venerdì 31 gennaio 2020

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 29 gen 2020

Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
L'Iran aurait tué le directeur de l'assassinat de Soleimani
 

 
Sabotages en Syrie
 

 
Documents déclassifiés sur la propagande britannique avant 1977
 

 
Des fonds européens détournés par Mogherini, Hariri et Mikati
 

 
Le Peuple palestinien est le seul à ne pas être protégé par le Conseil de sécurité
 

 
Le Liban forme un gouvernement
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Note de la Maison-Blanche sur le deal du siècle
 

 
La Syrie protège sa population des jihadistes
 

 

« Horizons et débats », n°1, 20 janvier 2020
La privatisation des retraites en France
Partenaires, 21 janvier 2020
abonnement    Réclamations


Le privatizzazioni ci stanno riportando al Feudalesimo


L’America è il paese degli scandali. L’ultimo è l’uso da parte del multi-miliardario ebreo Mike Bloomberg di call center operati da carcerati per la pubblicità della sua campagna presidenziale.
A me sembra che lo scandalo sia l’attacco di Bloomberg alla Costituzione americana, non il suo utilizzo del lavoro carcerario. Bloomberg vuole abrogare il Secondo Emendamento e disarmare il popolo americano, proprio nel momento in cui il paese sta crollando spiritualmente, moralmente, economicamente e politicamente.
In un passato non lontano, avevo riferito sull’uso diffuso del lavoro penitenziario da parte delle principali aziende statunitensi e del Dipartimento della Difesa. Apple è una di queste aziende e stivali e abbigliamento per i militari vengono prodotti facendo lavorare i detenuti. Chiaramente, le autorità hanno legittimato le carceri private e l’appalto del lavoro penitenziario a basso costo ad entità private che lo utilizzano a scopo di lucro.
Bloomberg, secondo The Intercept, vale 54 miliardi di dollari ed Apple molto di più, almeno in base al mercato azionario. Se Apple può usare il lavoro dei carcerati, perché non può farlo Bloomberg?
Sono gli appaltatori che affittano i detenuti-lavorari a Bloomberg, ad Apple, al Dipartimento della Difesa, quelli che ci guadagnano. Incassano il salario minimo statale per i lavori penitenziari, mentre i carcerati sono retribuiti con pochi dollari al mese.
In passato, e forse ancora oggi in alcune regioni del paese, i detenuti lavoravano alla manutenzione delle strade pubbliche e non venivano pagati. Quindi, secondo logica, non c’è nulla di nuovo nell’utilizzo del lavoro carcerario. Questa argomentazione non tiene conto del fatto che, in precedenza, i detenuti lavoravano per la comunità, che, a sua volta, pagava le spese della loro incarcerazione. Oggi lavorano per le aziende private e generano profitti per le aziende private.
Quello che stiamo vivendo è il ritorno del Feudalesimo. Ecco come funziona il sistema penitenziario privato: lo stato arresta la gente e la incarcera nelle prigioni private. Lo stato poi usa i soldi dei contribuenti per pagare le aziende private che gestiscono queste prigioni. Questi centri di detenzione privati affittano il lavoro dei prigionieri ad altre società private che, a loro volta, rivendono i prodotti di questo lavoro a multinazionali e ad enti governativi sulla base del salario minimo sindacale.
Questo totale sfruttamento del lavoro è perfettamente legale. Ma non è diverso dai signori feudali che mettevano sotto servaggio gli uomini liberi e si appropriavano del loro lavoro. Il 96% circa dei carcerati non ha mai ricevuto un processo. Sono stati costretti ad autoincriminarsi, accettando un “patteggiamento,” per evitare una punizione più severa. Il restante 4%, se ha avuto un processo, non si è trattato di un processo equo, perché i processi equi non garantiscono le massime percentuali di condanne e le carriere dei funzionari di polizia, dei pubblici ministeri e dei giudici vengono prima della giustizia.
Oggi, una pena detentiva andrebbe considerata alla stregua di un servaggio, anche più pesante di quello dell’era feudale. All’inizio del periodo feudale esisteva ancora una certa reciprocità. Gli uomini liberi, che coltivavano i propri terreni, non avevano protezione contro le bande dei predoni, Vichinghi, Saraceni, Magiari, ed entravano al servizio di un signore in grado di dar loro la protezione di una fortezza e dei cavalieri con la corazza. La reciprocità era terminata con la fine delle incursioni, con gli ex-uomini liberi sotto servaggio e debitori verso il signore di un terzo di tutto il loro lavoro. Il servo della gleba di oggi deve dare alla prigione privata tutto il suo lavoro .
Le privatizzazioni sono il canto delle sirene dei libertari fautori del libero mercato. Hanno però bisogno di un’analisi più attenta di quella fatta dai libertari, visto che, nella maggior parte dei casi, le privatizzazioni avvantaggiano gli interessi privati a spese dei contribuenti. Nel caso delle carceri privatizzate, i contribuenti forniscono profitti alle società private che gestiscono le carceri. Queste aziende guadagnano ulteriormente affittando il lavoro dei prigionieri. Le grandi multinazionali beneficiano del basso costo del lavoro. Forse questo è un motivo per cui gli Stati Uniti hanno non solo la più alta percentuale di popolazione carceraria, ma anche il più alto numero di detenuti in assoluto. L’America ha più persone in carcere di quante ne abbia la Cina, un paese la cui popolazione è quattro volte maggiore.
Anche la privatizzazione del settore pubblico è ben avviata. Prendete in considerazione l’esercito americano. Molte attività precedentemente svolte dagli stessi militari sono ora affidate a società private. I cuochi dell’esercito e la corvè cucina sono spariti. Anche il settore rifornimenti è stato dato in appalto. Ho letto che persino la vigilanza armata nelle basi militari è fornita da compagnie private. Tutti questi esempi rappresentano l’uso del denaro pubblico per la creazione di profitti privati, tramite l’esternalizzazione di quelle che dovrebbero essere le funzioni di un governo. La privatizzazione dei servizi dell’esercito è una delle ragioni per cui le spese degli Stati Uniti nel settore della difesa sono così elevate.
In Florida, da circa tre anni, l’ispettorato della motorizzazione ha smesso di inviare le etichette per il rinnovo della validità delle targhe. Il governo dello stato lo ha affidato invece ad una società privata. Lo ricordo bene, perchè il mio rinnovo era arrivato di venerdì e il mio permesso era scaduto il lunedì precedente. Avevo chiesto alla motorizzazione perché il rinnovo fosse arrivato così in ritardo. La risposta era stata che i politici avevano esternalizzato il servizio rinnovi ai loro grandi amici e finanziatori.
Sempre in Florida, succedeva che, nel caso di una multa per un’infrazione al codice della strada, si poteva contestarla andando in tribunale o pagarla inviando direttamente un assegno. Oggi si può ancora andare in tribunale, o in un’autoscuola privata, ma non si può più spedire un assegno. Bisogna pagare con un assegno certificato da una banca o con un vaglia postale. Per evitare tempo e problemi, si può pagare con la carta di credito, ma anche quel servizio è stato privatizzato e la commissione per la comodità di utilizzare una carta di credito è abbastanza salata. In altre parole, i politici hanno creato un’altra società privata nella quale incanalare fondi statali, che poi vengono girati allo stato, non prima però che la società privata abbia riscosso la sua commissione sulla transazione elettronica.
Le privatizzazioni delle società pubbliche, spinte forse dagli oneri di segnalazione che la legge Sarbanes-Oxley impone alle società pubbliche, insieme alle fusioni, hanno ridotto il numero di società private di oltre la metà, tra il 1997 e il 2017. Vi sono ancora abbastanza aziende per un portafoglio azionario pensionistico diversificato. Tuttavia, le scelte si stanno restringendo. Se questo processo continua, le persone in cerca di investimenti favoriranno rapporti prezzo/utili più elevati anziché avere un portafoglio pensionistico vuoto.
In sostanza, le privatizzazioni delle funzioni pubbliche sono un modo per trasformare i pagamenti delle tasse in profitti per gruppi privati particolari. L’affermazione secondo cui le privatizzazioni riducono i costi è falsa. Aggiungendo ulteriori passaggi che generano profitti privati, le privatizzazioni aumentano i costi. Nella maggior parte dei casi, le privatizzazioni sono un modo per favorire chi è ben ammanigliato.
Le privatizzazioni, oltre a creare flussi di reddito per interessi privati, creano anche ricchezza privata trasferendo beni pubblici in mani private a prezzi sostanzialmente inferiori al valore di mercato. Questo è stato certamente il caso delle privatizzazioni delle società statali britanniche e francesi e del servizio postale britannico. Le privatizzazioni forzate imposte alla Grecia dall’UE hanno creato ricchezza per gli Europei del nord a spese della popolazione greca.
In una parola, le privatizzazioni sono un metodo di saccheggio. Dal momento le opportunità per un profitto onesto sono sempre di meno, si fanno strada le razzie. Aspettatevene sempre di più.
Aggiornamento: un lettore sottolinea che la popolazione carceraria degli Stati Uniti è superiore di 21.100 unità rispetto alle popolazioni carcerarie combinate di Cina e India, i due maggiori paesi in termini di popolazioni che, sommate tra loro, sono otto volte quella degli Stati Uniti.
Paul Craig Roberts

giovedì 30 gennaio 2020

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 29 gen 2020


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Sabotaggi in Siria
 

 
Declassificati documenti sulla propaganda britannica antecedente il 1977
 

 
Fondi europei sottratti da Mogherini, Hariri e Mikati
 

 
I palestinesi sono l'unico popolo non protetto dal Consiglio di Sicurezza
 

 
Libano, varato il governo
 

 
Il Libano sull'orlo d'una crisi di nervi
 

 
Il Giappone sostiene il Myanmar contro le accuse di genocidio
 
Controversie

 
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mercoledì 29 gennaio 2020

Tesla, fine anno record in Borsa


Tesla è stata forse la più grande rivelazione tra i costruttori automobilistici dell’ultimo decennio. La società di Elon Musk - tra i ceo più anticonformisti in circolazione - sta battendo ogni record possibile e si prepara a chiudere il 2019 con una serie di risultati positivi.
Nel 2020 si aggiungono due nuovi modelli alla gamma: oltre a Model 3, S e X arriverà la crossover compatta Model Y. Bisognerà attendere invece l'avvio di produzione del 2021 per il Cybertruck: il pickup, secondo quanto dichiarato da Musk, ha già ricevuto preordini per oltre 200mila unità.
Il titolo in Borsa del costruttore ha raggiunto - nel momento in cui scriviamo - il valore massimo di oltre 419 dollari ad azione che ha permesso di raggiungere una capitalizzazione di più di 73 miliardi di dollari: una cifra enorme, che supera il valore del nuovo gruppo Fca-Psa (circa 50 miliardi), del doppio quello di Ford (37 miliardi di dollari) e del 37% quello di General Motors, fermandosi al terzo posto dopo Toyota (230 miliardi) e Volkswagen (98 miliardi).

Azioni a un +1.190% dal 2010 

Nel terzo trimestre di quest’anno Tesla ha guadagnato circa 1,89 dollari ad azione andando contro le previsioni della maggior parte degli analisti che stimavano una perdita di circa 0,24 centesimi per ognuna. Sale di conseguenza anche la fiducia degli investitori: da giugno le vendite allo scoperto delle azioni Tesla sono diminuite di circa il 20%, attestandosi intorno al 9,2%, un valore ancora alto ma in costante calo.
Il titolo del costruttore californiano ha guadagnato il 22% quest'anno, superando la media del 14% raggiunta dalle 10 maggiori case automobilistiche al mondo. Il dato che impressiona di più è forse quello della crescita registrata dalla “prima volta” sul mercato nel 2010: da quel giorno il valore è salito del 1.190%.

lunedì 27 gennaio 2020

Albert Speer e lavori forzati



La vita e la carriera di Albert Speer, l'architetto del Fuhrer. Dalla costruzione di progetti monumentali e urbanistici fino alla condanna, alla fine della guerra, a 20 anni di reclusione. Ma Speer non fu solamente un semplice architetto, ricoprì la carica di Ministro degli armamenti, la punta di diamante del movimento scientifico del Reich.

Per approfondire:
Eric Laurent
La Verità Nascosta sul Petrolio
Un'inchiesta esplosiva sul "sangue del mondo"
Nuovi Mondi Media, Bologna, 2006.
ISBN 88-89091-37-1

con le confessioni di Albert Speer sul ruolo cruciale giocato dal petrolio e dalla produzione di carburanti sintetici nelle politiche di Hitler.