giovedì 7 febbraio 2019

L’articolo 13 è tornato. E peggiora, anziché migliorare


di Julia Reda

Riassunto delle puntate precedenti: il 18 gennaio scorso i negoziati sulla nuova legge europea sul diritto d'autore si sono bruscamente interrotti dopo che i governi degli Stati membri non si sono accordati su una posizione comune sull'articolo 13, che costringerebbe le piattaforme internet a censurare i post dei loro utenti utilizzando filtri di upload.

Senza un tale accordo, i negoziati a tre delle riunioni finali, in cui la legge doveva essere finalizzata insieme ai rappresentanti del Parlamento europeo, ha dovuto essere annullata – e il tempo a disposizione si stava esaurendo, con le elezioni dell'UE che rimescoleranno tutte le carte a maggio.

Al contrario di quanto era stato scritto in alcuni articoli, tuttavia, l'articolo 13 non è stato accantonato perché la maggioranza dei governi dell'UE ha capito che i filtri di caricamento sono costosi, soggetti a errori e minacciano i diritti fondamentali.

Senza dubbio, l'opposizione pubblica senza precedenti ha contribuito al fatto che 11 governi degli Stati membri hanno votato contro il procedimento, rispetto ai soli 6 dell'anno scorso. Tuttavia, è rimasta una maggioranza a favore dell'articolo 13 in generale, con solo qualche distinguo sui dettagli. La questione è stata ora risolta, e il processo di promulgazione della legge è di nuovo in corso.

Un accordo ha richiesto un compromesso tra Francia e Germania, che per le loro dimensioni possono fare o rompere una maggioranza. Entrambi i Paesi sono d'accordo con i filtri per gli upload: il punto su cui non sono riusciti a trovare un accordo è chi dovrebbe essere costretto a installarli:

La posizione della Francia

L'articolo 13 è grandioso e deve applicarsi a tutte le piattaforme, indipendentemente dalle dimensioni. Devono dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare il caricamento di materiale protetto da copyright. Nel caso delle piccole imprese, ciò può significare o meno l'uso di filtri per l'upload – in ultima analisi, un tribunale dovrebbe fare quella chiamata.
(Questa era in precedenza la posizione di maggioranza tra i governi dell'UE, prima che il nuovo governo eletto in Italia ritirasse completamente il loro sostegno all'articolo 13.).

La posizione della Germania

L'articolo 13 è grandioso, ma non dovrebbe applicarsi a tutti. Le imprese con un fatturato inferiore a 20 milioni di euro all'anno dovrebbero essere escluse del tutto, per non danneggiare le startup europee di Internet e le PMI.
(Si tratta di una posizione più vicina a quella attuale del Parlamento europeo, che chiede l'esclusione delle imprese con un fatturato inferiore a 10 milioni di euro e meno di 50 dipendenti).

Su cosa concordano: peggiorare ulteriormente l'articolo 13

Nell'accordo franco-tedesco [PDF], trapelato oggi, l'articolo 13 si applica a tutte le piattaforme a scopo di lucro. I filtri di upload devono essere installati da tutti, ad eccezione di quei servizi che soddisfano tutti e tre i seguenti criteri estremamente ristretti:
  • Disponibile al pubblico per meno di 3 anni
  • Fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro
  • Meno di 5 milioni di visitatori unici al mese
Innumerevoli applicazioni e siti che non soddisfano tutti questi criteri avrebbero bisogno di installare filtri di upload, gravando sui loro utenti e operatori, anche quando la violazione del copyright non è un problema per loro. Alcuni esempi:
  • Forum di discussione su siti commerciali, come i forum di Ars Technica o Heise.de (di età superiore a 3 anni)
  • Patreon, una piattaforma con l'unico scopo di aiutare gli autori ad essere pagati (non soddisfa nessuno dei tre criteri)
  • Reti sociali di nicchia come GetReeled, una piattaforma per i pescatori (ben al di sotto dei 5 milioni di utenti, ma con più di 3 anni)
  • Piccoli concorrenti europei di grandi marchi statunitensi come Wykop, una piattaforma polacca di condivisione delle notizie simile a Reddit (fatturato ben al di sotto dei 10 milioni di euro, ma può raggiungere i 5 milioni di visitatori ed ha più di 3 anni).
Inoltre, anche le piattaforme più piccole e più recenti, che soddisfano tutti e tre i criteri, devono comunque dimostrare di "aver fatto tutto il possibile" per ottenere le licenze dai titolari dei diritti, come le case discografiche, gli editori di libri e i database di foto stock per qualsiasi cosa i loro utenti possano pubblicare o caricare – un compito impossibile. In pratica, tutti i siti e le applicazioni in cui gli utenti possono condividere i contenuti saranno probabilmente costretti ad accettare qualsiasi licenza che il titolare dei diritti offre loro, indipendentemente dalle cattive condizioni e dal fatto che vogliano o meno che il materiale protetto da copyright del titolare dei diritti sia disponibile sulla loro piattaforma, per evitare l'enorme rischio legale di entrare in conflitto con l'articolo 13. Il Comitato ritiene che la Commissione non sia in grado di valutare se i siti e le applicazioni in cui gli utenti possono condividere i contenuti.
In sintesi:
  • Il compromesso di Francia e Germania sull'articolo 13 richiede ancora che quasi tutto ciò che pubblichiamo o condividiamo online richieda l'autorizzazione preventiva di "macchine per la censura", algoritmi che sono fondamentalmente incapaci di distinguere tra violazioni del copyright e opere legali come parodie e critiche.
  • Trasformerebbe il web da un luogo in cui possiamo esprimerci (con una certa moderazione applicata eventualmente dopo eventuali violazioni) in un luogo in cui i grandi titolari dei diritti aziendali sono i custodi di ciò che può e non può essere pubblicato prima ancora che venga pubblicato. Permetterebbe a questi titolari dei diritti di intimidire qualsiasi sito commerciale o app che includa una funzione di posting.
  • L'innovazione europea sul web sarebbe scoraggiata dai nuovi costi e dai rischi legali per le startup, anche se si applicano solo quando le piattaforme hanno tre anni di vita o raggiungono un certo successo. I siti e le applicazioni straniere che non possono permettersi eserciti di avvocati sarebbero incentivati a bloccare geograficamente tutti gli utenti dell'UE per essere sul sicuro.

Ora tutto dipende dal Parlamento europeo

Con questo blocco stradale fuori mano, i negoziati a tre per completare la nuova legge sul diritto d'autore sono tornati. Senza tempo da perdere, ci saranno enormi pressioni per raggiungere un accordo globale nei prossimi giorni e approvare la legge in marzo o aprile.

Molto probabilmente, il compromesso di Germania e Francia sarà approvato dal Consiglio venerdì 8 febbraio e poi, lunedì 11 febbraio, si svolgerà un ultimo trilogo finale con il Parlamento.

Gli eurodeputati, la maggior parte dei quali si battono per la rielezione, avranno un'ultima parola. Lo scorso settembre, una ristretta maggioranza per l'articolo 13 ha potuto essere trovata in Parlamento solo dopo l'inclusione di un'eccezione per le piccole imprese che era molto più forte di quello che Francia e Germania propongono ora – ma purtroppo non c'è motivo di credere che il negoziatore del Parlamento Axel Voss sosterrà la sua posizione e insisterà su questo punto nel dialogo a tre. Si arriverà invece alla votazione finale nella plenaria di marzo o aprile, dove tutti i deputati hanno voce in capitolo.

Se i deputati europei respingeranno questa versione dannosa dell'articolo 13 (come hanno fatto inizialmente nel luglio scorso) o si piegheranno alla pressione dipenderà dal fatto che tutti noi glielo diciamo chiaramente:

SE ROMPETE INTERNET E APPROVATE L'ARTICOLO 13, NOI NON VI ELEGGEREMO.

Fonte: www.partito-pirata.it 

VACCINI – PRESENTATA UNA DIFFIDA CONTRO LA FALSA SCIENZA


Preso atto della grave carenza di completezza e correttezza delle informazioni e comunicazioni circa i rischi e danni da reazioni avverse gravi correlabili ai vaccini, non solo da parte dei principali media nazionali ma soprattutto da parte di soggetti che ricoprono incarichi e ruoli scientifici istituzionali o comunque di rilievo, i sottoscritti  hanno avvertito l'esigenza di presentare la Diffida sottostante contro la diffusione di "falsa Scienza".

Dr. Franco Trinca (Biologo – Perugia),
Dr. Fabio Franchi (Medico, Infettivologo – Trieste),
Dr. Armando Lippolis (Medico Omeopata – Torino),
Dr.ssa Anna Rita Iannetti (Medico, Prevenzione e Salute – AUSL Pescara),
Dr. Dario Miedico (Medico Legale – Savona),
Dr. Roberto Petrella (Medico, Ginecologo – Teramo),
Dr. Gerardo Rossi (Medico, Ortopedico – Macerata),
Avv. Roberto Ionta (Avvocato – Napoli).
NOTA: Missiva trasmessa tramite Posta Elettronica Certificata del Dr. Franco Trinca
Per contatti: info@vaccinoveritas.it  
 info: www.vaccinoveritas.it

14 gennaio 2019
DESTINATARI: Prof. Roberto Burioni
Ordinario di Microbiologia e Virologia
burioni.roberto@unisr.it Prof. Gualtiero (Walter) Ricciardiex Presidente ISS
walter.ricciardi@unicatt.it Dr. Alberto Villani
Presidente Società Italiana di Pediatria
presidenza@sip.it
presidenzasip@legalmail.it Prof. Pierluigi Lopalco
Coordinatore strategie vaccinali ECDC
pierluigi.lopalco@unipi.it Prof. Fabrizio PregliascoSovraintendente Sanitario dell'I.R.C.C.S.
fabrizio.pregliasco@unimi.it  per conoscenza MINISTRO DELLA SANITÀOn. Dr.ssa Giulia GRILLO
seggen@postacert.sanita.it
segreteriaministro@sanita.it PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRIAvv. Giuseppe Conte
usg@mailbox.governo.it
presidente@pec.governo.it Ministro dell'InternoOn. Matteo Salvini
gabinetto.ministro@pec.interno.it
caposegreteria.ministro@interno.it
assistenza@salvinipremier.it Ministro del lavoro e Sviluppo economicoOn. Luigi Di Maio
segreteria.ministro@mise.gov.it
gab.dg@pec.mise.gov.it
gabinetto@pec.mise.gov.it Ministro della GiustiziaOn. Avv.  Alfonso Bonafede
ilministroascolta@giustizia.it
capo.gabinetto@giustiziacert.it
gabinetto.ministro@giustiziacert.it Ministro della Famiglia e disabilitOn. Lorenzo Fontana
segredipfamiglia@pec.governo.it
segreteriadipfamiglia@governo.it Ministro dell'IstruzioneOn. Marco Bussetti
uffgabinetto@postacert.istruzione.it Ministro per i Rapporti con il ParlamentoRiccardo Fraccaro
rapportiparlamento@mailbox.governo.it Ministro per gli Affari regionaliErika Stefani
affariregionali@pec.governo.it Membri Commissione Sanità del Senato Deputati e Senatori della Repubblica Italiana Commissario ISSProf. Silvio Brusaferro
presidenza@iss.it
protocollo.centrale@pec.iss.it  Agenzia Italiana per il FarmacoDr. Luca Li Bassi
presidenza@pec.aifa.gov.it
direzione.generale@pec.aifa.gov.it
protocollo@pec.aifa.gov.it Autorità Nazionale AnticorruzioneDr. Raffaele Cantone
protocollo@pec.anticorruzione.it Autorità Garante della Concorrenza e del MercatoDr. Angelo Marcello Cardani
agcom@cert.agcom.it Governatori e Assessori regionali Comando Carabinieri per la Tutela della Salutesrm29424@pec.carabinieri.it Presidente Ordine Nazionale BiologiDr.  Vincenzo D'Anna
protocollo@peconb.it
v.danna@onb.it Presidente CODACONSAvv. Carlo Rienzi
ufficiolegale@codacons.org FNOMCEO
OMCEO 
loro sedi Membri NITAG
Principali testate giornalistiche  nazionali
Tv nazionali e principali Tv locali ASL territorio nazionale Comuni d'Italia

DIFFIDA ALLA DIFFUSIONE DI "FALSA SCIENZA" RELATIVA A NOTIZIE FUORVIANTI E/O INFONDATE E/O ERRATE SUI RISCHI E DANNI DA EVENTI E REAZIONI AVVERSE GRAVI DA VACCINI
I sottoscritti Dr. Franco Trinca, Dr. Fabio Franchi, Dr. Armando Lippolis,
Dr.ssa Anna Rita Iannetti, Dr. Dario Miedico, Dr. Roberto Petrella,
Dr. Gerardo Rossi, Avv. Roberto Ionta, nella qualità di membri
del Gruppo di lavoro Scientifico-Giuridico "VACCINO VERITAS"

PREMESSO
  1. che da uno studio di vaccino-sorveglianza attiva degli eventi avversi dopo vaccinazione anti-MPRV, condotto dall'Osservatorio Epidemiologico della Regione Puglia (OER) nel periodo 15 maggio 2017-15 maggio 2018 e pubblicato  nel Report 2017-2018del n. 3 Ottobre-Dicembre 2018 della Rivista trimestrale dell'OER(1), emerge una incidenza molto elevata di segnalazioni di eventi avversi gravi successivi  alla somministrazione del vaccino anti Morbillo-Parotite-Rosolia-Varicella (MPRV), pari al 4% dei bambini vaccinati (68 su 1672);
  2. che dal Rapporto OER Puglia si evidenziano in particolare altri tre dati oltremodo inquietanti:
  • il 73,1% degli eventi avversi gravi sopra citati risulta correlabile alle vaccinazioni effettuate di anti-MPRV (in parte abbinato all'anti-HAV);
  • gli eventi avversi gravi correlabili alle vaccinazioni anti-MPRV hanno coinvolto il 3% del totale dei bambini vaccinati (68:1672 x 0,731);
  • nel confronto dei risultati registrati in Puglia dal Programma di vaccino-sorveglianza passiva 2013-2017 (prassi normalmente praticata anche nel resto d'Italia), rispetto a quelli emersi nello studio di vaccino-sorveglianza attiva citato al punto 1, si è evidenziato che il programma di vaccino-sorveglianza passiva ha comportato un enorme tasso di sottostima degli eventi avversi  gravi segnalativalutabile in un rapporto di 1 a 339(!): rapporto tra i rispettivi Reporting rate per 1.000 dosi vaccino = 0,12:40,69.        
    Confrontando poi l'indice di correlabilità degli eventi avversi gravi al vaccino MPRV (abbinato in parte all'HAV), il rapporto di sottostima tra vaccino-sorveglianza passiva rispetto a quella attiva sale allo stratosferico livello di
    1 a 681 !!
3)     che l'altissimo tasso d'incidenza del 3% di eventi avversi gravi correlabili ai vaccini, emerso nello studio dell'OER della Puglia, è tuttavia da ritenersi ancora largamente sottostimato rispetto al rischio globale di eventi avversi correlabili a tutte le vaccinazioni previste (obbligatorie e fortemente raccomandate) dalla legge 119/2017 e inserite nel conseguente Piano Nazionale Vaccinazioni; in quanto il citato tasso del 3% si riferisce alle sole gravi conseguenze riconosciute a carico del vaccino MPRV (in  parte associato all'HAV), dovendosi aggiungere quelle legate a tutte le altre vaccinazioni obbligatorie e fortemente raccomandate che sono praticate in Italia: vaccino esavalente innanzitutto e poi, anti-meningococcici. anti-pneumococcico, anti-rotavirus, anti-HPV, anti-influenzale e anti-HZ;
4)     che, rapportando su scala nazionale il tasso del 3% di eventi avversi gravi correlabili alle vaccinazioni anti-MPRV, emerso nello studio citato, si avrebbe una stima attendibile di ben 30.000 casi/per milione di soggetti vaccinati… altro che 1 caso per milione o più (!) ;
5)     che alla luce di queste nuove evidenze epidemiologiche vanno riconsiderati in un'ottica di forte sottostima i dati finora pubblicati dall'AIFA, come ad esempio i 1.307 casi nazionali di segnalazioni di sospette reazioni avverse gravi riportati nel rapporto AIFA 2017(2), basati su segnalazioni derivanti da procedure di vaccino-sorveglianza passiva;
6)     che tutti gli indicatori di sospette reazioni avverse gravi del rapporto AIFA 2017 (anche queste comunque correlabili mediamente in più del 70% dei casi alle vaccinazioni effettuate), apparivano già con tutta evidenza largamente sottostimati a causa di fortissime discrepanze interne nel tasso di segnalazioni totali (lievi e gravi) riportate dalle diverse regioni; in quanto si va da 5,7 casi /100.000 abitanti della Campania, a 137,7 casi /100.000 abitanti della Valle D'Aosta, con una media nazionale di 34,3 casi /100.000 abitanti;
7)     che i tassi di reazioni avverse gravi post vaccinali pubblicati nel suddetto Rapporto AIFA 2017, devono essere di gran lunga ancor più considerati fortemente sottostimati alla luce di altri due dati innovativi emersi  dallo studio dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale della Puglia:
  • il tasso di segnalazioni di reazioni avverse gravi evidenziate nel Rapporto 2017 dell'OER dopo vaccinazione MPR, riferito al numero di casi su 100.000 dosi di vaccino, risulta triplo rispetto a quello espresso nello stesso Rapporto ogni 100.000 abitanti; analogamente quindi, i dati del Rapporto AIFA 2017 sulla vaccino-vigilanza, riferiti unicamente a 100.000 abitanti, andrebbero già di base verosimilmente anch'essi triplicati per esprimerli rispetto a 100.000 dosi, alfine di rendere evidente la reale dimensione del rapporto rischio/beneficio delle vaccinazioni, specialmente di quelle obbligatorie;
  • il differenziale di segnalazioni di eventi avversi gravi evidenziato dal Rapporto dell'OER Puglia (già indicato al punto 2), tra vaccino-sorveglianza passiva e attiva (1 a 339, che diviene 1 a 681 per il tasso di quelli valutati correlabili ai vaccini) che, se fosse applicato in prima approssimazione ai dati AIFA, porterebbe la stima delle reazioni avverse gravi correlabili ad un livello impressionante, svelando una vera e propria emergenza sanitaria nazionale legata alle vaccinazioni(!);
8)     che i dati e le considerazioni di cui sopra non fanno che aggiungersi ad altre evidenze emerse in studi scientifici internazionali sull'impatto che campagne di vaccinazioni di massa possono avere sulla popolazione, in particolare infantile, di cui riportiamo una brevissima selezione(3-4-5-6);
9)     che, a titolo di esempio, nelle Conclusioni di un importante studio epidemiologico https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3170075/ condotto su 34 nazioni, relativamente ai tassi di vaccinazioni, di Infant Mortality Rate (IMR) e Sudden Infant Death Syndrome (SIDS) segnalati da ciascun Paese all'OMS, si legge: "Questi risultati dimostrano una relazione contro-intuitiva: le nazioni che richiedono più dosi di vaccino tendono ad avere tassi di mortalità infantile più alti ." ;
10) che reazioni avverse clinicamente rilevanti e anche gravi sono chiaramente affermate e descritte in un'ampia serie di pubblicazioni scientifiche di alto
profilo
(7-8-9-10), nelle quali le problematiche di sicurezza ed efficienza degli attuali vaccini sono riconosciute apertamente e ricondotte ad una teoria antiquata di concezione e formulazione vaccinica che a livello scientifico ha regnato in modo dominante fino alla fine degli anni '90  e di cui gli Autori invocano e anticipano il superamento anche nella prassi(8)"(…) un allontanamento radicale dalla metodologia storica con cui sono stati sviluppati i vaccini – un metodo empirico che abbiamo etichettato il paradigma "Isolate-Inactivate-Inject";

11) che reazioni avverse clinicamente rilevanti e anche gravi sono dichiarate attese, con frequenze per nulla trascurabili o minimizzabili, dalle stesse schede tecniche di molti vaccini. A titolo di esempio si riportano alcune reazioni avverse illustrate, con la specifica delle frequenze attese, nelle schede tecniche dei seguenti vaccini:
  • Infarix Hexa(11)fino a 99 casi per milione (per ciascuna reazione avversa): convulsioni (con o senza febbre), dermatite;  almeno 100 casi per milione (per ciascuna reazione avversa): trombocitopeniareazioni anafilattiche, anafilattoidi e allergiche, collasso o stato simile a shock, bronchite, apneaalmeno 1.000  casi per milione (per ciascuna reazione avversa): infezione del tratto respiratorio superiore, tosse, gonfiore diffuso dell'arto sede dell'iniezionea volte esteso all'articolazione adiacentealmeno 10.000 casi per milionediarreavomito, febbre superiore a 39,5°C almeno 100.000 casi per milione: disturbi psichiatrici (pianto inconsolabile, irritabilità), perdita di appetito, febbre superiore a 38°C e fino a 39,5°C;
  • Priorix Tetra(12);  almeno 100 casi per milione (per ciascuna reazione avversa): otite media, tosse, bronchite, convulsioni febbrilialmeno 1.000  casi per milione (per ciascuna reazione avversa): infezione del tratto respiratorio superiorelinfoadenopatiagonfiore delle ghiandole parotidivomitodiarreaanoressiapiantonervosismoinsonnialetargiamalessereaffaticamentoalmeno 10.000 casi per milioneirritabilitàeruzione cutaneafebbre superiore a 39,5°C almeno 100.000 casi per milionefebbre superiore a 38°C e fino a 39,5°C.
    Inoltre, la scheda tecnica riporta in aggiunta una serie di segnalazioni di reazioni avverse anche gravi derivanti da sorveglianza post marketing, definite "rare" (e quindi presuntivamente stimabili in 100 per milione): meningite, herpes zoster*, sindrome simile al morbillo, sindrome simile alla parotite (incluse orchite, epididimite e parotite) trombocitopenia, porpora trombocitopenica, reazioni allergiche (incluse reazioni anafilattiche ed anafilattoidi), encefalite, cerebellite, accidente cerebrovascolare, sindrome di Guillain Barré, mielite trasversa, neurite periferica, sintomi simili alla cerebellite (inclusi disturbo transitorio dell'andatura e atassia transitoria), vasculite, eritema multiforme, eruzione varicella- simile, artralgia, artrite;
12) che oltre la tossicità chimica di adiuvanti(13-14-15-16-17-18-19-20) e altri componenti ufficiali dei vaccini, come ad esempio la formaldeide(21-22-23-24-25), nonché possibili contaminazione di nano particelle(26), che fra l'altro...

...segue: www.lavocedellevoci.it

mercoledì 6 febbraio 2019

PROCESSO BORSELLINO - INCHIESTA ESCLUSIVA DELLA VOCE

La Manipolazione dei Media: come il sistema ci tiene sotto shock! Enrica Perucchietti


di Debora Billi
Enrica Perrucchietti è una delle nostre punte di diamante, quando si tratta di analizzare il sistema dei media globali (l’altra, naturalmente, è Marcello Foa). In questa conferenza ci racconta l’origine della “mala informazione”, e cita alcuni esempi eclatanti di fake news ormai passate alla storia: dai bambini gettati dalle incubatrici in Iraq, a Kim il coreano che fa mangiare lo zio da 120 cani.
Già: perché le fake news di cui si accusa la controinformazione, e contro le quali si propongono da più parti leggi bavaglio e sistemi di verifica, sono in realtà il vero cavallo di battaglia della sceneggiatura dell’informazione mediatica. Una sceneggiatura, sì: perché tutto (o quasi) nel sistema mainstream segue uno script, e viene diffuso, nascosto o mimetizzato a seconda delle esigenze del potere. Un potere che, come sottolinea Enrica, è sempre dietro le quinte e di cui i politici rappresentano solo la facciata momentanea.
La Internet globale, che da una parte rappresenta un’arma del mainstream grazie ai big data e alla capillare schedatura di ciascuno di noi, oggi è paradossalmente diventata anche la quinta colonna che diffonde notizie vere, attraverso cui viene disseminata conoscenza, capace di raggiungere gli individui in modi imprevedibili e incontrollabili (dai gruppi Telegram ai messaggi Whatsapp). Da qui il panico palpabile e la guerra ormai dichiarata contro i mille rivoli di internet che sfuggono al controllo globale.
Enrica conclude invitando tutti, come sempre, a riappropriarsi della coscienza critica e a fare informazione. Ed ha ragione: se ogni giorno c’è una persona in più che prende quella ormai paradigmatica pillola rossa, ogni giorno ci riavviciniamo di un altro passo alla riconquista della nostra libertà. Perché la sceneggiatura è arrivata alla fine, e la prossima vogliamo scriverla noi. Con parole di verità.

martedì 5 febbraio 2019

LE RIVELAZIONI DEL GRAN MAESTRO GIULIANO DI BERNARDO / MASSONERIA, ECCO TUTTE LE CONNECTION


Verbalizzazione clou davanti alla Corte d'Assise di Reggio Calabria da parte dell'ex Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Giuliano Di Bernardo, che ricostruisce una serie di storie & fatti, soprattutto sul versante dei rapporti tra massoneria e 'ndrangheta, partendo dalle inchieste dell'allora procuratore capo di Palmi Agostino Cordova.
Ma fa dichiarazioni anche anche sulla figura del Venerabile Licio Gelli voluto dagli americani al vertice della P2, sui "veri elenchi" della stessa super loggia, su traffici d'armi con la Somalia.
Tutto si svolge lo scorso 11 gennaio alla Corte d'Assise reggina, in occasione del processo sulla "'ndrangheta stragista" che vede alla sbarra il boss siciliano Giuseppe Graviano e Santo Filippone, accusati di essere i mandanti degli agguati ai carabinieri dei primi anni '90, all'epoca di quelle stragi che insanguinarono il nostro Paese.
Di Bernardo venne eletto Gran Maestro del Goi l'11 marzo del 1990: la sua testimonianza, quindi, è di grande importanza all'interno del processo perchè riguarda proprio quegli anni bollenti.

QUEL "MINOTAURO" CHE AVEVA LA VISTA LUNGA

Agostino Cordova. In apertura, Di Bernardo

La verbalizzazione parte proprio dal "minotauro di Palmi" Cordova, come epicamente lo definì Giorgio Bocca nel suo straordinario "Inferno" uscito nel '92. Da rammentare che la maxi inchiesta di Cordova partì dalla morte mai chiarita di un grosso notaio-massone calabrese, Pietro Marrapodi, il quale apparteneva alla loggia "Logoteta" e aveva iniziato a verbalizzare sui rapporti tra massoneria e 'ndrangheta. A Marrapodi venne negata la scorta, fu trovato impiccato nel suo scantinato e la sua morte venne rapidamente archiviata come omicidio senza che sia mai stato trovato un colpevole.
Ecco le parole dell'ex Gran Maestro davanti al collegio presieduto da Ornella Pastore e al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, che lo ha interrogato: "L'inchiesta di Cordova stava andando nelle direzione giusta. Io gli misi a disposizione documenti importanti e i risultati delle mie scoperte, ma poi non è successo nulla. Quando l'inchiesta gli fu tolta il fascicolo è passato in mano a  più procuratori per competenza a Roma, e lì è stata archiviata per decorrenza dei termini". Il gigantesco fascicolo, infatti, approdò nel "porto delle nebbie", fra gli altri affidato ai pm Augusta Iannini (consorte dello storico conduttore di Porta a Porta, Bruno Vespa) e Nello Rossi.
Continua Di Bernardo: "Ettore Loizzo, ingegnere di Cosenza e mio vice nel GOI, nel corso di una riunione della Giunta del Grande Oriente disse che poteva affermare con certezza che in Calabria su 32 logge 28 erano controllate dalla 'ndrangheta. Io saltai sulla sedia e gli dissi: 'E cosa vuoi fare?'. Lui mi rispose: 'Nulla, assolutamente nulla'. E mi spiegò che viceversa lui e la sua famiglia rischiavano gravi rappresaglie. Mi recai allora dal duca di Kent a cui esposi la situazione, ma mi disse che ne era già a conoscenza. A Londra mi dissero che grazie all'ambasciata ed ai servizi di sicurezza erano a conoscenza delle infiltrazioni della 'ndrangheta e questo è normale, perchè in Inghilterra la massoneria è un'istituzione riconosciuta. Il capo è il duca di Kent, quindi è normale che le associazioni con cui sono in rapporti siano sotto osservazione".

LOGGE, 'NDRINE & CLAN
Da tener presente che il tema dei rapporti tra massoneria è 'ndrangheta è stato al centro dei lavori della precedente Commissione Antimafia, presieduta da Rosy Bindi, che una paio d'anni fa chiese all'attuale Gran Maestro del Goi, Stefano Bisi (giornalista senese e in rapporti di "lavoro" con il responsabile del Monte dei Paschi di Siena David Rossi, "suicidato" dal quarto piano di palazzo Salimbeni cinque anni fa), la consegna degli elenchi dei massoni calabresi, suscitandone le ire: Bisi parlò di vera caccia alle streghe, quando uscirono fuori i nomi di alcuni massoni sotto inchiesta (o condannati) per rapporti con le 'ndrine.

Stefano Bisi

Torniamo alla verbalizzazione bollente. "La Calabria era indubbiamente il centro di questo fenomeno di infiltrazione, messo in evidenza dal procuratore Cordova, ma già segnali venivano dalla Sicilia. Ci fu un fatto che fece tremare i vertici del Grande Oriente, ossia l'arresto del sindaco di Castelvetrano per i suoi coinvolgimenti con la mafia. Ma in Sicilia ebbi altri segnali da parte dei vertici del Goi".
I segnali, precisa, arrivarono soprattutto da un avvocato-massone di Palermo, Massimo Maggiore, il quale lo metteva in guardia dal visitare una loggia trapanese per via, appunto, di infiltrazioni sempre crescenti in tutta la Sicilia: "Gli chiesi come avevano potuto permetterlo, e lui mi rispose che non avevano potuto evitarlo. Lì cominciai a capire che i vertici che avrebbero dovuto applicare le regole della massoneria, nel territorio erano in realtà state subordinate a logiche di altro potere. E questo avveniva già prima dell'inchiesta di Cordova. Io sono stato eletto Gran Maestro ignorando completamente quali fossero le realtà locali. Nella massoneria siciliana non c'era per così dire un punto di vista unitario. La massoneria era frastagliata e ogni parte aveva il suo centro di potere. In Calabria, invece, c'era una mente che regolava, al di là di tutti, i contrasti che esistevano tra le obbedienze massoniche di quel territorio. Si percepiva un filo conduttore. Loizzo mi diede l'imprinting più forte, però poi io iniziai a vedere il contorno e sono arrivato a capire che la massoneria calabrese è più potente di quella siciliana per la visione unitaria che possiede".
Di Bernardo fornisce ragguagli anche sui rapporti tra massoneria e movimenti separatisti, all'epoca molto forti: "Il mio segretario segretario personale Luigi Savina mi diceva che parte della massoneria appoggiava i movimenti separatisti. Reggio Calabria era il centro propulsore di questi movimenti separatisti. Cosenza aveva una sua specificità e la situazione era meno grave. Catanzaro non contava molto. Quella visione non rientrava nella mia visione d'Italia, per questo fin da quando sono stato Gran Maestro ho sempre respinto tali richieste di coinvolgimento che arrivavano. Non conosco la situazione al Nord, ma immagino che non fosse interessato, sebbene non posso escludere che ci fosse chi gettava benzina sul fuoco".
Sui legami massoneria-mafia all'epoca delle stragi, così dichiara Di Bernardo: "Io un'idea me la sono fatta e penso che fosse tutto all'interno di uno stesso contesto, seppur con separazioni interne. L'idea che mi sono fatto era che lì c'era qualcuno che tirava le fila all'interno di contesti diversi. Sì, quella stagione è maturata a contatto con ambienti massonici".

TRAFFICI D'ARMI IN SOMALIA 

Licio Gelli

L'ex Gran Maestro racconta poi di una strana telefonata che gli pervenne poco dopo la sua nomina al vertice del Goi, succedendo al sardo Armando Corona, grande amico dell'ex capo dello stato Francesco Cossiga: "Ero nella mia residenza sul Gianicolo e suona il telefono alle tre di notte. Mi sento dire con una voce da straniero: 'Gran Maestro, noi avremmo bisogno delle stesse cose che ci ha dato prima'. Io avrei potuto dire 'sta parlando con un'altra persona'. Però sono stato al gioco e ho chiesto 'di cosa avete bisogno in particolare?'. E inizia a farmi un elenco di armi non solo leggere ma anche pesanti. Quando lui si accorge del senso delle mie domande mi dice: 'Sto parlando con Armando Corona?'. Io dico 'No, sono Giuliano Di Bernardo' e lui mette giù. Per me si è accesa una spia. Capii che quella telefonata proveniva dall'Africa, forse dalla Somalia". Ricordiamo che la Somalia era un paese all'epoca molto 'caldo', densa di traffici di armi sui quali stava indagando la giornalista Rai Ilaria Alpi; così come sui traffici di rifiuti tossici, in gran parte gestiti dalle mafie in combutta con ambienti massonici.
La verbalizzazione prosegue descrivendo i rapporti della massoneria nostrana con quella inglese e quella americana. "Quando gli americani vengono in Italia portano una nuova immagine della massoneria, che è quella della massoneria democratica, diversa da quella nata in Inghilterra, e in questo cambia tutto".

IL VENERABILE VOLUTO DAGLI STATES
Circa gli anni seguenti prosegue: "Il governo americano iniziava a temere che ci potesse essere il sorpasso comunista. Quando gli americani non hanno più fiducia negli organi istituzionali, vanno alla ricerca dell'uomo nuovo, fuori da ogni contesto. Fu Frank Gigliotti (il massone che aveva lavorato per lo sbarco degli Usa in Italia, ndr) a rifondare la massoneria in Italia, e sempre lui propose Licio Gelli. Disse, 'Il salvatore dell'Italia è quest'uomo'. Da quel momento Gelli è stato il referente unico ed esclusivo del governo americano, per evitare che si facesse il sorpasso dei comunisti. Gelli ha avuto montagne di dollari, ma soprattutto il governo americano ha messo all'obbedienza di Gelli i vertici italiani economici, militari e della magistratura. Tutti nella sua obbedienza. Quest'uomo, all'improvviso, s'è ritrovato un potere che penso nessuno abbia mai avuto in Italia. Ed è vero: si parla di questo progetto politico di Gelli, il Piano di Rinascita. Ma cosa avviene? Gelli si era impegnato a modificare l'Italia per evitare il sorpasso. Ma quando Gelli riceve i soldi dagli americani fa i suoi affari e non pensa allo scopo fondamentale. Gli americani cominciano a sollecitarlo. E allora lui, come confidato a qualche suo collaboratore, non ce la fa più e si mette a scrivere così un progetto a caso. Tradisce gli americani mettendo da parte i fini politici".

IL VERO ELENCO DELLA P2
Sui rapporti tra il capo della P2 e il Grande Oriente, così racconta davanti alla Corte d'Assise Di Bernardo: "Aveva una base molto forte. Ufficialmente tutti osannavano Gelli. Ma io ho avuto modo di capire che questo non era vero. Gelli, dopo la mia elezione, mi invia due lettere in cui mi chiede di essere riammesso al Goi. Io le leggo e informo la giunta che mi sono arrivate queste lettere e non faccio nulla. Una sera Eraldo Ghinoi mi viene a trovare e mi chiede se ho ricevuto le lettere. Io dico che, a parte la mia idea personale, Gelli non può né deve tornare. E che se anche io avessi voluto il suo rientro, l'avrei dovuto presentare in Gran Loggia con la certezza che sarebbe stato bocciato a grande maggioranza. E lui mi dice, 'Qui ti sbagli. Prova a metterlo all'approvazione e vedrai che sarà approvato'. A questo punto mi dice, 'Io sono amico di Gelli da tanto tempo' e mi fa vedere una medaglia d'oro e platino ricevuta da Gelli. Io comincio a pensare: questa è la massoneria".
Le manovre 'persuasive' di Gelli nei confronti del fresco numero uno del Goi per una riammissione, comunque, sono state diverse, e con promesse molto forti. In danaro ma soprattutto mediante la consegna dei 'veri elenchi' della P2. Ecco le parole pronunciate da Di Bernardo: "Quello sequestrato dalla magistratura era un elenco solo parziale. Gelli mi offrì l'elenco vero della P2 tramite un suo emissario che commentò, 'così puoi ricattare tutta l'Italia'. Non dico che non ci ho pensato, ma poi ho deciso di non procedere".
E continua: "Dopo la mia elezione, chiede di incontrarmi il segretario personale del gran maestro Ennio Battelli (generale di brigata aerea iscritto alla loggia Garibaldi di Imperia, ndr). Questo segretario voleva fare una dichiarazione al gran maestro da firmare. Infatti lo incontro e mi dice che una sera Gelli si presenta nello studio del gran maestro Battelli con un grosso fascicolo e gli dice, 'Questo è l'elenco della P2'. Battelli inizia a sfogliarlo e diventa di tutti i colori. Battelli chiude e dice a Gelli, 'Riprendilo, questo io non l'ho mai visto'. E dice al suo segretario che i nomi che ha visto lì non li vuole dire. Il segretario si sente in dovere di fare questa dichiarazione. Io ho la cognizione che il vero elenco esiste ma non sappiamo dove. Questo avviene dopo che la loggia P2 è stata sciolta. Per sciogliere la P2 è stata necessaria la legge Anselmi, anche se non scioglie proprio nulla perchè contiene una contraddizione che contrasta con un articolo della Costituzione".

QUELLE LOGGE COPERTE
Sul tema bollente delle logge coperte, ecco cosa ne pensa Di Bernardo: "Un giorno mi viene a trovare un personaggio calabrese che mi dice: 'Gran Maestro, io sono all'obbedienza di Armando Corona della loggia coperta, però voglio sempre stare accanto al numero uno e voglio entrare nella sua loggia coperta'. E io dissi che per prendere in considerazione la sua richiesta avevo bisogno di un documento scritto. Così mi scrisse una lettera su carta intestata in cui allegò una foto con Corona vestito con paramenti massonici e mi fornì prova documentale dell'esistenza di una loggia coperta. Non ho mai saputo se fosse in Calabria, ma il soggetto che venne da me era un calabrese. Io a quel punto diedi tutto a Cordova. Le logge coperte sono di fatto dei comitati d'affari. Corona ha preso quegli imprenditori che secondo lui potevano essergli utili nei suoi progetti e li ha riuniti in una loggia..

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