Qui di seguito troverete il discorso integrale (praticamente
introvabile) tenuto da Eugenio Cefis all’Accademia Militare di Modena
nel 1972.
https://www.dropbox.com/s/ti2idg4keifuy1t/Cefis%201972_Patria%20multinazionale.pdf?dl=0
Se avrete la pazienza di arrivare fino in fondo e di leggere anche le
interessantissime note a margine capirete per quale motivo Pier Paolo
Pasolini rimase profondamente turbato da questo testo. Fu sconvolto al
punto da sentire l’esigenza di costruirci attorno un romanzo, quel
Petrolio che non riuscì mai ad ultimare.
Grazie al discorso di Cefis, Pasolini si trovò come d’incanto di fronte
alla fotografia più nitida del mutamento degli assetti di potere nel
mondo di allora, scattata nel momento stesso in cui la trasformazione si
stava compiendo. Cefis in pratica gli aveva fornito il tassello
mancante per comprendere fino in fondo le origini della mutazione
politico-antropologica dell’Italia del dopoguerra che ossessionava il
poeta da anni.
“Il consumismo può creare dei ‘rapporti sociali’ immodificabili, sia
creando, nel caso peggiore, al posto del vecchio clerico-fascismo un
nuovo tecno-fascismo (che potrebbe comunque realizzarsi solo a patto di
chiamarsi anti-fascismo), sia, com’è ormai più probabile, creando come
contesto alla propria ideologia edonistica un contesto di falsa
tolleranza e di falso laicismo: di falsa realizzazione, cioè, dei
diritti civili.
In ambedue i casi lo spazio per una reale alterità rivoluzionaria
verrebbe ristretto all’utopia o al ricordo: riducendo quindi la funzione
dei partiti marxisti ad una funzione socialdemocratica, sia pure, dal
punto di vista storico, completamente nuova.
[…] Ora, la massa degli intellettuali che ha mutuato da voi, attraverso
una marxizzazione pragmatica di estremisti, la lotta per i diritti
civili rendendola così nel proprio codice progressista, o conformismo di
sinistra, altro non fa che il gioco del potere: tanto più un
intellettuale progressista è fanaticamente convinto delle bontà del
proprio contributo alla realizzazione dei diritti civili, tanto più, in
sostanza, egli accetta la funzione socialdemocratica che il potere gli
impone abrogando, attraverso la realizzazione falsificata e totalizzante
dei diritti civili, ogni reale alterità. Dunque tale potere si accinge
di fatto ad assumere gli intellettuali progressisti come propri
chierici. Ed essi hanno già dato a tale invisibile potere una invisibile
adesione intascando una invisibile tessera. ”