giovedì 14 gennaio 2021

INFARTI / TRIPLICATI NEI MESI DELLA PANDEMIA


Colpo al cuore.

Nei mesi della pandemia è triplicata la mortalità per infarto, secondo l’ultimo studio elaborato dalla Società Italiana di Cardiologia e di prossima pubblicazione sul prestigioso European Health Journal.

Una diagnosi impressionante di come – in tempi di coronavirus – siano state penalizzate le terapie cardiologiche, in tutti i sensi.

Dalla restrizione degli spazi e delle strutture dedicate, per via dell’emergenza Covid; alle paure di ricoverarsi, o anche solo controllarsi, per il timore di contrarre l’infezione.

Ma ecco le drammatiche cifre. La mortalità è di tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo, passando dal 4,1 per cento addirittura al 13,7 per cento.

Sottolinea Ciro Indolfi, ordinario di Cardiologia all’Università Magna Grecia di Catanzaro, che ha coordinato la ricerca: “L’attenzione della sanità sul Covid 19 e la paura del contagio rischiano di vanificare in Italia i risultati ottenuti con le terapie più innovative per l’infarto e gli sforzi per la prevenzione degli ultimi venti anni”.

Prosegue Indolfi: “l’organizzazione degli ospedali e del 118 in questa fase è stata dedicata quasi esclusivamente al Covid 19 e molti reparti cardiologici sono stati utilizzati per i malati infettivi. Se questa tendenza dovesse persistere e la rete cardiologica non verrà ripristinata, ora che è passata questa prima fase di emergenza, avremo più morti per infarto che per Covid 19”.

mercoledì 13 gennaio 2021

EX AGENTE CIA: LA FRODE ELETTORALE E’ PARTITA DA ROMA!


Su un post di Cesare Sacchetti abbiamo letto oggi una notizia molto importante che ci riguarda da vicino ovvero, la manipolazione dei risultati di voto nelle scorse elezioni USA, è partita da Roma.

Ma vediamo chi è la fonte che ha divulgato queste preziose informazioni :

Brad Johnson si è ritirato da Senior Operations Officer e Capo della stazione presso la Direzione delle operazioni della Central Intelligence Agency. Ha prestato servizio in patria e all’estero con numerosi incarichi spesso durante periodi di conflitto armato. Ha prestato servizio all’estero a diretto sostegno della guerra contro il terrorismo. Il signor Johnson è un esperto senior certificato in questioni di controspionaggio con una vasta esperienza diretta sul campo. È un esperto senior in questioni di sorveglianza e rilevamento della sorveglianza. Ha una comprovata esperienza in ambienti operativi pericolosi con il più alto livello di formazione e una vasta esperienza diretta nel settore commerciale per aree pericolose. La sua comprovata esperienza si estende anche ad ambienti operativi negati (i più difficili e restrittivi) con i più alti livelli di formazione.

martedì 12 gennaio 2021

Italiagate: il governo Conte accusato di essere responsabile della frode elettorale contro Trump


A quanto pare, non è solo la Svizzera ad aver avuto un ruolo cruciale nell’operazione di hackeraggio internazionale contro le elezioni americane.

Nell’ultimo contributo pubblicato precedentemente su questo blog, l’autore e ricercatore svizzero e americano Neal Sutz ha spiegato il ruolo decisivo della Svizzera nella frode elettorale perpetrata contro Donald Trump.

La Svizzera infatti ha acquistato il codice sorgente di Scytl, il programma legato a sua volta a Dominion Voting System, la società canadese che ha legami con la famiglia Soros e i Clinton, accusata di aver spostato centinaia di migliaia di voti da Trump a Biden.

La Svizzera è stata fondamentale nella frode perché era perfettamente informata dei difetti strutturali di Scytl, ma non ha avvisato in alcun modo l’amministrazione Trump del grave malfunzionamento di questo software.

Ad ogni modo, c’è un Paese che potrebbe essere persino ancora più coinvolto e considerato come diretto responsabile dell’hackeraggio nelle elezioni americane, e quel Paese sarebbe proprio l’Italia.

A questo proposito, c’è una interessante e clamorosa ricostruzione fornita da Bradley Johnson, un ex agente della CIA e già a capo di una delle stazioni dell’agenzia di intelligence americana.

lunedì 11 gennaio 2021

Il grande business sta trovando la religione

Le grandi aziende si uniscono al Concilio affiliato al Vaticano e si impegnano per un capitalismo inclusivo

Gli amministratori delegati di Bank of AmericaBPJohnson & JohnsonSalesforce e diverse altre società della Fortune 500 si uniscono al Council for Inclusive Capitalism With the Vatican, una nuova organizzazione commerciale affiliata alla Chiesa cattolica che opera sotto "la guida morale di Papa Francesco". Fortune è un media partner del Consiglio, che comprende anche i responsabili politici e il segretario generale della Confederazione Sindacale Internazionale, e che è stato lanciato martedì.

"Un sistema economico che sia equo, affidabile e capace di affrontare le sfide più profonde che l'umanità e il nostro pianeta devono affrontare è urgentemente necessario", ha detto Papa Francesco in un comunicato stampa, aggiungendo che le aziende e i leader commerciali del consiglio "hanno raccolto la sfida cercando modi per far sì che il capitalismo diventi uno strumento più inclusivo per il benessere umano integrale".
                                    
Il consiglio, che afferma che il suo obiettivo è "costruire una base economica più equa, più inclusiva e sostenibile per il mondo", è l'ultimo sforzo del Big Business per ripensare il capitalismo e i suoi effetti sugli stakeholder, non solo sugli azionisti. "Il dialogo è cambiato radicalmente intorno a questo tipo di cose", dice alla Fortuna il CEO della Bank of America Brian Moynihan, uno dei leader "Guardian" del consiglio.

"Il capitalismo è qui per fare la cosa giusta, se gestito in modo appropriato", aggiunge. "Stiamo facendo in modo che la gente dica: "Questa non è solo la cosa giusta da fare, è moralmente la cosa giusta da fare e la cosa umana giusta da fare".

venerdì 8 gennaio 2021

Covid, disastro Italia: dossier, l’Oms nel mirino dei giudici

Ranieri Guerra

Adesso che i riflettori puntano dritti sull’Organizzazione Mondiale della Sanità, qualche testa rischia di saltare. I fatti ormai sono tristemente noti. E non riguardano solo il mancato aggiornamento del Piano pandemico, fattore che ha sicuramente contribuito ad affrontare in modo caotico la pandemia lo scorso marzo e ha portato a livelli di mortalità impressionanti, ma anche (e soprattutto) il rapporto che la divisione europea dell’ente ha redatto sulla risposta dell’italia alla pandemia. Risposta che Francesco Zambon, coordinatore degli autori del documento pubblicato l’11 maggio e fatto sparire nel giro di poche ore, definisce «caotica» e «improvvisata». Cosa è successo in quelle settimane? Nessuno lo vuole dire. Le versioni sono tante e non combaciano. E quando i pm di Bergamo hanno provato a vederci chiaro, ecco che l’Oms ha silenziato la verità obbligando i ricercatori a usare l’immunità. Non solo. Nelle ultime ore, secondo quanto apprende l’agenzia “LaPresse” da fonti vicine al dossier, il responsabile europeo, Hans Henri Klug, sarebbe pronto a ritirare le deleghe all’attuale vice presidente della sezione europea, Ranieri Guerra. Sin dall’inizio, come ricostruito nel “Libro nero del coronavirus”, l’Organizzazione mondiale della sanità non ha fatto altro che fare passi falsi nella gestione del coronavirus.

C’è il tweet del 14 gennaio in cui nega la trasmissione del virus da uomo a uomo. Ci sono le inesattezze contenute nel report redatto dopo aver mandato i propri delegati a Wuhan per capire contro quale nemico avevamo iniziato a combattere. Ci sono pacchi di documenti sull’uso delle mascherine che non hanno fatto altro che creare malintesi e imbarazzi. E poi ci sono le ombre che, come già anticipato nei giorni scorsi dal “Giornale.it”, hanno portato i nomi dei vertici di Ginevra a finire non solo sul tavolo dei magistrati bergamaschi, ma anche su quello di altre procure del Belpaese. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbe il rapporto intitolato “Una sfida senza precedenti: la prima risposta al Covid-19″. A incuriosire inizialmente era stata la frettolosa cancellazione dal sito dell’Oms dopo essere stato messo online solo poche ore prima. Il perché di questo passo indietro potrebbe essere spiegato da alcuni passaggi scottanti. Tra questi il mancato aggiornamento del “piano pandemico”. Nonostante le normative europee ed internazionali, l’Italia si è trovata ad affrontare la pandemia con linee guida vecchie che risalivano a quattordici anni fa. Per vederci chiaro lo scorso 5 novembre ha convocato Guerra per una audizione. Il direttore aggiunto dell’Oms si è presentato davanti ai pm, ma “a titolo personale”. Questa presa di posizione ha probabilmente iniziato a far sgretolare il muro di silenzi che si è costruito attorno al palazzo di Ginevra.