mercoledì 23 gennaio 2019

Conflitto economico rovente: la lotta per i minerali delle terre rare


Proprio come [per] la corsa all’oro della California tra il 1848 e il 1855, il Klondike canadese dal 1896 al 1899 e quella dell’Australia occidentale degli anni ’90 del 1800, il mondo sta vivendo una frenesia per ottenere i diritti minerari alla ricerca dell’oro attuale, cioè i minerali delle terre rare. Utilizzati per componenti di batterie per veicoli elettrici, telefoni cellulari, televisori a schermo piatto, chiavette USB, macchine fotografiche, missili a guida di precisione, magneti industriali, turbine eoliche, pannelli solari e altri oggetti high-tech, i minerali delle terre rare sono diventati il tipo di materia prima ricercata, come lo erano uranio e plutonio erano durante l’inizio dell’era atomica.
I minerali delle terre rare non sono di facile pronuncia allo stesso modo dell’oro, dell’argento e del platino. Per esempio, l’ossido di ittrio e l’europio, mentre sembrano poco importanti, sono ciò che fornisce la tonalità rossa nei televisori a colori.
Le nazioni di tutto il mondo stanno lottando per garantirsi riserve contenenti minerali di terre rare. La Cina, dove attualmente si trova un terzo dei minerali di terre rate del pianeta, ha severamente limitato l’esportazione dei minerali ad alleati e competitori. Una delle più grandi riserve conosciute di terre rare è il giacimento di Bayan Obo, nella Mongolia Interna cinese.
Le restrizioni all’esportazione della Cina hanno messo in moto le nazioni in tutto il mondo per missioni di ricerca, al fine di garantirsi sia le riserve di minerali di terre rare conosciute, che quelle non sfruttate. Uno di questi filoni principali di minerali di terre rare è stato scoperto ad Est-Sud nell’Oceano Pacifico. Le stime indicano che la regione oceanica profonda contiene il doppio delle terre rare rispetto a quelle trovate in Cina.
Alcuni di questi giacimenti si trovano in zone sottomarine geologicamente attive, dove i condotti vulcanici del fondale profondo emettono minerali di terre rare dalle espulsioni di lava e gas caldi. La scoperta che la regione del Pacifico meridionale è ricca di terre rare ha condotto le nazioni europee, tra cui la Francia e la Gran Bretagna, le quali mantengono colonie nella zona, a rivendicare la loro influenza coloniale. La Francia, ad esempio, è reticente a concedere ulteriore autonomia o indipendenza alla Nuova Caledonia, dove è previsto un referendum per l’indipendenza l’8 novembre, alla Polinesia francese e a Wallis e Futuna. Allo stesso modo, la Gran Bretagna ha mostrato un rinnovato interesse per le Isole Pitcairn, dove continua a vivere una manciata di discendenti degli ammutinati dell’HMS Bounty.
Nel 2015, l’Australia ha represso l’autogoverno dell’isola di Norfolk, trasformando l’isola in una municipalità ibrida del Nuovo Galles del Sud e dell’Australian Capital Territory (n.d.T. Territorio della Capitale Australiana). La Nuova Zelanda ha posto il veto sulle ambizioni di due dei suoi “Stati associati” indipendenti – le Isole Cook e Niue – per la piena adesione alle Nazioni Unite. Per queste potenze coloniali, non importa ciò che si trova al di sopra del mare –le località insulari – ma cosa si trova sotto il mare, all’interno dei confini marittimi dei territori, e si tratta proprio dei minerali di terre rare.
Con lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, sono state scoperte riserve di terre rare in Groenlandia, un territorio “autonomo” della Danimarca. Le mosse del governo della Groenlandia per cercare l’indipendenza dalla Danimarca e permettere alle compagnie cinesi di estrarre minerali di terre rare hanno incontrato una dura opposizione da parte della Danimarca, degli Stati Uniti e della NATO.
Altri Paesi che possiedono depositi significativi di terre rare includono India, Russia, Vietnam, Malesia, Sudafrica, Australia, Canada, Brasile e Stati Uniti. Queste nazioni, così come la Cina, hanno tutte diversi livelli della necessaria forza politica, economica e militare per proteggere le loro riserve di terre rare.
Tuttavia, alcune nazioni in via di sviluppo, dove sono state scoperte terre rare, sono candidate allo sfruttamento spietato delle multinazionali, alcune sotto la direzione dei governi, per garantire i diritti esclusivi di estrazione mineraria. In effetti, la Toyota, che ha una stretta relazione con il governo giapponese, ha acquistato una miniera di terre rare in Vietnam per garantirsi tali diritti di esclusività.
Il Giappone potrebbe non doversi preoccupare del Vietnam come sua principale fonte di terre rare. All’inizio di quest’anno, un deposito di circa 16 milioni di tonnellate di ossidi minerali di terre rare è stato scoperto nei fanghi del fondale marino, situati a 1150 miglia a sud-est di Tokyo. Il deposito conteneva molte delle terre rare dalle quali dipende il settore dell’elettronica di consumo giapponese: l’ittrio, il disprosio, il terbio e l’europio.
In Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, la columbite-tantalite, un minerale utilizzato nella fabbricazione di chip semiconduttori, è un bene così richiesto, per il quale i signori della guerra rivali, alcuni agenti per conto di attori esterni, tra cui Ruanda, Uganda, Israele, Giappone, Cina e Stati Uniti si combattono l’un l’altro per il controllo dell’estrazione e dell’esportazione del minerale.
Il Rwanda Mines, Petroleum e Gas Board ha firmato un accordo nel 2017 con un’importante azienda giapponese per l’estrazione di terre rare, per la prospezione e l’estrazione di terre rare, oltre al tungsteno, in Ruanda. Tuttavia, il Presidente ruandese Paul Kagame è noto per aver sostenuto i ribelli Tutsi nella RDC (Repubblica Democratica del Congo), che sfruttano le miniere di terre rare nelle province del Kivu meridionale e settentrionale e inviano i minerali rubati in Ruanda. Ci sono stati tentativi di ridurre il commercio dei “minerali di conflitto” nella regione dei Grandi Laghi in Africa, ma è stato tutto inutile.
Attualmente, le imprese statunitensi e cinesi stanno muovendo una guerra per l’influenza politica ed economica per l’accesso alle riserve di litio, cassiterite e cobalto nella RDC.
Accanto alla RDC, nel Burundi devastato dalla guerra civile, è stata scoperta nel 2017 una “vena principale” di altissima qualità di minerali di terre rare. Il Burundi, che un tempo era una colonia tedesca, ha visto la tedesca Thyssen Krupp intervenire per sfruttare le risorse minerarie. Thyssen Krupp ha anche iniziato a costruire un impianto di lavorazione in Burundi. Il governo tedesco è stato attaccato da gruppi per i diritti umani che lo accusano di appoggiare l’impresa mineraria tedesca, nota come Progetto Gakara, anche se il Presidente del Burundi Pierre Nkurunziza è stato eletto in modo dubbio per un terzo mandato. I gruppi imprenditoriali tedeschi si sono opposti alla tesi, secondo cui se la Germania non estraesse le terre rare del Burundi, lo farebbe la Cina.
Il governo francese non sta concentrando solo le sue attività di estrazione di terre rare nella sua tradizionale sfera di influenza francofona in Africa – Marocco, Burkina Faso, Niger, Madagascar, Guinea – ma più lontano, compresa la ricerca di attività minerarie di joint venture in Kazakistan.
Negli Stati Uniti, il Pentagono ha riconosciuto l’importanza delle terre rare per scopi militari. Il Defense Logistic Agency’s Strategic Materials Department ha il compito di assicurare una fornitura continua di terre rare agli appaltatori della difesa degli Stati Uniti. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti tiene traccia delle scoperte e delle attività minerarie per le terre rare in tutto il mondo, grazie a un contributo costante di informazioni, provenienti dalla Central Intelligence Agency e dalla National Security Agency. L’amministrazione Trump si è mossa per rendere accessibili a società private le aree faunistiche federali, i parchi nazionali e altri territori degli Stati Uniti alla prospezione e all’estrazione di terre rare, con grande disappunto degli ambientalisti e delle amministrazioni tribali dei nativi americani.
Nella fretta di allentare la dipendenza dalle esportazioni di terre rare cinesi, che sono state in ogni caso limitate da Pechino, le nazioni e le aziende di tutto il mondo hanno messo in marcia una competizione spietata per acquisire una posizione dominante nel mercato delle terre rare. Ciò che sta al vertice dell’interesse dei raccoglitori di informazioni economiche, sono riferimenti in e-mail, videoconferenze, telefonate, fax e documenti finanziari a termini quali europio, terbio, disprosio, ittrio, samario e altre terre rare.
Poiché il mondo diventa più dipendente dall’high-tech e dall’ “Internet delle cose”, consistenti di computer, telefoni cellulari, elettrodomestici, televisori, sistemi di sicurezza, automobili, ecc., la guerra economica per il controllo dei minerali delle terre rare si intensificherà. Esiste l’estrema possibilità che il conflitto economico possa trasformarsi in conflitti a fuoco, come è già avvenuto nella RDC.
 Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

martedì 22 gennaio 2019

Angelo Mangano E L’Intreccio De Mauro, Mattei, Eni


Prosegue il racconto del  Questore Mangano e delle sue indagini sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro  

Al dottor Mangano, viene riferito confidenzialmente che il marchese siciliano Emanuele De Seta potrebbe essere a conoscenza di qualche fatto importante circa la vicenda del rapimento De Mauro. De Seta è spesso a Roma dove ha un'abitazione e il dottor Mangano decide di incontrarlo proprio nella capitale. Il funzionario crede che incontrandolo fuori dalla Sicilia e dal pesante clima omertoso che vi aleggia potrebbe aiutarlo nel farsi dare utili indicazioni sul rapimento del giornalista.

Prima dell'incontro, Mangano redige un appunto riservato del quale invia una copia alla Squadra Mobile di Palermo unitamente a quello successivo compilato pari data. Inoltre il 26 marzo 1971 copia dello stesso appunto fu fatto pervenire da Mangano all'onorevole Cattanei Presidente della Commissione Antimafia.- Copia del documento in questione è agli atti della Commissione Antimafia.

Roma, 10/11/1970 – "APPUNTO RISERVATO"
"Il noto avvocato Guarrasi durante la Guerra era Capitano dell'Autocentro in Libia. Rientrato in patria divenne aiutante di battaglia del generale Castellano in Sicilia, con il quale fece parte, poi della Commissione di Armistizio. Al termine della guerra divenne avvocato, consulente del principe Lanza di Trabia al quale fece fare una serie di errate operazioni.

Il Guarrasi politicamente in un primo tempo si portò con la lista di Vittorio Emanuele Orlando, poi con quella comunista, e quindi con quella del Partito Radicale. Successivamente divenne consigliere dell'On. Milazzo e fu l'artefice della nota "operazione Milazzo". Divenne molto amico di Gioia e Lima.

Al tempo dell'armistizio il Guarrasi unitamente al resto della Commissione, sostò ad Algeri per circa sei mesi e durante tale periodo ebbe la possibilità di conoscere tale Scampolino, del Servizio Segreto americano, addetto allo spionaggio militare. Lo Scampolino per tale ragione era in contatto con elementi mafiosi siciliani, i quali tramite il predetto Scampolino rimasero poi amici del Guarrasi.

Infatti quest'ultimo negli anni successivi, cioè dal 1944 al 1946, con molta frequenza riuniva nella sua abitazione i capi mafiosi siciliani tra cui il noto Genco Russo. Interruppe i rapporti con la mafia, almeno ufficialmente, soltanto negli anni in cui egli era divenuto comunista, per il cui partito fece notevoli operazioni finanziarie.

E' stato anche consocio di Guarnaschelli per il Casinò di Taormina. Fin dalla nascita dell'ENI divenne consulente di tale ente, carica che conserva tutt'ora; divenendo tra l'altro amico personale del Presidente Cefis.

E' consulente dell'Ente Minerario Siciliano, ed è naturalmente amico del Presidente Verzotto, nonché molto amico del rag. Buttafuoco. Mattei negli ultimi tempi aveva stretto amicizia con l'On.le D'Angelo, con il quale aveva preso accordi circa il programma dell'ENI in Sicilia, per cui, essendo il Guarrasi in contrasto con D'Angelo, era stato estromesso da Mattei dall'Ente. Il Guarrasi è ritornato poi in auge con L'ENI dopo che ha assunto la carica dell'Ente il dr Cefis.

E' ritenuto persona capace di commettere qualsiasi illegalità pur di raggiungere il proprio scopo. Capace anche di mettersi d'accordo con l'avversario del proprio cliente, senza scrupoli, mente tortuosa, intelligente ed opportunista. Non risulta che egli sia diventato proprietario di beni immobili dei Lanza di Trabia o che abbia fatto acquisti direttamente da questi ultimi."

Il 10 novembre 1970 Mangano incontra il Marchese De Seta a Roma; subito dopo redige il presente "appunto riservato", che unitamente al precedente sarà inviato alla Squadra Mobile di Palermo Copia del presente appunto Mangano la farà pervenire inoltre al Presidente della Commissione Antimafia Onorevole Cattanei il 26 marzo 1971. Il presente appunto così come quello sopra riportato è agli atti della Commissione Antimafia.

"Roma 10 novembre 1970 – APPUNTO RISERVATO"
"Da un colloquio odierno con il Marchese De Seta Emanuele si ha avuta la possibilità di confermare il contenuto dell'appunto precedente di pari data. Infatti il Guarrasi Consigliere d'Amministrazione del giornale L'ORA" di Palermo per circa una ventina di anni era legatissimo a Verzotto ed a La Cavera. Entrambi erano devotamente legati al primo che per la sua posizione stava al vertice del trio e manovrava a suo piacimento i primi due.

Il giorno successivo alla scomparsa del giornalista De Mauro, il sig. Giuggi Brucato telefono (segue numero utenza telefonica n. d. a) dell'abitazione e n. (segue numero utenza telefonica n. d. a.) della Galleria D'Arte di Palermo, parlando telefonicamente con il Marchese De Seta di tale sequestro alludeva al Guarrasi quale responsabile, senza però dare alcuna precisazione.

Il Verzotto era stato sistemato dal Guarrasi a presidente dell'Ente Minerario Siciliano, mentre La Cavera a Direttore generale della SOFIS, al tempo dell'Amministrazione Milazzo. (…). Il Guarrasi era anche amico del proprietario del Giornale di Sicilia Pirri, in quanto lo aveva sistemato quale Presidende della Bianchi Sicilia, società finanziata dalla SOFIS.

Il Guarrasi inoltre è socio con il Guardaschelli del Casinò di Taormina per il 10% ed è sempre stato legato al Guarcione eminentissimo mafioso, con il quale ha fatto importanti affari finanziari, tra cui una compravendita di circa trecento milioni da parte della "Meditteranea".

Il Buttafuoco era legato al Guarrasi in quanto entrambi avevano una particolare amicizia con il noto Salafia Emilio, ex campione olimpionico di scherma, che frequentemente alloggiava dal Guarrasi. Erano così stretti i legami di amicizia tra Guarrasi e Buttafuoco, che un giorno quest'ultimo ospitò nel tempo in cui era ricercata dalla Polizia la signora Ugonj cugina del Guarrasi, ospitalità sollecitata da parte di quest'ultimo. Altro legame era costituito dall'avvocato Pietro Allotta che si serviva come triburitarista di Buttafuoco e che nello stesso tempo era sostituto ed avvocato del Guarrasi. Il Guarrasi a sua volta ha sistemato il detto Allotta presso l'Ente Minerario Siciliano in qualità di consulente.

Il Guarrasi ha in atto un procedimento per bancarotta fraudolenta a Roma per il fallimento della "Mediterranea Assicurazioni"; altro procedimento pure per bancarotta fraudolenta è in corso di istruttoria a Palermo presso il giudice Chinnici in ordine al fallimento della società mineraria "La Valsasso" di Caltanissetta per un ammontare di sei miliardi di lire circa.

Il Buttafuoco tra il 1939 e il 1940 fu condannato per furto in danno di un consorzio, forse quello Agrario, alla pena di due anni di carcere che pare abbia scontato. Il La Cavera nei giorni del sequestro De Mauro se ne andò a Parigi, ufficialmente per una questione di pittura, giustificazione non ritenuta valida in quanto non è mai stato un esperto di pittura e non si è mai interessato a tale attività.

Guarrasi nella zona di Alcamo possiede la tenuta "Rapitalà", proprietà ereditata dal padre.
Tra il 1962 ed il 1966, l'ex giudice Vigneri istruì un procedimento penale a carico della zia di Guarrasi per stupefacenti, Il predetto magistrato, su vive sollecitazioni del Guarrasi ha assolto la donna affermando nella sentenza che essendo stata la predetta precedentemente intossicata, non aveva commesso il fatto con dolo. Subito dopo tale assoluzione il Guarrasi per riconoscenza ha immesso il Vigneri come socio nel "circolo della Vela". Inoltre negli anni successivi gli ha preparato su misura il concorso per L'Ente Minerario Siciliano, concorso fatto in maniera tale che il solo vincitore fosse il Vigneri. Si ritiene che detto Ente esplichi anche qualche attività poco chiara.

Come precedentemente accennato i due suddetti "rapporti"ovvero quello riguardante Vito Guarrasi e l'altro sulle dichiarazioni di De Seta furono da Mangano inviati alla Squadra Mobile di Palermo. Colpo di scena! I funzionari di Palermo asseriscono di non aver mai ricevuto quegli appunti da Mangano, oppure di non ricordare; qualcuno arrivò al punto di insinuare che Mangano si fosse inventato l'invio di quei documenti dei quali si trova solamente quello relativo a Antonino Buttafuoco inviato un mese prima e riportato nella precedente puntata.

Solo moltissimi anni dopo, ovvero nel 1988 durante le indagini sulla morte del Presidente dell'ENI Enrico Mattei e la scomparsa del Giornalista Mauro de Mauro, svolte dal sostituto Procuratore di Pavia dott. Vincenzo Calia i "rapporti" di Mangano vengono rinvenuti". Il mistero viene svelato dalla "Relazione conclusiva riguardante gli accertamenti svolti sul sequestro Mauro de Mauro avvenuto a Palermo il 16/9/1970": consegnata all'autorità giudiziaria nell'anno 2000, e che per la parte che riguarda l'argomento trattato è sotto riportata. Il contenuto completo di detta relazione trovasi nel link di cui alla nota (1).
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"Ulteriore azione depistante nell'ambito del "movente ENI/ Mattei" emerge dalle dichiarazioni rese a questa P.G. Da Angelo Mangano. Questi, nel 1970, era dirigente della Polizia Criminale del Ministero dell'Interno in servizio a Roma. Si era attivato per svolgere accertamenti sul sequestro De Mauro. L'alto dirigente ministeriale ha riferito a questa P.G. che le investigazioni da lui condotte, all'epoca del sequestro, lo avevano portato a ritenere che Mauro De Mauro era stato rapito ed ucciso per avere scoperto qualcosa di rilevante sulla morte non accidentale di Mattei. Inoltre, partendo da fonti confidenziali, aveva inviato alla Squadra Mobile di Palermo un appunto riservato, con il quale aveva attribuito la responsabilità del sequestro all' avvocato Vito Guarrasi, all'onorevole Graziano Verzotto (indicati anche quali responsabili della morte di Mattei), a Luciano Liggio e a Antonino Buttafuoco. Con tale appunto Mangano aveva sollecitato la Squadra Mobile ad eseguire degli accertamenti tendenti a verificare le confidenze ricevute su tali persone.

In merito il dott. Mangano ha riferito che "…queste ipotesi di investigazione non erano mai state prese in considerazione da Palermo. … è poi risultato che il documento, che evidentemente era scottante per le persone implicate, non era mai arrivato alla Squadra Mobile: almeno così avevano detto alla questura di Palermo. … Sul fatto che il documento era arrivato alla Squadra Mobile ne ho certezza anche perché qualche giorno dopo l'invio, avevo telefonato ad un funzionario di quel reparto, credo che fosse Bruno Contrada, ma sul punto non ho memoria certa, per chiedere se avevano provveduto ad interrogare una persona indicata nel mio appunto. Il funzionario aveva risposto evasivamente dicendomi che non avevano ancora avuto tempo e confermandomi così indirettamente che l'appunto lo avevano ricevuto. "Sulle affermazioni del questore Mangano va precisato che il documento da lui ricordato non è stato trovato nel fascicolo della Squadra Mobile, attentamente visionato presso la Questura di Palermo, ma è stato rinvenuto solo il 29/10/1998 agli atti in uno dei fascicoli dell'inchiesta parallela. Inoltre, la persona indicata nell'appunto riservato, tale Giuggi Brucato di Palermo (che aveva ricevuto delle confidenze secondo le quali Guarrasi poteva essere responsabile del sequestro De Mauro), non risulta essere mai stata effettivamente interrogata dalla polizia di Palermo".

Alla fine della relazione alla voce "conclusione" si legge:

"Il sequestro del giornalista Mauro De Mauro, alla luce del presente documento, deve essere virtualmente considerato risolto, sia sotto il profilo della causale – movente che per ciò che concerne il mandante. Non è un caso che questa polizia giudiziaria non abbia preso in considerazione le persone che materialmente hanno attuato il rapimento, pur in presenza di ampia documentazione in merito, perché non vi è alcun riscontro concreto, attendibile e utilizzabile. Del resto gli esecutori indicati dalle cronache (con qualche elemento oggettivamente valido) sono deceduti. Essi erano Luciano Leggio (detto Liggio), per i suoi collegamenti con Antonino Buttafuoco evidenziati dal questore Mangano…"

RELAZIONE CONCLUSIVA RIGUARDANTE GLI
ACCERTAMENTI SVOLTI SUL SEQUESTRO DI MAURO DE MAURO

di Carmrlo Carbone
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venerdì 18 gennaio 2019

Krishna, Horus, Mithra: era già Natale, ben prima di Cristo

Tammuz, il dio babilonese con la croce, nato il 25 dicembreL'etimologia del termine "Natale", come sostantivo maschile, deriva dal latino "Natalis (nascita); "dies Natalis" significa "il giorno della nascita". Il termine "nascere" proviene dal latino "noscere", che significa "cominciare a conoscere" e ha le sue radici in altre lingue; è un termine collegato ai termini: notizia, nobile, celebre, konig, king. Il significato etimologico di Natale è quindi legato sia alla nascita, sia alla conoscenza. Per i Popoli del Nord, le notti dal 25 dicembre al 6 gennaio erano particolarmente sacre. Nei paesi scandinavi venivano celebrati i natali di Frey, figlio di Wodan (Wuotan: Odino), dio della natura, e di Berchta (Frigga: Holda) sua sposa, con la festa scandinava di Yule. Riservati al culto solare erano in epoca megalitica il monumento di Stonehenge (Inghilterra) e i Menhir di Carnac (Bretagna), orientati verso Est (il Sole levante). Fra i popoli celti si accendevano e si accendono tutt'ora il 25 dicembre dei sacri fuochi al dio Lug (luminoso) detto Griamainech (Viso del Sole), corrispondente al greco Hermes e al latino Mercurius. Questi fuochi sono ancor oggi conosciuti fra gli irlandesi e i montanari della Scozia, e vengono accesi in onore di Cristo.

La festa del solstizio d'inverno è sempre stata associata alla celebrazione della Rinascita della Luce e dell'attesa di un "parto" miracoloso della "Vergine celeste", "Regina del Mondo", con la nascita del suo divino "Infante". Il Rito della Natività del Sole, celebrato in Siria e in Egitto, era molto solenne. Al solstizio d'inverno i celebranti si riunivano in particolari santuari sotterranei (hipógei), da cui uscivano a mezzanotte esultando: «La Vergine ha partorito! La Luce cresce!». Gli antichi egiziani rappresentavano il Sole appena nato, Horus, con una "Imagine" di un Infante in cera o argilla, che mostravano ai fedeli di Iside e Osiride. La figura di Iside col bimbo Horo somiglia talmente alla Madonna col Bambin Gesù che a volte ricevette l'adorazione inconsapevole dei primi cristiani (dal "Libro dei Morti" egiziano). Iside d'Egitto, come Maria di Nazareth era la Nostra Signora Immacolata, la Stella del Mare (Stella Maris), la Regina del Cielo e Madre di Dio, ed era rappresentata in piedi sulla falce della Luna e coronata di stelle. La figura della "Vergine" dello zodiaco (Virgo) nelle antiche immagini appare come una donna che allatta un bambino, archètipo di tutte le future madonne col divino fanciullo.

In India, l'antichissima religione dei primi Brahmani vedici, nei più antichi inni del "Rig-Veda", chiama Sûrya (il Sole) e Aghni (il Fuoco) il Regolatore dell'Universo, Signore degli Uomini e il Re Saggio,e la Madre Devakî è similmente raffigurata col divino Krishna tra le braccia. Per i babilonesi, la Madre Mylitta o Istar di Babilonia era raffigurata con la consueta corona di stelle e con il divino figlio Tammuz, la cui nascita veniva commemorata nelle rituali Sacee babilonesi, feste della nascita analoghe al nostro Natale. Il periodo del solstizio al 25 dicembre ricorre anche per la nascita verginale del principe Siddharta, che fu adombrato da Buddha (l'Illuminato) allo stesso modo in cui Gesù fu adombrato da Cristo. Per la storia dell'antica Cina, Buddha nasce dalla vergine Mâyâdevi. Per i persiani, al solstizio d'inverno nacque Mithra, divinità solare di origine indo-Il "buddha" Siddharta, nato il 25 dicembreiranica, anch'egli "nato" in una grotta, da una vergine. Fra i suoi sacerdoti si ricordano i Magi citati nel Vangelo di Matteo, sapienti astrologi e discepoli di Zarathustra-Zoroastro, che attendevano da tempo il ritorno di Mithra-Maitreia, secondo antiche profezie.

Per i nabatei, popolazione araba che nel I secolo a.C. dominò la Giordania Orientale, la divinità Dusares era unita al Sole, portava l'attributo di "invincibile", congiunto a Mithra, e il suo giorno natalizio cadeva sempre il 25 dicembre. Nel 274 d.C. Aureliano fece erigere a Roma un sontuoso tempio in onore di Mithra, e numerosi "mithrei" sorsero e si conservano tutt'ora in altre zone d'Italia, noti sotto il nome di "Hipógei". Nell'antica Grecia veniva celebrata la festa della "Ghenesìa" (il giorno del Natalizio). Il mito di Hermes (Mercurio) presenta particolari analogie con la figura di Gesù. Nato in una grotta, figlio di Zeus (Iuppiter: Giove-Padre) e da Maia (la maggiore delle Pleiadi), Hermes è spesso rappresentato con un agnello sulle spalle, da cui deriva il suo nome di Crioforo (portatore dell'agnello). E' anche ricordato come Guida delle Anime nella dimora dei morti (Ade-inferno). Da tale funzione deriva il nome di Ermes-Psicopompo, "accompagnatore delle anime", e in tali vesti servì di immagine ai primi cristiani per figurare il Buon Pastore, al punto che queste identificazioni si fusero con la figura del Christo.

La data del solstizio d'inverno fu ripresa dal cristianesimo per il Natale di Gesù, in coincidenza con altre feste confluite a Roma, come il "dies Natalis Solis Invicti" il Natale del Sole Invitto (il sole invincibile), il Natale di Mithra, la Nascita di Horus in Egitto e quella di Tammuz a Babilonia. Storicamente la più antica fonte conosciuta, che fissa al 25 dicembre la nascita di Gesù, è di Ippolito di Roma (170 circa- 235) che già nel 204 riferiva della celebrazione del Natale, nell'Urbe, proprio in quella data; e soprattutto Sesto Giulio Africano (211 d.C.) nella sua "Cronografia" del mondo. Inoltre ci sono anche le prove, indirette Mithra, il "cristo" pagano pre-cristianoma evidenti, contenute nei Rotoli di Qumran ("Cronaca dei Giubilei") che confermano la tradizione apostolica secondo la quale vi erano la festività dell'Annuncio a Zaccaria il 23 settembre, la festa dell'Annuncio a Maria sei mesi dopo (25 marzo) e la nascita di Gesù nove mesi dopo (25 dicembre).

Ufficialmente la festa del Natale cristiano fu fissata nel 335 d.C. dall'imperatore Costantino, che sostituì la festa natalizia di Mithra-Sole del 25 dicembre con il Natale di Cristo, chiamato dal profeta Malachia "Sole di Giustizia" e da Giovanni Evangelista "Luce del Mondo". Da Roma la nuova festa del Natale cristiano si diffuse rapidamente in Oriente (seppure con qualche resistenza), come attestato da San Giovanni Crisostomo nell'omelia pronunciata nel 386, in cui asseriva che la festa era stata introdotta ad Antiochia una decina d'anni prima (circa nel 375) mentre non era in uso né a Gerusalemme, né ad Alessandria, né in Armenia, dove invece nelle chiese locali osservavano già la festa della "Manifestazione" al 6 gennaio, cioè la triplice epifania del Salvatore: la nascita di Gesù, l'adorazione dei Magi, il battesimo nel Giordano (Christòs). Risulta quindi che verso Madonna e bambino, specchio dei preesistenti Osiride e Horusla fine del IV secolo s'era esteso a tutta la Chiesa l'uso di celebrare l'anniversario della nascita di Gesù-Cristo, in Oriente al 6 gennaio e in Occidente al 25 dicembre.
La Novena di Natale è strettamente legata al culto ufficiale, ma va precisato che il Natale fa parte di un ciclo di dodici giorni, conosciuto col nome di "Calende", di origine molto antica. Infatti il Natale segnava l'inizio del nuovo anno. Nelle case dei nostri antichi avi si accendeva a Natale un ceppo di quercia, dai poteri propiziatori, che doveva bruciare per 12 giorni consecutivi, e dal modo in cui bruciava si intuivano i presagi sul nuovo anno in arrivo. Il ceppo doveva essere preferibilmente di quercia, perché il suo legno simboleggia forza e solidità. Simbolicamente si bruciava il passato e si coglievano i segni del prossimo futuro; infatti le scintille che salivano nella cappa simboleggiavano il ritorno dei giorni lunghi, la cenere veniva raccolta e sparsa nei campi per sperare in abbondanti raccolti. Si tratta di un'usanza le cui radici risalgono alle popolazioni del Nord Europa. Abbiamo la testimonianza di Lucano, nel "Bellum civile" (III, 400) in cui ha descritto come gli alberi assumessero un ruolo fondamentale nel culto delle popolazioni celtiche che i romani si trovarono a fronteggiare: un culto in cui simbolismo e ritualità si fondevano in modo straordinariamente armonico.

In particolare i Teutoni, nei giorni più bui dell'anno, piantavano davanti alle case un abete ornato di ghirlande e bruciavano un enorme ceppo nel camino. Questi simboli sono sopravvissuti nell'albero di Natale, che rimane verde tutto l'anno e non perde le foglie durante l'inverno come fanno gli altri alberi. L'albero rappresenta anche il simbolo del corpo umano e più precisamente il suo sistema nervoso compreso il cervello, nel quale deve brillare la luce, ovvero la conoscenza che viene dal "cielo" del pensiero e dalla coscienza universale, simboleggiata dalla stella di Natale, che indica l'illuminazione, la conoscenza e la consapevolezza dell'amore che mantiene vivente il creato. Quest'usanza si è oggi trasformata nelle luci che addobbano gli Krishna bambinoalberi, le case e le strade nel periodo natalizio. A tale tradizione si collega la celebrazione del Natale per indicare l'avvento della "luce del mondo", che giunge a squarciare le pericolosità del buio. È il Bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita, e porta la Luce a tutti gli uomini. Infatti le case e le abitazioni sono il simbolo della personalità che deve illuminarsi; per questo motivo in questo periodo le case e le città si riempiono di luci, perché devono portare la conoscenza di sé stessi, l'amore e la giustizia tra gli uomini.

E' documentato che in Romagna, l'antica Romandìola, l'usanza di iniziare l'anno partendo dal 25 dicembre di ogni anno, durò fino ai tempi di Dante, come si riscontra dal "Codice di Lottieri della Tosa" – n. 217 – pubblicato a Faenza nel 1979 a cura di don Giovanni Lucchesi. Ogni anno al solstizio d'inverno accade qualcosa di magico e straordinario: nel giorno più corto dell'anno, il sole tocca a mezzogiorno il punto più basso dell'orizzonte, ovvero simbolicamente "muore", per rinascere successivamente, dodici giorni dopo, al perigeo, quando il sole riprende il suo  moto, perpetuando e rinnovando il ciclo infinito della vita. Per questo il solstizio d'inverno è considerato il giorno più sacro dell'anno e del bene che regna sul mondo. A partire dal solstizio d'inverno il nostro pianeta è permeato dalle potenti radiazioni della "luce cristica", che continua a manifestarsi con forza fino all'Epifania.

(Andrea Fontana, "Il Natale nella storia", estratto da "Il presepio rivelato", intervento pubblicato su "Scienze Astratte" il 25 dicembre 2011).

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giovedì 17 gennaio 2019

BIG PHARMA / NEGLI USA NOZZE STELLARI DA 74 MILIARDI DI DOLLARI


Entra una nuova star nell'Olimpo di Big Pharma. Nasce dal matrimonio tutto statunitense tra Bristol-Myers Squibb e Celgene Corporation. La prima, infatti, ha acquistato la seconda per 74 miliardi di dollari, una delle più grosse operazioni mai messe a segno nell'industria più ricca del mondo, quella farmaceutica. Più o meno gli stessi importi che hanno caratterizzato le nozze fra il colosso tedesco del farmaco e non solo Bayer e l'americana Monsanto, leader nel settore di sementi e fertilizzanti.
Nella hit, adesso, le stelle sono così allineate: al primo posto Pfizer, con un fatturato annuo da 57 miliardi di dollari, seguita da Roche (44 miliardi), poi da Sanofi e Johnson & Johnson, praticamente appaiate a quota 37 miliardi, quindi Merck & Co. appena più giù (36) e Novartis (33), che viene raggiunta dalla nuova real coppia, nata dalla fresca fusione.

Coppia che va ad occupare il primo posto in un settore strategico, quello dei farmaci antitumorali: nel pedigree della newyorkese Bristol Myers, infatti, spiccano due prodotti che sono andati benissimo quanto a vendite: quasi 10 i miliardi ricavati nel 2017 da Opdivo, un antitumorale usato contro il melanoma, e Eliquis, un anticoagulante, somma equamente suddiviva fifty fifty tra i due medicinali top.
In quello di Celgene (che ha il suo quartier generale nel New Yersey), invece, è andato alla grandissima, sempre nel 2017, Revlimid, utilizzato nel contrasto del mieloma: tanto per rendere l'idea, un ciclo di Revlimid costa la bellezza di 100 mila dollari, per un fatturato annuo che supera abbondantemente gli 8 miliardi di dollari.
Ancora un dato: l'utile fatto segnare, sempre per il 2017, da Bristol Myers è stato pari a 2 miliardi e mezzo di dollari, e altrettati ne ha realizzati la sposa Celgene. Vere nozze da favola, adesso.
Nel corso del 2018, però, si è verificato un rallentamento, soprattutto da parte di Celgene e del suo Revlind. Il che ha consigliato di accelerare i tempi del matrimonio tra i due gruppi, per diventare oligopolisti nel settore e consentire di sviluppare ricerche all'avanguardia per produrre nuovi farmaci in grado di fornire le stesse, anzi addirittura migliori performance di Revlind.

Per portare a termine la fusione e soprattutto disegnare il futuro è al lavoro un italiano, già da quasi 20 anni ai vertici di Bristol Myers-Squibb, Giovanni Caforio: in precedenza, cioè fino al 2000, era stato il numero uno per l'Italia della Abbott. "Insieme con Celgene – dichiara a botta calda Caforio – daremo vita ad un'azienda innovativa, leader nel settore della biofarmaceutica, con un programma di ricerca ampio e valido  che guiderà la crescita sostenibile e offrirà nuove opzioni per i pazienti affetti da gravi patologie".
In soldoni, saranno brevettati a breve (cioè entro fine 2019) sei nuovi farmaci.
Lo stessa poltrona di Caforio (presidente e amministratore delegato) era stata occupata fino al 2015 da Lamberto Andreotti, figlio del mitico divo Giulio.
Come la Voce ha sottolineato in altre occasioni, l'industria farmaceutica, soprattutto negli Usa ma anche a livello mondiale, è la numero uno, in testa per i suoi stratosferici fatturati, capace di condizione il mondo medico e la ricerca scientifica in particolare. Negli Stati Uniti ha appena superato lo storico leader, ossia l'industria bellica. Pillole, adesso, battono armi.

In cima alla hit dei grandi finanziatori della politica Usa c'è proprio Big Pharma, che nelle sue scelte è sempre molto oculata e bypartizan al punto giusto: una montagna di dollari equamente suddivisi tra conservatori e repubblicani in occasione delle presidenziali.
Chiunque vinca sarà sempre un grande amico…

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