martedì 26 febbraio 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 26 feb 2019


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Bashar al-Assad in Iran
 

 
Per il Tribunale interno dell'ONU Londra e Washington occupano illegalmente la base di Diego Garcia
 

 
Il Regno Unito avrebbe trasportato soldi falsi in Venezuela
 

 
L'Arabia Saudita sostiene la Cina contro gli jihadisti
 

 
L'influenza nei media a favore della globalizzazione di Pierre Omidyar
 

 
Una clausola segreta al Trattato di Aquisgrana
 

 
Verso la Grande Albania
 

 
Washington desidera che i suoi alleati rimangano in Siria
 

 
La Cina risponde seccamente alle minacce britanniche
 
Controversie

 
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La paura che si nasconde dietro la mascolinità aggressiva


Ciò che mi colpisce di più è la fragilità. Gillette produce una pubblicità rivolgendosi agli uomini affinché sfidino i comportamenti prepotenti, e migliaia proclamano furiosamenteche non useranno mai più i suoi prodotti. L’American Psychological Associacion (APA) pubblica nuove direttive cliniche suggerendo che una mascolinità caratterizzata da dominio, aggressività e repressione emotiva può essere dannosa per la salute mentale degli uomini, e i media conservatori mondiali hanno un mancamento collettivo. Eccoli qua i tipi forti e taciturni.
Se i “veri uomini” secondo il movimento per i diritti degli uomini sono decisi e autoritari, perché gli esponenti di questa dottrina sono così facilmente turbati? Perché la più piccola sfida alle norme che proclamano – proveniente da un rasoio o da un corpo accademico di cui non avevano mai sentito parlare – scatena questa testeria(1) frenetica?
Pensando alle identità maschili, sono colpito dall’inadeguatezza dei termini che usiamo. L’idea secondo cui gli uomini dovrebbero essere distanti, dominatori ed egoisti è spesso definita mascolinità tossica, ma questo serve solo ad alienare quelli che potrebbero necessitare di maggiore aiuto. I suoi proponenti descrivono il loro ideale comportamentale come mascolinità tradizionale, ma le concezioni della mascolinità, come le concezioni della famiglia, sono sempre cambiate radicalmente da un secolo all’altro. Nella reazione furiosa alla pubblicità e alle nuove direttive, nell’entusiasmo per lo psicologo Jordan Peterson e simili ideologi machisti, quello che io intravedo è una mascolinità pavida.
Se si è a proprio agio con se stessi, non si ha bisogno di chiamare altri uomini cornuti. Se si è forti, non ci si sente minacciati da donne forti. In un  interessante articolo dell’anno scorso, Pankaj Mishra ha argomentato che quando si percepiscono crisi della mascolinità, esse spesso sono associate all’ansia di un declino economico o nazionale. Proprio come l’umiliazione degli Stati Uniti in Vietnam stimolò l’appetito per “certe visioni da cartone animato della mascolinità come Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger”, il 9/11 favorì la diffusione di paure morbose sull’evirazione dei poteri occidentali e il bisogno di asserire un nuovo ideale di virilità. La percezione di perdita di dominanza politica e di genere ha fatto sì che alcuni uomini tentassero rozzamente di ristabilire l’egemonia maschile con l’omofobia e  la misoginia.
Come rivelano le direttive dell’APA, una mascolinità pavida infligge danni tremendi sia agli uomini che alle donne.  Gli uomini più preoccupati della loro virilità, secondo uno studio del 2011, tendono a cercare assistenza sanitaria preventiva il 50% in meno di coloro che sono meno ansiosi riguardo alla loro identità maschile. Sono anche meno propensi a richiedere psicoterapia. L’APA collega questa mentalità ai tassi di suicidio molto più alti tra gli uomini che tra le donne.
Mentre facevo ricerche sia sul cancro prostatico che sulla solitudine, ho scoperto quanto uccida il riserbo maschile. Paure che non riusciamo a nominare presto si accrescono fino a diventare terribili segreti. Mentre crescono, diventano ancora più difficili da condividere, e quindi da assimilare e sopportare. Siccome gli uomini sono spesso restii a discutere un problema che minaccia la loro virilità e addirittura la loro vita, la raccolta fondi per la ricerca sul cancro alla prostata non è al passo con le somme raccolte per altre malattie. Come per il tumore al seno, un trattamento efficace necessita il superamento di tabù.
Scrivendo di questi problemi, e portando in tour l’album che verte sullo sconfiggere la solitudine che ho scritto con Ewan McLennan, mi sono accorto di migliaia di persone che si comportavano come se fossero state ad aspettare il permesso di rilassare il loro contegno. Nel normalizzare le nostre condizioni spaventose, nel comunicare con altri che hanno sofferto in silenzio, troviamo una forza collettiva che non possiamo trovare da soli. Quelli che ci intimano di non prestare ascolto, crescere e sviluppare un paio di… ci spingono verso il disastro e la disperazione.
Uno dei tanti he-man che hanno reagito alle nuove direttive, David French, scrivendo per il National Review, asserisce che per diventare “un uomo adulto” c’è bisogno di una disciplina “oppressiva”, di aggressività e di correre rischi. Ma per me, crescere – sia come uomo che come donna – significa abbandonare la rabbia, l’aggressività e il bisogno di dominare. Significa imparare a parlare di paura, di perdita, di gioia e amore. Significa sia ascoltare che condividere, esplicitare i propri problemi e interagire con quelli degli altri. Bisogna essere forti per ammettere le proprie debolezze. Ammettendole, si costruisce la propria forza.
L’antico errore, che ha inibito innumerevoli vite, è supporre che siccome il disagio fisico nell’infanzia rende fisicamente forti, il disagio psichico debba rendere emotivamente forti. Invece provoca l’opposto. Impianta una vulnerabilità che può richiedere una vita intera d’amore e di terapia per essere rimediata e che, non affrontata, porta all’inasprimento di tutta una serie di comportamenti distruttivi. Uomini emotivamente danneggiati troppo spesso disfano le proprie vite, quelle dei loro partners e dei loro figli. Io ritengo che sia la prestanza fisica che la forza emotiva siano virtù, ma esse sono acquisite con metodi completamente diversi.
Quelli che negano i propri sentimenti tendono a negare quelli degli altri. Per alcuni uomini evidentemente è più facile ordinare un attacco con i droni, separare bambini dalle loro famiglie o costruire un muro, che ammettere e affrontare le proprie vulnerabilità.  Come ha esposto Madeleine Somerville sul Guardian, esiste una potente correlazione tra una certa percezione della  mascolinità e una mancanza di preoccupazione per il mondo vivente: i veri uomini non riciclano. Uno studio nel Journal of Consumer Research suggerisce che il mangiare carne sia fortemente associato a concetti di virilità che inibiscono il passaggio ad una dieta a base vegetale, essenziale per evitare il collasso ambientale.
Che razza di uomo sei se hai bisogno di arrivare a tanto per provare la tua mascolinità? La costruzione di una identità stabile non richiede rozzi marcatori culturali, ma educazione emotiva e autovalutazione onesta. Più proclamiamo la nostra forza e dominanza, più riveliamo di essere deboli.
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di AMAGO
NOTE
(1) “Testeria” è un termine tipico del linguaggio femminista che può essere reso come “isteria causata da testosterone”, cioè qualcosa come “isteria maschile” (Ndt)

lunedì 25 febbraio 2019

Newsletter Thomas Torelli: Siamo la foresta che cresce 🌳

Lao Tzu diceva che "fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce".
Questa foresta di consapevolezza ed amore sta diventando sempre più densa. Così fitta che inevitabilmente, arriverà a toccare anche chi sceglie il destino di molti.

Grazie a tutti i sostenitori per aver creduto in noi ed in Choose Love. Grazie per averci permesso di portare il film ed un punto di vista di cambiamento al parlamento europeo a Bruxelles
10 MARZO A VERONA
Il film Choose Love diventa un potente strumento di trasformazione e di consapevolezza attraverso il seminario esperienziale di una giornata con Thomas Torelli Daniel Lumera
L'esperienza del seminario poi continua con un percorso on-line, gratuito per i partecipanti al seminario, dove poter continuare ed approfondire i temi del perdono e della consapevolezza.
Insieme a Daniel Lumera, partiremo da quelli che sono i condizionamenti consapevoli e inconsapevoli che influenzano le nostre decisioni e che costituiscono le lenti attraverso cui "osserviamo il mondo", per arrivare al processo della "scelta" ed alla strategia del perdono.
SCOPRI DI PIU
Scelta, Perdono, Amore, Consapevolezza.
Una giornata esperienziale dove si andranno ad apprendere, per poi applicare, gli strumenti più potenti e rivoluzionari con i quali ogni persona può disegnare consapevolmente la propria vita.

Ultimi posti disponibili / fino al 01.03 una speciale riduzione
31 MARZO A MILANO
Per la prima volta in Italia il Dr. Joe Vitale!

Il 31 marzo 2019 alle ore 15.00 a Milano un evento unico ed irripetibile con l'autore di fama mondiale Joe Vitale e il regista e autore Thomas Torelli.
Uno straordinario evento, moderato dall'autore Ivan Nossa, che dialogherà con Thomas Torelli e Joe Vitale.

Si parlerà di successo, amore, gratitudine, perdono, denaro, cambiamento e legge di attrazione.
SCOPRI DI PIU'
Dopo aver conquistato milioni di persone grazie al libro e film The Secret e ai suoi numerosi libri bestseller che sono ormai dei classici con milioni di copie vendute, arriva in Italia per la prima volta Joe Vitale, autore e imprenditore di successo. Joe Vitale ha recentemente pubblicato in Italia per la Unoeditori il libro "10 grammi di felicità" , scritto a 4 mani con Ivan Nossa, dove svela i segreti della sua carriera e dei suoi studi.

Lasciati ispirare il 31 marzo 2019 a Milano all'evento con Joe Vitale, Thomas Torelli e Ivan Nossa.
GLI ALTRI EVENTI DI MARZO
  • 1 marzo proiezione Food ReLOVution a Milano. Dettagli qui
  • 4 marzo proiezione Choose Love a Castelfranco Veneto. Dettagli qui
  • 6 marzo proiezione Food ReLOVution a Padova. Dettagli qui
  • 7 marzo proiezione Choose Love ad Ancona. Dettagli qui
  • 9 marzo (pomeriggio) Choose Love a Padova con Thomas Torelli. Dettagli qui
  • 9 marzo (sera) Choose Love a Vicenza con Thomas Torelli. Dettagli qui 
  • 10 marzo seminario con Thomas Torelli e Daniel Lumera a Verona. Dettagli qui
  • 11 marzo Choose Love a Sacile con Thomas Torelli. Dettagli qui
  • 15 marzo Choose Love a Desenzano con Thomas Torelli. Dettagli qui
  • 15 marzo Food ReLOVution a Cesate. Dettagli qui
  • 16 marzo Choose Love con Thomas Torelli ad Arco. Dettagli qui
  • 18 marzo Choose Love ad Ancona. Dettagli qui 
  • 19 marzo Choose Love ad Aosta. Dettagli qui
  • 20 marzo Choose Love ad Ivrea con Thomas Torelli. Dettagli qui
  • 29 marzo Food ReLOVution a Sondrio. Dettagli qui
  • 31 marzo conferenza a Milano con Joe Vitale, Thomas Torelli ed Ivan Nossa. Dettagli qui
... e molte altre date in definizione. Scoprile tutte cliccando qui
I DVD DELLA RELOVUTION

Un Altro Mondo | Pachamama | Food ReLOVution | Choose Love

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Hellyer: “L’alieno è tra noi” (e lo dicono anche i testi ’sacri’)

Paul Hellyer, già vicepremier del Canada e ministro della difesaL’alieno è fra noi, e ci protegge: lavora segretamente per evitare che l’uomo distrugga la Terra, impiegando le armi atomiche. E’ la tesi rilanciata dall’ingegner Paul Hellyer, già vicepremier e ministro della difesa del Canada, perfettamente al corrente – quand’era in carica – dei segreti strategici del Norad, la difesa missilistica nordamericana. Clamorose le sue prime esternazioni, nel 2005 all’università di Toronto: gli extraterrestri sono con noi da sempre e si sono installati nel Nevada (Area 51) dopo le atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Obbiettivo: dialogare con gli Usa e convincerli a non ripetere l’esperimento. «Il loro aspetto umanoide li rende simili a noi, e ben 6 di loro siedono nel Congresso statunitense». Temono che l’umanità possa annientarsi, distruggere la Terra e creare ripercussioni nel cosmo. Nel 2004, aggiunse Hellyer, il presidente Bush chiese alla Nasa di creare una base avanzata sulla Luna entro il 2020: vero obiettivo, monitorare il traffico alieno e intercettare minacce dallo spazio, da parte di entità ostili. Tesi rilanciate nel 2014 in un’intervista a “Rt”: sarebbero almeno 80 le specie extraterrestri, anche “residenti” nel sistema solare, e alcune di queste collaborano con le autorità terrestri da mezzo secolo: dobbiamo a loro l’introduzione delle luci a led, dei microchip e di materiali come il kevlar. Ma in realtà, sottolinea l’ex ministro canadese, gli alieni sono tra noi da migliaia di anni.
A dire il vero sarebbero i nostri effettivi “genitori”: lo sostiene Zecharia Sitchin, lo studioso azero naturalizzato statunitense, secondo cui gli antichi testi sumeri raccontano la “fabbricazione” dell’homo sapiens da parte degli Anunnaki, gli “dei” venuti dallo spazio. Secondo Mauro Biglino, a lungo traduttore ufficiale della Bibbia per le Edizioni San Paolo, l’Antico Testamento riproduce fedelmente i testi sumeri: la Genesi racconta la clonazione del maschio (l’Adàm) per dare origine alla femmina (Hawà, Eva). Figli delle Stelle, Anunna o Elohim biblici? Erano sempre loro: i testi antichi, poi trasformati in “libri sacri” con la successiva divinizzazione dei “theoi” operata dal pensiero greco-ellenistico, non fanno che parlare di loro. Le grandi religioni? «Sono nate, tutte insieme e in tutto il mondo, attorno al V secolo avanti Cristo, cioè quando questi personaggi – prima visibili, come Yahvè che parlava “faccia a faccia” con Mosè – sono improvvisamente scomparsi dalla circolazione». Biglino cita un padre della Chiesa vissuto nel III secolo, Eusebio di Cesarea. Nella sua “Praeparatio Evangelica”, Eusebio attinge al greco Filone di Biblos, che a sua volta riprende gli studi di Sanchuniaton, sacerdote fenicio del 1200 avanti Cristo. Il fenicio racconta di aver rinvenuto, in un tempio egizio dedicato ad Amon-Ra, un memoriale sconcertante, secondo cui gli “dei” antichi – poi trasformati in oggetto di culto – erano in realtà individui in carne e ossa.
Uno di loro, il babilonese Nergal, si narra che sganciò dal cielo armi micidiali, annientando intere città e provocando l’improvvisa desertificazione della Mesopotamia. Anche in questo caso la Bibbia fornisce una sorta di “fotocopia”, narrando la distruzione, mediante l’impiego dell’“arma del terrore”, di Sodoma, Gomorra e le altre città della Pentapoli sulle rive del Mar Morto. Armi in realtà descritte con precisione nei Veda indiani: Enrico Baccarini, appassionato ricercatore, rivela che le “tejas astras” (armi ad energia) furono impiegate dai Deva (i “theoi” asiatici) nelle loro guerre stellari combattute anche sulla Terra. Un bombardamento di quel genere avrebbe raso al suolo la grande città pakistana di Mohenjo Daro, nella valle dell’Indo, scoperta dagli inglesi solo a metà dell’800. L’intera civiltà Arappa, spiega Baccarini, costringe gli archeologi a riconsiderare datazioni e sequenze storiche: fiorì infatti 11.000 anni fa. E rivela indizi che portano alla misteriosa presenza di paleo-astronauti. Per la verità, gli stessi Veda sostengono che l’universo sia abitato da ben 400.000 specie umanoidi. C’è da credere, a quegli antichi testi in Enrico Baccarinisanscrito? Sulle “istruzioni” dei Veda si sono basati scienziati aerospaziali indiani per realizzare un modellino di astronave (curiosamente, a forma di pagoda). E sempre i Veda, scritti migliaia di anni fa, indicano – con sconcertante precisione – la misura della circonferenza terrestre e la stessa velocità della luce.
Ha ragione il fenicio Sanchuniaton, secondo cui il pensiero magico-religioso non sarebbe stato che un colossale depistaggio, organizzato dalla casta sacerdotale per tentare di mantenere i propri antichi privilegi? Ex dignitari di corte si trasformarono in clero, sostituendo (con l’adorazione di “divinità” invisibili) l’antica obbedienza a “theoi” un tempo visibilissimi, e tutti giunti sulla Terra – pare – dalle Pleiadi e dalla costellazione di Orione? Suggestioni sempre più insistenti, man mano che le istituzioni cominciano ad ammettere la possibilità di forme di vita extraterrestre. Roberto Pinotti (fondatore del Cun, centro ufologico nazionale) è uno degli ufologi più importanti al mondo, storico collaboratore dell’aeronautica militare italiana. Sostiene che gli avvistamenti anomali registrati negli ultimi decenni sono stati un milione, di cui il 40% (circa 400.000) classificati dalle autorità come “non terrestri”. Sembra che da più parti si stia lavorando per Padre Funes, astrofisicopreparare l’umanità a rivelazioni clamorose riguardo ai “fratelli dello spazio”, come li chiama il gesuita Gabriel José Funes, argentino come Papa Francesco.
Padre Funes è il direttore della Specola Vaticana, il potente osservatorio astronomico installato dalla Compagnia di Gesù sul Mount Graham in Arizona. A che serve, ai gesuiti, un centro astrofisico come quello? Dichiaratamente: a indagare proprio sull’esobiologia, cioè sulla “vita extraterrestre”, a quanto pare sempre meno ipotetica: per il canadese Hellyer, a nostra insaputa, vivremmo già in compagnia dei “biondi nordici” (o anche “bianchi alti”), da non confondere con i “bassi grigi”, alti appena un metro e 20 – più o meno come la creatura che si racconta sia apparsa nel 1858 nella grotta di Lourdes alla giovanissima Bernadette Soubirous, che la chiamava “aquerò” (in occitano, “quella là”). «Se vedeste un grigio, vi rendereste subito conto di vedere qualcosa che non avete mai visto prima», dice Hellyer. «Se invece vedeste una delle “bionde nordiche”, allora potreste pensare di aver incontrato una bella ragazza della Danimarca». I “grigi”, aggiunge l’ex vicepremier canadese, sono piccini. Hanno braccia e gambe sottili, testa grossa e grandi occhi marroni. «Sono quelli che si vedono nella maggior parte dei film». A proposito: sicuri che la fantascienza non contenga precisi messaggi, come per abituarci progressivamente all’idea degli inevitabili incontri ravvicinati?
Biglino ricorda che erano ebrei gli ideatori di un supereroe dei fumetti come Nembo Kid, proveniente dal pianeta Krypton (nascosto). Creato negli anni Trenta, Nembo Kid è l’antenato di Superman. Nome originario, in ebraico: Kal-El, cioè “El rapido e leggero”. La presunta “divinità” con la quale viene in contatto Abramo si presenta con il nome di El Shaddai. La traduzione in italiano (“Dio l’onnipotente”) è totalmente inventata: lo dice la Bibbia di Gerusalemme curata dagli autorevoli biblisti domenicani, secondo cui “El Shaddai” vuol dire, semplicemente, “signore della steppa”, laddove “El” è la radice di Elohim, vocabolo convenzionalmente tradotto con “Dio” ma in modo arbitrario, «visto che nessun traduttore al mondo – sottolinea Biglino – è tuttora in grado di spiegare il significato della parola “Elohim”». La Bibbia? Dibattito infinito: bisogna però sapere, Nembo Kidribadisce Biglino, che quell’insieme di testi è stato incessantemente rimaneggiato a partire dal II secolo avanti Cristo, e la manipolazione è terminata solo con la vocalizzazione introdotta dai Masoreti. Un lavoro di revisione proseguito nel medioevo fino all’epoca di Carlomagno. Risultato: dall’Antico Testamento “masoretico” sono spariti 11 libri, ripetutamente citati in vari passi della Bibbia stessa. Uno di questi riguarda “le guerre di Yahvè”.
Il teologo cattolico Ermis Segatti conferma che la Bibbia non racconta propriamente la “creazione” dell’uomo: dice solo che «siamo stati fatti», cioè “fabbricati”, utilizzando “materiale” preesistente. Corrado Malanga, ricercatore universitario a Pisa, sottolinea l’abisso che separa l’australopiteco dagli ominidi successivi: gli stessi genetisti, oggi, convergono sull’opportunità di riconsiderare i testi antichi come “libri di storia” ante litteram, capaci di spiegare il “missing link” tra uomo e scimmia. Un analogo “anello mancante” differenzia la patata commestibile dal tubero suo progenitore, e lo stesso grano dal farro selvatico: tutte specie comparse sulla Terra all’improvviso, grossomodo nel periodo che la Genesi indica come quello in cui erano in corso le sperimentazioni genetiche del Gan, il “giardino protetto e recintato” posto nella regione geografica di Eden, fra Turchia e Mar Caspio. In antica lingua persiana, è il termine “pairidaēza” a indicare il giardino recintato (da cui il greco “parádeisos”, fino al nostro “paradiso”). Se il pensiero “essoterico” ha fondato religioni, quello esoterico tende a fidarsi soprattutto dei simboli: conterrebbero le tracce degli archetipi, cioè gli “eventi, materiali e immateriali” all’origine della nostra storia. Un corpus sapienziale che gli esoteristi riconducono a quella che Paolo Rumorchiamano “tradizione unica primordiale”. La sua provenienza? Ignota.
Nel libro “L’altra Europa”, Paolo Rumor (nipote del più volte premier Mariano Rumor) racconta di un’unica dinastia di potere che reggerebbe il mondo da 12.000 anni. Sarebbe nata in Mesopotamia per poi trasferirsi in Egitto, quindi in Grecia e nel resto del Mediterraneo, dando vita a tutte le civiltà di cui si occupano gli storici. La chiama, semplicemente, “la Struttura”. Fonte: i diari del padre, Giacomo Rumor, che nel dopoguerra fu messo a parte di questo ipotetico grande segreto dall’esoterista francese Maurice Schumann, tra i fondatori del gollismo. Mesopotamia, Anunnaki: chi erano, in realtà, i Sumeri? Possibile che tuttora non si conoscano le origini di una fiorentissima civiltà nata dal nulla ma già in possesso di conoscenze avanzatissime – agricoltura, architettura, diritto, astronomia – proprio sulle rive dell’Eufrate, cioè non lontano da quel Gan-Eden da cui, secondo la Genesi, fu cacciato Caino? Lo scozzese Graham Hancock suggerisce di rileggerle con occhi nuovi, le “impronte degli dei”, perché potrebbero riservarci grosse sorprese. Lo stanno già facendo: le piramidi scoperte a Visoko, in Bosnia, hanno 28.000 anni. E l’ipotetica metropoli appena rinvenuta in Sudafrica, a due passi dalle più antiche miniere d’oro del pianeta, ne avrebbe addirittura 160.000. Notizie, spunti, segnalazioni e ricerche al cui confronto, forse, rimpiccioliscono un po’ anche gli alieni canadesi di Paul Hellyer.

Fonte:
www.libreidee.org