lunedì 28 dicembre 2020

Scontro a fuoco DoD contro CIA a Francoforte. La guerra segreta contro il Deep State prosegue su scala globale.


In questo preciso istante, una guerra segreta sta infuriando in tutto il mondo, contrapponendo il DoD di Trump e la DIA (Defense Intelligence Agency) alle fazioni dello stato profondo del cappello nero che dirigono la CIA.

Come ormai sapete, il DoD ha lanciato un raid su una server farm gestita dalla CIA a Francoforte, in Germania, per proteggere i server che contengono prove dell’interferenza della CIA con le elezioni del 2020 (ovvero manipolazioni backdoor dei risultati elettorali tramite macchine per il voto Dominion). Ma ora stanno emergendo nuove informazioni che indicano che c’è stato uno scontro a fuoco nella struttura della server farm, che ha coinvolto le unità delle forze speciali dell’esercito americano, impegnate con unità paramilitari addestrate dalla CIA che erano arrivate dall’Afghanistan in uno sforzo di emergenza per difendere la struttura.

Un ufficiale della CIA è stato ucciso durante lo scontro a fuoco e ora viene segnalato dai media mainstream come “ucciso in Somalia”. Anche cinque soldati dell’esercito americano sono stati uccisi e vengono dichiarati morti in un “incidente in elicottero” in Egitto.

Nonostante le morti, i server sono stati acquisiti con successo dal DoD e quei server sono stati consegnati al gruppo di intelligence privato del presidente Trump , che ora è di nuovo guidato dal generale Michael Flynn, recentemente graziato e ora autorizzato a elaborare informazioni top secret, da allora il suo nulla osta di sicurezza è stato ripristinato.

domenica 27 dicembre 2020

STATI UNITI, LA PARTITA FRA TRUMP E BIDEN NON È ANCORA CHIUSA – Fulvio Grimaldi


Dopo che i grandi elettori hanno confermato la vittoria di Biden, sembra che la partita elettorale negli Stati Uniti sia definitivamente archiviata e che dunque l’establishment americano, che ha fatto di tutto per portare il senatore democratico alla Casa Bianca, abbia definitivamente chiuso la partita.

Tuttavia, secondo Fulvio Grimaldi, giornalista e inviato di guerra, i giochi non sono ancora chiusi: la Corte Suprema, infatti, ha rifiutato di esprimersi sul ricorso presentato dal Texas ed altri 17 Stati, ma solo per un problema di forma quindi senza entrare nel merito delle accuse di brogli presentate dagli Stati.

sabato 26 dicembre 2020

TUTTE LE STRADE CHE PORTANO TRUMP ALLA RIELEZIONE – Roberto Mazzoni


Dopo la recente pronuncia della Corte Suprema degli USA e la riunione dei 538 grandi elettori americani, i media mainstream hanno detto che è ormai fatta per l’elezione americana: Joe Biden sarà il prossimo presidente.
Ma è davvero così?

Secondo le procedure e le leggi federali Donald Trump può invece ancora essere eletto. “La data chiave è quella del 6 gennaio, quando il Congresso americano si riunirà per aprire le buste dei voti dei grandi elettori e in quell’occasione potrebbero esserci sorprese, “perché sia Biden che Trump dispongono dei numeri per superare la soglia dei 270 grandi elettori necessaria per diventare presidente”.

ORDINE DI MALTA / NOMINATO IL “LUOGOTENENTE”


Dopo tante polemiche è stato nominato il nuovo numero uno dell’Ordine di Malta. Si tratta di fra’ Marco Luzzago.

Attenzione, però. Non si tratta del Gran Maestro, che è una carica a vita, ma del Luogotenente di Gran Maestro, una sorta di ‘Commissario’ che resterà al suo posto per un anno.

Il tempo per far placare le ultime, accese polemiche, e mettere a punto le nuove regole che poi condurranno alla elezione, tra un anno, del Gran Maestro vero e proprio.

I candidati erano 11 e la scelta è caduta sul più giovane, Marco Luzzago, che può contare su un legame di parentela con papa Paolo VI.

Prende il posto di fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, deceduto lo scorso aprile.

La crisi è culminata a gennaio 2017, con le dimissioni dell’allora Gran Maestrofra’ Mattew Festing, per una brutta storia sulla quale ha acceso i riflettori anche la procura di Ginevra. Quel pasticciaccio, però, è finito in naftalina. Vediamo di cosa si tratta.

Tutto ruota intorno ai soldi, of course, ed in particolare ad un Fondo Svizzero, “Caritas Pro Vitae Gradu Charitable Trust”, creato per gestire 120 milioni di euro lasciati in eredità da un imprenditore francese di origini elvetiche.

Il caso era sotto osservazione già dal 2012, quando per motivi fiscali il trust era passato dalla Svizzera alla Nuova Zelanda. Non senza suscitare forti sospetti, soprattutto nel Gran Cancelliere dell’OrdineJean-Pierre Mazery, che denuncia quanto successo alla Procura di Ginevra, chiedendo di bloccare il trust per evitare perdite e manovre illecite.