giovedì 11 aprile 2019

Martin Selmayr e lo strano suicidio alla corte di Bruxelles


La bomba l'ha sganciata Libèration. Secondo il giornale francese, infatti, Martin Selmayr, Segretario generale della Commissione europea, tedesco della Cdu e descritto come "una delle figure più potenti e influenti della commissione stessa", è al centro di una storia fatta di veleni che farebbe impallidire gli sceneggiatori di pluripremiate serie televisive come House of Cards o 24.

L'autore dello scoop intitolato "Selmayrgate, conflitti d'interesse, menzogne e…suicidio" è Jean Quatremer, giornalista di fama internazionale e prestigio indiscusso, già in passato autore di ficcanti retroscena su Bruxelles.

L'incipit dell'inchiesta è clamoroso: "Laura Pignataro s'è suicidata il  17 dicembre. Questa alta funzionaria del servizio giuridico della  Commissione Europea era stata costretta a difendere la nomina, macchiata di irregolarità, di Martin Selmayr, già capo di gabinetto di Jean-Claude Junker, come segretario generale dell'istituzione".

L'inchiesta sull'eurocrate Martin Selmayr

Bruxelles, 17 dicembre 2018, ore 7.30 del mattino. Secondo la ricostruzione di Quatremer, Laura Pignataro chiede a Lorenza B., la ragazza che l'ha ospitata per alcuni giorni, di accompagnare la figlia quattordicenne alla fermata dell'autobus per andare a scuola. Non si sente bene, si giustifica. Appena le due donne si salutano, l'avvocatessa sale all'ultimo piano dell'edificio e si getta nel vuoto. Muore all'istante. La polizia belga conclude rapidamente che si tratta suicidio. Ma perché questa donna italiana, una brillante giurista dalla carriera brillante, si sarebbe suicidata?

E chi è Laura Pignataro? Non una persona qualunque. Come racconta Libèration, "contava nella cosiddetta bolla europea. Questa giurista italiana, figlia di un magistrato, formatasi in Italia, Stati Uniti, Francia e Spagna, faceva parte del gruppo chiuso di alti funzionari della Commissione". Nel giugno 2016, prosegue, "è stata promossa a capo del dipartimento risorse umane del servizio giuridico della Commissione. È questa mansione che l'ha portata a ricoprire un ruolo chiave nella gestione del caso Martin Selmayr, ex capo dello staff tedesco di Jean-Claude Juncker".

Come racconta Linkiesta, il potentissimo avvocato tedesco molto vicino ad Angela Merkel, "in meno di dieci anni è passato da semplice portavoce a segretario generale della Commissione, il ruolo amministrativo più importante dell'Unione europea" – che ricopre dal 1° marzo scorso. Per arrivarci, Seymar avrebbe scavalcato tutti, anche direttori generali molto più anziani e più esperti di lui. E ora il quotidiano francese collega il suicidio della Pignataro proprio alla scalata sospetta dell'avvocato "macchiata di irregolarità". Una scalata che lascia spazio a moltissimi dubbi e anzi: c'è chi parla di un vero e proprio golpe.

La ricostruzione

"Panico". Su pressione anche dei media, il 28 febbraio 2018 la commissione per il controllo del budget del Parlamento europeo invia 134 domande al fine di fare chiarezza sul "Selmayrgate". Secondo quanto riportato dal giornale francese , il 24 marzo, 10 persone del Servizio giuridico, tra cui Pignataro, si riuniscono per preparare le risposte. Ad un certo punto, tuttavia, il potente eurocrate entra nella stanza e blocca tutto.

Una seconda riunione per rispondere a nuove domande dei parlamentari è indetta il 2 aprile. Anche stavolta, il segretario generale fa sentire la sua pressione e influenza. Fonti anonime citate da Libération descrivono la Pignataro come furiosa per le violazioni al regolamento che le vengono imposte. A maggio entra in scena Emily O' Reilly, mediatore europeo, ovvero "l'organo indipendente e imparziale che chiama le istituzioni e gli organismi dell'Ue a rispondere del loro operato e promuove la buona amministrazione". O'Reilly vuole tutte le e-mail concernenti la nomina sospetta dell'avvocato tedesco e Laura Pignataro a quel punto decide di cedere e consegnare il materiale.

Naturalmente, Selmayr è letteralmente furioso. Secondo Quatremer "le impone di non parlare con nessuno", la mette nella situazione di essere "obbligata a mentire", "la chiama nel cuore della notte per darle delle direttive". Il 12 dicembre, l'avvocatessa italiana confesserebbe agli amici tutta la sua frustrazione: "Sono finita".

Lo strano suicidio di Laura Pignataro

Che pressioni avrebbe ricevuto Laura Pignataro tanto da doversi togliere la vita? "Né Martin Selmayr, né Günther Oettinger, commissario per l'amministrazione, né Juncker hanno ritenuto opportuno inviare le loro condoglianze alla famiglia, né di partecipare (o di essere rappresentati) alla cremazione tenuto 21 dicembre a Bruxelles". D'altra parte, "quel giorno, tutti i funzionari hanno ricevuto un messaggio da Selmayr augurandoci buone feste. Siamo rimasti tutti scioccati", racconta uno degli amici dell'italiana a Libèration.

Alla base del suo gesto tragico ci sono motivi non professionali? Libèration sembra escludere questa pista. "Quelli che abbiamo intervistato la descrivono una donna che ama la vita e lo sport. "È difficile capire il suo gesto, era allegra, forte ed energica", ricorda uno dei suoi ex capi, Giulano Marenco, vice direttore generale del dipartimento legale in pensione. Non si sentiva sopraffatta da nulla".

La replica della Commissione

Nelle scorse ore, la Commissione europea ha replicato alle accuse mosse dall'inchiesta del giornale francese. "La Commissione europea respinge il contenuto dell'articolo nel modo più forte possibile – si legge in una nota -. Si basa su una richiesta completamente sbagliata e su "fonti" anonime. Fa accuse inaccettabili che non hanno nulla a che fare con la realtà di ciò che è agli occhi del pubblico".

La morte della nostra brillante collega, prosegue, "direttore del servizio giuridico, a cui si è fatto riferimento nell'articolo, è stato uno shock per tutti noi che abbiamo avuto il privilegio e la possibilità di conoscerla e lavorare con lei". Per la commissione, che cita la polizia belga, la vicenda è chiusa: "suicidio in un contesto privato".

Fonte: www.occhidellaguerra.it

mercoledì 10 aprile 2019

GIULIO TARRO / IL J’ACCUSE CONTRO L’OBBLIGO DEI VACCINI


Lo scandalo sulla obbligatorietà dei vaccini continua.
Un forte j'accuse, super attrezzato sotto il profilo scientifico, arriva da Giulio Tarro, il ricercatore napoletano insignito a fine 2019 del titolo di "miglior virologo mondiale" a New York. Allievo di Albert Sabin che scoprì il vaccino antipolio, due volte nella cinquina del Nobel per la Medicina, Tarro ha appena scritto un pamphlet consigliato a tutti i cittadini e alle famiglie che vogliono districarsi nella giungla informativa – o meglio disinformativa – che ruota intorno ai vaccini e non solo.
Emblematico già il titolo, "Una medicina per la gente – Dal Male Oscuro alla imposizione delle vaccinazioni", che segue ad un anno di distanza "10 cose da sapere sui vaccini", teso ad evidenziare tutte le assurdità del decreto Lorenzin sul folle obbligo vaccinale.
Un libro storico e anche autobiografico, attraverso cui si leggono pagine di scienza, di medicina e di vita vissuta, le prime ricerche con il maestro Albert Sabin; ma anche vicende personali, per fare un solo esempio la storia dell'amatissima gattina Venerina, che fin da giovane gli fece capire la totale assurdità delle pratiche di sperimentazione animale, le atrocità e la completa anti-scientificità della "vivisezione".

QUEGLI SCIENZIATI CIUCCI & PRESUNTUOSI
Ma andiamo al cuore del problema, le vaccinazioni.


Una foto d'epoca che ritrae Giulio Tarro in laboratorio con Albert Sabin.I n apertura Tarro e la copertina del suo nuovo libro

Da gustare l'incipit, una frase di Bertrand Russell: "Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi". Una frase – commenta Tarro – "completamente sbagliata se con il termine di 'intelligenti' si intende 'scienziati'. Mai conosciuta una categoria più arrogante e arruffona, capace di qualsiasi infamia pur di preservare miserabili privilegi".
Quale l'odierno portabandiera di questa kasta? Lo 'scienziato' (sic) che va per la maggiore nei salotti tivvù, il ricercatore via facebook, il più 'gettonato' a botte di like. Si tratta di Roberto Burioni, massone del Grande Oriente d'Italia a sua insaputa (nega di essere iscritto ad alcuna loggia), in palese conflitto d'interessi, dal momento che sforna brevetti per le aziende di Big Pharma, ad esempio quella di lady Diana Bracco. E' stato autore, un anno e mezzo fa, di un epico "La congiura dei Somari", l'incappucciato Burioni, per discreditare tutti quelli che non la pensano come lui sul bollente tema dei vaccini.
Come, per fare un nome, il Nobel Luc Montagnier, che osa attaccare l'obbligatorietà vaccinale e dimostrare – documenti scientifici alla mano – tutte le cautele che bisogna adottare per evitare di finire nelle grinfie di Big Pharma.
Somari oppure, commenta Tarro, "'Asini', termine entrato in auge grazie alla davvero scandalosa ospitalità concessa dalla TV ad un ormai famigerato personaggio che si erge a 'Sacerdote della Scienza'".


Beatrice Lorenzin

Racconta Tarro: "Per me il, il 2018 è stato l'anno della rinascita. Mi mancava il gusto della polemica, che mi aveva animato sin dai tempi del 'Male Oscuro'. Per mia fortuna, nel 2018 fui risucchiato nella tempesta scatenata dalla sbalorditiva campagna vaccinale imposta dal ministro della Sanità Beatrice Lorenzin. Su questa ho pubblicato 'Dieci cose da sapere sui vaccini' (edito dalla Newton Compton) che voleva essere al di sopra delle parti: non già un libello 'pro o contro' ma una panoramica a 360 gradi sulla questione vaccini indirizzata anche ai miei colleghi medici che, spesso, soprattutto quando rivestono una qualche carica accademica, finiscono per aggrapparsi pervicacemente alle proprie 'convinzioni'. Il 'nocciolo' consisteva in una tabella che schematicamente sintetizzava 'i pro e i contro' di ognuno dei vaccini resi obbligatori dalla legge 119 del 28 luglio 2017".

IL MAESTRO ALBERT SABIN
Seguiva un anno fa, e segue anche nel fresco di stampa, una densa carrellata sui vaccini, con tanto di aspetti favorevoli e sfavorevoli; quindi tutte le precauzioni da prendere prima dell'uso oppure farmaci da non assumere perché del tutto inutili, e comportanti rischi di gran lunga maggiori dei possibili benefici.
S'interroga lo scienziato di origini siciliane e partenopeo d'adozione: "Perché mai una persona come me, spesso etichettato come 'il figlioccio di Sabin' (il quale deve la sua fama alla vaccinazione antipoliomielitica) si mette a scrivere un libro che pone dei dubbi sulle vaccinazioni? Sabin era una persona eccezionale talmente convinto della bontà del suo vaccino da testarlo, nel 1953, dapprima su se stesso e poi sulle sue figlie Debby e Amy. Questa sua certezza, comunque, non sconfinò mai nel fanatismo e nonostante l'innegabile superiorità del suo vaccino rispetto a quello ideato da Salk (quest'ultimo sponsorizzato da già allora potenti lobbies farmaceutiche), ebbe sempre un profondo rispetto per le opinioni di ricercatori 'filo-Salk', che mai e poi mai si permise di additare come 'asini'". Come, purtroppo, succede oggi.
Eccoci ad una drammatica storia che Tarro rammenta. "Nel 1980, a Verona, mi imbattei nella tragedia dei fratellini Tremante. Due morti dopo una vaccinazione, il terzo – dopo la stessa vaccinazione che era stata sciaguratamente imposta dalle 'autorità sanitarie' – ridotto alla paralisi. Dopo aver visitato il bambino 'superstite', letto le cartelle cliniche e innumerevoli analisi, il mio responso fu inequivocabile: encefalopatia da poliovirus vaccinico. La tempesta che si scatenò dopo quella diagnosi la potete leggere nel mio libro sui vaccini; qui mi basti dire che quella vicenda mi permise di conoscere un collega davvero eccezionale che aveva assistito il padre dei fratellini Tremante nella sua odissea: Roberto Gava, per il quale, quarant'anni dopo, mi è toccato di scrivere una relazione presentata in sua difesa nei confronti dell'Ordine dei medici di Treviso che ne aveva decretato l'espulsione".

MEDIA ALLINEATI E COPERTI

Roberto Burioni

Prosegue il virologo: "Ma la campagna terroristica scatenatasi a seguito del Decreto Lorenzin non ha riguardato solo medici come Roberto Gava. No, la protervia del 'mondo scientifico' (e dei relativi sponsor) ha travolto anche i biologi. E' di questi giorni il linciaggio mediatico contro l'Ordine dei Biologi 'colpevole' di aver, parzialmente, finanziato (10 mila euro su 50 mila) una ricerca portata avanti da una associazione – Corvelva – e affidata a prestigiosi laboratori al di sopra di ogni sospetto. Date una occhiata ai titoli della stragrande maggioranza dei giornali: 'Le fake news fanno danni', 'Allarmismo ingiustificato'. 'Questo tipo di analisi è inutile e pretestuoso', 'Nella produzione dei vaccini sono previsti centinaia di controlli, cui si aggiungono quelli a campione delle istituzioni nazionali ed europee', 'Un concentrato di sciocchezze ed errori sperimentali, dei quali qualcuno dovrà presto vergognarsi'… Nessuno, o quasi, che si degni di riportare COSA abbiano evidenziato quelle analisi: decine di impurità e di sostanze potenzialmente tossiche e/o nocive. Uno scandalo – come evidenziato del Presidente dell'Ordine Nazionale dei Biologici Vincenzo D'Anna – pari alla mancata pubblicazione degli esami di certificazione e di qualità che sono per legge propedeutici alla commercializzazione di medicinali come, appunto, i vaccini".
Conclude, con amarezza, Tarro: "Servirà almeno questo scandalo a far riflettere l'opinione pubblica e il 'mondo politico' su una 'campagna vaccinale' come quella imposta dalla legge 119 del 2017? Sarei lieto se almeno servirà a far riflettere il mondo medico. Ma su quello, ormai, nutro sempre meno speranze".
P.S. In un prossimo servizio documenteremo cosa Tarro pensa e scrive a proposito della "sperimentazione animale", alias "vivisezione", nel suo "Una medicina per la gente".
Un'altra lezione di scienza – quella vera – e di civiltà.

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VACCINI / IL MANUALE ANTI FAKE NEWS FIRMATO DAL VIROLOGO GIULIO TARRO

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martedì 9 aprile 2019

I medici Usa al Congresso: vaccini pericolosi, no all’obbligo

VacciniLa Association of American Physicians and Surgeons (Aaps, Associazione dei medici e chirurghi americani) si oppone con forza all’interferenza federale nelle decisioni mediche, incluse quelle sui vaccini obbligatori. Dopo essere stati pienamente informati sui rischi e sui benefici di una procedura medica, i pazienti hanno il diritto di accettare o rifiutare la procedura. La regolamentazione della pratica medica è una funzione statale, non federale. La prevalenza dell’ordinamento pubblico sulle decisioni dei pazienti o dei genitori riguardo all’accettazione di farmaci o ad altri interventi medici è una seria intrusione nella libertà dell’individuo, nella sua autonomia, e nelle decisioni dei genitori sull’educazione dei figli. Il motivo addotto a sostegno delle politiche di vaccinazione obbligatoria è la minaccia per la salute pubblica. Ma che razza di minaccia è necessaria per giustificare che le persone siano costrette ad accettare i rischi imposti dalle scelte del governo? Il legislatore può intervenire per proteggere la popolazione da un rischio di uno su un milione di prendere il cancro per un’esposizione involontaria ad una tossina, o da un rischio di uno su centomila dovuto a un’esposizione volontaria (ad esempio, per lavoro). Qual è il rischio di morte, di cancro o di una complicazione invalidante per un vaccino?
Non ci sono studi di sicurezza rigorosi e di attendibilità sufficiente per escludere rischi molto maggiori di complicazioni, anche uno su diecimila, per i vaccini. Questi studi richiederebbero un adeguato numero di soggetti, una lunga durata (anni, non giorni), un gruppo di controllo non vaccinato (il “placebo” dovrebbe essere veramente una sostanza inattiva, come la soluzione salina isotonica, non un adiuvante o qualsiasi cosa eccetto l’antigene testato), e osservazioni su tutti gli eventi sanitari avversi (inclusi i disturbi dello sviluppo neurologico). I vaccini comportano inevitabilmente rischi, come riconosciuto dalla Corte Suprema e dal Congresso degli Stati Uniti. Il Vaccine Injury Compensation Program (Programma per il risarcimento dei danni causati da vaccini) ha pagato circa 4 miliardi di dollari di danni, anche se per ottenere il rimborso devono essere superati ostacoli notevoli. Il danno può essere talmente grave che la maggior parte delle persone preferirebbe ripristinare le funzionalità perdute, invece di ricevere un indennizzo multimilionario. Il vaccino contro il vaiolo è così pericoloso che non lo si può assumere, nonostante il vaiolo oggi sia statotrasformato in un’arma.
L’antirabbica è somministrata soltanto dopo una sospetta esposizione al contagio o a persone ad alto rischio come i veterinari. Il vaccino a cellule intere contro la pertosse è stato ritirato dal mercatostatunitense, un decennio dopo il ritiro dal mercato giapponese, a causa delle segnalazioni su gravi danni permanenti al cervello. Il vaccino acellulare che l’ha rimpiazzato è evidentemente più sicuro, sebbene sia un po’ meno efficace. Il rapporto rischi-benefici varia a seconda della frequenza e della gravità della malattia, della sicurezza del vaccino e dei fattori individuali del paziente. Questi devono essere valutati dal paziente e dal medico, non imposti da un’agenzia governativa. Il morbillo è la minaccia, molto pubblicizzata, usata per sostenere l’obbligo, ed è probabilmente la minaccia peggiore tra le malattie che possono essere prevenute dai vaccini, perché è molto contagioso. Ci sono epidemie occasionali, che in genere iniziano da un individuo infetto proveniente da qualche luogo Il Congresso Usafuori dagli Stati Uniti. La maggioranza delle persone, ma assolutamente non tutte quelle che prendono il morbillo, non sono state vaccinate. Quasi tutti hanno un totale recupero, sviluppando un’immunità forte che dura tutta la vita.
L’ultima morte per morbillo negli Stati Uniti è avvenuta nel 2015, secondo i Center for Disease Control and Prevention (Cdc, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie). Le potenziali complicazioni dovute al morbillo, inclusa la morte di persone che non possono essere vaccinate perché immunodeficienti, sono una giustificazione per abrogare i diritti degli americani e stabilire un precedente per restrizioni ancora maggiori al nostro diritto di dare – o rifiutare – il consenso agli interventi medici? Chiaramente, no. Le vaccinazioni Mpr sono state seguite da molte gravi complicazioni, che sono elencate dal produttore nel foglietto illustrativo, sebbene non si sia potuta stabilire una relazione causale. Secondo un rapporto del 2012 della Cochrane Collaboration, «il design e la segnalazione dei risultati di sicurezza negli studi sui vaccini Mpr, sia prima che Manifestazione free-vaxdopo la commercializzazione, sono in gran parte inadeguati» (citato dal National Vaccine Information Center, Centro nazionale informativo sui vaccini).
I sostenitori dell’obbligo spesso affermano che sia necessario un tasso di vaccinazione del 95% per raggiungere l’immunità di gregge. Tuttavia Mary Holland e Chase Zachary della Nyu School of Law, sulla “Oregon Law Review”, ribattono che, poiché la completa immunità di gregge e l’eliminazione del morbillo sono irrealizzabili, l’obiettivo migliore è l’effetto gregge e il controllo della malattia. Il risultato ottimale, sostengono, deriverebbe dal consenso informato, da una maggiore comunicazione aperta e da un approccio che si basa sul mercato. Anche senza tenere conto degli effetti avversi del vaccino, i risultati della vaccinazione quasi universale non sono stati del tutto positivi. Il morbillo, quando si verifica, è quattro o cinque volte peggiore rispetto ai tempi antecedenti alle vaccinazioni, secondo il “Lancet Infectious Diseases”, a causa della diversa distribuzione dell’età: più adulti, la cui immunità, basata sul vaccino, è diminuita, e più bambini che non ricevono più l’immunità passiva dalle loro madri, naturalmente immuni, in modo da essere protetti durante il loro periodo più vulnerabile.
Il morbillo è un problema assillante, e una vaccinazione forzata e più completa probabilmente non lo risolverà. Sono necessarie migliori misure di sanità pubblica – rilevamento, tracciamento dei contatti e isolamento precoci; un vaccino più efficace e più sicuro; o un trattamento efficace. Nel frattempo, coloro che scelgono di non vaccinarsi adesso potrebbero farlo durante l’esplosione di un focolaio, o possono essere isolati. I pazienti immunodepressi potrebbero scegliere l’isolamento, in ogni caso, perché anche le persone vaccinate possono trasmettere il morbillo, anche se non si ammalano. Il Congresso dovrebbe considerare le seguenti questioni: i produttori sono praticamente immuni dalla responsabilità connessa al prodotto, quindi è molto diminuito l’incentivo a sviluppare prodotti più sicuri. I produttori possono persino rifiutarsi di rendere disponibile un prodotto ritenuto più sicuro, come il vaccino monovalente contro il morbillo in preferenza all’Mpr (morbillo-parotite-rosolia). Il rifiuto dei consumatori è l’unico incentivo a fare meglio. Ci sono enormi conflitti d’interesse che implicano Jane Orient, direttrice dell'Aapsrelazioni redditizie con i fornitori di vaccini. Viene repressa la ricerca sui possibili effetti avversi del vaccino, così come il dissenso dei professionisti. Esistono molti meccanismi teorici per giustificare gli effetti avversi dei vaccini, specialmente nei bambini con cervello e sistema immunitario in sviluppo.
Notate gli effetti devastanti del virus Zika o della rosolia sugli esseri umani in sviluppo, mentre gli adulti possono avere infezioni lievi o asintomatiche. Molti vaccini contengono virus vivi, con lo scopo di provocare una lieve infezione. Il cervello dei bambini si sviluppa rapidamente – qualsiasi interferenza con la complessa sinfonia dello sviluppo potrebbe essere rovinosa. I vaccini non sono né sicuri al 100% né efficaci al 100%. Né sono gli unici mezzi disponibili per controllare la diffusione della malattia. L’Aaps crede che il diritto alla libertà sia inalienabile. Pazienti e genitori hanno il diritto di rifiutare la vaccinazione, anche se le persone potenzialmente contagiose possono essere limitate nei loro movimenti (ad esempio come avviene con l’Ebola), poiché ciò è necessario per proteggere gli altri da un pericolochiaro e presente. Le persone non vaccinate non esposte a una malattia e senza alcuna prova di contagio non rappresentano un pericolo chiaro o presente.
(Jane M. Orient, direttore generale dell’Aaps, Association of American Physicians and Surgeons, “Dichiarazione sull’obbligo vaccinale federale”; lettera indirizzata al Congresso degli Stati Uniti il 26 febbraio 2019, tradotta da “Voci dall’Estero”. L’Aaps rappresenta migliaia di medici in tutte le specialità, negli Usa, a livello nazionale. È stata fondata nel 1943 per proteggere la medicina privata e la relazione medico-paziente).

lunedì 8 aprile 2019

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 6 apr 2019


Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
David Malpass élu président de la Banque mondiale
 

 
La Suisse interdira-t-elle la détention d'armes de guerre ?
 

 
Des jihadistes envoyés de Syrie en Moldavie
 

 
Brunei applique la Charia
 

 
L'Inde rejoint les 3 autres puissances capables de détruire un satellite
 

 
Les banques chinoises et russes s'autonomisent face au système occidental
 

 
Préparation d'attentats terroristes à Caracas
 

 
Juan Guaidó a commencé à piller les avoirs vénézuéliens
 

 
La guerre électromagnétique est déclarée
 

 
Le Hezbollah salue l'unité retrouvée des Libanais face aux USA
 

 
Les USA inventent la « réciprocité d'accès »
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Campagne états-unienne de pression maximale sur le régime de l'Iran
 

 
Ultime lettre d'Abdelaziz Bouteflika
 

 
Lettre de démission d'Abdelaziz Bouteflika
 

 
L'Iran a lancé un missile balistique Shahab-3
 

 
Communiqué du ministère algérien de la Défense nationale
 

 
Communiqué du pape François et du roi Mohammed VI sur le statut de Jérusalem/Al-Quods
 

 

« Horizons et débats », n°8, 1er avril 2019
La démocratie peut-elle être réduite à l'informatique ?
Partenaires, 1er avril 2019
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Ritrovate le lettere personali di Nikola Tesla – Si fa luce sul rapporto di Tesla con Mihajlo Pupin


Due delle lettere di Nikola Tesla a Radoje Jankovic, il Console Generale del Regno di Jugoslavia a New York, che si pensavano fossero perse, sono state ritrovate – ha dichiarato l’Associazione Adligat.
“Due delle lettere di Tesla in cui scrive di Mihajlo Pupin, della sua malattia e del suo desiderio di visitarlo all’ospedale, sono state trovate pochi giorni fa, e sono state acquistate per i musei di questa Associazione a caro prezzo”, dice la nota.
Le lettere sono di grande importanza per la cultura serba, sono scritte in un chiaro alfabeto cirillico e dal loro contenuto possiamo accertare che Tesla e Pupin avessero un’amicizia molto forte ed intima.
Queste lettere gettano nuova luce sulla storia dell’amicizia tra i due grandi scienziati e confermano la loro vicinanza, mentre contraddicono completamente la famigerata storia di come Tesla e Pupin si fossero riconciliati in ospedale sul punto di morte di Pupin.
Le lettere erano state scritte tre mesi prima della morte di Pupin e non si parlava di alcun conflitto tra Tesla e Pupin. Al contrario, le lettere di Tesla descrivono il suo desiderio di incontrare Pupin il prima possibile.
Le lettere saranno disponibili per i ricercatori presso la sede di Adligat lunedì, mentre l’Associazione si aspetta assistenza da parte delle istituzioni competenti per quanto riguarda la loro conservazione e protezione.
Photo credits: Adligat