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sabato 2 giugno 2018

NEWSLETTER VOCE DELLE VOCI 2 giugno 2018

martedì 15 maggio 2018

L’Esercito francese ha registrato quasi 900 diserzioni nel 2017


L'Armée de Terre ha registrato l'anno scorso quasi 900 casi di diserzione, un numero definito "stabile rispetto all'anno precedente" dal portavoce dell'esercito d'Oltralpe, colonnello Benoît Brulon.
Il quotidiano Le Monde, basandosi su dati raccolti presso la Direzione degli affari penali militari, aveva rivelato in un'inchiesta 1.544 casi di diserzione nel 2017 contro i 1.213 del 2016.aggiungendo che le diserzioni costituiscono il 74% delle infrazioni commesse dal personale militare.
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I casi reali di diserzione sarebbero però molti meno poichè, ha specificato il colonnello Brulon "la diserzione viene definita tale solo dopo sei giorni di assenza non giustificata del militare e molti casi sono stati poi risolti con il rientro del militare alla propria base o con la presentazione di un certificato medico".
Per questo l'Esercito ha registrato come casi di diserzione 893 militari nel 2017 e 889 l'anno precedente. Casi in grabn psrte divuti, secondo Brulon, "a una pessima percezione dei rigori imposti dalla professione militare".
La diserzione vene punita con 3 anni di carcere in tempo di pace e 10 anni in tempo di guerra ma in realtà tutte le pene inflitte negli ultimi anni sono state meno pesanti.
Foto Armèe de Terre
To see the article visit www.analisidifesa.it

venerdì 27 aprile 2018

La riforma europea del copyright minaccia il Software Libero

Continuando a parlare della nefasta proposta del Parlamento europeo per il filtraggio dei contenuti caricati online, Julia Reda descrive le inquietanti conseguenze che potrebbe avere per i progetti di Software Libero.

Julia Reda: lo sviluppo del Software Libero così come lo conosciamo è minacciato dalla proposta di riforma del Copyright dell'Unione Europea.
Continua la battaglia sulla proposta di riforma del copyright dell'UE, incentrata sull'idea di introduzione dei filtri automatici sugli upload. In breve, alle piattaforme online verrebbe richiesto di monitorare gli upload degli utenti per cercare di prevenire la violazione del copyright, attraverso il filtraggio automatico. Poiché la maggior parte della comunicazione online consiste di caricamenti su piattaforme diverse, tali "macchine da censura" hanno vaste conseguenze, anche sui repository di Software Libero e Open Source (FOSS).
Su queste piattaforme, gli sviluppatori di tutto il mondo collaborano a progetti software che chiunque può utilizzare e adattare liberamente. I filtri automatici darebbero luogo a molti molti falsi positivi. La cancellazione automatica significa che gli autori degli upload si presumono colpevoli fino a prova contraria: i contributi legittimi sarebbero bloccati.
Le recenti proteste della comunità FOSS stanno producendo alcuni risultati: le nostre preoccupazioni stanno attirando l'attenzione dei legislatori. Sfortunatamente, però, la maggior parte di essi sta fraintendendo il problema e giungendo a conclusioni errate. Ora che sappiamo quanto sia potente la voce della comunità, è tanto più importante continuare a parlare!
Perché sta succedendo?
Il punto di partenza per questa legge è stata una lotta tra due grandi lobby – l'industria musicale e YouTube- per questioni di soldi. L'industria musicale si è lamentata di ricevere meno soldi ogni volta che uno dei propri video musicali viene riprodotto su una piattaforma video come YouTube rispetto a quando le loro tracce vengono ascoltate su servizi di abbonamento come Spotify, definendo questa differenza "gap di valore". Hanno avviato uno sforzo di lobbying che avuto successo: la legge sul filtro in upload è intesa principalmente a fornire loro un elemento di contrattazione per richiedere più soldi da Google nelle trattative. Nel frattempo, tutte le altre piattaforme sono prese nel mezzo di quella lotta, comprese le comunità di condivisione del codice informatico.
Il lobbismo ha inciso nella mente di molti legislatori la falsa idea che le piattaforme che ospitano i caricamenti a scopo di lucro stiano necessariamente sfruttando i creatori.
La condivisione del codice
Vi sono, tuttavia, molti esempi in cui esiste una relazione simbiotica tra piattaforma e sviluppatori. Questi usano e caricano volontariamente i repository di software, perché le piattaforme aggiungono valore. Github, pur essendo una società a scopo di lucro, supporta progetti no-profit – finanzia l'hosting gratuito di progetti open source facendo pagare l'uso commerciale dei servizi del sito. Quindi le attività open source saranno influenzate da una legge destinata a regolare una lotta tra le grandi corporazioni.
In un recente post sul blog, Github ha emesso l'allarme, citando tre motivi per cui i filtri di caricamento sono terribilmente adatti per i progetti software:
  1. Il codice deve essere filtrato in base a questa legge perché è protetto da copyright, ma molti sviluppatori vogliono che il loro codice sia condiviso con una licenza open source.
  2. Il rischio di falsi positivi è molto elevato perché diverse parti di un progetto software possono essere coperte da termini di licenza diversi, il che è molto difficile da gestire adeguatamente per la tecnologia automatizzata.
  3. La rimozione automatica del codice sospettato di violazione del copyright può avere conseguenze devastanti per gli sviluppatori di software che hanno costruito risorse comuni che potrebbero improvvisamente svanire.
Le preoccupazioni sono state ascoltate
Nell'ultima bozza, il Consiglio dell'Unione europea cerca di escludere "piattaforme di sviluppo di software open source senza scopo di lucro" dall'obbligo di filtrare i caricamenti. Questo emendamento è un risultato diretto della protesta della comunità di FOSS. Tuttavia, questa eccezione non riguarderebbe le piattaforme for profit come Github e molte altre, anche se solo una parte delle loro operazioni è a scopo di lucro.
Piuttosto che mettere in discussione il principio di base della legge, i politici stanno cercando di sedare le critiche proponendo eccezioni sempre più specifiche per coloro che possono dimostrare in modo credibile che la legge avrebbe effetti negativi su di loro. La creazione di un elenco di eccezioni di questo tipo è un'attività Sisyphean che sicuramente rimarrà incompleta. Piuttosto, i filtri di caricamento dovrebbero essere respinti nel loro complesso come misura sproporzionata che mette in pericolo il diritto fondamentale alla libera espressione online.
Possiamo farcela!
Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno del tuo aiuto. La comunità FOSS non può solo risolvere problemi con il codice: ha influenza politica, forza numerica e alleati in Parlamento. Abbiamo già iniziato a dare il cambio. Ecco come puoi agire in questo momento:

1. Firma la lettera aperta su SaveCodeshare.
2. Utilizzare lo strumento gratuito di Mozilla per chiamare i deputati.
3. Tweet ai principali attori della commissione Affari legali del Parlamento tramite FixCopyright.

Nota tecnica:
Fondamentalmente, tre sono gli attori coinvolti nel processo legislativo. La Commissione ha elaborato una proposta giuridica iniziale, che il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea possono proporre di modificare. All'interno del Parlamento, questa legge viene discussa per la prima volta nella commissione giuridica, con ciascun gruppo politico che nomina un negoziatore. Una volta che il Comitato ha votato per approvare il compromesso stabilito dai negoziatori, sarà messo ai voti in plenaria del Parlamento, prima che i negoziati inizino con le altre istituzioni. Il percorso legislativo esatto finora può essere trovato qui.
Nella misura consentita dalla legge, il creatore ha rinunciato a tutti i diritti d'autore e diritti connessi o adiacenti a questo lavoro.

Fonte: La riforma europea del copyright minaccia il Software Libero
Partito Pirata Italiano | Sito ufficiale.

martedì 24 aprile 2018

Tutto ciò che fai, dici o pensi oggi sarà usato contro di te in futuro


Questo articolo è la traduzione dell'originale pubblicato da Rick Falkvinge su Private Internet Access, e fa parte della serie di 21 articoli Analog Equivalent Rights, in cui il fondatore del Partito Pirata svedese analizza in modo approfondito la perdita del diritto alla privacy nel passaggio tra la generazione che ci ha preceduta (our analog parents) e quella che seguirà (our digital children).
Questo specifico post si rivela particolarmente d'attualità, in seguito alla vicenda dell'insegnante Flavia Cassaro.

Tutto ciò che dici o fai può e sarà usato contro di te, in qualunque momento del futuro lontano, quando il contesto e la ragionevolezza di ciò che hai detto o fatto saranno completamente cambiati". All'epoca della sorveglianza analogica dei nostri genitori, tutto era preso nel contesto del momento. La sorveglianza digitale dei nostri figli salva tutto per usarlo contro di loro in un secondo momento.

È una realtà così orribile, per i nostri figli digitali, che neanche 1984 di Orwell era riuscito ad immaginarla. Nel mondo della sorveglianza analogica, dove le persone erano messe sotto sorveglianza solo dopo essere state identificate come sospettate di un crimine, tutto ciò che dicevamo e facevamo era effimero. Se il teleschermo di Winston lo avesse mancato mentre faceva qualcosa di male, Winston sarebbe stato salvo.

La sorveglianza analogica era effimera per due motivi: primo, perché si basava sul presupposto che fossero persone a guardare altre persone, e secondo, perché nessuno aveva la capacità di trovare istantaneamente le parole dette da una persona nelle conversazioni degli ultimi 20 anni. Nel mondo analogico dei nostri genitori, ciò avrebbe significato che qualcuno dovesse materialmente ascoltare venti anni di registrazioni audio in cassette, e ci sarebbero voluti 60 anni per farlo (visto che lavoriamo 8 ore su 24 al giorno). Ma nel mondo digitale dei nostri figli, alle agenzie di sorveglianza basta digitare poche parole per avere una trascrizione automatica di video/audio salvati per sempre su uno schermo, e non solo dalla conversazione di una persona, ma da parte di chiunque. (Non si tratta di un'esagerazione: era realtà già nel 2010, col programma GCHQ-NSA XKEYSCORE).

Nel mondo dei nostri genitori analogici, la sorveglianza era una cosa riferita solo a uno specifico momento nel tempo, nel quale l'individuo era sospettato di aver già commesso uno specifico e grave crimine.
Invece, nel mondo dei nostri figli digitali, la sorveglianza può essere retroattivamente attivata per qualsiasi ragione o anche senza alcuna ragione specifica, con l'effetto di Rete che tutti siamo sotto sorveglianza per qualsiasi cosa abbiamo detto o fatto.
Potremmo direttamente dire alle persone che la frase è diventata "qualsiasi cosa dici o fai potrà essere usata contro di te, per qualsiasi ragione o senza alcuna ragione, in qualsiasi momento del futuro".

La nostra generazione ha completamente fallito nel preservare la presunzione di innocenza, almeno applicata alla sorveglianza, nel passaggio dai nostri genitori analogici ai nostri figli digitali.
Questa sottile aggiunta – che tutto è registrato per un successivo uso contro di te – amplifica l'orrore degli aspetti precedentemente menzionati.

Immagina se qualcuno ti chiedesse dov'eri nel pomeriggio del 13 marzo 1992. A malapena potresti avere una vaga idea di cosa hai fatto in quell'anno ("Vediamo…Mi ricordo che il mio servizio militare iniziò il 3 marzo di quell'anno…e le prime settimane ero in un accampamento nella foresta, con un inverno freddissimo…quindi stavo probabilmente…di nuovo in caserma dopo la prima settimana, avendo la prima lezione di teoria militare di qualcosa? O forse quella data era un sabato o una domenica, nel qual caso sarei andato in vacanza nel fine settimana? "Si tratta della massima precisione che la tua memoria può produrre dopo venticinque anni).

Comunque, quando messo a confronto con i dati di ciò che hai fatto, le persone che ti fanno la domanda avranno a disposizione una totale e completa informazione, perché semplicemente tu non la puoi rifiutare. "Eri in questa stanza e hai detto queste parole, secondo la trascrizione dei nostri dati. Insieme a te c'erano altre persone nella stessa stanza. Dobbiamo presumere che ciò che hai detto sia stato comunicato con l'intento di essere udito da loro. Cos'hai da dire in tua difesa"?

Non deve essere necessariamente 25 anni fa. Pochi mesi potrebbero essere sufficienti alla maggior parte delle memorie umane per non essere più molto dettagliate.
Giusto per spingerci oltre: considera che si sa che la NSA custodisce copia anche di tutta la corrispondenza criptata oggi, partendo dal presupposto che anche se oggigiorno non è tecnicamente decrittabile, potrebbe esserlo un domani. Considera anche che ciò che comunichi criptato oggi -sotto forma di testo, voce o video- potrebbe essere usato contro di te fra 20 anni. Probabilmente non conosci neanche metà di esso, perché la gamma di comportamenti socialmente accettabili può mutare in modi imprevedibili, come ha sempre fatto. Negli anni '50 erano del tutto normali certi commenti su alcune minoranze, mentre oggi commenti analoghi porterebbero all'ostracizzazione. Altre minoranze sono ancora "insultabili", ma potrebbero non esserlo in futuro.

Quando ascolti qualcuno che parla da cinquant'anni fa, stavano parlando nel contesto del loro tempo, forse anche con le migliori intenzioni secondo gli standard odierni. Tuttavia, potremmo giudicarli duramente per le loro parole interpretate dal contesto – completamente diverso- di oggi.

I nostri figli digitali si troveranno ad affrontare esattamente questo scenario, perché tutto ciò che fanno e dicono potrà e sarà utilizzato contro di loro, in qualsiasi momento nel futuro. Non dovrebbe essere così. Dovrebbero avere tutto il diritto di godere degli stessi diritti alla privacy del mondo analogico.

Fonte Partito Pirata: Tutto ciò che fai, dici o pensi oggi sarà usato contro di te in futuro

giovedì 19 aprile 2018

I cristiani siriani: «Le armi chimiche un pretesto per fare la guerra» famigliacristiana.it

«Siamo stati svegliati alle 4 di notte dal sibilo dei missili e abbiamo capito che gli attacchi erano in corso. Si sono udite delle esplosioni nei dintorni di Damasco. Qui al centro per ora tutto è tranquillo ma la gente è preoccupata per il futuro. La popolazione vuole vivere in pace e non sotto l'incubo delle bombe». Al Sir, l'agenzia della Cei, le parole di padre Bahjat Elia Karakach, francescano della Custodia di Terra Santa, superiore del convento dedicato alla conversione di san Paolo, la parrocchia principale di rito latino della Capitale, a Damasco, racconta l'attacco congiunto di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia sferrato nella notte contro tre obiettivi a Damasco e Homs. Si tratterebbero di un centro di ricerca nella capitale siriana, di un impianto di stoccaggio di armi chimiche e di una struttura contenente armi chimiche ed equipaggiamenti, entrambi a ovest di Homs. La risposta militare di Trump al presunto utilizzo di armi chimiche contro la città siriana di Douma, che gli Usa hanno da subito attribuito al regime di Bashar al Assad, non si è fatta attendere oltre. «Sapevamo che esisteva l'intenzione di bombardare da parte degli Usa dopo il presunto attacco chimico alla Ghouta orientale ma la speranza era riposta in un'indagine oggettiva sull'uso di armi chimiche e che per questo non ci sarebbero stati lanci di missili», dichiara il frate che spera che «non si ripeta quanto già avvenuto in Iraq che fu invaso nel 2003 (da una coalizione formata per la maggior parte da Stati Uniti e Regno Unito, e con contingenti minori di altri Stati, ndr) perché il regime di Saddam Hussein era stato accusato di possedere armi di distruzione di massa. Armi che non furono mai trovate. La volontà è distruggere la Siria. Il progetto va avanti con queste bombe. Non ci resta che pregare per la pace ora più che mai».
All'agenzia DIRE monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria, accusa Donald Trump: «Usano l'argomento degli attacchi chimici solo per continuare la guerra, alimentare il commercio di armi e compiacere l'Arabia Saudita», ha detto. «Vogliono dimostrare il loro potere ma come vescovi e come cristiani diciamo che alla storia delle armi chimiche non crediamo», ha aggiunto il Vescovo dopo i raid contro obiettivi governativi a Damasco e Homs. «Questo è solo un argomento per alimentare la guerra in Siria e il commercio delle armi, sfruttando la lotta tra sunniti e sciiti e compiacendo l'Arabia Saudita e le altre potenze del Golfo».
Il Vicario apostolico di Aleppo dei Latini, monsignor Georges Abou Khazen
Il Vicario apostolico di Aleppo dei Latini, monsignor Georges Abou Khazen

IL VICARIO APOSTOLICO DI ALEPPO: «CON QUESTI MISSILI HANNO GETTATO LA MASCHERA»

Molto critico sui raid di Usa, Francia e Gran Bretagna anche il Vicario apostolico di Aleppo dei Latini, monsignor Georges Abou Khazen, che al Sir ha detto: «Con questi missili hanno gettato la maschera. Prima era una guerra per procura. Ora a combattere sono gli attori principali. Sono sette anni, è iniziato l'ottavo, che si combatte sul suolo siriano e ora che gli attori minori sono stati sconfitti, in campo sono scesi i veri protagonisti del conflitto».
Le bombe della scorsa notte sono state sganciare come reazione ai presunti attacchi chimici nel Ghouta: «Aspettiamo gli esperti per indagare sul presunto attacco chimico a Douma ma dopo questi raid sarà tutto più difficile», dice Khazen. «Ogni appello alla pace cade nel vuoto, solo papa Francesco continua a sperare nella pace e noi con lui. Intanto cresce la sofferenza della popolazione che chiede pace e in cambio ottiene bombe e missili. Qui la gente si aspettava qualcosa di simile e purtroppo è avvenuto». L'auspicio di mons. Abou Khazen è che «questi attacchi non si allarghino anche in altri luoghi della regione perché sarebbe davvero pericoloso e tutto potrebbe sfuggire di mano. Serve una soluzione condivisa da raggiungere senza menzogne. Non abbiamo altre armi che la preghiera. Oggi», conclude il francescano, «il Vangelo ci propone il racconto degli Apostoli sulla barca in mezzo alla tempesta, di notte, salvati da Gesù che, apparso loro, diceva: "Sono io, non abbiate paura!". Questa sia la nostra speranza e la nostra forza». Proprio nei giorni scorsi era stata annunciata dal vicario l'organizzazione di una «Giornata di preghiera nazionale per la pace».

martedì 17 aprile 2018

La segregazione di Julian Assange equivale metterci tutto a tacere

DI JOHN PILGER johnpilger.com In questa lettera, ventisette scrittori, giornalisti, cineasti, artisti, accademici, ex ufficiali dei servizi segreti e democratici, chiedono al governo dell'Ecuador di concedere a Julian Assange il diritto alla libertà di parola. Se non era chiaro che il caso di Julian Assange non è mai stato solo una questione legale, ma una lotta per la protezione dei diritti umani fondamentali, adesso lo è. Nel citare i suoi tweet che dissentono sulla validità della recente detenzione del presidente catalano Carles Puidgemont in Germania, e in seguito alle pressioni dei governi statunitense, spagnolo e britannico, il governo ecuadoriano ha installato un jammer elettronico per impedire ad Assange di comunicare con il mondo esterno via internet e telefono.
Per rendere il suo isolamento totale, il governo ecuadoriano gli ha pure rifiutato il permesso di ricevere visite. Nonostante due sentenze delle Nazioni Unite che considerano illegittima la sua detenzione e che esigono il suo immediato rilascio, Assange è di fatto prigioniero da quando è stato portato per la prima volta nel carcere di Wandsworth a Londra, nel dicembre 2010. Non è mai stato accusato di alcun crimine. Il caso svedese contro di lui è crollato ed è stato archiviato, ma nel frattempo gli Stati Uniti hanno intensificato i loro sforzi per portarlo a processo. Il suo unico "crimine" è quello di essere un vero giornalista – uno che dice al mondo le verità che le persone hanno il diritto di sapere.
Il governo ecuadoriano, con il suo vecchio presidente, si schierò con coraggio contro l'arrogante strapotere degli Stati Uniti e concesse asilo ad Assange come rifugiato politico. La legge internazionale e la moralità dei diritti umani erano dalla sua parte.
Oggi, sotto enorme pressione da parte di Washington e dei suoi sodali, un nuovo governo in Ecuador giustifica il bavaglio che ha imposto ad Assange affermando che "il comportamento di Assange, tramite i suoi messaggi sui social media, mette a rischio le buone relazioni che questo paese ha con il Regno Unito, il resto dell'UE ed altre nazioni".
Questa censura alla libertà di parola non sta avvenendo in Turchia, in Arabia Saudita o in Cina, ma nel cuore stesso di Londra. Se il governo ecuadoriano non cesserà la sua spregevole azione, diventerà anch'esso agente di persecuzione, anziché rappresentare la valorosa nazione che ha difeso l'autonomia e la libertà di parola. Se l'UE e il Regno Unito continuano a sostenere il vergognoso zittire di un vero dissidente, significa che la libertà di parola sta davvero morendo in Europa. Non si tratta unicamente di mostrare sostegno e solidarietà. Ci appelliamo a tutti coloro che si preoccupano di far valere i diritti umani di chiedere al governo dell'Ecuador di continuare a difendere i diritti di un coraggioso attivista, giornalista e informatore.
Chiediamo che i suoi diritti umani di base siano rispettati come se fosse un cittadino ecuadoriano, che sia protetto a livello internazionale e che non venga messo a tacere o espulso.
Se non c'è libertà di parola per Julian Assange, non c'è libertà di parola per nessuno di noi – a prescindere da ciò che ognuno pensa.
Chiediamo al presidente Moreno di porre fine all'isolamento di Julian Assange ora.
John Pilger
1.04.2018
Scelto e tradotto per comedonchisciotte.org da Gianni Ellena
Elenco dei firmatari (in ordine alfabetico):
Pamela Anderson, attrice e attivista
Jacob Appelbaum, giornalista freelance
Renata Avila, avvocato internazionale per i diritti umani
Sally Burch, giornalista britannico/ecuadoriano
Alicia Castro, ambasciatrice dell'Argentina nel Regno Unito 2012-16
Naomi Colvin, Courage Foundation
Noam Chomsky, linguista e teorico politico
Brian Eno, musicista
Joseph Farrell, ambasciatore WikiLeakse e membro del Consiglio del Centro di Giornalismo Investigativo
Teresa Forcades, Suora Benedettina, Monastero di Montserrat
Charles Glass, autrore, giornalista e conduttore britannico/americano
Chris Hedges, giornalista
Srecko Horvat, filosofo, Movimento per la Democrazia in Europa 2025 (DiEM25)
Jean Michel Jarre, musicista
John Kiriakou, ex agente antiterrorismo della CIA ed ex investigatore senior, Comitato per le Relazioni Estere del Senato degli Stati Uniti
Lauri Love, informatico e attivista
Ray McGovern, ex analista della CIA, consigliere presidenziale
John Pilger, giornalista e regista
Angela Richter, regista teatrale, Germania
Saskia Sassen, sociologa, Columbia University
Oliver Stone, regista
Vaughan Smith, giornalista inglese
Yanis Varoufakis, economista, ex Ministro delle Finanze greco
Natalia Viana, giornalista investigativa e condirettore di Agencia Publica, Brasile
Ai Weiwei, artista
Vivienne Westwood, stilista e attivista
Slavoj Žižek, filosofo, Birkbeck Institute for Humanities.

To see the article visit comedonchisciotte.org

lunedì 16 aprile 2018

Newsletter Voce delle Voci mercoledì 4 aprile 2018

La Newsletter di mercoledì 4 aprile 2018











PAOLO MIELI SUPER STAR / CONTESO TRA MASSONI DEL GRANDE ORIENTE E DELLA GRAN LOGGIA







TSUNAMI SU FACEBOOK / LE "STRANE" PREMONIZIONI DEL MANGIAPAESI GEORGE SOROS

  di Andrea Cinquegrani


I BIG DEI VACCINI / GLAXO & C., MILIARDI & CONFLITTI SULLA PELLE DEI BAMBINI

  di Andrea Cinquegrani




Proposta per un inviato molto speciale

  di Luciano Scateni
Repubblica è il quotidiano che ha adottato come tuttologo l'autore di Gomorra, Roberto Saviano. Al suo libro si deve la successiva, omonima fiction, prodotta e messa in onda da Sky, multinazionale televisiva presente in mezzo mondo. Il danno di immagine per Napoli è difficilmente ...continua



STRAGE DI VIAREGGIO / PARTI CIVILI DA ROTTAMARE, QUESTIONE DI STILE

  
Processo di appello per la strage di Viareggio, si muovono i primi passi. Sono appena scaduti i termini per la presentazione delle memorie difensive per gli imputati tedeschi, ossia le società Gatx (Germania e Austria) e Officina Jughental di Hannover. Tra gli imputati eccellenti l'ex big ...continua


IL RACCONTO DI PASQUA – Un nuovo imperdibile Dizionario a cura di Luciano Scateni

  di Redazione
Grande autore di memorabili racconti per la Voce, Luciano Scateni ci dona a partire da questa domenica di Pasqua un nuovo, imperdibile Dizionario delle parole: sono rare, eppure comprese nella lingua italiana di oggi. Molto più che un "divertissement" da scrittore di razza, questo ...continua