martedì 5 aprile 2022
PRETI PEDOFILI – In Italia i dati ci sono e fanno paura, ma nessuno ne parla e la paura raddoppia
Solo vedendo il nostro Panel dire che in Italia non esistano dati sul fenomeno della pedofilia nel clero mette davvero male. Tutt’al più si potrebbe dire che questi dati sono in difetto poiché incompleti, infatti sono quel classico 10% statistico che è emerso omogeneamente in tutto il mondo per denuncia spontanea delle vittime, decuplicato poi dopo le commissioni d’inchiesta governative.
Vecchi dati raccolti nei 12 anni di attivismo della Rete L’ABUSO che oggi stiamo semplicemente raggruppando per rendere più leggibili al pubblico perché denunciano una situazione gravissima nell’intero contesto mondiale, dovuta anche alla chiesa ma in questo caso principalmente all’omertà dello Stato italiano.
lunedì 4 aprile 2022
JOE BIDEN / LA STRADA PER L’INFERNO. O PER L’IMPEACHMENT
Fosche nubi si addensano sulla Casa Bianca e sul prossimo futuro del suo inquilino eccellente, Joe Biden.
Proprio nelle ore del colloquio con il presidente cinese Xi Jinping sulla bollente crisi ucraina, il ‘New York Times’ è uscito con una ‘bombshell’, una voce-bomba che tira in ballo il rampollo, Hunter Biden.
La new è stata subito ripresa da tre tivvù che contano nell’etere a stelle e strisce: ‘CBS News’, ‘Fox News’ (ed anche ‘Fox Business’) e ‘CNBC’ (in basso un paio di link dei video). Un vero tsunami, ovviamente oscurato dai media di casa nostra, sempre genuflessi davanti al super-alleato americano.
Qual è il succo del giallo? Si tratta, in sostanza, di una inchiesta giudiziaria sempre sussurrata ma mai ufficialmente decollata. Ne hanno infatti scritto non pochi siti di contro-informazione, ed anche la Voce ha pubblicato alcuni articoli che potete leggere cliccando sui link in basso.
venerdì 1 aprile 2022
Mini: Ucraina e nazisti, Russia sotto attacco Nato dal 1997
Il falso è che la guerra sia cominciata con l’invasione russa dell’Ucraina. Questo in realtà è un atto nemmeno finale di una guerra tra Russia e Ucraina cominciata nel 2014 con l’insurrezione delle provincie del Donbass poi dichiaratesi indipendenti. Da allora le forze ucraine hanno martoriato la popolazione russofona ai limiti del massacro e nessuno ha detto niente. Per quella popolazione in rivolta contro il regime ucraino non è stata neppure usata la parola guerra di liberazione o di autodeterminazione così care a certi osservatori internazionali. E’ bastato dire che la “Russia di Putin” voleva tornare all’impero zarista per liquidare la questione. L’ipocrisia è l’atteggiamento della propaganda occidentale pro-Ucraina che, prendendo atto che esiste una guerra, finge di non sapere chi e che cosa l’ha causata e si stupisce che qualcuno spari, qualcun altro muoia e molti siano costretti a fuggire. Ipocrisia ancor più grave della propaganda è il silenzio omertoso di coloro che tacciono sul fatto che dal 2014 Stati Uniti e Nato hanno riversato miliardi in aiuti quasi interamente destinati ad armare l’Ucraina e migliaia di professionisti della guerra per addestrare e arricchire i gruppi estremisti e neonazisti.
Non credo che dall’Europa sia stata sottovalutata, la questione ucraina esplosa nel 2014: è stata volutamente indirizzata verso la trasformazione graduale del paese in un avamposto contro la Russia, a prescindere dalla sua ammissione alla Nato. Di qui la pseudo-rivoluzione arancione (2004), il sabotaggio interno ed esterno di ogni tentativo di stabilizzazione, l’alternanza di governi corrotti, la pseudo-rivolta di Euromaidan, il colpo di stato contro il presidente Yanukovich (2014) fino alla elezione di Zelensky. Quest’ultimo è passato da un programma elettorale contro gli oligarchi, contro la corruzione politica e la promessa di “servire il popolo” ad una politica dichiaratamente provocatoria nei confronti della Russia. E questo era esattamente ciò che volevano gli Stati Uniti, e quindi la Nato, dal 1997. L’espansione della Nato a Est, iniziata in quell’anno dopo una serie di prove di coinvolgere nella “cooperazione militare i paesi dell’Europa orientale” (programma “Partnership for peace”) è stata una provocazione continua per 24 anni. Per oltre un decennio, la Russia non ha potuto opporsi. E la Nato, sollecitata in particolare da Gran Bretagna, Polonia e repubbliche baltiche, ha pensato di poter chiudere il cerchio attorno ad essa “attivando” sia Georgia sia Ucraina.
giovedì 31 marzo 2022
IL GENERALE FABIO MINI / USA & NATO, 24 ANNI D PROVOCAZIONI ANTI RUSSIA
“Oggi è necessario negoziare, finirla con il pensiero unico e la propaganda, aiutare l’Ucraina a ritrovare la ragione e la Russia ad uscire dal tunnel della sindrome da accerchiamento, non con le chiacchiere ma con atti concreti. E quando la crisi sarà superata, sperando di essere ancora vivi, Italia ed Europa dovranno impegnarsi seriamente a conquistare quella autonomia, dignità e indipendenza strategica che garantisca la sicurezza a prescindere dagli interessi altrui”.
E’ la conclusione di un articolato, lucidissimo ragionamento svolto da Fabio Mini, generale di corpo d’armata dell’Esercito italiano, già Capo di Stato Maggiore del comando NATO del Sud Europa e a capo della missione internazionale in Kosovo.
Un’analisi a 360 gradi, perfetta nella sua ricostruzione storica e nell’analisi geopolitica attuale. Lontana mille miglia dal pattume e dell’ignoranza ‘storica’ praticamente di tutta la classe politica (sic) di casa nostra.