martedì 4 giugno 2019

LA VOCE rooseveltiana N° 9 di Martedì, 04 Giugno 2019


La Voce Rooseveltiana


D(i)RITTI VERSO LA LIBERTÀ DAL BISOGNO
 
Siamo una comunità di cittadini che sognano il Rinascimento democratico
di cui la società ha bisogno




Editoriale
 
HA VINTO L'ASTENSIONISMO: È IL PRIMO PARTITO. L'ITALIA ASPETTA CHE LA POLITICA LE RACCONTI LA VERITÀ SULLA CRISI

di Giorgio Cattaneo


Patrizia Scanu

Sembra piena, la platea, perché la folla si accalca rumorosamente sotto il palco, decretando vincitori e vinti. E invece, se ci si volta, si scopre che la sala è mezza vuota. Al traguardo delle europee 2019, surriscaldato dal pathos degli appuntamenti con la storia, c'è arrivato soltanto un italiano su due. Metà del paese è rimasto a casa, nauseato dalle opposte tifoserie e dall'inconsistenza imbarazzante degli urlatori. C'è finito di tutto, nella campagna elettorale – dai migranti di Riace al Tav in valle di Susa – tranne quello che contava davvero: la verità sulla crisi italiana, di origine europea. Il vocabolario della lunghissima, sfibrante vigilia ha proposto espressioni arcaiche, destra e sinistra, fascismo e antifascismo, ripescate rovistando tra i fondi di magazzino del Novecento, in mezzo al vintage immarcescibile dei crocifissi, delle sacre famiglie, delle grottesche crociate contro i milligrammi di cannabis terapeutica spacciati legalmente nei negozietti autorizzati.

 
LEGGI TUTTO
 


TragiComix
di Mirko Bonini

TragiComix by Mirko Bonini 09



Secondo Noi
   
GM
MAGALDI: SILENZIO, PARLA VISCO (E LA POLITICA TACE, ARRENDENDOSI ALL'APOCALISSE CHE AVANZA)

Increscioso il silenzio della politica – Lega e 5 Stelle in primis – di fronte all'ultima esternazione di Ignazio Visco, contrario ai "minibot" a all'espansione del deficit. Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, attacca i gialloverdi: non osano contrastare la tecnocrazia neoliberista che sottrae risorse strategiche al paese, e preferiscono distrarre l'opinione pubblica con polemiche su temi irrilevanti come quella tra Salvini e Fico, divisi sul riconoscimento dei migranti come "nuovi italiani" nella celebrazione del 2 giugno.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
CARPEORO: VOGLIONO SPOLPARE L'ITALIA IMPONENDO DRAGHI, SOLO SALVINI E LA MELONI SI OPPONGONO AL PIANO

Solo Matteo Salvini e Giorgia Meloni potrebbero scongiurare l'avvento a Palazzo Chigi di Mario Draghi, invocato da Berlusconi per affondare il traballante governo gialloverde. Secondo Gianfranco Carpeoro, tutti gli indicatori confermano l'ipotesi peggiore: l'economia frana, e la crisi sarà aggravata dallo spread e dalle agenzie di rating. Obiettivo: insediare un governo "lacrime e sangue" come quello di Monti. Forte il pressing su Draghi da parte delle superlogge reazionarie, convinte che il presidente della Bce lasci Francoforte per Roma.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee). 
GC
MM MOISO: DI COSA VI LAMENTATE? PER LA COERENZA BISOGNERÀ ASPETTARE IL PARTITO CHE SERVE ALL'ITALIA

La sedicente sinistra ha smesso di essere la forza dei deboli quando ha voluto smettere di capirli: è così che è diventala la forza dei conservatori, almeno riguardo le questioni economiche. Lo afferma Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, commentando l'esito delle elezioni europee. Molti si lamentano del successo della Lega, attribuendolo all'ignoranza degli elettori? Errore: è un atteggiamento aristocratico, figlio di una presunta superiorità morale. Manca coerenza, nell'attuale offerta politica? Vero. Per quella, non resta che attendere la nascita del "Partito che serve all'Italia", il 14 luglio.

(Intervento sul blog MR. Sullo stesso blog, Moiso propone l'ascolto degli euroscettici e una riflessione sull'esercizio del dubbio, segnalando anche i consigli della Presidenza MR ai partiti italiani).
MAGALDI: STOP ALLA POLITICA "TRIBALE", SE VOGLIAMO SFIDARE L'UE E RECUPERARE LA SOVRANITÀ PERDUTA

Gioele Magaldi condanna gli aspetti "tribali" della politica italiana, ridotta a tifo calcistico, e difende la scelta del Movimento Roosevelt si sostenere candidati diversissimi, schierati con la Lega e il Pd, coi 5 Stelle, con Forza Italia e +Europa. Il voto europeo? Inutile, come previsto. A meno che Salvini non faccia seguire i fatti alle parole, per una volta, e che lo stesso Zingaretti – anziché continuare a demonizzare i leghisti – non si decida a rispolverare il socialismo democratico di Olof Palme, ragionando seriamente su come rianimare l'economia. Obiettivo: impedire al neoliberismo Ue di seguitare a impoverire gli italiani.

(Interventi su YouTube e sul blog MR, ripresi da Libreidee).
Gioele Magaldi
MR MOISO E MAZZONE: LA COERENZA DI APPOGGIARE CANDIDATI IN LISTE DIVERSE, ALLE ELEZIONI EUROPEE

Marco Moiso e Ivo Mazzone, rispettivamente vicepresidente e capo di gabinetto aggiunto della Presidenza del Movimento Roosevelt, spiegano in cosa consista la coerenza "rooseveltiana", in senso progressista e keynesiano, nell'appoggiare – alle elezioni europee – candidati diversissimi tra loro e schierati in liste apertamente concorrenti, dalla Lega a +Europa, ma tutti accomunati dalla medesima consapevolezza della necessità di cambiare volto all'attuale Disunione Europea post-democratica e neoliberista.

(Intervento su YouTube).
GALLONI: I DAZI USA AIUTANO IL RITORNO ALL'ECONOMIA REALE, CONTRO LA FINANZA E IL SUPER-EXPORT UE

Quello che a prima vista sembra un problema – i dazi sulle importazioni, imposti da Trump – sono in realtà un segnale positivo per l'economia reale: penalizzano l'export (su cui ha puntato in modo scellerato l'Ue) ma rafforzano il mercato interno di ogni paese, specie se la domanda di consumi verrà sostenuta. Lo spiega Nino Galloni, economista post-keynesiano e vicepresidente del Movimento Roosevelt. Non a caso, aggiunge, a reagire negativamente alla svolta Usa sono le Borse, che temono di veder svanire i loro vantaggi speculativi.

(Intervento su Scenari Economici, ripreso da Libreidee).
Nino Galloni
GM MAGALDI: TIFO PER DRAGHI AL GOVERNO, COSÌ GLI ITALIANI FINALMENTE SAPRANNO CHI È DAVVERO SUPER-MARIO

Mario Draghi a Palazzo Chigi al posto di Conte? Sarebbe un regalo fantastico, per ogni sincero progressista: vederlo in azione col bisturi aprirà finalmente gli occhi agli italiani, che ancora lo credono un amico dell'Italia. In realtà – sostiene Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt – Draghi è il maggior ispiratore dell'austerity europea, nutrita dal dogma neoliberista che impoverito il nostro paese. Ma l'uomo della Bce non è ingenuo come Monti: punta al Quirinale, e sa che diverrebbe troppo impopolare se fosse davvero costretto a guidare il governo italiano, proprio ora che la crisi economica si sta aggravando.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
HECHICH, LORETO E GIAVITTOLA: L'INESORABILE PENETRAZIONE CINESE DEL CONTINENTE AFRICANO

Roberto Hechich, direttore del Dipartimento Geopolitica e Difesa del Movimento Roosevelt, presenta l'ultima analisi prodotta dai suoi collaboratori Alessandro Loreto e Ruben Giavittola sulla penetrazione cinese in Africa. Il vantaggio di cui godono i cinesi rispetto agli europei? Non devono farsi perdonare due secoli di feroce colonialismo. Così, Pechino ha buon gioco a imporre la sua egemonia, anche se con modalità differenti.

(Intervento sul blog MR).
RH
GC CATTANEO: ALTAFORTE CENSURATA DAL SALONE DEL LIBRO DI TORINO, PROVE D'INTESA TRA PD E 5 STELLE?

Giorgio Cattaneo: l'intollerabile censura cui il Salone del Libro ha sottoposto la casa editrice Altaforte, vicina a CasaPound (esclusa dalla kermesse per decisione di Chiara Appendino e Sergio Chiamparino) di fatto anticipa un possibile futuro governo che veda alleati il Movimento 5 Stelle e il partito di Zingaretti?

(Intervento sul blog MR, ripreso da Libreidee
). 
 
CARPEORO: A PALAZZO CHIGI ARRIVERÀ DRAGHI, E PER SALVINI SARÀ L'INIZIO DELLA SUA FINE POLITICA

La massoneria reazionaria sta premendo su Mario Draghi perché accetti di finire a Palazzo Chigi, entro la fine dell'anno, al posto di Giuseppe Conte, con l'alibi dell'incipiente aggravarsi della situazione economica. Lo rivela Gianfranco Carpeoro, dirigente del Movimento Roosevelt: l'Italia sarebbe di fatto commissariata (come con Mario Monti) e sottoposta alle durezze dell'austerity. E la vittima principale dell'operazione, secondo Carpeoro, sarebbe Matteo Salvini.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
GC
EC CIARDIELLO: AFRICA NORD-OCCIDENTALE, CINA E POTENZE ATLANTICHE TRA NEOCOLONIALISMI ALTRIMENTI DECLINATI

Il ruolo dell'Occidente e della Cina nel nuovo gioco geopolitico che investe l'Africa Nord-Occidentale, area storicamente strategica anche per gli interessi italiani. Una analisi accurata, quella di Emilio Ciardiello, del Dipartimento Geopolitica e Difesa del Movimento Roosevelt, introdotta dal direttore del dipartimento stesso, Roberto Hechich. Ciardiello offre uno sguardo acuto sulla situazione africana, sul neocolonialismo di stampo occidentale e sulla nuova penetrazione cinese (e non solo) che investe il nord-ovest del continente nero.

(Intervento sul blog MR).
MAGALDI: SALVINI ABBAIA MA PURTROPPO NON MORDE, COME GIÀ RENZI E GLI ALTRI POLITICI ITALIANI

Abbaia ma non morde: in questo, purtroppo, anche il leader della Lega somiglia a Renzi e agli altri politici italiani che ci hanno abituato al medesimo spettacolo, proclami altisonanti contro il rigore Ue ma poi una sostanziale resa ai diktat di Bruxelles. Ne è convinto Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, rammaricato per il tramonto delle speranze accese un anno fa dall'avventuroso esordio del governo gialloverde.

(Interventi su YouTube con Marco Moiso e con Fabio Frabetti, ripresi da Libreidee).
Gioele Magaldi
NG GALLONI: IVA FUNESTA PER I GIALLOVERDI, PER EVITARE L'INFERNO-SPREAD SERVONO MISURE ESPANSIVE

L'Iva non deve assolutamente aumentare: sarebbe funesta per il governo Conte. Casomai, sostiene l'economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, dobbiamo introdurre misure che riducano la pressione e aumentino il gettito. Peraltro, l'aumento dell'Iva porterà solo a maggiore evasione fiscale. E se lo spread resta un ricatto infernale, l'Italia deve impuntarsi con l'Ue e creare un'agenzia di rating indipendente.

(Intervista di Galloni su La Notizia).
LANZI: INVESTIMENTI, PROFESSIONI, SCUOLA E RICERCA. TRE PRIORITÀ PER UNA VERA POLITICA CULTURALE ITALIANA

Curioso: l'Italia è il paese col maggior numero di beni culturali al mondo, ma in Europa è il fanalino di coda per la percentuale di spesa nella cultura. Chiara Lanzi, direttrice del dipartimento Cultura del Movimento Roosevelt, propone tre pietre miliari per una vera politica culturale: più investimenti, sviluppo delle professioni culturali e rapporti più stretti con scuola e ricerca, facendo crescere in modo diffuso l'offerta dei territori.

(Intervento sul blog MR).
CL
GM MAGALDI: CONTRO IL POTERE NEOLIBERISTA SERVE IL CORAGGIO DI UNA VERA RIVOLUZIONE PER IL XXI SECOLO

Da Berlusconi a Renzi, tutti bravi a ottenere consenso: ma per farne cosa, poi? Solo vuoti proclami, per mascherare l'obbedienza al dogma neoliberista del rigore eterno. Stessa sorte per i gialloverdi, sostiene Gioele Magaldi: tante promesse, e poi la resa ingloriosa a Bruxelles. Il presidente del Movimento Roosevelt invoca il coraggio per fare una vera rivoluzione culturale, che liberi il XXI secolo dal giogo post-democratico del neoliberismo.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
LILOV: COSA CI MANCA PER DIVENTARE COME CARLO ROSSELLI, OLOF PALME E THOMAS SANKARA

Zvetan Lilov: cosa ci manca per essere come Rosselli, Palme e Sankara? In un mondo governato da principi spirituali, quei tre sarebbero stati classificati come ottimi politici ma assolutamente "normali". Lo afferma Zletan Lilov, direttore dell'Ufficio formazione civica e divulgazione del Movimento Roosevelt, nell'ambito nel convegno milanese su Rosselli, Palme e Sankara. Se oggi quei giganti appaiono anomalie rivoluzionarie, è perché viviamo in un mondo politico senza coraggio, in cui le coscienze sono anestetizzate.

(Intervento ripreso da Radio Radicale, il testo è su Libreidee).
ZL
GM MAGALDI: IMPERDONABILE CHE L'AVVOCATO CONTE CONDANNI ARMANDO SIRI ANTICIPANDO IL LAVORO DEI GIUDICI

Gioele Magaldi: è imperdonabile che il premier Conte (che pure è avvocato) "condanni" alle dimissioni Armando Siri, tuttora soltanto indagato. Per il presidente del Movimento Roosevelt, è gravissimo che il primo ministro si sia prestato a un'operazione di pura propaganda, al solo scopo di offrire un appiglio ai 5 Stelle, in affanno per le europee.

(Intervento su YouTube, ripreso dal blog MR e da Libreidee).
CARPEORO: OLOF PALME FU UCCISO PER UN MOTIVO PRECISO, VOLEVA ELIMINARE PER SEMPRE LA POVERTÀ

 Il premier svedese Olof Palme assassinato nel 1986 fu ucciso per un motivo preciso: il suo disegno strategico prevedeva una lotta senza quartiere per eliminare definitivamente lo spettro della povertà dalle nostre società. Lo afferma Gianfranco Carproro, nel suo intervento al convegno tenutosi a Milano sull'eredità politica di Carlo Rosselli, Thomas Sankara e dello stesso Palme, autentico leader della socialdemocrazia europea.

(Intervento ripreso da Radio Radicale, il testo è su Libreidee).
GP
 
GM MAGALDI: SERVE UNA LUNGA MARCIA, VERSO L'UNICA RIVOLUZIONE CAPACE DI SALVARE L'ITALIA

 Le prossime europee? Doppiamente inutili: in un Europarlamento senza potere, saranno i soliti noti a spartirsi le stesse poltrone. Per Gioele Magaldi, la "carica" dei sovranisti non cambierà proprio niente. Fine dell'equivoco gialloverde: il governo Conte doveva opporsi all'austerity infinita, ma ha fallito. Serve una rivoluzione culturale, sostiene il presidente del Movimento Roosevelt, preparata da una "lunga marcia" come quella di Mao, per aggredire la malattia socio-politica ed economica dell'Italia.

(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
 
SCANU: OLTRE L'ECONOMICISMO NEOLIBERISTA, COME PASSARE DAL DARWINISMO SOCIALE ALLA SOCIETÀ EVOLUTA

 L'economicismo neoliberista e il darwinismo sociale hanno deformato la percezione stessa della nostra società, impedendole di evolvere in modo aperto, plurale e democratico: lo sostiene Patrizia Scanu, nel suo intervento al convegno milanese su Rosselli, Palme e Sankara.

(Intervento ripreso da Radio Radicale, il testo è sul blog MR).
PS


 
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MR News


MR News

 

ASSEMBLEA MR,
A SETTEMBRE LE DECISIONI


Slittano a settembre le decisioni sul futuro organizzativo del Movimento Roosevelt, inclusa l'elezione del presidente e le eventuali modifiche per rendere lo statuto più funzionale. L'assemblea generale tenutasi a Roma il 18 maggio è comunque servita a ragionare anche sulle europee: nel corso dell'assise, la rooseveltiana Stefania Schipani ha potuto chiarire la natura squisitamente keynesiana della sua candidatura nelle liste di +Europa.

(Video: la presentazione della candidatura di Stefania Schipani all'assemblea di Roma).

LE DIMISSIONI
DI PATRIZIA SCANU DALLA SEGRETERIA MR 


Dopo aver deciso di non partecipare all'assemblea generale romana del 18 maggio, si è dimessa con una comunicazione ai soci il 22 maggio Patrizia Scanu, che era stata eletta segretario generale del Movimento Roosevelt il 14 luglio 2018. "Con mio grande dispiacere – scrive – vi comunico di aver deciso di dimettermi dall'incarico di Segretario Generale del Movimento Roosevelt per incompatibilità sugli aspetti organizzativi e gestionali del MR».

(Sul blog MR la comunicazione ufficiale di Patrizia Scanu).

MAGALDI SPIEGA L'ABBANDONO DI PATRIZIA SCANU


Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, riflette pubblicamente sulle inattese dimissioni di Patrizia Scanu dalla segreteria generale MR, fornendone i retroscena insieme alla sua personale lettura degli eventi che hanno condotto l'ex segretaria prima a disertare l'ultima assemblea di Roma e poi a comunicare ai soci la propria decisione di lasciare l'incarico, dopo meno di un anno di lavoro.

(Video: Magaldi con Moiso e poi con con Moiso e Mazzone).

A MILANO IL FORUM
SU ROSSELLI, PALME
E THOMAS SANKARA


Il germe del socialismo liberale introdotto da Carlo Rosselli e poi fermentato attraverso le straordinarie esperienze democratico-progressiste di Olof Palme in Svezia e Thomas Sankara in Burkina Faso. Tre giganti del pensiero e della politica, che il Movimento Roosevelt ha presentato nell'affollato convegno tenuto il 3 maggio a Milano. Tra i partecipanti anche l'ambasciatore italiano a Stoccolma e il filosofo del diritto Paolo Becchi.

(Su Radio Radicale la trasmissione integrale del convegno, in video).


Agenda MR

 

Giugno 23

Luglio 14
FESTA ROOSEVELTIANA
(LONDRA - h 15-18)
 
La sezione rooseveltiana di Londra, intitolata a William Beveridge, organizza il 23 giugno una festa, con raccolta fondi per sostenere il movimento. Oltre al rinfresco che sarà offerto, verrà anche proposto un "quiz politico" mirato a socializzare e contribuire all'autofinanziamento del gruppo londinese.
L'appuntamento è presso l'Inca Cgil Italian Advice Centre, in orario da confermare. 



(Adesioni e info via email info@rooseveltmovement.co.uk)
IL PARTITO CHE SERVE ALL'ITALIA
(ROMA - h 9.00)
 
Si svolgerà domenica 14 luglio a a Roma (Istituto Sant'Orsola, via Livorno 50, ore 9.00) l'assemblea fondativa del "Partito che serve all'Italia", cantiere politico progressista che vede tra i suoi promotori Gioele Magaldi, Nino Galloni e Marco Moiso, insieme ad altri esponenti rooseveltiani, in collaborazione con soggetti che provengono da diverse esperienze, tutti decisi a offrire al paese un'adeguata rappresentanza politica per recuperare la sovranità democratica dell'Italia di fronte all'attuale gestione dell'Unione Europea.

www.ilpartitocheserveallitalia.it

settembre 21
ASSEMBLEA GENERALE 
(ROMA - h 9.00)

 
La presidenza del Movimento Roosevelt ha fissato per sabato 21 settembre, all'Istituto Sant'Orsola di via Livorno 50 a Roma, alle ore 9.00 – la prossima assemblea generale del movimento.
L'ordine del giorno, in via di definizione, potrebbe proporre tra gli altri temi l'elezione del presidente (carica attualmente rivestita da Gioele Magaldi) e le possibili migliorie da apportare allo statuto MR, migliorando la sua funzionalità. 

 


 
   



 
Movimento Roosevelt / Democrazia contro oligarchia
 
Il mondo non è mai stato così ricco, eppure la società è colpita da diseguaglianze inaudite:
senza giustizia sociale non si possono garantire né diritti né pari opportunità.
Grazie all'opposizione artificiosa tra destra e sinistra, l'élite neoliberista ha potuto privatizzare il mondo, minando, dagli anni '70, il futuro delle istituzioni democratiche.
Oggi la vera contrapposizione politica non è più tra destra e sinistra, ma tra democrazia e oligarchia. 
Il Movimento Roosevelt è un soggetto politico meta-partitico ispirato da Gioele Magaldi
e istituito da 500 soci fondatori a Perugia  il 21 marzo del 2015.
Il nostro movimento è impegnato a smascherare la pretesa scientificità economicistica
del rigore nei bilanci pubblici, contribuendo al risveglio democratico della politica italiana, europea e mondiale.
Dobbiamo utilizzare indicatori economici che siano accurati nel misurare il benessere della collettività e ricominciare a costruire ricchezza con le politiche economiche proprie del modello post-keynesiano,
fondato sull'investimento pubblico strategico per rilanciare il settore privato.
Si tratta di una sfida culturale per la quale il Movimento Roosevelt si rivolge a tutte le persone di animo sinceramente progressista, disposte a contribuire a far crescere una nuova consapevolezza.
Per ridiventare cittadini e smettere di essere "sudditi" di anonimi tecnocrati, al servizio di potentati economici privatistici, abbiamo bisogno della consapevolezza, del supporto e dell'impegno del popolo.
L'orizzonte per il quale lavoriamo è squisitamente democratico: vogliamo restituire alla collettività
un futuro prospero e degno di essere vissuto appieno.


 
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  LA VOCE Rooseveltiana
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lunedì 3 giugno 2019

La società siriana e la laicità, di Thierry Meyssan


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Il mausoleo di Giovanni Battista nella moschea degli Omayyadi a Damasco.

Prima della guerra la società siriana era organizzata secondo i principi della laicità, in modo che le numerose comunità religiose potessero convivere mescolandosi fra loro. L'intera popolazione siriana ha sofferto per le atrocità commesse dagli jihadisti (di cui oggi gli europei addossano la responsabilità alla Repubblica Araba Siriana). Molti siriani si sono perciò rivolti a Dio. La percentuale di praticanti è passata dal 20 all'80. Buona parte della comunità cristiana facente capo alla chiesa di Roma è emigrata, mentre gli ortodossi sono rimasti. La comunità dei mussulmani sunniti è adesso largamente maggioritaria. Paradossalmente, alcuni dei loro imam, dimenticando la retorica di Daesh e la resistenza del Paese, oggi designano i laici come nemici.

Il generale sunnita Hassan Turkmani aveva concepito la difesa della Siria poggiandosi sui suoi abitanti [1]. Secondo Turkmani era possibile far sì che le comunità si prendessero cura le une delle altre, pur conservando le proprie peculiarità culturali, e difendessero così il Paese.
Era solo una teoria, oggi però constatiamo quanto fosse giusta. La Siria è sopravvissuta all’assalto della più vasta coalizione della storia, così come in epoca romana sopravvisse alle guerre puniche.
Delenda Carthago, «Cartagine deve essere distrutta» [2], diceva Catone il Censore, «Bashar deve andarsene», gli ha fatto eco Hillary Clinton.
Chi ancora spera di distruggere la Siria ora sa che bisogna innanzitutto distruggerne il mosaico religioso, sicché le minoranze vengono diffamate ed elementi della comunità maggioritaria incoraggiati a imporre il proprio culto agli altri.
La Siria ha una lunga storia di collaborazione fra le religioni. Nel III secolo la regina Zenobia, che si ribellò alla tirannia occidentale dell’Impero Romano e si mise alla testa degli arabi d’Arabia, d’Egitto e dell’intero Levante, fece di Palmira [3] la sua capitale. Sotto il suo regno fiorirono le arti e tutte le comunità religiose furono indistintamente tutelate.
Nel XVI secolo la Francia fu teatro di terribili guerre di religione tra due rami del cristianesimo, il cattolico e il protestante, cui mise fine la concezione del filosofo Montaigne di relazioni interpersonali che permettano a tutti di vivere in pace.
Il progetto del siriano Hassan Turkmani va oltre Montaigne. Non basta tollerare che altri, pur credendo nel nostro stesso Dio, lo celebrino in modo diverso dal nostro. Si tratta di pregare insieme. Infatti nella grande moschea degli Omayyadi di Damasco la testa di Giovanni Battista era ogni giorno venerata da ebrei, cristiani e mussulmani [4]. È l’unica moschea in cui i mussulmani hanno pregato insieme a un papa, Giovanni Paolo II, attorno a reliquie oggetto di comune venerazione.
In Europa, dopo le sofferenze delle due guerre mondiali, i preti delle diverse religioni hanno predicato il timore di Dio su questa terra per ottenere la ricompensa nell’aldilà [5]. La pratica religiosa ha progredito, ma bisogna fortificare i cuori. Dio però non ha inviato i profeti per minacciarci. Trent’anni dopo, i giovani, che volevano emanciparsi anche da questa coercizione, hanno respinto con veemenza l’idea stessa di religione. La laicità [6], una forma di governo per vivere insieme nel rispetto delle reciproche differenze, è diventata un’arma contro queste stesse differenze.
Evitiamo di commettere lo stesso errore.
Il ruolo delle religioni non è né imporre un modo di vita, come ha fatto Daesh, né terrorizzare le coscienze, come hanno fatto gli europei in passato.
Lo Stato non ha il compito di essere arbitro nelle dispute teologiche, men che meno di scegliere tra le religioni. Come in Occidente, anche nel mondo arabo i partiti politici invecchiano male, ma quando sono stati fondati il PSNS [7] e il Baas [8] volevano fondare uno Stato laico, ossia uno Stato che garantisse a chiunque la libertà di celebrare senza timori il proprio culto. Questa è la Siria.

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venerdì 31 maggio 2019

Magaldi oscurato su Facebook: “Spieghino, o li denuncio”



Gioele Magaldi oscurato da Facebook: «Da qualche giorno non posso più accedere alla mia pagina, da cui peraltro sono spariti tutti i contenuti. Nel caso ci fosse del dolo, a Facebook farò una causa coi fiocchi», avverte il presidente del Movimento Roosevelt, in web-streaming su YouTube il 13 maggio con Fabio Frabetti di "Border Nigths". E aggiunge: «Mi auguro che sia solo un problema tecnico momentaneo, perché i miei contenuti (politico-culturali) non sono certo considerabili "inappropriati", da Facebook». Magaldi è un personaggio pubblico piuttosto noto. «Anche nel caso si trattasse solo di un inconveniente – dice – resta comunque il danno: lo conferma una sentenza del tribunale di Pordenone, che – come ricorda l'Associazione Forense Emilio Conte – il 10 dicembre 2018 ha condannato Facebook a ripristinare il profilo di un utente arbitrariamente chiuso, infliggendo anche il pagamento di una penalità per ogni giorno di ritardo». Magaldi è perfettamente consapevole dell'occhiuta "sorveglianza" di Facebook alla vigilia delle elezioni europee: il social network ha appena chiuso 23 pagine italiane, con 2,4 milioni di follower, accusate di diffondere "fake news".
«Ricordo a Facebook che, in base alla legge italiana, non può fare tutto quello che vuole», sostiene Magaldi. «Tre giorni fa ho inviato loro una mia foto, peraltro pubblica, richiestami per verificare la mia identità, teoricamente a tutela della mia sicurezza, per Gioele Magaldievitare che altri potessero inserirsi abusivamente nella mia pagina. Ma sono ancora in attesa di risposta. E intanto il tempo passa, aggravando il danno morale e materiale che sto subendo». Massone progressista, filosofo e politologo, animatore di svariate iniziative culturali italiane, Magaldi è certamente "attenzionato" da più parti: il suo bestseller "Massoni", pubblicato nel 2014 da Chiarelettere, mette alla berlina il profilo occulto del potere "supermassonico" italiano, strettamente collegato a quello sovranazionale attraverso la rete invisibile delle Ur-Lodges, le superlogge che sorvintendono alle decisioni delle istituzioni, a cominciare dagli stessi governi. Come presidente del Movimento Roosevelt, Magaldi è attivo nel panorama politico nazionale: nel 2018 ha chiesto le dimissioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo l'esclusione di Paolo Savona dal ministero dell'economia. Poco dopo, ha accusato un commissario europeo, il tedesco Günther Oettinger (definito «massone neoaristocratico»), di essere il vero ispiratore della controversa legge-bavaglio imposta al web con il pretesto della tutela del copyright.
«Se Facebook rimedia subito al disguido, la cosa finisce qui. Se invece passerà ancora qualche ora – annuncia Magaldi – i miei avvocati faranno causa a Facebook. Una censura ai miei danni – ancorché subdolamente motivata col pretesto di problemi tecnici – sarebbe uno scandalo, di cui renderei conto in ogni sede». Il suo potrebbe ovviamente non essere un caso isolato: «Di fronte a episodi che venissero valutati scorretti dall'autorità giudiziaria – conclude Magaldi – immagino che Facebook verrebbe inondato di richieste di risarcimento come quella che mi appresto a formulare io, se l'incidente non verrà immediatamente chiarito e risolto». Citando la sentenza emessa dal tribunale di Pordenone lo scorso anno, l'associazione Emilio Conte ricorda che i giudici, in quel caso, hanno ravvisato «la sussistenza di un vero e proprio contratto tra utente e Pino Cabrassocial network», identificando tra le prestazione di Facebook quella dell'offerta «di un preciso servizio telematico basato sul libero accesso ed utilizzo della propria piattaforma web». Fin dal momento dell'attivazione dell'account, infatti – fa notare la magistratura friulana – Facebook si impegna espressamente a garantire all'utente la «possibilità di esprimersi e comunicare in relazione agli argomenti di interesse».
Secondo il giudicante, Facebook, cancellando arbitrariamente un profilo individuale «pur in assenza di una chiara, seria e reiterata violazione dell'utente delle condizioni contrattuali o della normativa», adotterebbe «un rimedio del tutto sproporzionato rispetto agli addebiti mossi», in questo modo calpestando «non solo le regole contrattuali» stabilite dal social network stesso, «ma anche il diritto di libera espressione del pensiero come tutelato dalla Costituzione». Può dare così fastidio, il presidente del Movimento Roosevelt, al punto da spingere qualcuno a forzare le regole e infrangere la legge? Nata nel 2015, l'associazione (meta-partitica) si propone di "risvegliare" la politica italiana, per recuperare la perduta sovranità democratica. A marzo, ha condotto a Londra un importante convegno economico sul New Deal di cui l'Europa avrebbe bisogno, per porre fine all'austerity. Tra i relatori Nino Galloni, Danilo Broggi,Gianroberto Casaleggio Ilaria Bifarini e l'ex manager Bnl Guido Grossi. Coraggiosa, in quella sede, la denuncia del deputato pentastellato Pino Cabras: «Lega e 5 Stelle sono divisi su tutto, ma uniti nella lotta contro il Deep State, lo "Stato profondo" che, a partire dal Quirinale, condiziona il governo in modo spesso determinante».
Dai media mainstream, silenzio di tomba sulla denuncia di Cabras, saggista e storico collaboratore di Giulietto Chiesa. Spesso, Magaldi fa notizia indicando l'appartenenza massonica degli uomini di potere: Monti, Draghi, Napolitano, D'Alema. Recente l'accusa a Luigi Di Maio: «Si è "genuflesso" davanti alla Merkel perché spera di essere accolto, prima o poi, in superlogge come la Goldem Eurasia, in cui milita la Cancelliera: per il vicepremier sarebbe un modo per sopravvivere all'eventuale naufragio dei 5 Stelle». Reiterata, la polemica di Magaldi contro «l'ipocrita massonofobia, solo di facciata», ostentata dai grillini, violando la Costituzione che proibisce la discriminazione dei cittadini in base alla loro appartenenza. «Senza contare che era massone lo stesso Gianroberto Casaleggio». Il figlio, Davide Casaleggio, smentisce: sostiene che il padre fosse estraneo alle logge. La replica di Magaldi, a stretto giro: «Si confronti con me in un pubblico dibattito, e a Davide Casaleggio spiegherò perché suo padre non intendeva ammettere la sua identità massonica». Dopo il recente convegno a Milano sulla crisi della democrazia in Europa, prendendo spunto dal socialismo liberale di Carlo Rosselli e dall'esempio di Olof Palme e Thomas Sankara (tra i relatori, anche Paolo Becchi), Magaldi è ora proiettato verso il 14 luglio, quando – a Roma – sarà varato il "Partito che serve all'Italia", laboratorio politico che intende lanciare una contestazione frontale dell'austerity Ue (Facebook permettendo, naturalmente).

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mercoledì 29 maggio 2019

La pagliacciata dell'Unione Europea, di Thierry Meyssan


Secondo Thierry Meyssan, gli europei sono ciechi perché non vogliono vedere. Nonostante gli innegabili fallimenti, insistono a ritenere che l'Unione Europea significhi pace e prosperità. Credono che sul piano interno ci sia contrapposizione tra patrioti e populisti, in realtà entrambe le parti si pongono sotto la protezione del Pentagono, che le difende dalla Russia. La strategia internazionale nata dopo la seconda guerra mondiale va avanti a loro spese, senza che ne abbiano consapevolezza.

Dopo la comune vittoria della seconda guerra mondiale, Sati Uniti e Regno Unito fecero propria l’immagine dell’alleato sovietico descritta dall’ambasciatore USA a Mosca, George Kennan: l’URSS, un impero totalitario che ambiva conquistare il mondo. Sicché invertirono la rotta e studiarono la strategia del contenimento (containment): il mondo si divideva in tre parti, la parte già sotto il dominio sovietico, la parte libera e, infine, la parte da decolonizzare e da proteggere dall’orco sovietico.
Inizialmente, quando Stalin continuava a deportare popolazioni nei gulag, l’analisi poteva sembrare corretta. Ma, almeno dopo la morte di Stalin, la sua falsità avrebbe dovuto essere evidente. Infatti, Che Guevara, ministro dell’Economia a Cuba, scrisse un libro contro il modello sovietico e proseguì la rivoluzione in Africa senza chiedere permesso ai sovietici, contando però sul loro appoggio.
Comunque sia, Stati Uniti e Regno Unito decisero di proteggere l’Europa Occidentale dal giogo sovietico e di creare gli “Stati Uniti d’Europa”, secondo un modello che si richiamava a quello che gli europei, stanchi di farsi la guerra, concepirono all’inizio del XX secolo. In realtà si trattava di un modello completamente diverso, paragonabile invece a quello della Lega Araba o a quello dell’Organizzazione degli Stati Americani, istituita nello stesso periodo.
Poche furono le personalità dell’Europa Occidentale che vi si opposero. Tuttavia, mettendo a frutto la lezione della divisione del mondo uscita dalla Conferenza di Yalta, gollisti e comunisti francesi non sciolsero l’alleanza che strinsero durante la guerra mondiale e ostacolarono la creazione di una struttura sovranazionale, nell’intento di preservare, più o meno, le sovranità nazionali, benché sotto le bandiere britannica e statunitense. Per questa ragione gollisti e comunisti francesi si opposero insieme al comando integrato della NATO e alla riformulazione della costruzione europea degli anglosassoni. Gollisti e comunisti francesi consideravano l’Europa coincidente con l’intero continente, «da Brest a Vladivostok». In effetti, dopo aver concepito il loro particolare sistema giuridico, gli inglesi si erano allontanati dalla cultura europea, mentre i russi l’avevano estesa conquistando la Siberia.
La dissoluzione dell’URSS nel 1991 avrebbe dovuto mettere fine a queste discussioni. Non fu così. Infatti, il segretario di Stato James Baker annunciò che Comunità Europea e NATO avrebbero integrato tutti gli Stati europei liberatisi dal giogo sovietico. Gli Stati accettarono. Baker fece contemporaneamente redigere il Trattato di Maastricht, che trasformava gli Stati del Vecchio Continente in «Stati Uniti d’Europa», sotto la tutela della NATO. La moneta unica di questa entità sovranazionale, l’euro, avrebbe dovuto essere emessa a equivalenza del dollaro. Tutto fu fatto troppo rapidamente perché così avvenisse. Come sempre diffidenti verso la Russia, Washington e Londra ne respinsero l’adesione all’Unione Europea, però l’associarono nella gestione delle leve del potere, aprendole la porta del G7, che divenne così G8 con prerogative decisionali.
Nel 1999 la caduta di Boris Eltsin e l’ascesa al potere di Vladimir Putin mise fine a questo periodo di titubanza. Le istituzioni controllate da Washington divennero più rigide. La strategia del containment – fallita durante la guerra fredda – fu rispolverata e nell’immaginario anglosassone l’orso russo sostituì l’orso sovietico. Oggi, con i pretesti più diversi, e persino senza alcun pretesto, Washington adotta ogni genere di sanzioni economiche, politiche e militari contro Mosca. La Russia è stata anche espulsa dal G8.
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Manfred Weber (a sinistra) sarà democraticamente eletto alla successione di Jean-Claude Juncker (a destra). Juncker fu costretto a dimettersi da primo ministro del Lussemburgo dopo che furono accertate le sue responsabilità nel rete clandestina «stay-behind» della NATO.
Per comprendere le elezioni del parlamento europeo del 23-26 maggio, nonché la successiva nomina del presidente della Commissione Europea, bisogna collocarle in questo contesto storico e strategico. Gli Stati Uniti hanno deciso che alla presidenza della Commissione siederà Manfred Weber, che hanno incaricato di sabotare l’approvvigionamento dell’Unione Europea di idrocarburi russi. La prima battaglia di Weber sarà fermare la costruzione del gasdotto Nord Stream 2, nonostante i miliardi di euro investiti e i miliardi di euro che si risparmierebbero.
Affinché il parlamento europeo elegga democraticamente Weber non è necessario il sostegno della maggioranza dei parlamentari. È sufficiente che il suo gruppo, il PPE [Partito Popolare Europeo] ottenga il maggior numero di voti: il Trattato prescrive solo che il Consiglio Europeo deve «tener conto del risultato delle elezioni». Washington ha perciò preparato un parlamento dominato dal PPE e, in seconda posizione, dall’Europa delle Nazioni e della Libertà (ENL).
Steve Bannon è stato spedito in Europa per consigliare Matteo Salvini e creare una spinta da parte dei partiti identitari – non indipendentisti –, facendo però particolare attenzione a che l’ENL non possa ottenere la maggioranza.
-  Per questa ragione, nonostante le fatiche di Salvini, il partito polacco Diritto e Giustizia è stato convinto a restare in seno ai Conservatori e Riformisti Europei (CRE), in cambio di un aumento “significativo” dei soldati USA in Polonia.
-  Il 13 maggio Donald Trump ha ricevuto alla Casa Bianca l’ungherese Viktor Orban, ingiungendogli di mantenere il proprio partito all’interno del PPE, in cambio di armi e di gas naturale.
-  Infine, è stato fatto trapelare alla stampa tedesca un video in cui Heinz-Christian Strache, capo del Partito della Libertà Austriaco (FPÖ), si fa corrompere. Il video è di vecchia data ed è stato messo in scena e filmato da una donna che si presenta come agente russo, ma che verosimilmente è un’agente della CIA.
Nonostante quel che la stampa ripete insistentemente, non c’è contrasto di fondo tra il Partito Popolare Europeo (PPE) e l’Europa delle Nazioni e della Libertà (ENL): entrambi non muovono obiezioni alla NATO, che impone le proprie decisioni politiche fondamentali. Esiste solo una ripartizione dei ruoli.
La propaganda ufficiale per lo svolgimento delle elezioni ripete in continuazione che «L’Europa è pace e prosperità». Uno slogan incompatibile con la funzione antirussa svolta dall’Unione Europea.
-  Cominciamo dalla pace: l’Unione è stata incapace di liberare Cipro ¬– membro della UE dal 2004 – occupata dal 1974. L’esercito turco occupa un terzo dell’isola e ha creato un’unità di collaborazione, chiamata Repubblica Turca di Cipro del Nord. I ciprioti che vi abitano non hanno potuto essere iscritti nelle liste elettorali per le elezioni del parlamento. Non solo Bruxelles se ne infischia della loro sorte, stende anche un tappeto rosso al presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, cui elargisce sovvenzioni per miliardi di euro. Vero è che la Turchia è membro della NATO.
-  Riguardo alla prosperità, questione del gasdotto Nord Stream 2 a parte, l’Unione ha già applicato così bene la strategia USA che, mentre il resto del mondo è in crescita, essa è in stagnazione. Nel decennio successivo alla crisi finanziaria del 2008 la Cina è cresciuta del 139%, l’India del 96%, gli Stati Uniti del 34%, l’Unione Europea è invece in decrescita del 2%.
Dal momento che non esiste un sentimento di appartenenza all’Unione, la campagna elettorale si compie a livello degli Stati membri: non ci sono partiti politici su scala europea, bensì unioni di partiti politici dei diversi Paesi. Non c’è nemmeno una giornata elettorale unica, ma elezioni organizzate su quattro giorni, secondo le tradizioni nazionali.
Dal momento che negli elettori prevale un diffuso sentimento di mancanza di chiarezza e di poca onestà, l’astensione dovrebbe essere massiccia. Nonostante in alcuni Paesi il voto sia obbligatorio e in altri si svolgano contemporaneamente elezioni nazionali, oltre metà degli elettori diserterà le urne. Di conseguenza, sebbene le procedure siano perfettamente democratiche, il risultato non sarà rappresentativo della volontà dell’insieme del corpo elettorale, quindi non sarà democratico. Manfred Weber sarà eletto dalla minoranza di un parlamento a sua volta eletto dalla minoranza degli elettori.

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lunedì 27 maggio 2019

GLIFOSATI / SONO CANCEROGENI, LO DENUNCIA UNA SENTENZA A SAN FRANCISCO


E’ stato il matrimonio del secolo, quello tra il pezzo da novanta di Big Pharma, la tedesca Bayer, e il colosso degli Ogm, la statunitense Monsanto. E ora si sta trasformando in un incubo.
Una fresca sentenza appena pronunciata dal tribunale di San Francisco, infatti, ha stabilito una volta per tutte che il diserbante Roundup – la specialità di casa Monsanto – è cancerogeno, così come la sostanza su cui si basa, il glifosato.
Pesante la condanna da 80 milioni di dollari, che ora mamma Bayer dovrà rimborsare ad un coltivatore californiano, Andrew Hardemann, che si è ammalato di tumore alla pelle.
Nella sua arringa finale, la legale di Hardemann, Jennifer Moore, ha sostenuto che “un’azienda responsabile avrebbe testato il suo prodotto”, e “avrebbe detto ai consumatori che poteva provocare un cancro”. Ma “Monsanto non ha fatto nessuna di queste due cose”. Per questo motivo Moore ha chiesto al tribunale di San Francisco di metter fine alle “menzogne di un gruppo interessato solo a fare soldi”.
Nella prima fase del processo, in particolare, l’attenzione è stata rivolta alle prove scientifiche per determinare, appunto, se potesse esistere un legame tra il Roundup e il linfoma non-Hodgkincontratto da Hardemann. Nella seconda fase, invece, i sei membri della giuria del tribunale di San Francisco hanno focalizzato la loro attenzione sulle specifiche responsabilità del colosso Monsanto.
La sentenza è “storica”, perché dimostra quel basilare nesso causale e quindi apre la strada ad un fiume in piena, ovvero alle centinaia e centinaia di cause intentate da agricoltori, coltivatori, chiunque a qualsiasi titolo lavori nei campi e abbia avuto a che fare con i glifosati.
Il prossimo processo negli Usa, per fare il primo esempio, sta per aprirsi ad Oakland: una coppia di settantenni, Alva Alberta Pilloid, hanno utilizzato per anni il Roundup e sono stati entrambi colpiti dal linfoma non-Hodgkin. A seguire un’altra mezza dozzina di processi e, quindi, con ogni probabilità di sentenze arcimilionarie, visto che la strada è stata aperta dal provvedimento del tribunale di San Francisco.
Venendo a casa nostra ricordiamo un fatto estremamente inquietante e fino ad oggi non ancora chiarito. Alcuni mesi fa l’Ordine Nazionale dei Biologi ha cofinanziato una ricerca sui vaccini promossa dal Corvelva, l’associazione veneta costituita oltre vent’anni fa allo scopo di sensibilizzare i genitori per un uso consapevole dei vaccini.
Ebbene, quella ricerca ha avuto un esito dirompente: in due lotti di vaccini presi in esame, infatti, è stato trovato di tutto e di più, meno quello che ci si aspetta in un vaccino. Tra i composti principali i glifosati.
Ai confini della realtà.