasco che da cinque anni vive con lo spettro di razzi e missili lanciati verso il centro, è iniziata da pochi giorni ma già nel mondo dell'informazione occidentale circolano gli stesso video visti e rivisti per Aleppo e per Homs, dove i raid russi e siriani vengono dipinti come brutali mezzi in grado di distruggere ogni volta strutture ospedaliere ed obiettivi sensibili. Ben lungi dall'esultare per l'arrivo sulle teste di tanti civili di bombe e colpi d'artiglieria, è utile però ricordare il motivo per il quale questa crisi non è possibile risolverla per vie diplomatiche: nel Ghouta Est risiedono alcune delle più pericolose sigle jihadiste che hanno messo piede in Siria, tali gruppi nell'estate del 2012 hanno cinto d'assedio la capitale siriana prima di rintanarsi in questa regione posta nella periferia orientale damascena.
Gli abitanti del Ghouta Est sanno bene cosa vuol dire aver iniziato a convivere con la presenza di uomini barbuti inneggianti alla jihad; molti civili hanno visto portare via le proprie mogli, i propri figli ed i propri affetti da terroristi che non hanno avuto scrupoli nel rinchiudere centinaia di innocenti in gabbia per piazzarli sui tetti dei palazzi, in modo da utilizzarli come scudi umani contro i raid governativi. Specialmente tra il 2012 ed il 2013, quando si è ben capito come l'offensiva jihadista non era destinata a centrare l'obiettivo a Damasco, la scure della follia islamista si è abbattuta nei quartieri della capitale e del Ghouta est da loro controllati; ma non solo: nel novembre 2015hanno fatto il giro del mondo le immagini di un corteo, composto da almeno cento gabbie con all'interno almeno sette od otto persone, sfilare lungo una città del Ghouta in un'atmosfera di gogna che ha poi preceduto l'allocazione di tali gabbie sopra i tetti dei palazzi più alti.
Non c'erano nemici o militari dentro quelle sbarre improvvisate, bensì solo civili colpevoli di essere alawiti come il presidente Assad; un'azione criminale di inaudita crudeltà, compiuta tra gli sguardi attoniti dei mariti che vedevano le proprie mogli rinchiuse come animali e portate chissà dove, senza forse la possibilità di rivederle. Il Ghouta Est è dal 2012 occupato, è questo il verbo giusto da utilizzare, da gente senza scrupoli ed i cui atti criminali sono inqualificabili oltre che ingiustificabili; gruppi di terroristi armati e sostenuti, politicamente e non solo, da quei paesi che hanno da subito appoggiato la presunta rivolta siriana anti Assad in nome proprio della democrazia e del rispetto dei diritti umani. Un'accozzaglia di integralisti e terroristi che dal 2012 tiene sotto scacco Damasco, non solo intesa come sede del governo siriano, ma come città dove vivono almeno due milioni di persone la cui quotidianità è provata dal pericolo di uscire da casa e beccarsi un colpo di mortaio sparato dal Ghouta.

Come viene vissuta a Damasco la nuova operazione

Intanto, mentre si fa riferimento da più parti alle conseguenze dei raid siriani e russi nelle città del Ghouta, nel cuore della capitale siriana la popolazione vive nel terrore delle ritorsioni islamiste per l'operazione avviata dall'esercito fedele ad Assad; nella giornata di lunedì, un razzo ha colpito un taxi in una delle vie più trafficate di Damasco, uccidendo un civile. Questo è soltanto l'ultimo episodio che vede la città più popolosa della Siria essere oggetto di attacchi a colpi di mortaio e razzi da parte delle sigle che controllano il Ghouta, i quali non hanno mancato di provocare nell'ultimo mese ancora morti e feriti; la percezione di una sicurezza sempre più precaria rischia di impadronirsi degli animi dei damasceni, anche se la popolazione continua a vivere la sua quotidianità nella speranza che l'assalto alle posizioni delle sigle jihadiste a pochi chilometri dal centro possa finalmente allontanare per sempre la guerra dalla città.
Soffrono sia i damasceni che gli abitanti del Ghouta Est, del resto gli innocenti sono tali in quanto parti non direttamente in causa del conflitto ed è per questo che da entrambe le parti essi vivono il comune destino di essere vittime di un qualcosa più grande di loro; pur tuttavia, dimenticarsi cosa accaduto in questa regione già cinque anni fa, omettendo le crudeltà commesse da chi ha occupato questa zona, è un'operazione che rischia di prolungare l'agonia di milioni di civili, siano essi di Damasco, del Ghouta o di altre zone di questo martoriato paese.


giovedì 8 marzo 2018

“Vi prego, raccontate la verità: i terroristi occupano la Ghouta”


Ci sono momenti in cui anche una raffica di kalashnikov sembra nulla. Quella che risuona nel telefono, mentre sono in linea con Damasco e parlo con suor Yola Girges, è la sparatoria rituale che accompagna il funerale di un soldato siriano morto nella battaglia per Ghouta, il sobborgo ancora controllato dai terroristi islamisti. Suor Yola, nata a Damasco in una famiglia originaria però di Ghassanieh (provincia di Idlib), un villaggio cristiano del Nord dove nel 2013 fu ucciso il francescano padre Francois Mourad e dove tuttora sono insediati i terroristi di Al Nusra, è una delle missionarie del Cuore Immacolato di Maria che lavorano nella casa della Custodia di Terra Santa presso il Memoriale delle Conversione di San Paolo, nella capitale siriana. Siamo nei quartieri di Tabbaleh, Bab Touma e Dawaleh, dove si concentrano i cristiani. E come molti altri cristiani e religiosi di Siria, anche suor Yola è indignata per il modo in cui la guerra viene raccontata in Europa.
"Oggi, nel quartiere Taramana, si svolgono i funerali di dodici civili ammazzati dai missili sparati dai ribelli di Ghouta. Due settimane fa un colpo di mortaio è esploso nel giardino della nostra casa. Qualche giorno fa un altro razzo ha colpito un edificio sull'altro lato della strada e tutte le nostre finestre sono esplose. Da settimane, ormai, quando usciamo di casa non sappiamo se faremo ritorno. In questo periodo, inoltre, i terroristi hanno cominciato a colpire proprio quando nelle scuole finiscono le lezioni, per creare ancora più panico. Solo nel nostro asilo, l'anno scorso abbiamo perso quattro bambini, uccisi da un mortaio insieme con il loro papà, e nel 2012 una bambina, ammazzata da un missile per strada insieme con la mamma, che era una nostra catechista. Per non contare i bambini feriti o traumatizzati Eppure nessuno ne parla, nessuno dice niente. Chi si occupa dei nostri morti?".
Adesso tutta l'attenzione è concentrata su Ghouta e le organizzazioni umanitarie parlano di molti morti tra i civili…
"Bisogna raccontare tutta la verità. Ghouta è un'area di 1800 chilometri quadrati, occupata dai terroristi fin dall'inizio della guerra. In questi sette anni, i razzi da loro lanciati hanno provocato più di mille morti tra i civili nella sola Damasco. Per quanto tempo ancora si poteva sopportare tutto questo? Inoltre, tutti sanno che i militanti dell'Isis e di Al Nusra che si sono concentrati a Ghouta hanno portato con sé le famiglie, che ora usano come scudi umani. Sia per fermare gli attacchi dell'esercito sia per destare la reazione compassionevole del mondo. Nessuno vuole che muoiano dei civili, da nessuna parte. Ma il meccanismo è chiaro".
La Casa della Custodia di Terra Santa presso il Memoriale di San Paolo è stata testimone fedele, in questi anni, del martirio della Siria. Fondata come casa di accoglienza per i pellegrini, con l'arrivo della guerra si è messa a disposizione di chi più soffriva.
"All'inizio", spiega suor Yola, "abbiamo accolto 30 famiglie di rifugiati da Homs, dove c'era un quartiere con 75 mila cristiani. Passata quella fase, ci siamo messi a disposizione dei malati, soprattutto quelli di tumore, che dalle più diverse zone della Siria, a causa della guerra, potevano seguire le terapie solo a Damasco. Infine, abbiamo dato alloggio alle famiglie, e purtroppo sono state tante, che avevano deciso di emigrare e dovevano fermarsi qui nella capitale per ottenere i visti. Alcune di quelle famiglie, purtroppo, sono state inghiottite dal Mediterraneo".
Negli ultimi anni, comunque, la Casa ha cercato di provvedere ai bisogni dei più deboli e indifesi, i bambini. "Abbiamo un asilo con 150 bambini", racconta suor Yola, "in maggioranza di famiglie povere o rifugiate a Damasco da zone occupate dai terroristi o investite dai combattimenti. Poi abbiamo un centro catechistico che segue 400 bambini e ragazzi, da quelli delle scuole elementari agli universitari. L'anno scorso, poi, abbiamo avviato un'attività di sostegno psicologico ai bambini traumatizzati dalla guerra che quest'anno, su sollecitazione degli stessi genitori, abbiamo allargato e approfondito. Lavoriamo con bambini fino ai 13 anni e con l'aiuto di dodici volontari, studenti universitari che abbiamo preparato con appositi corsi tenuti da specialisti. Infine, due mesi fa, abbiamo varato anche dei corsi di educazione musicale, anche per dare ai giovanissimi un'alternativa rispetto alle interminabili giornate passate in casa perché è troppo pericoloso giocare fuori. Si sono iscritti in cinquanta ma siamo sicuri che il numero crescerà".
Adesso, però, le attività della Casa, come quelle di tutte le altre Chiese cristiane rappresentate a Damasco, sono bloccate. Piovono missili e, come dice suor Yola, "non potevamo chiedere ai genitori di rischiare la vita dei figli per portarli qua". È la Siria, da troppi anni in guerra.


giovedì 22 febbraio 2018

Siria: la denuncia di mons. Abou Khazen, “si stanno spartendo le vesti del nostro Paese”

La drammatica testimonianza del vicario apostolico di Aleppo, mons. Georges Abou Khazen: "La guerra in Siria non è finita. Le grandi potenze si stanno spartendo le vesti del nostro Paese". Daesh? "Il cavallo di Troia dei Paesi coinvolti che lo usano per spostare il conflitto da un punto all'altro del Paese, secondo le convenienze". Il dramma dei bambini uccisi, orfani, abbandonati e assoldati dalle fazioni in lotta per combattere.


"Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli". Era l'agosto del 2014, quando Papa Francesco, durante il suo viaggio apostolico in Corea del Sud, pronunciava queste parole. Parole quanto mai attuali se riferite a quanto sta avvenendo in questi giorni in Siria dove si registra una escalation del conflitto dopo lo scontro tra Iran e Israele che hanno visto abbattuti rispettivamente un drone iraniano e un caccia F-16 con la Stella di David. E sebbene la guerra sia stata dichiarata conclusa dal presidente Assad e dal suo primo alleato, il presidente russo Putin, sul tavolo verde siriano le potenze regionali e internazionali continuano a giocare le loro carte: turchi, israeliani, curdi, russi, americani, iraniani, hezbollah libanesi, sauditi, i resti di Daesh e le milizie di al-Nusra. Si combatte nell'enclave curda di Afrin, a Idlib nel nord-ovest del Paese, teatro di un'offensiva governativa contro i ribelli, a Deir ez-Zor.
Bombe anche a Damasco dove fonti locali parlano di colpi di mortaio che hanno centrato il patriarcato siro ortodosso, causando morti e feriti. L'Onu ha aperto un'inchiesta relativa all'uso di bombe al cloro da parte dell'esercito regolare. Accusa respinta da Damasco. E nel risiko siriano affondano anche le tenui speranze di negoziati legate all'ultima conferenza di pace di Sochi, di fine gennaio, nella quale è stato chiesto rispetto per l'integrità territoriale del Paese e ribadito che solo il popolo siriano dovrebbe decidere la forma del proprio governo. Nella stessa conferenza è stata approvata la creazione di una commissione costituzionale con una lista di 150 partecipanti, due terzi in rappresentanza del governo siriano, un terzo dell'opposizione.
"Qui è di nuovo l'inferno. Piovono bombe e la povera popolazione siriana non smette mai di soffrire.
Perché tutto questo? Quando finirà?".
È un fiume in piena mons. Georges Abou Khazen, francescano della Custodia di Terra Santa e vicario apostolico di Aleppo. Al telefono, dalla città martire siriana, denuncia: "Ogni volta che rinasce un briciolo di speranza ecco che questo viene sepolto di nuovo dalle bombe. Ogni volta che si compiono timidi passi in avanti per la ripresa di negoziati, ecco che ci ricacciano indietro. Perché?". Non ci sono risposte certe, l'unica, dice, "è continuare a sperare". Ciò che sta accadendo nel Ghouta orientale, a Damasco, Idlib e Afrin è una tragedia immane. Qui secondo l'Unicef sono stati uccisi, nel solo mese di gennaio, 60 bambini e molti altri sono stati feriti durante i combattimenti in corso. "Siamo addolorati – prosegue mons. Abou Khazen -.
La gente soffre e si chiede cosa accadrà. Ci sono migliaia di famiglie, donne, anziani intrappolate dalle bombe delle parti in lotta. Sono queste persone la parte più debole della popolazione. Ma soprattutto ci sono migliaia di bambini malnutriti, abbandonati, orfani, che vagano soli, che hanno bisogno di ogni forma di assistenza materiale e morale".
Piccoli che diventano preda delle fazioni armate in lotta: "In alcune zone, soprattutto quelle sotto controllo dello Stato Islamico (Daesh) e di Al Nusra – spiega il religioso francescano – i più piccoli vengono arruolati, addestrati alla guerra e mandati a combattere". Ma l'emergenza non finisce qui. "Urgono aiuti di ogni genere. In tante zone del Paese manca il lavoro, migliaia di famiglie hanno necessità di rimettere in piedi la propria abitazione per avere di nuovo un tetto sulla testa. Come Chiesa stiamo cercando di aiutare quante più persone possibile ma i bisogni sono enormi. Non abbandonateci",  dice con voce accorata il vescovo.
La tragedia siriana non conosce fine. Daesh? "Sembra essere stato sconfitto ma non è così – risponde mons. Abou Khazen –
Daesh è il cavallo di Troia per le potenze coinvolte nella guerra.
Serve loro per spostare il conflitto da un punto all'altro della Siria, a seconda delle convenienze.
Ma non c'è solo Daesh, nel campo di battaglia siriano. Ci sono Al Nusra e tanti altri gruppi affiliati teleguidati da tutte le potenze, regionali e internazionali, coinvolte in questo conflitto per procura. Li assoldano, li addestrano e li armano: questo è il maggiore ostacolo al dialogo tra le parti siriane".
Mai come oggi le sorti della Siria sono nelle mani di Usa, Arabia Saudita, Israele, Russia, Iran, Turchia:
"Si stanno dividendo le vesti del nostro Paese. Abbiamo paura di una spartizione della Siria.
È giusto che per interessi economici e politici un intero popolo debba soffrire così?". "Gesù sta patendo sulla croce per tutta la popolazione della Siria, senza distinzione di etnia e fede. Siamo un corpo solo. La guerra – ricorda il vicario – ha allontanato i siriani dalle loro terre e case, metà della popolazione è profuga, centinaia di migliaia di morti, milioni di feriti, almeno diecimila rapiti, spariti nel nulla e dei quali non si conosce la sorte. Cosa altro vogliono da noi queste potenze?".
È un Paese lacerato quello che fra un mese entrerà nel suo ottavo anno di guerra. Il pensiero del vicario apostolico va ai più giovani: "Quelli che hanno potuto, hanno lasciato il Paese.
Che generazioni future avremo se non verranno formate alla giustizia, al diritto e alla pace? Cosa ne sarà di loro? E cosa sarà della società che verrà? La speranza non deve abbandonarci perché abbiamo la certezza che il nostro destino non è nelle mani di un uomo o di una superpotenza. Il nostro destino è nelle mani di Dio, Padre provvidente.
In Lui, e solo in Lui, poniamo la nostra salvezza".
www.agensir.it

venerdì 26 gennaio 2018

DOPO 13818 - 82 FR 60839, E DOPO QUESTA “ULTIMA ORA”, I MEDIA NON ESISTONO PIU’


(** ULTIMA ORA** è alla fine)
Che i media siano controllati e che si auto-censurino per salvarsi il sedere, lo sa anche un cacciavite. Ma che due notizie bomba sul Presidente della nazione più potente del mondo, e accessibili a tutti, possano lo stesso per un ordine di scuderia scomparire nel nulla sui maggiori media occidentali, no, questo non lo credevo. Attenti, forse avete letto in fretta: nei Pentagon Papers, nel Watergate, nell'Iran-Contras, nell'Iraq-gate, i fatti erano occulti. Nei due casi che racconto qui, no, sono pubblici e accessibili da una pensionatariguardano l'uomo più potente del pianeta, eppure sono stati 'suicidati' e sepolti da tutti i grandi media con un accordo e con una sincronia scioccanti. Davvero, io mi devo arrendere ai 'complottisti' e dire: i media non esistono più.
Ecco le storie.
Il Presidente Donald Trump è sotto attacco da parte di due Stati ombra ben noti all'interno dello Stato americano (e di ogni altro Stato): cioè il raggruppamento dei Servizi Segreti da una parte – che comprendono CIA, NSA, NGA, FBI e che va sotto il nome di 'Shadow Government'; e le maggiori Corporations coi loro lobbysti che foraggiano il Congresso, dall'altra – ovvero Big Oil, Big Pharma, Big Banks, Big Media, Arms Industry, Silicon Valley, che passano sotto il nome di 'Deep State'*
(Nota per i lettori: chiunque neghi l'esistenza e i poteri di questi apparati con la parola "complottismo", non ha mai letto una pagina del NYTimes, del Washington Post o sentito di P2 e Stragismo in Italia. Quindi è un cretino)
In USA i Poteri non si attaccano mai per rispetto della legge, non siamo bambini, quindi il motivo dei sopraccitati attacchi è ovvio (e noto): questo Presidente è incontrollabile, e forse anche mentalmente instabile, ma così facendo e così essendo, egli ha devastato la sacra tradizione di almeno 70 anni di presidenze americane, dove le politiche reali furono sempre influenzate o truccate da 'Shadow Government' e 'Deep State', fino alla presidenza Obama inclusa. Trump va quindi abbattuto.
Ma quest'uomo è molto meno fesso di ciò che appare. O forse è meglio dire: si è circondato di alcuni dei più brillanti 'Rasputin' di tutta la Storia moderna. Trump ha quindi contrattaccato coi due numeri scritti nel titolo: 13818 - 82 FR 60839. Si riferiscono rispettivamente al N. del Presidential Executive Order del 20 dicembre 2017, e al N. di protocollo del medesimo presso il U.S. Government Publishing Office. La mossa è stata 'nucleare', ma talmente tanto che quegli apparati di Potere, ripeto 'Shadow Government' e 'Deep State', faticano a riprendersi. Chiarisco e aggiungo con ordine, perché la storia è agghiacciante.
Donald Trump è sotto una 'Dresda' di bombe per abbatterlo, fra cui: il presunto accordo-scandalo con Putin per truccare le elezioni 2016, che coinvolge anche la sua famiglia - la relativa inchiesta, nelle mani dell'implacabile ex direttore dell'FBI Robert Mueller col suo team - accuse di grave instabilità mentale da Impeachment e apparentemente documentate dall'esplosivo best seller Fire and Fury di Michael Wolff - una presunta serie di abusi sessuali ai danni di donne lungo la sua carriera sia da businessman che come politico - e una sfilza di accuse a membri del suo governo per uso improprio/abuso personale di denaro pubblico (come Steve Mnuchin, Ryan Zinke o Tom Price, ecc.). Tutti questi scandali s'appoggiano pesantemente sui poteri e/o sulle spiate dello 'Shadow Government'.
Ce n'è a sufficienza per demolire chiunque. Trump, in assenza di 13818 - 82 FR 60839, sembrava un gigante coi piedi d'argilla. Non controlla l'FBI, prima diretta dal suo arci nemico Comey e oggi da Christopher Wray che a sua volta non controlla l'FBI. Non controlla la CIA, diretta da Mike Pompeo, che a sua volta non controlla la CIA. Non controlla la NSA diretta dall'Ammiraglio Michael Rogers, che a sua volta non controlla la NSA. Non ha nessuna influenza sulla NGA, che gioca un ruolo centrale in tutte le inchieste di massima sicurezza in America. Questo per quanto riguarda lo 'Shadow Government'. Poi è troppo ricco per poter essere comprato dal 'Deep State', che è – specialmente con Wall Street e la dirigenza ebraica americana – sponsor principale dei Democratici, e di tutti i Repubblicani ostili al Presidente. Ergo, anche qui lo davano per traballante nelle simpatie del Congresso.
Poi quattro giorni prima di Natale cade la bomba 13818 - 82 FR 60839, e, usando un'impareggiabile espressione americana, "the shit hit the fan" (la merda finì nelle pale del ventilatore).
Prima cosa, un riassunto dell'Executive Order 13818 - 82 FR 60839: è uno degli atti legislativi americani più dirompenti da sessant'anni. Cosa dice in due parole: colpisce con le massime armi, sia in senso letterale che giuridico che finanziario, chiunque si renda colpevole di violazioni dei Diritti Umani e di corruzione, in USA e nel mondo. Colpisce anche i governi esteri coinvolti, i loro funzionari, e qualsiasi complice in qualsiasi forma. Di più: va a colpire queste infami catene là dove gli fa più male, cioè nei soldi, con il blocco e la confisca dei loro denari, proprietà, titoli, azioni, anche nelle loro forme più maliziosamente nascoste o lontanamente imparentate.
Ok, sappiamo che Trump non è Mandela, quindi stop, e precisazione: questa legge avrà effetti minimi sui Diritti Umani o sulla corruzione nel mondo, di cui a Washington fotte una minchia, e neppure è stata voluta per quello, Trump è solo un meschino opportunista, lo capirete fra un attimo. Ma è stata scritta per mitragliare a morte un settore ben preciso delle violazioni dei Diritti Umani. Fermi, TUTTI ATTENTI:
Per violazione dei Diritti Umani e corruzione, l'Amministrazione Trump ha voluto intendere soprattutto il mercato dei minori per pedofilia, nel bacino più ampio dei trafficanti di persone. Infatti il Presidente aveva anticipato questa legge il 23 febbraio 2017 in conferenza stampa, rilanciata dalla Associated Press, dove parlò proprio di traffici umani per pedofilia. Ma perché? Perché Trump sa bene che questo abominio, l'abuso di minori venduti, sembra aver infettato la maggioranza dei vertici di 'Deep State', col silenzio dello 'Shadow Government', e con un presunto forte coinvolgimento di una notissima beneficienza: la Clinton Foundation. Come fa Trump a saperlo? Da anni ne parla in pubblico un ex pezzo grosso della CIA, di cui specifico i dettagli alla fine, più altre fonti autorevoli. Se rileggete questo paragrafo capite subito che il suo Executive Order colpirà proprio i suoi nemici.
In questo momento preciso negli Stati Uniti alcuni altissimi nomi stanno tremando, e precisamente dalla mattina del 21 dicembre scorso, quando l'Executive Order 13818 - 82 FR 60839 è stato pubblicato 'in Gazzetta' a Washington. JF Kennedy fu ucciso per meno, a quanto sappiamo fino ad oggi. Infatti i 'Rasputin' di Trump sapevano che la vita del Presidente sarebbe stata immediatamente in pericolo dopo 13818 - 82 FR 60839, e qui hanno fatto la pensata di tutte le pensate, eccola:
Nelle prime righe dell'Executive Order, viene appositamente scritto dal Presidente questo: "Io perciò decido che i gravi abusi dei Diritti Umani, e la corruzione, nel mondo costituiscono un'insolita e straordinaria minaccia alla sicurezza nazionale". Dovete sapere che le precise parole minaccia – alla – sicurezza - nazionale pronunciate dal Presidente degli Stati Uniti implicano l'immediata mobilitazione di tutto l'esercito americano, cioè del Pentagono. E' di fatto un preallarme di guerra, e di conseguenza le protezioni intorno al Presidente divengono massime. E quando si muove il Pentagono non esiste nulla al mondo, se non un arsenale nucleare straniero, che possa batterlo. Questo è ultra chiaro a tutti gli apparati di 'Deep State' e 'Shadow Government', che ora sono in deep shit, nella merda fino al collo, per essere chiari.
Non è stato un caso che Trump abbia messo nei posti chiave a Washington tre Generali, e un Ammiraglio a capo dei più potenti 007 degli USA. Abbiamo il Gen. James "Mad Dog" Mattis come Ministro della Difesa; il Gen. John Kelly come White House Chief of Staff, e il Gen. H. R. McMaster come Consigliere per la Sicurezza Nazionale. Poi, anche se boicottato dai suoi sottoposti, c'è l'Ammiraglio Michael Rogers a capo dalla NSA. Insomma, il Pentagono. Trump sarà anche scemo, ma cosa sia lo 'Shadow Government' lo sapeva benissimo, e si è protetto.
Ricapitoliamo: 'Deep State' e 'Shadow Government' le trovano tutte per abbattere Trump in ovvio accordo con Hillary Clinton. Ma Trump usa il pretesto di una legge sui Diritti Umani, la 13818 - 82 FR 60839, per metterli in un angolo con indagini profonde sul traffico internazionale di minori per pedofilia in cui sarebbero coinvolti molti vertici USA di 'Deep State', inclusi i Clinton, col silenzio di 'Shadow Government'. E Donald lo fa coprendosi le spalle con l'intero esercito degli Stati Uniti. Bella roba.
Esisterebbe dunque un traffico di minori per pedofili di altissimo livello ai vertici di 'Deep State' inclusi i Clinton. Trump apprende questo da molte fonti, la prima delle quali è l'ex agente e dirigente pluridecorato della CIA Kevin M. Shipp. Costui, senza la fama attribuita al suo collega 'whistleblower' Edward Snowden, sta rivelando da anni il livello di marciume criminale che davvero permea lo 'Shadow Government' in America. Shipp è stato esperto di anti-terrorismo, guardia del corpo di due direttori della CIA, era ai vertici della Counterintelligence, ed è stato citato dal New York Times come "veterano della Central Intelligence Agency". Non è proprio un signor nessuno nello 'Shadow Government' americano.
Ma già da anni il Washington Times, il New York Post e l'inglese The Guardian riportavano notizie certe sui cosiddetti "Voli Lolita" – cioè voli su un jet privato per orge con minori – organizzati dal miliardario pedofilo Jeffrey Epstein. Bill Clinton, secondi gli atti del processo che condannò Epstein, fu ospite 26 volte su quei voli. Altri nomi di alto rango trovati nell'agenda 'nera' del miliardario furono Tony Blair, Michael Bloomberg, Richard Branson fra molti altri, e i cellulari delle minori schiave del sesso fra cui "Jane Doe N.3". E' quest'ultima che negli atti processuali ha dichiarato di "essere stata costretta a rapporti sessuali con diversi politici americani, top businessmen, un Premier famosissimo, e altri leader internazionali". Nel 2006 Epstein fece una grassa donazione alla Clinton Foundation. Nella capitale USA, la ONG di Conchita Sarnoff, Alliance to Rescue Victims of Trafficking, ha decine di files su Potere e pedofilia.
Ora, e qui siamo al titolo del mio articolo: provate a trovare traccia sui grandi media italiani o americani dell'esplosivo affare 13818 - 82 FR 60839 del dicembre 2017; dei nomi coinvolti come Bill e Hillary Clinton, Robert Mueller, Kevin M. Shipp, e di 'Deep State' e 'Shadow Government'. Attenti, non parliamo di una legge del Nicaragua, ma del Presidente americano più discusso e delegittimato della Storia. Nulla, non si trova niente, ed è accaduto meno di un mese fa, il silenzio stampa è stato totale (il FT ne accenna ma svuotando tutta la news). Eppure bastava cliccare i comunicati stampa del governo più noto al mondo, poi U.S. Government Publishing Office ecc. e pensare al quadro di guerra politica in USA. Nulla, neppure nei "Paesi seri" di Marco Travaglio. Questi colossali fatti e intrighi sono stati 'suicidati' e sepolti da tutti i grandi media con un accordo e con una sincronia scioccanti. Davvero, io mi devo arrendere ai 'complottisti' e dire: i media non esistono più.

** ULTIMA ORA** Sono le 06:32 del mattino del 19 gennaio mentre scrivo queste ultime parole, e una *** ULTIMA ORA *** mi compare sullo schermo. Come in una coincidenza paranormale, essa tratta esattamente di Donald Trump, del tentativo di 'Deep State' e 'Shadow Government' di abbatterlo, dei Clinton e del "falso complotto russo", di Robert Mueller, ed è molto più che esplosiva. Infatti pochi minuti prima era giunto sugli scranni del Congresso USA un Memorandum che sembra contenere le prove delle azioni della Clinton, coi soldi del Partito Democratico, col silenzio di CIA ed FBI, per usare i poteri TECH della NSA permessi dalla legge FISA, sotto la presidenza di Obama... e il tutto per spiare la campagna elettorale di Trump, per corrompere testimoni russi a dire il falso contro il neo-eletto Presidente, e con la collusione di Londra. Fox News titola: "Molto più grave del Watergate". Il sito di finanza Zero Hedge pubblica all'istante i Tweet di alcuni senatori americani sotto shock, con parole come "Non solo questo Memorandum manderà a spasso un sacco di gente al Dipartimento della Giustizia, ma certi nomi finiranno in galera", dalla bocca del Senatore Matt Gaetz.
Giusto il tempo di dormire un poco e mi ributto sulla news, con la certezza che sarà esplosa dal New York Times a Repubblica, passando per CNNBBC e RAI. Nulla. Vado su Fox News, e in prima non c'è più nulla! Perdo il fiato. Ma lo recupero quando Zero Hedge pubblica un Tweet del più autorevole fra gli autorevoli, Edward Snowden, che conferma tutto, lo vedete sopra in foto. Eppure, di nuovo, ago e filo hanno cucito la bocca e le dita di tutto il mondo dei media che contano in un istante, e con un potere di assolutismo che davvero non credevo possibile a questo livello. La news dalla vetta del mondo, non dal Nepal ma da Washington D.C., è di nuovo 'suicidata' sulle testate e sugli schermi più noti del pianeta, PUR ESSENDO USCITA IN PUBBLICO. E' possibile che lo stesso Donald Trump sia parte di questa incredibile congiura del silenzio, per barattare coi suoi nemici e per poterli poi ricattare per anni, ma ciò non cambia la sostanza di questo articolo.