lunedì 9 novembre 2020

GIALLO ILARDO / CONDANNATI I BOSS, MANDANTI MAI


Uno dei più grossi misteri di mafia.

Si tratta dell’omicidio del collaboratore di giustizia Luigi Ilardo, ammazzato il 10 maggio 1996.

La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha appena emesso la sua sentenza, che conferma la condanna all’ergastolo per i boss Giuseppe Madonia e Vincenzo Santapaola, ritenuti i mandanti, per Maurizio Zuccaro, considerato l’organizzatore, e per Orazio Benedetto Cocimano, il killer.

Ma resta in piedi – come è successo per tanti, troppo omicidi mafiosi – e grosso come una casa l’interrogativo: sono stati realmente cercati i mandanti autentici, ossia quel livello paramafioso di politici & colletti bianchi ritualmente alle spalle di tutti i delitti eccellenti?

Ilardo non era un personaggio di spicco o noto alle cronache.

Ma una pedina strategica, vale a dire l’uomo che conosceva tutti i movimenti del super boss Bernardo Provenzano e aveva suggerito agli inquirenti la via per catturarlo già il 31 ottobre 1995, ben 11 anni prima di quanto è poi successo, consentendo quindi a Provenzano di potersi godere una lunga, tranquilla libertà.

Aveva rivelato tutti i dettagli su Provenzano e gli equilibri mafiosi dell’epoca al colonnello dei carabinieri Michele Riccio. Una collaborazione durata tre anni, nel corso dei quali gli imput di Ilardo hanno consentito non pochi arresti.

venerdì 6 novembre 2020

Assange ‘ha costretto’ coloro che sono dietro i crimini di guerra ‘a guardarsi allo specchio,’ ora affronta la loro vendetta


Assange ha smascherato l’ipocrisia occidentale e ha scoperto “troppa verità”, così il suo processo è diventato una forma di “vendetta”, ha detto il giornalista e regista John Pilger a Going Underground.

La parte principale del processo di estradizione di Julian Assange si è conclusa questa settimana e una decisione dovrebbe essere annunciata all’inizio di gennaio. Pilger, un sostenitore di lunga data del fondatore di WikiLeaks, ha monitorato da vicino i procedimenti, che sono stati a malapena coperti dai media occidentali nonostante le gravi ripercussioni per il giornalismo che una sentenza di estradazione di Assange avrebbe comportato.

La morte di Assange è avvenuta perché ha fornito “troppa verità” e ha smascherato l’ipocrisia occidentale, crede Pilger.

Ha smascherato coloro che hanno commesso quei crimini di guerra, li ha costretti a guardarsi allo specchio… Questo è il suo crimine imperdonabile.

L’auto-percezione dell’Occidente è che generalmente non fa cose orribili e che i suoi politici sono per lo più sinceri e sono tenuti sotto controllo da media indipendenti. WikiLeaks ha dimostrato che tutte queste cose non sono vere, ha detto Pilger.

giovedì 5 novembre 2020

Epidemiologo capo svedese: indossare una mascherina facciale è "molto pericoloso".

Anders Tegnell è un medico svedese, specializzato in infettivologia. Dal 2013 svolge la funzione pubblica di epidemiologo di Stato per la Svezia
Il principale esperto svedese di coronavirus ha avvertito che incoraggiare le persone a indossare maschere facciali è "molto pericoloso" perché dà un falso senso di sicurezza ma non arresta efficacemente la diffusione del virus.

"È molto pericoloso credere che le maschere facciali facciano la differenza per il COVID-19", ha detto Anders Tengell, che ha supervisionato la risposta della Svezia alla pandemia, resistendo a qualsiasi forma di contenimento o requisito della maschera.
"Le maschere facciali possono essere un complemento ad altre cose quando altre cose sono al sicuro", ha aggiunto Tengell.
"Ma iniziare a indossare maschere facciali e poi pensare di poter ingombrare gli autobus o i centri commerciali è certamente un errore", ha continuato.

mercoledì 4 novembre 2020

ROBERT FISK / SCOMPARE IL PIU’ GRANDE REPORTER DI GUERRA


E’ scomparso uno dei più grandi reporter dell’ultima generazione, Robert Fisk, corrispondente sui più bollenti fronti di guerra, una firma che ha segnato un’epoca.

Aveva 74 anni ed è stato per anni corrispondente di The Independent dal Medio Oriente, a partire dal 1989, arrivando da una testata altrettanto autorevole, The Times.

Nato nel Kent, in Inghilterra, è morto a Dublino: aveva infatti preso la cittadinanza irlandese.

Studi alla Lancaster University, ha iniziato la sua carriera al Sunday Express.

Ha vinto numerosi premi per i suoi imperdibili reportage, tra cui l’Amnesty International e il British Press Awards.

Autore di numerosi libri tra i quali “Pity the Nation Lebanon at War”, e “The Great War for Civilization: The Conquest of the Middle East”.

Di seguito potete leggere una tra le più indimenticabili inchieste, quella sul massacro di Sabra e Chatila, dove migliaia di palestinesi vennero massacrati dalle truppe israeliane di Ariel Sharon.

Ecco il testo firmato da Robert Fisk.

 

Il massacro di Shabra e Shatila. In apertura Robert Fisk

 

“Ce lo dissero le mosche”

 

di Robert Fisk

 

“Furono le mosche a farcelo capire. Erano milioni e il loro ronzio era eloquente quasi quanto l’odore. Grosse come mosconi, all’inizio ci coprirono completamente, ignare della differenza tra vivi e morti. Se stavamo fermi a scrivere, si insediavano come un esercito – a legioni – sulla superficie bianca dei nostri taccuini, sulle mani, le braccia, le facce, sempre concentrandosi intorno agli occhi e alla bocca, spostandosi da un corpo all’altro, dai molti morti ai pochi vivi, da cadavere a giornalista, con i corpicini verdi, palpitanti di eccitazione quando trovavano carne fresca sulla quale fermarsi a banchettare.

 

Se non ci muovevamo abbastanza velocemente, ci pungevano. Perlopiù giravano intorno alle nostre teste in una nuvola grigia, in attesa che assumessimo la generosa immobilità dei morti. Erano servizievoli quelle mosche, costituivano il nostro unico legame fisico con le vittime che ci erano intorno, ricordandoci che c’è vita anche nella morte. Qualcuno ne trae profitto. Le mosche sono imparziali. Per loro non aveva nessuna importanza che quei corpi fossero stati vittime di uno sterminio di massa. Le mosche si sarebbero comportate nello stesso modo con un qualsiasi cadavere non sepolto. Senza dubbio, doveva essere stato così anche nei caldi pomeriggi durante la Peste nera.

Test coronavirus: cosa dicono i produttori?


Ecco uno dei tanti kit in commercio per il Sars-Cov-2. Si chiama RealStar®ed è prodotto dalla società tedesca Altona Diagnostics.
Il test è stato registrato con il nome: SARS-CoV-2 RT-PCR Kit 1.0
La cosa interessante è che nel manuale di istruzioni del kit è scritto a chiare lettere: “For research use only (RUO)! Not for use in diagnostic procedures”. Quindi SOLO per uso di ricerca e NON PER PROCEDURE DIAGNOSTICHE!!!